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Autore: OmbraAla    11/04/2019    0 recensioni
Tom Riddle crollò sul pavimento con banale solennità, il corpo fiacco e rattrappito, le mani bianche vuote, il volto da serpente inespressivo e ignaro. Voldemort era morto [...] Il sole sorgeva alto su Hogwarts e la Sala Grande ardeva di vita e di luce ma… fu un attimo. [...] Harry Potter cadde al suolo con gli occhi chiusi, le mani che ancora stringevano le due bacchette.
Quali saranno le sorti dell'Eroe del Mondo Magico? Fine o nuovo inizio?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Severus, Ron/Hermione
Note: Lime, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO XXIX:

La notte trascorse al medesimo tempo tanto lenta quanto veloce.

La passione che travolse i due uomini fu vissuta a pieno. Non un minuto, non un secondo fu lasciato al caso. Si amarono come mai avrebbero pensato di fare nella loro vita e smaltirono tutto il dolore e la paura, che da mesi a quella parte li aveva costretti a “vivere” separati.

Allo stesso tempo, trascorse veloce. Il tempo passato insieme sembrava non bastare mai.

Harry si consolò. Aveva tutta la vita davanti per godersi il Professore di Pozioni.

Di buon mattino, udirono bussare alla porta.

Severus scattò sull’attenti ed Harry fece lo stesso.

« Vado io, non muoverti » disse il ragazzo, baciando l’altro amorevolmente.

Severus annuì, sprofondando tra le coperte.

Harry indossò la vestaglia dell’uomo e corse ad aprire.

« Padron Harry, mi manda la professoressa McGranitt, - esordì Kreacher, inchinandosi dinanzi al mago, - vuole che avvisi lei e il professor Piton che, questa sera, aspetterà l’Ordine della Fenice e l’Esercito di Silente nella Sala Grande. Ha anche sottolineato di indossare abiti eleganti e che avrà un avviso importante da fare ai presenti ».

« Oh, grazie Kreacher... » rispose Harry, leggermente bombardato dalle tante informazioni che gli aveva appena fornito l’elfo.

« A tal proposito… Sarebbe un problema portarci la colazione? » chiese il ragazzo con una nota di imbarazzo nella voce.

« E’ per me un onore servirla, padron Potter » rispose l’elfo.

Il Grifondoro si abbassò, arrivando all’altezza dell’esserino davanti a lui.

« Harry. Io sono Harry » sussurrò il ragazzo, poggiando una mano sulla spalla dell’elfo.

« Va bene, Harry… » ripeté, quasi a fatica, Kreacher.

Harry non aveva alcuna intenzione di sentirsi padrone della vita di qualcuno, men che meno di Kreacher.

Aveva liberato Dobby e non avrebbe sottomesso alcun altro Elfo alle sue dipendenze.

Godric, quanto mi sento Hermione – pensò il ragazzo, ridendo tra sé.

Con un ultimo profondo inchino, Kreacher si smaterializzò, lasciando Harry Potter da solo, sull’uscio.

« Devo preoccuparmi? » chiese Severus, dall’altra stanza.

Harry si avvicinò lentamente al letto, con un sorriso stampato sul volto.

« Beh, sono io a dovermi preoccupare, in realtà » rispose, fingendo un’aria grave.

Severus lo fissò con sguardo interrogativo, inarcando il consueto sopracciglio.

« Intendi spiegarti o vogliamo trascorrere tutta la giornata in questa posizione? Ho perso l’allenamento col mio sopracciglio » sbottò l’uomo, spronando il ragazzo a parlare.

« Stasera ci sarà una festa in Sala Grande, - cominciò a dire il ragazzo, - siamo gli ospiti d’onore.. »

« IO sono l’ospite d’onore, piccola celebrità passata di moda » disse l’altro, interrompendo il ragazzo, alzando le spalle.

« Ti piacerebbe! » controbatté il giovane Potter, ridendo di cuore.

« Ad ogni modo, - continuò il più giovane, - la McGranitt ha sottolineato che dobbiamo vestirci in maniera elegante. Ora, il problema è questo. Se solo qualcuno osa guardarti in maniera poco casta, dovrà assaggiare l’ira implacabile di Harry Potter »

Severus guardò il giovane mago dinanzi a lui.

Harry stava palesemente scherzando ma per Severus fu fondamentale.

Si sentì importante, davvero, per qualcuno. Si sentì prezioso. Si sentì essenziale.

Tuttavia, non gliel’avrebbe data vinta. Era troppo tempo che si stava mostrando come un rammollito.

Era il momento di divertirsi un po’.

Motivo per cui si alzò dal letto, rimanendo in boxer e a petto nudo dinanzi all’altro.

« Io. Sono. Meraviglioso. Che ti piaccia o meno, Potter » gli disse avvicinandosi al ragazzo.

Harry gli sorrise. Avvertiva il profumo del Pozionista pervadergli le narici.

Severus azzerò le distanze, baciando il sorriso che si era formato sul volto dell’altro.

Udirono entrambe il consueto POP della materializzazione.

Kreacher era arrivato con la colazione.

***

La giornata trascorse a ritmo incalzante.

Sia Severus che Harry si erano imposti di rimettere in ordine quei pochi effetti personali che, nel periodo di lontananza, avevano dovuto prendere con sé.

Mentre il giovane Potter era intento a sbarazzarsi di tutti quegli abiti che aveva dovuto indossare per trasformarsi in qualcun altro, trovò ancora alcune dosi di Pozione Polisucco.

Le fissò intensamente, l’impulso di lanciarle contro la parete fu forte.

In quel momento, Severus varcò la porta della camera.

« A cosa pensi? » chiese l’uomo, poggiato allo stipite.

Harry strinse forte le ampolle, indeciso se lasciarle cadere o meno.

« C’è stato un momento, - cominciò il ragazzo, - in cui ho creduto che avrei avuto bisogno di queste, per sempre. Ho avuto paura, Severus. Paura di non poter farmi più vedere da te con il mio aspetto. Ho avuto paura di doverti stringere con le braccia che appartenevano a qualcun altro. Di baciarti e lasciare che il tuo sapore scomparisse con lo svanire degli effetti della Polisucco »

« Lasciale » rispose il Pozionista avanzando e abbracciando il mago da dietro.

Harry, istintivamente, sfiorò le braccia dell’altro con le proprie mani.

« Non devi più aver paura, adesso il nostro destino appartiene a noi e a noi soltanto, - gli sussurrò l’uomo all’orecchio, - io sarò qui, fin quando avrai voglia di avere al tuo fianco un complicato, cupo e per niente simpatico Serpeverde »

« Felice che tu lo abbia riconosciuto » rispose l’altro, smorzando la tensione.

« Quanto vorrei poterti togliere dei punti all’istante… » controbatté l’altro, roteando gli occhi verso l’alto.

Harry sorrise.

« Qualcosa mi dice che, se tornassi ad insegnare, non trarrei alcun vantaggio dalla situazione » gli disse Harry.

« Scherzi, vero? Semmai potrebbe solo peggiorare. Torturarti a lezione sarebbe davvero il mio passatempo preferito » rispose, fin troppo sinceramente, l’uomo.

« La parte del “per niente simpatico” dovresti sottolinearla » gli disse il Grifondoro, con un sorriso ancora più grande sul volto.

Il giovane si avvicinò alle labbra dell’altro per un leggero bacio.

« Adesso devo decisamente andare, - disse il ragazzo, allontanandosi dall’uomo, - devo fare compere per questa sera »

Severus inarcò il suo sopracciglio.

« Spero solo di non dover essere io a preoccuparmi, ti tengo d’occhio, Potter » disse, quasi gelido.

« Ci vediamo direttamente stasera al Ricevimento » rispose Harry.

« A stasera allora » concluse Severus, baciandolo.

***

« Harry, vogliamo andare? Rischieremo di far tardi, come nostro solito » disse Ron, rivolgendosi all’amico.

« Sì, ci sono » rispose l’altro, uscendo dal Dormitorio maschile.

« Harry ma sei un incanto! » disse Hermione, che nel frattempo aveva raggiunto gli altri due sul pianerottolo.

La ragazza indossava un abito nero, a maniche lunghe e con uno scollo a barca, che le lasciava le spalle scoperte. Era un abito semplicissimo ma che, nella sua semplicità, riusciva a valorizzarla e a far esaltare le sue forme.

Ron la stava fissando a bocca aperta.

« Qualcosa mi dice che anche tu abbia fatto colpo, Herm » disse Harry, prendendo in giro l’amico.

« Sei… » iniziò a dire Ron.

« Grazie » rispose Hermione arrossendo, sotto lo sguardo del ragazzo.

Ron azzerò le distanze tra loro.

« Ti amo, Hermione » disse alla ragazza, baciandola teneramente.

Harry sentiva di non essere mai stato tanto felice.

Finalmente, tutto aveva preso ad andare per il verso giusto.

Vedere i suoi due migliori amici essere innamorati ed uniti sempre di più, fu per lui motivo di speranza.

Nemmeno la guerra era riuscita a separare due anime che, inevitabilmente, erano state create per vivere l’una accanto all’altra.

« Che stiamo aspettando? Scendiamo ragazzi » riprese Hermione, prendendo la mano di Ron nella propria.

Quando giunsero dinanzi alla Sala Grande, si resero conto di essere davvero gli ultimi.

Varcarono la soglia e si ritrovarono in un ambiente che stentavano a riconoscere.

Non c’erano più i tavoli disposti al centro della Sala, ma solo uno, quello dei Professori, le cui sedie erano state messe per entrambe i lati.

La luce era soffusa e, addirittura, nella stanza si udiva una musica leggera.

La McGranitt aveva pensato davvero a tutto.

Non appena il Golden Trio effettuò il proprio ingresso, tutti i membri dell’Ordine e dell’ES corsero verso di loro per salutarli.

Harry strinse molte mani ed abbracciò molte persone.

Ma da lontano, si accorse che, dinanzi al camino, con un bicchiere di Whiskey Incendiario tra le mani, c’era Severus che non aveva perso un minimo movimento del ragazzo.

I suoi occhi erano scuri come la notte e stavano fissando solo lui.

Harry sentì il fiato venirgli meno, non appena lo vide.

Il Pozionista indossava un completo color grigio scuro, chiuso con un bottone, lasciando intravedere il panciotto di colore nero, abbinato alla cravatta dello stesso colore.

I capelli erano raccolti in una morbida coda, che gli conferivano un’aria aristocratica.

Severus, dal canto suo, non rimase per nulla indifferente alla vista di Harry.

Indossava anche lui un completo che, a differenza del suo, era total black.

Non lo aveva mai visto così “tenebroso” e l’accessorio più bello che lo colpì, fu il risaltare dei suoi occhi, pervasi da una luce verde smeraldo.

Harry si avvicinò all’altro.

« Ho la bacchetta pronta per essere usata » disse il ragazzo, con fare minaccioso.

Severus sorrise, sorseggiando le ultime gocce di quel liquore.

« Sta’ attento Potter, o dovrò schiantare la piccola Weasley che non vuole saperne di smetterla di guardarti » disse il Pozionista.

Il ragazzo scosse la testa divertito e sfiorò il corpo dell’altro con una spalla.

D’improvviso la musica si abbassò e fece il suo ingresso anche Minerva McGranitt.

« Signori e Signore, - disse la strega, facendo voltare tutti verso di lei, - sono contenta che abbiate accolto tutti di buon grado il mio invito. Vi prego di prendere posto intorno al tavolo, per dare inizio alla nostra serata ».

Tutti gli invitati si diressero verso il tavolone e si sedettero.

« Molto bene, prima di tutto desidero farvi degli annunci, - riprese la donna, - in primis, voglio ringraziarvi per quanto avete fatto, tutti. Per la dedizione mostrata nello svolgere le vostre missioni, per l’attaccamento che avete dimostrato di avere per questa scuola. Per la fiducia che avete riposto in Albus e, più di tutti, nel Signor Potter. E’ la prima volta che ci siamo riuniti da quella notte del 2 maggio. Un evento destinato ad essere ricordato nelle pagine di storia. La memoria di eventi oscuri che è il miglior antidoto contro gli abissi della storia. Se questo è stato possibile, è solo grazie a voi. Infine, voglio mettervi al corrente di una decisione che ho ormai preso. Mi dimetto dall’incarico di Preside, non sento di poter svolgere questo lavoro in maniera impeccabile come, invece, sono convinta, siamo convinti, possa fare un’altra persona. Pertanto, nomino, con il consenso unanime dei miei colleghi, Severus Piton Preside di Hogwarts e Professore di Difesa contro le Arti Oscure »

Un applauso, dapprima timido, poi sempre più forte, si levò dal tavolo.

Severus non ne sapeva nulla.

Non aveva avuto neanche più il tempo di pensare a quella che, all’epoca, era solo una proposta.

Era diventato Preside.

Preside e Professore.

La prospettiva di avere una vita che non comprendesse Hogwarts era lontana.

E a Severus, adesso, stava bene così.

  
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