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Autore: Emmastory    15/04/2019    2 recensioni
Come sappiamo, le avventure della fata Kaleia non si sono certo concluse, e come in una sorta di piccolo intermezzo, si nota che le tradizioni natalizie hanno fatto il loro ingresso nel mondo delle fate. Forse ne hanno sempre fatto parte, o forse tale cambiamento è dato dalla loro vicinanza con la comunità umana, ma comunque sia, godetevi la lettura.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Human-traditions-in-the-Fairy-Woods
 
 
Capitolo XXII
 
Matrimonio sulla neve
 
Con i secondi i minuti, con i minuti le ore, con le ore i giorni, poi i mesi, e generalmente, il tempo. Nessuna creatura umana o magica sapeva davvero cosa fosse, ma nonostante questo, Kaleia ne aveva una. Pallida e nebulosa, chiaro, ma pur sempre un'idea. Il suo era forse un punto di vista sciocco o datato, ma per come la pensava guardare il tempo trascorrere era come dipingere. Si prende il pennello e si libera la creatività, dando sfogo alle emozioni sulla tela della propria vita. Bianca alla nascita, ma colorata dal tempo stesso, con mille e mille sfumature. Chiare nei giorni di luce, scure quando la vita stessa sembra volerti abbandonare, rinchiudendoti in un buio baratro da cui pur tentando non riesci a risalire. Vedendola, un estraneo non l'avrebbe detto, ma nonostante il freddo, almeno in quella mattina invernale, lei era felice. Era inutile. Stavolta il freddo non la toccava, e come spesso accadeva date la forza e la purezza dei suoi sentimenti, una sola persona governava i suoi pensieri, ed era come se ogni sua parola lo riguardasse. Christopher. Il suo Christopher. Agli occhi di molti, una vera esagerazione, ai suoi, pura perfezione. Era dolce, forte, buono, paziente e innamorato, soprattutto innamorato. Di giorno in giorno, la ragazza non faceva che pensarci, e nel silenzio delle sue mattine d'inverrno, si rigirava fra le coperte cercando la sua mano, sorridendo ogni volta che le loro dita si sfioravano. In breve, quei tocchi diventavano strette, quelle strette abbracci, e quegli abbracci diventavano invece baci con il mistico potere di togliere il respiro ad entrambi.  Il Natale era passato da poco, e la neve dicembrina aveva continuato a cadere fino al mese successivo, ed era in quella fredda, soffice e magica cornice che i due si sarebbero sposati. Sì, sposati. Kaleia stessa non riusciva ancora a crederci, eppure il giorno che aveva immaginato fin nel minimo dettaglio sin dai suoi tempi di bambina era ormai sempre più vicino. Ricordava bene di aver evidenziato la data in questione sul calendario, così come di averla circondata con un cuore rosso dopo aver sorriso. Lenti, i secondi e i minuti svanivano dalle sue giornate, e ogni notte andava a letto con la fecilità nel corpo e nel sangue, sicura che al risveglio, il nuovo giorno sarebbe stato perfino migliore del precedente. Felice quanto e forse più di lei, Christopher condivideva il punto di vista dell'amata, pronto a fare quanto in suo potere per aiutarla a superare il buio dei giorni peggiori, e sicuro di arrivare a dare la sua stessa vita pur di farlo. Le genti del villaggio e parte del popolo della foresta non li capivano nè appoggiavano la loro relazione, ma il loro amore era reale, e sicuri di sè stessi e di ogni puro battito dei loro cuori, ormai in totale sincronia da anni, non davano peso alle sempre più frequenti voci portate dal vento. Lento, il tempo continuava a passare, per tutti e anche per loro, e all'alba delle loro tante sospirate nozze, Kaleia fu la prima a svegliarsi, stupendosi di non trovare il suo futuro marito al suo fianco. Lasciandosi prendere dal panico, la fata si drizzò a sedere sul letto, e voltandosi verso la parte che il suo Christopher era solito occupare, ebbe un tuffo al cuore. Perchè non c'era? Perchè non era con lei? E soprattutto, cosa gli era successo? Per quanto ne sapeva, avevano passato il pomeriggio e poi la sera precedente a rincorrersi e giocare fra la neve come bambini, buttandosi in mezzo a quel morbido tappeto con la sicurezza di non farsi male, e dopo l'arrivo nella foresta delle loro due piccole amiche pixie e dei loro genitori, della cara amica Marisa, di Sky, Noah e perfino del suo protettore, l'enigmatico Major, si erano sfidati ad una gara di slittini, e stanchi ma felici, erano andati a letto senza più un grammo d'energie, ma al suo risveglio, Christopher era scomparso. Spaventatissima, corse fuori dalla stanza quasi pestando la coda alla povera Willow, e già in lacrime, andò in cerca della madre. "Mamma!" chiamò, disperata. "Si tratta di Christopher. Ti prego, dimmi che lo hai visto!" pregò poi, non avendo in testa che mille scenari, uno peggiore dell'altro. Per qualche strana ragione, ognuno di questi terminava con la morte del ragazzo, e con il cuore in gola per lo spavento, si portò una mano al petto metaforicamente vuoto, posando quella libera sul tavolo di fronte a lei e afferrandone il bordo per rischiare di cadere. "No. No, no, no, no..." si ripetè, strascicando ogni parola a bassa voce per non farsi udire che da sè stessa. Guardandola, la madre non si meravigliò dello stato in cui versava, e senza una parola, le fu presto accanto, cingendole un braccio attorno alle spalle e accarezzandole la schiena con piccoli movimenti, come per confortarla. "Su, su, pixie. Andrà tutto bene, vedrai. Forse... forse sta solo cercando di farti una sorpresa!" provò a dirle, cercando in tutti i modi di rassicurarla. A quelle parole, Kaleia non rispose, e assieme ad altre lacrime, una sola frase abbandonò le sue labbra. "Non ci credo. Non può avermi abbandonata così, io... io lo amo!" quasi urlò, lasciandosi prendere la mano dalle emozioni e non badando al proprio tono di voce. Lì accanto da poco, anche Sky prese la parola, e seppur freddamente, provò a rincuorare la sorella. "Kaleia, Eliza ha ragione. Io ero con te ieri, non può essere andato tanto lontano." Le disse infatti, accennado a un piccolo sorriso pieno di compassione. Conoscendosi, la ragazza sapeva di non essere aperta quanto la sorella, ma nonostante questo, era sempre pronta a farsi in quattro schierandosi in prima linea quando si trattava di lei o di uno dei loro tanti visi amici. Rinfrancata dai loro tentativi di risollevarle il morale, Kaleia imitò i familiari nei loro sorrisi, e ritirandosi nella sua stanza, si sedette sul letto, chiudendosi a riccio e abbracciandosi le gambe come una bimba arrabbiata. Da quella posizione riusciva a vedere il suo riflesso nello specchio dell'armadio, e appena dentro, tutti i suoi vestiti, incluso quello da sposa. Leggero e bellissimo, colmo di pizzi e merletti, proprio come da piccola immaginava. Le sue ultime giornate erano scorse in maniera lente e felici, ma a quanto sembrava, ora la sua felicità aveva avuto una fine. Il sogno di sposarsi era andato in fumo, e il suo ragazzo, come sperava e al tempo stesso sapeva futuro marito, scomparso nella nebbia come un fantasma da un maniero dopo il proprio esilio dal mondo dei vivi. Nella sua stanza, che peraltro condivivdeva con l'amato, il silenzio era tale da renderla sorda, e quella sera, al posto di un sorriso, non ebbe che una smorfia di dolore sulle labbra e delle lacrime sul viso e sul cuscino. Ad ogni modo, dopo la pioggia spuntò un arcobaleno, e al mattino dopo, ferito ma ancora in piedi, Christopher. Il suo bellissimo, dolcissimo Christopher. Proprio di fronte a lei, calmo e sorridente come sempre, accompagnato da una cerva dal manto fulvo e pomellato, che camminando lentamente, sembrava voler sostenere il suo peso. Ad essere sincera, Kaleia non sapeva cosa gli fosse successo, nè le importava. Nella sua mente e nel suo cuore, le uniche cose a contare erano che fosse vivo e che stesse bene, e cosa più importante, che nessuno degli scenari che le avevano funestato la mente si fosse realizzato. Alla sua vista, la fata gli corse incontro, e abbandonandosi fra le sue braccia, si lasciò stringere. Un tenero e caldo bacio unì le loro labbra, e il triste ululato nel vento cessò nel celebrarsi di quel tanto atteso matrimonio sulla neve. 
 
 
Rieccomi dopo il mio periodo di febbre, con la ventiduesima storia di questa raccolta. Ormai ne mancano soltanto quattro, ma spero che questa, incentrata su un ipotetico matrimonio invernale, vi sia piaciuta. Ringrazio indistintamente ognuno di voi per il vostro supporto, includendo ovviamente anche i lettori silenziosi. A presto con il prossimo racconto, e grazie ancora,
 
Emmastory :)
   
 
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