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Autore: Emmastory    15/04/2019    2 recensioni
Come sappiamo, le avventure della fata Kaleia non si sono certo concluse, e come in una sorta di piccolo intermezzo, si nota che le tradizioni natalizie hanno fatto il loro ingresso nel mondo delle fate. Forse ne hanno sempre fatto parte, o forse tale cambiamento è dato dalla loro vicinanza con la comunità umana, ma comunque sia, godetevi la lettura.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Human-traditions-in-the-Fairy-Woods
 
 
Capitolo XXIII
 
Dubbi e doni
 
Quieto, il sole si stava di nuovo levando nel cielo uscendo dal suo nascondiglio dietro ai monti, e almeno in quel giorno d'inverno, il freddo dava tregua agli abitanti del bosco. A poco a poco, ognuno si svegliava, dando lentamente inizio a una nuova giornata, per loro tutta da vivere. Spinti dalla generosità tipica delle feste, gli animali parevano sorridersi, dedicandosi reciprocamente ogni tipo d'attenzione, e anche nel loro caso, i doni non mancavano. Zampettando fra l'erba fredda e ricoperta di neve, due scoiattoli dividevano una sola ghianda, e dall'alto di una robusta quercia, due passerotti infreddoliti scandagliavano il terreno alla ricerca di rametti grandi e resistenti abbastanza da costruire insieme un nido per dei futuri piccoli, e in altre parole, quella mattina la foresta non era che il ritratto della felicità. Per tutti, ma non per Marisa, che quel giorno aveva mille pensieri per la testa. Ora che sua madre aveva abbracciato lo spirito del Natale, entrambe si erano date da fare per decorare la casa al meglio, ma nonostante tutto, con il sole che splendeva e la neve ormai prossima a sciogliersi per dar nuova vita alla terra e ampio respiro alle povere piantine, lei non riusciva a stare tranquilla. Guardandosi nervosamente intorno, controllava ogni angolo della casa per essere sicura di aver lasciato ogni cosa al suo posto e non aver dimenticato nulla, ma per quanto si sforzasse, quel pensiero continuava a tormentarla, non lasciandola da sola neanche per un istante. Tesa e nervosa, controllava e ricontrollava la lista che aveva scritto e stilato come promemoria, e ad uno ad uno, decine e decine di segni di spunta le saltavano agli occhi. L'albero, le decorazioni, le pulizie in casa, l'argenteria migliore per il pranzo ormai quasi pronto, ogni cosa era, o meglio, sembrava, al suo posto. Esatto, sembrava. In cuor suo, Marisa non avrebbe neanche voluto pensarci, ma il condizionale era d'obbligo, poichè dando un'ennesima occhiata a quella lunga lista, si sentì come schiaffeggiata dalla realtà. Confusa, scosse la testa nel fermarsi a pensare, poi un lampo di genio le illuminò la mente. Ecco cosa aveva dimenticato. Aveva scelto un regalo per sè stessa e per gli amici più cari, ma non per sua madre. A quel pensiero, la povera ragazza sentì le gambe deboli, per poi venire sconvolta da un orribile capogiro. Si sentiva malissimo. Come aveva fatto? Come aveva potuto? Quale figlia si lasciava sfuggire qualcosa di così importante? In genere nessuna, e a quanto pareva, lei era davvero l'unica a farlo. Colta dal panico, fece saettare lo sguardo in più direzioni, sperando con tutto il cuore che la madre non fosse nei paraggi. Il resto dei preparativi la impegnava non poco, e distratta com'era non l'avrebbe certo notata, ma cosa sarebbe successso in caso contrario? Si sarebbe arrabbiata? Le avrebbe urlato contro? Non lo sapeva, non era sicura di nulla, ma al suo problema c'era un'unica soluzione. Decisa, si preparò ad uscire, e fatti pochi passi, si ritrovò all'esterno. A occhi bassi, osservava il sentiero da seguire, e fra un passo e l'altro, si sentiva sempre più vicina alla propria meta. Per quanto ne sapeva, il vicino villaggio degli umani aveva un'economia propria, ma nel suo caso, la questione non si basava certo sul denaro. Aveva con sè solo qualche moneta, ovvio, ma in compenso non aveva la minima idea di cosa acquistare per la madre. Il rustico negozietto che adorava visitare era sempre pieno di ninnoli di ogni genere, ma decisamente troppo confusa e senza idee, capì che era arrivato il momento di chiedere  aiuto. Serrando i pugni, sollevò lo sguardo, e pochi istanti più tardi, due visi amici la sorpresero. Christopher e Kaleia, che in quella giornata di sole, avevano deciso di uscire per una passeggiata nonostante il freddo. Ben coperta, Kaleia teneva caldo il collo con una sciarpa, e un giaccone pesante a coprirle le spalle. Innamorato, Christopher faceva lo stesso, e sorridendo, salutò l'amica con un gesto della mano. "Marisa! Anche tu qui?" chiese la fata, sorpresa quanto lei e immensamente felice di vederla. "Ragazzi!" rispose la giovane, fermandosi e allargando le braccia per stringerli a sè, dando vita a una delicata e breve unione di gruppo che li fece sorridere scaldando loro il cuore. "Sì, e in ritardo, direi. Non ci crederete, ma Natale è domani, e con tutto il mio da fare ho dimenticato il regalo per mia madre. Ormai non ho più tempo, e come se non bastasse, sono davvero senza idee." Si lamentò poi, abbassando lo sguardo e sbuffando in segno di frustrazione. Vedendola soffrire a quel modo, Kaleia non riuscì a restare impassibile, e sfiorandole la mano, gliela strinse con delicatezza. "Su, tranquilla. Abbiamo finito le spese, possiamo aiutarti, se vuoi." Propose poi, generosa come sempre. "Davvero?" azzardò l'altra, incredula. "Certo! In fondo a cosa servono gli amici?" replicò Christopher, accennando un sorriso nel farle notare quella verità. A quelle parole, Marisa sentì una speranza nascerle in petto, e pensando, parlò con sè, dicendosi che forse non tutto era perduto. Rinfrancata dalla presenza dei suoi amici al suo fianco, raggiunse assieme a loro quell'ormai famoso negozietto, e dopo un tempo a dir poco indefinibile trascorso a osservare oggetti e ninnoli di ogni sorta, il cerchio si strinse, lasciando loro tre possibilità. Un paio di guanti di lana di squisita fattura, un ornamento con le fattezze di una piccola renna, e ultimo, ma non meno importante, un portafoto in argento, percorso in ogni sua parte da eleganti disegni e motivi floreali. "Non riesco a decidere, voi che dite?" chiese agli amici con fare inquieto, facendo poi scivolare le dita sulla bella cornice. "Non lo so, forse... i guanti?" tentò Christopher, ritrovandosi bloccato nel suo stessso stato mentale di pura confusione. "Chris! Siamo in inverno, ne avrà a centinaia!" commentò Kaleia, lasciandosi sfuggire una piccola risata e prendendolo bonariamente in giro. "Forse non centinaia, ma sì, credo ne abbia a sufficienza." Rispose Marisa, scartando quell'idea e passando al prossimo oggetto della sua stavolta metaforica lista. "Hai ragione." Si limitò a dirle il ragazzo, per poi guardandosi ancora attorno e finire per prendere fra le mani il piccolo ornamento in ceramica. "Questo, invece? Sarebbe perfetto per il vostro albero, non credi?" azzardò, mettendosi in luce per una seconda e sperando ardentemente di non sbagliarsi ancora. Colpita, Marisa si fermò ad osservarlo, e per un attimo lo rigirò fra le dita, salvo poi rimetterlo a posto con aria poco convinta. "Mia madre è più un tipo da decorazioni tradizionali, e poi sembra pesante, i rami si piegherebbero." Commentò, sfiduciata. Alle sue parole, Kaleia soffrì in silenzio, e in quel preciso istante, la cornice in argento le tornò in mente. "Che dici della cornice? Sembra un ottimo posto per una foto importante, magari una vostra." Le disse soltanto, indirizzandola verso l'elegante portafoto già visto in precedenza. A quella vista, la giovane si fermò a pensare, e mettendo mano alla borsetta, si decise. "Sai una cosa, Kaleia? È vero. Non so dove la tenga ora, ma c'è una foto di me da piccola che... sì, la prendo." Rispose, pescando qualche momento dal proprio portafogli e posandole sul bancone in attesa del proprietario. Umano come Christopher, anche lui avvezzo alla magia, vecchio ma arzillo, tanto mite e cordiale da essere benvoluto da chiunque avesse intorno. Silenzioso, sorrise alla sua cliente, e dopo aver accettato il denaro, conservò quella cornice in una scatola, poi in una busta. Contenta del suo acquisto, Marisa salutò, e appena un attimo dopo, uscì dal negozio assieme agli amici. "Grazie, ragazzi. Non avrei mai deciso senza di voi." Disse, sinceramente grata. "È stato un piacere, Marisa. Ci vediamo, d'accordo?" le rispose Christopher, felice di averla aiutata nonostante i suoi grossolani e divertenti errori. A quanto sembrava, era stata Kaleia a fare tutto il lavoro, ma ragione o meno, la ragazza era sua amica, e come la cara fidanzata, anche lui le avrebbe sempre voluto bene. "Certo! Quando volete!" replicò la giovane, congedandosi da loro con un sorriso. Ricambiando quel saluto, i due innamorati si allontanarono, diretti verso il lago per una giornata tutta loro, all'insegna del romanticismo che caratterizzava la loro coppia. Una decina di minuti più tardi, Marisa si ritrovò sulla via di casa, e rientrando, salutò la madre già seduta in sala da pranzo, con le mani sulle ginocchia e il proprio pasto davanti agli occhi. "Ti aspettavo, dove sei stata?" le chiese, curiosa. "Ero fuori, a prenderti questo." Rispose subito lei, nascondendo la mano nella busta che portava con sè ed estraendone il regalo. Al Natale vero e proprio mancava ancora un giorno, quella che vivevano era la vigilia, ma se la madre era così curiosa, alla figlia non importava. Con quel pensiero in testa, le mostrò quella scatola, e in silenzio, la guardò aprirla. A lavoro finito, che peraltro non richiese alcuna fatica, sua madre Zaria non credette ai suoi occhi. Era soltanto un portafoto, certo, e anche se adesso era vuoto, la donna versò una singola lacrima nel vederlo già pieno. Pieno dell'amore di una figlia che in tutto quel tempo e in onore della festa più attesa dell'anno, si era destreggiata egregiamente fra preparativi, dubbi e doni.    
 
 
 
Sempre stasera, miei cari lettori, una piccola storia su alcuni dubbi della cara Marisa durante le sue ultime compere natalizie, fortunatamente dissipati uno per uno grazie agli amici. Cosa ne pensate? E voi? Fate mai compere in compagnia? O siete più propensi ad andare da soli in giro per negozi? Al prossimo scritto, e grazie a tutti voi,
 
Emmastory :)
   
 
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