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Autore: Mr Lavottino    16/04/2019    1 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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L'interno del supermarket era visibilmente trascurato e, senza ombra di dubbio, non vi entrava un cliente da anni. Scaffali ordinati a casaccio, casse ancora da sistemare ed un cassiere, dal volto poco socievole, che leggeva un giornale.
- Stai dietro di me e non fare casini.- le sussurrò Duncan per poi incamminarsi verso il reparto del cibo con passo svelto. Zoey si limitò a seguirlo con lo sguardo vuoto e il cuore in gola. La visione della pistola l'aveva destabilizzata al punto che sei il punk le avesse detto saltare giù da un palazzo lo avrebbe fatto senza alcuna obiezione.
Duncan si fermò davanti ad una fila di cibi preconfezionati, di dubbia marca, ed iniziò a controllarne uno per uno con una certa furia. Voltava la confezione e leggeva la data di scadenza con fare simile ad una donna che fa la spesa, abilità probabilmente ereditata da sua madre.
Prese tre confezioni di tonno e due di carne secca e la passò alla rossa intimandole di dirigersi verso la cassa mentre lui si dirigeva verso le bibite.
Zoey eseguì gli ordini senza pensarci ed uscì da quel labirinto di scaffali andando in direzione del cassiere, palesemente seccato dalla loro presenza. Venne improvvisamente distratta da un rumore proveniente dall'entrata.
La sua pelle diventò ancora più pallida di quello che già era: un poliziotto era appena entrato all'interno del supermarket.
Rimase per qualche istante imbambolata a guardarlo finché non venne risvegliata dal rumore causato da una lattina di tonno che aveva in mano che le era caduta. Il poliziotto le si avvicinò e la raccolse porgendogliela poi con un enorme sorriso in volto.
- Ecco a lei.- disse aspettando che la ragazza se la riprendesse. Dopo qualche attimo di esitazione si decise, finalmente, a prenderla per poi scappare verso la cassa senza nemmeno ringraziarlo.
L'agente la guardò male per un istante dopodiché le si avvicinò con fare sospetto.
- Signorina, posso sapere cosa sta facendo qui?- assottigliò gli occhi mettendole ancora più pressione addosso. Zoey posò gli oggetti sulla cassa e ricambiò il suo sguardo in maniera piuttosto agitata.  Tentò di dire qualcosa ma le parole le si fermavano in gola.
Una goccia di sudore stava iniziando a cadere dalla sua fronte ed il poliziotto divenne sempre più sospettoso nei suoi riguardi.
- Allora, tesoro, hai già pagato?- Duncan la raggiunse e con una certa disinvoltura si intromise nella conversazione. Gettò un'occhiata sorridente alla rossa che, nella maniera più legnosa possibile, ricambiò.
- N-No...- disse ridacchiando nervosamente. Il punk le fece cenno di spostarsi e, dopo aver posato i vari altri alimenti sulla cassa, passò un pezzo da cinquanta al cassiere con un'espressione quasi ebete stampata in faccia.
- Tenga pure il resto, buonuomo.- tentò di essere il più civile possibile, fallendo miseramente, dopodiché prese un sacchetto e vi infilò tutti gli acquisti per poi prendere Zoey per la mano e uscire dal negozio in tutta fretta.
Non appena furono fuori si mise a correre verso l'auto, seguito a ruota dalla rossa, e tentò di partire subito per potersi allontanare il prima possibile.
A peggiorare le cose ci si mise il poliziotto che, uscito anche lui dal supermarket, gli fece cenno di fermarsi. Il punk, consapevole della fine che avrebbe fatto se si fosse lasciato perquisire, premette ancora di più sull'acceleratore.
- Diamine, ma che cazzo ti salta in mente?- sgridò, con poco garbo, Zoey per via del suo atteggiamento sospetto mentre tra sé e sé boccheggiava diverse frasi nel tentativo di calmarsi. Quell'improvviso confronto con le forze dell'ordine lo aveva spaventato al punto di immaginarsi già con le manette ai polsi.
- S-Scusa io... non sono abituata a queste cose. - la rossa si limitò a scusarsi, inconsapevole di non essere minimamente calcolata dal punk, troppo occupato nel prendere strade secondarie per allontanarsi sempre di più.
Cercò di calmarsi ma, dopo aver dato un'occhiata allo specchietto, si rese conto che una vettura della polizia, guidata dallo stesso poliziotto del supermarket, era a qualche decina di metri da lui. Svoltò bruscamente nella prima stradina che riuscì a trovare, facendo sbattere la rossa contro lo sportello, ed accelerò ancora di più per cercare di seminarlo.
- Che diavolo sta succedendo?- domandò lei, del tutto inconsapevole di cosa stava accadendo.
- Guarda dietro.- si limitò a dire Duncan con un tono di voce piuttosto preoccupato. Zoey fece come ordinato e, col senno di poi, avrebbe preferito non farlo. L'ansia che stava provando fino a quel momento esplose in un urlo disperato. Sapeva che se li avessero presi avrebbe rischiato di andare in galera e se i suoi genitori ne fossero venuti a conoscenza, molto probabilmente, l'avrebbero uccisa.
- Seminali!- disse, toccandosi poi il petto per sentire il rumore del suo cuore, fin troppo rapido per i suoi gusti. Avere un attacco cardiaco in quel momento le sarebbe andato anche bene, almeno ne avrebbe evitati altri che, se avesse continuato per quella strada, si sarebbero sicuramente susseguiti.
- Ci sto provando! Cristo santo!- urlò il punk, continuando a premere l'acceleratore a tavoletta. Muoveva il volante con una leggerezza quasi sovraumana seppur fosse palesemente teso. Da ciò Zoey capì che quello non doveva essere il primo inseguimento della sua vita.
L'auto del poliziotto continuava a stare attaccata alla loro e non sembrava aver intenzione di perdere metri. Copiava ogni singolo movimento fatto dal punk e invece di restarne sorpreso sembrava invece esserne completamente al corrente.
- Il bastardo conosce le strade. Però non ha acceso la sirena quindi non penso abbia chiamato rinforzi. Possiamo farcela.- espirò tutta l'aria che aveva in corpo dopodiché tentò di schiacciare con ancora più forza l'acceleratore. Diede un'occhiata rapida alla sua destra e, in meno di dieci secondi, progettò un piano per seminarlo.
Si diresse verso un edificio abbandonato e gli puntò contro. Mantenne la velocità al massimo, facendo spaventare la rossa che, urlando, cercava di avvisarlo del pericolo. Il poliziotto lo seguì senza pensarci due volte senza rallentare e ciò lo fece cadere nella trappola preparata dal punk.
Qualche metro prima del muro sterzò rapidamente verso sinistra, riuscendo ad evitare di qualche centimetro il muro, dopodiché ripartì immediatamente tornando indietro. L'agente, colto di sorpresa, non riuscì a girare in tempo e finì contro l'edificio rimanendo bloccato con il cofano sotto un balcone. Tentò di liberarsi, ma nel tempo di riuscirci i fuggitivi erano andati ormai troppo lontani.
- È morto?!- urlò la rossa, voltandosi verso il veicolo incidentato.
- Ma ti pare? Ha solo dato un colpetto.- rispose Duncan, continuando a guidare verso un punto non definito.
- Mi è quasi preso un infarto.- la rossa si poggiò una mano sul seno e si lasciò andare ad un sospiro liberativo. Sentiva ancora il cuore batterle forte, ma era cosciente che, perlomeno, il peggio era passato.
- Dobbiamo arrivare a casa di Geoff e liberarci di quest'auto. - prese il cellulare e compose un numero nella griglia attendendo una risposta. Il telefono fece sei squilli e, al settimo, partì la segreteria - Perché diamine non risponde?- passò il cellulare alla rossa, che per poco non lo fece cadere, continuando a sbuffare.
- Mi spieghi che diamine sta succedendo?- dopo essersi calmata Zoey riacquistò finalmente lucidità, tanto da ricominciare a chiedere al ragazzo il perché di quella situazione. Dopo la minaccia subita e l'inseguimento con la polizia desiderava soltanto un po' di pace ma, dalle poche parole dette dall'altro, capì che questo non era possibile.
- Probabilmente il poliziotto ha preso la targa. Dobbiamo liberarci di quest'auto al più presto, altrimenti rischiamo di essere tracciabili.- spiegò il punk, inconsapevole di non star rispondendo alla domanda della ragazza.
- Sì, questo l'ho capito. Ma perché dobbiamo andare da Geoff e quei soldi come li hai presi?- indicò la valigetta sui sedili posteriori con il pollice mentre teneva lo sguardo fisso su di lui.
- Ho fatto una rapina. Alla filiale della banca di Toronto.- spiegò schematicamente, senza nemmeno rivorgerle lo sguardo. Si limitò ad osservare i cartelli stradali per capire dove andare.
- Ma sei matto? È una delle banche più importanti della città!- esclamò sgranando gli occhi per lo stupore.
- Lo so. È proprio per questo che sono andato lì. - mantenne lo sguardo fisso sulla strada, quasi come se si sentisse a disagio nell'intrecciare il suo con quello della rossa.
- E cosa ci devi fare con quei soldi?- domandò, notando una smorfia sul suo volto nel sentire quelle parole.
- Non sono cose che ti riguardano. Piuttosto, prendi un pacchetto di patatine che ho fame. - rispose in maniera schietta, con una punta di acidità nella voce.  Zoey abbassò lo sguardo e fece come richiesto senza obiettare ulteriormente.
Il viaggio era ancora lungo, avrebbe avuto tutto il tempo per estorcergli qualche informazione in più, doveva solo aspettare ed approfittare del momento giusto.
 
- Pronto, Brick, tutto a posto?- una voce interruppe il lungo silenzio presente nella stanza da più di dieci minuti.
- Non proprio, Noah. Ho visto il bersaglio, ma non sono riuscito a catturarlo.- una seconda voce, più roca e dura, fece eco per la stanza.
- Ci sono delle novità?- domandò Noah, attendendo con ansia una risposta.
- Sì, è assieme ad una ragazza. Ho anche preso la targa.- rispose Brick, cercando di sforzarsi di rivelare quanti più dettagli utili possibili.
- Ottimo, grazie di tutto.- riattaccò la chiamata, dopodiché si voltò verso l'altra persona presente dentro la stanza - Ci è sfuggito, ma abbiamo nuove informazioni.- le sue parole vennero seguite da un rumore sordo, provocato da un pugno su di un tavolo.
- Cavoli! Non sapete proprio fare nulla! E voi sareste i migliori agenti di Toronto?- questa volta la voce era femminile, nonché piuttosto acida e snervante.
- Calmati Courtney, abbiamo ancora molto tempo.- Noah tentò di calmarla, mettendosi seduto più comodamente sulla sua poltrona.
- No, non ne abbiamo! Bisogna prenderlo il prima possibile! Che diavolo di detective sei?- ormai l'indiano si era abituato alle continue mattate della sua superiore, pertanto si limitava a divertirsi nel vederla così in crisi.
- Ispettrice capo Courtney per caso ha dei motivi personali per cui vuole che il fuggitivo venga preso?- domandò, mantenendo un lieve sorrisetto sul volto. In realtà era più che consapevole di questo, eppure faceva finta di niente per godersi i goffi tentativi della collega di mascherare l'evidenza.
- N-No! Ovviamente no. So perfettamente che è contro le regole. Voglio solo il meglio per il mio paese e questo mio ideale non può andare di pari passo con la fuga di un criminale!- ogni volta ripeteva la stessa frase, cercando di farsi passare come una paladina della giustizia che agiva nel nome della legge senza accorgersi di sembrare ancora più ridicola.
- Certo, certo. Ma ciò non toglie che non possiamo catturare un criminale in meno di ventiquattro ore, soprattutto se la banca non vuole rendere pubblica la notizia della rapina.- Noah alzò le spalle, portando la bruna ad arrabbiarsi ancora di più.
- Quei maledetti banchieri! Basterebbe solo il loro consenso per poter mobilitare un'intera squadra!- si batté un pugno sulla mano, facendo divertire ancora di più il suo collega.
- Una squadra mi sembra esagerata. Basterebbero una decina di agenti specializzati.- disse l'indiano, alzandosi poi dalla poltrona. Estrasse una sigaretta e si diresse verso l'uscita con fare disinvolto - Vado a fumare. Tu cerca di non fare pazzie.- detto ciò uscì dalla stanza, continuando a ridere.
- Bastardo!- sussurrò lei, tentando di reprimere la rabbia - Ma adesso la mia maggior preoccupazione è quel punk da strapazzo!- si sedette al computer ed iniziò a scrivere una lettera formale al capo del dipartimento per ricevere più uomini da destinare all'arresto dei fuggitivi seppur fosse consapevole di ricevere una risposta negativa.
 
ANGOLO AUTORE:
Ed ecco a voi il secondo capitolo, il cui titolo è il nome di una canzone dei Linkin Park chiamata "Runaway". Non ho molto da dirvi, se non che finalmente vengono introdotti i primi "antagonisti" della storia, ovvero Noah e Courtney.
Spero vivamente che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Ci vediamo martedì prossimo ;-)
   
 
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