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Autore: The_Storyteller    16/04/2019    0 recensioni
Il momento clou della storia fra Taliesin e Cassandra, tra atmosfere romantiche e poesie proibite. Usando i testi presenti nel gioco, ho immaginato un approfondimento delle scene e cosa potevano pensare l'Inquisitore e la Cercatrice in un momento così importante per loro.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cassandra Pentaghast, Inquisitore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Taliesin prese un respiro profondo. Guardò davanti a sé, verso la piazzola dove si stava allenando Cassandra. Sorrise lievemente, mentre il suo cuore accelerava il battito. L’elfo non avrebbe mai immaginato di innamorarsi di qualcuno di così diverso da lui: la Mano destra di Justinia V, Cercatrice della Verità, nobildonna della famiglia Pentaghast di Nevarra, e un semplice cacciatore dalish che si divertiva a fare battute.
Sin dal primo momento in cui l’aveva vista, aveva sentito un’attrazione particolare per l’umana. Piano piano, giorno dopo giorno, i rapporti fra loro erano migliorati e, anche se la donna non aveva condiviso l’alleanza coi maghi, si era instaurato un clima di fiducia e amicizia.

Ma Taliesin sentiva che quell’amicizia non bastava a placare i battiti del suo cuore, ogni volta che la vedeva. Dopo la verità sul Primo Cercatore Lucius e sull’origine del Rito della Calma, l’elfo aveva consolato Cassandra, spronandola a rifondare l’ordine in cui ancora credeva.
Ripensò alle loro conversazioni, a quando Cassandra gli aveva raccontato di suo fratello Anthony, e a quando lei aveva dubitato del suo corteggiamento.
- Voglio un uomo... che mi faccia girare la testa, che mi regali fiori e che mi legga poesie al lume di candela. Voglio l’uomo ideale. Tu sei l’Inquisitore e l’Araldo di Andraste. Non puoi essere quell’uomo.-
Quelle parole lo avevano ferito e spronato allo stesso tempo, dandogli una scarica di determinazione. I suoi sentimenti verso di lei erano sinceri, e glielo avrebbe dimostrato.
- Non mi lascerai nemmeno provare?- le aveva domandato.
- Il mondo dipende dalle nostre azioni. Ogni giorno rischiamo di morire, Inquisitore.-
- Non cambia ciò che provo.-
- Cambia tutto.- aveva concluso lei, con un’aria quasi rassegnata.

L’elfo scrollò la testa, distogliendo la mente dal passato e concentrandosi sul presente. Ripassò mentalmente il suo “piano di conquista”, come lo aveva soprannominato Varric: il boschetto era perfetto, piuttosto vicino a Skyhold ma abbastanza lontano per un minimo di privacy; i fiori e le candele erano sistemate; la poesia l’aveva imparata a memoria, anche se secondo lui era un po’ troppo... non sapeva bene cosa, ma quando Varric gliela aveva consigliata era rimasto un po’ perplesso.
Fece un altro respiro profondo e si incamminò verso Cassandra, che appena lo vide posò la spada con cui si stava allenando.
- Io... Continuo a pensare alla nostra conversazione. Tu... Non intendi proseguire con la storia del corteggiamento, vero?- chiese lei, quasi timorosa.
- Ho detto che l’avrei fatto e lo farò.- rispose Taliesin deciso.
- Ti credo, ma...-
- A me non pare proprio che tu mi stia prendendo sul serio.- replicò l’elfo con una punta di amarezza.
- Non ti stavo sfidando, mio signore. Non devi farlo solo perché ho lasciato intendere che non ci riuscirai.- disse Cassandra.
Taliesin la guardò negli occhi: c’era come una specie di paura in quelle iridi castane, come se la Cercatrice si fosse arresa a una vita da trascorrere in solitudine, senza qualcuno da amare.
- La questione è semplice. Io tengo a te.- replicò determinato.
Cassandra accennò a un lieve sorriso e contemporaneamente tirò un sospiro: - Sbaglio o ti diverti a complicare le cose?-
L’elfo decise che era arrivato il momento di mettere in atto il “piano”: - Desidero parlarti. In privato.-
- Oh? Quanto in privato?- chiese sorpresa Cassandra.
- C’è un boschetto appena fuori Skyhold. Vediamoci là.- rispose il dalish, senza aggiungere altro.
- Se proprio vuoi...- commentò perplessa la donna.
- Sì. Fidati.- concluse Taliesin, dirigendosi verso l’uscita del castello.

Verso sera inoltrata, Cassandra raggiunse il bosco di cui le aveva parlato Taliesin. Quando vide i fiori e le candele rimase piuttosto perplessa, ma una voce la distolse dai suoi pensieri.
- Germogli adornano rami dolenti, tra i silenti sospiri del vento.- Taliesin uscì da dietro un cespuglio, tenendo in mano un libro e declamando alcuni versi. A Cassandra sembrò fermarsi il cuore, mentre le sue guance arrossivano di emozione.
- Nell’aria pregna di aromi floreali, dolci come i baci degli amanti.- l’elfo si avvicinò a lei con un sorriso furbetto, e la Cercatrice lo spinse via imbarazzata.
- Soffia la promessa di nuovi domani, di gemiti e gioie segrete.- terminato il verso, Taliesin si inginocchiò davanti a lei con fare solenne, tenendo il libro davanti a sé.
- Scherzi, vero?- chiese Cassandra divertita.
- Mai stato più serio in vita mia.- rispose Taliesin con il tono più serio che avesse mai avuto.
- Dovevi scegliere proprio quella poesia?- chiese ancora la donna, scrollando la testa.
- Cos’ha che non va?- replicò l’elfo. Sapeva che avrebbe dovuto insistere di più con Varric...
Taliesin si alzò e tese il libro a Cassandra, che lo afferrò sempre con aria divertita.
- “Carmenum di Amatus”. Pensavo fosse stato proibito.- commentò sfogliando le pagine, poi si appoggiò a un albero e proseguì la poesia.
- Le sue labbra sulle mie pronunciano mute parole, una preghiera.
Mi percorrono la schiena come fiamme che accendono la notte.
I suoi occhi rispecchiano il firmamento, la luce del Creatore.
Il mio corpo si apre, appassionato emerge lo spirito.-
- Non più solo avvolto dalla carne, finalmente vivo.- concluse Taliesin, dietro di lei.
- Ne leggiamo un’altra?- sussurrò l’elfo.
Cassandra si girò verso di lui e lo baciò appassionatamente, accompagnandolo sul prato in un abbraccio romantico.

La luna splendeva luminosa nel cielo, sfiorando coi suoi pallidi raggi i due amanti sdraiati sull’erba. Ma Taliesin non aveva occhi che per Cassandra, la sua Cassandra, bella e coraggiosa, vestita solo della nuda bellezza del suo corpo.
- Potranno dire due cose su di me. O una o l’altra.- disse la Cercatrice.
- Che restai al fianco dell’Inquisitore, come sua guardiana e amante. Com’era naturale che fosse. Oppure che fui traviata dalle lusinghe di un elfo stralunato.- concluse guardando il dalish.
- Non bado al giudizio altrui. Tu cosa pensi?- replicò Taliesin.
- Penso che tu sia l’Araldo di Andraste, anche se tu non lo credi. Oltre a questo, penso che tu sia capace di tutto e ciò mi spaventa. Non ho mai provato nulla di simile.- confessò la donna, poi si alzò lievemente dal giaciglio improvvisato e guardò dritto negli occhi l’elfo.
- In vita mia ero stata soltanto con un altro uomo. Un mago che seguivo quando ero ancora molto giovane. È morto al Conclave.- mormorò con una punta di malinconia, poi il suo tono si fece più deciso: - Devo sconfiggere Corypheus. Impedirgli di portarti via da me.-
Taliesin non poteva essere più felice, avrebbe voluto dirle quanto l’amava, quanto amava i suoi occhi e la sua determinazione. Giurò a sé stesso che avrebbe sconfitto Corypheus anche per lei, per averla sempre al suo fianco per il resto della sua vita.
- Ti amo.- le sussurrò dolcemente. Spesso poche parole possono significare un modo intero, pensò nella sua mente.
- Qui, stanotte... Ho fiducia in te.- gli rispose Cassandra con una nuova luce negli occhi, prima di baciarlo di nuovo, suggellando la loro promessa d’amore.

   
 
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