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Autore: Iaiasdream    16/04/2019    0 recensioni
Nel mistico Regno del Nord, la magia viene bandita così come chi la pratica.
I maghi, stremati dalla lotta per sopravvivere alle persecuzioni, si rifugiano nella Radura promettendosi di usare la loro abilità solo per il bene.
Col passare degli anni, i maghi cancellano l'arte oscura, correggendo la parola magia con Alchimia, continuano la loro vita nella tranquillità.
Una notte, però, il fantasma del passato ritorna per ottenere ciò che brama più al mondo.
Cinque guerriere, marchiate dal potere degli elementi primordiali, si ritroveranno a lottare per la libertà e per un mondo nuovo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.
 
Il Cardinale del Regno del Nord, sua eminenza Balthazar, osservava quelle beute come se davanti avesse qualcosa che non appartiene a questo mondo, storcendo il labbro superiore di tanto in tanto.
«E questo sarebbe ciò che voi… maghi chiamate alchimia?» chiese a un tratto rivolgendosi all’uomo barbuto, alto e tarchiato che gli stava alle spalle ad osservare con attenzione ogni sua mossa.
«Sì.» rispose cercando di reggere calma.
La visita dell’uomo era alquanto sospetta e inaspettata. Si era presentato al levar del sole portandosi dietro una schiera di soldati. I guardiani della radura erano stati costretti a farli passare, poiché un servitore del Cielo era neutrale alle due schiere che si erano formate in tutto il Regno. Suddivise tra Alchimisti e Umani. Era entrato nella sua casa con la scusa di investigare sulla morte del Barone Vlad, il cacciatore di streghe più temuto del regno.
Accadde qualche anno addietro: il re aveva scacciato tutti i praticanti della magia, ritenendoli una minaccia. Il capo di questi ultimi, chiamati Sid, aveva chiesto di non provocare uno scontro sanguinoso e promettendo di abbandonare il Regno del Nord per non farvi più ritorno, il sovrano aveva accettato, ma qualche notte dopo, l’accampamento dei maghi venne saccheggiato dagli scagnozzi del Barone. Ci fu una rivolta che durò mesi e per mettere la parola fine a quella guerra sanguinaria, il capo dei Sid sacrificò la sua vita, in cambio della pace, ma non era servito a molto, giacché il Barone continuava la sua lotta per il potere.
La Nuova Religione tentava di unificare i due schieramenti nemici, con l’intenzione di abolire definitivamente la magia, fin quando una notte, uno degli scagnozzi del cacciatore di streghe si presentò al cospetto del re, annunciando che il suo signore era stato assassinato nel suo palazzo e che nessuno aveva visto nulla.
Subito furono incolpati i Sid. La guerra sembrava essersi placata e col passare del tempo, anche il pensiero che fossero stati i maghi a versare il sangue di quel vile venne dissipato.
«Alchimia…» sogghignò il porporato facendo una smorfia disgustata, «Arte del Demonio, vorrete dire!»
L’alchimista si spazientì e, incrociando le braccia al petto, gli chiese con poca educazione che cosa volesse veramente da lui e del perché si fosse presentato lì.
«Non sono venuto per mio volere.» rispose il religioso passando un dito sul mobile dov’erano le beute, per poi ripulirsi il polpastrello dalla polvere. «Sono qui per espresso ordine del Re.»
«Che cosa vuole?»
«Vuole una prova, oltre alla vostra innocenza sull’assassino del suo suddito, che il vostro popolo continui a starsene buono in questo… posto.»
«Sono ormai due anni che il Regno del Nord non ha più nostre notizie. E per quanto io ne abbia ricordo, non siamo mai stati una minaccia per tutti voi.»
«Ma voi» lo rimbeccò Balthazar, «Usate l’arte del Demonio, per scopi che a noi appaiono arcani.»
«Eccellenza!» lo interruppe lo studioso, innervosito «Mi dispiace contraddirvi, ma qui non c’è nessuna traccia del Demonio. Sono solo superstizioni per discriminarci. Non siamo altro che semplici studiosi. Quella che voi chiamate magia, noi la definiamo Alchimia!»
«Per l’appunto, l’alchimia è il Demonio. Vedete Lord Alexiel, quella che voi vi ostinate a chiamare Alchimia, non è altro che un veleno di uomini di poca fede.»
«Cardinale Balthazar, rimembrate quel giorno in cui la peste colpì il Regno del Nord e la vostra casa?»
Il cardinale trattenne il fiato e si morse le labbra.
Non ricevendo alcuna risposta da parte sua, l’alchimista continuò: «Se non erro, fu la mia gente a trovare rimedio a quel male. Ricordo perfettamente le vostre parole e quelle del vostro Re, quando ci imploraste di guarirvi. Non fu il Demonio, o il veleno ad allontanarvi dalla morte! Furono i nostri studi, furono guaritori, quelli che voi vi ostinate a chiamare stregoni. E mi rincresce che questo scorcio di verità sia stato cancellato dai vostri ricordi. Nessuno che appartenga a questa radura ha a che vedere con la morte del Barone Vlad; non avete nessuna prova per incolparci. Portate queste parole al Re, se vuole ancora qualche prova della nostra innocenza.»
«Ma Sua Maestà non si accontenterà di una semplice parola a migliaia di leghe di distanza.»
I due uomini si guardarono a lungo come a volersi sfidare, poi Alexiel sciolse la sua posizione, si avvicinò all’ecclesiastico e disse convinto: «Allora, andate a dire al vostro Re, che una prova schiacciante l’ha già avuta nel momento in cui io, Alexiel, signore della Radura, convolai a nozze con la sorella del Barone Vlad, il nostro aguzzino.»
A quelle parole il vescovo sorrise soddisfatto, «Giusta scelta. E con questo posso togliere il disturbo.» il Cardinale si preparò a uscire, ma qualcuno irruppe nella stanza senza curarsi di bussare.
Si trattava di una ragazza, non troppo alta, con un viso fanciullesco, occhi neri profondi, labbra sottili. Vestiva con abiti da battaglia: una calzamaglia nera, un corpetto di cuoio e stivali a mezza gamba, mentre i capelli ricci castani si appoggiavano sulle spalle strette raccolti da una coda alta.
Prese aria, prima di proferir parola e solo quando vide il Cardinale, aspettò il permesso per continuare.
«Sirya, che cosa succede?» chiese Alexiel ignorando l’altro visitatore.
«Non sapevo foste occupato, dottore. Ripasserò.» ma non fece in tempo a uscire, che un soldato del Cardinale entrò a sua volta, avvisando l’ecclesiastico che Kemar, il cacciatore di streghe, era stato ucciso e che il quartier generale era stato dato alle fiamme, aggiungendo che nel luogo del delitto, secondo alcune testimonianze, era stato trovato un cerchio sospetto fatto di simboli diabolici.
Gli occhi di Balthazar si iniettarono di sangue, volse lo sguardo verso Alexiel e, a denti stretti, disse: «Non credo, Lord Alexiel, che la vostra innocenza abbia ancora valore. La vostra gente ha appena dichiarato guerra agli Umani. Preparatevi al peggio.» e con quell’ultimo avvertimento, fece roteare il lungo mantello purpureo e uscì da lì.
Rimasti soli, l’alchimista si avvicinò alla fanciulla che era entrata come una furia e le chiese che cos’era accaduto, la minaccia dell’ecclesiastico gli sembrava qualcosa di subdolo, ma quando Sirya confermò le parole del soldato, aggiungendo che i simboli che per gli altri sembravano demoniaci appartenevano all’elemento naturale del fuoco, Alexiel iniziò a tremare e portandosi una mano sulla fronte sibilò: «Ardinne!»

 
   
 
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