E così
scappò, voleva allontanarsi
più che poteva… che stupida che era stata:
credere che quel monaco fosse
interessato a lei, credere che lui la considerasse speciale, un tesoro
da proteggere...
era tutto finito, ora voleva solo allontanarsi, non rivederlo mai
più.
Quando
spuntò l'alba era ancora in volo, ancora attaccata a Kirara,
ancora con le
lacrime agli occhi... dannazione non riusciva a smettere...
Intanto al villaggio...
-Monaco, coraggio che ci siamo addormentati per il troppo
sakè... coraggio, in
piedi, che se no Sango si arrabbia… ih, ih, ih.
-Dolce Yuki, ora mi sveglio ma... dov'è Sango?-
La ragazza guardandolo perplessa disse:- Mmhh in effetti non
è in casa, ma ho
trovato il foulard di Kirara qua fuori... forse è andata a
fare un giro qui
intorno...
Un pensiero iniziò a prendere forma nella mente di Miroku;
Sango che non
tornava la sera, Sango che non dormiva lì, il foulard di
Kirara davanti alla
porta, Sango che non si vede la mattina, Sango in peric...
No!!! Quello non
doveva succedere! Ma perchè non lo aveva avvisato?!
La voce di Yuki lo distrasse.
-Miroku, dai non pensarci a Sango cosa te ne importa? Ora hai me,
no???- e così
dicendo si avvicinò al monaco.
-Yuki, ma Sango è una mia amica, io sono preoccupato per lei.
-Basta!!!!! Non ti deve più importare di Sango... ti ho
detto che ci sono IO e
quindi smettila di pensarci!!!!!-
No, un momento cosa stava accadendo... perchè si stava
comportando così... o
forse... ma certo, ora capiva, lei era gelosa, gelosa di Sango.
-Yuki dove hai nascosto Sango?
-Pasticcino, ma cosa stai dicendo? Sango è una mia amica io
non le farei mai
niente di tutto questo...
-Yuki la commedia è finita, DIMMI DOV'E' SANGO!!!!!
-Oh ma allora ci tieni così tanto a quella ragazza??? Mi
spiace, però a
quest'ora sarà ormai troppo tardi... i briganti l'avranno
già presa.
-Stupida, Sango è in grado di difendersi perfettamente anche
da sola...
-Ah ah ah! anche senza il suo Hiraikotsu e con vestiti da donna
comune???
No! Non ci voleva credere... quella era una pazza... no, no...
Doveva raggiungere Sango
al più presto.
Così senza dire più niente corse fuori e si
inoltrò nel bosco.
Era
da mezz'ora che vagava per questo intrico di alberi, ma ancora non
aveva trovato
nessuna traccia di Sango...
Mentre stava camminando inciampò su qualcosa di
morbido.
Guardò a terra. Kirara lo guardava con espressione
sofferente ed
aveva uno strano simbolo sulla fronte... e poi cos'era quella grossa
macchia sulla
panca…
Sangue, era sangue...
-Kirara
dov'è Sango?!?
La gatta per
tutta risposta gli miagolò e girò la sua piccola
testa verso un
punto non distante da lei.
Miroku seguì lo sguardo e la vide. Sango era lì,
accasciata a terra, con escoriazioni sul volto e con una ferita
profonda sul
fianco. Era pallida e il suo sguardo sembrava perso nel vuoto: le sue
iridi
erano come appannate e sembrava che fissasse il vuoto davanti a
sè senza
neanche rendersi conto di ciò che stava guardando.
Il monaco si
avvicinò alla ragazza, e la prese tra le braccia, Sango
sussultò e
poi aprì la bocca:
-Miroku...
La sua testa
ricadde all'indietro, e dalla bocca uscì un rivolo di sangue.
Il monaco la
strinse forte a se:- No, non morire Sango, no ti prego... tu non puoi
lasciarmi, io non ti ho ancora detto di amarti, noi non ci siamo
neanche mai
baciati Sango... Sango ti prego resta al mio fianco, tu per me sei
tutto, sei la
luna e il sole, sei l'acqua che mi tiene vivo, sei la mia stella
più bella,
Sango io ti amo.... Ti prego, ti prego...
No... nessun
incantesimo avrebbe riportato in vita la sua donna e lui lo sapeva
bene, ma non poteva fare altro che pregare che succedesse un
miracolo... gli
bastava solo un attimo, solo per dire alla donna che aveva
davanti ai suoi occhi
quanto la amava e cosa avrebbe fatto per lei, ma i miracoli non
esistono...
La ragazza
iniziò a diventare fredda, la sua pelle non era
più come il colore dei fiori di
pesco, ora assomigliava alla candida neve e il suo sorriso si
trasformò ben
presto in una maschera inespressiva.
Lei era morta e niente l'avrebbe mai più
portata dal ragazzo che ora la teneva tra le braccia.
E passarono ore e
arrivò la notte, ma Miroku non la lasciava, la teneva ancora
tra le sue braccia quasi a volerle infondere il suo calore vitale, ma
la
ragazza rimase ferma e immobile, gli arti rigidi, il cuore fermo, il
cuore che non
poteva più amare, che non poteva più soffrire.
Dopo due giorni
trascorsi in questo stato, Miroku decise che sarebbe stato per
lei che avrebbe sconfitto Naraku, e così, dopo averla
sepolta, prese con se il
laccio che fino a poco tempo fa Sango usava per tenere i suoi capelli,
salì in
groppa a Kirara e partì.
Da quel giorno
nessuna ha più visto il monaco Miroku e la gatta Kirara ma
ancora si narra delle nobili gesta del monaco e della sterminatrice di
demoni
che riposa ancora in quel bosco, dove ora crescono solo alberi di pesco
che
depositano i loro petali su una lapide, quasi a formare il volto di una
ragazza
dai lunghi capelli castani.