CAPITOLO 2
Il giovane Vegeta stava sorvolando la Terra ed era
rimasto piacevolmente sorpreso nel notare quanti mari, laghi e boschi erano
presenti su quel pianeta, se fosse riuscito a conquistarlo ne avrebbe ricavato
moltissimi soldi. Certo che forse compiere quell’impresa da solo sarebbe potuto
essere un po’ complicato, anche perché il se stesso di quell’epoca e quel Karoth sicuramente avrebbero cercato di mettergli i bastoni
tra le ruote. Avrebbe avuto bisogno di rinforzi, ma lui detestava chiedere
aiuto, e se poi fosse riuscito a compiere quella missione da solo si sarebbe
coperto di maggiore gloria. Non voleva ammettere a se stesso che in realtà
aveva provato a mettersi in contatto con la base tramite il suo orologio, ma
pareva non funzionare, forse si era rotto durante il viaggio nel tempo.
Decise quindi di iniziare a sgranchirsi i muscoli
dopo essere stato incatenato ad un letto, distruggendo un villaggio di piccole
dimensioni, non voleva trovare un’altra strega pronta a maledirlo.
Iniziò quindi a distruggere con delle sfere di
energia il bosco circostante al villaggio e le capanne, sapeva che presto o
tardi il suo doppio l’avrebbe trovato, ma non veda l’ora di misurarsi pure con
lui; ormai era vecchio e sembrava anche essersi rammollito, quindi pensava di
non avere alcuna difficoltà a sconfiggerlo.
Vegeta e Karoth ci misero
poco a rintracciare il giovane principe, si trovava nei pressi di un villaggio
non molto distante dalla città dell’Ovest, e sicuramente desiderava essere
trovato, ma avrebbe avuto presto quello che si meritava pensò Vegeta.
“Ehm Vegeta e quando lo troveremo cosa hai
esattamente intenzione di fare?” chiese Goku preoccupato dall’espressione di
rabbia negli occhi dell’amico.
“Gli darò una bella lezione, con lui con le buone
non si otterrà mai nulla. Poi lo riporterò a casa e mi assicurerò che le catene
siano così strette da non permettergli di muovere un solo muscolo” spiegò
Vegeta.
“Ma così come farà a diventare buono?” chiese Goku.
“Non deve diventare buono, razza di cretino, deve
semplicemente redimere la sua anima e poi forse Dende
e re Kaio troveranno un modo per mandarlo a casa
prima. Quel ragazzo sono io e so perfettamente cosa ero in grado di fare alla
sua età” rispose Vegeta.
“Ma scusa amico, se quello sei tu, significa che
anche tu hai vissuto la stessa esperienza del ragazzo, ma non ricordi nulla!”
constatò Goku.
“Ma certo, mi pare ovvia la cosa, senza bisogno di
spiegarla..., e il fatto che io ora sia qui dimostra che in qualche modo siamo
riusciti a rispedire il giovane me stesso da dove è venuto senza grandi
mutamenti per il futuro”, rispose Vegeta piuttosto scocciato da quella
conversazione.
Finalmente erano giunti al villaggio e notarono
subito l’incendio che attanagliava il bosco e scorsero il giovane principe
intento ad incendiare alcune capanne.
Il principe dei sayan
gridò verso la sua versione più giovane e più crudele di fermarsi
immediatamente e il ragazzo quando li vide li salutò con un inchino piuttosto
beffardo e disse che si aspettava il loro arrivo molto prima e che ormai quel
gioco lo stava annoiando…il villaggio era disabitato e quindi non c’era affatto
gusto.
Sia Goku che Vegeta tirarono un respiro di sollievo
nel sentire che il villaggio era vuoto, poi fu Vegeta a prendere la parola:”
Coraggio ragazzino ti sei già divertito abbastanza, ora se tornerai indietro
con noi senza fare storie per te le cose potrebbero andare meglio, altrimenti
saremo costretti a darti una bella lezione e a riportarti indietro svenuto.”
Il giovane principe scoppiò a ridere e chiese al suo
doppio se avesse paura a battersi da solo con lui, che se con l’età era
diventato un pivello.
Goku nel sentire quelle parole sbiancò e cercò di
ricordare a Vegeta che quello era lui e che non poteva ucciderlo, ma il
principe dei sayan rispose alle provocazioni del giovane
con una risata e gli disse che sperava di combattere con lui e che meritava
proprio una bella lezione.
Il giovane principe quindi si scagliò sulla sua
versione più anziana, mettendo a segno un paio di colpi, notò subito quanto
fosse lento quel vecchio e decise di approfittarne aumentando la sua velocità.
Vegeta dopo aver gridato a Karoth
di non interferire in alcun modo si lasciò colpire dal ragazzo, voleva valutare
la sua forza e dargli l’illusione di poterlo sconfiggere. E puntualmente il
giovane si mostrò piuttosto arrogante, l’aveva completamente sottovalutato,
aveva deciso di non trasformarsi in super sayan per
sconfiggerlo perché non sarebbe stato un combattimento ad armi pari.
Ormai il ragazzo aveva messo a segno un paio di
colpi e quindi era ora di finire con quella pagliacciata e quindi mentre il suo
giovane doppio gli stava venendo incontro a tutta velocità si scansò e gli
diede un terribile pugno al viso che lo spinse piuttosto lontano.
Il giovane principe rimase un attimo immobile, poi
sorrise maleficamente e disse che allora dopotutto anche da vecchio non era poi
così smidollato e che ciò avrebbe reso ancora più dolce la sua vittoria, non
gli sarebbe piaciuto sconfiggere un avversario completamente inerme.
Vegeta aveva appena colpito il suo doppio e dar un
pugno al giovane se stesso gli aveva fatto provare una sensazione stranissima,
per un breve istante anche lui aveva sentito il dolore di quel colpo. Ma senza
cogliere le continue provocazioni del ragazzo tornò alla carica, del tutto intenzionato
a ferirlo.
Il giovane principe vide la sua versione più anziana
dirigersi verso di lui a tutta velocità, provò a scansarlo, ma non fu
abbastanza rapido e quindi ricevette alcuni colpi piuttosto violenti.
“Ehi Vegeta direi che è abbastanza, dai metti fine a
questo combattimento!” incitò Goku, a cui quella dimostrazione di forza tra i
due Vegeta non piaceva per nulla. Erano entrambi molto cocciuti e smaniosi di
dimostrare quanto fossero forti.
Vegeta prima che il ragazzo potesse rispondere, con
una mossa velocissima gli diede un potentissimo colpo alla nuca che lo fece
precipitare al suolo il giovane.
Il giovane principe stava cadendo e non capiva come
avesse fatto la versione più anziana a colpirlo così violentemente, da dove
veniva tutta quella forza? Era stato tutto così rapido che lui non si era
accorto di nulla, era come se avesse azzerato l’aura.
Vegeta il giovane era caduto al suolo, stava per
perdere conoscenza, ma sentì perfettamente prima di svenire quello che gli
disse la sua versione più anziana:” Sarebbe stato meglio che non opponessi
resistenza alla fine. Sei stato un vero sciocco a pensare di potere avere la
meglio, io ho alle spalle più di vent’anni di allenamenti più di te, moccioso
arrogante.”
Il giovane principe fece per rispondere, ma divenne
tutto nero, era svenuto di nuovo.
“Ehm Vegeta, forse avresti dovuto andarci un po’ più
piano con lui, non era necessario tramortirlo” disse Goku sinceramente
preoccupato osservando da vicino i lividi del ragazzo.
“Con lui ci vogliono le maniere forti. Ora spero che
dopo questa lezione non tenti più la fuga. Ha visto che sono molto più forte di
lui e quindi ora penso di dovrei riuscire a farmi obbedire, almeno dovrebbe
avere un minimo timore nei miei confronti” rispose Vegeta mentre si caricava in
spalla il ragazzo.
Una volta rientrati alla Capsule Corporation la
finestra della stanza del giovane principe era riparata e Bulma
li stava aspettando con un curioso oggetto tra le mani, un bracciale di colore
nero.
Vegeta con poca grazia lasciò cadere il ragazzo sul
letto e chiese alla moglie di passargli le catene, che questa volta avrebbe
stretto ancora di più.
Bulma
rispose che forse le catene non erano più necessarie, aveva appena costruito un
bracciale che bloccava completamente tutta la forza e quindi mettendolo al
giovane lui si sarebbe trasformato in un innocuo ragazzino terrestre più o meno
del tutto gestibile.
Vegeta chiese se il bracciale era davvero sicuro e
la moglie gli assicurò che l’aveva provato poco prima su Trunks
e che era sicuro al 100% e che tra l’altro all’interno aveva inserito un
piccolo localizzatore per trovare il ragazzo in qualunque momento, anche se
avesse azzerato l’aura e un dispositivo per dargli delle scariche elettriche se
fosse diventato pericoloso.
Il bracciale fu quindi assicurato al polso del
ragazzo, che fu comunque incatenato al letto ad una caviglia, ma la catena era
abbastanza lunga da permettergli di girare per la stanza e andare nel bagno
della camera.
A quel punto Goku venne rimandato a casa e Bulma e Vegeta chiudendo a chiave la porta raggiunsero i
loro figli a cui dovevano delle spiegazioni.
Una volta spiegato tutto a ragazzi Vegeta partì con
le minacce:” Come ho già spiegato a Bra, pretendo che voi vi teniate lontani da
quella camera, non dovete mai stare da soli con lui, nemmeno tu Trunks.”
Il ragazzo dai capelli viola sentendosi preso in
causa alzò gli occhi al cielo, non gli piaceva essere considerato un bambino
allo stesso livello di Bra, dopotutto lui ormai aveva 16 anni, ma suo padre si
ricordava ancora di lui solo quando era il momento di rimproverarlo.
Tra l’altro quell’arrivo dal passato era capitato
decisamente a sproposito, pensò Trunks, visto che
proprio quel giorno lui avrebbe dovuto chiedere ai suoi genitori il permesso
per andare ad una festa della squadra di calcio, che si sarebbe tenuta in
spiaggia la sera successiva.
Sapeva che convincere sua madre non sarebbe stato
poi così difficile, ma con suo padre era tutt’altra storia, lui non capiva
affatto i divertimenti terrestri e trovava sempre qualcosa per negargli il
permesso; attaccandosi persino ai suoi voti scolastici. E visto che proprio due
giorni prima aveva preso un’insufficienza in letteratura vedeva ben poche
possibilità di ottenere ciò che desiderava.
Il giovane principe si risvegliò dopo alcune ore
nella camera dove era già stato prigioniero, ma si stupì di non essere legato
al letto, aveva solo una catena assicurata ad una sua caviglia, ridendo di
quella ridicola misura di sicurezza presa nei suoi confronti, cercò di spezzare
la catena con le mani.
Ma appena iniziò a caricarsi di forza notò subito
che c’era qualcosa di sbagliato, la sua forza sembrava come riassorbita e fu a
quel punto che notò il bracciale color metallo che portava al braccio, la sua
forza veniva assorbita da quell’aggeggio.
Ovviamente cercò più volte di togliersi il
bracciale, ma senza successo e quindi si lasciò andare in un grido di rabbia
che provava tutta quanta la sua frustrazione.
“Credo che la nostra giovane altezza si sia
svegliata e credo che sia anche di pessimo umore” commentò con ironia Bulma sentendo il grido di rabbia.
Vegeta annuì e rabbrividì a pensare a quel bracciale
infernale avviluppato attorno al suo polso, doveva essere una sensazione
terribile sentirsi risucchiare la propria forza e non potere fare nulla per
impedirlo.
Si recarono quindi dal giovane che quando li vide
entrare iniziò a gridare verso la loro direzione, chiedendo quale stregoneria
gli avessero mai fatto; fu Bulma a prendere in mano
la situazione e a rispondere: “Quel bracciale che porti al polso è una delle
mie nuove invenzioni, è un assorbitore di forza, più tu provi rabbia, più
cerchi di concentrare la tua forza per fare qualcosa di violento più la tua
forza verrà assorbita dal dispositivo che porti al polso. Diciamo che al
momento sei diventato un normale adolescente terrestre”.
Il giovane Vegeta di tutto quel discorso afferrò
solo alcune parole, terribili parole tra l’altro, ovvero forza assorbita,
normale e adolescente terrestre e quindi iniziò a gridare con tutta la voce che
aveva in corpo che esigeva di essere liberato immediatamente da quella
stregoneria infernale e di rimandarlo a casa, ne aveva abbastanza di tutto
quanto, ma ad un certo punto oltre alla rabbia che gli pervadeva ogni angolo
del corpo, iniziò anche a provare dolore, una scossa elettrica gli stava
attraversando il corpo e fu questo a farlo smettere di gridare.
“Cosa gli ha fatto quel bracciale donna?” chiese il
Vegeta adulto, il quale si era accorto dall’espressione della sua copia più
giovane che gli era appena successo qualcosa di poco piacevole.
“Ho inserito in quel dispositivo una sicurezza in
più, se chi lo indossa supera un certo livello di rabbia, il bracciale inizia a
rilasciare delle scariche elettriche, non sono ovviamente ad un voltaggio
mortale, ma sicuramente dovrebbero bastare per riportare la rabbia ad un
livello accettabile. Dopotutto, tu
Vegeta, se vuoi ha un perfetto autocontrollo, quindi sono sicura che ora che lo
sai non rifarai più l’errore di arrabbiarti così tanto”. Spiegò la scienziata,
la quale ricevette da entrambi i Vegeta uno sguardo di fuoco come risposta.
“Non sono un animale da ammaestrare, troverò il modo
per liberarmi da questa diavoleria e quando accadrà mi vendicherò di ognuno di
voi!” esclamò il ragazzo facendo profondi respiri per contenere la rabbia.
“Oh speriamo per allora di averti rimandato a casa,
con anche un po’ di buone maniere altezza!” ripose Bulma
per niente impressionata dalle minacce del giovane Vegeta.
“Credo che sarà meglio lasciarlo da solo….usa la meditazione, sicuramente ti aiuterà a stare
calmo.” Consigliò Vegeta alla sua giovane copia, il qualche per tutta risposta
si girò dall’altra parte.
Una volta che furono usciti il ragazzo scagliò con
violenza il cuscino contro la parte, aspettandosi di essere colpito dalla scarica
elettrica, ma ciò non accadde, quindi aveva ancora un certo margine di azione
dopotutto, doveva solo capire quale fosse la soglia da non superare e poi aveva
tutta l’intenzione di utilizzare la mediazione, ma non per calmarsi, ma per
trovare la forza spirituale per aprire quella diavoleria; ci sarebbe riuscito a
costo di farsi arrostire dalla scariche elettriche.
“Tu sei pazza donna, si può sapere perché hai
aggiunto le scariche elettriche a quel coso? Non bastava aver lasciato il
ragazzo senza forze? Ora sarà ancora più difficile tenerlo a bada!” esclamò
Vegeta.
“Mi dispiace caro, ma visto che deve vivere qui con
me e i tuoi figli ho dovuto aggiungere qualche precauzione. E comunque volendo
posso disattivare quest’opzione quando voglio dal pannello di controllo se
dovessi ritenere che è il caso di farlo. Ma credo che un po’ di autocontrollo
gli farà sicuramente bene e non lascerà grandi danni” spiegò Bulma schioccando un bacio sulla guancia del marito prima
di tornare al suo laboratorio.
Vegeta guardò Bulma andare
via, non sapeva davvero come reagire, da una parte le dava perfettamente
ragione, lui si conosceva e purtroppo sapeva che quella misura di difesa era
necessaria, non ci si poteva fidare della sua versione adolescente. Dall’altra
parte immaginare se stesso con quell’aggeggio al polso a limitarlo lo faceva
impazzire, avrebbe voluto toglierglielo lui stesso. Ma come si poteva fare a
far redimere il ragazzo per tornare alla sua dimensione? Eppure doveva esserci una soluzione, perché
se lui era lì, e pure lui stesso aveva già vissuto quell’esperienza,
significava che qualcosa era accaduto…ma chissà cosa…
Alcune ora più tardi la famiglia Brief stava
cenando, e Trunks decise che era il momento giusto
per chiedere il permesso per la festa, dopotutto i suoi genitori gli erano
parsi abbastanza tranquilli, più silenziosi del solito magari (soprattutto sua
madre), ma anche suo padre sembrava rilassato, visto che ascoltava la
sciocchezze di scuola di Bra quasi con interesse.
“Mamma, papà io vorrei chiedervi se domani sera
potrei andare, insieme a Goten alla festa della
squadra della scuola. Non torneremo molto tardi, la festa inizierà attorno alle
20… alle 22.30 saremo già di ritorno, lo prometto!” esordì Trunks
interrompendo il racconto di Bra.
A tavola calò il silenzio, i suoi genitori si
guardarono e anche Bra, per una volta rimase in silenzio guardando soprattutto
suo padre, come se stesse aspettando qualcosa. E quel qualcosa non tardò ad
arrivare perché fu proprio suo padre a prendere la parola:” Trunks
la risposta è no, fine della discussione. Vai avanti Bra!”
E Bra con un sorrisetto velenoso, la ragazzina
sapeva perfettamente che il padre avrebbe negato il permesso a Trunks come tutte le volte che chiedeva qualcosa, riprese a
raccontare di quello che era successo a scuola quel giorno.
Ma il ragazzo dai capelli viola non si sarebbe
accontento di un secco no come risposta e quindi con tono insistente chiese il
motivo di quel rifiuto.
Bulma
fece per intervenire, ma Vegeta fu ancora una volta più veloce e gridando
rispose: ”Ti ho detto di no Trunks,
ti ritenevo più intelligente, questo non è certo il momento per partecipare ad
una festa col tuo amico Goten. E poi non credere che non
sia stato informato di quel pessimo voto che hai preso in letteratura. Usa
tutto questo tempo libero che hai per studiare e allenarti e basta con queste
sciocchezze!”
Trunks
lasciò il tavolo senza aspettare che qualcuno lo richiamasse indietro e sbattè la porta della sua camera con tutta la forza che
aveva.
Una volta rimasti soli a tavola, dopo che anche Bra
fu mandata nella sua camera, Bulma chiese a Vegeta se
forse non aveva esagerato, forse si poteva permettere a Trunks
di andare alla festa, dopotutto una brutto voto non era la fine del mondo.
Ma Vegeta le rispose che non aveva affatto esagerato
e quello non era certo il momento di partecipare a delle feste e che lui
pretendeva che il suo erede eccellesse in tutto, anche negli studi e che non ne
voleva più parlare.
Intanto Trunks era nella
sua stanza coi pugni chiusi, non si aspettava una risposta tanto diversa da suo
padre, ma sperava nell’intervento di sua madre, che invece non era arrivato,
forse era più arrabbiato con lei che con lui e quindi decise impulsivamente che
quella sera sarebbe andato a trovare la versione più giovane di suo padre,
sapeva che se fosse stato scoperto i suoi genitori l’avrebbero ucciso, ma non
gli importava, aveva voglia di fare qualcosa di sbagliato, anche perché a fare
il figlio obbediente non ci guadagnava mai niente di niente, lui non era Bra,
solo lei poteva fare qualunque cosa.