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Autore: Angelo Azzurro    19/04/2019    2 recensioni
Per una magica serie di eventi il Vegeta adolescente finisce nella dimensione di quello adulto. Bisognerà trovare il modo per rimandarlo da dove è venuto per non alterare il futuro, ma intanto che si trova in questa dimensione potrebbe imparare qualcosa di nuovo e aiutare qualche personaggio a scoprire qualcosa in più su se stesso.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Il giovane Vegeta stava sorvolando la Terra ed era rimasto piacevolmente sorpreso nel notare quanti mari, laghi e boschi erano presenti su quel pianeta, se fosse riuscito a conquistarlo ne avrebbe ricavato moltissimi soldi. Certo che forse compiere quell’impresa da solo sarebbe potuto essere un po’ complicato, anche perché il se stesso di quell’epoca e quel Karoth sicuramente avrebbero cercato di mettergli i bastoni tra le ruote. Avrebbe avuto bisogno di rinforzi, ma lui detestava chiedere aiuto, e se poi fosse riuscito a compiere quella missione da solo si sarebbe coperto di maggiore gloria. Non voleva ammettere a se stesso che in realtà aveva provato a mettersi in contatto con la base tramite il suo orologio, ma pareva non funzionare, forse si era rotto durante il viaggio nel tempo.

Decise quindi di iniziare a sgranchirsi i muscoli dopo essere stato incatenato ad un letto, distruggendo un villaggio di piccole dimensioni, non voleva trovare un’altra strega pronta a maledirlo.

Iniziò quindi a distruggere con delle sfere di energia il bosco circostante al villaggio e le capanne, sapeva che presto o tardi il suo doppio l’avrebbe trovato, ma non veda l’ora di misurarsi pure con lui; ormai era vecchio e sembrava anche essersi rammollito, quindi pensava di non avere alcuna difficoltà a sconfiggerlo.

Vegeta e Karoth ci misero poco a rintracciare il giovane principe, si trovava nei pressi di un villaggio non molto distante dalla città dell’Ovest, e sicuramente desiderava essere trovato, ma avrebbe avuto presto quello che si meritava pensò Vegeta.

“Ehm Vegeta e quando lo troveremo cosa hai esattamente intenzione di fare?” chiese Goku preoccupato dall’espressione di rabbia negli occhi dell’amico.

“Gli darò una bella lezione, con lui con le buone non si otterrà mai nulla. Poi lo riporterò a casa e mi assicurerò che le catene siano così strette da non permettergli di muovere un solo muscolo” spiegò Vegeta.

“Ma così come farà a diventare buono?” chiese Goku.

“Non deve diventare buono, razza di cretino, deve semplicemente redimere la sua anima e poi forse Dende e re Kaio troveranno un modo per mandarlo a casa prima. Quel ragazzo sono io e so perfettamente cosa ero in grado di fare alla sua età” rispose Vegeta.

“Ma scusa amico, se quello sei tu, significa che anche tu hai vissuto la stessa esperienza del ragazzo, ma non ricordi nulla!” constatò Goku.

“Ma certo, mi pare ovvia la cosa, senza bisogno di spiegarla..., e il fatto che io ora sia qui dimostra che in qualche modo siamo riusciti a rispedire il giovane me stesso da dove è venuto senza grandi mutamenti per il futuro”, rispose Vegeta piuttosto scocciato da quella conversazione.

Finalmente erano giunti al villaggio e notarono subito l’incendio che attanagliava il bosco e scorsero il giovane principe intento ad incendiare alcune capanne.

Il principe dei sayan gridò verso la sua versione più giovane e più crudele di fermarsi immediatamente e il ragazzo quando li vide li salutò con un inchino piuttosto beffardo e disse che si aspettava il loro arrivo molto prima e che ormai quel gioco lo stava annoiando…il villaggio era disabitato e quindi non c’era affatto gusto.

Sia Goku che Vegeta tirarono un respiro di sollievo nel sentire che il villaggio era vuoto, poi fu Vegeta a prendere la parola:” Coraggio ragazzino ti sei già divertito abbastanza, ora se tornerai indietro con noi senza fare storie per te le cose potrebbero andare meglio, altrimenti saremo costretti a darti una bella lezione e a riportarti indietro svenuto.”

Il giovane principe scoppiò a ridere e chiese al suo doppio se avesse paura a battersi da solo con lui, che se con l’età era diventato un pivello.

Goku nel sentire quelle parole sbiancò e cercò di ricordare a Vegeta che quello era lui e che non poteva ucciderlo, ma il principe dei sayan rispose alle provocazioni del giovane con una risata e gli disse che sperava di combattere con lui e che meritava proprio una bella lezione.

Il giovane principe quindi si scagliò sulla sua versione più anziana, mettendo a segno un paio di colpi, notò subito quanto fosse lento quel vecchio e decise di approfittarne aumentando la sua velocità.

Vegeta dopo aver gridato a Karoth di non interferire in alcun modo si lasciò colpire dal ragazzo, voleva valutare la sua forza e dargli l’illusione di poterlo sconfiggere. E puntualmente il giovane si mostrò piuttosto arrogante, l’aveva completamente sottovalutato, aveva deciso di non trasformarsi in super sayan per sconfiggerlo perché non sarebbe stato un combattimento ad armi pari.

Ormai il ragazzo aveva messo a segno un paio di colpi e quindi era ora di finire con quella pagliacciata e quindi mentre il suo giovane doppio gli stava venendo incontro a tutta velocità si scansò e gli diede un terribile pugno al viso che lo spinse piuttosto lontano.

Il giovane principe rimase un attimo immobile, poi sorrise maleficamente e disse che allora dopotutto anche da vecchio non era poi così smidollato e che ciò avrebbe reso ancora più dolce la sua vittoria, non gli sarebbe piaciuto sconfiggere un avversario completamente inerme.

Vegeta aveva appena colpito il suo doppio e dar un pugno al giovane se stesso gli aveva fatto provare una sensazione stranissima, per un breve istante anche lui aveva sentito il dolore di quel colpo. Ma senza cogliere le continue provocazioni del ragazzo tornò alla carica, del tutto intenzionato a ferirlo.

Il giovane principe vide la sua versione più anziana dirigersi verso di lui a tutta velocità, provò a scansarlo, ma non fu abbastanza rapido e quindi ricevette alcuni colpi piuttosto violenti.

“Ehi Vegeta direi che è abbastanza, dai metti fine a questo combattimento!” incitò Goku, a cui quella dimostrazione di forza tra i due Vegeta non piaceva per nulla. Erano entrambi molto cocciuti e smaniosi di dimostrare quanto fossero forti.

Vegeta prima che il ragazzo potesse rispondere, con una mossa velocissima gli diede un potentissimo colpo alla nuca che lo fece precipitare al suolo il giovane.

Il giovane principe stava cadendo e non capiva come avesse fatto la versione più anziana a colpirlo così violentemente, da dove veniva tutta quella forza? Era stato tutto così rapido che lui non si era accorto di nulla, era come se avesse azzerato l’aura.

Vegeta il giovane era caduto al suolo, stava per perdere conoscenza, ma sentì perfettamente prima di svenire quello che gli disse la sua versione più anziana:” Sarebbe stato meglio che non opponessi resistenza alla fine. Sei stato un vero sciocco a pensare di potere avere la meglio, io ho alle spalle più di vent’anni di allenamenti più di te, moccioso arrogante.”

Il giovane principe fece per rispondere, ma divenne tutto nero, era svenuto di nuovo.

“Ehm Vegeta, forse avresti dovuto andarci un po’ più piano con lui, non era necessario tramortirlo” disse Goku sinceramente preoccupato osservando da vicino i lividi del ragazzo.

“Con lui ci vogliono le maniere forti. Ora spero che dopo questa lezione non tenti più la fuga. Ha visto che sono molto più forte di lui e quindi ora penso di dovrei riuscire a farmi obbedire, almeno dovrebbe avere un minimo timore nei miei confronti” rispose Vegeta mentre si caricava in spalla il ragazzo.

Una volta rientrati alla Capsule Corporation la finestra della stanza del giovane principe era riparata e Bulma li stava aspettando con un curioso oggetto tra le mani, un bracciale di colore nero.

Vegeta con poca grazia lasciò cadere il ragazzo sul letto e chiese alla moglie di passargli le catene, che questa volta avrebbe stretto ancora di più.

Bulma rispose che forse le catene non erano più necessarie, aveva appena costruito un bracciale che bloccava completamente tutta la forza e quindi mettendolo al giovane lui si sarebbe trasformato in un innocuo ragazzino terrestre più o meno del tutto gestibile.

Vegeta chiese se il bracciale era davvero sicuro e la moglie gli assicurò che l’aveva provato poco prima su Trunks e che era sicuro al 100% e che tra l’altro all’interno aveva inserito un piccolo localizzatore per trovare il ragazzo in qualunque momento, anche se avesse azzerato l’aura e un dispositivo per dargli delle scariche elettriche se fosse diventato pericoloso.

Il bracciale fu quindi assicurato al polso del ragazzo, che fu comunque incatenato al letto ad una caviglia, ma la catena era abbastanza lunga da permettergli di girare per la stanza e andare nel bagno della camera.

A quel punto Goku venne rimandato a casa e Bulma e Vegeta chiudendo a chiave la porta raggiunsero i loro figli a cui dovevano delle spiegazioni.

Una volta spiegato tutto a ragazzi Vegeta partì con le minacce:” Come ho già spiegato a Bra, pretendo che voi vi teniate lontani da quella camera, non dovete mai stare da soli con lui, nemmeno tu Trunks.”

Il ragazzo dai capelli viola sentendosi preso in causa alzò gli occhi al cielo, non gli piaceva essere considerato un bambino allo stesso livello di Bra, dopotutto lui ormai aveva 16 anni, ma suo padre si ricordava ancora di lui solo quando era il momento di rimproverarlo.

Tra l’altro quell’arrivo dal passato era capitato decisamente a sproposito, pensò Trunks, visto che proprio quel giorno lui avrebbe dovuto chiedere ai suoi genitori il permesso per andare ad una festa della squadra di calcio, che si sarebbe tenuta in spiaggia la sera successiva.

Sapeva che convincere sua madre non sarebbe stato poi così difficile, ma con suo padre era tutt’altra storia, lui non capiva affatto i divertimenti terrestri e trovava sempre qualcosa per negargli il permesso; attaccandosi persino ai suoi voti scolastici. E visto che proprio due giorni prima aveva preso un’insufficienza in letteratura vedeva ben poche possibilità di ottenere ciò che desiderava.

Il giovane principe si risvegliò dopo alcune ore nella camera dove era già stato prigioniero, ma si stupì di non essere legato al letto, aveva solo una catena assicurata ad una sua caviglia, ridendo di quella ridicola misura di sicurezza presa nei suoi confronti, cercò di spezzare la catena con le mani.

Ma appena iniziò a caricarsi di forza notò subito che c’era qualcosa di sbagliato, la sua forza sembrava come riassorbita e fu a quel punto che notò il bracciale color metallo che portava al braccio, la sua forza veniva assorbita da quell’aggeggio.

Ovviamente cercò più volte di togliersi il bracciale, ma senza successo e quindi si lasciò andare in un grido di rabbia che provava tutta quanta la sua frustrazione.

“Credo che la nostra giovane altezza si sia svegliata e credo che sia anche di pessimo umore” commentò con ironia Bulma sentendo il grido di rabbia.

Vegeta annuì e rabbrividì a pensare a quel bracciale infernale avviluppato attorno al suo polso, doveva essere una sensazione terribile sentirsi risucchiare la propria forza e non potere fare nulla per impedirlo.

Si recarono quindi dal giovane che quando li vide entrare iniziò a gridare verso la loro direzione, chiedendo quale stregoneria gli avessero mai fatto; fu Bulma a prendere in mano la situazione e a rispondere: “Quel bracciale che porti al polso è una delle mie nuove invenzioni, è un assorbitore di forza, più tu provi rabbia, più cerchi di concentrare la tua forza per fare qualcosa di violento più la tua forza verrà assorbita dal dispositivo che porti al polso. Diciamo che al momento sei diventato un normale adolescente terrestre”.

Il giovane Vegeta di tutto quel discorso afferrò solo alcune parole, terribili parole tra l’altro, ovvero forza assorbita, normale e adolescente terrestre e quindi iniziò a gridare con tutta la voce che aveva in corpo che esigeva di essere liberato immediatamente da quella stregoneria infernale e di rimandarlo a casa, ne aveva abbastanza di tutto quanto, ma ad un certo punto oltre alla rabbia che gli pervadeva ogni angolo del corpo, iniziò anche a provare dolore, una scossa elettrica gli stava attraversando il corpo e fu questo a farlo smettere di gridare.

“Cosa gli ha fatto quel bracciale donna?” chiese il Vegeta adulto, il quale si era accorto dall’espressione della sua copia più giovane che gli era appena successo qualcosa di poco piacevole.

“Ho inserito in quel dispositivo una sicurezza in più, se chi lo indossa supera un certo livello di rabbia, il bracciale inizia a rilasciare delle scariche elettriche, non sono ovviamente ad un voltaggio mortale, ma sicuramente dovrebbero bastare per riportare la rabbia ad un livello accettabile.  Dopotutto, tu Vegeta, se vuoi ha un perfetto autocontrollo, quindi sono sicura che ora che lo sai non rifarai più l’errore di arrabbiarti così tanto”. Spiegò la scienziata, la quale ricevette da entrambi i Vegeta uno sguardo di fuoco come risposta.

“Non sono un animale da ammaestrare, troverò il modo per liberarmi da questa diavoleria e quando accadrà mi vendicherò di ognuno di voi!” esclamò il ragazzo facendo profondi respiri per contenere la rabbia.

“Oh speriamo per allora di averti rimandato a casa, con anche un po’ di buone maniere altezza!” ripose Bulma per niente impressionata dalle minacce del giovane Vegeta.

“Credo che sarà meglio lasciarlo da solo….usa la meditazione, sicuramente ti aiuterà a stare calmo.” Consigliò Vegeta alla sua giovane copia, il qualche per tutta risposta si girò dall’altra parte.

Una volta che furono usciti il ragazzo scagliò con violenza il cuscino contro la parte, aspettandosi di essere colpito dalla scarica elettrica, ma ciò non accadde, quindi aveva ancora un certo margine di azione dopotutto, doveva solo capire quale fosse la soglia da non superare e poi aveva tutta l’intenzione di utilizzare la mediazione, ma non per calmarsi, ma per trovare la forza spirituale per aprire quella diavoleria; ci sarebbe riuscito a costo di farsi arrostire dalla scariche elettriche.

“Tu sei pazza donna, si può sapere perché hai aggiunto le scariche elettriche a quel coso? Non bastava aver lasciato il ragazzo senza forze? Ora sarà ancora più difficile tenerlo a bada!” esclamò Vegeta.

“Mi dispiace caro, ma visto che deve vivere qui con me e i tuoi figli ho dovuto aggiungere qualche precauzione. E comunque volendo posso disattivare quest’opzione quando voglio dal pannello di controllo se dovessi ritenere che è il caso di farlo. Ma credo che un po’ di autocontrollo gli farà sicuramente bene e non lascerà grandi danni” spiegò Bulma schioccando un bacio sulla guancia del marito prima di tornare al suo laboratorio.

Vegeta guardò Bulma andare via, non sapeva davvero come reagire, da una parte le dava perfettamente ragione, lui si conosceva e purtroppo sapeva che quella misura di difesa era necessaria, non ci si poteva fidare della sua versione adolescente. Dall’altra parte immaginare se stesso con quell’aggeggio al polso a limitarlo lo faceva impazzire, avrebbe voluto toglierglielo lui stesso. Ma come si poteva fare a far redimere il ragazzo per tornare alla sua dimensione?  Eppure doveva esserci una soluzione, perché se lui era lì, e pure lui stesso aveva già vissuto quell’esperienza, significava che qualcosa era accaduto…ma chissà cosa…

Alcune ora più tardi la famiglia Brief stava cenando, e Trunks decise che era il momento giusto per chiedere il permesso per la festa, dopotutto i suoi genitori gli erano parsi abbastanza tranquilli, più silenziosi del solito magari (soprattutto sua madre), ma anche suo padre sembrava rilassato, visto che ascoltava la sciocchezze di scuola di Bra quasi con interesse.

“Mamma, papà io vorrei chiedervi se domani sera potrei andare, insieme a Goten alla festa della squadra della scuola. Non torneremo molto tardi, la festa inizierà attorno alle 20… alle 22.30 saremo già di ritorno, lo prometto!” esordì Trunks interrompendo il racconto di Bra.

A tavola calò il silenzio, i suoi genitori si guardarono e anche Bra, per una volta rimase in silenzio guardando soprattutto suo padre, come se stesse aspettando qualcosa. E quel qualcosa non tardò ad arrivare perché fu proprio suo padre a prendere la parola:” Trunks la risposta è no, fine della discussione. Vai avanti Bra!”

E Bra con un sorrisetto velenoso, la ragazzina sapeva perfettamente che il padre avrebbe negato il permesso a Trunks come tutte le volte che chiedeva qualcosa, riprese a raccontare di quello che era successo a scuola quel giorno.

Ma il ragazzo dai capelli viola non si sarebbe accontento di un secco no come risposta e quindi con tono insistente chiese il motivo di quel rifiuto.

Bulma fece per intervenire, ma Vegeta fu ancora una volta più veloce e gridando rispose: ”Ti ho detto di no Trunks, ti ritenevo più intelligente, questo non è certo il momento per partecipare ad una festa col tuo amico Goten. E poi non credere che non sia stato informato di quel pessimo voto che hai preso in letteratura. Usa tutto questo tempo libero che hai per studiare e allenarti e basta con queste sciocchezze!”

Trunks lasciò il tavolo senza aspettare che qualcuno lo richiamasse indietro e sbattè la porta della sua camera con tutta la forza che aveva.

Una volta rimasti soli a tavola, dopo che anche Bra fu mandata nella sua camera, Bulma chiese a Vegeta se forse non aveva esagerato, forse si poteva permettere a Trunks di andare alla festa, dopotutto una brutto voto non era la fine del mondo.

Ma Vegeta le rispose che non aveva affatto esagerato e quello non era certo il momento di partecipare a delle feste e che lui pretendeva che il suo erede eccellesse in tutto, anche negli studi e che non ne voleva più parlare.

Intanto Trunks era nella sua stanza coi pugni chiusi, non si aspettava una risposta tanto diversa da suo padre, ma sperava nell’intervento di sua madre, che invece non era arrivato, forse era più arrabbiato con lei che con lui e quindi decise impulsivamente che quella sera sarebbe andato a trovare la versione più giovane di suo padre, sapeva che se fosse stato scoperto i suoi genitori l’avrebbero ucciso, ma non gli importava, aveva voglia di fare qualcosa di sbagliato, anche perché a fare il figlio obbediente non ci guadagnava mai niente di niente, lui non era Bra, solo lei poteva fare qualunque cosa.

 

  
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