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Autore: Glaceeonx    20/04/2019    0 recensioni
{I was searching
You were on a mission
Then our hearts combined like
A neutron star collision.}
~
Il perfetto, intelligente, pacato professore Kim Namjoon finirà per innamorarsi del ribelle, socievole, furbo studente Kim Seokjin.
~
[namjin]
[side!Yoonseok]
[school!AU]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essersi messo addosso qualcosa in più per non morire di freddo, Seokjin aveva preso tutto ciò che gli serviva-ovvero cellulare e sigarette- e, cercando di non fare il minimo rumore mentre attraversava il salotto per evitare che i suoi si svegliassero, era uscito silenziosamente di casa, dirigendosi velocemente verso la scuola.
Fortunatamente, Namjoon lo era stato a sentire ed aveva fatto poche storie. Se il suo piano fosse andato a buon fine, sarebbero riusciti a passarla tranquillamente liscia, e soprattutto, avrebbero potuto smascherare la preside molto presto.
Arrivò di fronte al cancello della scuola e ci si appoggiò contro, accendendosi una sigaretta nell’attesa che quello scansafatiche si facesse vivo.


Nonostante avesse abbastanza sonno, Namjoon era uscito comunque di casa, portando con sé ciò che Seokjin gli aveva chiesto. Cazzo, ormai era il ragazzino a dare ordini tra loro due. Quando si era preso così tanta libertà? 
Aveva guidato velocemente fino all’istituto, dove avevano l’appuntamento; lo trovò fuori il cancello, intento a fumare una sigaretta e ad osservare il cielo. Accostò la macchina, suonando il clacson per richiamare la sua attenzione.
«Smettila di fumare, Kim Seokjin, se qualcuno scopre che permetto che un minorenne lo faccia finirò nei guai. Aspetta che parcheggio da un’altra parte.»
Si guardò per qualche minuto attorno in cerca di un posto in cui parcheggiare, trovandone uno qualche metro più in là. Dopo aver lasciato la sua auto, raggiunse il ragazzo, che aveva appena finito la sigaretta, esordendo con un: «Allora?»

«Allora...» iniziò Jin, avvicinandosi lentamente a lui, con un sorriso in volto.
Evidentemente, né Namjoon, né la preside, né nessun altro si erano ancora resi conto di chi fosse Kim Seokjin. Lui, quella donna, voleva svergognarla pubblicamente, e voleva farlo al più presto. E per farlo senza intoppi, era necessario che la sua assistente non gli stesse più alle calcagna.
Allungò una mano verso quella del suo insegnante, togliendogli le chiavi ed avvicinandosi al cancello «Entriamo, no?»
Una volta di fronte all’ingresso, gli restituì le chiavi, aspettando che aprisse e lasciasse la via libera per entrare. Raggiunta la porta d’ingresso, si sbrigarono a correre dentro e a chiudersi il portone alle spalle. Jin si avvicinò alle luci per accenderle, poi si rivolse nuovamente a lui «Andiamo nel tuo ufficio. Hai una fotocopiatrice, no?»
«Kim Seokjin, vuoi fermarti un attimo? Mi spieghi che cazzo ci facciamo a scuola nel bel mezzo della notte? Se qualcuno ci vede siamo morti entrambi. Quindi, o ti decidi a parlare, o me ne vado e ti chiudo qui dentro.»
Namjoon incrociò le braccia al petto, scrutandolo per bene. Proprio non capiva cosa gli passasse per la testa in quel momento. Sapeva solo che, a differenza sua, non perdeva mai il suo fascino.

Quel maestrino maledetto lo aveva seccato con tutti quei dubbi su ciò che stavano facendo. Eppure ormai avrebbe dovuto conoscere Jin abbastanza bene per sapere che era sempre sicuro di ciò che faceva, e che raramente si sbagliava.
Glielo aveva già dimostrato un bel po’ di volte.
Allungò così un braccio ed afferrò il collo della sua maglia, avvicinandolo così al suo viso «Stammi a sentire, adesso che tu lo voglia o no, dovrai fidarti di me. Siamo qui per toglierci dalle palle l’assistente della Lee, per non far ricadere più alcun sospetto su di te e, soprattutto, per avere il via libera su ciò che vorrò fare. E l’unico modo per evitare che sospetti ancora di te, è restituirle questo preziosissimo pezzo di carta.» gli rivolse un sorrisetto malizioso, avvicinandosi un po’ di più «Jin non è uno sprovveduto e sa cosa sta facendo, amore mio. Perciò, per favore, fai quello che ti chiedo, e dopo mi ringrazierai.»
Tutta quella sua superiorità e quel suo controllo della situazione stavano seccando Namjoon, soprattutto perché i suoi modi di fare avevano strani effetti su di lui, sul suo corpo e sul suo cervello, che già non funzionavano molto bene a causa del sonno. Gli soffiò in viso, staccandoselo di dosso il secondo dopo ed allontanandosi, diretto verso il suo ufficio. Gli fece cenno con una mano di seguirlo, continuando a dargli le spalle.
«Sta zitto e muoviti, vuoi raggiungere il mio ufficio o no?»

Accidenti, quell’uomo era davvero la sua fine. Lo faceva innervosire in continuazione e lo seccava da morire, ma forse era proprio quello a piacergli di lui. A Jin piaceva il fatto che ci fosse una continua sfida fra di loro, soprattutto perché, alla fine, si ritrovavano d’accordo su ogni cosa.
Sorridendo trionfante, lo seguì a passo svelto fino al suo ufficio, luogo che ormai conosceva a memoria, ed una volta lì, si avvicinò immediatamente alla fotocopiatrice, allungando una mano verso Namjoon per farsi passare il certificato di nascita «Prima sbrighiamo questa situazione, prima ce ne andiamo di qui.»
«Kim Seokjin, non pensi di esagerare? Questo tono stracolmo di superiorità usalo con qualcun altro, non con me. Faccio io.»
Aveva ignorato completamente la sua mano aperta in sua direzione e si era avvicinato alla fotocopiatrice con il documento in mano, pronto a produrne una copia.
Aveva capito qual era il suo piano e, per l’ennesima volta, quel ragazzino gli stava dimostrando di che pasta era fatto. Namjoon l’aveva detto: Lee Chaerin pensava di essere furba, ma dalla sua parte, lui aveva una vera e propria volpe, troppo impertinente, purtroppo.
Quest’ultima alzò dal suo canto gli occhi al cielo, cercando di ignorare il tono così fastidioso del suo compagno d’avventure, ma fallendo come al solito. Senza dire nulla, si sedette sulla scrivania, accavallando le gambe ed osservandolo mentre lavorava alla fotocopiatrice: cazzo, era affascinante anche mentre faceva una cosa semplice come quella.
«Esagero?» chiese, canzonatorio «Eppure mi pare che il mio tono ti piaccia abbastanza. O non saresti ancora qui a fare il mio gioco... sbaglio?»
Aspettando che finisse di fare quella benedetta fotocopia, gli fece cenno di avvicinarsi a lui, ancora seduto sulla scrivania, la gamba che aveva iniziato a dondolare lentamente.
«E poi, se proprio vuoi che smetta con questo tono che tanto ti da fastidio, trova un modo per farmi smettere.»

Namjoon a quel punto si ritrovò a pensare che forse si sbagliava e che in realtà Kim Seokjin effettivamente avesse un difetto: parlava troppo e non si fermava, nemmeno per un minuto. La cosa che lo infastidiva non era il fatto in sé, ma il modo in cui gli si rivolgeva. Nelle sue parole, il poveruomo, sentiva solamente sfida, tanta sfida, e malizia, che presto gli avrebbe fatto perdere la testa. Forse Kim Seokjin non se n’era ancora accorto, ma tutto ciò che faceva era pericoloso. Anzi, forse ne era a conoscenza ed era un amante del pericolo.
Se davvero fosse stato così sarebbe stato anche peggio: Namjoon amava le provocazioni e il ragazzino ci sapeva fare, non ci avrebbe messo nulla a cedere.
Azionò la fotocopiatrice e la lasciò lavorare: una volta ottenuta la copia avrebbero subito lasciato l’ufficio, senza se e senza ma.
«Cosa ti fa pensare che il tuo tono mi piaccia?»
Eccolo, uno stupido professore pronto a rispondere alle provocazioni di una volpe troppo furba che sapeva il fatto suo. Si voltò verso di lui, trovandolo seduto sulla sua scrivania con uno sguardo carico di sfida. Cazzo, sarebbe finita male, molto male. Si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e lentamente iniziò ad avvicinarsi a lui, finché non gli arrivò proprio di fronte.
«Sai, Seokjin, il tuo tono mi infastidisce, e non poco. Qui sono io lo hyung, non tu. Vedi di startene al tuo posto.»

Namjoon era spalle al muro, e Jin se ne accorgeva anche troppo bene. Il suo sguardo era tutt’altro che infastidito, e purtroppo per lui, Kim Seokjin era un ottimo osservatore. Non fece una piega, rimase semplicemente seduto lì dov’era, allargando il sorriso che aveva in volto, ed appesantendo lo sguardo, lanciandogli occhiate cariche di sfida e malizia.
Gli piaceva giocare sporco, ed in particolare gli piaceva giocare sporco con Kim Namjoon. Ed anche quella volta, sarebbe stato Jin a vincere. Cambiò la posizione delle gambe, stavolta accavallando la sinistra invece che la destra, continuando a reggere quel gioco di sguardi, ed asserendo: «Allora dimostrami cosa sai fare, professore. Mettimi al mio posto.»

Nel frattempo, Namjoon sentì la fotocopiatrice alle sue spalle stampare il foglio: era fatta, finalmente potevano lasciare quel posto e lui, una volta tornato a casa, si sarebbe subito gettato sul letto ed avrebbe liberato la sua mente da ogni male, soprattutto da quello più grande, che portava il nome di Kim Seokjin. E invece, come uno stupido, continuò il gioco che il ragazzo davanti ai suoi occhi aveva deciso di iniziare: perdere non era di certo nei suoi piani. Pensava di essere l’unico a poter sfoggiare la malizia racchiusa nelle vene in quel modo? Beh, si sbagliava di grosso.
Ricambiò quel sorriso che non aveva fatto altro che rivolgergli per tutta la serata e, con un veloce gesto della mano, arrivò alla sua nuca.
Successivamente, sempre alla velocità di prima, lo avvicinò pericolosamente al suo viso, i loro nasi quasi a sfiorarsi. Quella distanza fece rabbrividire Namjoon: sentì il cuore farsi più pesante ed il fiato sul punto di spezzarsi.
Era partito al contrattacco senza fare nulla. 
Si riprese in qualche secondo e, assumendo un’espressione seria, prese a parlargli da quella distanza, abbassando il tono della voce a quasi un sussurro che solo il suo interlocutore sarebbe stato capace di sentire.
«Seokjin, smettila di giocare con il fuoco, perché poi ti fai male, molto, fidati di me, e nessuno sarà lì a soffiarti sulla bruciatura. Smettila con questo giochino del cazzo, perché potrei non rispondere delle mie azioni.»
Detto ciò lo lasciò immediatamente, voltandosi pronto a recuperare il documento stampato che aveva lasciato alle sue spalle.

Ma Jin, di demordere, non ne aveva la minima intenzione.
Quella vicinanza improvvisa non gli aveva soltanto fatto capire che Namjoon stava cedendo, ma lo aveva anche fatto rimanere senza fiato. Averlo a quella distanza avrebbe significato tutto o niente, ed in quel momento, Jin non voleva ‘niente’. Non lo spaventava il suo modo di giocare, perché lui giocava molto meglio, e si sarebbe preso la vittoria a qualunque costo. Anche a costo di finire nei guai.
Grazie a Kim Namjoon, si era accorto che i guai gli piacevano davvero tanto, e che non vedeva l’ora di finirci insieme a lui. E non se ne sarebbe andato da quell’ufficio finché non avrebbe ottenuto ciò che voleva. 
Non si scompose e, prima che il maggiore potesse scapparsene, lo prese per il polso e lo tirò di nuovo verso di sé, in modo da ritrovarsi alla stessa distanza di poco prima.
Grazie a quella posizione, complice anche il silenzio nella stanza e nell’intero edificio, Jin poteva chiaramente sentire il suo respiro contro le sue labbra, e ciò non fece altro che peggiorare ulteriormente la sua situazione.
«Namjoon, devi sapere che a me giocare col fuoco piace. Tanto. E sai cosa mi piace ancora di più?» portò una mano dietro il suo collo, per poi farla salire lentamente, infilando le dita fra i suoi capelli «Quello che mi piace ancora di più, è farmi male. E io, in questo momento, vorrei tanto bruciarmi col fuoco.»

Scacco matto, Kim Namjoon. Alla fine l’aveva davvero persa, quella battaglia.
Per qualche motivo, non si sentì amareggiato, anzi. In fondo, forse era stato lui stesso a voler perdere. Ed ora si chiedeva solamente che sapore avesse una sconfitta, e quella in particolare. E allora perché non scoprirlo?
«E allora brucia, Seokjin.»
Successe tutto piuttosto velocemente, grazie alla sua voglia che prese il sopravvento sullo scarso autocontrollo di cui era dotato. Si fiondò alla velocità della luce sulle sue labbra, invidiando Jungkook per essere riuscito a farlo prima. 
Non ci mise molto a far conoscere le loro lingue, che si unirono subito in una sporca e sensuale danza all’interno delle loro bocche che, affamate, si scontravano. La parola ‘casto’ non aveva alcun posto nel dizionario personale di Kim Namjoon: quel bacio poteva considerarsi tutto fuorché casto. Passione, malizia e lussuria, racchiusi tutti in un singolo e vorace gesto che gli stava completamente facendo perdere il senno e la ragione. Cazzo, se ogni sconfitta avesse avuto il gusto di Kim Seokjin probabilmente avrebbe perso volentieri ogni sfida, pur di tastarlo nuovamente. Ne sarebbe diventato dipendente, ne era certo: non aveva mai fatto uso di droghe, ma era sicuro che quel ragazzo rientrasse in quella categoria.
Nel frattempo, mentre approfondiva quel bacio, con le mani raggiunse le sue gambe, purtroppo ancora nella posizione di prima, e con poca delicatezza gliele aprì, posizionandocisi proprio in mezzo. Sentì il sangue nelle sue vene pompare sempre più forte, mentre un piacevole calore si espandeva ovunque, a partire dal ventre. Risalì fino al suo bacino, che strinse tra le mani e che, sempre con un gesto veloce e pieno di bisogno, portò ancora più vicino al suo corpo.

Era successo tutto troppo in fretta perché Jin se ne accorgesse: in un attimo, Namjoon gli fu addosso, e l’attimo dopo le loro lingue e le loro bocche si erano finalmente incontrate, dopo giorni interi passati a desiderarsi. Tutta la dolcezza che avevano visto sul balcone di quell’ospedale, in quel momento, sembrava non esser mai esistita, tra loro: quel gesto era un pericoloso e bruciante insieme di passione e desiderio; in quel gesto, Jin poté sentire la chimica farsi sempre più potente, e la loro complicità aumentare. Ma castità e dolcezza? No, quelle non le aveva sentite affatto.
Quella era una guerra, e lì, in quell’ufficio, Jin seduto sulla scrivania, Namjoon ancora in piedi di fronte a lui, si stavano giocando il tutto per tutto, senza risparmiare niente.
Mentre il minore si impegnava ad approfondire quel contatto, succhiando e mordendo le labbra del compagno di tanto in tanto, il più grande aveva separato le sue gambe, posizionandocisi  in mezzo, rompendo definitivamente quella barriera insegnante-alunno che avevano cercato in tutti i modi di tenere alzata fra loro.
Portò entrambe le mani al suo collo, mordendogli con più forza il labbro inferiore e tirandolo, fino a sentire il sapore metallico del sangue in bocca. Poi, si staccò per qualche secondo, guardandolo negli occhi, godendosi lo sguardo della sconfitta «Jin due... Namjoon, zero.»
Tornò poi a baciarlo con ancora più foga, circondandogli il volto con entrambe le mani, ed iniziando, piano piano, ad avvicinarsi ancora di più al suo corpo.

Fanculo, Namjoon aveva pensato più e più volte di fermarsi nel corso di quei pochi minuti, ma nulla, la sua ragione non poteva niente contro l’effetto che Kim Seokjin gli provocava. Sentì un certo desiderio, nascosto in zone proibite del suo corpo, accrescere e, senza nemmeno accorgersene, iniziò a farlo sdraiare sul legno freddo della scrivania, che dal giorno dopo non avrebbe più guardato come prima. Non sarebbe più stato un semplice pezzo di legno: sarebbe stato IL semplice pezzo di legno su cui lui ed il suo studente avevano infranto una delle regole fondamentali del comportamento scolastico. In quel momento, però, di quella fottuta norma non gliene poteva fregar di meno: aveva Kim Seokjin completamente sotto di lui, disteso lungo tutta la scrivania. Eccolo, finalmente l’aveva rimesso al suo posto, proprio come da lui desiderato, e di certo non gli dispiaceva. 
Stanco del sapore delle sue labbra e bramoso di tastare ogni singolo pezzo del suo corpo, scese lungo tutta la sua mandibola, lasciando leggeri morsi, fino ad arrivare al suo collo, che cominciò a succhiare. Sentì il suo profumo invadergli le narici: eccola, un’altra cosa per cui Namjoon andava matto, ormai.
Non uno di quegli orrendi profumi in boccetta, semplicemente il suo.
Continuò a lasciargli voraci baci ovunque, mentre con una mano risaliva fino ad una delle sue spalle, che strinse delicatamente.

Eccolo, il momento che Seokjin tanto aspettava arrivasse. Se quel maestrino da quattro soldi voleva tanto metterlo al suo posto, in quel momento ci stava riuscendo perfettamente. Mentre, esattamente sopra di lui, lasciava continui baci lungo il suo collo e la sua mandibola, rendendolo ancora più vulnerabile di quanto già non fosse, Jin fu in grado di percepire, esattamente contro il proprio corpo, la sua presenza, che si faceva sempre più pressante.
Nel momento in cui Namjoon prese a succhiargli varie zone del collo, tutte le sue barriere crollarono, e diventò totalmente succube del suo tocco, totalmente schiavo della sua esperienza.
Istintivamente, iniziò a muovere lentamente il bacino contro il suo corpo, mentre anche fra le sue gambe, iniziava a farsi sentire una certa pressione.
Il suo bassoventre iniziò letteralmente a bruciare, e dalla sua bocca, nel momento in cui le loro erezioni, ancora coperte dagli ingombranti pantaloni, si toccarono, uscì un lieve gemito.
«Se le sue lezioni fossero tutte così, professore, probabilmente arriverei ad essere un genio in tutte le materie del mondo, lo sa?» gli rivolse un sorriso complice mentre, prendendolo per le spalle, lo avvicinava un po’ di più a sé, fiondandosi poi sul suo collo, sul quale iniziò a lasciare dei profondi ed evidenti succhiotti.

«Sta zitto, Kim Seokjin, perché potrei avere sottomano un modo perfetto per zittirti come si deve. E no, non sto scherzando, questa volta. Ma dopotutto, non lo faccio mai, tienilo bene a mente.»
Era completamente impazzito e la causa era un ragazzino di neanche diciassette anni, quasi non si riconosceva. Nel momento in cui sentì le loro erezioni scontrarsi, un compiaciuto lamento fuoriuscì dalle sue labbra, in quel momento lasciate lì, sole, mentre Seokjin lavorava il suo bel collo. La situazione si stava evolvendo anche troppo, quasi si preoccupò per dove sarebbero andati a finire. Namjoon di certo non aveva paura, e a giudicare dalle azioni di Jin, neanche lui doveva averne.
Ma su una scrivania, seriamente, Kim Namjoon?
«Cristo, Seokjin, se continuiamo così-» un allarme improvviso, proveniente proprio da dietro le sue spalle, spezzò l’atmosfera: fu come risvegliarsi da un piacevole ed erotico sogno, che in quel caso, fortunatamente, restava comunque reale. Rivolse un’occhiata sorpresa a Seokjin, più confuso di lui, in quel momento. Poi, seccato, si era voltato in direzione del suono fastidioso, esclamando un: «Oh, cristo, non posso crederci.»
Velocemente, attento a non finire sopra il proprio compagno, Namjoon scese dalla scrivania, lasciandolo lì e dirigendosi verso quell’odiosa fotocopiatrice, che aveva stampato non una, ma ben 86 copie-sparse al suolo- dello stesso documento e che, a causa dell’assenza d’inchiostro, aveva fatto partire l’allarme.
«Avrei dovuto lasciarti fare. A quanto pare, non so usarla.»
«E tu che insistevi tanto sul volerlo fare al posto mio. Guarda che hai combinato.» commentò il più piccolo, saltando giù dalla scrivania e raggiungendolo, solo per dargli un colpetto dietro la testa «E con queste che cosa ci facciamo, un falò?»
«Ti piace il fuoco, per caso? Ne sei ossessionato.» asserì Namjoon, abbassandosi per recuperare tutte le copie sparse al suolo «Comunque no. Io te le passo, e tu le getti nel tritadocumenti.»

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DISCLAIMER ABBASTANZA IMPORTANTE NON STANNO INSIEME NON PENSATE COSE AFFRETTATE.
Ebbene sì ragazzi, è successo, a metà ma è successo. Questo capitolo onestamente è il mio orgoglio, soprattutto Jin, che è il mio personaggio, al quale sono particolarmente affezionata. Jin è una serpe, e Namjoon si è lasciato mordere. Adesso cosa succederà?
Come faranno a smascherare definitivamente i misfatti della preside Lee? Riusciranno a mantenere il segreto almeno per un po’? E Jin riuscirà nei suoi loschi intenti di far completamente cedere Namjoon? 
Intanto, Jeon Jungkook è uscito definitivamente di scena. Significa forse che non ci saranno più problemi? Spoiler: no.
Al prossimo capitolo, thank you~

-Glaceeonx 
   
 
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