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Autore: Francyzago77    20/04/2019    7 recensioni
Tornata in Australia, con il figlio avuto da Abel, Georgie cerca di ricominciare la sua vita serenamente con l'aiuto di Arthur. Ma il passato ritorna e metterà scompiglio nel suo tormentato cuore.
La maggior parte dei personaggi qui trattati non mi appartengono, sono proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III
Il passato ritorna
 
Arrivarono alla fattoria che era ormai sera inoltrata, ma Arthur non c’era e neppure Georgie.
-Non fa nulla aspetteremo qui – disse Dick.
-Potete appoggiare le vostre cose nel fienile – consigliò Jimmy – mi dispiace saranno stati trattenuti in città per affari. Io devo andare.
-Vai e grazie. Noi ci metteremo nel fienile – rispose Dick stringendo la mano al ragazzo.
Jimmy risalì sul carro per tornare a casa sua. Si sentiva risollevato, quella tensione stava svanendo ma quei due erano veramente avvolti da un alone di mistero.
Il giovane era partito, il carro in lontananza diventava sempre più piccolo, Dick si voltò e corse verso il fienile. Emma gli andò dietro e lo trovò al centro della stanza che osservava ogni cosa, ogni angolo, le lacrime gli rigavano il volto.
-Non c’è nessuno – disse lei appoggiandogli la mano sulla spalla – ancora non è arrivato nessuno ed io sono distrutta.
-Arriveranno – la tranquillizzò lui – riposati sul fieno.
Lei si adagiò in terra ed iniziò a piangere. Sembrava una bambina indifesa, lui si sedette accanto a lei dicendo:
-Adesso non dobbiamo più recitare la parte, ora siamo qui per vivere la nostra vera vita.
Si sentì il rumore di ruote sul selciato, arrivò un piccolo calesse.
-Emma, Dick siete qui vero? – era il conte Gerard – Ho incrociato Jimmy per strada e mi ha detto di avervi lasciato nel fienile.
 
 
E scese dal calesse continuando a dire:
-Mi dispiace ma c’è stato un contrattempo. Ora vi apro la casa.
I passi si avvicinavano sempre di più, dal fienile in penombra si sentivano i singhiozzi della giovane donna.
-Che succede? – gridò Fritz – State bene?
Aprì la porta e sobbalzò nel vedere tra la paglia una ragazza col volto coperto dalle lacrime abbracciata a chi aveva visto cadere sotto gli spari feroci di un odio spietato.
-Non sono un fantasma, sono io, sono sopravvissuto. Sono Abel! – urlò il giovane.
Il conte rimase senza parole, fermo sulla porta con gli occhi spalancati.
-Lo so sembra impossibile – iniziò Abel – ma è tutto vero. Sono qui per raccontarvi ogni cosa. Basta lacrime siamo al sicuro ora.
Asciugò il viso della donna che spalancò i suoi grandi occhi azzurri e fissò il conte con uno sguardo perso e triste.
-Maria! – sussurrò Fritz – Maria Dangering …
Abel si alzò, il conte corse ad abbracciarlo. Erano lacrime di stupore, di gioia, di incredulità, di speranza.
Nessuno parlava poi Fritz esordì timidamente:
-Ci dovete spiegare, noi … Georgie … io non capisco più nulla!
-Ci siamo imbarcati sotto il falso nome di Emma e Dick, loro e Allen ci hanno aiutato come sempre. Maria non è ben vista a Londra, avevamo bisogno di un’identità fittizia. Ma ora siamo in salvo.
Il conte li fece entrare in casa ancora stordito e poi corse a fermare Georgie.
-Non è opportuno che vi incontriate ora – disse – è meglio che prepari i ragazzi alla notizia. Inventerò qualcosa e torneremo qui in tarda mattinata per parlare con tranquillità. Ora riposatevi.
 
 
-Conte – lo fermò Abel – ho un figlio, vero? Voglio vederlo.
-Lo vedrai domani – rispose Gerard – è un bravo ometto ma anche lui deve essere preparato alla notizia.
Fritz scappò via di corsa, Abel iniziò a girare per la casa. Non era cambiata molto, la grande cucina, le loro stanze, la sedia dove la mamma ricamava … La mamma … sembrava passata un’eternità.
Intanto il conte era arrivato a casa e aveva bloccato Georgie che con Arthur stava andando ad accogliere Emma e Dick.
-E’ meglio lasciarli dormire, vi vedrete domani, erano stanchissimi, non sono abituati a lunghi viaggi. E poi Abel Junior è distrutto siete tornati ora! Arthur rimani a dormire qui con noi.
-Va bene papà – disse Georgie dopo una breve discussione – hai ragione. E’ colpa mia se abbiamo fatto tardi. Il commerciante di stoffe in città non è stato puntuale ed Arthur è potuto venire a prendermi soltanto al tramonto.
-Sì, sì – replicò Gerard velocemente – andiamo a riposare anche noi.
-Ma che hai papa? – sorrise Georgie – Sembra tu abbia visto un fantasma!
E forse era proprio così.
 
 
 
 
 
 
   
 
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