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Autore: Francyzago77    20/04/2019    8 recensioni
Tornata in Australia, con il figlio avuto da Abel, Georgie cerca di ricominciare la sua vita serenamente con l'aiuto di Arthur. Ma il passato ritorna e metterà scompiglio nel suo tormentato cuore.
La maggior parte dei personaggi qui trattati non mi appartengono, sono proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V
Di nuovo insieme
 
Il conte si era alzato presto quella mattina, non aveva passato una buona nottata, doveva parlare con Georgie e Arthur e condurli alla fattoria dove avrebbero trovato Abel e Maria. Vide Arthur già pronto per uscire ad andare nei campi.
-Aspetta – iniziò Fritz – dovrei parlarti. Dov’ è Georgie?
-E’ già fuori, voleva cogliere dei fiori per portarli a Emma e scusarsi per ieri sera.
-No! Non deve andare alla fattoria! – urlò Gerard.
-Ma cosa diavolo è successo? – ribatté il giovane.
-Mettiti seduto, ti spigherò tutto – ammise Fritz.
Intanto Georgie, ignara di ogni cosa, era al fiume. Aveva raccolto dei fiorellini colorati per la sua amica ed ora, si stava specchiando nell’acqua sistemandosi fra i capelli un piccolo bocciolo rosso.
-L’ultima volta che sono venuta qua – pensò – fu quando Lowell si dichiarò. Proprio sulla sponda di questo fiume, io indossavo il vestito della moglie di Kevin ed ero stata invitata al ballo del governatore ma non andai … una vita fa! Oh Lowell mio primo amore, sono contenta che sei guarito perfettamente e vivi con Elise in Italia sul lago di Como.
Si specchiò di nuovo, quella Georgie di allora non c’era più, quella ragazza spensierata e sognatrice aveva lasciato il posto a una donna sofferente ma determinata, coraggiosa e matura.
Sdraiata a riva, con le braccia incrociate e lo sguardo immerso nell’acqua, fissava il fondale mentre una leggera brezza di vento aveva iniziato a creare piccole onde nel fiume. Sentì un fruscio, dei brevi passi, ma era così intenta ad osservare la sua immagine riflessa che non si accorse di nulla.
 
 
I suoi occhi erano gli occhi di chi ha sofferto molto e li fissava attenta quando un’altra immagine si materializzò accanto a lei. Abel, l’uomo che aveva amato, il padre di suo figlio era lì vicino a lei. Sentì la sua voce pronunciare il suo nome, si voltò, come in un sogno si destò e Abel era veramente accanto a lei. Non era l’immagine riflessa irreale, lui era proprio lì, in carne e ossa.
-Georgie non ti spaventare, sono io, non ero morto  ma soltanto ferito. Ho fatto di tutto per ritrovarti.
-Non è possibile – urlò lei – è un sogno, non ci credo …
Lui l’abbracciò come avrebbe voluto fare da tanto tempo, lei iniziò a piangere e ad accarezzargli il volto.
Arthur e Fritz erano sulla soglia di casa pronti ad andare a cercare Georgie quando videro in lontananza due persone avvicinarsi lentamente. Camminavano insieme, all’unisono, come se fossero stati sempre insieme e forse così era stato.
-Non c’è bisogno di parlarle – disse Arthur al conte – si sono già ritrovati.
E corse verso di loro. I due fratelli si abbracciarono come non avevano mai fatto prima. Nessuno si sarebbe mai aspettato un epilogo simile, la gioia era immensa come immenso era il cielo sopra di loro.
-Devo parlare con mio figlio – disse Georgie – deve conoscere suo padre ma vorrei prepararlo.
-Anch’io devo parlare con tutti voi – disse Abel – e spiegarvi ogni cosa per bene. Andiamo da Maria anche lei ha molto da raccontare.
Georgie andò in casa dal bambino che ancora dormiva mentre i tre uomini presero il calesse del conte per dirigersi verso la fattoria.
Lì trovarono Maria, ancora frastornata, intenta a prendere un po’ d’acqua dal pozzo.
Maria – la chiamò Arthur – Maria, l’unica cosa bella in giorni e giorni d’infinita prigionia.
 
 
 
Arthur – rispose lei – ti credevo morto nel Tamigi.
I due si abbracciarono poi entrarono in casa con Abel e Fritz. Si sedettero attorno al tavolo ed attesero Georgie che doveva parlare al piccolo per poi lasciarlo ad una vicina per raggiungerli.
Quando Georgie arrivò, erano tutti intenti a parlare tra loro, lei andò a baciare Maria.
-Questo era un incontro che non immaginavo più neppure nei sogni – disse Georgie piangendo di nuovo e andandosi a sedere accanto ad Abel.
-Bene – disse Fritz prendendo la parola – ora che siamo tutti qui ed abbiamo asciugato le lacrime, cerchiamo di capire cosa è successo. Io sono il primo ad essere felice ma stupito. Abel inizia a raccontare tu!
E Abel incominciò a narrare la sua lunga storia.        
 
 
 
 
 
 
   
 
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