Alessio sognava la Spagna, se la passava, voleva vedere la rocca dei Fuentes, immaginava Ahumada come una magica melodia, diventare un soldato, fatti e non parole. Lui e le sue sorelle, tutti da Catherine, nata nel 1895, come la prima figlia dell’attuale colonnello Romanov, Olga, amica e confidente, sposata a un Funtes, appunto.
E ricordava la Pasqua del 1917 “Da quando in qua dipingi le uova?” aspirò l’odore delle tempere, scrutando il tavolo invaso dai tentativi di dipingere, appunto, in vista della Pasqua ortodossa, era costume dare uova dipinte.
Aveva rimuginato bene, quando Kerensky era venuto per la seconda volta gli aveva dato la mano e aveva chiesto serafico se, essendo lui K., ministro della giustizia, trovasse legale che lo zar avesse abdicato pure per lui. La sortita aveva causato un imbarazzato silenzio, dopo l’imperatore gli aveva spiegato che lo aveva fatto per non fargli riscontare i suoi errori “Come se non li stessimo scontando tutti ora, come se non li scontassi ora” aveva ribattuto, amaro, lucido, se ne era andato, maleducato come non mai con i suoi genitori, così infuriato che manco un soldato lo aveva tallonato, aveva uno sguardo autocratico, che inceneriva e bandiva ogni replica. E lo pensava ancora, a Tolbosk, suo padre aveva sbagliato, arrogandosi di un diritto, il suo, di cui non doveva e poteva disporre, e tanto lo aveva fatto.
Erano prigionieri dall'abdicazione dello zar nel marzo 1917, ogni giorno era stato uno scalino verso l’inferno, lui era prigioniero, in tripla misura, delle guardie, del letto su cui giaceva, aveva avuto l’ennesima crisi, di emofilia, detta il “morbo inglese” trasmessa da sua madre. Alessandra, la tragica straniera che si era appellata alla religione e a Rasputin per guarirlo da quella maledizione, dolore nel dolore che mai avrebbe conosciuto termine.
Un sospiro sorse dalle labbra, era stremato e non si arrendeva.
Si può restare liberi dentro la proprio anima, nonostante tutto, che in quel modo nessuno può toccarti, ho sempre vinto, a prescindere.
Potevo essere una vittima o cercare di andare avanti, ho scelto quella seconda opzione.
La nostalgia si scava lungo gli alisei del ricordo..
Tutto passa,
come i petali di bianche rose
soffiati dalle mie mani.
come i petali di bianche rose
soffiati dalle mie mani.