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Autore: shinigami di fiori    22/04/2019    1 recensioni
Fiducia? La cosa più inutile del mondo.
Però ricordava quell'isola, e ricordava la paura.
Ricordava che, lottando contro i suoi istinti, alla fine si era fidato.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Crocodile, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Capitano, cosa vuole farne di tutto quest’oro? Con quello che abbiamo seppellito su Analanta la scorsa settimana raggiungiamo una cifra enorme...Che ne dice di mettere su un regno-?
-Non essere ridicolo, siamo pirati non abbiamo bisogno di un regno-.
-Si ma diventeremmo dei pezzi grossi, potremmo costruire un grande impero-.
-Falla finita! Già con il nostro traffico di schiavi raggiungiamo cifre assai soddisfacenti, inoltre l’ultimo saccheggio è andato più che bene, con tutti questi soldi potremmo spassarcela per parecchio tempo-!
-Capitano, capitano Bloodwood terra in vista-! gridò la voce sulla cima dell’albero maestro.
-Oh, siamo arrivati, siamo arrivati- una voce profonda e roca si fece largo tra il branco di pirati intenti a mangiare, bere e festeggiare.
-Finalmente possiamo mettere insieme tutte le nostre ricchezze, diventeremo noi i governatori del Nuovo Mondo-.
-Ben detto capitano-!
-Ecco il grande Bloodwood-!
-Sei un grande capitano-!
-Sharararararararara-!
L’uomo era altissimo, seduto su una grande poltrona di velluto rosso intento a scolarsi una bottiglia di scotch: portava una lunga barba nera e un solo baffo riccioluto, il cappello elegante blu come la notte ospitava una piuma d’uccello sul retro, gli occhi pesanti e cadenti e il grande naso aquilino.
Aveva un dente d’oro al posto dell’incisivo destro, il petto scoperto e scolpito fasciato da una stoffa rossa sugli addominali, i larghi pantaloni bianchi e degi stivali neri lunghi fino al ginocchio terminanti con una punta arricciolata.
Sulla spalla destra sedeva un parrocchetto bianco, sulla sinsitra un piccolo avvoltoio schizzato e poco tranquillo.
-Attracchiamo subito, voglio prendere il mio tesoro il prima possibile-!
-Agli ordini capitano-!
-Ehm...Capitano-? la voce della vedetta vece sollevare il muso a tutto quegi avanzi di galera.
-Sembra che ci sia una luce sulla spiaggia, esattamente sotto il salice del tesoro-.
-Ah? Di cosa si tratta-?
La vedetta era un uomo basso e smilzo, al posto dell’occhio destro un diamante che funzionava da cannocchiale.
-Non siamo abbastanza vicini da vedere cosa provochi la luce...Ma oltre a quella prodotta dal Salice delle Muse c’è sicuramente un’atra fonte luminosa-.
-Probabilmente sarà un lupo della cenere, quest’isola è piena di quei cagnacci zannuti. Si sa che quando entrano nel periodo dell’accoppiamento la loro pelliccia brilla di luce naturale. Si dice che sia il loro calore a provocare la reaz...-
-Basta con queste sciocchezze, qualunque cosa sia lo sapremo non appena metteremo piede sulla nostra isola-.
Bloodwood si sollevò e respirò a pieni polmoni prima di cacciare un grido vichingo.
-Preparatevi uomini, la Sanguine sta per arrivare a destinazione-
La ciurma fece un ultimo brindisi a candele accese prima di prepararsi per l’arrivo.
 
 
 
 
Il ragazzino era coperto con una coperta costruita qualche giorno prima per ripararsi dalla pioggia: era fatta con le grandi foglie delle palme che riposavano sulla riva e alcune liane intrecciate; osservava la nave ancora lontana.
Al suo fianco Zaaeyll muoveva la coda nervosa.
-Vuoi prendere la nave-? chiese la sirena.
-Ovviamente-.
-Sai guidarla-? Zaaeyll lo fissò con la coda dell’occhio.
-Prenderò in ostaggio il timoniere- disse il giovane.
-Ho capito...- la coda si mosse piano.
Il corvino staccò gli occhi dal mare per osservare l’amica con aria sospetta.
Assottigliò gli occhi e posò il pugno sulla guancia osservandola con sguardo incredulo.
-Cosa-?
-Non credi che possa farcela, Zaaeyll-?
Il drago osservò prima l’orizzonte, poi di nuovo il compagno.
-Non tanto-.
Il corvino sospirò nervoso portandosi la mano sul viso e strofinandolo per darsi una svegliata.
-Non sei molto di aiuto, in questo piano anche tu hai la tua parte sai-?
Zaaeyll iniziò a grugnire piano, era solita farlo quando era nervosa.
-Andrà tutto bene, riusciremo ad aggirarli; non sanno il nostro numero e non sapranno nemmeno da dove partire per cercarci. Al contrario, noi possiamo seguire tutti i loro movimenti da nascosti- sorrise ottimista.
-Ma quanti saranno-?
-Ecco il nostro svantaggio...Il numero sarà il nostro problema- si portò la mano alle labbra pensieroso.
-Sono tanti pirati...-sussurrò Zaaeyll.
-Noi possiamo anticiparli, ruberemo quella nave e ce ne andremo da quest’isola- sorrise il ragazzino dai corti capelli scuri.
-Inotre...Non posso ancora crederci, che stiamo parlando di un tesoto lasciato da chissà quali pirati...-.
La coda della sirena riprese a sbattere violentemente, poi si abbracciò le spalle e iniziò a tremare.
-Sono pericolosi...Loro uccidono-
Il giovane si avvicinò a lei senza spaventarla e le mise una mano sulla grossa coda, accarezzandola piano.
-Zaaeyll, dobbiamo provare...O non ce ne andremo mai di quì-.
Il drago si scansò, poi osservò il piccolo con gli occhi scuri e lucidi.
-Io sto bene quì...-
-Zaaeyll...-
Il corvino strinse le mani a pugno...Capiva quello che la creatura stava cercando di dire: era piombato nella sua vita all’improvviso e l’aveva stravolta, ora stava cercando di strapparla da quella che probebilmente era stata la sua casa da chissà quanti anni...Non sapeva nemmeno cosa fosse, Zaaeyll.
Si sentì un egoista, e uno stupido.
Si allontanò di qualche passo, la sabbia infarinava le sue gambe e le scarpe rovinate dal sale e dal camminare ininterrotto.
-Ma sai...Non devi per forza seguirmi, Zaaeyll-
La sirena lo osservò piegando la testa di lato.
-é stato egoista da parte mia forzarti a compiere azioni che non avresti mai voluto fare....Ti chiedo scusa- e senza nemmeno renderseno conto aveva già abbassato il capo.
Zaaeyll mosse la coda velocemente, tanto che il ragazzino dovette spostarsi per evitare di essere colpito.
-Io sto bene su quest’isola...-disse di nuovo la sirena, facendo incupire ancora di più il più piccolo.
-Ma sto bene anche con te...- disse il drago avvicinandosi al piccolo e abbassandosi alla sua altezza, lasciando che i lunghi capelli gli accarezzassero il volto e si rizzassero come il pelo di un gatto.
-Il tuo mondo...-
-Eh-?
Il drago fece cozzare in modo poco delicato le loro fronti, addossandosi contro il ragazzo senza grazia.
-Mi fai male, togliti Zaaey...-
-Nel tuo mondo c’è spazio...-
Il corvino osservò quegli occhi neri da molto vicino, li guardò ed ebbe la sensazione di venir risucchiato all’interno di quei turbini neri infiniti, eppure ancora ricchi di lucentezza.
-...Per una come te-? completò il corvino.
Sentì Zaaeyll fare maggiore pressione e spingere con ancora pù forza.
Il giovane chiuse gli occhi godendosi il profumo di mare che emanava la creatura, poi si staccò, guadagnandosi un’occhiataccia dalla sua compagna.
Ghignò.
-Ci sono tante cose che il mondo non vuole tra i piedi...Non è qualcosa che mi interessa. Zaaeyll, che il mondo ti voglia o no, vivere è una tua decisione- disse, osservando la nave all’orizzonte. Giurò di aver visto ghignare un pirata.
Il ragazzino si voltò nuovamente verso la creatura, il vento gli accarezzò i capelli scompigliati e umidi.
-Vieni con me-?
Il drago colpì violentemente la coda a terra, poi con molta meno forza la gettò al petto del giovane, facendolo cadere a terra con un’imprecazione.
Ma alla fine, il ragazzo sorrise.
-Tsk...Non ti imbarazzare-.
 
 
 
 
Il corpo cadde a terra come un sacco di patate mentre il sangue inziava ad imbrattare la sabbia.
Zaaeyll ringhiò basso mostrando i denti appuntiti, del gas scappava dal retro della lingua, i capelli rizzati e sparati mentre il suo amico cercava di tranquillizzarla tenendole la mano salda sulla testa.
-Sta buona- le sussurrava mentre da dietro i cespugi osservavano la scena: la grande nave riposava dove l’acqua era ancora profonda, salda e ferma grazie all’ancora pesante sul fondale mentre le scialuppe e tutto l’equipaggio avevano raggiunto la spiaggia.
-Come sarebbe a dire che il tesoro è scomparso? Non essere ridicolo, chi mai potrebbe aver scoperto un’isola sperduta come questa-?
Il capitano della Sanguine gettò a terra il mozzo della nave, calpestandolo con il grande stivale.
-E-Ecco, il salice è stato profanato, il baule è...è vuoto-! disse piagnucolando il ragazzo.
-Tch...Cosa-? Bloodwood stava andando in escandescenza, estrasse la sua sciabola e fece per infilzare l’ennesimo membro dell’equipaggio quando una donna boccò l’arma semplicemente posandovi la mano guantata di velluto viola sopra la lama.
-Suvvia, Bloody, non vorrai mica uccidere tutta la ciurma solo perchè il tesoro è stato rubato-.
Il giovane naufrago sporse il viso per osservare meglio la scena, attento a non esporre Zaaeyll.
-Luctra, quel tesoro era una cifra immensa, non riusciremo mai più ad accumulare una cifra simile- disse adirato il capitano mentre i due volatili gli starnazzavano in cerchio sulla testa.
-Basterà saccheggiare altri villaggi e catturare quache schiavo in più- disse la donna dai folti e ricci capelli castani; era una formosa ragazza poco vestita, portava dietro la schiena una lunga balestra laccata in oro.
-Se solo quegli stupidi pirati non fossero stati così insistenti non avremmeo mai lasciato il tesoro quì su Analanta...Uomini! Partiremo domani all’alba, lasceremo questa patetica isola deserta- disse ricolmo di rabbia.
Il corvino si voltò verso Zaaeyll con sguardo deciso.
“Come immaginavo è un’isola fuori dalle rotte...In più abbiamo la possibilità di fare tutto entrò la nottata. Hanno dato per scontato che il ladro se ne sia già scappato via, che colpo di fortuna” sorrise.
-Capitano...- una voce fece voltare sia la creatura che il piccolo naufrago.
Una goccia di sudore scese lungo lo zigomo del corvino che deglutì pesantemente.
“Sta calmo, hai seppellito il tesoro in un altro punto e Zaaeyll ha trainato la zattera lontana da quì...Non abbiamo commesso errori...”
Un uomo dai lunghi capelli bianchi e dagi occhi fasciati si avvicinò verso il capitano, sussurrandogli qualcosa.
Zaaeyll iniziò a ringhiare ancora, nervosa, mentre muoveva la coda.
Improvvisamente, il pirata scoppiò in una fragorosa risata, seguito da tutto l’equipaggio.
-SHARARARARARARARA, ma questa è una bellissima notizia-! disse mentre il parrocchetto tornava a riposarsi sulla sua spalla.
-Cos’hanno da ridere-? il giovane si stava seriamente preoccupando mentre Zaaeyll teneva le orecchie vigili e annusava l’aria.
-Ehi, gentaglia...Un uccellino mi ha detto che il nostro tesoro non è andato da nessuna parte, si trova ancora su Analanta- sussurrò, mettendosi un sigaro in bocca e sorridendo maligno.
-Cosa-?
Zaaeyll soffiò come un gatto.
-Sputnick mi ha detto di aver messo un rilevatore all’interno del tesoro, e il segnale copre ancora la zona dell’isola, dobbiamo solo cercarlo- disse togliendosi il cappello, spolverandolo e riposandoselo sul capo.
Il ragazzo strinse un ramo tra le mani, nervoso.
“Pensavo di poter salvare il tesoro...Ma pazienza, non vale nulla in confronto a quella nave” pensò, deglutendo.
Sputnick radunò la ciurma e Bloodwood parlò:- formate tre gruppi e andate a cercare il mio tesoro, seguite le indicazioni di Sputnick e Meger, portatelo da me-.
-SI CAPITANO-! Urlarono tutti.
-Quanti ne hai contati? Io quindici credo...- disse il giovane.
Zaaeyll osservò il suo amico con quello che poteva essere definito uno sguardo triste, ma subito il corvino la rassicurò.
-In ogni caso ho seppellito il tesoro più lontano, ora che riusciranno a trovarlo e a tirarlo fuori noi saremo già sulla nave-.
-Il navigatore-?
-è a bordo, il mozzo di prima è corso sulla nave a gambe levate. Teneva una mappa e una bussola legati alla cintola...Deve essere lui ad occuparsi della nave- sussurrò.
Zaaeyll annuì, vigile.
-Ora non dobbiamo fare altro che aspettare che tutti si disperdano per cercare il tesoro...Rubiamo la nave e ce ne andiamo da quì-.
I tre gruppi si allontanarono capitanati da Sputnick e dalla formosa vice-capitano.
Ma Bloodwood si sistemò sotto al salice delle Muse, guardando l’orizzonte.
-Maledizione...Non pensavo rimasesse proprio il capitano a fare la guardia-.
-Zaaeyll...Ho bisogno del tuo aiuto per creare un diversivo...-
Il drago lo osservò pensieroso, piegando la testa sulla spalla.
 
 
 
Il capitano fumava tranquilamente ai piedi del salice mentre con la mano libera accarezzava il parrocchetto addormentato sul suo ventre.
Il cappelo blu lasciato sulla sabbia a riposare mentre osservava la Sanguine cullata dalle onde del mare notturno.
Aveva acceso un piccolo falò e aspettava che i suoi uomini riprendessero il tesoro e tornassero da lui, al mattino sarebbero ripartiti come se non fosse successo nulla.
Nell’oscurità strisciava un serpente marino, un drago dalla grossa coda squamosa; si trainava con l’aiuto delle braccia e sgusciava veloce e silenziosa.
L’ombra le era amica, la nascondeva da quello che era un pirata sanguinario dei mari del Nuovo Mondo.
Ma anche lei faceva parte di quel mondo assassino; strusciare così nell’oscurità le ricordò qualcosa, ma non seppe dire bene cosa esattamente.
Continuò a farlo mentre annusava l’aria attenta, all’erta.
In quel momento il corvino si rese conto di quanto effettivamente fosse letale Zaaeyll: era un animale, forse un mostro di qualche leggenda, forse semplicemente un mistero bizzarro...Ma era letale, Zaaeyll era una cratura pericolosa e quei denti appuntiti uniti al suo fiato gelido che approcciavano la figura di Bloodwood ne erano la prova.
Doveva distrarlo, ma anche lo avesse ammazzato sarebbe stato meglio.
La sirena si mimetizzava sulla sabbia, solo il luccichio dei suoi occhi neri poteva essere scorto in quell’abisso nero.
Allungò la mano artigliata per fare un altro passo quando...
-Come dici? Ho un ospite? Prego, fallo pure accomodare al mio cospetto- disse improvvisamente Bloodwood.
Zaaeyll era già pronta a scattare al suo collo per tranciargli la testa di netto quando, annusando l’aria, capì che non si trattava di lei.
Voltandosi verso il cespuglio che nasondeva il suo compagno si nascose velocemente dietro un roccia, attorcigliandosi nella grossa coda.
-M-Ma che...-? il corvino si voltò per scoprire con sorpresa un avvoltoio spiumato e mal ridotto osservarlo con odio, poi si mise a gridare rivoltando il becco verso l’alto.
-Che cazz...- qualcosa lo costrinse a venire fuori dai cespugni, una forza invisibile lo trascinò fino a sentirsi chiudere la gola in una stretta ferrea, ad una altezza spaventosa.
Bloodwood lo sservava curioso mente ghignava.
-Oh? Cos’abbiamo quì, Gast-? Chiese il capitano mentre l’avvoltoio si accomodava sull’altra spalla, quella non occupata.
-Un moccioso? Non mi dirai che sei tu la merdina che ha spostato il tesoro-? Chiese, trattenendosi dal ridere.
-M-Maledetto, lasciami andare stronzo- con una mano riuscì a prendere il coltello che teneva nella tasca e cercò di colpire la grande mano del pirata ma, ad una velocità sorprendente, il parrocchetto glielo strappò via, riaccomodandosi sulla spalla del suo padrone.
-Che caratterino...- disse, estasiato.
Il capitano si prese di prepotenza svariati minuti per studiare le condizioni del giovane.
-Come hai fatto a sopravvivere da solo su quest’isola deserta? No...Non sei da solo, dico bene-? Ghignò.
-Sta zitto-!
-Facciamo così, ragazzino...Se mi dici dove sono i tuoi compagni vi prenderò tutti a bordo della mia nave come schiavi da asta, potresti anche dire che ti è andata piuttosto bene, no? Sono un pirata generoso, non trovi-?
-Tsk...- Il govane cercava di divincolarsi ma la stretta era troppo forte.
“Sono stato attirato verso di lui come per magia...Che abbia, il potere di qualche frutto del diavolo? Se così fosse, sarebbe davvero difficile batterlo”.
-Coraggio mocciosetto, dimmi dove sono i tuoi compagni- il pirata ghignò e vide che, sotto la maglia rovinata, il piccolo nascondeva una brutta cicatrice ormai guarita.
In qualche modo doveva essersi curato...E non da solo.
Sorridendo, il capitano portò la mano a toccare la cicatrice del più piccolo, tastandola per studiarla.
-L-Lasciami andare- urlò scalciando, ma con un’ulteriore presa il pirata gli afferrò la gamba, improgionandolo definitivamente.
-So che non mi sbaglio, ci sono altre persone quì...Se mi dici dove sono non ucciderò nessuno di voi, te l’ho detto, ho altri piani per tipetti del genere con tanta forza e giovinezza da sprecare-.
Il pirata strinse maggiormente la presa al collo del ragazzino, facendolo annaspare in cerca di aria.
-Sono bravo al gioco del poliziotto cattivo, ottengo sempre le informazioni che mi servono...Ora dimmi, dove sono i tuoi amici-?
Il ragazzino afferrò con le sue mani quella grande del capitano, cercando di allentare la presa.
-Forza, non costringermi a farti fuori...-disse falsamente dispiaciuto.
-F-Fotti...ti...- la vista cominciava a diventare nera, non riusciva a prendere aria e,per la seconda volta, pensò di morire su quell’isola desolata.
“Zaaeyll, va via...Vattene vie e non pensare a me, scappa, scappa in mare”.
In quel momento il ragazzino riuscì a prendere nei polmoni quanta più aria possibile e i suoi piedi toccarono finalmente terra.
Tossì e cercò di calmarsi, fece grandi boccate d’aria per riprendersi, poi si accarezzò la gola graffiata e martoriata da quelli che sarebbero diventati lividi a breve, ma non gli importava in quel momento dato che le sue labbra si erano incurvate in un sorriso.
Riconobbe subito la grande coda che lo stava circondando facendo attenzione a non stringerlo, riconobbe il respiro adirato e affannoso, il soffio di un gatto preoccupato.
Mise una mano sulla coda della compagna, felice di vederla.
-Mfm...Davvero mi aspettavo una cosa del genere? Che mi abbandonasse e scappasse da sola-? sussurrò.
Il braccio che lo stava tenendo prigioniero era a terra in una pozza di sangue, il pirata era a terra, incredulo e tremante.
-C-Cosa diavolo è questa creatura? Un mostro...UN MOSTRO-! urlò Bloodwood venendo zittito immediatamente dal ragazzo dai capelli neri.
Aveva gli occhi luccicanti di un assassino, le sue iridi nascondevano sfumature di grigio in un’espressione di puro sadismo. Gli aveva piazzato una mano sul viso e aveva avvicinato il coltello pericolosamente alla sua gola.
Zaaeyll osservava la scena con il viso sporco d sangue, in bocca ancora la senzazione del braccio che aveva strappato di netto con i denti affilati.
-Ma dai...e io che mi stavo anche preoccupando- sussurrò il giovane, lanciando un’occhiata alla sirena al suo fianco, ancora intenta a proteggerlo nella sua coda acciambellata.
-Zaaeyll...Possiamo ucciderli tutti senza problemi- sorrise e, con un movimento fulmineo, tagliò la gola del pirata senza esitare.
Il sangue macchiò il volto del ragazzino che, senza battere ciglio, pulì la lama sui suoi vestiti, riponendo poi l’arma nella tasca.
La sirena indietreggiò appena dal giovane, abbassando capo e orecchie.
-Che ti prende-? chiese, osservando il corpo morto steso a terra.
Zaaeyll ringhò piano.
Il ragazzino sapeva di non poter perdere tempo, dovevano prendere una decisione.
-Devi dire qualcosa-? chiese frettolosamente, osservando come la sirena si prendeva la testa tra le mani.
-Mai...n’ga...-
Il ragazzo si concentrò su quella voce rotta che udì da quella cascata di capelli.
-Main’ga...- sussurrò.
Il corvino socchiuse gli occhi mentre guardava la creatura osservarsi le mani insanguinate.
-Main’ga- disse con voce ancora più disperata e se c’era qualcosa che il piccolo naufrago aveva capito era che fermare i piccoli attacchi di panico che sperimentava Zaaeyll era sia un modo per evitare una minaccia per entrambi, sia un modo per capire da dove venisse la creatura stessa.
-Zaaeyll, calma...Tranquilla...Va tutto bene- cercò di avvicinarsi piano con i palmi aperti; non voleva spaventarla ulteriormente.
Il drago si accasciò e si portò la mani al viso, contorcendosi e ringhiando rumorosamente, così forte da fare spavento.
-Z-Zaaeyll, calmati, va tutto bene- e solo dopo pochi secondi il ragazzo capì di doverla allontanare dal cadavere del pirata e dal suo sangue.
-Andiamo, allontaniamoci- disse, ma la sirena si allontanò da sola verso il mare, scomparendo insieme ai suoi gemiti di paura e alla schiuma della riva.
Il piccolo rimase ad osservare gli anelli d’acqua sparire lentamente mentre un parrocchetto e un avvoltoio volavano in cerchio sulla sua testa.
-Main’ga...- sussurrò poi, osservandosi le mani sporche di sangue.
Raggelò al solo pensiero di quanto quella strana parola somigliasse alla più comune “mamma”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-
Eh niente, apposto così, va bene va bene.
Ecco il nuovo capitolo finalmente, doveva essere modificato e proprio non trovava ispirazione finché BOOM.
Eccolo quà!
La sessione quest’anno è più dura di quanto pensassi, se ne uscirò viva...No niente, tanto muoio.
Ringrazio tutti coloro che sono arrivati fin quì e che seguono pazienti gli aggiornamenti a rilento...Siete degli angeli.
Mi scuso ancora per il ritardo imbarazzante e vi do appuntamento con il prossimo capitolo di cui ho lo scheletro (come tutti gli altri) e devo solo aggiungere alcune cose.
Un abbraccio e alla prissima!
-Shinigami di fiori-
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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