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Autore: Mahlerlucia    22/04/2019    1 recensioni
Vivo perché sono morto dentro tante volte,
amo perché ho provato l’odio e mi ha fatto paura,
do perché so che cosa vuol dire non ricevere niente,
ascolto perché mi piace vedere le parole risplendere quando vengono ascoltate,
apro il mio cuore perché è l’unico modo di farlo respirare.
(Fabrizio Caramagna)
[Natsuya x Nao]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirishima Natsuya, Nao Serizawa
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Free! - Iwatobi swim club
Personaggi principali: Natsuya Kirishima, Nao Serizawa (Ikuya Kirishima)
Pairing: NatsuNao
Tipo di coppia: Shonen-ai


 


 

Trouble

 

 

Oh no, I see
A spiderweb is tangled up with me
And I lost my head
The thought of all the stupid things I'd said

Oh no, what's this?
A spiderweb, and I'm caught in the middle
So I turn to run
The thought of all the stupid things I'd done... 

 

Non hai idea di come abbiate fatto a varcare la porta del tuo appartamento senza ruzzolare entrambi a terra. Il peso del suo fisico statuario grava sulle tue fragili spalle come un macigno. Un fardello di cui devi prenderti cura ad ogni costo. Glielo devi.
Il commento sull'idea che suo fratello ha sempre avuto di te, è stata l'ultima affermazione di senso compiuto che la sua mente offuscata è riuscita a mettere in piedi. Ora Natsuya Kirishima è precipitato in un insolito stato di dormiveglia che gli consente, al massimo, di biascicare qualche sillaba sconclusionata e priva di metrica.
Lo aiuti a togliersi la giacca e lo fai sdraiare sul materasso, assicurandoti che non assuma posizioni scomode o innaturali. Apri l'armadio per recuperare un piccolo plaid con il quale poter coprire il suo corpo infreddolito.
I postumi della sua sbronza stanno cominciando a dare i primi segni di vita di fronte alla premura dei tuoi occhi.
Sospiri, non riuscendo a fermare quella mano che desidera carezzare il suo viso gonfio ed arrossato, la sua pelle calda, il suo respiro irregolare e pesante. La sua sofferenza è reale, fisica, palpabile. Un demonio che non gli sta dando tregua.
Lasci che le tue dita scivolino fameliche tra le folte ciocche di capelli ribelli che inondano la sua fronte bollente. Le sue palpebre si sollevano leggermente, mentre le sue iridi color del fuoco cercano il tuo viso.
Senti la sua mano afferrare la tua, come se si trattasse del suo unico appiglio.

“Nao...”

Ti maledici per averlo svegliato, per aver interrotto quell'attimo di quiete che la sua testa in subbuglio gli aveva potuto faticosamente concedere. Gli sorridi, cercando in qualche modo di scusarti.
Avverti le sue dita stringere con ancor più veemenza il tuo esile polso e i suoi occhi farsi repentinamente enormi.
Tenta goffamente di alzarsi, ma una fitta alla testa lo blocca costringendolo a rimanere seduto sul ciglio del letto. Non si è nemmeno accorto, nella foga dei suoi gesti, di aver buttato la coperta sul pavimento.
Viene sorpreso da quello che sembra essere un singulto improvviso; tenta di controllarlo tappandosi la bocca con entrambe le mani. Ma sembra essere tutto inutile. Si alza di scatto e non può far altro che correre in bagno.

Lo raggiungi in un lampo, trovandolo piegato sulla tavola del water mentre tenta di reggersi a fatica sulle braccia tremanti. Il suo viso è ridotto ad una maschera di smorfie di sofferenza miste ad imbarazzo. Il suo ventre si contrae più volte a causa dei conati di vomito che quasi non lo lasciano respirare a dovere.
Con il cuore spezzato dinnanzi a tanta pena fisica ed emotiva, non puoi fare a meno di avvicinarti e stringerlo forte da dietro. Allunghi un braccio sino alla sua fronte per aiutarlo a mantenere un minimo di equilibrio, almeno fino a quando il suo stomaco non si deciderà a darsi una calmata.
Il suo corpo è madido di sudore, il suo battito cardiaco sembra impazzito talmente risulta accelerato. Avverti un nuovo spasmo gastrico, un attimo prima di sentirlo buttar fuori altri residui appartenuti a tutte quelle diavolerie che si era ingurgitato in quell'assurda serata alcolica. L'antidoto contro i dispiaceri della vita che non funziona mai e che porta con sé diversi – e fastidiosissimi – effetti collaterali.
Decidi di allentare la presa del tuo abbraccio sentendolo tossire in maniera convulsa. Lo porti delicatamente alla parete e inizi a massaggiargli il collo e il petto per permettergli di distendere i muscoli e rilassarsi. Ti alzi giusto il tempo necessario per cercare un panno pulito da bagnare con acqua fresca. Glielo sistemi sulla fronte, cercando di arrecare un po' di sollievo alle sue membra annientate dalla malinconia e dalle sue umane conseguenze.

“Mi-mi dipia...”

Sta cercando disperatamente di dirti qualcosa, ma fatica ad articolare i fonemi. La sua bocca è ancora impastata, le sue labbra troppo sconvolte. Ha la febbre e, di conseguenza, la sua testa pulsa a causa dell'imminente innalzamento della temperatura corporea.
Non riesce a tenere gli occhi aperti, ma prova comunque a dirigere lo sguardo in direzione delle tue iridi chiare.

“Non ti preoccupare, Natsuya. Cerca di stare tranquillo e non pensare a nulla. Almeno per stanotte.”

Con la mano libera gli carezzi una guancia e lui si lascia completamente andare a quel tocco rincuorante. Piega appena la testa lasciando calare le palpebre pesanti. Un impercettibile sorriso compare sul suo viso devastato.
Rispondi a quel piccolo segno di pace interiore – finalmente ritrovata! – con un ulteriore sorriso di conforto.

“Ehi, Capitano! Non posso permetterti di passare la notte sulle fredde piastrelle della pavimentazione del bagno. Credi di farcela ad alzarti per raggiungere il letto?”

Il maggiore tra i fratelli Kirishima apre appena gli occhi in due fessure con le quali tenta di instaurare un contatto visivo con te. Le richiude un attimo dopo, lasciandosi scivolare sulla tua spalla. Il panno cade inesorabilmente dalla sua fronte e tu riesci a raccoglierlo prima che possa scivolare a terra. Senti la sua tempia strofinarsi sulla stoffa calda del tuo golfino. Non puoi fare a meno di stringerlo per le spalle ed avvicinare il suo viso al tuo petto, carezzandogli quei crini castani perennemente spettinati.

“Chiama i... i pompieri...”

“Sei un po' caldo, ma non mi sembra di vedere incendi appiccati nei paraggi.”

“Allora chiama il boscaiolo.”

La sua voce arriva ovattata alle tue orecchie poiché il suo viso è nascosto tra il tuo mento e l'incavo del tuo collo. In un primo momento non riesci a cogliere il senso di quella strana affermazione.
Sei curioso di capire a chi – o a che cosa – si stia riferendo e proprio per questo decidi di approfondire. Speri, in cuor tuo, che non si tratti di nulla di diverso rispetto alle sue usuali battute.

“Perché proprio il boscaiolo?”

“Perché... perché così può tagliare via le piante marce. Quelle che impediscono alle loro simili di crescere in salute, sotto la luce del sole.”

Le piante marce. Quelle che impediscono alle loro simili di crescere in salute...
Ora ti è chiaro che sta parlando esplicitamente di sé. Nella sua mente tormentata è arrivato al punto di paragonarsi ad un vegetale malconcio; Ikuya è il suo simile che non può crescere in salute proprio a causa sua.
Realizzi solo in quell'istante quanto il suo stato d'animo versi in una condizione ben peggiore rispetto a quella che avevi immaginato quando lo avevi ritrovato per strada. Non si tratta solamente delle sue solite difficoltà relazionali con il più giovane di casa Kirishima; c'è dell'altro. Qualcosa di molto più profondo e di ben radicato nel tempo.
Natsuya non ha mai avuto piena fiducia in se stesso e nel suo evidente talento. Non è certo il tipo di persona capace di tirarsi indietro di fronte alle occasioni utili per dimostrare le proprie qualità e i frutti di intense settimane di allenamento; ma non ha mai nascosto a nessuno quelle che sono le sue infinite reticenze e il suo invadente senso di umana inferiorità.
Un'anima marcia che impedisce a chi gli sta accanto di splendere con la sua sola presenza.

“Non dire assurdità. Ora tirati su e metti un braccio intorno alla mia spalla. Devi assolutamente riposarti.”

“Sì, mamma.”

Non rispondi a quella sua bonaria provocazione. Anzi, sei persino sollevato dal fatto che non abbia perso quella sua sottile ironia di confidenza, nonostante il delicato momento che si sta ritrovando ad attraversare.
T'impegni da subito a sollevarlo quel tanto che basta per poterlo accompagnare fino in camera. Quegli oltre dieci centimetri di differenza d'altezza e quel suo fisico tonico e definito non ti stanno di certo aiutando nell'ardua impresa, per quanto li avessi sempre apprezzati. Come ogni cosa che gli appartiene, sia dal punto di vista fisico che caratteriale.
Giunti in camera, si lascia andare di peso sul materasso e affonda il viso nel piccolo cuscino di piume d'oca.
Nel frattempo recuperi il plaid e lo sistemi per bene sulla sua schiena. In quel frangente noti i suoi grandi occhi rossi osservare ogni tuo singolo movimento. Il suo sguardo sembra perso, il suo sorriso ti sta implicitamente chiedendo sostegno emotivo mentre s'impegna a nascondere un velo di nostalgia trasparente.
Tutti tentativi vani di fronte alla tua vigile accortezza e alla tua infinita pazienza.

“E tu dove dormirai?”

“Recupero il futon e mi metto qui accanto.”

“Ma ci stiamo qui... anche se...”

“Anche se... ?”

“Niente, lascia perdere...”

Ti avvicini al letto e, ponendo il tuo viso a pochi centimetri dal suo, cominci a tormentargli la punta del naso con il polpastrello del dito. Non esistono altri occhi dai quali desidereresti essere guardato allo stesso modo.

“Parla, Kirishima! Altrimenti non darò pace al tuo naso per tutta la notte!”

La sua espressione fintamente imbronciata riesce nell'intento di farti tornare il buonumore, almeno quanto basta per non cadere in quel baratro d'inquietudine che non avrebbe sicuramente giovato a nessuno di voi due.
Natsuya solleva appena il mento senza alzare la testa dal cuscino. Afferra l'apice del tuo dito tra le sue arcate dentali e inizia a mordicchiare la morbida pelle, accertandosi di non procurarti alcun dolore. Prende poi quella stessa falange tra l'indice e il pollice e se lo porta alle labbra, baciandola in un soffio.

“Ecco, ora senti l'odore del dito. Luppolo di stagione...”

E in quell'attimo non riesci a frenare un buffetto che gli rilasci sulla fronte. Come se l'odore del suo alito potesse risultare un problema per te, che oramai ti sei abituato a tutto ciò che era in grado di proporti un cavallo indomabile come lui.
Ti sollevi per sistemarti meglio sul letto. Ti corichi accanto a lui, restando sul ciglio del materasso e senza sottrargli la coperta. Restate così, occhi dentro occhi, senza parlare. Torni ad accarezzargli i capelli per permettergli di rilassarsi, di serrare le palpebre e di lasciarsi finalmente andare in direzione delle braccia di Morfeo.
Comincia persino a russare, mentre non puoi nascondere a te stesso che l'odore di alcol, confuso con quello dei succhi gastrici che erano risaliti dallo stomaco poc'anzi, si sente eccome.
Ma non sarà di certo questo a farti smettere di guardarlo con la stessa intensità con cui lo hai sempre ammirato. Non sarà sicuramente una sua debolezza comportamentale e psicologica a farti cambiare idea sulla purezza della sua anima e sulla bontà di ogni suo singolo intento. Non sarà la messa in mostra del suo lato caratteriale più fragile e autentico a farti voltare la testa dalla parte opposta.
Quando hai compreso di provare qualcosa che va ben oltre l'amicizia per Natsuya, hai preso la decisione di accettare ogni aspetto della sua personalità, dai pregi ai più straordinari difetti.
Buonanotte, Capitano. Libera la tua mente da ogni dilemma e concediti un po' di quiete almeno fino all'alba che verrà.

 

***

 

“Che ore sono?”

Sollevi d'impeto la testa udendo la sua voce ancora deformata dal sonno. Sei da poco uscito dalla doccia e hai fatto giusto in tempo a rivestirti. Ma devi ancora asciugarti per bene i capelli.
Recuperi gli occhiali lasciati sulla parte superiore del lavabo e sistemi sulle spalle l'asciugamano con il quale ti stavi frizionando la testa umida. Finalmente riesci a vederlo, poggiato allo stipite della porta. Ha l'aria di chi non ha ben chiaro il motivo della sua presenza in quel posto, dato che non risulta essere esattamente casa sua.
Indossa la stessa t-shirt nera e i medesimi jeans della sera prima. È scalzo e ha i capelli completamente arruffati. Nonostante questi insignificanti dettagli, continua a rimanere il ragazzo più bello che tu abbia mai avuto la fortuna d'incontrare. L'unico in grado di risvegliare il tuo sorrido anche di prima mattina.

“Circa le otto e trenta. Adesso libero il bagno così potrai usarlo tranquillamente.”

“Oh, non ti preoccupare. Ne ho già abusato ieri, se la memoria non mi sta facendo ancora scherzi del cavolo.”

Attraverso lo specchio lo osservi mentre abbassa il capo portandosi una mano sugli occhi e mostrando una smorfia di dolore acuto. Certo, i rimasugli della serata alcolica non hanno ancora finito di tormentarlo.
Ti avvicini a lui e poggi, a tua volta, una mano sulla sua fronte: è ancora piuttosto calda. Torni vicino al lavabo per cercare dell'aspirina nell'armadietto dei sanitari. Riempi un bicchiere di plastica con dell'acqua fresca e glielo porgi, assieme alla piccola confezione contenente il medicinale.

“Prendi. Ti servirà per alleviare il mal di testa.”

“Grazie.”

Torni in camera per preparargli della biancheria e dei vestiti puliti. Ma non hai quasi nulla che corrisponda alla sua taglia. Sono momenti come questi che ti portano, inevitabilmente, a soffermarti sulla tua costituzione minuta e sulla tua scarsa prestanza fisica; soprattutto da quando avevi dovuto abbandonare le competizioni di nuoto, anni addietro. E non di certo per tua volontà.
Riesci a trovare solamente una tuta appartenente allo staff sportivo che si occupa della squadra di nuoto dell'Università e un paio di boxer non aderenti. Non è proprio da te, ma non puoi evitare di arrossire pensando che quel pezzo di stoffa verrà indossato da Natsuya. Cerchi inesorabilmente di bloccare i pensieri che stanno già tentando a scavalcare quei confini di pudore che ti sei prefissato da tempo.
Di sicuro, a vent'anni suonati, non c'era nulla di male nell'avere certi pensieri, ma se la questione si fosse palesata, sarebbe divenuta troppo imbarazzante da tenere sotto controllo. E il bacio della sera precedente aveva già fatto i suoi discreti 'danni'.
In fondo, ancora non sono certo dei suoi sentimenti nei miei confronti. Non devo illudermi prima del tempo.

 

***

 

“Natsuya...”

Il capo del maggiore tra i fratelli Kirishima si solleva, sussultando appena. Non è solito essere chiamato con il suo nome dalle persone a cui era più legato. I primi dubbi sulla gravità di quello che sta per udire stanno già facendo il loro ingresso ufficiale nella sua mente perennemente invasa dai pensieri ben più bislacchi.
Lascia gocciolare i capelli bagnati sulle spalle. Le sue scapole s'intravedono appena sotto quella coltre di schiuma dovuta alla quantità esagerata di bagnoschiuma che ha versato nell'acqua calda. La sua piccola oasi di pace e di distacco da quel mondo che ogni giorno non fa altro che deluderlo ed amareggiarlo.
Ti regala uno sguardo carico di perplessità, ma muto. Fermo, in attesa della tue parole.

“L'altro giorno, al Campus dell'Hidaka ho incontrato Haruka, Makoto e Asahi. Ti ricorderai sicuramente di loro.”

“Erano i compagni di staffetta di Ikuya in prima media, o sbaglio?”

“No, non sbagli. Anche loro sono in cerca di notizie su Ikuya.”

Il nome di suo fratello giunge sino ai suoi timpani con la stessa delicatezza di un diretto tirato da un pugile esperto nel corso del suo match decisivo. Ancora non gli è chiaro il motivo per cui tu abbia deciso di tirar fuori quel discorso per lui più che delicato, se non addirittura doloroso.
Il fatto che quei tre ragazzi cerchino, ancora oggi, notizie di Ikuya non ti sorprende affatto, visto il modo in cui erano stati costretti a porre fine al loro progetto di squadra. Asahi dovette trasferirsi in un'altra città a causa del lavoro di suo padre, mentre quel talento sprecato di Nanase non ne aveva voluto sapere di proseguire nel corso del secondo anno. Rimanevano il giovane Kirishima e Tachibana, che di certo non potevano continuare solamente in due.
Fu così che Ikuya decise a sua volta di mollare tutto per proseguire i suoi allenamenti negli Stati Uniti. Lontano da quegli amici dai quali si era sentito tradito, distante migliaia di chilometri da quel fratello maggiore che sembrava non stimare affatto.

 

“Amici? Io non ho amici! Quando entro in vasca sono solo e lo sono sempre stato. Quando sono stato male non c'era nessuno di loro a salvarmi. Non c'eri nemmeno tu, troppo preso dalla tua bella vita!”

 

La sua testa quasi scompare in mezzo alla morbida schiuma al profumo di lavanda. Lo senti sospirare e socchiudere gli occhi in segno di disfatta, di resa, di accondiscendenza nei confronti di una situazione familiare che lo faceva soffrire da matti, ma contro la quale non ha mai potuto fare nulla. Vittima della sua stessa negligenza, colpevole di mancanze che ancora non è stato in grado di realizzare appieno.

“Magari saranno più fortunati di me. Sanno almeno che frequenta l'Università di Shimogami?”

“Sì. Mi hanno detto che ci sono anche stati, ma che i suoi attuali compagni di team hanno impedito loro d'incontrarlo. Qualcuno avrebbe persino messo in palio l'incontro con tuo fratello in una sfida. Pare che Makoto abbia accettato.”

“Parli di Tachibana?! Seriamente?! Potevo capire uno degli altri due. Mi sono sempre sembrati molto più diretti ed impulsivi rispetto a lui.”

“Senti chi parla...”

Natsuya solleva la testa dall'acqua per poggiare il mento sulle mani giunte sul bordo della vasca. I suoi occhi color del fuoco ti fissano per qualche istante, come a volerti chiedere qualcosa di apparentemente impossibile da pronunciare.
Il suo sguardo è talmente prezioso da lasciarti senza fiato. Le mille emozioni racchiuse nel suo cuore stanno tutte lì, incastrate in quell'espressione tesa ed inquieta, nel brillio di quelle iridi costantemente alla ricerca del loro attimo di effimera felicità. Un miraggio sempre più lontano, indistinto, astratto.

“Serizawa-san, stai insinuando che io mi comporto in maniera... diciamo... non troppo razionale?”

Lasci scorrere la tua lingua tra le labbra, come unica valvola di sfogo utile per trovare le parole più adatte per rispondere a quella domanda da doppiogiochista. Non mancano mai dilemmi retorici nel repertorio cognitivo di quella gran volpe di Kirishima.
Che domande, Capitano. Sei davvero certo di avere l'indulgenza per restare qui ad ascoltare l'ovvia risposta?

“Beh, diciamo che la pazienza non è al primo posto tra l'elenco delle qualità che contraddistinguono la tua spiccata personalità.”

“Fanculo!”

“Ecco, appunto.”

I vostri occhi s'incrociano ancora una volta, come un magnete che nulla può dinnanzi al ferro.
Natsuya s'impossessa di una discreta quantità di schiuma e la soffia con forza nella tua direzione. Fai appena in tempo a sollevarti per evitare di bagnarti. Ti penti subito dopo di quello stupido gesto di stizza e lui se ne accorge all'istante.
Scoppiate a ridere insieme, come ai vecchi tempi. Come quei due ragazzini di dodici anni che amavano rincorrersi sulla spiaggia mentre percorrevano il tragitto da scuola a casa, alle ultime luci del tramonto.
Iwatobi era sempre stata la vostra piccola tana sicura e ne sentite entrambi la mancanza. L'aria buona di provincia che manca e mancherà sempre nel caos di una Tokyo che non è capace di guardare in faccia nessuno.

“Nao...”

Torni da lui e t'inginocchi a fianco della vasca. Questa volta non scapperai nemmeno se dovesse saltargli di nuovo in mente di attaccarti con i puerili mezzi che ha a disposizione. Non puoi fuggire da ciò che ti fa stare più bene al mondo, è contro natura.
Poggi la tua mano alla sua e con il pollice accarezzi le sue nocche dure, virili, rassicuranti.

“Dimmi pure.”

“Posso chiederti perché hai scelto di studiare Medicina sportiva?”

“Beh... mi avresti visto meglio alla facoltà di Lettere?”

Kirishima serra le palpebre e sospira, come se stesse tentando di calmare i propri nervi. Non era sicuramente quella la risposta che si aspettava da te. Anche perché non gli hai affatto risposto, tutt'altro. Ti sei limitato a deviare il discorso coprendo quel tuo momento di disagio con una stupida battuta. La coperta dei più vili degli ipocriti.

“Perché no?! In fondo, sei sempre andato bene in tutte le materie. Ma... Medicina sportiva? Non vedo il perché di questa scelta per una persona che tra qualche anno gareggerà ad altissimi livelli. Poi, magari, sono io che non ci arrivo. Sei sempre stato tu quello perspicace.”

Allontani impulsivamente la tua mano dalla sua. Ti alzi in piedi e gli sorridi per cercare di mascherare la disperazione che sta lentamente prendendo piede nel tuo fragile essere.
Con l'ausilio delle dita, Natsuya libera la fronte dai suoi folti capelli e si sciacqua il viso. I suoi occhi inquisitori non ti perdono di vista nemmeno quando sono chiusi o rivolti al soffitto.

“Vado a prenderti un accappatoio pulito. Torno subito.”

 

***

 

“Stai deviando il discorso e non è da te. Cosa c'è che non va?”

Sobbalzi al suono della sua voce possente. Ti volti e lui è lì, alle tue spalle, seduto sullo scrittoio. Non è rimasto ad aspettare, ha preferito seguirti con indosso un semplice asciugamano a coprire il minimo indispensabile. I capelli tirati indietro, l'aria di chi non ha intenzione di mollare la presa fino al momento in cui non scoprirà la verità.
Natsuya, questo è peggio di un attentato da parte tua.

“Non c'è assolutamente niente.”

Bugiardo, ciarlatano, mendace. Ecco quello che sei. Come puoi prenderti gioco del suo interesse puro e sincero nei tuoi confronti? Come puoi negare la tua mera intenzione di evitare a tutti i costi quell'argomento che ti fa stare tanto male?
Lo stai facendo per lui? Non vuoi arrecare ulteriore dolore a quello con il quale si sta già abituando a convivere? Far finta di nulla allevierebbe ogni cosa?

“Meno male.”

Il tono della sua voce è flebile, a malapena udibile. Non sembra per nulla convinto, ma perlomeno ha deciso di darti un'altra possibilità, di concederti ancora qualche tempo prima che tu possa finalmente deciderti a parlare e a rivelargli la verità.
Prima che sia troppo tardi e che la questione diventi realmente irreparabile.
Prima di correre il rischio di perderlo per sempre.

 

 

... Singing out ah, I never meant to cause you trouble
Ah, I never meant to do you wrong
Ah, well if I ever caused you trouble
Oh no I never meant to do you harm... 











 



Angolo dell'autrice


Ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia raccolta di one-shot! :)

E fu così che la one-shot scritta in un momento d'esigenza creativa ed emotiva divenne magicamente una raccolta di 'tante' belle shottine. Si, insomma. Diciamo che al momento ho in mente le idee generali per poter buttar giù almeno le prossime due. ;)
La raccolta sarà interamente dedicata a Natsuya Kirishima e Nao Serizawa (i senpai di 'Starting Days'), con sprazzi di narrazione legati ad Ikuya e ad altri personaggi che ruotano intorno a loro.
Il punto di vista sarà alternato e in questo caso toccherà a Nao. Il tempo della narrazione sarà sempre il presente con la presenza di vari e – più o meno – ampi flashback.

Questa seconda one-shot segue temporalmente la precedente.
In questo caso ho preso ispirazione dalla canzone Trouble dei Coldplay (da cui ho tratto anche il titolo).
Il capitolo si apre con la mera espressione di tutti i postumi della sbronza a cui è andato incontro Natsuya nel corso della serata precedente. L'intervento costante di Nao rende il tutto decisamente hurt/comfort e non può essere altrimenti, visto lo splendido rapporto che è sempre intercorso tra i due. Chiaramente si tratta di un sentimento che va ben oltre l'amicizia ed è ampiamente corrisposto. Ma è naturale che Nao abbia i suoi dubbi al riguardo. ;)
La mattina seguente i due decidono di coccolarsi ancora un po' e si perdono nei loro consueti discorsi: Ikuya, gli ex compagni di squadra di Ikuya, l'Università. Quest'ultimo punto, però, arriverà a toccare questioni che riguardano da vicino lo sfortunato Nao. Insomma, chi conosce il personaggio nella sua versione canon sa a cosa mi riferisco. Peccato solo che Natsuya non ne sia ancora al corrente (Starting Days si conclude con una sorta di patto tra loro nel quale Natsuya afferma che aspetterà Nao per poter nuotare ancora con lui, in puro stile Rin x Sousuke per intenderci).
La storia continua nelle prossime shot!

Grazie ancora a tutti coloro che passeranno di qua. ^^

A presto,

Mahlerlucia

   
 
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