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Autore: Angel TR    23/04/2019    2 recensioni
Storia di una sottomessa ribelle.
Loro ti vogliono forte ma sottomessa, al loro servizio. Io ti voglio libera e potente, Kazumi.
Meglio Eva o Lilith?
Chi vuole essere Kazumi Hachijo? Il problema è che non sarà lei a scegliere.
{Storia partecipante alla Challenge "Pagine di una storia infinita" indetta da Molang su efp}
{Partecipa anche alla Sfida delle Parole Quasi Intraducibili indetta da Soly Dea su EFP}
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro Personaggio, Heihachi Mishima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ultraviolence'
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Partecipa alla Challenge Sfida delle Parole Quasi Intraducibili indetta da Soly Dea su EFP
Hanami: la millenaria usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura degli alberi, in particolare di quella dei ciliegi.


5. Catene

Minacciose figure senza volto incombevano su di lei, ammassandosi, pronte a schiacciarla sotto il loro peso. Avrebbe voluto scappare ma attorno a lei solo alte mura di fuoco. Il fumo le ostruiva le vie respiratorie, causandole un eccesso di tosse. Intanto, le masse nere si avvicinavano sempre di più...
Qualcosa le diceva di spiccare il volo ma lei era troppo impaurita per farlo...

E allora morirai.

Kazumi si svegliò di soprassalto, sudata.

Il cuore le batteva forte nel petto, brividi lungo la schiena, la sensazione di essere ancora circondata da figure e fiamme. Si passò una mano tra i capelli, scostando la frangetta bagnata ormai attaccatasi alla fronte.
L'incubo era sicuramente la conseguenza di ciò che era accaduto la sera precedente, quando Heihachi Mishima si era congedato e suo padre, suo zio e il maestro l'avevano scortata nel grande giardino fuori casa per rivelarle la sua missione.

Un gioco interessante. Finalmente avrò modo di sgranchirmi le gambe.

Kazumi si portò una mano alla fronte, quasi come se potesse costringerla a contenere tutti quei pensieri senza scoppiare.
Aveva iniziato a notare come la voce fosse diventata più rumorosa e pungente nella sua testa, più suadente, quasi come se, a ogni sillaba, distillasse veleno nelle sue vene che alimentava il suo odio e olio nella macchina arrugginita che costituiva il suo corpo per metterlo in movimento.
Kazumi voleva fare quello che la voce consigliava, trovava sempre che fossero buone idee.

Mi sta manipolando? O lei è me, in fondo?, si trovava spesso a chiedersi.
Ogni suo pensiero apparteneva anche al Gene e quindi, puntualmente, queste riflessioni venivano accolte da una risatina.

Ormai, però, Kazumi non ci pensava.
Aveva accettato non solo il Gene Devil pienamente ma anche i doveri che ne scaturivano.

Chiuse gli occhi, rassegnata.

Sarà uno spasso uccidere l'umano convinto di averti comprata, Kazumi.

*

La cerimonia fu semplice ed elegante.

Kazumi diventò ufficialmente la moglie di Heihachi Mishima.

La sua vita non sarebbe cambiata: i doveri sarebbero stati sempre gli stessi – far sì che suo marito non si scomodasse mai e non trovasse mai qualcosa di sbagliato in casa.
Non farlo arrabbiare.
Essere ciò che voleva che lui fosse.

Kazumi varcò la soglia della sua nuova casa. Alzò lo sguardo solo per ammirare lo spettacolo dei ciliegi in fiore che abbellivano il giardino. Trattenne il fiato: tutto poteva andare a rotoli, lei poteva pur essere condannata a un destino rovinoso, ma i ciliegi avrebbero continuato a sbocciare, il mondo avrebbe continuato a girare. La vita sarebbe sempre andata avanti.
Lei era solo un minuscolo granello sulla faccia della terra.
Era un pensiero confortante.
Kazumi si sporse per poggiare il palmo della mano sul tronco, in un gesto di ringraziamento.

L'ombra di Heihachi Mishima si avvicinò alla sua. «Ciliegi in fiore. Ne faremo piantare altri se ti piacciono tanto» disse.

Kazumi sollevò lo sguardo. Cos'era quello? Un gesto di gentilezza? Un sotterfugio? Poteva fidarsi? Fidarsi di cosa, poi? Quello che voleva l'avrebbe ottenuto di lì a poco. Kazumi non poteva sottrarsi.

Non fidarti mai, donna, sussurrò il Gene Devil; il suo sibilo pareva provenire direttamente dai fiori.

«Ho sentito che sei una formidabile combattente, Kazumi. Ti alleneresti con tuo marito?» chiese Heihachi.

È il momento di testarlo. Vedremo quanto può tenerci testa, si eccitò la demonessa. Kazumi poteva scorgere i suoi occhi rossi come il fuoco brillare, come un gatto che gioca con un topo.

A ogni modo, quella richiesta l'aveva spiazzata. Perché Heihachi Mishima le poneva domande? Perché aspettava la sua reazione? Perché non dava ordini? La sua figura imponente emanava una tale aura di autorità eppure non cercava di imporla su di lei, anzi, sembrava quasi volerla avvolgere in quell’aura, come a condividerla con lei.
Poteva essere diverso dagli altri uomini che avevano dominato la sua vita?
Poteva veramente essere un buon marito, un buon amico, un buon fratello?

Tutte queste domande non contano. Bada bene a non affezionarti alla preda, mia dolce Kazumi. E ricorda: sono tutti uguali.

Mentre osservava la schiena di Heihachi farsi strada nel vasto giardino, Kazumi inarcò un sopracciglio, chiedendosi se fosse veramente come dichiarava la voce.
Cos’aveva visto, in fondo, lei? Conosceva davvero cosa c'era al di fuori del suo dojo, al di fuori dei raffinati pannelli di casa che la celavano al mondo esterno?

Heihachi Mishima avrebbe potuto mostrarle nuovi modi di concepire la vita?

Ti metteresti contro te stessa per un umano che non conosci neppure? Certo, ora è gentile e ti farà sentire una regina; questo fin quando non ti avrà ai suoi piedi, dove resterai per sempre, con la testa abbassata, ai suoi ordini. Sei davvero disposta a trasformarti da regina a schiava? E se così non fosse, perché mai accontentarsi di essere considerata una regina?
Tu sei una dea, Kazumi. Uccidi Heihachi Mishima e otterrai la validificazione di cui hai bisogno.


La voce era seducente.

Però…

Deve fidarsi di me, rispose Kazumi. E al momento non sono abbastanza forte per batterlo. Hai percepito anche tu la sua aura…

Il Gene Devil annuì. Il tuo ragionamento fila. Aspetteremo, allora. Lo valuteremo e, insieme, individueremo il suo punto debole per poi finalmente ucciderlo.

Kazumi strofinò le mani sudate sulla stoffa del vestito tradizionale. Si scoprì nervosa e insicura. Era pronta a raggirare l'uomo che avrebbe dovuto ammazzare?


N/D: devo dire che è leggermente un parto.

  
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