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Autore: Francyzago77    23/04/2019    4 recensioni
Tornata in Australia, con il figlio avuto da Abel, Georgie cerca di ricominciare la sua vita serenamente con l'aiuto di Arthur. Ma il passato ritorna e metterà scompiglio nel suo tormentato cuore.
La maggior parte dei personaggi qui trattati non mi appartengono, sono proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era domenica ed Abel stava andando a prendere Georgie, Maria e il piccolino per recarsi a Sydney a trovare il conte che si era trasferito lì per un periodo. Arthur era alla riunione degli agricoltori, sarebbe giunto da loro nel pomeriggio. Stavano per sistemarsi e partire quando un carro si sentì arrivare in lontananza.
-Ma è Arthur – gridò Georgie – è già qui! Cosa sarà successo?
Il giovane entrò dal cancello, era visibilmente provato, aveva delle escoriazioni in volto e zoppicava dalla gamba destra.
-Sei ferito? – disse Maria preoccupata – Come hai fatto?
-Pensavo foste già partiti per Sydney – rispose lui.
Abel s’avvicinò al fratello.
-Ti sei battuto? – gli disse.
-Sì – rispose Arthur – è stato un episodio spiacevole.
-Ma alla riunione? – disse Georgie – Di cosa mai avete discusso?
-E’ stato Sanders – disse Arthur – ha iniziato lui.
Al sentire quel nome Georgie e Maria trasalirono.
-Ha offeso tutti noi – proseguì lui – ha detto che non manda più suo figlio a scuola perché Maria è un’insegnante strana, che usa metodi particolari e soprattutto perché proviene da una famiglia di delinquenti. E che noi siamo persone immorali, senza principi etici. Non ci ho più visto e l’ho colpito. Quindi è iniziata la lite.
Entrarono in casa per medicare Arthur e Georgie raccontò dell’incontro con i Sanders della scorsa settimana.
 
 
 
-Ho paura che anche altri tolgano i propri figli dalla scuola. È un disastro – disse Arthur sconsolato.
-Quel Sanders è un infame – tuonò Abel – ma non finisce così.
-Quindi anche le altre famiglie si faranno condizionare? – disse Maria con un filo di voce.
-C’è questa possibilità - ammise Arthur - ma tu non ne hai colpa cara, sono calunnie basate sulla cattiveria della gente.
Decisero di andare comunque a Sydney anche per non far cadere tutte le tensioni sul piccolo Abel Junior che aveva aspettato tanto quella gita dal nonno. Non fu una domenica allegra, ognuno di loro aveva tristi pensieri per la testa e non bastarono le risate e la gioia del piccolino ad allietare la giornata.
Al ritorno i due fratelli si ritrovarono soli alla fattoria e questa volta avevano molte cose da dirsi.
-Vedremo domani quanti bambini ci saranno a scuola! – iniziò Abel buttando la giacca su di una sedia.
-Quel Sanders ha contagiato con le sue idee le altre famiglie, ho paura che domani saranno soltanto tre o quattro alunni – rispose il fratello amareggiato.
-Così pensano questo di noi in paese! – disse Abel sedendosi.
-Sono chiacchiere – rispose Arthur – ci conoscevano tutti come i tre figli dei Buttman, poi siamo andati a Londra e Georgie è tornata con un figlio tuo che è cresciuto con me. Anche se hanno saputo che lei non era la nostra vera sorella la notizia ha fatto scalpore in paese. Zio Kevin può raccontarti ogni cosa.
Abel era in silenzio, tamburellava le dita sul tavolo, ad un certo punto disse:
-Arthur tu sei innamorato di Georgie, ammettilo!
-L’ho sempre amata – rispose lui – e lo sai, ma come una sorella.
 
 
 
-Non ci credo più – gridò Abel alzandosi – non ci ho mai creduto! Me lo dicesti prima di partire per Londra che l’amavi ma dovevi soffocare i tuoi sentimenti per il suo bene. Poi in Inghilterra è successo quello che è successo. Ma ora siamo di nuovo qui, io sono ritornato e mi ritrovo a non poter amare come vorrei la mia Georgie perché è indecisa fra te e me! Tu hai passato tutto questo tempo con lei e mio figlio. Cosa è successo fra di voi Arthur? Devo sapere!
Arthur guardava fuori alla finestra, in silenzio.
-Girati! – urlò Abel – Rispondimi.
Lui si voltò, aveva gli occhi rossi dal pianto, lo fissò e disse:
-Cosa credi che sia facile per me amare pienamente una donna dopo tutto quello che ho subito a Londra? Cosa ne sai Abel! A te riesce facile parlare … cosa hai fatto sulla nave con Maria?
E se ne andò in camera sbattendo la porta.
Abel tornò seduto, con la testa bassa e le mani tra i capelli. Era sconvolto e rifletteva. Dopo un po’ si alzò e andò a bussare alla stanza del fratello. Arthur era sdraiato sul letto, al buio.
-Comunque Maria è innamorata di te – gli disse – e profondamente.
Poi richiuse la porta.       
 
 
 
 
   
 
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