Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SagaFrirry    24/04/2019    1 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Teppisti

 

Il Mephistophel era riservato ai demoni quella sera. Attorno ad una grande tavola, sedevano e bevevano facendo un gran casino. Keros propose l'ennesimo brindisi, ridendo. Lucifero porse un pacchetto all'erede. Tutti parvero stupiti, perché solitamente venivano donate delle spade per celebrare il superamento dell’esame finale.

“Ho pensato che le spade fossero un po' antiquate" ammise il sovrano, mentre Keros svelava una splendida pistola.

Era nera lucida, con decori in argento ed incastonature color del sangue.

“È bellissima!” la ammirò il principe, rigirandola fra le mani.

“Credo che, se gironzolerai ancora nel mondo umano, ti sarà più utile avere una pistola piuttosto che una spada. Ha anche cinque proiettili. Magari dopo vorrai provarla…”.

“È stupenda! Ed i decori… riprendono i disegni del mio tatuaggio! Ti ringrazio!”.

“L'umano sembra confuso" ridacchiò Mefistofele, indicando il possessore dell’anima speciale.

“Da noi si regalano altre cose per le laurea…” ammise Ary.

“Non più!” lo corresse Keros “Ora sei un demone!”.

“E ora?” ghignò Lucifero “Avevamo discusso di una certa questione, prima che iniziassi a dedicarti all'anima finale. Ricordi?”.

Il mezzodemone arricciò il naso, perplesso. Sinceramente non ricordava. Il re, distratto dai cicalini emessi dall’aggeggio che lo metteva in comunicazione con l'Inferno, sospirò. Lilith, seduta accanto al sovrano, fece cenno a Keros di avvicinarsi e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Il principe tornò a sedersi, dopo essersi alzato per ascoltare la voce di Lilith che sedeva dalla parte opposta del tavolo.

“Ricordo vagamente…” ammise.

“Cosa? Siamo curiosi" si intromise Astaroth.

“Si era parlato di concubine" ghignò la Succubus.

“Concubine!” scoppiò d'entusiasmo Mefistofele “Sarebbe ora! E sarebbe una splendida idea! Anche per il nuovo demone…”.

“Eh?” fu la reazione di Ary, e molti risero.

“Potremmo organizzare un evento, per permettere al principe di scegliere e farsi scegliere!” propose Alukah.

“E perché solo il principe?” gli rispose Mefistofele “Organizziamo un evento che permetta a tutti gli invitati di trovare quel che cercano”.

“Ma io…” si intromise Arikien “Credevo che i demoni non cercassero un compagno o una compagna. Mi è stato ripetuto più volte che sono rare le coppie fisse"

“Di fatti chi parla di coppia fissa?” rise Lilith “Questi eventi si organizzano per creare un'alleanza ed ottenere prole il più potente e prestigiosa possibile. Le fanciulle faranno la fila per il principe. E lui potrà trovare fra loro le concubine con cui popolare le proprie stanze, procreare figli sani e forti e mantenere gli alleati fedeli alla famiglia reale. Capisci? È una cosa importante".

“Capisco… però…”.

“Però tu sei ancora dentro di te un umano" storse il naso lei “Non ti garba che il tuo Keros si conceda altrove".

“Ma no, non è quello il punto. Io mi rendo conto che millenni con sempre e solo lo stesso partner sessuale sia una rottura. Solo che… non credo faccia per me…”.

“Probabilmente alcuni tuoi istinti non si sono ancora del tutto risvegliati. Non hai mai provato l'irrefrenabile desiderio di scoparti una demone".

“Io…”.

“O forse sì” ghignò Lucifero, notando un lieve rossore sulle guance dell'anima speciale.

Ary non rispose. Era arrostito ed aveva distolto lo sguardo.

“Ah, sì?” si stupì Keros “E che hai fatto?”.

“Nulla!”.

“E perché?”.

“Ma… che razza di domanda è?!”.

“Si tratta di Lilien, vero? È ricettiva in questo periodo e tu la incuriosisci”.

“E che dovrei fare secondo te?!”.

“Scopare, mi pare ovvio! Ti sentirai subito meglio".

“Sei ubriaco?”.

“Un pochino…”.

“Magari con una demone riusciresti ad avere dei figli" suppose Lucifero “Chissà. Ultimamente succedono un sacco di cose strane. Tornando a noi… che genere di evento avevate in mente?".

“Che ne dite di un torneo?” propose Alukah “Di quelli come si facevano un tempo. I rappresentanti, e le rappresentanti, delle varie casate si mettono in mostra con varie prove di destrezza e combattimento. L'uso della spada, l'utilizzo dei propri poteri in lotte fra casati…”.

“Bello!” sorrise Mefistofele, facendo portare un ulteriore giro di alcolici “Io ci sto!”.

“E che ne dite di un ballo?” parlò invece Lilith “Più raffinato, più elegante. Dove tutti i demoni possono sfoggiare la propria beltà ed il proprio fascino. Magari un ballo in maschera, dove tutto si svela a poco a poco".

“Wow" fu il commento di Astaroth.

“Perché non entrambi?” suggerì Lucifero, con un ampio sorriso “Solo il meglio, per il mio erede. E così avremo modo anche di festeggiare degnamente la nascita di Espero e la nuova regina".

“Incorporare l'incoronazione di Leonore a simili eventi? Sarebbe magnifico" annuì Lilith “Tu che cosa pensi, Keros? Cosa vorresti?”.

“Cosa voglio? Voglio tutto!” ammise il mezzodemone “E che tutti godano in mio onore ed in onore del mio fratellino Espero".

 

La serata proseguì con numerosi altri drink. Alla fine, quando il grado alcolico fu abbastanza alto, la compagnia decise di fare una passeggiata per il mondo umano. L'unico non molto convinto pareva Lucifero, che continuava a fissare ad intermittenza l'aggeggio infernale. Ary li osservava con curiosità. Anche se molto diversi fra loro nei loro aspetti umani, a partire dal colore della pelle, erano tutti magnifici. E con accessori in pelle nera che attiravano decisamente l'attenzione! In particolare, Keros e Lucifero indossavano cappotti lunghi fin quasi alle caviglie ed alto colletto. Catene e bottoni non mancavano, ed emettevano un rumore tintinnante quasi ipnotico. Camminando, i demoni ridacchiavano e si raccontavano aneddoti di varia natura. Il Diavolo li ignorava, accendendosi una sigaretta. Aveva affiancato Ary, che non aveva alzato troppo il gomito e fissava perplesso il principe, che all’opposto era visibilmente ubriaco.

“Quante novità, eh?” mormorò il sovrano, facendo sobbalzare l'umano.

“Io… può essere…” fu la risposta.

“Ti vedevo silenzioso, per quello ho chiesto. Non sei obbligato a far nulla di particolare. Ti ci devi abituare".

“Ma… durante l'esame non avevate detto che non ci si abitua?”.

“Non ci si abitua all'Inferno. Ad essere demone invece dopo un po' ci si fa l'abitudine. Credimi".

“Oh… Va bene".

Lucifero rise sotto i baffi e continuò a fumare. Poi alzò lo sguardo, che emise una lieve scintilla. Un gruppo di persone si stava avvicinando, nel buio delle strade cittadine. Mefistofele riconobbe, fra quelle persone, dei demoni a lui familiari e sorrise.

“Vi unite alla festa?” esclamò il tentatore, entusiasta.

Si stupì di non riscontrare altrettanto entusiasmo sui volti di chi avevano incontrato. Scese uno strano silenzio nervoso.

“Problemi?” si chiese Azazel.

“Diccelo tu" fu la risposta di un demone dal corno spezzato “Ti crea problemi avere in famiglia un impuro mezzo umano?”.

“Che hai detto?!” sibilò Keros, sapendo che parlava dell’uomo che amava.

“Hai sentito benissimo. O essere un bastardo per metà angelo rende sordi?”.

Il principe, senza dare il tempo a chiunque di rispondere a quella provocazione, assestò un poderoso cazzotto in faccia al demone, atterrandolo. Quel gesto, scatenò in pochi istanti una rissa.

“Ma… che fate?!” spalancò le braccia Lucifero “Siamo nel mondo umano! Piantatela!”.

Però nessuno ascoltava, tranne Ary che non sapeva che fare.

“Non restare lì impalato!” lo incoraggiò Alukah “Aiutami a mettere a tacere questi stronzi!”.

In minoranza, il gruppetto di sovversivi tentò di darsi alla fuga ed iniziò un inseguimento per le strade della città.

“Tornate qui!” minacciò Satana “Brutti coglioni! Nel mondo umano non possiamo fare quello che ci pare! Volete forse che arrivino gli angeli?!”.

Fra le bestemmie, il Diavolo tentò invano di far ragionare i suoi sudditi. Sembravano un branco di teppisti, che si inseguivano con coltelli e catene. Sfruttando le proprie capacità sovrannaturali, saltavano e scattavano da una strada ad un’altra, da una parete ad una terrazza. Non ci volle molto tempo prima che si udissero le sirene della polizia.

“Dove andate?” gridava Keros “Scappate?! Prima insultate e poi scappate?! Vigliacchi!”.

Arrampicato su un pianerottolo, vedeva da lontano colui che lo aveva deriso.

“Guarda, papà!” ghignò, impugnando la pistola “Guarda come uso il tuo regalo!”.

“Come pensi di poterlo colpire da così lontano?” sghignazzò Mefistofele, divertito.

“Io non sbaglio mai!”.

Il principe sparò due colpi, che andarono a segno. Keros rise sadicamente e si udirono ovazioni entusiaste, mentre il colpito cadeva e moriva.

“Sei impazzito?!” sbraitò invece Lucifero “Nel regno mortale non possiamo fare simili cazzate!”.

La rissa riprese. Le sirene della polizia si fecero sempre più vicine e Satana iniziò davvero ad innervosirsi. Non poteva certo ammettere che un demone si facesse arrestare! Specie per una rissa in stato di ebrezza! E se qualche umano avesse notato qualcosa di strano? Adesso eran sempre pronti con il cellulare in mano, per fare video e tentare di acchiappare like! Guardando in su, tentando di scorgere l'intero gruppo di demoni, Lucifero fu quasi investito dall'auto della polizia, che gli tagliò la strada. Trattenendo un'imprecazione, non trovandola adatta davanti ad un umano delle forze dell'ordine, se la lasciò sfuggire quando invece vide che a scendere dall'auto fu Mihael. In divisa da poliziotto, lanciò un'occhiata minacciosa al Diavolo.

“Miky?” sibilò il demone.

“Sono il santo protettore delle forze armate, non lo sai? Ed ora richiama i tuoi demoni, se non vuoi che spari a tutti in faccia!”.

“Guarda che ci sto provando!”.

Altri angeli scesero dalle auto, tutti in divisa ed aspetto da umani.

“E che pensi di fare?” stuzzicò il Diavolo, osservando Mihael “Arrestarci tutti?”.

“Ti ho già detto che vi sparo. Sparo a tutti! E adesso ordina a tutti di riestrare all'Inferno!”.

“Ed io ti ho già detto che ci sto provando! Ma non mi ascoltano!”.

“Bugiardo. Io e te non possiamo volere la stessa cosa!”.

“Fottiti, Mihael!”.

Lucifero sbraitò contro i demoni, nel tentativo vano di riportarli all'ordine. Li minacciò più volte, ed udì qualcuno ridacchiare.

“Keros, prega di non essere tu quello che ride. Perché se no a casa vedi che ti faccio…” ringhiò.

Percependo che molti si erano radunati sopra al tetto di un alto edificio, il sovrano si arrampicò lungo una scala antincendio che circondava lo stabile. Odiava fare le cose alla maniera umana, senza poter usare le ali o i propri poteri! Mihael diede ordine ai suoi sottoposti di sorvegliare ogni uscita, per non lasciare vie di fuga ai demoni. Poi rincorse il Diavolo, che nel frattempo era giunto in cima a quella specie di grattacielo. Lì i suoi sudditi ancora si azzuffavano. Molti sanguinavano, ricoperti di graffi, tagli ed alcuni fori di proiettile. Uno era sicuramente morto, steso a terra a faccia in giù. Pioveva.

“Avete finito di fare gli stronzi?” ringhiò il re “Finitela immediatamente! Avete richiamato gli angeli!”

“È quello che facciamo di solito!” si udì in risposta “Hai per caso paura?”.

“Gli angeli non sentono il dolore, coglioni! Noi sì! E sanno come farci molto male! Hanno le pistole!”.

“Da quando sei un vigliacco?”.

“Ma voi avete idea di quel che può succedere?! Obbedite!”.

“Oh! Qualcuno qui ha paura dell'ira di Dio" rise qualcuno.

Lucifero, rosso in viso per la rabbia, stese chi rideva con un singolo calcio.

“Obbedisci, scarafaggio!” tuonò il Diavolo e si udì uno sparo.

Era Mihael, che richiamava all'ordine ed al silenzio.

“Tornate immediatamente all'Inferno!” furono le parole, ben scandite, dell'Arcangelo.

“Torna a casa, angioletto!” biascicò, ubriaco, Azazel.

“Taci, testa di minchia!” lo zittì Satana “Ed obbedite!”.

“Da quando prendi ordini dai piumati?! Ma quanto male siamo messi?!” lo derise uno degli aggressori.

“Vedrai poi agli Inferi come sarai messo tu, dopo che ti avrò dato una ripassata!”.

La discussione si fece sempre più accesa, fra demoni che si rifiutavano di obbedire ad un re che parlava come un arcangelo e angeli che ripetevano a rotazione sempre le stesse frasi.

“Smettila di darmi ragione!” mormorò Mihael, rivolto a Lucifero “Tu sei mio nemico!”.

“Ti ci metti pure tu adesso?!” sibilò il Diavolo.

“Tu sei mio nemico! Noi dobbiamo combattere fra noi! Torna ad essere il mio nemico!”.

“Ma che vai blaterando?!”.

“Io ho bisogno di un nemico! Non ha senso la nostra esistenza, in caso contrario".

Stanco di discutere, Satana tentò di trascinare qualche demone con sé. Infuriato, urlò di nuovo a tutti i suoi sottoposti. Poi un lampo ed un tuono fortissimi fecero tremare l'intero edificio. Keros dapprima rise, ancora sotto l'effetto dell'alcol. Poi si accorse che un fulmine aveva colpito in pieno Lucifero…

 

 

Rieccomi! Scusate se non sono costante con gli aggiornamenti, ma riesco a ritagliarmi sempre meno tempo con la bimba! A presto…

   
 
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