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Autore: Elgul1    26/04/2019    12 recensioni
Nell'epoca Sengoku nei grandi Damyo di Sorachi, Kubo e Takahashi si accusano momenti di grave pericoloi: tradimenti, guerre e sfiducia regnano sovrani in questo momento di fragile equilibrio. Riusciranno gli eroi dei rispettivi regni a portare una pace a lungo persa e che sembra sempre più lontana e irragiungibile?
Genere: Drammatico, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Tokugawa Shige Shige, Tsukuyo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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INUYASHAXBLEACHXNARUTO







Inuyasha imprecò mentalmente alla vista del suo amico.
" Vado a caccia..." Disse rapido dicendo la prima cosa che gli veniva in mente.
 Miroku lo guardò storto. " A caccia? Senza arco e con solo quel sacco di provviste e senza compagni..." Mormorò di rimando incredulo e conscio della bugia che era appena stata detta.
Il moro non rispose.
" Dove sei diretto davvero?" Gli domandò ancora con più tono. Quello sposto lo sguardo verso il carro davanti a loro.
" Se non me lo dici, andrò subito a dire a Toga-sama della tua possibile fuga." Lo avvisò lui facendo un passo verso la dimora del padre. Inuyasha lo bloccò con forza per la manica del kimono nero. 
" Sto andando a cercare Kagome ok?!" Sbraitò in risposta lui a un tono poco udibile per chiunque eccetto Miroku che rimase di sasso a quella affermazione.
 " Sei forse impazzito?" Gli chiese allarmato. " Sei stato promesso sposo il paese ha bisogno di te e lo sai benissimo." Mormorò ancora severo. " Se tu te ne vai metterai fine a una possibile alleanza vantaggiosa per entrambi i nostri paesi." Disse ancora rincarando la dose.
 " Non mi importa!" Esclamò lui d'impeto stringendo i pugni lungo i fianchi. " Io ho amato solo e soltanto una persona e me l'hanno portata via..." Aggiunse prendendolo per il colletto del vestito. " Se ti avessero portato via Sango anche tu saresti stato esattamente come me. Non ci dormiresti la notte, niente avrebbe più lo stesso significato." Mormorò ancora liberandosi da quel peso che lo accompagnava da anni ormai. " Lei era la  ragione per cui lottavo, senza di lei mi sento perso. Sono disposto a sacrificare il mio stesso paese pur di ritrovarla e tenerla di nuovo accanto a me..." Aggiunse duramente.
 
 " Non sai neanche dove possa essere ti rendi conto quanto sia illogica questa tua decisione." Gli rammentò l amico fermando il suo discorso.
 " Si, lo so benissimo." Ammise più a se stesso che a Miroku. Si era reso conto che, come ricerca, sarebbe stata quasi impossibile. C'erano oltre trenta stati e, lei, poteva essere ovunque c'avrebbe messo un eternita sempre se non fosse morto prima in qualche agguato.  
 
" Ma ho un piano..." Sussurrò a bassa voce convincendosi in quella sua idea. Miroku lo guardò storto. Inuyasha aveva un piano? da quando in qua era perfino in grado di fare qualcosa di così sensato?
" E quale sarebbe questo piano?" Chiese lui curioso.
 " Come prima tappa voglio recarmi a Sorachi..." Disse subito deciso. " Laggiù, forse, qualcuno sarà ancora legato a quell'infido codardo che è Nobunobu e potrò ricavare informazioni su possibili luoghi che quel viscido potrebbe usare come casa..." Aggiunse tutto d'un fiato.
Miroku lo fissò per qualche istante a braccia conserte. 
" Vedo che ci hai pensato e ammetto che mi sbagliavo hai un'po di sale in zucca." Ammise suo malgrado il sottoposto. " Però chi ti dice che la gente ti vorrà dire se è legata a un uomo esiliato e vorrà dirti il vero?" Gli chiese piuttosto scettico. " Oltretutto potrebbero anche mentirti se fossero al suo soldo." Aggiunse per rincarare la dose. " Ci avevi pensato?" Disse. 
" No..." Rispose sinceramente.
 Miroku sospirò afflitto. - Mi pentirò di quello che sto per fare.- Riflettè fra sè e sè. " Sarà il caso che venga con te allora." Mormorò all'improvviso lasciando di stucco Inuyasha. " Se ti lasciassi andare da solo sarebbe una catastrofe col tuo caratteraccio ti metteresti nei casini e poi Toga-sama si infurierebbe con me." Aggiunse.
 " Perciò vorresti venire con me?" Gli chiese lui sbigottito da quella sua strana risposta. 
Lui annuì. " Ti avverto però faremo le cose a modo mio e, se entro un mese, non troveremo alcuna traccia di Kagome nella regione di Sorachi torneremo qua senza che tu possa protestare. E' la mia unica condizione." Disse serio in viso e inamovibile su quello.
Inuyasha lo guardò con occhi furenti ma anche rassegnati. Da solo sapeva benissimo che non c'e l'avrebbe mai fatta. Con il suo aiuto forse sarebbe giunto a qualche svolta ma un mese di tempo sarebbe mai bastato? 
" Ok..." Bisbigliò convinto. " Come vuoi agire?" Chiese infine. 
Miroku sorrise." Tu lascia fare a me. Vedrai andrà tutto liscio come l'olio." Lo rassicurò facendogli segno di seguirlo.
 
 
-
 
 
Il castello di Karakura si innalzava  alto imponendo così la sua presenza alle abitazioni della città con superiorità. I suoi muri bianchissimi e spessi, così come le sue pareti curviline, gli avevano fatto valere l'epiteto di Airone bianco. Circondato da tre fossati che si susseguivano via via che ci si inoltrava sempre di più dentro la residenza e le mura spesse  era considerata una delle fortezze più impenetrabili dell'intero Giappone.
 
Al suo ingresso, una gigantesca folla di nobili e soldati, si stavano accalcando per entrare data la notizia appena giunta e le provviste, per un eventuale assedio, stavano già venendo predisposte nei vari magazzini all'interno della magione. 
 
Nella sala del trono si erano riuniti, attorno alla grande tavola, i consiglieri più stretti. A capo  si trovava un uomo smilzo il cui kimono rosso sembrava stargli fin troppo grande vista la sua magrezza. I lunghi capelli neri erano raccolti in una grande coda di cavallo, i suoi occhi castani spauriti correvano da una parte all'altra della stanza per poi fermarsi davanti ai due uomini posti dinanzi a lui. 
 
 
" Com'è la situazione Shunsui e Aizen ?" Chiese allarmato rivolto ai due uomini di fronte a lui con, in mezzo, la mappa di tutta la regione.
" Attualmente, le forze Kunoishi, sono distribuite su quattro fronti separati mio signore..." Spiegò brevemente un uomo alto dal fisico massiccio e avvolto da un kimono bianco con sopra ricamati dei petali rosa che stonava rispetto al suo aspetto all'apparenza minaccioso. Sulla testa portava uno strano cappello di paglia  e, alcuni ciuffi dei suoi capelli, cadevano sopra l'occhio sinistro quasi a coprirlo.

Shunsui spostò  quattro pedine nere sopra la mappa che mostrava, nel dettaglio, i loro territori. " I villaggi, attorno al confine, sono caduti e saccheggiati. Le nostre forze nelle loro vicinanze sono state completamente sbaragliate e, i superstiti, ci confermano la presenza di forze che, sommate, oscillano tra le centomila alle ottantamila unita. Da come ci riferiscono i nostri informatori si spostano in maniera omogenea fra loro lungo le quattro vie principali che portano alla capitale perciò..." Indico uno spazio verde distante una dozzina di miglia dalla capitale. " Si uniranno qua ai boschi di Karakura prima di dirigersi verso la capitale." Concluse serio in volto lo stratega. 
" Forse dovremmo intercettare le loro forze lungo il percorso!" Propose un consigliere convinto seduto alla sua destra.
Shunsui annuì. " Potrebbe essere un'idea ma, se lo facessimo, le altre tre forze potrebbero benissimo arrivarci dai fianchi oppure procedere ancora. Anche se mandassimo una forza di numero superiore ci ritroveremo sguarniti qui e ci impiegheremo troppo tempo a radunare un nuovo fronte per opporci o tornare indietro." Replicò rivolto al consigliere che impallidì a quella risposta. 
" A quanto pare, l'unica soluzione che abbiamo, è fermarli qui." Annunciò Aizen che era stato in silenzio fino a quel momento con un sorriso e predisponendo delle pedine bianche sulla pianura. " Per fermarli ci vorrà minimo un esercito di centomila uomini ma, in questo caso, proporrei un'armata grande il doppio per essere sicuri della vittoria." Propose rivolto al Damyo e anche a Shunsui che lo fissò male.
 " Sono contrario a questo..." Borbottò convinto Shunsui. " Spedire il nostro intero esercito al completo sarebbe una mossa azzardata. Se qualcosa andasse storto a difendere il castello ci sarebbero fin troppi pochi uomini. Senza contare che, se gli altri paesi sapessero di questa invasione, ci ritroveremo sguarniti in più punti." Disse ancora al collega. 
" Per caso hai paura Shunsui-dono?" Gli domandò con scherno Aizen. " Non è da te visto i grandi compiti che sei riuscito a portare a termine in questi anni." Disse ancora il castano fissandolo negli occhi.
" La mia non è paura ma precauzione verso chi altri starà sicuramente osservando nel caso. Non possiamo farci vedere deboli." Disse con un tono pacato al collega.
" Proprio per questo dovremmo schiacciare con ogni nostra forza questa dannata invasione per far capire chi è che comanda. Non abbiamo forse sempre fatto così? Contro ogni invasore che se presentato alle nostre porte?" Disse schiettamente Aizen con vari cenni d'assenso da parte di alcuni uomini alla tavolata.
Shunsui lo osservò stizzito. - Sta sfruttando questo momento di crisi per quella dannata nomina?- Riflettè abbastanza schifato da quel suo atteggiamento. Conosceva quel uomo e lo temeva sin da quando si era presentato alla corte. Un uomo dalla spiccata intelligenza nei più svariati campi e proprio questo lo spaventava a cosa mirava davvero? Avrebbe potuto essere qualunque altra cosa col suo retaggio perché proprio a quello puntava?
" Più che pensare a eliminare il nemico io penso più a proteggere il nostro paese. Questo dovrebbe essere la priorità. Cosa che, a quanto pare, tu hai scordato." Replicò con tono calmo. Aizen inarcò un sopracciglio.
 
" Quanto vi ci vorrà a preparare le vostre armate?" Domandò Yamamoto all'improvviso interrompendo così quel battibecco e ottenendo l'attenzione della sala.
" La mia armata mi ha seguito fin qui. Saputo la notizia ho già informato la maggior parte dei miei sottoposti perciò, tempo un giorno massimo due, e dovrei riuscire ad avere la maggior parte delle mie truppe." Rispose sicuro Shunsui. Il vecchio annuì. " Molto bene, tu partirai per primo e raggiungerai la piana. I nostri nemici ci metteranno tre giorni dai punti in cui si trovano per arrivarci ma, è di vitale importanza, che noi prendiamo la posizione migliore." Lo mise in guardia lui lisciandosi la lunga barba. " Aizen tu invece?" Gli chiese spostando il suo sguardo su di lui. 
" Purtroppo sono venuto solo con Gin e pochi uomini, dovrò tornare alla mia regione e convocare la mia armata. Mi ci vorrano dai tre ai quattro giorni." Ammise con un sorriso. " Molto bene, allora tu lo raggiungerai non appena avrai il tuo esercito..." Gli ordinò il vecchio. " Vi cederò una parte anche dell'esercito che si trova qui io resterò alla capitale in attesa di sviluppi." Concluse il superiore.
 " Molto bene, andrò subito a preparare i rifornimenti." Dichiarò Shunsui salutando con rispetto e avviandosi all'uscita.
" Io mi recherò subito a richiamare il mio esercito, passerò qui non appena sarà tutto ultimato." Disse anche Aizen facendo un cenno e, tallontano da Gin, si avviò verso la porta. 
Una volta soli il damyo sospirò. " Va tutto bene Sasamoto-dono?" Gli chiese il vecchio comandante vedendo il volto pallido del uomo al suo fianco.
 " Ho un cattivo presentimento..." Sussurrò a bassa voce. " E, inoltre, l'atteggiamento di quei due, non facilita al fatto il compito." Aggiunse ora che erano soli. Yamamoto annuì la questione del successore stava portando seri problemi. Nonostante fosse una specie di guerra silenziosa c'era già chi patteggiava per l uno o altro insistendo con lo stesso suo signore.                          " Forse, questo conflitto, capita a fagiolo mio signore." Suggerì il vecchio. " Chi dei due riuscirà a distinguersi meglio potrebbe essere eletto al mio posto." Disse convinto. Sasamoto osservò il vecchio generale con aria rattristata. Yamamoto aveva servito suo padre e lui in quegli anni turbolenti con grande zelo e adesso se ne sarebbe andato per sempre.
" Molto bene, credo che sia la cosa migliore da fare." Rispose dando fiducia alle parole del sottoposto. " Comunque non ci preoccupiamo troppo." Disse il vecchio con un sorriso sul volto e tirando fuori dalla manica del kimono una piccola boccetta di terracotta. " Beviamo qualcosa, mi sembra che ne abbia molto bisogno, mio signore." Disse mentre, con calma, ne versò delle gocce dentro una piccola tazzina. Sasamoto sorrise e, con piacere, accetto quel piccolo pensiero pensando, con rammarico, per quanto ancora avrebbe potuto vivere quei piccoli momenti di pace. 
 
 
-
 
 
La foresta di aceri si estendeva ancora per miglia di fronte a loro. Gli alti alberi li proteggevano dai raggi da sole che, molesti, si infiltravano ogni tanto tra i punti spogli per accecarli sugli occhi. Nonostante il freddo si facesse sempre più pressante quei raggi, ogni tanto, riscaldavano le loro membra durante quel cammino. 
 
" Non dovrebbe mancare molto Hinata." Mormorò Naruto convinto e diminuendo il passo per la sua compagna visto il suo annaspare. 
" Lo spero." Rispose lei affaticata.
Ormai era quasi tre giorni che camminavano lungo i boschi con brevi pause se non per dormire e sempre con turni di guardia per il pericolo di animali oppure malintenzionati. 
 
" Da come c'era scritto sulla pergamena tra un'po dovremo incrociare il nostro contatto chissà che tipo sarà." Disse Naruto euforico e senza alcuna stanchezza nella voce. " Speriamo che sia un vero maestro come Kakashi-sensei." Mormorò fiducioso ancora. La giovane sorrise  per l'entusiasmo del suo compagno. Si era sempre dimostrato, sin da quando erano piccoli, esuberante e fin troppo carico d'energia. Ricordava benissimo i grattacapi che faceva venire a ognuno dei loro maestri per quel suo modo di fare. Mentre guardava le sue spalle si sentì un peso. Lei non si era mai distinta. Nel suo clan aveva sempre dimostrato meno talento sia di sua sorella minore che di suo cugino. Mentre guardava Naruto un pensiero gli balenò nella mente ancora più di prima. - Vorrei solo essere come te.- Pensò fra se e se Hinata mentre, il biondo, si bloccò all'improvviso sul sentiero. 
 
" Che succede Naruto-kun?" Domandò confusa la ragazza. Lui si guardò attorno circospetto. Aveva percepito un rumore anche se lieve fra le frasche degli alberi. Rapido estrassen un kunai e, con accuratezza, lo lanciò verso l'acero che avevano di fronte. Da lì, poco prima che la lama colpisse il bersaglio, si calò un uomo.

Era alto dal fisico, all'apparenza, snello visto il lungo gappa nero che ne nascondeva il vero aspetto. Dei corti capelli biondi gli contornavano il viso colmi delle foglie rosse dell'albero da cui era atterrato. 
 
" Chi sei tu?" Chiese Naruto mettendosi in guardia e di fronte alla ragazza come protezione. Se fosse stato un semplice viandante non avrebbe mai messo mano al kunai ma, quel tipo, era sbucato dal nulla riuscendo a sorprendere entrambi. Gli occhi azzurri del tizio si posarono sui due giovani con fare curioso. 
 
" Potrei farvi la stessa domanda visto che, in questo momento, vi trovate in pieno territorio di Sorachi e vi nascondete in mezzo ai boschi." Replicò l altro.  
" Se ti dicessimo chi siamo dovremo ucciderti poi." Disse minaccioso Naruto.
 Quello fece un fischio ammirato. " Che paura..." Mormorò sarcastico iniziando ad avvicinarsi senza alcun timore. " La vedo molto difficile che un ragazzino come te possa davvero ammazzarmi." Aggiunse.
Sentendo quelle parole Naruto si scagliò sullo sconosciuto lo voleva solo stendere nulla di più. Mirò col destro al viso del tizio ma, non appena arrivò a portata, quello scanso il colpo spostando la testa e, alzando la gamba destra, colpì in pieno il busto del giovane facendolo ruzzolare a terra contro un albero. 
" Wow, come sei bravo." Disse ironico per poi voltarsi verso Hinata ancora imbambolata. " Hai bisogno di compagnia per caso bellezza?" Chiese strizzando l'occhio destro e facendo arrossire la ragazza. Un frusciare di foglie lo fece voltare e deviò con calma il calcio alto del giovane per poi schivare un veloce sinistro diretto al suo fianco. " Se non hai notato sto cercando di conversare con quella ragazza..." Disse quello afferrandolo per le braccia per poi colpirlo con una ginocchiata sul mento e mandarlo di nuovo al suolo. Mentre si voltò verso la mora scansò per un soffio il palmo della giovane che sferzò l'aria.
" Wow, sta attenta!" Esclamò lui mentre, ancora, deviò gli attacchi della giovane con cautela.
" Attacchi coi palmi e sono tutti diretti verso i miei tsubo interessante..." Ammise prendendola per il braccio sinistro e gettandola al suolo.
" Devi essere una Hyuga giusto?" Gli chiese. Ma, prima che quella potesse rispondere, Naruto si catapultò di nuovo di fronte a lui con una serie di pugni sempre più veloci. Ma, l avversario, sferrò un potente gancio mandandolo contro un albero. Naruto, stavolta, si rimise subito in piedi.
" Allora vuoi farti avanti di nuovo ragazzino?" Gli domandò l uomo davanti a lui sorridendo. Il biondo digrignò i denti asciugandosi il sangue che gocciolava dal labbro rotto si gettò su di lui con un destro. Quello deviò col palmo sinistro l'attacco e sferrò un gancio destro contro la mascella di Naruto che, d'istinto si chino trovando, ad aspettarlo, un calcio che lo prese in pieno sul viso facendolo capitombolare a terra. 
" Hai un temperamento troppo esplosivo ragazzino." Lo ammonì mentre Naruto si rimetteva in piedi ansimante e, con un balzo, si riportava davanti al suo avversario.
 " Ammirò la tua testardaggine e la tua resistenza però..." Disse continuando a deviare i colpi del giovane che sfrecciavano verso di lui sempre più veloci. 
" Vai subito in escandescenza senza pensare minimamente a una strategia." Concluse colpendo in pieno petto il giovane e spedirlo così contro il tronco di un albero poco lontano. 
Hinata, coi palmi alzati, si rifece sotto verso il suo avversario sferrando un veloce destro. Quello lo evitò scartando a sinistra per poi, unendo le braccia, bloccare un calcio all'altezza dell'addome scagliato dalla mora.
 " La tua tecnica Hyuga è efficace..." Disse con tono ammirato continuando a schivare egregiamente i suoi attacchi agli tsubo. 
" Se colpisci uno tsubo del corpo rischio che me lo blocchi e la cosa non mi fa piacere ma, c'e un modo, per fermare una simile offensiva," Spiegò facendosi sotto e arrestando, con forza, entrambe le braccia della ragazza all'altezza dei gomiti. Hinata cercò di colpirlo con un calcio all'inguine ma, quello, alzò la gamba destra bloccando il colpo.
 " Non siete mai preparati a un attacco frontale simile. Solitamente, i vostri colpi, sono così veloci da costringere gli avversari a scansarli oppure a subirli. Ma, nel mio caso..." Tenendola stretta la sollevò dal suolo con leggerezza. " Tutta fatica sprecata." Concluse gettandola al suolo con forza facendola annaspare dal dolore. " Se per caso avete finito direi che potremmo parlare con calma." Suggerì lui tranquillamente e, notando, che entrambi i giovani faticavano a rimettersi in piedi.
 " Chi diavolo sei tu?" Domandò Naruto mentre, avvicinandosi a Hinata, la aiutava a mettersi in piedi.
 Lui, sorridendo, rispose:" Il mio nome è Zenzou Hattori capo dei ninja di Sorachi e vostro nuovo maestro..." Entrambi i giovani rimasero di sasso. " Scusate se sono stato così brusco ma, dovevo capire, a che livello eravate..." Spiegò chinando la testa. " Vi muovete bene ma, purtroppo, siete carenti in diversi aspetti ma nessun problema..." Alzò il pollice della mano destra. " Ci penserò io a farvi diventare dei veri ninja." Annunciò loro convinto. " Adesso coraggio, seguitemi. Il mio signore non vede l'ora di conoscervi." Annunciò lui facendogli strada verso la città sempre più vicina.
 
 
 
 
 






ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi tornato col quinto capitolo :) spero che vi piaccia ho avuto un'po di problemi con la riunione strategia. Per le descrizioni devo migliorare purtroppo e anche nettamente.
Ci vediamo in settimana con Ubeworld grazie a chi recensisce e legge.
   
 
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