Note d'autrice: Non giocare per troppo tempo a volte fa sentire in colpa.
- Mattalara
P.S: Lo sapete no?
E si, gli Slime Soriani(Tabby Slime), sono adorabili vero?
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Da quanto non torna?
Ore?
Giorni?
Si, giorni.
Dov'è l'umana?
Hai fame, hai sete.
Sono giorni che non mangi e che non bevi, hai tanta fame e tantissima sete.
Prima ti portava tanto dolce pollame da mangiare e acqua fresca, ora non torna e il cibo e l'acqua dei distributori sono finiti.
Niente più cibo.
Niente più acqua.
Anche il tuo giocattolo di lana hai mangiato, in preda ai morsi della fame.
Perfino i tuoi compagni, uno dopo l'altro.
Almeno avete provato a scappare, invece di arrendervi, avete fatto una vera e propria torre di slime per evadere, sfruttando l'agilità di voi Slime Soriani, peccato che solo due o tre di voi siano riusciti ad uscire, ma ehi, è sempre meglio salvare qualcuno che condannare tutti no?
Alla fine, guidati alla follia dai crampi allo stomaco, dai morsi della fame, siete impazziti tutti e vi siete attaccati a vicenda, dal più debole al più forte, tutti divorati e tu sei rimasto.
Con delle cicatrici ancora in via di rigenerarsi sul tuo corpicino melmoso, senza più un orecchio e con la coda dimezzata, ma ancora non molli e tiri avanti, cercando di resistere fino alla fine.
Ma ora non c'è più altro e la fame e la sete sono troppe, le ferite non si rigenereranno senza energia e nutrimento e tu, beh, tu non farai di certo molta strada di questo passo.
Il pollaio vicino alla tana dell'umana è così allettante e così irraggiungibile, sembra quasi che ti stia sfottendo, crudele come la fame e la sete che percuotono il corpo, ormai quasi secco e avvizzito come una prugna secca e il tuo animo, sempre più debole.
E quella pozza d'acqua vicino al pollaio? Quella è ancora più allettante!
Batti contro le trasparenti pareti del recinto fino a sentire addirittura dolore, ma non riesci ad uscire. Cerchi di saltare fuori, sfruttandole per darti la spinta, ma non funziona, mentre inizi a girare in cerchio come una belva feroce che viene rinchiusa, con la bava alla bocca, o forse è solo un'impressione, magari anche la tua saliva ormai si è prosciugata del tutto.
Il carillon della tua cuccia suona la sua musichetta rilassante, musichetta che doveva tenervi calmi e felici e che tanto gradivi prima, ora ti sembra solo la triste e malinconica melodia della morte.
Solo, affamato, assetato, intrappolato.
Urli a gran voce il tuo dolore, facendo scappare alcuni uccelli appolaiati sugli alberi e provi ancora a fuggire.
In preda alla rabbia, al dolore e la disperazione, ti lanci sulle pareti con forza tale da rimbalzare, ancora e ancora, finché i tuoi attacchi non si fanno sempre più deboli.
Più lenti.
Più inutili.
Cadi, o meglio, ti accasci a terra dopo l'ultimo attacco, se fossi stato ben idratato, forse ti saresti afflosciato come un pouff, ma ora, sei come una foglia morta, rigido e immobile, come un guanto pieno di liquido bucato che perde ogni singola goccia e si strinse alla superficie su cui posa.
Con la lingua, asciutta come la sabbia, che pende dalla bocca e gli occhi spalancati, quasi spiritati, in preda al desiderio di sopravvivere e abbuffarti fino a scoppiare.
Fra le morti peggiori ci sono di sicuro queste: di stenti.
Ma non puoi farci nulla.
Nessuno può.
Ormai non ti resta che qualche altro minuto, qualche altro minuto per "spegnerti" del tutto.
Toh! Ma guarda un po', l'umana è finalmente tornata!