Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: FrederickPeron    30/04/2019    0 recensioni
Una storia di mistero, giallo e noir mista a dramma e sentimento. La mia prima storia su Efp ita.
Alfred Henry Blackbird è un giovane bibliotecario della Wesburg Institute a Londra, appassionato di esoterismo e occulto. La sua vita viene improvvisamente sconvolta quando viene a sapere che sua cugina Johanna Evangeline Powter, una ragazza dal carattere di un maschiaccio ma dall'animo gentile, ha chiesto informazioni su un libro proibito "La Setta del Nuovo Mondo"di Thomas Mullin. Rifiutata la richiesta, il ragazzo comincia a indagare per scoprire se esista o meno e cosa potrebbe contenere.
Alfred scopre che Johanna cercava quel libro da un mese per uno strano ospite presente nella sua casa. Alfred è incuriosito dell'individuo in questione: ha strane abitudini, è misterioso e non esce quasi mai ed è dotato di un intelligenza sorprendente. Chi è questo individuo? Perché cerca quel libro e sopratutto cos'è il Nuovo Mondo?
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Misa Amane
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi precipitai di corsa all'uscita dell'istituto e guardai la figura dinanzi a me: era la mia cara cugina Johanna Evangeline Powter. Lei, oltre che mio padre e mia madre, è una delle poche persone che stimo per davvero perché è una persona che mai si arrende e che è disposta a lottare pur di difendere ciò che crede. È una donna forte e che mai cede, come un cane che non molla mai l'osso. È una ragazza alta 1,78 m con dei capelli biondi che rimembrano le sfumature dell'oro e dell'ambra raccolti in una coda di cavallo sulla schiena e ha due occhi azzurri marini. All'apparenza lei poteva sembrare la classica biondina bella e stupida, ma chi l'avrebbe pensato sul serio se ne sarebbe pentito subito dopo e con qualche livido in faccia. Mia cugina Johanna infatti è una donna dal carattere di un maschiaccio, una tigre che all'apparenza sembra una gattina. Era suo solito, anzi sua abitudine vestirsi con abiti da uomo, lei rifiutava anzi rifiuta ancora di indossare abiti da donna; quel giorno era venuta a trovarmi con pantaloni verdi lunghi da uomo, anfibi neri e la sua camicia preferita: una verde mimetica da uomo, la indossava molto spesso. Perché indossa solo roba da uomo? Forse perché detesta fin troppo i vestiti che possano esaltare una certa femminilità, le fanno troppo ribrezzo può essere, ma sopratutto per allontanare da sé stessa la pesante infanzia che aveva vissuto. Di che sto parlando? Ve lo dirò tra poco, ogni cosa alla volta. Aveva l'aria di una persona stanca, di fatto stava anche sudando. La sua camicia preferita era leggermente umida, probabilmente o aveva fatto una corsa sotto quel sole che c'era, oppure era appena tornata da una partita di allenamento con le ragazze della London Phoenix, la sua squadra di rugby per il campionato nazionale. Johanna era una ragazza atletica e sportiva, lo sport era la sua vita; nel tempo libero lei praticava tre attività sportive differenti: - nei giorni pari della settimana ( sabato incluso) lei si andava ad allenare con la sua squadra di rugby - Di pomeriggio, nei giorni dispari ( domenica esclusa), lei andava sempre in palestra a migliorare se stessa e le sue prestazioni fisiche e mentali. - Di sabato pomeriggio e domenica mattina si incontrava con i ragazzi del Circolo Hawk, ragazzi e ragazze che praticavano la pallavolo, che era il suo sport preferito dopo il rugby, come tributo al fatto che lei, quando aveva 15 anni, aveva fatto parte di una squadra del campionato juniores appunto di pallavolo. Abbandonò per amore del rugby, conosciuto grazie alla sua ex fidanzata Litz. Ah, qualora lei saltasse una di queste attività, si rifaceva facendo footing attorno al Tamigi con un contapassi e la musica nelle orecchie. Lei si avvicinò a me, con aria tranquilla e calma, e mi dette un cinque con la mano seguito da una pacca sulla schiena. Le mani di mia cugina possono sembrare morbide e delicate ma basta una sberla e ci si rende conto che possono far male, molto male. - Ciao, Alfred. Sono passata qui perché c'è un libricino che ho dimenticato qui ieri. Magari, fra tutti quei libri che ho letto, devo averlo sistemato fra gli scaffali del tuo reparto assieme ad altri due libri di storia. - Grattandomi la testa, dissi - In effetti, stamattina ho trovato un libricino nel mio archivio. Ma non so se ti appartiene. Si chiama... - Parla delle massonerie e delle sette segrete alla corte dei Medici? - Io restai sbalordito, io conoscevo abbastanza bene mia cugina Johanna. Da quando, come me, si interessava alle sette e alle loggie massoniche? Lei ne ignorava l'esistenza o aveva sempre criticato ciò come "cialtronate da stupido complottista", non era negli interessi di mia cugina rivolgere la sua attenzione al mondo dell'occulto. Che stava succedendo? Io feci entrare Johanna in biblioteca e la invitai a sedersi, dopodiché andai nell'archivio degli oggetti smarriti e ritrovai, senza alcuna difficoltà ( sono molto preciso), il libricino che avevo trovato e conservato lì. Dopo aver chiuso a chiave la porta, tornai nel grande atrio, dove Johanna mi stava aspettando seduta e intenta a mandare messaggi con il suo cellulare, e le riconsegnai l'oggetto smarrito. - Grazie, cugino - rispose con un sorrisetto. Ricambiai con un leggero sorriso, ma ancora non riuscivo a capire come mai stesse o avesse già letto quel libricino dal contenuto così superficiale che perfino un bambino avrebbe saputo demolire ogni singola tesi. Allora, deciso a scavare in profondità e a scovare il pelo nell'uovo, glielo chiesi così - Non sapevo condividessi con me l'interesse per il mistero e la massoneria. - - In questi giorni ho provato a comprendere la tua più grande curiosità, effettivamente è intrigante. Tuttavia devo ammettere che questo libricino è inverosimile sotto tutti i punti di vista, gli argomenti sono trattati con una superficialità e con informazioni piuttosto sommari. Perfino uno scolaretto avrebbe pensato meglio di lui. Credimi, se sono venuta oggi a riprenderlo è perché me l'ha prestato il mio vicino di casa ma, se l'avessi ricevuto come regalo, io l'avrei o gettato nella spazzatura oppure venduto. Forse l'ultima no, quanto avrei guadagnato con questo? - - Fidati Johanna, i migliori libri sul mistero e sulla massoneria li conosco io. Posso fartene vedere qualcuno? - Lei acconsentì e, dopo aver chiesto alla mia collega il permesso di entrare nell'archivio a lei assegnato, io e Johanna cominciammo a districarci fra gli immensi scaffali digitali e cartacei colmi di fonti e informazioni su alcune più grandi sette della storia: Il Grande Ordine d'Italia, gli Illuminati, L'Ordine dei Tempi Solari, L'Ordine dei Templari, La Porta del Paradiso e tante altre. I racconti sulle sette che adoro di più in assoluto erano tutte in quell'archivio, vi era di tutto: da alcuni dei segreti delle sette religiose a quelle degli ordini cavallereschi più famosi e ogni argomento era approfondito con informazioni abbastanza fondate difficili da sfaldare. Johanna guardò tutto con un certo interesse, fin troppo direi e tutto ciò mi insospettii ulteriormente. Cosa c'era di strano? Prima di tutto il fatto che stesse guardando in modo così attento e vigile tutti gli scaffali, facendo in particolar modo attenzione a tutti i titoli dei copiosi volumi presenti e ai suoi autori. In realtà stavo recitando, interpretavo la parte del cugino interessato a inculcare nella mente di Johanna l'amore per il mistero, ma in realtà la tenevo costantemente d'occhio per capire ogni minimo gesto e interpretarlo perfettamente, un'impresa ardua dal momento che Johanna sapeva essere chiusa e aveva l'abilità di non mostrare la minima emozione quando era seria. I suoi occhi marini mi confondevano le idee, non riuscivo a capire se lei stesse cercando libri appartenenti ad un autore in particolare o forse un libro in particolare, su due cose ero certo: non era qui per interesse o per curiosità, e inoltre ciò che cercava era qualcosa di particolare importanza, ecco perché non mi stava chiedendo cosa effettivamente stava cercando. Dovevo capirlo da solo. In fondo me l'aspettavo da Johanna. Lei, fin dall'infanzia, era sempre stata indipendente e, a parte me, lei pensava molto a se stessa e mai ha osato sottomettersi o chiedere aiuto o farsi dare una mano, neanche da me che sono suo cugino. Lei era nata da una famiglia di campagna e la sua ribellione era nata già da quando aveva dieci anni e litigava continuamente con i miei zii, i suoi genitori. Perché? Cosa c'entra questo? A prima vista, voi potevate affermare, come presumo lo stiate facendo, che Johanna fosse la classica teenager alla ricerca di guai. In realtà tutto aveva un senso. La famiglia di Johanna era fortemente religiosa, erano degli anabattisti convinti e fortemente legati alla loro comunità di villaggio e molto ribrezzi a quella delle grandi città, molto chiusi e con una mentalità ristretta. Non mi sorprende il fatto che i miei genitori non andassero d'accordo con loro. Provate a immaginare la vita di Johanna, confinata in un piccolo mondo e con pochi amici, costretta a seguire le rigide regole della sua religiosa famiglia e destinata a seguirne il credo. Se Johanna fosse stata debole e sottomessa avrebbe accettato senza battere ciglio quegli stupidi dettami da cialtroni. Ma lei era sempre stata piena di risorse e mai aveva osato arrendersi, se lei combatteva per qualcosa avrebbe sfidato mari e monti, fulmini e tempeste pur di vincere e di non cadere; era abituata a cadere e a farsi male ma lei sapeva rialzarsi e colpire più forte. Dopo l'ennesima sfuriata con i suoi genitori, lei scappò di casa e si rifugiò a Londra, da due suoi amici e da allora cominciò la sua metamorfosi: - Primo, l'ateismo completo. Abbandonò per sempre il credo religioso, aprendo gli occhi e prendendo consapevolezza di sé stessa. Lei infatti mi dice sempre che affidarsi a qualcosa che non esiste è tipico di uno stupido, chi fa da sé fa per tre. - Secondo, la sua autosufficienza. La prima cosa che fece, subito dopo essere arrivata a Londra, fu trovarsi un lavoro. Johanna trovò il suo primo lavoro a quattordici anni, come apprendista in un fast food e come seconda cameriera. Con i soldi fu in grado di aiutare se stessa e i suoi amici a pagare l'affitto del monolocale in periferia. - Terzo, la sua passione per lo sport. Abituata da sempre agli sforzi, Johanna si interessò subito allo sport e in primis alla pallavolo, e inoltre praticava pugilato con i suoi amici Matt e Kyle, per sfidare e resistere alla dura vita in periferia. C'è un motivo per cui io e Johanna non litighiamo mai ( oltre il fatto che entrambi proviamo affetto l'uno per l'altra), Johanna è una dura e chi la fa arrabbiare rischia grosso. Una volta, un ragazzo giamaicano tentò di derubarla...non l'avesse mai fatto. Johanna si liberò in fretta dalla presa, e lo stese con tre pugni precisi sul torace e cinque in faccia. Non si fece mai più vedere. In quegli anni si fece molto notare dalla squadra di pallavolo dei Red Condors, categoria juniores, dimostrandosi una potente macchina da schiacciata. Fino a quando i Red Condors restarono sulla scena, vinsero per due volte il campionato grazie alle schiacciate di Johanna. - Quarto, l'alcol e sigarette. Uno dei contro di Johanna è che, durante quegli anni cominciò ad abusare molto di alcol, in particolare birra e whisky. Ne beveva un po troppo con gli amici e, non essendone tanto abituata per via della rigidità nella sua famiglia, si ubriacava spesso. Fortunatamente, tre anni prima dell'inizio di questa storia, Johanna aveva finalmente vinto la sua personale battaglia contro il vizio dell'alcol, ora si limita solo a una birra alla settimana e ha sostituto il whiskey con il tè e i centrifugati. Ne va ghiotta. Diverso invece è il discorso del fumo, iniziò a quindici anni ma smise già a sedici, combattendolo con la palestra. - Infine quinto, lesbismo. Da quando Johanna era scappata di casa e si era fatta rispettare per le strade di periferia, aveva guadagnato molte amicizie sia con ragazzi ma sopratutto con le ragazze, in particolar modo con Kyle e la sua migliore amica Elizabeth, che lei chiamava affettuosamente "Bessie". Con le ragazze cominciò ad andare molto d'accordo, tanto che cominciò a interessarsi sempre di più a loro, fin quando non si ebbe la sua prima esperienza con Kyle, che fu la sua ragazza per due anni. Io credo che il suo lesbismo fosse anche una specie di ribellione, che voglio dire? Lei proveniva, come vi ho detto, da una famiglia molto religiosa e molto all'antica, la quale aveva rapporti sessuali solo per procreare e ovviamente la donna non aveva così tanta libertà. Lei aveva sempre visto ciò e questa ossessione la portò presto a evitare relazioni con i ragazzi e a preferire quelle del suo stesso sesso, insomma questo era un trauma che non aveva mai superato. Disse che la sua prima esperienza sessuale con una donna fu qualcosa di bello e da allora si convinse di essere lesbica. Aveva già avuto tre ragazze; Kyle, la sua prima vera amica, Agatha, che giocava nella sua stessa prima squadra di rugby e Litz, sua istruttrice di palestra. Si lasciò con quest'ultima quattro anni fa e da allora non ha mai più avuto relazioni, e non ha mai più provato interesse per qualcun'altra. Almeno credevo. Ecco, adesso conoscete meglio mia cugina e com'è davvero. Si è formata da sola, di più di me e per questo l'ammiravo oltre che ad amarla come cugino e amico. Ora che vi ho raccontato un bel po di lei ( anche perché è uno dei personaggi più importanti del racconto) riprendo da dove avevo interrotto, perché ora verrà il bello.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: FrederickPeron