Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: pierjc    01/05/2019    1 recensioni
La storia dell'ultima stagione della serie tv del Trono di Spade, raccontata in modo differente, con avvenimenti ed epilogo completamente diversi.
Genere: Drammatico, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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La notte si apprestava ad arrivare e, con essa, anche il temibile Re della Notte con il suo esercito di non morti. Il cielo era sempre più cupo e, anche se fosse quasi sera, la luce scarseggiava. Un evidente segno che la morte era molto vicina.

Tormund e Beric, dopo essere riusciti a fuggire dalla Barriera dopo l’arrivo dei non morti, avevano vagato per le terre del Nord, cercando di restare in vita.
«Hai visto anche tu quel maledetto drago?» disse Tormund.
«Sì» rispose con terrore Beric.
«Come diavolo è possibile?».
«Ho paura che il potere del Re della Notte superi qualsiasi immaginazione».
La rassegnazione continuava a farsi largo nei loro cuori. Camminarono a lungo e si ritrovarono a Ultimo Focolare, casa degli Umber, alleati degli Stark. C’erano delle fiaccole accese lungo le mura, per cui intuirono che potesse esserci qualcuno e che il castello non era stato abbandonato. Ma lo sarebbe stato presto. Quale folle sarebbe rimasto?
Arrivarono alle porte urlando e palesandosi come uomini di Jon Snow.
«Hey! C’è qualcuno? Siamo uomini del Re del Nord, cerchiamo riparo» continuava a strepitare Tormund.
«Sei sicuro che ci sia ancora qualcuno? Tutti gli eserciti e tutti gli uomini del Nord si sono diretti a Grande Inverno» commentò mestamente Beric.
Così Tormund batté con ulteriore veemenza sulle grosse porte del castello. Dopo qualche istante esse si aprirono e vennero accolti da una manciata di soldati, con alcuni cavalieri che brandivano delle spade contro di loro con alle spalle degli arcieri con frecce infuocate.
Tormund e Beric alzarono le braccia e continuarono ad urlare il nome di Jon Snow.
«Fateli passare» ordinò una voce dalle retrovie.
I soldati si congedarono e sia il vecchio uomo con la bandana che il gigante rosso poterono entrare e scoprire chi era stato a dare quell’ordine. Era stato Ed dei Guardiani della Notte. Non appena lo videro gli diedero un abbraccio possente e si rallegrarono di vederlo ancora vivo.
«Che diavolo ci fai qui? Non dovresti essere anche tu a Grande Inverno?».
«Potrei chiedere lo stesso a voi due».
«Quell’armata è inarrestabile» intervenne Beric. «E presto saranno qui. Dobbiamo andarcene».
«Infatti mi sto preparando insieme ai miei uomini per la partenza. Ristoratevi per quel che potete, si parte tra meno di un’ora» rispose Ed.
Tormund e Beric vennero accolti nel castello e vennero sfamati. Fecero anche la conoscenza del piccolo Lord Umber. Si meravigliarono di vederlo lì. Sarebbe dovuto essere a Grande Inverno con tutti gli altri. Ultimo Focolare doveva essere un castello pressoché disabitato, ma c’erano fin troppi uomini lì.
«Andate pure dal vostro Re del Nord» disse con voce dura Lord Umber. «Pretende davvero che gli Umber si debbano inginocchiare ad una regina straniera?».
«La Regina Daenerys è qui per aiutarci» spiegò Beric. «Abbiamo bisogno del suo esercito e…dei suoi draghi».
«I miei uomini resteranno qui. Abbiamo incoronato Jon Re del Nord. Evidentemente abbiamo sbagliato».
«Dunque è la morte quello che cercate» bofonchiò Tormund, azzannando un pezzo di carne.

Il vento, all’esterno, si era alzato. Le poche sentinelle che erano sulle mura avrebbero giurato di aver visto qualcosa di strano attraverso le nuvole. Il sole non era ancora calato. Poi videro un piccolo fiocco di neve scendere lentamente. Lo guardarono posarsi delicatamente a terra. Avevano visto quella scena già mille volte. Si rimboccarono le pellicce e maledissero il giorno in cui erano nati. Infine, un rumore di corpi sfregati l’uno contro l’altro, accompagnati da sibili e rantolii. Il sangue nelle vene dei due soldati si ghiacciò, più di quanto non lo fosse. Tutto quello che riuscirono a fare fu di chiamare aiuto e lanciare l’allarme. Poi misero mano alle proprie spade e cominciarono a tremare. Forse era il freddo. Forse la consapevolezza che non avrebbero superato quel tramonto.

Il grido delle due sentinelle riecheggiò ad Ultimo Focolare, richiamando l’attenzione di tutti gli altri.
«Mio Signore, scenda nelle cripte, lì sarà al sicuro» suggerì uno degli uomini del piccolo Lord.
Egli raccolse il consiglio e si diresse in quel luogo insieme ad altre poche donne e bambini. Quelli che avevano avuto il coraggio di rimanere.
«Sono qui» disse Beric, riferendosi all’arrivo inevitabile del Re della Notte e della sua armata.
Estrasse la sua spada e , pregando il Signore della Luce, la vide illuminarsi e avvolgersi di un fuoco magico.
Tormund non si fece prendere dal panico e finì il suo piatto prima di mettere mano alla sua ascia.
Uscirono fuori e videro quei pochi soldati radunarsi in una formazione sparpagliata e confusa.
«Dobbiamo essere compatti!» urlava Ed. «Spalla contro spalla, schiena contro schiena!».
L’inferno travestito di bianco si era abbattuto su di loro. Una tempesta di neve accompagnata da corpi putridi e irruenti si presentò a Ultimo Focolare. La morte. In pochi istanti furono circondati.

Tutti tirarono un lungo respiro e iniziò il combattimento. La proporzione era impari. Per ogni non morto colpito, ne uscivano due pronti ad attaccare. Beric ondeggiava la sua spada nel vento, colpendo quanti più nemici possibile. Il Signore della Luce lo aveva portato, dunque, a dover vivere quel momento? A combattere una guerra senza speranza contro la morte? Tormund, accanto a lui, spaccava crani e teste con una possente brutalità. Ma i non morti cominciarono a saltare anche dalle mura, diventando un pericolo da dover affrontare non solo dal fronte e dal retro, ma anche dall’alto.

Nel frattempo, il Re della Notte osservava tutto dall’alto, in groppa al suo drago Viserion. Poi, lentamente, alzò le braccia, trasformando tutti coloro che avevano appena perso la vita combattendo per i vivi in nuove reclute per il suo esercito.

Il piccolo Lord Umber, nelle cripte, ascoltava le urla degli uomini impegnati a combattere e cominciò a piangere, abbracciato agli altri. Essi sentirono un piccolo ticchettio e si spaventarono ulteriormente. Cosa stava succedendo? La porta d’ingresso era stata sbarrata in modo tale che per aprirla sarebbero serviti ben cinque uomini, quindi prima di poter entrare, i non morti avrebbero dovuto faticare un bel po’.
Ma non c’era bisogno di entrare. Perché i non morti erano già lì. Dalle tombe degli antenati Umber cominciarono ad arrivare delle grida agghiaccianti e i sarcofagi, a poco a poco, venivano smossi e, da essi, iniziarono a venir fuori corpi putrefatti. Le donne e i bambini non poterono far altro che urlare e andare incontro al loro destino. In pochi istanti, la carneficina si consumò.

Intanto, la battaglia tra i pochi uomini ancora rimasti e i non morti si stava concludendo. Ed dei Guardiani della Notte vide la fine imminente e gridò ai suoi uomini: «È stato un onore combattere al vostro fianco, soldati. Moriremo con onore. E di noi verrà scritto che combattemmo come eroi contro il peggior nemico che si sia mai visto».
Non ebbe il tempo di terminare quella frase che un non morto lo azzannò alla gola. Cercò di divincolarsi, strattonandolo via, ma subito venne bloccato da altri tre nemici, che lo graffiarono e pugnalarono in ogni punto del suo corpo. L’ultima cosa che vide fu un corvo nero che volava via.

«Udite le mie parole, siate testimoni del mio giuramento. Cala la notte, e la mia guardia ha inizio. Non si concluderà fino alla mia morte. Io non avrò moglie, non possiederò terra, non sarò padre di figli. Non porterò corona e non vorrò gloria. Io vivrò al mio posto, e al mio posto morirò. Io sono la spada nelle tenebre. Io sono la sentinella che veglia sulla barriera. Io sono il fuoco che arde contro il freddo, la luce che porta l'alba, il corno che risveglia i dormienti, lo scudo che veglia sui domini degli uomini. Io consacro la mia vita e il mio onore ai Guardiani della Notte. Per questa notte e per tutte le notti a venire».

Tormund e Beric si trovavano nella stessa identica situazione. Poi arrivò qualcosa di inaspettato. E persino la sicurezza di Giantsbane venne a mancare. Un enorme gigante zombie. Le risorse dell’esercito dei non morti erano infinite. Quell’enorme mostro si scagliò contro di loro, facendo volare Beric contro un muro ad una forza tale che crollò, seppellendolo sotto una tomba di macerie. Tormund, invece, sgattaiolò al di sotto delle gambe del nemico, saltandogli alle spalle e pugnalandolo ripetutamente. Ma non fu efficace. Il gigante lo afferrò con una delle sue mani e lo gettò in mezzo ad un nugolo di non morti, che fecero il loro dovere, trasformando anche l’ultimo superstite in un membro dell’armata mortale.

L’avanzata del Re della Notte era inarrestabile. La morte non si poteva fermare. Nessuno poteva farlo.
   
 
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