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Autore: alaal    02/05/2019    1 recensioni
Un allenatore assetato di potere, un Pokémon leggendario, una maledizione. La nostra storia non si incentra in questo incontro tra umano e Pokémon leggendario, ma gli effetti di questo scontro si ripercuotono nel futuro, a tre anni di distanza.
Recensite, per favore! Sono uno scrittore in erba, ogni commento (insulti compresi) č bene accetto! ^__^
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Ash e Laura, circondati da decine di Rattata, Zigzagoon e Raticate da una parte e da un furibondo Poliwhirl dall'altra, si strinsero fino a restare quasi spalla contro spalla. Pikachu, di fronte al suo allenatore teneva a bada i piccoli roditori viola respingendo le loro offese con Codacciaio: se uno dei ratti si avvicinava troppo, il Pokémon elettrico lo rispediva indietro senza troppe storie. Ash era cosciente che i Pokémon avversari fossero in soprannumero rispetto a loro e di certo non sarebbe bastato qualche sporadico Codacciaio a fermare quegli inferociti roditori.

Laura nel frattempo aveva giŕ attaccato battaglia contro il Poliwhirl che poco prima aveva colpito di proposito il Ledyba della ragazza dagli occhi verdi. Con le forze combinate del Pokémon coleottero e di Poochyena (che volle a tutti i costi partecipare alla battaglia), la figlia dei Ferguson teneva impegnato il Pokémon girino, anche se pareva essere piů forte del previsto. Ledyba, librandosi in volo, evitava gli attacchi massicci dei piccoli e pestiferi Poliwag (a turno scagliavano degli attacchi Pistolacqua contro di lui) e disperdeva i Pokémon girini un po' ovunque, lanciando a terra diversi attacchi Comete come fossero dei piccoli missili, un piccolo diversivo per isolare Poliwhirl e per permettere a Poochyena di attaccare il suo avversario senza contrattempi.

Il Pokémon buio si lanciň in un rapido attacco Azione, tentando di prendere alla sprovvista Poliwhirl, ma il girino non si lasciň trovare impreparato. Schivň con una rotazione d'anca l'offesa di Poochyena e contrattaccň nuovamente con un attacco Bolla. Laura ordinň al suo Pokémon di schivare l’attacco di natura acqua e quest'ultimo rotolň su un fianco, eludendo per un soffio l’offesa. Poliwhirl non diede il tempo materiale al suo avversario di voltarsi che, di gran carriera, si avventň su di lui, colpendolo con una gran manata con il dorso della zampa anteriore destra. Poochyena cadde di lato, quasi vicino alla riva del lago, ma si rialzň quasi subito. Sincerandosi che il suo Pokémon buio potesse continuare a combattere, Laura ordinň a Poochyena di eseguire un attacco Morso contro Poliwhirl, il quale fu nuovamente pronto a scagliare con i palmi delle sue zampe anteriori un nuovo attacco Bolla, mentre i piccoli Poliwag continuavano a tenere impegnato Ledyba con il tiro al bersaglio con Pistolacqua.

Nel frattempo, Ash aveva i suoi grattacapi con i velocissimi Zigzagoon, che stavano dando parecchio filo da torcere al suo Pikachu. Il topo elettrico, a causa dei continui avanzamenti dei Rattata, era indietreggiato di qualche passo e Codacciaio non era piů sufficiente per tenere a bada quei roditori impazziti. Il Maestro di Pokémon era dovuto ricorrere ad uno degli attacchi elettrici di Pikachu per poter fermare, in modo piů drastico, l’avanzata dei Pokémon di tipo normale. I Zigzagoon lanciavano ogni tanto, con un colpo di zampa, delle spruzzate di fango dirette verso Pikachu il quale si limitň a schivarle saltando e schivando, accucciandosi oppure buttandosi su un lato.

Ash: -Pikachu, usa Fulmine contro i Rattata!- Un altro attacco diretto contro i Rattata, andato nuovamente a segno, fece saltare per aria la prima linea dei Pokémon roditori, costringendo gli altri Rattata, Zigzagoon e Raticate a indietreggiare a loro volta. Qualche Rattata finiva, volando, nei cespugli, altri dietro il piccolo esercito che continuava inesorabilmente ad avanzare e altri ancora direttamente nel lago, salvo poi ritornare immediatamente a riva e continuare la loro marcia verso il Pokémon elettrico. Laura digrignň i denti e ordinň a Poochyena di usare un attacco Turbosabbia verso Poliwhirl. Il Pokémon lupo obbedě e, voltando le spalle al girino, raspň per terra e sollevň una densa coltre di polvere che impedě a Poliwhirl di dirigere correttamente l’attacco Bolla contro il velocissimo Poochyena. Il Pokémon di Laura approfittň del momento di distrazione di Poliwhirl e dei Poliwag (che a causa di Turbosabbia non riuscirono piů a scorgere Ledyba, che restava in alto rispetto alla fuliggine creata poco prima da Poochyena) per utilizzare un Attacco Rapido che colpě in pieno Poliwhirl. Il Pokémon acqua rotolň per diversi metri lontano da Poochyena e cadde di muso per terra, salvo poi rialzarsi lentamente, provato dal forte attacco fisico del suo avversario. I Poliwag, nel frattempo, riacquistarono la visibilitŕ necessaria per individuare nuovamente Ledyba in cielo (il suo vorticare sopra le teste dei girini stava iniziando a calare di velocitŕ) ed indirizzarono il loro attacco Pistolacqua contro il Pokémon coleottero, il quale non aspettandosi di essere immediatamente intercettato, incassň il colpo e precipitň a terra, mezzo malconcio.

Laura: -Ash, sono troppi! Non riusciremo a resistere a lungo! Chiama uno dei tuoi Pokémon, presto!- Il Maestro dei Pokémon voleva evitare di utilizzare la sua squadra, paventandone un utilizzo maggiore alla Torre Pokémon. In cuor suo, ebbe il forte dubbio che, una volta raggiunto il Cimitero dei Pokémon, ci sarebbe stato qualcuno o qualcosa ad attenderli. Scosse la testa velocemente e, aggrottando le sopracciglia, diede un ulteriore ordine a Pikachu, il quale spedě, con un nuovo Codacciaio, un altro Rattata distante da lui, contro i cespugli.

Ash: -Pikachu, apriti un varco con Locomovolt!- Il Pokémon elettrico, raccolte tutte le energie necessarie per utilizzare quella tecnica di sfondamento, iniziň a correre, dapprima lentamente, poi sempre piů velocemente. I Rattata, i Raticate ed i Zigzagoon si bloccarono di colpo, non aspettandosi di vedersi venire incontro, a cosě folle velocitŕ, il loro avversario. Pikachu guadagnň sempre piů celeritŕ e attorno a lui si formň una sinistra luce giallastra, quasi accecante ad osservarla. Piů correva, piů questo alone prendeva consistenza, causando scariche elettriche che si diramavano e si estendevano in ogni dove. L’allenatore col cappello non avrebbe voluto utilizzare quella tecnica, sia per la presenza di numerosi Pokémon nei dintorni, sia per la pericolosa vicinanza dello specchio d’acqua del lago. Avrebbe potuto utilizzare uno dei suoi Pokémon, ma non si erano sufficientemente riscaldati per entrare in campo. Pelipper avrebbe potuto dare una mano, ma era troppo lento per potere aiutare Pikachu in quella folle corsa contro i Rattata. Magcargo avrebbe certamente rifiutato di scendere in campo in presenza di zone d’acqua, mentre Machamp non avrebbe fatto molto, con la sua grossa stazza, in quella stretta lingua di terra. Natu era troppo piccolo per potere affrontare tutti quei Pokémon in una volta sola. Ash era certamente un Maestro, ma i suoi Pokémon restavano pur sempre Pokémon da preparare a dovere in un combattimento.

Laura: -Per l’amore del cielo, Ash, trova una soluzione!- Ledyba era stato nuovamente attaccato dal Pistolacqua dei pestiferi Poliwag, ed il Pokémon coleottero aveva evitato per un soffio di essere nuovamente colpito. Laura sapeva che Ledyba era quasi allo stremo delle forze, mentre Poochyena stava iniziando a cedere il passo a Poliwhirl, che nel frattempo aveva agguantato il suo avversario per una spalla e lo stava schiaffeggiando con una sonora Doppiasberla. Dratini era scesa in campo per dare manforte ai suoi compagni di squadra, ma era stata fermata da un grosso Raticate, che per qualche strana ragione era riuscito ad eludere il Locomovolt di Pikachu ed era penetrato fin nel luogo di combattimento dei Pokémon acqua. Con un colpo secco, per mezzo di Iperzanna, Raticate ebbe la meglio su Dratini, la quale non ebbe neppure il tempo di sferrare mezzo attacco. La situazione stava inesorabilmente scivolando di mano e Laura voltň lo sguardo terrorizzata verso il suo maestro, il quale non si curň di constatare il rapido peggioramento dell’evolversi della battaglia in sfavore della sua allieva.

Laura: -ASH! Ti prego fai qualcosa!!- Locomovolt ebbe il sopravvento, fortunatamente, contro il piccolo esercito di Rattata e Zigzagoon e, con l’attrito e il cozzare della testa di Pikachu contro la prima linea dei roditori, gli avversari del topo elettrico saltarono letteralmente in aria, mentre Pikachu con la forza e la velocitŕ del Locomovolt penetrň sempre piů in profonditŕ nella retroguardia avversaria. Come birilli colpiti da una palla da bowling, i Pokémon di natura normale schizzarono via dal loro posto, creando un varco abbastanza largo da spezzare il piccolo esercito in due. Ash riuscě ad ottenere in poco tempo quello che desiderava: una via di fuga da quella posizione e proseguire il piů velocemente possibile. La Torre Pokémon non era distante, se la fortuna fosse stata dalla loro parte, avrebbero presto raggiunto Cleffa e Phil e sarebbero tornati alla cittŕ di Lavandonia entro il primo pomeriggio. Il Maestro dei Pokémon, voltando lo sguardo, richiamň l’attenzione della sua allieva alzando la voce.

Ash: -Finché siamo in tempo, richiama i tuoi Pokémon e andiamo avanti!- Laura non se lo fece ripetere due volte. Con le due sfere Poké richiamň Poochyena (che stava per avere la peggio contro Poliwhirl, il quale stava continuando a malmenare il Pokémon buio) e Ledyba (ormai impossibilitato a combattere), mentre con un calcio allontanň il grosso Raticate e raccolse da terra la sua Dratini, che sembrava essere provata da quell’Iperzanna subito poco prima.

I ragazzi si misero in fretta e furia le calze e le scarpe, infischiandosene dei piedi sporchi di fango. Con la via libera dai Rattata e dai Zigzagoon, Ash e Laura, quest’ultima con Dratini tra le braccia, corsero in avanti, inseguiti da un inferocito Poliwhirl e dal piccolo stormo di Poliwag, ben decisi a non volere lasciar andare i due allenatori. I due ragazzi raggiunsero Pikachu, il quale era rimasto in attesa dell’arrivo dei suoi amici, e quando fu cosciente di averli finalmente alle spalle, scagliň un fragoroso Fulmine contro Poliwhirl ed i Poliwag, i quali erano saltati in avanti tutti assieme ed erano quasi arrivati ad agguantare la sua gola. L’attacco risultň cosě potente che colpě tutti quanti, compresi i pochi Rattata che si erano rialzati e che avevano la mezza idea di voler riprovare ad attaccare il Pokémon elettrico.

Ash, Laura e Pikachu non si curarono di controllare se i Pokémon che quest’ultimo aveva colpito si fossero rialzati e avessero ricominciato ad inseguirli, il loro obiettivo era quello di lasciarsi il lago alle spalle il prima possibile e di addentrarsi nuovamente nel fitto del bosco, in direzione della Torre Pokémon.

 

Ash: -Una radura, ci siamo!- Dopo tanto correre e procedere spediti come dei Linoone terrorizzati, Ash finalmente incontrň una radura che si estendeva a vista d’occhio, gli alberi si diradavano per perdersi in dolci colline erbose e i sentieri si diramavano per chissŕ dove, probabilmente negli entroterra campagnoli e nelle cascine della provincia di Lavandonia. Laura, sfiancata per il gran correre e per essersi portata di peso la sua Dratini (negli ultimi tempi era cresciuta un po’ sia di peso che di lunghezza), appoggiň sull’erba fresca il suo Pokémon e si inchinň in avanti, con le mani sulle cosce. Ansimň e deglutě, ancora spaventata dalla lotta Pokémon di prima alla riva del lago.

Laura: -Spero… che non ci abbiano… seguito!- Pikachu, che sembrava in gran forma, si guardň attorno guardingo, puntando gli occhi nella zona boschiva appena lasciata. Non sembrava che stesse accadendo nulla di particolare, il topo elettrico annusň l’aria ma non percepě l’odore salmastro di Poliwhirl e dei piccoli Poliwag che tanto avevano dato preoccupazioni alla figlia dei Ferguson. Ash recuperň tre pozioni dalla tasca laterale destra del suo zainetto rosso e chiese alla sua allieva di fare uscire fuori i suoi Pokémon dalle sfere Poké. Poochyena, Dratini e Ledyba vennero chiamati in causa e il Maestro dei Pokémon spruzzň su di loro la soluzione verdastra, a turno, ed in breve tempo i tre Pokémon di Laura ritrovarono un po’ di vigore.

Ash: -Avrei preferito dar loro delle bacche, sicuramente piů genuine e naturali, ma avevo solo queste.- Una volta che ebbe terminato di curare i Pokémon di Laura, Ash ripose i tre contenitori semivuoti nuovamente nella tasca del suo zaino e si guardň attorno, perplesso.

Davanti a sé il sentiero proseguiva, lineare e un cartello piantato nel terreno a lato del percorso di terra battuta indicava la giusta direzione da prendere per la Torre Pokémon. L’edificio ormai era a pochi passi da loro, compariva alto e troneggiante in direzione nord-est, segno che la strada da loro intrapresa era quella giusta, seppure irta di pericoli e contrattempi. Ciň non fece per nulla rallegrare la figlia dei Ferguson, la quale avrebbe preferito mille volte perdere tempo attorno al lago o ritornare indietro fino al casello del treno. Laura osservň con la coda dell’occhio l’edificio biancastro del Cimitero dei Pokémon, e sollevando lo sguardo poté scrutare, quasi al limitare del cielo azzurro, parte della Campana Chiara perfettamente immobile. A quell’ora non c’era nessuno che transitava da quelle parti, quel silenzio e quella solitudine misero una profonda angoscia nell’animo della ragazza dagli occhi verdi.

Dratini, Poochyena e Ledyba si sedettero a terra, in attesa di ricevere ordini dalla sua allenatrice, la quale si guardava attorno, mezza spaurita. Dove erano andati a finire Brock e Terry? Erano giŕ arrivati prima di loro? Dove andava a finire quella stradina in salita? Si erano persi? E dov’era Alex in quel momento? Si era perso? Stava cercando di raggiungerli? Era rimasto coinvolto nello scontro con i Rattata ed i Poliwag? Troppe domande all’unisono fecero venire il mal di testa e le vertigini alla ragazzina, la quale voleva fermarsi lě e sedersi sull’erba, in attesa che arrivassero gli altri. Ash non era di quell’avviso e richiamň Pikachu chiamandolo per nome, una volta appurato che nessun Pokémon si fosse preso la briga di seguirli in quella zona aperta. Il Pokémon elettrico saltň sulla spalla del suo allenatore il quale, aggiustata la visiera del suo cappello, si voltň verso la sua allieva, sorridendo.

Ash: -Il piů č fatto. Ora dobbiamo proseguire per la Torre Pokémon!- Poochyena annusň il terreno, circospetto. Senza esitazioni, con il muso puntň verso la stradina di terra battuta, dove il cartello indicava la strada da intraprendere verso la Torre Pokémon. Laura percepě un brivido percorrerle la schiena.

Laura: -Ash, dobbiamo aspettare gli altri!- Ash si batté la fronte con una mano, ricordandosi in quel momento dei suoi amici che avevano intrapreso un’altra strada qualche tempo prima, al bivio nel bosco. Afferrň una Poké Ball dalla sua cintura e, con un tocco, la ingrandě, evocando uno dei Pokémon della sua squadra.

Ash: -Uh, hai ragione, me ne ero quasi scordato. Pelipper, esci!- Il Pokémon pellicano fece la sua comparsa e, sgranchite per qualche secondo le ali e agitato il mastodontico becco per risvegliarsi dal torpore in cui era caduto, venne istruito dal suo allenatore di alzarsi in volo ed esplorare i dintorni, alla ricerca dei loro amici. Se i suoi calcoli erano corretti, Brock e Terry dovrebbero trovarsi nei dintorni di quella radura.

Pelipper scosse le ali biancastre, agitň ancora una volta la testa, iniziň a trotterellare e, con una zampa dietro l’altra, approfittň dello spazio della radura per prendere un po’ di rincorsa prima di spiccare il volo e planare, in direzione della stradina di sinistra, che si inerpicava verso una pineta lussureggiante, in salita. Pelipper perň non fece molta strada, perché una volta che si ritrovň ad un’altezza di 20 metri, vide in lontananza un Pokémon uccello dalle grandi dimensioni che, battendo le ali forsennatamente, si dirigeva verso la sua direzione. Dal basso, Ash, Laura ed i loro Pokémon stavano con il naso all’insů, tenendo gli sguardi incollati su Pelipper, in attesa di maggiori informazioni.

Laura: -Ash, ma perché Pelipper č rimasto lě a volare senza procedere? Che cosa ha visto?- Il ragazzo col cappello non riuscě a trovare una risposta al quesito della sua allieva. Sembrava quasi che il suo Pelipper avesse visto qualcosa di particolare… Poi la risposta giunse volando, proprio in direzione del Pokémon pellicano. Tutti rimasero sbalorditi, soprattutto Pelipper, nel vedersi volare incontro nientemeno che Pidgeot, il secondo Pokémon volante di Ash. L’uccello dalla folta criniera bionda sembrava sconvolto ed aveva le piume completamente arruffate, e stava gracchiando qualcosa di concitato ad uno stupefatto Pelipper, il quale piů lo stava ad ascoltare (i due Pokémon erano rimasti in aria, a gracchiare tra di loro e rimasti in quella posizione, in sospeso), piů lanciava grida sconnesse di spavento. Ash sbarrň gli occhi, confuso e spaventato dall’entrata in scena improvvisa del suo Pidgeot. Si ricordň benissimo in quel momento di avere prestato a Brock il suo Pokémon volante, da utilizzare soltanto se lui e Terry avessero trovato qualcosa sulla strada verso la Torre Pokémon. Eppure Poochyena poco prima era andato a colpo sicuro, indicando col muso la strada che portava dritta al Cimitero dei Pokémon… Laura, ormai completamente terrorizzata da quello che stava accadendo in quell’istante, afferrň per la manica della giacca il suo maestro ed iniziň a gridare come un’ossessa, guardandolo dritto negli occhi. Ash e Pikachu non staccarono per un secondo gli occhi di dosso ai due Pokémon volanti, che ancora stavano confabulando tra di loro.

Laura: -Ash, cosa sta succedendo? Ti prego, rispondimi! Non lasciarmi in sospeso, dimmi che cosa sta accadendo!- E anche questa volta la risposta non tardň ad arrivare. Un rauco grido proveniente dalla pineta congelň tutti i presenti sul posto, e il grido intimorě piů tra tutti Pidgeot, il quale addirittura perse dallo spavento la coordinazione del suo battere d’ali, ed a momenti non cadeva a terra in picchiata. Gli sguardi di tutto il gruppo si focalizzarono verso la pineta sulla loro sinistra, quelle grida disumane e altri rumori ben poco raccomandabili sembrň che si avvicinassero sempre di piů verso la radura.

Ash: -Ma cosa sta succedendo…?- Laura, ormai in preda al piů forte dei terrori mai provati in vita sua, richiamň immediatamente i suoi Pokémon nelle loro sfere Poké, eccezion fatta per Dratini, la quale si raggomitolň impaurita attorno al collo della sua allenatrice. Pelipper e Pidgeot, in alto, iniziarono a farneticare grida impossibili e volarono in tondo, in preda ad forte sbigottimento. Il maestro dei Pokémon osservň i suoi Pokémon in preda al terrore, poi voltň lo sguardo verso la sua allieva, che per la paura si era inginocchiata a terra, nascondendosi il volto tra le mani, gridando disperata. Il ragazzo col cappello non riuscě a comprendere cosa stesse accadendo, la sola cosa che fu in grado di intendere era che quelle grida, che assomigliavano piů a degli ululati, erano sempre piů vicine. Il maestro di Pokémon poté percepire con le orecchie alcuni rami che si spezzavano e qualcosa che si stava precipitosamente avvicinando verso la radura. Pikachu aggrottň la fronte e, carico di elettricitŕ che scoppiettava dalle sue tasche guanciali, era pronto a menare le mani ancora una volta.

Ash: -Aspetta ancora qualche secondo, Pikachu. Appena qualcuno arriverŕ alla radura, lo accoglieremo come meglio merita.- Quel qualcuno – o meglio, quel qualcosa – sbucň improvvisamente dalla pineta, senza dare il tempo all’allenatore di dare alcun tipo di ordine al suo Pokémon elettrico. Uno… due… tre… quattro… cinque, sei, sette, otto Pokémon saltarono fuori di colpo dagli alberi sempreverdi, correndo come dei disperati. Ash li riconobbe al volo, in ordine di apparizione: Mareep, Sylveon, Pidgey, Machop e Weedle, Altaria e Geodude (che portava sopra di sé, con un braccio, un Bulbasaur terrorizzato), seguiti a una decina di metri da due spaventatissimi Brock e Terry. Ash sgranň gli occhi, non aspettandosi di vedersi piombare i suoi amici all’improvviso nella radura. Le roche grida di rabbia erano sempre piů vicine e alcuni pini vennero divelti e completamente sradicati, cadendo a terra e facendo un gran rumore. I due ragazzi raggiunsero di corsa il gruppetto che era rimasto in centro alla radura e si riunirono.

Brock: -Ash…!- Il maestro di Pokémon non aveva mai visto il suo amico di sempre cosě spaventato. Le urla disumane continuavano a farsi sempre piů vicine ed i due Pokémon volanti tornarono a terra, planando dolcemente sul terreno erboso. Ash volle trattenere Brock e Terry, ma sembrava che volessero ancora scappare via da quel posto. Laura gemeva e non si schiodava dalla sua posizione.

Ash: -Brock, che cosa sta succedendo…?- Altri alberi divelti, altre grida e altro rumore assordante dalla pineta. Senza orma di dubbio quelle grida erano prodotte da alcuni Pokémon. Terry ansimň, quasi piegato in due dalla fatica della corsa di poco prima, e con poche parole disse che dovevano andarsene da quel luogo.

Terry: -Abbiamo… abbiamo degli Ursaring alle calcagna…- L’allenatore col cappello addirittura inorridě. Come era possibile che degli Ursaring attaccassero di proposito delle persone in quel periodo della stagione? Non avrebbero dovuto prepararsi per il letargo, in vista della stagione invernale? Brock scosse la testa ed ordinň a Terry di prendere Laura e tutti i Pokémon presenti (eccezion fatta per Pikachu ed i due Pokémon volanti) e di proseguire senza fermarsi verso la Torre Pokémon. Laura, percepita la forte presa di Terry alla sua mano, volle divincolarsi e protestň con veemenza nei confronti del ragazzo dalle folte basette. Non voleva lasciare soli Ash e Brock, i quali avevano deciso di affrontare gli iracondi Ursaring e rallentare la loro avanzata.

Laura: -Non voglio andare alla Torre Pokémon! Lasciami, lasciami ho detto!!- A nulla valsero le grida e le proteste della figlia dei Ferguson. Strattonandola e obbligandola a seguirla, la ragazza venne fatta rialzare e trascinata via dalla radura. Terry con tutti i Pokémon che erano scampati per miracolo alla grotta degli Ursaring, seguiti da Dratini, la quale era caduta a terra a causa dell’improvviso spostamento della sua allenatrice, forzarono Laura a proseguire il cammino verso il Cimitero dei Pokémon. Mentre udiva gridare e singhiozzare la poverina che veniva costretta ad abbandonare i suoi amici e la radura, Ash respirň a fondo, rimanendo in attesa che gli Ursaring giungessero allo spiazzo erboso, dando le spalle al percorso appena intrapreso dai due ragazzi. Brock aveva giŕ afferrato una sfera Poké, e Ash fece altrettanto. Non avevano altra scelta… dovevano combattere, dovevano lottare contro gli Ursaring per permettere a Laura e Terry di mettere piů spazio tra loro e la minaccia incombente, e garantire loro piů tempo per la ricerca di Phil e Cleffa.

Ash: -Brock, in poche parole, che cosa diavolo č successo?- L’ex capopalestra di Plumbeopoli scosse la testa, ancora con il cuore in gola. Adesso anche il terreno tremava a causa sia degli alberi che cadevano come tanti birilli in terra e all’approssimarsi dei Pokémon in collera. Pidgeot e Pelipper stettero in attesa, in piedi, le ali conserte, come fossero delle statue di sale. Pikachu invece scese dalla spalla del suo allenatore e, con un rauco grido di battaglia, era pronto a ricevere gli orsi, con le tasche guanciali colme di energia elettrostatica.

Brock: -A dopo le spiegazioni, ora cerchiamo di fermare quei due!- Ash voltň lo sguardo, quasi spaventato, verso il suo amico, ma non riuscě a porgergli neppure una parola che finalmente, dopo tanto fracasso, giunsero i due Ursaring, non prima di avere distrutto ancora qualche albero nelle vicinanze. Il maestro dei Pokémon deglutě, spaventato dall’aspetto inferocito dei due Pokémon orso e dalla loro stazza: erano alti almeno due metri e mezzo, avevano il pelo arruffato, gli occhi iniettati di sangue, le zanne acuminate e colanti di saliva, gli artigli affusolati e taglienti e continuavano a produrre quel roco grido di battaglia. Ash non aveva mai visto in vita sua degli Ursaring cosě furiosi, doveva essere accaduto qualcosa di molto grave se addirittura si erano messi ad inseguire un gruppetto di Pokémon e due umani, abbandonando la loro tana, nel periodo autunnale. Non c’era perň il momento di chiedersi il perché o il percome, se il maestro di Pokémon non avesse fermato i due Ursaring, probabilmente quelli avrebbero proseguito, dando la caccia agli altri che nel frattempo avevano giŕ abbandonato la radura, in direzione della Torre Pokémon.

Ash chiamň in causa Machamp, mentre Brock invocň Onix dalle loro sfere Poké. Non c’era il tempo necessario per studiare le dovute tattiche e strategie, era come tentare di fermare un treno a mani nude. I ragazzi dovevano usare la forza bruta, che piacesse a loro oppure no.

 

Laura: -Lasciami andare!! Per favore, lasciami andare!!- Terry, eseguendo l’istanza di Brock di spostare la figlia dei Ferguson lontano dalla radura in vista dell’arrivo dei due pericolosi Pokémon orso, non ci andň troppo per il sottile e, vista la particolare resistenza della ragazza ad obbedire al percorso da seguire verso la Torre Pokémon, issň il corpo esile della fanciulla sulla sua spalla destra, sollevandola con tutte e due le braccia, abbrancandola per il bacino. Laura, vedendosi sollevata da terra contro la sua volontŕ, gridň e si dimenň come un’isterica e lottň con tutte le sue forze al fine di sottrarsi a quella presa di ferro. Si ritrovň dunque quasi distesa tra la spalla e le braccia del ragazzo dalle folte basette, quasi come fosse stato un tappeto, con gli occhi che guardavano la strada che avevano appena percorso e la radura che si allontanava (poteva ancora vedere il suo maestro e Brock che schieravano i loro Pokémon contro i due Ursaring appena arrivati in campo, salvo poi non scorgerli piů una volta superata una curva, e potč udire solamente le grida crescenti dei due Pokémon rabbiosi). Urlň, si agitň come una forsennata e tentň piů di una volta di liberarsi prendendo a pugni la schiena di Terry e prendendolo a ginocchiate sul busto.

Laura: -Fermati!! Fermati ho detto!! Se non mi lasci andare subito, giuro che io… io ti…!!- Terry non rispose neppure alle crescenti lamentele e alle nascenti minacce della ragazzina. Troppa era la sua paura provata poco prima nel vedersi faccia a faccia con i due temibili orsi della caverna. Brock e Terry avevano individuato una grotta, la cui uscita si collegava con uno dei sentieri che portavano nella pineta al di sotto del dirupo dove si trovarono ad ammirare il paesaggio, e dove persero di vista Bulbasaur e Sylveon. Peccato che quella grotta fosse dimora dei due Ursaring per il periodo invernale, e avevano dato alla luce da poco tempo quei due Teddiursa. Probabilmente l’intrusione di Brock e Terry venne interpretata come una minaccia nei confronti dei due piccoli orsacchiotti da parte dei genitori ed essi non ci pensarono due volte ad attaccarli di proposito, con il solo fine di proteggere i loro figlioletti. Di certo, Terry non si sarebbe neppure lontanamente sognato ad andare di proposito in una grotta a disturbare il sonnellino di due Teddiursa, soprattutto in quel delicato periodo della stagione, ovvero della preparazione al letargo. In qualche modo (neppure lui sapeva di preciso come), erano riusciti a sfuggire agli artigli e alle zanne dei due inferociti Ursaring e, agguantati Bulbasaur e Sylveon, corsero insieme ai Pokémon ancora fuori dalle loro sfere Poké verso il fondo della grotta, svoltando l’angolo e scendendo sempre piů in basso. Con le grida dei due Pokémon orso che risuonavano per tutta l’arcata della caverna (a Terry era sembrato che crollasse tutto talmente le urla erano acute e fragorose, rischiando di causare crolli e smottamenti improvvisi), i due ragazzi corsero con le ali ai piedi verso l’uscita, che si era presentata davanti ai loro occhi, in un fascio di luce improvviso. Rivedere la luce del sole, i pini e il cielo azzurro fu un enorme sollievo per tutti, con il pensiero di essere al sicuro fuori dalla grotta, ma si sbagliarono. Gli Ursaring non rallentarono il loro passo, addirittura accelerarono quando furono fuori dal loro habitat naturale, la cui ferocia venne moltiplicata alla vista del sole e dalla luce naturale.

I Pokémon che accompagnavano i due ragazzi (Dratini, Pidgey, Weedle e Machop, Geodude con Bulbasaur tra le sue braccia, ancora spaventato a morte e piangente, Mareep, Sylveon e Altaria) seguirono a passo svelto i due allenatori e non fecero nulla per aiutare la figlia dei Ferguson. Addirittura Dratini non obbedě agli ordini della sua allenatrice di colpire Terry per farlo rallentare e desistere dal suo tentativo di trascinarla verso il cimitero dei Pokémon. Ciň fece quasi uscire fuori di testa la ragazzina, ormai in preda ad una forte crisi isterica. Terry non si curň minimamente delle grida e dei pugni sulla schiena, dovevano trovare Phil e Cleffa e abbandonare immediatamente quel luogo. Il ragazzo con la giacca di pelle si guardň attorno, nella speranza di incrociare il suo amico nel tragitto verso la Torre Pokémon (il cui edificio diveniva sempre piů grande ed imponente mano a mano che il gruppo avanzava). Il panorama perň gli apparve estremamente desolante: colline e spiazzi di erba che si perdevano nell’orizzonte, la pineta che aveva lasciato poco prima che si distanziava sempre di piů in direzione sud ovest e l’approssimarsi delle zone agricole sulla destra, dove alcune cascine facevano capolino tra alcuni alberi disseminati qua e lŕ nel terreno fertile.

Finalmente, dopo tanto camminare (e scalciare da parte di Laura), Terry arrivň a destinazione. Quando fu sicuro che Laura ebbe esaurito buona parte delle sue energie nel vano tentativo di liberarsi dalla presa del ragazzo, la adagiň a terra. La ragazzina, sfinita da tutte quelle grida e quel dimenarsi, si sdraiň a terra, bocconi, ansimando. Dratini fu subito su di lei e tentň in qualche maniera di portarle conforto, e notň che la sua allenatrice stava piangendo in silenzio, a bocca chiusa, i movimenti convulsi del suo torace, nel vano tentativo di smettere e controllarsi.

L’attenzione del Pokémon di Laura ben presto fu catturata dalla grande ombra che proiettava la Torre Pokémon sul sentiero percorso dai due ragazzi: una mastodontica torre interamente costruita in pietra e ampie vetrate ellittiche che si intercalavano tra un piano e l’altro. Le arcate in mattoni erano leggermente rovinate dalle intemperie e dall’usura del tempo. Una delle porte d’entrata, un grosso portone colore verde rame interamente d’acciaio grezzo, si affacciava sul sentiero ghiaioso, proprio davanti dove Laura venne fatta adagiare, e sembrava essere sigillata ed ermeticamente chiusa. Le maniglie, di ferro battuto, di forma circolare, erano adagiate perpendicolarmente sulle pareti d’acciaio del portone. Terry aguzzň meglio lo sguardo, e notň che dei passi sul terreno portavano proprio davanti a quella porta dall’arcata leggermente a sesto acuto. Le orme piů piccole erano inconfondibili: erano quelle rilasciate dalle zampe di Cleffa. Il ragazzo dalle folte basette sorrise e le indicň, mostrandole ai presenti.

Terry: -Sono da queste parti! Coraggio Laura, andiamo!- La ragazza non volle rialzarsi e muoversi dalla posizione in cui si trovava in quel momento. Machop e Geodude si guardarono in faccia, perplessi se agire e rialzare la figlia dei Ferguson contro la sua volontŕ, oppure rimanere in attesa insieme agli altri Pokémon.

Laura: -Vacci tu da solo!- La voce della fanciulla era ancora rotta dal pianto, e sembrava che il suo tono fosse piů indispettito che in collera verso il suo compagno di viaggi. Terry alzň le spalle, in modo indifferente e dall’aria sufficiente, come lo era stato poco prima che Phil e Cleffa abbandonassero il Parco Cittadino, e si incamminň lentamente verso le porte della Torre Pokémon. Sylveon e Altaria si mossero con lui, seguiti con una certa apprensione dagli altri Pokémon.

Terry: -Va bene, va bene, resta pure lě, noi proseguiamo…- Non terminň neppure la frase, che Laura si era giŕ rialzata, con Dratini accovacciata sulla sua spalla, e corse dietro di lui, con il cuore in gola.

 

La porta della Torre Pokémon era chiusa a chiave, stranamente dall’interno, un fatto insolito che mise sul chi va lŕ Terry e che fece accapponare la pelle ai Pokémon di Alex, nonché a Laura e Dratini. Altaria era riuscito a scardinare gli agganci della serratura con un Aeroassalto e, una volta che il Pokémon di Terry ebbe compiuto il suo attacco, tutti i presenti udirono il caratteristico tintinnare di una chiave che cadeva a terra, all’interno della costruzione. Infatti, una volta aperta la porta, che emise un sinistro cigolio che fece quasi impazzire di paura il povero Weedle, Sylveon scattň in avanti, nel buio quasi pressoché totale, e ritornň alla luce del sole, con la chiave d’acciaio tra le zanne. Laura sgranň gli occhi e si guardň attorno, incrociando le braccia e strofinandosi gli avambracci, percependo un grande gelo che le attraversava le ossa.

Laura: -Terry… non credo che sia una buona idea proseguire… aspettiamo gli altri…- Terry scosse la testa, osservando l’interno del Cimitero. Stranamente era buio l’interno, non si riusciva a vedere niente all’interno. Eppure quel luogo era solito essere frequentato da molte persone… appariva stranamente sinistro e quasi abbandonato a se stesso. Che quella costruzione fosse quella antica che menzionava il PokéNav e che la nuova Torre Pokémon fosse dislocata altrove? Eppure le tracce di Phil e Cleffa portavano esattamente in quel punto…

Terry: -Ash e Brock si sono fermati per proteggerci. Non possiamo aspettarli, dobbiamo andare avanti!- Ancora un luogo buio, Mareep era nuovamente pronto per illuminare il vestibolo delle Torre Pokémon. La luce incandescente della coda del Pokémon elettrico di Brock riuscě a rischiarare l’entrata del Cimitero, e il luogo apparve deserto e quasi pietrificato. Le lapidi erano ordinate in fila davanti a loro, alcune disposte in terra con semplici croci di legno piantate in terra, altre incassate al muro con tanto di nomi e date di nascita e di morte, altre ancora erano dei veri e propri piccoli mausolei di pietra all’interno di quella enorme torre. I ragazzi strabuzzarono gli occhi, quasi inorriditi: non si poteva scorgere il fondo della torre, potevano essere miglia e miglia di cammino. Laura ridacchiň, quasi scioccata nel constatare che dall’esterno, la Torre Pokémon potesse sembrare meno capiente.

Laura: -Bene… ora che siamo qui… che facciamo…?- Terry si guardň attorno, piů attento ai dettagli di quanto fosse la sua giovane compagna di viaggio. Cercava di capire se fossero presenti delle fonti di luce… le aveva trovate, dislocate sulle pareti, alcuni lampadari grezzi e sul soffitto dei lucernari che potevano essere vecchi di anni, tutto completamente spento. Che quel giorno il cimitero fosse chiuso per tutti? Era probabile.

Terry: -Sento che Cleffa e Phil sono da queste parti…- Laura percepě un forte gelo provenire dall’interno della costruzione. Un brusco abbassamento della temperatura fece addirittura battere i denti alla figlia dei Ferguson, che si rannicchiň in ginocchio, nel tentativo di riscaldarsi.

Laura: -Non... non me la sento… Terry, ti prego…- Laura avrebbe tantissimo voluto avere il suo maestro al suo fianco. Quel personaggio, quel Terry… non gli piaceva affatto, sembrava cosě distante, cosě freddo… Ad un tratto, tornň con il pensiero ad Alex. I suoi Pokémon erano insieme a loro… Weedle, Pidgey e Machop si tenevano stretti l’un l’altro, rabbrividendo alla vista delle lapidi, che apparivano minacciose in lontananza. Geodude osservava il tutto quasi distrattamente, molto probabilmente il suo pensiero era piů concentrato verso il suo allenatore che stava combattendo contro gli Ursaring nella radura, tenendo sempre Bulbasaur per un braccio, il quale si era ammutolito per il raccapricciante spettacolo che gli si parava davanti. Mareep davanti a loro guardava verso il fondo, con Altaria e Sylveon accanto alla pecora.

Cosě, improvvisamente, Laura si accorse di un fatto che la gettň nel piů totale disorientamento: era in compagnia di uno sconosciuto, all’interno di un cimitero completamente privo di persone o di Pokémon. Poco importava se fossero passate ore in sua compagnia, il solo fatto che si trovava da sola con quel tizio col pizzetto dall’aria ambigua la terrorizzava. Non sapeva come, né perché, ma il suo istinto fu quello di scappare via, ma la presa ferrea di Terry al suo polso destro la tenne vincolata sul posto. Dratini scese dalla spalla della sua allenatrice con un balzo e osservň il tutto, attonita.

Terry: -Calmati, Laura, non ti agitare!- Niente da fare, la ragazza al contatto con la mano di Terry si dimenň e gridň a squarciagola. Tutti i Pokémon si voltarono verso i due allenatori, e tentarono di separarli, ma la figlia dei Ferguson riuscě a divincolarsi e, raccolta con un braccio il suo Pokémon drago, si fece strada tra i Pokémon che l’avevano circondata, nel tentativo di calmarla.

Terry: -Laura…! Laura, aspetta! Stai andando verso le lapidi!- La ragazza dagli occhi verdi, completamente in bambola per il terrore che le attanagliava il petto, corse senza una meta precisa, all’interno del piano terreno della Torre Pokémon. Andň a cozzare contro una delle croci di legno, perse l’equilibrio e, appoggiando la mano su una lapide di pietra semicircolare per impedire di ruzzolare per terra, essa si spostň in avanti, rivelando un passaggio segreto al di sotto, con tanto di scalinate. Terry ed i Pokémon si sporsero in avanti, nel tentativo di raggiungere Laura e Dratini, ma sia la ragazza che il suo Pokémon drago sparirono dalla loro vista, ingoiate dal sottosuolo del cimitero della Torre Pokémon.

 

 

   
 
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