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Autore: Sylvia Moons    03/05/2019    0 recensioni
Aaron, ormai cresciuto, torna sull'isola molti anni dopo il ritorno del volo Ajira per scoprire cosa rende inquieti i sogni di Claire, cosa la sta ancora chiamando. Cosa è rimasto indietro.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aaron, Ben, Hurley, Walt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Aaron camminò a lungo verso la spiaggia, senza sapere quando e quanto deviava dal percorso indicatogli. Avrebbe potuto finire nel punto sbagliato, ma almeno al mare sarebbe arrivato. Aveva un walkie-talkie, ma non sapeva come avrebbero potuto raggiungerlo in tempo in caso di pericolo. Ma, considerando che era partito contro la volontà delle sue madri, si erano comunque messi nei guai tutti quanti. Se anche sull’isola fosse andata bene, tornati a casa avrebbero dovuto vedersela anche con loro.
Camminava ormai da ore, senza quasi più far caso al paesaggio tutto uguale, quando arrivò alla radura. Lì si fermò.
C’era già stato. Non solo nei suoi sogni. E c’era un ragazzo, tra gli alberi.
Lo vedeva come si vede qualcuno stando controsole, anche se laggiù il sole quasi non arrivava. Si schermò comunque gli occhi, li stropicciò, ma lo vedeva sempre sfocato. I suoi contorni incerti lo facevano sembrare solo una sagoma disegnata su un fondale dipinto.
- Chi è là? –
Il ragazzo non rispose, ma si incamminò verso la spiaggia. Quando sparì tra gli alberi, Aaron seguì l’istinto e gli corse dietro.
- Sei Charlie? Eh, sei Charlie? – gridava, scartando rami e saltando buche.
La figura informe era sempre invisibile tra gli alberi, ma ogni tanto una traccia di azzurro segnalava la sua presenza.
Non era Charlie, Aaron lo sapeva. Era più alto e pareva più scuro di capelli, ma aveva tentato lo stesso. Aveva creduto che, se avesse visto qualcuno, sarebbe stato lui. L’uomo che cercava, quello che una volta era stato tanto vicino a lui e a sua madre. Perché mai avrebbe dovuto vedere altri e non lui?
Ora sentiva il mare e l’azzurro davanti a lui non era altro che quello. Saltò oltre l’ultima linea di alberi ed eccolo sulla spiaggia. E non c’era la minima traccia di insediamento umano. Solo sabbia e mare e palme a perdita d’occhio. Anni di tempeste tropicali avevano spazzato via tutto quello che le sue madri e i suoi amici avevano chiamato rifugio.
Non troverò nulla, pensò sfiduciato. Perché ho chiesto di venire a forza? Perché mi hanno portato qui? Non sono un sensitivo ed è passato troppo tempo. L’isola non ha nulla da dire a un ragazzo qualunque arrivato troppo tardi. Tutto quel che poteva succedere è già successo. Io non sono di qui.
Il ragazzo camminava sul bagnasciuga battuto dal sole ed era ancora meno visibile di prima. Aaron lo seguì, ma non lo chiamò più Charlie. Non lo conosceva, la sua figura non gli era nemmeno familiare, eppure non vedeva altri. Perché lo vedo?, si chiese.
C’è un tesoro, pensò di colpo. Non seppe mai da dove venne quell’idea, ma c’era e gli agitava il cuore, spingendolo avanti sul bagnasciuga dietro al ragazzo che non lasciava impronte. Andiamo a cercare il tesoro.
Inciampò e piombò sulla rena bagnata, cadendo di fianco e battendo una tempia.
– Figlio di puttana… - imprecò, sollevandosi sulle ginocchia e premendosi la tempia.
Era inciampato su un cavo di ferro che sbucava da sotto la sabbia e finiva in mare.
- Ma che diavolo è? - si chiese, mettendosi a sedere e strofinandosi ancora la testa.
Portò lo sguardo dove il cavo affondava in mare, ma il sole lo abbagliava. Il cavo vibrava ancora per il colpo che gli aveva dato col piede.
I’m pickin’up good vibrations…
Era una canzone stravecchia. Sapeva solo questo, perché non l’aveva mai sentita. Era un coro di voci maschili accompagnato da un suono artificiale, come quello dei tasti di un vecchio computer, che seguiva la melodia.
Good good good good vibrations…
Cerca il tesoro.
Tra gli alberi oltre la spiaggia c’era un uomo dai capelli bianchi corti e ordinati, con un vestito elegante e impeccabile, totalmente fuori luogo.
- Aaron. –
Aaron si alzò, fece qualche passo. Una forza irresistibile lo attraeva verso di lui. Qualcosa che, finché correva nella foresta e camminava sulla spiaggia dietro al ragazzo, non aveva provato. Si volse verso il bagnasciuga e lo vide, il ragazzo in azzurro. Era voltato verso di lui, lo aspettava. Ma l’uomo lo chiamava per nome.
- Aaron. –
 E lo conosceva, quell’uomo. Lo aveva visto in fotografia.
- Vieni a vedere cosa ti hanno nascosto. –
L’uomo si voltò e sparì tra gli alberi, ma lui lo sentiva ancora.
- Non è per questo che sei qui? Per scoprire cosa non ti hanno voluto dire? –
Era per questo? O c’era dell’altro?
Aaron non lo ricordava. E non ricordò nemmeno di recuperare il walkie-talkie che aveva perso nella caduta. Rimase lì a prendere acqua e vento, mentre lui spariva nella foresta dietro a suo nonno.
   
 
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