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Autore: Emma Black    04/05/2019    0 recensioni
Sappiamo che quelli che ci amano non muoiono mai veramente. Questa storia racconta quello che è successo a James e Lily una volta morti, come fanno a rimanere vicini alle persone che si sono lasciate indietro e come sanno quello che sta succedendo.
< lo tenne stretto tra le sue braccia, cercando di trasmettergli tutto il suo amore, perché era l'unica cosa che rimaneva ad entrambi, e tutto quello che non potevano permettersi di perdere >
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Tornarono a casa appena in tempo. Lo specchio mise subito a fuoco l’immagine di Remus mentre entrava nell’appartamento che condivideva con Sirius. Aveva un anemone in mano. Il fiore della pace. Lily non riuscì a trattenere le lacrime, e James le prese la mano.
Non sapeva, Remus, che il mondo gli sarebbe crollato addosso nel giro di pochissimo tempo.
Da dietro il velo i due ragazzi lo videro girare la testa più volte, forse cercando di capire il perché la casa gli sembrasse così vuota. I mobili c’erano tutti, e tutto era al suo posto, ma c’era qualcosa che non andava, e Remus lo sentiva fin dentro le ossa. Era evidente, dal suo sguardo, che la consapevolezza che era successo qualcosa di terribile si stava facendo strada dentro di lui.

- Sirius? - chiese piano, e quando non ottenne risposta iniziò a correre aprendo tutte le porte del piccolo appartamento, anche quella del ripostiglio.
- Sirius! - ma il silenzio era la sola risposta.
Un rumore fece saltare tutti e tre sul posto. Seguendo lo sguardo dell’amico, come se fossero tutti e tre nella stessa stanza, videro un gufo beccare sulla finestra. Era il giorno della consegna della Gazzetta del Profeta. Forse il peggior modo di venire a sapere quello che era successo. Nessuno che lo facesse sedere, nessuno che lo abbracciasse. Ma soprattutto nessuno che gli dicesse che non era vero.
Come in trance, lentamente, con la paura di quello che ci avrebbe letto, Remus pagò per il giornale e lo aprì.
James e Lily videro, impotenti, la persona più forte che conoscevano cadere in ginocchio alla vista della prima pagina del giornale. C’era una grande foto di Sirius, già più magro, con i capelli sporchi e gli occhi fuori dalle orbite, con un titolo che recitava “Sirius Black rinchiuso ad Azkaban per aver consegnato Lily e James Potter a Lord Voldemort”. L’articolo sotto la foto spiegava come gli Auror avessero catturato Sirius consegnandolo alla giustizia, di come avesse causato la morte di una dozzina di babbani e di come si fosse macchiato le mani dell’omicidio di Peter. L’articolo continuava per quattro pagine. Remus aprì violentemente il giornale ritrovandosi di fronte due pagine piene di foto che raffiguravano Sirius in vari momenti della sua vita. Quando si accorse che avevano pubblicato una foto di tutti e quattro i malandrini si portò una mano al petto e buttò via il giornale, accasciandosi contro il divano. Un urlo gli uscì dalle labbra, un solo urlo che ebbe il potere di ghiacciare anche il posto dove si trovavano James e Lily. Lei non era l’unica a piangere; James accanto a lei aveva il viso pieno di lacrime, la mano stretta in un pugno, tanto forte che le nocche erano diventate bianche. Lily gli prese la mano e sciolse delicatamente le dita, per evitare che si conficcasse le unghie nella carne. Non sapeva se si potessero fare male in quel posto, ma il dolore che provava dentro di se era talmente forte da sembrare fisico.
Nel frattempo, Remus si era alzato e aveva preso il giornale infilandolo nella giacca. Si diresse verso la porta e la aprì, per poi voltarsi per lanciare un ultimo sguardo a quel posto che aveva chiamato casa, e che era quasi sicuro di non rivedere più. Guardò per qualche secondo il fiore che gli era caduto quando aveva aperto il giornale, e che ora se ne stava per terra, da solo. Sembrò riflettere per quello che sembrò un tempo infinito, poi puntò la bacchetta verso il fiore ma James e Lily non fecero in tempo a sentire quale incantesimo fosse  che il ragazzo si smaterializzò e l’immagine cambiò.

Ci misero giusto un istante a riconoscere dove era diretto il loro amico. Dall’esterno, la casa a Godric’s Hollow era irriconoscibile. Metà tetto era stato portato via dall’esplosione e il giardino, così curato da Lily, portava già i segni dell’abbandono. A Remus bastò uno sguardo per capire che era tutto vero. Che durante la sua assenza era successo il peggio che potesse immaginare. Che i suoi migliori amici erano morti, traditi nel peggiore dei modi.
Il ragazzo si sedette sugli scalini di fronte all’entrata dando le spalle alla porta, non avendo la forza, e probabilmente il coraggio, di entrare. Sicuramente i cadaveri erano già stati portati via, e lui non aveva potuto dir loro addio.
James poteva vedere il vuoto nei suoi occhi. Si sedette sul divano trascinando Lily vicino a sé, assumendo quella che era la stessa posa che aveva Remus. Voltandosi verso la moglie vide la sua stessa disperazione, lo stesso dolore che stava provando lui. Tra i suoi tre amici, tra i Malandrini, Remus era quello a cui era sempre stata più vicina. Rispetto a Sirius, che aveva iniziato a frequentare quando si erano messi insieme al settimo anno di scuola, i due erano stati amici indipendentemente da James. Avevano unito al quinto anno, quando sia lei che Remus erano stati nominati prefetti, e si erano uniti ancora di più quando lei aveva scoperto da sola della licantropia del ragazzo e l’aveva aiutato in un momento in cui nemmeno i suoi amici erano riusciti a farlo. Remus poi era stato fondamentale, rendendosi conto che la ragazza provava dei sentimenti per James prima ancora che se ne rendesse conto lei, e facendole aprire gli occhi.
Se James poteva ringraziare qualcuno di essere riuscito a coronare il suo sogno di mettersi con Lily, quel qualcuno era proprio Remus.
Dal canto suo, nonostante Sirius fosse il suo migliore amico, suo fratello, Remus era sempre stato la sua famiglia. Era la persona più forte che avesse mai conosciuto, un bambino cresciuto troppo in fretta per una maledizione che non era colpa sua. La persona più intelligente che conosceva, e questo non si limitava semplicemente al fatto che li tirava sempre fuori dai guai quando commettevano qualche guaio a scuola, ma perché nei suoi occhi si leggeva una consapevolezza del mondo sconosciuta alla maggior parte delle persone. Sembrava sapere sempre tutto quello che gli succedeva intorno, anche se nessuno glielo diceva. Era furbo e scaltro, e riusciva ad aiutarti anche quando tu stesso non volevi l’aiuto di nessuno.  Dai suoi occhi, Remus sembrava più vecchio del ragazzo che era in realtà. E James era sempre stato mosso da un istinto di protezione verso quel ragazzo smilzo che gli aveva dimostrato quanto era più facile affrontare il mondo se avevi qualcuno che ti voleva bene al tuo fianco.
Rimasero così per ore, con la paura di rompere il silenzio che in quel momento collegava i due mondi. Ad un certo punto una luce bianca illuminò un punto nello specchio. Remus si alzò talmente velocemente che quasi inciampò sugli scalini, sfoderando la bacchetta e stringendo gli occhi per capire cosa fosse. La luce si affievolì mostrando il loro vecchio preside.

<< Mio caro ragazzo >> disse piano.
<< Signore >> mormorò Remus << signore la prego, non può essere vero >>
<< Mio caro ragazzo >> ripeté Silente << andiamo in un altro posto >>
<< Io non… >>
<< Vieni >> gli disse mettendogli una mano sulla spalla.
Ancora una volta, l’immagine cambiò, concretizzandosi nello studio del preside, così dolorosamente familiare. Quante volte i Malandrini erano stati chiamati in quell’ufficio per le cose che avevano combinato? Quanti scherzi il preside gli aveva fatto passare perché “avevano suscitato la sua ilarità”? Quante riunioni di prefetti e caposcuola si erano svolte in quella stanza?
Mentre Silente prendeva posto dietro la sua scrivania, fece segno a Remus di sedersi in una delle sedie di fronte, lasciandogli il tempo di rendersi conto di cosa stava succedendo. Era palese che il ragazzo fosse entrato in uno stato di shock.
Dopo che si fu seduto, fu inaspettatamente il primo a prendere la parola, a dimostrazione del coraggio che possedeva.
<< Signore non può essere vero >> disse prendendo una postura seria << Sirius non avrebbe mai fatto una cosa del genere >>
Silente lo guardò da dietro gli occhiali a mezzaluna, trafiggendolo con quegli occhi azzurri che sembravano vedere direttamente attraverso l’anima.
<< Purtroppo, James e Lily hanno riposto la loro fiducia nella persona sbagliata >>
<< Che cosa significa? >> sussurrò Remus.
<< Sirius era il custode segreto della casa dei Potter >> iniziò a dire Silente, con un tono così pacato che il ragazzo faceva fatica a sopportare data la situazione << il che significa che solo lui poteva dire a Voldemort dove poteva trovarli >>

<< NO! >> Remus si alzò in piedi, travolto da uno scatto d’ira. Sapeva quello che gli stava dicendo il vecchio preside, e capiva il ragionamento logico che aveva portato tutti a pensare che i fatti si erano effettivamente svolti in quella maniera, ma non c’era logica che tenesse sul bene che Sirius voleva a James << Lei non capisce! Sirius amava James, non avrebbe mai, mai fatto una cosa del genere! Sarebbe morto piuttosto che tradire i suoi amici. Lily… Lily era come una sorella per lui, e Harry >> il suo cuore perse un battito in quel momento, e come il suo, anche quelli di James e di Lily, rendendosi conto che l’amico era convinto che il bambino fosse morto con i genitori, non avendo finito di leggere l’articolo << Sirius era il padrino di Harry. Era così felice quando è nato, così orgoglioso che i suoi amici lo ritenessero degno di una tale fiducia>>.
<< Remus…>>
<< Lo riempiva di regali >> continuò lui << ogni scusa era buona per comprargli qualcosa, anche se Lily lo aveva pregato di non viziarlo troppo. Ogni volta che dovevamo andare a fargli visita saltava dalla gioia per rivedere il suo figlioccio, gli cantava le canzoni dei Beatles per farlo addormentare >>
<< Remus >>
<< Lei ha mai sentito cantare Sirius signore? Nessuno l’aveva mai sentito cantare, fino a che una volta stavamo tutti nel salotto e Sirius aveva portato Harry nella sua cameretta per farlo addormentare – si addormentava sempre così facilmente con lui – e all’improvviso abbiamo sentito una voce intonare Hey Jude. Ed era la voce di Sirius. La sua famiglia lo obbligava a cantare quando era piccolo, e se lui si rifiutava lo picchiavano, per questo nessuno l’ha mai sentito cantare. Almeno finché non è nato Harry >> fece una pausa, mentre il ricordo della voce di Sirius aleggiava in entrambi i mondi << Quindi non è possibile che sia stato lui, ci deve essere un’altra spiegazione >> disse alzando lo sguardo fieramente su Silente, quasi incitandolo a provare a contraddirlo.
<< Remus >> disse con voce ferma Silente << Harry non è morto >>
<< C-che cosa? >>
<< È sopravvissuto >>
Il ragazzo si portò una mano al petto, crollando sulla sedia << Come… >> riuscì a dire.
<< Lily ha sacrificato la sua vita per salvarlo >>

A quelle parole James strinse forte la mano di Lily, voltandosi verso di lei. Dio, quando la amava. La sua guerriera.
Dopo che Silente gli ebbe spiegato cos’era successo, Remus scoppiò a piangere, per la prima volta senza preoccuparsi di mantenere un certo contegno di fronte al preside, e singhiozzando riuscì a dire solo “grazie a Dio”.
Silente rimase fermo, con le mani giunte, dandogli il tempo necessario per assimilare tutte le emozioni che visibilmente lottavano all’interno del suo ex studente.
Lily aspettava solo il momento in cui il suo migliore amico venisse a sapere che Harry era stato affidato a sua sorella, Petunia. Lui sapeva che tipo di persone erano, era il primo a cui lei avesse raccontato della sua relazione con sua sorella, la consolava sempre dopo che riceveva una sua lettera, e la odiava al suo posto, dato che lei, nonostante tutto, non ci riusciva.
Proprio in quel momento, Remus alzò la testa di scatto e iniziò a guardarsi intorno, come aspettandosi di vedere Harry li vicino.
<< Aspetti >> disse infatti << dov’è Harry? >>
<< Harry è stato affidato ai suoi zii >>
Remus sbiancò << Non intende Petunia e Vernon Dursley >> disse, poi aggiunse << vero? >> e anche se una domanda, quella sola parola sembrò più una supplica.
<< Si, mio caro… >>
Il ragazzo non lo fece neanche continuare, la rabbia, sua vecchia amica da sempre, si era di nuovo impossessata di lui.
<< Ma Silente! >> James sobbalzò, quella era la prima volta che l’amico chiamava il preside per nome. Aveva sempre ritenuto, infatti, che anche se non erano più a scuola, ad un mago del genere bisognasse portare il rispetto che merita. << Quelle persone sono… sono terribili! Lo sa come Petunia si rivolgeva a Lily? La considerava un mostro! Non può permettere che delle persone del genere crescano Harry! E poi quel Vernon, lui non capisce il diverso, non lo accetta! Renderà l’infanzia di quel bambino un incubo! È per questo che Lily e James avevano nominato Sirius il suo padrino, lui avrebbe dovuto prendersi cura di Harry nel caso a loro fosse successo qualcosa >>
<< Purtroppo >> continuò Silente << Sirius non potrà mai svolgere questo compito >>
Questo fece imbestialire non solo Remus, ma soprattutto James. Il suo migliore amico non solo era in grado di svolgere quel compito nella maniera migliore possibile, crescendo suo figlio per farlo diventare uomo di valore, dandogli tutto l’amore che era mancato a lui, ma era l’unica persona, insieme a Remus, che avrebbe dovuto farlo.
<< Allora lo farò io >> propose di slancio il ragazzo, sicuro come lo era stato di poche cose nella sua vita            << Richiederò l’affidamento, tanto sono sicuro che Petunia farà a meno di lui molto volentieri, e lo crescerò come James e Lily avrebbero voluto e… >>
<< Questo, mio caro ragazzo, temo non sia possibile >> Lily singhiozzò. Ci aveva sperato. Ci aveva sperato fino all’ultimo.
All’occhiata di ghiaccio che Remus gli rivolse continuò a parlare << Sacrificandosi, Lily ha lasciato sul figlio una protezione, una protezione di sangue. Harry sarà protetto finché vivrà sotto lo stesso tetto di un consanguineo di Lily >>
<< Posso benissimo proteggere Harry da solo, Silente >> gli rispose lui quasi ringhiando, ricordandogli che non aveva a che fare solo con un giovane mago, ma con un lupo mannaro. Una delle creature, a detta del Ministero, più pericolose che ci fossero.  << E Lily e James volevano che, se fosse successa una tragedia del genere, fossimo io e Sirius a crescere il loro figlio >>
<< Questo lo so, Remus, ma dimentichi un fatto fondamentale. Il Ministero affiderebbe mai un bambino, il bambino che è sopravvissuto per lo più, a un lupo mannaro? >>
James strinse i denti. Questo era un colpo basso.

<< E comunque sono più che sicuro che i Dursley se la caveranno benissimo. Hanno anche un altro bambino, quindi Harry crescerà con un cugino con cui giocare. E lontano dal mondo magico, avrà l’opportunità di avere un’infanzia normale >>
<< No, no, no >> Remun non dava l’impressione di voler lasciar perdere, rendendo fieri i suoi amici                        << dev’esserci un modo. Sirius… >> poi si illuminò << Devo assolutamente parlare con lui, devo vederlo, ha bisogno di me. Se usassero il Veritaserum su di lui capiranno che è tutto uno sbaglio, che non è andata così >>
<< E come potrebbe essere andata? >> gli chiese il preside.
<< Io… io non lo so ma so che non è andata così! >> sbottò Remus << Non è possibile, non ha un senso! >>
<< Cosa mi dici di Peter Minus? >>
<< Peter… cosa? >> chiese, pensando all’ennesima persona che aveva perso.
<< Quale altra spiegazione potrebbe esserci che spiegherebbe il motivo della morte di Peter? Se non che lui sia corso a fermare Sirius? >>
<< Peter non l’avrebbe mai fatto >> disse Remus << Non si sarebbe mai messo sulla strada di Sirius, in nessun caso. Non era abbastanza forte per tenergli testa, né coraggioso >>
<< Ne sembri convinto >> continuò Silente, perforandogli l’anima con quei maledetti occhi.
<< Volevo bene a Peter, come a un fratello. Ma non è mai stato all’altezza di Sirius negli incantesimi, e ha sempre avuto paura di qualsiasi cosa. Per cui si, ne sono convinto >> disse con sicurezza.
<< E non credi che, sapendoti via, lontano, e di fronte ad una tragedia del genere, si fosse sentito in dovere a, quantomeno provare, fermare Sirius? >> e prima che il ragazzo rispose aggiunse << Tu non l’avresti fatto? >>
<< Ma che sta facendo? >> esplose Lily << Perché gli sta dicendo tutte queste cose? >> ma non ottenne risposta, perché James, come lei, non ne aveva.
<< Ovviamente ma…>> rispose Remus.
<< E allora perché Peter, anche se ingenuo e più debole, non avrebbe dovuto? >>
<< Io… >> fece una pausa Remus << Io so solo che Sirius è innocente >>
A quel punto Silente si sporse verso il suo vecchio studente e puntò i suoi occhi, stanchi e tristi, in quelli disperati di Remus.
<< Mio caro ragazzo. Se hai qualche prova che Sirius non ha tradito i tuoi amici farò di tutto per aiutarti. Ma tu non c’eri, giusto? >>
<< No >> sussurrò lui.
<< E allora come credi che un’argomentazione del genere possa reggere in tribunale? >>
<< Io, io non lo so. Io però credo in lui, ho sempre creduto in lui. L’abbiamo fatto tutti. Non può essere lui la spia. Io so che è innocente >> ripeté Remus.
A quel punto Silente gli fece forse la domanda peggiore che potesse dirgli, e l’unica che l’avrebbe tormentato per anni, andandolo a colpire sulle insicurezze che lo tormentavano già da un po’ di tempo.
<< Lo sai, o vorresti con tutto te stesso che lo fosse? >>

   
 
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