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Autore: Emma Black    03/04/2019    0 recensioni
Sappiamo che quelli che ci amano non muoiono mai veramente. Questa storia racconta quello che è successo a James e Lily una volta morti, come fanno a rimanere vicini alle persone che si sono lasciate indietro e come sanno quello che sta succedendo.
< lo tenne stretto tra le sue braccia, cercando di trasmettergli tutto il suo amore, perché era l'unica cosa che rimaneva ad entrambi, e tutto quello che non potevano permettersi di perdere >
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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NOTE: Salve! Questa storia mi frulla in testa da tantissimo tempo, e in un momento di nostalgia, se la posso chiamare così, ho deciso di provare a metterla nero su bianco. Il primo capitolo mi è uscito di getto in un pomeriggio, per il secondo, che posto qui sotto, ci è voluto invece molto più tempo. Siamo in un “posto” del tutto inventato e non sono comunque del tutto certa che mi sia venuto bene, ma non ho saputo fare di meglio. Ho sempre pensato che i personaggi della vecchia generazione siano stati veramente poco trattati e le varie fanfiction che ho letto su EFP mi hanno aiutato a conoscerli un po’ meglio, perché anche se frutto di fantasia, le basi sono quelle creata dalla nostra amata J.K. Sinceramente, non so quanto riuscirò a postare, l’idea c’è, ma il tempo un po’ di meno. Comunque, ogni volta che avrò un po’ di fantasia da incanalare nella scrittura, mi ci metterò, sperando di riuscire a dare sfogo a quello che per molti di noi non è solo un hobby, ma un posto dove rifugiarci quando ci sentiamo un po’ sopraffatti da quello che ci circonda.
– Emma
 
 
Restarono fermi, vicini, senza abbracciarsi ma solo con le dita intrecciate, per ore. Nessuno dei due aveva la forza di dire niente, gli occhi rossi dallo sforzo delle troppe lacrime, la gola chiusa dal pianto. L’unica cosa che continuarono a fare, inermi, fu guardare nello specchio come la vita, nel posto che avevano lasciato, stava continuando a peggiorare. Non avevano bisogno di parole, entrambi sapevano già tutto quello che l’altro provava. Lily era distrutta, suo figlio era stato lasciato sulla porta di casa di sua sorella e del marito. Era stato lasciato così, in una culla, con solo una coperta e una lettera. Una lettera! Era così arrabbiata con Silente; aveva saputo ormai che la protezione che aveva lasciato sul figlio una volta sacrificatasi per lui funzionava solo se avesse continuato a vivere sotto lo stesso tetto di sua sorella, Petunia, ma le sembrava che il vecchio mago non avesse nemmeno provato a capire la situazione della famiglia. E Sirius! Oh, Sirus. James era peggio che devastato. Avevano assistito mentre gli Auror lo portavano ad Azkaban, ingiustamente, contenti solo di aver preso quello che secondo loro era uno dei seguaci di Tu Sai Chi. Non gli avevano nemmeno fatto un processo. Era vergognoso. E la cosa peggiore era che era successo tutto così velocemente, troppo velocemente, per poter elaborare la cosa. In soli due giorni il mondo intero che avevano dovuto abbandonare si era sgretolato, lasciando cicatrici ed enormi ferite, che chissà se si sarebbero mai rimarginate. Ad un certo punto James si avvicinò allo specchio e sussurrò –Remus– . Era stato uno dei pensieri principali anche di Lily, ma la ragazza aveva avuto troppa paura per sapere. Remus era il suo migliore amico, una delle persone che considerava migliori al mondo. Una vittima da ancora prima dell’inizio della guerra, e ora era da solo. Aveva paura che nonostante la sua immensa forza, e resistenza al dolore, essendoci abituato da anni, questo fosse troppo per lui, e sarebbe crollato. Ma ora non poteva più fare finta di niente, James aveva bisogno di lei, e lei aveva un estremo bisogno di lui. Si avvicinò a lui nel momento che l’immagine cambiò.
 
Remus camminava in un campo, avvolto nel suo mantello un po’ logoro per cercare di ripararsi dal freddo. A giudicare dal vento forte, si trovava in alto, probabilmente tra le montagne. Loro sapevano che Silente lo mandava tra gli altri licantropi, era prevedibile, ma non avevano mai saputo esattamente che cosa lo mandava a fare, quali erano le sue missioni. Adesso invece, avevano avuto la possibilità di sapere tutto, tramite lo specchio, avevano saputo che Silente lo mandava a trovare sostenitori tra le altre creature oscure. O comunque, a cercare di convincerli a non passare dalla parte di Voldemort. Da quello che potevano vedere, Remus dava le spalle agli alberi più fitti, e ipotizzarono che stava per tornare a casa, e il cuore di entrambi perse un battito.
– Andiamo – disse James, voltandosi verso Lily.
– Cosa? –
– Gli mancheranno ore prima di arrivare a casa e di scoprire quello che è successo – spiegò lui – Siamo arrivati qui da non sappiamo quanto tempo, ma a giudicare da quello che abbiamo visto saranno passati un paio di giorni. E in tutto questo tempo non abbiamo fatto altro che guardare questo dannato specchio –
– Ok – gli prese la mano Lily – ma andiamo dove? –
– Non sei curiosa di sapere dove siamo? Voglio dire, è ovvio a questo punto che dopo la morte qualcosa c’è, ma esattamente cosa? Voglio scoprirlo prima di guardare quello che aspetta a Remus. –
Non ci aveva pensato, Lily. Era stata troppo occupata a guardare il destino della loro famiglia per pensare qualcos’altro che non fosse le persone che amava, e che odiava, sinceramente.
– Hai ragione, andiamo. –
Insieme andarono verso la porta di ingresso e uscirono.
 
Fuori, ebbero la conferma che non si trovavano da nessuna parte che conoscevano. Il giardino c’era ancora, così come il cancelletto che li separava dalla strada, ma era la strada stessa che era cambiata. A Godric’s Hollow tutte le case avevano più o meno lo stesso stile, le villette con il tetto di legno e un po’ storte, la strada con le pietre, l’aria da paese di campagna inglese che riempiva i polmoni. Oltrepassato il cancelletto, si ritrovarono in una strada lunga e dritta senza nessun incrocio o angolo, solo tante case una vicina all’altra, ma non erano quelle di prima. Ogni casa aveva un suo diverso stile, altezza, o con i contorni frastagliati come se l’avessero strappata da un contesto. Né James né Lily sembravano riconoscerne nessuna.
Fermi, in piedi, in mezzo alla strada, nessuno dei due sapeva che cosa fare. Non sapevano cosa aspettarsi, ma di certo non quello. Nessuno che gli dicesse che cosa stava succedendo.
– Dai – disse lei prendendogli la mano – camminiamo –
Non parlarono per un po’, solo guardarono ogni casa che superarono. Ogni tanto, gli parve di vedere una tenda muoversi, o una finestra chiudersi, ma non si fermarono. Finché Lily non vide qualcosa che la fece fermare di botto.
– Cosa? – chiese James voltandosi verso di lei. Non aveva ancora visto.
– James… Quella casa – gli disse indicando una casa poco davanti a loro, con i mattoni scuri – la conosciamo –
James si girò e seguì il suo sguardo – Non… non è possibile –
– Perché no? Non sappiamo cosa sia possibile o no a questo punto –
– Ma … –
– Andiamo – disse tirandolo verso di lei, iniziando a camminare – non ci costa niente scoprirlo –
Lentamente arrivarono di fronte alla casa. Era una villa molto più grande della loro, più scura, più elegante. Circondata da siepi, con i rampicanti accanto alla porta che salivano fino alle finestre del primo piano. E si resero conto che non potevano essersi sbagliati, perché ogni dettaglio era esattamente come se lo ricordavano, impossibile da dimenticare. Esattamente in quel momento, quando entrambi erano troppo paralizzati per dire una parola, la porta si aprì, rispondendo a tutte le loro silenziose domande.
Ne uscirono un uomo e una donna, tenendosi per mano, lentamente.
In silenzio si guardarono per un momento che sembrava infinito, rompendolo solo quando James ebbe un capogiro e ondeggiò un po’, prima che Lily potesse tenerlo forte per evitare che cascasse. A quel punto, l’uomo si staccò e corse verso di loro per prendere James per un braccio.
– Oh caro – disse la donna – venite, venite dentro –
Li fece passare. Lily, staccatasi da James, rimase impietrita all’ingresso, facendo scorrere lo sguardo sulle pareti piene di foto, in alcune delle quali c’era anche lei. Chiusa la porta dietro di loro, la donna li guardò con gli occhi pieni di lacrime.
– Mamma? – chiese James con un filo di voce.
– Oh tesoro si – rispose lei andandogli incontro e abbracciandolo – si, sono io – con una mano fece un gesto all’uomo dicendogli di unirsi a loro, che non se lo fece ripetere due volte. Lily rimase così, leggermente distante, a guardare suo marito stretto in un abbraccio con i genitori morti da tempo, commossa. Poi il padre di James si staccò da loro e andò verso di lei, la prese tra le braccia e le sussurrò in un orecchio – Grazie… –
Lily non fece in tempo a chiedere per cosa, per cosa la stava ringraziando, erano morti, lei non era riuscita a salvarli, perché James si staccò dalla madre e le disse – Mamma, come è possibile? –
Lei gli asciugò le lacrime dalle guance prima di dire – Venite, andiamo in salotto, staremo più comodi –
 
Una volta seduti, bastò uno sguardo per capire che il tempo degli abbracci era finito. Dovevano sapere cosa stava succedendo, e dovevano farlo subito, prima che Remus tornasse a casa.
– Mamma, come è possibile? – ripeté James – Voi siete morti –
– Si beh – rispose spigliata Lily – se non l’avessi notato, non siamo più tanto vivi nemmeno noi James –
– Ah Lily, mi ero quasi dimenticato la tua forte ironia – le disse Charlus con un sorriso – immagino avrete molte domande – continuò serio.
– In effetti si papà –
– Cos’è questo posto? – chiese Lily, la pazienza non era mai stata il suo forte.
– È una fermata – rispose Dorea, ma prima che qualcuno potesse aprire bocca continuò – avrete sicuramente notato lo specchio che vi permette di vedere il mondo che avete lasciato, giusto? – aspetto che entrambi i giovani annuissero prima di continuare – e avete notato l’incisione? –
– “Per coloro che se ne sono andati prima del tempo, per coloro che si sono lasciati dietro qualcuno, per continuare a stargli vicino anche da molto lontano” – recitò Lily.
– Esattamente – continuò la donna – vedete, la preveggenza, le profezie, fa tutto parte di un disegno molto più grande. Vi faccio un esempio: se una persona ha il dono di prevedere una cosa che accadrà in futuro, allora significa che quel futuro è in gran parte già scritto. Dico in gran parte perché i modi in cui si può arrivare a quel determinato momento sono vari e ognuno può causare una piccola modifica che ha il potere di cambiare, in modo infinitesimale o sostanziale, quel determinato momento. Ma, alla fine, accade. – fece una pausa – Ora, la maggior parte delle persone non viene mai a conoscenza del proprio “futuro”, se lo vogliamo chiamare così, anche perché questo non è sempre o del tutto scritto. Solo a volte, questo viene svelato. Ma voi sapete quello di cui sto parlando vero? – chiese posando i suoi occhi su Lily.
– La profezia… – disse la ragazza.
– Si tesoro – continuò la donna – è stato Voldemort a scegliere Harry come suo nemico, quando aveva due scelte: il vostro bambino, o il figlio dei Paciock, giusto? Così facendo, ha causato la vostra morte anche se voi non eravate i diretti protagonisti della profezia. Se aveste scelto un altro Custode Segreto, se Peter non vi avesse traditi, le cose non sarebbero andate come sono andate, e probabilmente, in questo posto e in questo momento ci sarebbero Frank e Alice Paciock, ma il futuro predetto dalla profezia si sarebbe comunque avverato. Mi seguite? – James e Lily annuirono.
– Questo posto – prese parola il padre – come vi dicevamo, è una fermata. Non ha un nome preciso, non ce n’è traccia nei libri di storia, e non ci finiscono tutte le persone. E’ un posto creato dalla magia una volta che questa esce dal corpo nel momento della morte. E non è per sempre. È di passaggio, per le persone che non hanno finito, o per usare un detto babbano “che hanno ancora qualcosa in sospeso”. Lo specchio ci serve per sapere quello che sta succedendo in tempo reale, ma non arriva a chiunque. Potete seguire solo le persone che vi tengono legate qui, la vostra famiglia, coloro che vi sono care. Non ci è dato conoscere il futuro, ma vedere le cose dall’esterno ed essere solo dei testimoni, porta chiarezza e consapevolezza, che prima non riuscivamo ad ottenere –
 
– Perché voi siete qui? – chiese improvvisamente James – Voglio dire, credo di aver capito il perché noi – e indicò se stesso e la moglie – siamo qui, con tutto il casino che ci siamo lasciati dietro, e Harry così piccolo. Ma allora perché voi siete qui? Eravate Auror, siete morti durante il servizio, non c’era una profezia, non si è presentato il fottuto Lord Voldemort alla vostra porta di casa, non siete stati traditi… –
– James… – cercò di placarlo Lily posandogli una mano sul braccio.
– Non sappiamo esattamente come funziona, figliolo – rispose Charlus con le lacrime agli occhi – come sai non siamo morti insieme. Ringrazio il cielo ogni giorno per essermene andato prima io rispetto alla mamma – disse guardandola – lei ha saputo farcela anche senza di me, io non so se ci sarei riuscito. È stata vicina a te e Sirius per un altro intero anno dimostrando quanto sia sempre stata più forte di me. Mi sono svegliato qui, e ho aspettato. Poi tua madre mi ha raggiunto, e insieme abbiamo visto il vostro matrimonio, la nascita di Harry. E abbiamo tenuto d’occhio Sirius. Penso che il nostro conto in sospeso, per così dire, eravate voi. Voi due, Harry, i ragazzi. Avendo passato così tanto tempo con quei ragazzi, eravamo in grado di vederli. Sapevamo di Peter, ed è possibile che il motivo per cui siamo finiti qui era di aiutarvi nel momento in cui ci foste finiti voi. – fece una pausa per alzarsi e sedersi di fronte al figlio, posandogli le mani sulle spalle. Dorea, dietro di lui, sorrideva con le lacrime che scendevano copiose dagli occhi. – Figliolo, noi siamo così fieri, così fieri di te. Sei cresciuto così tanto e in così poco tempo, hai dato prova di grande coraggio e forza, non solo sei diventato l’uomo che io e tua madre abbiamo sempre saputo saresti diventato, ma migliore. –
Anche Lily piangeva, stringendo il braccio dell’uomo che amava, perché Charlus aveva espresso con poche semplici parole tutto quello che pensava lei.
– E siamo fieri di te per essere riuscito a conquistare Lily Evans, non una semplice donna, ma una guerriera, senza la quale tu non saresti quello che sei oggi – disse prendendole una mano – e per questo ti ringraziamo Lily, perché non solo hai salvato il suo corpo in numerose occasioni, dagli scherzi che potevano mettersi male alle battaglie, ma hai tenuto in vita il suo cuore. –
 
Non aveva parole Lily, quindi si limitò a stringergli la mano e a sorridergli. I suoi genitori erano morti per mano dei Mangiamorte durante il suo ultimo anno ad Hogwarts. Charlus e Dorea l’avevano accolta, avevano applaudito il doppio al diploma per non farla sentire sola, le avevano dato una casa finché lei e James non erano andati a vivere per conto loro. L’avevano amata. Lei sapeva che i suoi genitori non erano in quel posto. Tutto era magia, lì. Essendo babbani, sapeva che non li avrebbe rivisti. Ma questo, era più di quello che potesse desiderare in quel momento.
Si girò verso James, e vide che la stava guardando con gli occhi lucidi, rendendoli ancora più grandi, trasmettendole il doppio dell’adorazione. E lei ringraziò mentalmente chi di dovere, per averla fatta innamorare del ragazzo vicino a lei.
– E dopo? – chiese con voce roca, rivolta verso Dorea.
– Pensiamo che la consapevolezza che trasmette questo posto porti anche la chiarezza quando sei pronto a lasciarlo. Per usare un altro modo di dire “lo sai e basta”. –
– E cosa succede? Dove vai? – chiese James.
La madre prese un momento prima di rispondere. Si sporse verso il marito, l’uomo che l’aveva amata per tutta una vita, e gli accarezzò la mano.
– Avanti – disse.
 
 
   
 
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