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Autore: ghostmaker    04/05/2019    0 recensioni
A.D. 2538, la guerra è finita da qualche mese, l’Impero Kilrathi e la Repubblica Autonoma hanno ampliato i loro domini ai danni degli sconfitti. La Federazione Terrestre, non coinvolta nella guerra, si prepara ugualmente alla possibile invasione da parte dell’Impero, riorganizza le proprie forze armate e da inizio a nuove missioni segrete per cercare più informazioni possibili.
Prima serie - https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3828029&i=1
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universal Wars - Trilogia'
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2° Capitolo – Speranze e conflitti



Una piccola astronave, con a bordo un gruppo d’assalto della Federazione, era riuscita a fuggire da Urano anche se la loro missione, ancora una volta, era stata interrotta dai soldati repubblicani confermando che le spie, della Repubblica o dell’impero, fossero dislocate all’interno dei centri nevralgici dei comandi militari. La navetta non era ancora in salvo e nei pressi di Saturno fu nuovamente attaccata.
«Date potenza a questi motori, maledizione!» urlò Mavelix.
«Capitano, sul radar anche dei caccia imperiali davanti a noi», disse Solomon.
«Vediamo se la tecnologia che abbiamo recuperato su Urano funziona ancora e ci libera da questi insetti. Rotta verso la colonia penale di Giove».
Nella missione Mavelix aveva scoperto la verità sull’incidente di Deserticos che scatenò la guerra. Il pianeta era stato distrutto dalla Weapon X ma tutta la popolazione era stata trasferita in precedenza da qualche parte. La missione delle spie era scoprire dove l'Impero avesse nascosto la gente e Mavelix aveva risolto il mistero scoprendo che le persone erano state trasferite su Iceworld e nascoste nelle catacombe di ghiaccio.

Anche nei pressi della base lunare era in corso un inseguimento, ma questa volta erano i piloti della Federazione Terrestre all'inseguimento di un vascello pirata con il compito di catturare l’astronave. Durin e i suoi uomini uscirono dalla base, raggiunsero lo spazio aperto e colpirono i nemici prima che potessero attivare l’occultamento radar obbligandoli così a rimanere visibile. Durin era pronto a portare a casa la preda quando il vascello pirata esplose auto distruggendosi.
I piloti della Federazione rientrarono alla Base Luna proprio mentre il Lunar I si alzava in volo per dirigersi verso Giove. Durin, raggiunta la sala comando, fece il suo rapporto al comandante Douglas che, stranamente, non era a bordo del Lunar I partito da qualche minuto.
«Durin tenetevi in allerta perché ho l’impressione che quel vascello pirata fosse soltanto un esca e che la vera battaglia si scatenerà molto presto».
«Comandante, posso chiederle perché lei è rimasto qui?».
«Puoi chiederlo ma purtroppo non posso risponderti anche se mi fido ciecamente di te sono ordini diretti di Williamson.»

L’Arcadia, proseguendo la sua fuga, raggiunse Venere. Ubas si mise in contatto con il centro operativo del pianeta. «Siamo una nave mercantile e siamo inseguiti dalle astronavi Repubblicane. Temiamo che vogliano appropriarsi del nostro carico».
«Stazione operativa di Venere. Vi abbiamo mandato i nostri intercettori, siete pregati di seguirli se volete essere scortati».
Il piano di Demon era semplice anche se pericoloso: raggiungere un pianeta della federazione per costringere le astronavi della Repubblica a fermarsi per evitare un conflitto. Andrew aveva accettato il piano sapendo che l’Arcadia sarebbe stata riconosciuta e i suoi occupanti arrestati con l’obiettivo di parlare con il presidente della Federazione Terrestre in modo da portargli il messaggio di Re Geno.

In quei minuti la scienziata Martina Dubois stava facendo una nuova rivelazione al presidente Hogan. «Prevedo che la sorte di Idargos sarà la stessa di Deserticos e che decideranno di utilizzare la Weapon X per accelerarne i tempi. Solo ora comprendo perché l’Impero ha scatenato la guerra: la conquista di nuovi territori per la sopravvivenza Kilrathi».
«E quindi, secondo il suo ragionamento, la Repubblica ha affiancato l’Impero per togliere di mezzo il Regno non solo per…»
«Esatto signor presidente. Per poter invadere la Federazione aiutati dall’Impero stesso».
Un addetto alla sicurezza della Zona Blu entrò nella sala. «Signor presidente, i pirati di Andrew e l’Arcadia sono nostri prigionieri!»
«Le chiedo di attendermi signorina Dubois, continueremo questa discussione più tardi. Voglio proprio vedere di nuovo la faccia di quel pirata.»
Il presidente Hogan s’incamminò verso le celle detentive quando l'allarme della base iniziò a suonare, così dovette cambiare repentinamente direzione per raggiungere la sala controllo e, appena entrato, un soldato disse: «Signor Presidente, astronavi della Repubblica in avvicinamento».
«Che cosa vogliono fare? Alzate immediatamente gli scudi anti bombe e mandate fuori i nostri caccia!»
La Base militare entrò in assetto di guerra, tutti i mezzi disponibili si schierarono a difesa del pianeta mentre Hogan cercò, ancora inutilmente, di mettersi in contattato con la Terra.
La battaglia infuriò in pochi minuti mentre al livello detentivo una guardia fece uscire dalla cella Demon togliendoli subito dopo le manette. L’uomo, ora libero, si voltò verso i suoi compagni sorridendo.
Schyry chiese alla guardia: «Come mai lo liberate?»
«Ordini superiori. Il comandante Demon ha fornito ogni spiegazione durante l’interrogatorio e quindi non è accusato dei vostri crimini considerando che è stato sempre vostro prigioniero.»
Hartigan urlò: «Bastardo, che fandonie hai raccontato a questi?»
«Tutta quanta la verità».
Andrew rincarò la dose. «Brutta serpe, ecco perché il tuo piano prevedeva di raggiungere Mercurio e poi Venere. Sapevi che qui ti avrebbero rilasciato dicendo che eri stato tu a progettare l’attacco alla Repubblica. Non hai parlato anche del messaggio che stiamo portando vero?»
Demon non rispose ma si allontanò fischiettando, raggiunse la sala per interrogatori, dove ad attenderlo c’era un uomo mascherato.
«Hai fatto un buon lavoro dopo il nostro incontro. L'Impero te ne sarà grato» poi, togliendosi la maschera, aggiunse in modo sarcastico: «Oh, che stupido errore, ti ho fatto vedere il mio viso» e subito dopo sparò un colpo mortale a Demon.
Rimessosi la maschera, l’uomo si avvicinò alla cella dei pirati per piazzare una micro bomba prima di allontanarsi definitivamente dal centro detentivo. Salito su una piccola navetta, l’uomo mascherato si mise in comunicazione con il Primo Ministro della Repubblica Autonoma Manola. «Ho risolto il problema di Hiei. La nave pirata è stata presa, il mio informatore non potrà più parlare e i pirati moriranno fra qualche minuto, però il problema più grave rimane: Geno ha chiuso definitivamente il secondo “Varco Spaziale”.

La piccola astronave comandata da Mavelix aveva raggiunto Giove e grazie all’aiuto di Kaplan si era trasferita, senza essere scoperta, sulla colonia penale. La nuova missione di Mavelix era entrare nella colonia e liberare il prigioniero più illustre del defunto Regno Sayan. Le celle si aprirono è l’uomo seduto sulla branda, disse: «Che cosa sta succedendo? Che cosa volete? Chi siete?»
«Duca Sukrit, sono il comandante dei reparti d’assalto della Federazione e siamo qui per portarla in salvo. Sappiamo che la Repubblica è intenzionata a distruggere questa Colonia per togliere di mezzo l’ultimo rappresentate ufficiale dei Sayan non ancora assoggettato all’impero Kilrathi.»
«Sia come dite, vi seguirò ma desidero essere lasciato sul pianeta o sulla colonia più lontani dalla  Federazione. Non ho dimenticato niente» rispose Sukrit mostrando apertamente l’antipatia per chi non si era schierato contro i suoi nemici.
«Di questo non deve preoccuparsi, prima la proteggeremo fino a Giove, dove Kaplan le fornirà nuovi abiti e nuovo equipaggiamento quindi con una navetta vi scorteremo su Urano dove si è formata una piccola resistenza di ribelli Sayan che attende il suo generale per compiere la vendetta da tutti voi agognata».
Sukrit, sorpreso da quella rivelazione, accettò l’aiuto del comandate Mavelix, lo segui su Giove, salutò l’amico Kaplan e partì immediatamente verso Urano mentre sugli schermi radar apparve la Lunar I.

L’imperatore, seduto sul trono di Saturno, stava comunicando con Sarto attraverso il mega schermo. «Tieni pronte le tue armate, stiamo per iniziare il trasferimento del personale di Deserticos».
«Mio signore» disse Sarto, «ritiene saggio smobilitare ora? Le spie Federali non sono state tutte catturate.»
«Ormai non ha più importanza e noi dobbiamo sfruttare ancora l’alleanza con la Repubblica fino alla fine nonostante avessero intenzione di tradirci».
Kherkan si alzò dal trono e raggiunse le stanze della Regina Lia tenendo in mano una grossa cartina politica dell’Universo. Lia era seduta sul suo letto mentre riguardava, con le lacrime agli occhi, delle vecchie immagini del figlio perso durante la guerra e delle sue fotografie con Williamson. La loro storia durò fino a quando lui scelse di continuare la carriera militare mentre lei tornò su Urano dove, poco dopo, sposò Re Jena dalla cui unione nacque Ilian. Lia, sentendo i passi inequivocabili di Kherkan, nascose ogni foto e attese che la porta si aprisse.
«Guarda mia Regina che bel regalo ti faccio» disse Kherkan mettendo la cartina sul letto. «Guarda il mio Impero; non pensi, anche tu, che debba essere ampliato?»
«Credi che m’importi quello che dici o che fai?»
«Dovresti mia cara, dopotutto sei la moglie dell’imperatore e in futuro la madre del mio successore. Non vuoi lasciargli un bel posto dove vivere?» rispose Kherkan.
La regina si alzò in piedi e furente cercò di schiaffeggiare Kherkan che le bloccò la mano. Lei, ancora più adirata, esclamò: «Piuttosto che darti un erede, preferisco uccidermi con le mie stesse mai.»
Kherkan sorrise. «Ora che i Sayan non esistono più credi che la tua morte cambi qualcosa per me? Povera sciocca. Tu sei già servita ai miei scopi tenendo il tuo spasimante e la sua Federazione lontana quanto mi bastava per prepararmi alla nuova guerra.»
L’imperatore prese dalla tasca un comunicatore e disse: «Date il via all’attacco!»

Nei pressi di Giove due astronavi imperiali, apparse dal nulla, simultaneamente aprirono il fuoco contro il Lunar I che esplose tagliandosi a metà. L’esplosione fu vista sul pianeta e Kaplan prese contatto con il comandante degli attaccanti. «State iniziando una guerra contro la Federazione senza annuncio formale e i Patti Trilaterali vi proibiscono questo tipo di azione terroristica!»
La risposta giunse da Cain. «Console, nessuno sta attaccando il pianeta ma è proprio  l'astronave Federale che, in una zona neutrale, è ampiamente armata. Avremmo dovuto aspettare di essere colpiti per primi?»
«A bordo c’era personale per la stazione geologica» replicò Kaplan.
«I loro cannoni erano puntati contro la mia astronave e forse sono stato precipitoso nel decidere. Vorrei indire una riunione di sicurezza per risolvere la questione e quindi chiedo il permesso di atterrare nella Zona Blu.»
«Permesso accordato». Kaplan chiuse la comunicazione, attivò il segnale di pericolo e corse verso l'hangar dove, ad attenderlo, c’era la navetta consolare. Salito a bordo, accese il comunicatore generale della base. «A tutto il personale ordino di lasciate i propri posti e di fuggire; l'Impero sta iniziando l'invasione!»

Sulla terra Williamson era a colloquio con il Priore Angler e Betta che si apprestava a tornare in servizio come addetta alle comunicazioni al palazzo di sicurezza dopo aver raccontato ciò che la ritrovata memoria aveva portato a galla.
La ragazza uscì e Williamson commentò: «Quindi sono stati i Repubblicani ad attaccare la Stazione Orbitante, e non pirati o il regno o come pensavo io, addirittura l’impero. Immaginavo fosse un inganno ma sentendolo dire da un testimone è ancora più pazzesco! Sarebbe stato un attacco perfetto se il loro pilota non fosse finito all’interno della sala comandi della stazione ed è un miracolo che Betta si sia salvata da quell’incendio insieme a un terzo dell’intero personale.»
«Vorrei esporle un secondo argomento signor presidente» disse Angler. «La ragazza sente vividamente la voce della Dea Solare ed io sono certo che sia viva davvero.»
Williamson sorrise. «Io capisco la vostra dottrina ma...»
Angler lo interruppe mostrandosi determinato. «Non ci sono dei “ma” presidente: la Dea Solare esiste e grazie a Betta so dove si trova. Devo andarla a prendere, mi aiuti, la prego, mi fornisca una navetta per raggiungerla.»
«Angler, non condivido la vostra dottrina ma lei si è sempre comportato correttamente con noi e quindi le fornirò l’aiuto che chiede.»
Betta entrò nella sala. «Ci sono interferenze nelle comunicazioni con tutte le nostre stazioni stanziate su ogni pianeta della Federazione.»
Williamson scattò in piedi, accese un monitor indipendente sul quale apparve Douglas. «Comandante inizi la procedura Alphabeta».
«Ricevuto signor Presidente. Ordini per me?»
«Come previsto non possiamo collegarci e quindi ipotizzo che sia stata distrutta. Per ora rimani in silenzio radio fino a che non sarò io a mettermi in contatto.»
Williamson chiuse la comunicazione e guardò Angler. «Vada all’hangar 11 con questo foglio e le consegneranno la navetta. Spero che nessuno incroci il suo viaggio perché ora sta per scoppiare una nuova guerra e nessuno è al sicuro.»
«La Dea Solare veglierà sul mio cammino e pregherò che segua anche voi.»










Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel suo  manga “Capitan Harlock”.
  
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