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Autore: Hell Storm    05/05/2019    2 recensioni
Da bambina papà mi diceva che dove c'era la luce, c'era la vita, la speranza ... e il pericolo. Solo nel 2077 mi fu ben chiaro il vero significato di quelle parole, quando le bombe caddero e il mondo bruciò. Io e altri miei commilitoni ci salvammo nascondendoci fra le mura della nostra base, ma quando uscimmo alla luce, il nostro mondo non c'era più. Rimasti soli e a guardia di uno dei più grandi tesori prebellici della storia, decidemmo di fondare il primo insediamento della Zona Contaminata. Un faro di speranza in un oceano di morte e buio che avrebbe attirato altri superstiti in cerca di aiuto e di conseguenza anche intere legioni di mostri nati dalle radiazioni e predoni senza scrupoli.
Io sono il sorvegliante Rocket Earp. Noi siamo i fondatori di Beacon City. La Zona Contaminata è il nostro mondo. E questa ... è la nostra storia.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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La Battaglia per l’Oklahoma

Vittoria o estinzione.

 

 

03/02/2078 D.C.

 

Stati Uniti d’America/Commonwealth delle pianure/Oklahoma

Contea di Cimarron/Fort Beacon/Gate1

Ore 18:47

 

36°77’33.22”N 102°52’40.88”O

 

-IN POSIZIONE!!!- Sbraitarono i capi squadra.

-PREPARARSI ALL’ASSALTO NEMICO!- Urlò il tenete Wright. -ARMI CARICHE E MUNIZIONI A PORTATA DI MANO! E TENETE GIÙ LA TESTA!-

L’ora era finalmente giunta. Mentre noi iniziavamo a riempire la trincea e a rafforzare le difese sulle mura, i predoni dell’Orda terminarono i preparativi per il loro assalto. A causa del polverone ci era impossibile capirne gli esatti movimenti, ma una cosa era chiara. Ce n’erano a non finire.

-SIETE PRONTI RAGAZZI!?- Chiese Reed con grinta.

-HOORAH!!!- Gli risposero i suoi compagni Marine.

-RICORDATE FRATELLI E SORELLE! NON C’È NULLA DI PIÙ CONVINCENTE DELLA CODA DI UN SERPENTE A SONAGLI!- Urlò Bud ai guerrieri della tribù.

-Qui V1.Flotta aerea pronta.- Annunciò Isaac via radio. -Facciamogli temere i celi gente.-

-Sopra a tutto!- Gli riposero gli altri piloti alla radio.

-Corazzati in posizione dietro ad ogni entrata. Pronti e in attesa di ordini.- Ci informò il comandante dei corazzati.

-Deathclaw in attesa di ordini. Siamo con voi Fondatori.- Affermò Naalnish.

-Difese automatiche e unità robotiche operative. Tutto il personale non assegnato alla superficie deve raggiungere il P1 prima della chiusura del Blocco.- Disse Maria agli altoparlanti.

-Colpo in canna e occhi aperti. Avete capito tutti?- Chiese il colonnello controllando il caricatore del suo fucile gauss

-HOOAH!- Gli riposero tutti i soldati.

In quel momento arrivarono anche i miei compagni. Doc era perfino entrato in un’apophis.

-SQUADRA VAULT PRONTA ALL’AZIONE!- Esultò Nick attivando il jetpack della sua esotuta.

-Toccava a me dirlo Nick.- Gli feci notare.

-Oh, ehm. Scusa Red.-

Quando tutti furono al loro posto, l’intero forte piombò nel silenzio totale. Solo il frastuono del nemico in lontananza riusciva a sovrastare l’ululato del vento.

Prima di rintanarmi insieme agli altri, uscii un attimo per dare un’occhiata con uno speciale binocolo elettronico fornitomi dal Dr Spectrum. Dietro di me, un soldato raccolse un’oncia della sabbia smossa dai miei grossi scarponi. Dopo averla assaggiata con la punta della lingua, ne sputò i granelli.

-Fallout.- Affermò disgustato.

-Beh? Che ti aspettavi?- Gli chiese l’indiano al suo fianco.

Dopo un’ultima breve occhiata, ebbi la certezza che il nemico stava per attaccare. Le nuvole di sabbia sollevata dal nemico stavano iniziando a diminuire, lasciando posto ai primi assaltatori.

-Arrivano.- Dissi rientrando in trincea e agganciando il binocolo alla parte posteriore del cinturone.

In realtà ci misero altri due minuti, ma dopo una lunga ed interminabile attesa fummo finalmente in grado di udire le urla dei devoti.

Il crepuscolo stava cominciando ad oscurare la terra di nessuno che ci divideva dall’Orda, ma la poca luce residua ci permise comunque di avere una ben chiara visione della prima ondata. Centinaia di devoti si stavano avvicinando in formazione verso di noi. Era un’unica grande armata che in linea di massima riusciva a mantenere i ranghi serrati. Sembrava di essere capitati in uno di quei film sull’antica Roma. Solo che nel nostro caso erano i barbari a formare la “testuggine”. Tanto grande quanto priva di vere difese efficaci.

-Ma che cazzo fanno?- Chiese Tony. -Avanzano così senza neppure la copertura dei carri?-

-Ascoltate tutti. Chi ha armi ad energia collegate alla rete principale si tenga pronto. Tutti gli altri, devono trattenete il fuoco. Ripeto, devono trattenere il fuoco.- Ordinò Baker per radio.

-Cosa vuole fare signore?- Chiesi al colonnello.

-Novembre del millenovecentoquarantatré, battaglia di Tarawa. I giapponesi contrattaccarono l’avanzata dei nostri marine con feroci assalti corpo a corpo per tre giorni. Ma prima di ogni grande azione mandavano dieci o venti esploratori a morire per scoprire le posizioni dei marine e i loro armamenti. Quei poveri idioti sono la stessa cosa. Quindi evitiamo di consumare munizioni e di svelare tutte le nostre carte alla prima mano.-

Il colonnello era ancora una volta un passo avanti a tutti. Leggere qualche libro di storia non avrebbe fatto tanto male neppure a me e ai miei microprocessori secondari.

Nel frattempo i devoti avevano iniziato ad aumentare il passo, fino a che, arrivati a poco meno di trecento metri da noi, non decisero di sciogliere la formazione e passare ad un assalto disordinato.

-Non sprecate munizioni. Lasciateli a chi è collegato alla rete.- Ribadì il colonnello via radio.

Per essere sicuri che Atom non si mettesse a sparare con la sua arma laser, Nick aprì gli interruttori di sicurezza sulla schiena. Il cane non sembrò contento, ma la dolce Trinity riuscì a tenerlo buono.

-Colonnello Baker. Hanno solo armi di fortuna e artigianali. Alcuni non hanno neppure corazze protettive.- Disse uno degli osservatori sulle mura alla radio.

-Come volevasi dimostrare. Fuoco al mio ordine.-

Le pesanti e minacciose armi ad energia posizionate sulle mura, sui bastioni e lungo la trincea iniziarono a caricare le loro bobine e i loro accumulatori di energia, mentre noi altro aspettammo a testa bassa e i predoni avanzarono incuranti del pericolo.

-Fuoco.- Ordinò Baker.

Laser e fulmini sfrecciarono come saette divine sul campo di battaglia. Ogni volta che un colpo centrava il bersaglio, cinque, dieci, venti predoni venivano vaporizzati all'istante. E altrettanti predoni restavano scoraggiati nel vedere qual’era la reale potenza dei Fondatori.

Il primo scontro a fuoco di quella lunga notte fu più simile ai fuochi d’artificio del quattro luglio. Dopo un solo minuto non c’era più nessuno che teneva giù la testa. Tutti volevano gustarsi quella sublime visone. Io fui quasi tentata di mettermi a sparare con l’Ares, visto che l’arma era alimentata dal mio stesso nucleo e non da munizioni esterne. Ma una simile azione avrebbe potuto scatenare una reazione a catena di spari, cioè l’esatto opposto di quello che il colonnello aveva ordinato. Quindi preferii restarmene a guardare quello spettacolo di luci ed esplosioni.

La grande formazione si era divisa in vari piccoli gruppi. Questi, pur avendo rallentato la marcia, non smisero di avanzare verso di noi. Mi chiedevo cosa gli spingesse a farlo. Fede? Paura?

-Cannonieri. Non lasciateli fuggire nei campi minati. Raggruppateli al centro e poi finiteli.- Continuò Baker.

La tattica del colonnello stava dando i suoi frutti. Invece di lasciare che i devoti se la svignassero attraverso i campi minati ai loro lati, riducendo così il numero di mine, i cannonieri crearono due fuochi di sbarramento che li costrinsero a tornare dritti davanti a noi.

Pur avendo già perso metà dei loro compagni, i devoti non smisero di avanzare. Dovevano essere veramente pazzi per tentare quell'inutile assalto. O disperati.

-Tiratori scelti. Falciate i solitari. Cannonieri. Annientateli.-

Avvertii un brivido percorrermi la rete di microsensori che mi copriva la schiena quando gli ultimi quattrocento devoti vennero colpiti. Quei poveracci non ebbero alcuna speranza quando le nostre armi investirono la loro ultima formazione. Fu come sparare a dei pesci in un barile.

-Cadono come mosche.-

-Questa cosa del V.A.T.S. è davvero incredibile.-

I cecchini sulle mura stavano sperimentando per la prima volta il Sistema di Puntamento Automatico della Vault-Tec. Già per esperienza personale sapevo che la prima volta poteva dare una vaga sensazione di esaltante potere.

-Non dimenticatevi che il V.A.T.S. consuma le vostre energie.- Gli ricordai. -Usatelo con parsimonia.-

-Ricevuto.- Mi risposero i cecchini.

A soli undici minuti dallo scoppio del primo colpo, la prima ondata era stata sterminata. I devoti che erano riusciti ad avvicinarsi di più alle nostre mura erano stati freddati dai cecchini. Gli altri invece, o erano i pochi ad essere riusciti a tornare indietro, o erano i tanti ad essere diventati un tutt’uno con il pulviscolo del deserto.

L’ardore generato da quella nostra prima vittoria fu un tocca sana per il morale. Avevamo appena inflitto delle pesanti perdite al nemico senza neppure avere una sola vittima. Quasi non riuscivo a crederci. Tutti avevano iniziato ad urlare e a scherzare, come se quella battaglia fosse già finita, ma Baker rimase serio. Lui più di tutti sapeva che quella prima e breve schermaglia non era stata altro che la mossa iniziale del nostro nemico.

-Tenente. Mi serve un rapporto da tutte le entrate.- Ordinò Baker quando la trincea tornò in silenzio.

-Ricevuto signore. Gate2, Gate3 e Gate4 a rapporto. Avete … signore?-

Wright indicò il cielo ormai diventato buio con l’indice meccanico della sua armatura atomica. Quando ci voltammo a guardare, vedemmo una scia luminosa. Come una stella cadente in procinto di atterrare … su di noi.

-TUTTI AL RIPARO!!!- Urlò Baker.

Subito tutti si rintanarono dentro alla trincea con la testa bassa. Io però continuai a guardare quella cosa cadere. Non per spavalderia, ma semplicemente perché non riuscivo ad identificarla. Nei miei microprocessori secondari erano state memorizzata le immagini delle più svariate armi e munizioni. Comprese quelle dell’artiglieria o dei razzi a media gittata. Ma quella cosa mi era del tutto nuova.

Quando raggiunse il suolo ebbi la conferma che non si trattava di un proiettile di artiglieria convenzionale. Un ghoul infetto si era appena spiaccicato sull’asfalto della vecchia strada per Boise. Una decina di metri più in avanti e avrebbe centrato la trincea.

-E quello cosa sarebbe?- Chiese Lootah via radio.

Rialzando la testa, tutti videro quella poltiglia gialla bollente sciogliere l’asfalto fino ad esaurire il suo effetto corrosivo.

-Non mi sembra molto salutare.- Affermò Nick.

-Fate attenzione! Se quella roba vi tocca verrete infettati!- Ci avvisò il Dr Spectrum con il tono di voce amplificato dall’interfono dell’armatura Apophis.

-Sul serio?!- Gli chiese qualcuno per radio.

-Beh, sempre che prima non vi sciolga.-

-IN ARRIVO!!!- Urlò un marine alla mia destra.

Altri tre ghoul volarono verso di noi, e come quello di prima finirono con lo schiantarsi e morire. Uno di loro però colpì le nostre mura e il suo sangue acido schizzò dentro alla trincea. Un geniere che aveva trovato riparo dietro ad un pallet di scorte mediche vicino alle mura si ritrovò un litro di quella roba sulla schiena. Il soldato si dimenò urlando per cinque secondi prima di cadere a terra privo di sensi e lasciando tutti inorriditi.

Prima ancora che qualcuno chiamasse una barella però, il soldato iniziò a muoversi. E quando questo si erse goffamente in piedi, tutti videro gli effetti di quella sostanza.

Pupille e iridi bioluminescenti. Temperatura corporea sopra i novanta gradi. Saliva infetta. Totale assenza di percezione del dolore. E un considerevole aumento dell’aggressività.

-UMANI!-

Il soldato impugnò con il braccio sinistro il suo fucile d’assalto R91, e pur non avendo la mano ferma, riuscii a sollevarlo almeno fino alla vita. Se Baker non gli avesse distrutto la testa con una breve e precisa raffica di mitra, qualcun altro dei nostri sarebbe sicuramente morto.

-CHE FATE LI IMPALATI!? STATE ATTENTI!!!- Ordinò il colonnello.

-Signore! Stanno usando delle specie di catapulte! Ne contiamo almeno tre da qua su!- Lo informò uno dei tiratori scelti sul bastione di sudest.

-Vedete anche altro?-

-No. Le tende coprono quasi tutto. Ma hanno spostato qualcosa lungo il loro perimetro.- Il cecchino venne interrotto per un istante da dei boati in lontananza. -Un momento … STANNO SPARANDO!-

I fischi sopra alle nostre teste ci spinsero a trovare nuovamente riparo dentro alla trincea. Quelli che seguirono però, non furono ghoul infetti. Ma colpi d’artiglieria di diverso calibro a lunga gittata.

Tre caddero nei pressi della nostra trincea, facendo tremare la terra, ma senza causare vittime. Uno colpì invece le mura nei pressi del Gate1. Anche questo non causò vittime, ma il cemento armato del muro ne risentì. Il colpo peggiore fu invece quello che superò le mura. Un proiettile ad alto potenziale distrusse l’ospedale da campo montato appena dietro le mura alle mie spalle.

-OH CAZZO! Hanno colpito le tende dell'ospedale!- Disse qualcuno alla radio.

-Anche la postazione d’artiglieria. La centralina di comando è andata.- Ci informò Doc.

-Fate venire i pompieri e altri medici! Qui abbiamo almeno tre morti e due feriti!-

-Spegnete le luci! Se non siete nelle vicinanze e non siete soccorritori restate nei vostri rifugi!- Ordinò Baker. -Doc! Quant’è grave?!-

-Senza la centralina il sistema va in blocco automaticamente. Mi servirà un’ora per far tornare operativo il sistema di puntamento e ricalibrare le armi.-

-Ti d’ho mezza. Red! Non possiamo attendere la prossima ondata in queste condizioni. Dobbiamo far tacere la loro artiglieria e quelle cazzo di catapulte. Te la senti di fare una sortita?-

-SI SIGNORE!-

 

 

Woden si stava gustando la scena dal suo trono posto sul palco montato per l’occasione dietro al loro perimetro difensivo. Mentre i devoti addetti ai cannoni caricavano la quarta salva di colpi, lo splendente ammirava la devastazione causata da quelle potenti armi assaporando pezzo dopo pezzo il devoto, che dopo essere riuscito a ritirarsi dal campo di battaglia insieme agli altri pochi superstiti della prima ondata, egli aveva graziato dalla terribile agonia causata dalla perdita del suo braccio sinistro. Anche gli altri suoi compagni non se la sarebbero cavata facilmente. Woden aveva incaricato il Gran Dragone Garth di punirne la metà per ricordare a tutti il prezzo del fallimento.

Nonostante il primo attacco fosse stato totalmente controproducente, il bombardamento da poco iniziato aveva fatto rialzare il morale dei predoni. E creato anche un po di pubblico nei pressi della prima linea a nord del campo.

-Comandante Long. Vi sarei grato se accorciaste il tiro.- Disse Woden al comandante della Legione Devastatrice.

-Signore?-

-Quel forte dovrà essere ancora in piedi quando lo conquisteremo. Colpite solo la trincea.-

-Ma signore, in questo modo non otterremo l’effetto sperato. Il forte sarà pieno di soldati e …-

A Woden non piacquero le obbiezioni del comandante. Per farglielo capire sprigionò una discreta quantità di acido dalla mano in cui teneva i resti del suo pasto.

Quando il comandante vide la carne liquefatta scivolare dalle dita del mutatore sotto forma di fanghiglia, ordinò subito ai suoi uomini di modificare le traiettorie.

Nolan assistette in silenzio per tutto il tempo. Se prima della sua promozione i suoi compagni lo infastidivano, dopo avevano iniziato a disgustarlo. Il comandante della Legione Devastatrice? Un tizio preso a caso che prima della Grande Guerra apparteneva ad una divisione di artiglieria distaccata in Oklahoma. La gloriosa Legione Devastatrice? Quattro obici da 105mm arrugginiti e uno da 150mm con il sistema di caricamento automatico guasto. Ecco cos’era diventata l’Orda. Un esercito di soldati falliti e sopravvissuti senza speranza guidati dal maestro dell’assoggettamento.

Quando la prima ondata era fallita e i devoti ancora vivi avevano fatto ritorno, Nolan si era convinto che i demoni e gli apostoli avrebbero aperto gli occhi e si sarebbero opposti a quella pazzia. Ma ciò non accadde. Woden era deciso ad andare fino in fondo e nessuno aveva il coraggio di sfidare la sua ira, o l’oceano di ghoul infetti che si era portato dietro.

-Comandante Nolan.- Disse un demone porgendo a Nolan un portablocco con dei fogli.

-Lord Woden. Tutti i demoni assegnati alla seconda ondata si stanno preparando.-

Nolan stava mentendo. Come nuovo comandante della Legione dell’Ordine era suo dovere assicurarsi che tutti eseguissero gli ordini. Ma alle spalle del suo leader, stava in realtà organizzando un complotto per salvare quante più persone possibili. Selezionando accuratamente i predoni che come lui avevano aperto gli occhi, aveva creato una sua piccola fazione segreta all’interno dell’Orda che al momento giusta avrebbe abbandonato Woden e tutti i suoi seguaci.

Il demone che aveva scritto e poi consegnato quel falso rapporto ne faceva parte. La sua partecipazione permise a Nolan di non informare Woden dei piccoli gruppi di disertori nascosti in varie parti dell’accampamento.

-Abbiamo però rilevato un certo malumore tra le truppe.- Continuò Nolan. -Girano voci sulle armi che i Fondatori tengono nascoste. Armi devastanti. Alcuni credono perfino che Rocket Earp, lo Sceriffo Rosso, sia la reincarnazione di Davy Crockett. Altri che discenda da Wyatt Earp.-

Su questo Nolan non mentiva. Le mie gesta avevano preso il sopravvento sulle menti dei predoni.

-Blasfemia! Fate in modo che questi discorsi abbiano fine.- Ordinò Woden seccato.

-Io e la mia legione abbiamo compiuto ciò che avevate chiesto Lord Woden.- Affermo Garth salendo sul palco di Woden con la falce e la tunica nera ancora grondanti sangue. -Ne abbiamo lasciati in vita venticinque.-

-Venticinque?! Lord Woden aveva ordinato la metà di quelli che avevano fatto ritorno!- Protestò infuriato Nolan.

-E così abbiamo fatto. Poi abbiamo liberato dalle loro sofferenze anche i feriti e i negri dell’altra metà.- Gli rispose Garth con tono beffardo.

-Ma cosa … ?- Gli chiese Nolan senza trovare le parole giuste. -SEI UN PAZZO! LURIDO …!-

-Su via comandante Nolan. Garth ha agito nel bene di tutti noi. Uccidere quei feriti è stato un atto di nobiltà. E poi un paio di negri in meno significa più spazio per i puri nell’Eden che verrà.-

Nolan dovette calmarsi. Avrebbe voluto strangolare quel bastardo incappucciato di Garth, ma ferire o uccidere un suo pari davanti a Woden in persona gli avrebbe assicurato la pena capitale.

-Ora che ci penso … avrei giurato di vedere dei codardi nascondersi ai margini del campo.- Disse Garth a bassa voce fissando Nolan con sospetto.

Udendo quelle parole Nolan si pietrificò. Se la sua pelle da ghoul non fosse stata segnata dalle radiazioni, sarebbe impallidito istantaneamente.

-Molti erano demoni della Legione dell’Ordine. Con la vostra uniforme della guardia nazionale.-

-Cosa state confabulando voi due?- Domandò Woden continuando ad ammirare le difese nemiche in rovina.

-STANNO AVANZANDO!- Urlò uno degli osservatori appollaiati sui pali. -SEI ARMATURE ATOMICHE STANNO AVANZANDO VERSO DI NOI INSIEME A SPIRIT!-

L’attenzione di tutti si spostò sul campo di battaglia. Più nello specifico davanti al Gate1. Io e altri sei soldati addestrati all’utilizzo delle esotute atomiche, tra cui Nick, stavamo avanzando in tutta calma verso l’Orda. Incuranti del bombardamento in atto e dei predoni a guardia del perimetro.

-PREPARATEVI AD UCCIDERE FIGLI MIEI!!!- Tuonò Woden. -COMANDANTE QUANTRILL! METTA I SUOI UOMINI AL LAVORO!-

William Clarke Quantrill. Il comandante della Legione dei Fucilieri. Tra tutti gli apostoli, era il più fiero e narcisista sacco di letame. Un suprematista mentecatto che Woden aveva accolto nell’Orda per il suo culto malato della razza bianca e della Guerra di Secessione. Divenuto un predone cambio la sua identità con quella di un generale confederato famoso per i suoi crimini e iniziò a vestire una replica della sua uniforme suddista. Il suo odio per le altre razze era pari a quello di Garth, con il quale però non andava sempre d’accordo. Garth i neri li voleva vedere morti. Lui invece li voleva vedere di nuovo in schiavitù.

-Fucilieri alle difese! Caricate i 50mm perforanti! Quella yankee di ferro la voglio vedere ridotta ad un colabrodo!-

Ubbidendo al suo padrone, Quantrill iniziò a spostare i suoi sessanta uomini dietro alla sottile linea di barricate montate con i rottami per difendere l’accampamento. Escludendo un attacco da parte dei Fondatori, queste non furono costruite con molta cura. Ma tanto, a cosa serviva rafforzare gli scudi quando le lance erano più lunghe di quelle nemiche. I fucili antimateria dati in dotazione agli uomini di Quantrill, uniti ai carri della Legione d’Acciaio e all’artiglieria della Legione Devastatrice avrebbero eliminato qualsiasi unità nemica. Quindi, secondo Woden e i suoi predoni, non c’era nulla da temere. Perfino la mia presenza non sembrò intimorirli. Le decine di blindati parcheggiati dietro alle barricate in preparazione alla seconda ondata mi avrebbero sicuramente fatta a pezzi.

-Comandante Long! Ammorbidisca per bene quei sette pagliacci! Le d’ho carta bianca.-

-Si Lord Woden. Uomini! Caricate le granate anticarro! Alzate di quindici gradi!- Poi Long attese che il nostro gruppo facesse ancora qualche passo verso di loro. -FUOCO!!!-

I proiettili ci misero sedici secondi a raggiungerci. Noi però, gli Arcangeli, udendo un fischio meno acuto rispetto ai precedenti non ci separammo. E come previsto nessuno degli ordigni ci colpì. Solo l’onda d’urto del 150mm ci fece vibrare le corazze, ma noi continuammo ad avanzare senza esitare.

-Hai paura?- Chiesi a Nick al mio fianco.

-Si.- Mi rispose tranquillamente il meccanico dentro alla sua esotuta personalizzata. -E tu?-

-Abbastanza.-

Non c’era alcuna vergogna ad ammetterlo. Quello che stavamo per fare era uno degli azzardi più grandi nella storia delle sortite. Un solo sbaglio e ci avremmo rimesso tutto.

-Tutte le unità riferiscano.- Ordinai attraverso il nostro canale radio.

-Rosso quattro sono pronto.-

-Rosso tre sono pronto.-

-Rosso cinque sono pronto.-

-Rosso due sono pronta.-

-Corvo Rosso pronto.-

-Rosso … MechaNick pronto.-

-Sceriffo Rosso pronta. Okay ragazzi, entriamo in azione. Restate compatti e preparatevi a buscarle di brutto. Tenete le orecchie ben aperte e il sangue freddo. Se perderete la calma il piano fallirà e se non scatterete al momento giusto vi farete uccidere. Ponti con i jetpack! Tre … due … uno … accensione!-

I sei jetpack e il mio CTS si accesero in contemporanea, facendoci sollevare tutti quanti da terra di almeno un metro.

-Okay. Procediamo con il volo stazionario. Lentamente.-

Senza alzarci ulteriormente, io e gli Arcangeli procedemmo tranquillamente a cinque miglia orarie. Come se fossimo a spasso nel parco. Ad un’altitudine così bassa e con quella temperatura i consumi energetici erano molto bassi.

Fatti i primi cento metri cominciai ad essere un pochino più tesa di prima. I predoni in lontananza si stavano appostando e come previsto non avevano ancora aperto il fuoco. Per loro era meglio averci vicini. Ma la loro artiglieria avrebbe dovuto colpirci fin da subito e poi continuare. Eppure la seconda salva non si faceva sentire. Che stessero aspettando qualcosa?

I miei timori cessarono quando udii i potenti spari quasi simultanei. Il ritardo poteva essere dovuto a degli artiglieri mal addestrati al caricamento e al puntamento sotto stress.

-Aumentiamo i giri.- Ordinai.

Come in una perfetta coreografia, tutti i membri dello squadrone aumentarono la loro velocità. Ciò ci permise di superare l’area di impatto delle bombe con un anticipo di sette secondi. Gli artiglieri dell’Orda erano degli incapaci.

Giunti a due miglia di distanza dall’Orda, i miei ricevitori iniziarono a captare le comunicazioni che i predoni si scambiavano tra di loro tramite delle radio ad onde corte identiche alle nostre. E cosa più importante, i miei visori avevano già messo a fuoco il comandate dei fucilieri.

-Buone notizie. Vedo Quantrill e lo sento parlare alla radio. È lui che gestisce le difese. A quanto pare sta ordinando un fuoco simultaneo. Se è così allora abbiamo buone possibilità di farcela.-

-Sempre che uno dei suoi non si faccia prendere dall'emozione e spari prima.- Disse Rosso tre.

-Qualche ripensamento Rosso tre?- Gli chiese Rosso due.

-No, ma preferirei non passare da vivo a poltiglia in un battibaleno.-

-Restate concentrati e calmi.- Gli ordinai.

-Non mi ripeterò un’altra volta. Eccetto la Legione Devastatrice, tutti gli altri spareranno al mio segnale. Gruppo uno e quattro mirate ai soldati. Gli altri mirino a Spirit. Vale anche per voi Legione d’Acciaio. Chiaro tenente Marshall?-

-Affermativo. Nessuno dei miei sparerà senza il suo segnale.-

Quando vidi gli APC e gli altri corazzati dell’Orda ruotare le loro torrette verso di noi ebbi di nuovo la sensazione di un brivido. Il nostro contrattacco fu tempestivo visto che Woden si stava preparando a colpirci con una nuova ondata. Ma l’elevata presenza di demoni e blindati era tanto un pericolo in attacco quanto in difesa.

-Si sono parcheggiati in tanti dietro ai loro tiratori. Sarà più dura sfondare.-

-Quanto dura?- Mi chiese Nick.

-Settanta, ottanta metri di veicoli e demoni pronti a colpire. Stiamo per raggiungere la Linea Rossa.-

La Linea Rossa era un punto immaginario a un miglio dalle linee nemiche oltre il quale non si poteva più tornare indietro. Da li avremmo aperto le danze, oppure ci saremmo dovuti ritirare rischiando di farci colpire.

-Red! Qui noi siamo pronti!- Mi informò Wright alla radio.

-Dieci secondi alla Linea Rossa. Via con i retro razzi e alzate i giri.- Ordinai.

I retrorazzi erano stati modificati di recente da Doc e i suoi tecnici per permettere ai piloti delle esotute di effettuare dei prefetti voli radenti al suolo senza rischiare di toccare terra. Questo generò anche un’enorme nube di polvere e cenere che in poco tempo avvolse lo scenario alle nostre spalle.

La nube non passò inosservata ai predoni. Chi sa se fossero consapevoli che oltre alla sabbia del deserto, in quel pulviscolo c’erano anche i loro compagni inceneriti?

-Mantenete le righe! Non lasciatevi distrarre!- Sbraitò Quantrill alla radio.

-Cinque, quattro tre, due, uno, VIA!-

A quel punto io e gli altri Arcangeli scattammo in un mirabolante volo stazionario in orizzontale a soli cinquanta centimetri dal suolo. Avanzando ad una quota così bassa e ad una velocità di quaranta miglia orarie, con solo la luce delle turbine, colpirci si sarebbe rilevato fin troppo difficile. Ciò avrebbe costretto buona parte dei predoni ad aspettare il momento più opportuno per aprire il fuoco.

Un trio di predoni con dei lanciarazzi tentò comunque di colpirci. E lo stessero fecero gli addetti all’artiglieria.

Inutile dire che nessuno di quei semplici razzi a corto raggio ci colpì. Mentre l’artiglieria … diciamo che i loro colpi non riuscii neppure a capire dove andarono a finire di preciso.

-Dannati idioti! HO DETTO DI NON SPARARE FINO AL MIO ORDINE!!! C’è qualcun altro che vuole finire sotto corte marziale?!-

-L’Orda ha veramente una corte marziale?- Mi chiesi per un istante.

-Via le sicure e colpo in canna!- Ordinò Quantrill quando ormai eravamo a soli duecento metri dai suoi fucilieri.

-Sta per dare il segnale! Preparatevi!-

-In posizione!-

Un errore. Un ritardo. E tutti noi, me compresa, saremmo morti. Quello sarebbe stato il momento decisivo di tutta la battaglia. Trionfo o sconfitta. Tutto questo in un singolo attimo.

-Puntate!-

-ORA!!!- Urlai a tutto volume a meno di venti metri dalle barricate nemiche.

Con un’inclinazione di sessanta gradi, un'accelerazione da centoventi miglia orarie e una finestra temporale di soli due secondi, io e gli Arcangeli ci proiettammo sopra le teste dei predoni.

Pur non avendo ricevuto l’ordine di fare fuoco, alcuni fucilieri e altri predoni tentarono comunque di colpirci ottenendo scarsi risultati. Tra un paio razzi, qualche granata da 40mm, e una discreta quantità di proiettili in piombo ed energetici, neanche uno riuscì a colpirmi.

Ma ancor prima che i predoni potessero restare a bocca aperta per la nostra mirabolante acrobazia, il CTS si spense, facendomi atterrare nel bel mezzo del campo nemico. Nello specifico su cinque poveri idioti che subito diventarono morbido concime per il terreno. Gli altri proseguirono in volo seminando i razzi delle ASAM, mentre io effettuai una lunga e turbolenta scivolata sul terreno rinsecchito. Quando mi voltai verso la base, vidi solo un bel solco scavato nella zona dove ero atterrata. Se ricordavo bene ciò che avevo visto durante la mia prima visita all’accampamento dell’Orda, quello doveva essere il parcheggio dei predoni. Per fortuna lo avevano già sgomberato.

Ovviamente la mia intrusione attirò l’attenzione di tutto l’accampamento. In mezzo minuto mi ritrovai circondata da predoni di tutti i tipi, pesantemente armati, supportati da decine di mezzi corazzati e guidati dal grande capo in persona. Eppure nessuno di loro aveva ancora osato sparare.

Non fui io la prima a parlare. Volevo gustarmi quella scena il più allungo possibile.

-Tra tutte le più grandi cazzate che avresti potuto commettere, non mi sarei mai aspettato un finto attacco frontale. E per giunta che il tuo bel giocattolino ti avrebbe abbandonata proprio sul più bello.- Disse Woden giungendo anche lui in prima fila.

Con lui c’erano anche i suoi migliori guerrieri. Gli apostoli però non sembravano altrettanto spavaldi. Come quasi tutti gli altri predoni, anche loro erano intimoriti dalla sottoscritta.

Senza mostrare alcun timore, mi portai la mano destra al cinturone. Fin li nessuno ebbe il fegato per fermarmi. Poi, continuando in tutta calma, estrassi una bottiglia di Nuka-Cola tenuta nascosta proprio dietro alla fondina della Fiamma dell’Ovest. La bottiglia era stata fatta su misura per me. Quando la stappai e iniziai a berla, molti predoni rimasero confusi vedendo un robot bere un liquido organico. È un po complicato da spiegare, ma uno dei tanti impianti installati dal Dr Spectrum in Atena era un sistema digerente più o meno simile a quello umano in grado di ricavare acqua purificata da qualsiasi bevanda e usarla per il sistema di raffreddamento supplementare. Ma il mio vero scopo non era quello di farmi una bevuta.

Appena la bottiglia fu vuota, feci un bel sospiro e la lasciai cadere per terra. Subito dopo la frantumai con una potente tallonata che per poco non fece tremare la terra.

Ciò aumentò ulteriormente il terrore dei predoni nei miei confronti.

-Soltanto voi tutti contro di me. Diavolo. Magari dovrei combattere usando solo i pugni. Così almeno avreste una chance per svignarvela dignitosamente.-

Silenzio. Perfino il vento aveva smesso di soffiare. L’aria era fredda. Il pulviscolo sollevato dai jetpack aveva raggiunto l’accampamento. Solo l’artiglieria, le catapulte e i motori dei corazzati che mi avevano circondata erano ancora in funzione. Alcuni predoni tremavano per la tensione. Altri per la paura. Io invece ero calma e attenta allo stesso tempo. L’unica cosa che mancava, era il tipico cespuglio rinsecchito portato in giro dal vento.

-I tuoi amichetti con le ali se la sono svignata. Quelli nella base non possono fare nulla contro di noi. Siamo troppo numerosi per essere assaltati. E adesso dovrai combattere contro tutti noi. Da sola.- Mi fece notare Woden accompagnato dal solito coro di risate dei suoi fedeli più coraggiosi. -Come pensi che andrà a finire ragazzina?-

Prima di rispondere al mutatore, mi abbassai il cappello per farlo aderire meglio ai lati della testa. I magneti cuciti al suo interno non sarebbero bastati a tenerlo fermo in previsione di ciò che da li a poco si sarebbe scatenato.

-È qui che ti sbagli maggiore.- Dissi a Woden chiamandolo con il suo vecchio grado. -Io non combatto mai da sola.-

Woden stava per esplodere. Come già avvenuto in passato dopo essermi rivolta a lui con il suo vero nome, il suo autocontrollo stava per cedere all’ira. Ma qualcosa lo distrasse dalla mia offesa. E non solo lui. Anche gli altri predoni si guardarono attorno confusi. Qualcosa si stava avvicinando. Un terremoto. Una tempesta. Un esercito.

-FUOCO!!!- Urlai attivando il CTS.

Appena raggiunsi i primi quattro metri estrassi il mio revolver e lo puntai contro Woden. A sparare per primi furono però i cannoni dei nostri carri armati.

Mentre Woden e praticamente quasi tutti i suoi predoni si erano fatti distrarre dal mio finto atterraggio di fortuna, venti dei nostri corazzati, supportati da tutte le unità mobili della trincea sud e altri veicoli della base, erano avanzati fino all’accampamento dell’Orda nascosti dalla coltre di sabbia, cenere e fallout creata al passaggio dei nostri jetpack. E credetemi quando vi dico che il fuoco coordinato di così tante unità è un puro incubo a base di piombo, laser, plasma, proiettili da 105mm e missili dal quale risvegliarsi è impossibile.

In un attimo più di cinquanta demoni, tra i quali anche qualche apostolo, e almeno sette blindati di vario tipo vennero colpiti e spediti all’altro mondo. Sangue, budella, cenere, tessuti liquefatti e ferro fuso in un sublime mix infernale. Essendo bello alto e per giunta luminoso Woden ricevette un trattamento di favore. Non posso dirvi con certezza cosa lo colpì, ma nello stesso attimo in cui udii gli spari Woden perse il braccio destro e la metà destra inferiore del suo torace. Ma neanche quando gli sparai sei colpi di pistola alla testa non smise di vivere. Il nucleo di quell’essere doveva trovarsi da qualche parte nella sua cassa toracica, sempre che ne avesse una, o nelle profondità della sua scatola cranica, che ad un primo esame sembrava essere composta da una qualche lega semi organica impenetrabile ai miei proiettili.

Quando le unità con le armature atomiche, i veicoli leggeri e i deathclaw iniziarono ad avanzare tra le tende e gli incendi, rimisi nella sua fondina la Fiamma e impugnai l’Ares.

Dopo essere tornata a terra iniziai a correre con gli altri soldati verso le catapulte. Il nostro vero obbiettivo non era soltanto colpire duramente i predoni, che nel frattempo si erano ripresi dal primo impatto e stavano iniziando a reagire, creando una ferrea resistenza intorno a Woden e in altrettanti punti strategici dell’accampamento. L’obbiettivo della sortita era eliminare le ASAM, segnalare gli obiettivi primari alla nostra artiglieria ed impedire all’Orda di logorarci con bombe o ghoul.

L’artiglieria era già stata sistemata dai carri armati. Il comandante degli artiglieri aveva fatto piazzare gli unici veri cannoni dell’Orda in prima linea. Ciò permise ai nostri carri armati di distruggerli nei primi momenti dell’assalto.

Il vero problema era però raggiungere le catapulte, che pur essendo fatte con rottami e avendo una precisione minore, riuscivano a lanciare i ghoul infetti oltre le nostre mura, mettendo a rischio tutti.

-Qui Baker. Stiamo tenendo impegnati i blindati nemici. A breve però dovremmo ritirarci. Sono più di noi e se continuiamo così finiremmo col perdere troppe unità. Sbrigatevi a trovare le catapulte.-

-Qui Coyote. Abbiamo appena liberato il deposito delle munizioni. Procediamo con il transponder.-

-Qui Aries.- Disse Rita alla radio. -Abbiamo trovata una catapulta, ma è ben difesa. Ci servono rinforzi.-

-Girdle ad Aries. Arriviamo da voi con due sentinelle. Attendete.-

-Noi siamo bloccati. C’è un cazzo di pazzoide con un sacco di robot vicino alla tenda più grande.- Disse Lopez.

-Arrivo anch’io Aries. Se riuscite però prima sgomberate la zona dalle ASAM.- Rispose Rosso due.

-Vi vengo ad aiutare io Rattlesnakes. State fermi dove siete.- Dissi alla radio.

-Sbrigati cocca. Siamo nel bel mezzo di un vespaio qui.-

La situazione di Lopez e dei suoi era un po la stessa ovunque. Con i carri impegnati a distruggere i corazzati nemici rimasti e i predoni ancora in piedi sparsi in giro, muoversi tra le tende comportava numerosi rischi. Tra i quali il fuoco amico. Avanzando verso la tenda di Woden dovetti stare attenta ai veicoli in movimento, ai deathclaw intenti a squartare i predoni, ad aiutare numerosi compagni intenti a combattere e ad indicare loro la strada migliore per raggiungere gli altri. I camino e le jeep che le varie squadre di infiltrazione avevano usato per penetrare attraverso le difese nemiche si muovevano abbastanza bene. La loro agilità però veniva meno alla loro blindatura. Prima di raggiungere i Rattlesnakes avevo già trovato tre camion in fiamme o rovesciati. Ognuno di quelli trasportava almeno dieci soldati, i quali non sempre erano riusciti a salvarsi. A meno di dieci minuti dall’inizio del contrattacco avevo già contato una dozzina di morti. Molti di loro li conoscevo da prima della Grande Guerra. In compenso, vedere Karugh inseguire mezzo plotone di predoni terrorizzati per sbranarli e schiacciarli con le sue enormi zampe fu incoraggiante. Quasi divertente.

Arrivata a destinazione trovai i Rattlesnakes al riparo dietro al loro camion con il motore in fiamme e il conducente morto. Una dozzina di Mr Gutsy li stava tenendo sotto tiro da una buca scavata tra la tenda di Woden ed una delle famigerate catapulte che nel frattempo era tornata operativa e a pieno regime. Sarà stata anche fatta con rottami e degli schemi di progettazione non comuni, ma cavolo se era potente. I ghoul che lanciava sfrecciavano per oltre quattro miglia.

-SIAMO BLOCCATI!- Urlò Lopez indicando i robot.

-CI PENSO IO.-

Una volta avrei pensato di correre fino alla grande tenda con del fuoco di copertura, uscire sul retro e beccare i nemici da dietro. Ma con il mio nuovo corpo tutto era possibile.

Senza neppure mettermi al riparo presi di mira i Mr Gutsy con l’Ares e attivando il V.A.T.S. del mio vecchio Pipi-Boy agganciai i tre robot più allo scoperto. I proiettili ad energia andarono tutti a segno, liquefacendo i robot presi di mira e i loro compagni vicini.

Senza aspettare che Lopez mi seguisse con i suoi compagni, corsi verso la catapulta. Ciò che trovai alla catapulta fu alquanto bizzarro. Cinque devoti con delle tute hazmat stavano aspettando che un ghoul infetto in testa ad una coda di suoi simili salisse sul grande piatto della catapulta. Come se quello fosse lo scivolo di un acquapark nel week end.

Inutile dire che i devoti e gli infetti reagirono immediatamente alla mia presenza. Disfarsene non fu affatto un problema. L’arrivo continuo di altri infetti, quello fu un problema. Non ero ancora sicura che la mia pelle e il mio esoscheletro potessero resistere a delle dosi eccessive di acido mutatore.

-MUOVITI LOPEZ!-

Mentre i Rattlesnakes piazzavano uno dei loro transponder io li coprivo a suon di raffiche. I ghoul infetti potevano sembrare diversi soltanto da un punto di vista fisico dai loro simili, ma il loro comportamento era chiaramente più complesso. Già il fatto che invece di attaccare i predoni standosene nella mandria principale, seguissero delle file ordinate fino a delle catapulte, era un chiaro segno della loro sottomissione al mutatore alfa. Ma la vera cosa assurda era la loro capacità di schivare i proiettili. Certo non erano molto bravi, ma almeno tre di qui bastardi acidi erano già riusciti a spostarsi di lato un attimo prima di essere centrati dall’Ares.

-Cacchio Lopez! Premi un pulsante e lanci!- Dissi irritata al soldato.

Avendo della mani troppo grandi e la necessità di volare senza peso eccessivo fui l’unica a non ricevere un transponder. Quegli aggeggi usa e getta avevano una buona portata, peccato che a Lopez fosse capitato quello rotto.

-L’interruttore è bloccato!- Spiegò Lopez prendendo il piccolo congegno a pugni. -Ecco ho fatto!-

Appena Lopez ebbe nascosto il transponder dietro ad una delle travi della catapulta ci ritirammo tutti quanti verso nord. Ma ad un tratto avvertii quello che fino a pochi giorni fa avrei definito un crampo alla gamba.

-Non così in fretta!-

Cadendo a terra vidi comparire sulla schermata dei miei visori diversi tipi di allarmi. Sovraccarico gamba sinistra. Cortocircuito gamba sinistra. Integrità servomotore ginocchio sinistro novantotto percento. Contatto con potente impulso elettrico.

Quando mi voltai vidi il Dr Jarvis dentro un’armatura atomica T60 ricoperta da bobine e una lancia termica potenziata tra le mani. Lo scienziato non portava il casco, ma in compenso la sua testa era protetta da una sorta di gabbia di Faraday agganciata al torace della sua armatura atomica.

-Va fanculo!- Disse uno dei compagni di Lopez sparandogli con un fucile da combattimento.

I pallettoni del soldato però non ebbero alcun effetto. Le bobine dell’armatura generavano un campo magnetico che bloccava gli oggetti metallici, e se i miei microcalcolatori avevano fatto bene i calcoli, le bobine potevano anche folgorare i corpi che vi si avvicinavano troppo. In quel caso neppure il V.A.T.S. sarebbe servito.

-Ora ti insegnerò qualcosa sull’elettricità spazzatura robotica.- Disse il Dr Jarvis preparandosi a colpirmi nuovamente con la sua lancia termica.

In mio soccorso però giunse l’apophis di Doc. Il colosso meccanico si getto su Jarvis bloccandogli le braccia con le potenti mani e impedendogli di divincolarsi.

-Presto Red. AMMAZZALO!-

Senza perdere altro tempo raccolsi l’Ares caduto a terra vicino a me. Ma quando aprii il fuoco insieme ai Rattlesnakes non ottenni alcun risultato significativo. Le difese di quell’armatura facevano rimbalzare perfino i proiettili incandescenti dell’Ares. E come se questo non fosse sufficiente, la T60 stava tempestando l’apophis con scariche elettriche ad alto voltaggio.

-Ah, ah, ah! Credevi che i tuoi giocattoli potevano battere i miei prodigi vecchio?!-

-No Red! Pensa al BFG!- Mi ordinò Spectrum cercando di resistere alle scariche elettriche.

-Pensa a che?!- Gli chiesi.

-AL BFG!!!- Urlò lo scienziato cercando di tener fermo il suo ex allievo.

-BFG?- Mi chiesi confusa.

Poi come per magia, l'avambraccio sinistro mi si scompose. La pelle metallica si ritirò e i componenti dell’esoscheletro si aprirono come una sorta di parafulmini, strappandomi la stoffa del guanto e la pelle della manica. Fu come avere un ombrello rotto al posto del braccio. E per finire le dita della mano andarono a formare un prisma esagonale alla fine dell’arto. Praticamente il mio braccio era diventato un tritacarne. Quando però iniziai a credere che il braccio si fosse trasformato in un’arma per il corpo a corpo, una potentissima energia iniziò a generare fulmini attorno all’avambraccio e un’accecante piccola luce verde dentro al prisma, che allo stesso tempo aveva iniziato a roteare come una trottola.

-AVANTI ROCKET! UCCIDILO!- Urlò Doc ormai al limite.

-NO! FERMA! COS’È QUELLO?!- Urlò disperato Jarvis dopo aver visto la mia nuova arma.

L’unica cosa che feci, fu pensare di fare fuco. Al resto ci pensò quel cannone. Il rinculo fu praticamente nullo e lo stesso fu per il suono. Praticamente fu come sparare con una pistola laser, solo che il fascio fu quasi accecante. Al contrario i danni furono … incerti.

Il Dr Jarvis smise di punto in bianco di urlare e appena Doc lo lasciò, cadde pesantemente a terra. Dopo essermi rialzata vidi insieme agli altri che l’armatura del dottore era stata forata da parte a parte. Attraverso il torce dell’armatura e quello dello scienziato si era creato un perfetto tunnel circolare con un diametro di sei centimetri. I tessuti organici erano stati cauterizzati e il metallo fuso. Non so che cosa fosse quell’arma, ma cavolo se era potente.

-Ehm … Doc! Cosa sarebbe questo?- Chiesi allo scienziato ancora in piedi.

-Te lo spiego dopo. Per ora sappi che lo comandi con il pensiero e che ha ancora due colpi. Per richiuderlo pensa e basta.-

Come era ovvio che accadesse, il braccio tornò alla sua forma di base usando semplicemente il pensiero. Peccato che la manica dello spolverino e il guanto erano andati persi. Avrei voluto chiedere a Doc quali altri simpatici aggeggi mi avesse nascosto addosso, ma le circostanze me lo impedivano.

-Signori! Non per interrompervi, ma abbiamo dei problemi da risolvere.- Disse Lopez lanciando una granata criogenica alle spalle di Doc.

I ghoul infetti avevano ripreso a farsi vivi e per quanto efficace, la granata di Lopez non fu abbastanza sufficiente per fermarli tutti.

-Okay. Allontaniamoci da qui.- Ordinai.

-Qui Wright. Scusateci ragazzi ma ci siamo dovuti ritirare. Il colonnello è stato ferito e abbiamo perso venti dei nostri, più alcuni deathclaw. Gli Arcangeli segnalano che tutte le ASAM sono state distrutte. Trovate un punto buono per il recupero e chiamate i vertibird. Occhio ai predoni. Si sono riorganizzati e adesso vi stanno cercando.-

-A tutte le unità ancora in campo, parla Rocket. Dirigetevi all’incrocio delle strade davanti alla Tenda di Woden.- Ordinai per radio. -Inizio evacuazione. Isaac i tuoi sono pronti?-

-Un minuto e siamo da voi. Sette vertibird per il trasporto e undici per il supporto. Preparate la zona d’atterraggio e le squadre.-

-Perfetto. Segnalo la zona di recupero con i miei proiettili.-

Mirando in cielo usai una raffica di proiettili dell’Ares come razzi di segnalazione. Ciò avrebbe guidato i nostri dispersi più disorientati verso la nostra posizione senza far capire le nostre intenzioni a tutti i predoni.

Ovviamente però c’era anche il rovescio della medaglia. Se tutti noi ci fossimo radunati in un solo punto, lo stesso avrebbero fatto i predoni ancora vivi. E come volevasi dimostrare in un battibaleno ci ritrovammo a difendere quel dannato incrocio da un'interminabile assalto di demoni incazzati e ghoul infetti. L’unico lato positivo fu che anche i rinforzi continuarono a raggiungerci.

Non ci fu un ordine di arrivo molto preciso. Marine, membri Resistenza, robot, squadre di esploratori … o quel che ne rimaneva. Solo i deathclaw sopravvissuti erano riusciti a tornare indietro insieme ai carri.

In poco più di cento erano partiti all’assalto. In settanta erano entrati nell’accampamento. E in quarantasei erano riusciti ad arrivare alla punto d'estrazione.

-Dov’è Rita?- Chiesi ad uno dei suoi compagni quando la squadra Aries arrivò senza di lei.

Il soldato mi rispose con un cenno negativo della testa. Preferii non indagare.

Fui però felice di scoprire che la mia squadra e i Blade Thunder ce l’avevano fata. Con Atom in testa era impossibile perdere. Il nostro cucciolo però era stato “ferito”. Un lanciarazzi gli aveva danneggiato le zampe posteriori e la mitragliatrice, mentre una granata agli impulsi elettromagnetici gli aveva danneggiato i microcircuiti. Chi sa se prima di partire Nick gli aveva ricollegato le armi?

I primi due velivoli che arrivarono li usammo per caricare i feriti gravi. Gli altri vertibird si concentrarono sul fuco di soppressione dei predoni più esposti, anche perché la zona scelta per il recupero non era abbastanza grande per far atterrare più di due vertibird alla volta.

-MechaNick a rapporto. Come stiamo andando?- Chiese Nick atterrando insieme a Rosso due e Rosso cinque.

-Beh siamo circondati. A corto di munizioni. E pronti a fare il botto.- Gli rispose Grant caricando la sua mitragliatrice calibro cinquanta.

-Avete segnalato tutti quello che doveva essere segnalato?- Domandai.

-Catapulte fatto!- Mi confermò Marion mentre questa aiutava suo fratello Russell a fasciarsi la gamba.

-Deposito confermato! Occhio ce n'è uno la giù!- Disse Grant sparando contro un predone nascosto dietro a delle casse.

-Assenza di vertibird o aerei a terra confermata.- Continuò Rosso due.

-Avete visto altri prigionieri?-

-No. Con la tuta rossa nessuno.- Mi confermò Nick. -Ma quando ho sorvolato il lato ovest ho visto un sacco di gente che sventolava bandiere bianche. Gli ho sorvolati una seconda volta a trenta metri e non mi hanno sparato.-

La scoperta di Nick avvalorava tutti i nostri sforzi. Alcuni membri dell’Orda si erano già arresi. Se avessimo bombardato l’accampamento a caso, oltre a perdere munizioni preziose, avremmo anche colpito persone che ormai non rappresentavano più una minaccia per tutti noi.

-Hey qui abbiamo un grosso problema.- Disse Corvo Rosso alla radio. -La mandria sta avanzando.-

-Cosa ha detto?- Chiese uno degli uomini di Grant.

-Sto proprio sopra quei mostri. I ghoul hanno iniziato a muoversi verso di voi. Guardate verso sud.-

L’indiano non scherzava. I ghoul si erano incamminati lentamente verso il nostro incrocio percorrendo la strada. Ma il peggio doveva ancora venire.

La cabina del vertibird prossimo all'atterraggio sulla nostra posizione venne sventrato da una missile terra aria. Il vertibird iniziò ad emettere l’allarme di stallo, e solo per miracolo non ci cadde sulle teste. Il velivolo centrò invece la tenda di Woden, incenerendo ogni cosa al suo interno con l’esplosione del suo reattore. Per l’equipaggio non ci fu nulla da fare.

-Siamo morti! SIAMO MORTI!- Urlò un soldato in preda al panico.

-Merda! Ci siamo persi un'antiaerea.- Disse Rosso tre.

-Red!- Mi chiamò Isaac alla radio. -I predoni a nord stanno avanzando verso sud con tutti i loro mezzi ancora operativi. Vi stanno per schiacciare!-

-Non possiamo più avvicinarci. Hanno un carro armato con una ASAM sulla torretta. E le loro mitragliatrici ci stanno agganciate alle palle!- Aggiunse un altro pilota.

-Qui V5. Sono stato colpito al rotore sinistro. Mi dispiace ma devo rientrare.-

Le fiamme degli incendi non erano abbastanza potenti da illuminare tutto, ma le luci non erano necessarie per vedere il pericolo. A sud un fiume giallo bioluminescente stava avanzando verso di noi, e lo stesso stava facendo una colonna di mezzi a nord in rapido avanzamento con le luci dei loro fari e le scie dei proiettili traccianti rivolti al cielo.

-Da qua su vedo l’ASAM mobile! È dietro al primo carro in testa.- Ci informò Isaac. -Oltre a quella, li in mezzo ci devono essere almeno dieci mitragliatrici pesanti con proiettili perforanti. Se riusciste ad eliminare la loro ultima difesa aerea potremmo bombardarli con i nostri missili.-

-Qualcuno ha un Fat-Man?- Chiese Bud.

-Non li abbiamo portati. Troppo ingombranti e pericolosi.- Gli ricordai.

-Il bombardiere. Quello potrebbe colpirli in un istante.- Suggerì un membro della guardia nazionale.

-No! Il bombardiere serve per i ghoul!- Fece notare Nick li vicino.

-E se hanno dei razzi potremmo perderlo il bombardiere.- Aggiunse Doc.

-Aspettate. Possiamo fuggire di la e correre verso il forte.- Disse Reed indicando l’est.

-In campo aperto per tre miglia con l’Orda alle costole?- Gli chiese Tony. -Siamo stanchi e feriti. Tanto vale aspettarli qui.-

-E poi ormai hai sessant’anni Reed. Sei sicuro di farcela?- Gli chiese scettico Gutierrez.

-Si se c’è tua sorella ad aspettarmi Dominic.- Scherzò il vecchio marine aggiustandosi il casco.

-Se non ci sono altre opzioni, io resto qui a coprivi la fuga.- Si offrì Tariq. -Ho ancora un conto in sospeso con questa gentaglia.-

-Se resti tu, restiamo tutti Tariq.- Gli rispose Cook.

-Cosa facciamo Red?- Mi chiese Amelia scrutando il convoglio nemico con un binocolo.

Ancora una volta mi ritrovai nel bel mezzo di una situazione disperata. Stavo usando i miei microcalcolatori per contare quante persone potevo portare con il CTS quando mi ricordai del ragazzaccio nascosto nel mio braccio sinistro.

-Doc? Potresti spiegarmi esattamente come funziona l’affare che ho nel braccio?-

-È la stessa tecnologia dell’Ares. Solo che al posto del tuo nucleo usa munizioni esterne e gli effetti sono più devastanti.-

-Ma il proiettile non dovrebbe esplodere?- Chiesi ricordandomi cosa era accaduto al Dr Jarvis.

-Solo se trova delle grandi masse ad ostacolarlo. Tipo un metro d'acciaio. Ma ricordati che hai ancora solo due colpi.-

Un illuminante lampo di genio mi attraversò i circuiti. Oppure fu un altro cortocircuito.

-Qualcuno qui ha l’olonastro di Jingle Jangle Jingle?- Domandai.

-Della Kay Kyser Orchestra?- Mi chiese un tecnico intento a riparare il braccio di un assaultron.

-Mettilo nel tuo Pip-Boy soldato. E alza il volume. Tutti gli altri tengano giù la testa!-

-Qual’è il piano?- Mi chiese Nick riparandosi con Trinity dietro ad Atom.

-Guardare e ammirare Rodriguez. Guardare e ammirare.-

I predoni stavano avanzando senza trovare alcun ostacolo. E lo stesso stavano facendo i ghoul alle nostre spalle. Ma i predoni erano più vicini e più veloci. In oltre le loro armi ci avrebbero sicuramente colpito prima di raggiungerci.

Senza alcuna fretta riattivai l’arma ad energia nascosta nel braccio. La voce soave di Kay Kyser mi aiutò a rilassarmi e a dare quel tocco di ironia surreale alla situazione.

-And they sing, "Oh, ain't you glad you're single".-

-Jingle, jangle.-

-And that song ain't so very far from wrong.-

-Jingle, jangle.-

Le trombe dei musicisti iniziarono a suonare nello stesso istante in cui la luce accecante e gli archi elettrici verdi luminescenti iniziarono ad avvolgere il BFG. O come il Dr Spectrum lo chiamava.

Il suo accumulatore fu carico dopo pochi secondi. E appena in tempo viste le due cannonate che ci colpirono a pochi metri dalla nostra posizione. Quando gli archi svanirono e la luce dentro al prisma fu al massimo del suo potenziale, puntai il braccio verso il carro armato in testa al convoglio e feci fuoco. Un istante dopo una devastante sfera d’energia non meglio identificata distrusse qualsiasi cosa per un raggio di dieci metri. Persone e veicoli furono vaporizzati istantaneamente e brandelli di carne, vestiti, armi e corazze volarono da tutte le parti. Non avrò distrutto l’intero convoglio, ma di sicuro ero riuscita ad arrestarne l’avanzata. Peccato che a guidarlo in testa non fosse stato Woden.

Ovviamente tutti erano rimasti sbalorditi da quell'immensa potenza. In confronto un Fat-Man … era un pizzico meno potente. E meno pratico.

-Wow. Questo è …-

Non riuscivo a trovare un aggettivo abbastanza degno per descrivere quell’arma.

-Un’Arma Fottutamente Grande.- Affermò Nick senza staccare gli occhi dal braccio.

Nick non aveva affatto torto. Il BFG era un’arma di almeno mezzo secolo superiore alle nostre migliori armi pesanti ad energia.

-Però. Credo di aver superato me stesso quando l’ho riprogettato.- Si complimentò Spectrum.

-Che cosa cavolo era quello!?- Ci chiese Isaac esterrefatto. -Distruzione ASAM mobile confermata. Quei vermi stanno perfino arretrando.-

-Si può sapere che state combinando la fuori?- Domandò Sullivan per radio. -Sono ore che attendo su questa pista. Posso decollare o preferite vedervela da soli contro i ghoul?-

-Qui Rocket. Difese antiaeree nemiche eliminate. Puoi procedere Sullivan.-

-V8 a unità di terra. Io e V11 rallentiamo i ghoul lungo la strada fino all’arrivo di Aquila Atomica.-

Mentre i due vertibird iniziarono a tempestare i ghoul diretti alla nostra posizione, noi altri attendemmo gioiosi il nostro recupero. Perfino io mi convinsi che il peggio era ormai passato. Guardando a sudest non potei comunque fare a meno di chiedermi se il Burglar ormai prossimo a raggiungerci fosse l’ultimo ostacolo che ci separava dalla vittoria.

-Tutto qui Woden? La tua Orda non riesce a tenere testa ad un pugno di inferiori?- Mi chiesi.

-BOMBARDANO! BOMBARDANO!- Urlò qualcuno alla radio.

-Cosa sono?! Cosa sono?!-

-Ghoul infetti dentro le mura. Ripeto. Ghoul infetti dentro le mura!-

-Hanno preso uno degli hangar!-

-L’Aquila va a fuoco! Hanno colpito l’Aquila!-

-Ci sono dei morti al garage! Il parcheggio ne è pieno!-

-Il vecchio dormitorio sud è stato demolito. La pompa di benzina ha preso fuoco. Serve l’autocisterna.-

-Qualcuno è ancora vivo. Hey amico stai bene?-

-NO! NON TI AVVICINARE!-

-Stanno sparando! I nostri ci stanno sparando!-

-Porca troia ma che sta succedendo?- Chiese Tony guardando le fiamme divampare dal forte.

Un istante dopo una gigantesca ombra ci volò sopra le teste ad una tale velocità da farmi perdere l’equilibrio e spazzare via le tende nei dintorni e tutto ciò che investirono. Un marine venne colpito da dei rottami e scaraventato contro il vertibird in fiamme precipitato sulla tenda di Woden.

All’inizio nessuno riuscii a capire cosa fosse quella cosa. In parte perché nessuno riuscii a restare in piedi, e in parte perché neppure i miei processori riuscirono a trovare un riscontro.

Solo quando il V11 venne preso in pieno ci fu chiara l’identità di quel mostro. Era l’aereo a reazione più grande che io avessi visto. Sicuramente militare.

-È UN BOMBARDIERE!- Urlò un pilota alla radio.

-No. È lo Shadow.- Lo corresse Doc facendo rialzare la sua armatura apophis.

-Red, qui Baker. Siamo pieni di infetti. Quel mostro ce li ha fatti cadere addosso e ha mitragliato metà base. Per adesso la situazione è ancora sostenibile, ma l’Aquila non può più decollare e se quell’aereo dovesse passarci sopra un’altra volta potrebbe comprometterci seriamente!-

-Cosa dobbiamo fare signore?!-

-Ha colpito col muso un vertibird senza risentirne. Come ci è riuscito?- Chiese Lopez osservando il luogo dello schianto del V11.

-Signore ci servono altri vertibird. Dobbiamo far rientrare subito quelli fuori.- Disse Wright in sottofondo.

-Prendi gli Arcangeli, tre vertibird, raggiungi quel figlio di puttana e tiralo giù! Vai ragazza!-

Non ero sicura che tre vertibird e qualche esotuta fossero sufficienti ad abbattere quella corazzata volante, ma alla base servivano quante più bocche da fuoco possibili e i soldati che mi circondavano dovevano essere evacuati.

-Isaac?!-

-Ho sentito! Io, V9 e V7 siamo già pronti! Ti seguiamo Red!-

-Vale anche per noi Sorvegliante!- Mi confermò Corvo Rosso.

-Sono con te Red!- Affermò Nick accendendo il suo jetpack con Trinity ancora vicina.

Per poco all’infermiera non bruciarono gli anfibi.

-D’accordo! ANDIAMO A CACCIA!- Dissi un attimo prima di partire a tutta velocità verso la nostra preda.

   
 
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