Tic,
toc, tic, toc...
Parte
settima-Mappa
Lo fece istintivamente, senza neanche
pensarci troppo. Si ritrovò a frugare tra i cassetti della
cameretta
alla ricerca di quel diario bianco con gli adesivi che aveva visto
così tante volte. Doveva essere lì da qualche
parte...
Quando
i ricordi del passato smisero di vorticargli nel cervello, si
ritrovò
a cercare con fervore il diario, come se avesse ricordato
all'improvviso qualcosa di urgente che, fino a quel momento, aveva
completamente rimosso. Sapeva di star commettendo qualcosa di
moralmente scorretto: mai e poi mai si sarebbe permesso di violare la
privacy di Touka, o meglio, di qualsiasi altra persona. Eppure...
Doveva farlo. Era consapevole di aver mentito a Suzumoto durante
l'interrogatorio. Non solo, aveva celato informazioni importanti che
avrebbero portato la polizia su una strada probabilmente corretta.
Già, probabilmente. Non poteva essere totalmente certo
dell'implicazione di quel mostro nella vicenda, ma le
probabilità
erano alte. Allora perché mentire? Per un attimo
provò delusione
per la sua persona. Si era sempre definito un uomo di un certo
stampo, con una forte integrità morale, grazie alla quale
aveva
guadagnato il rispetto di molti uomini. Dov'era finita adesso quella
morale? Si stava comportando in modo così scorretto rispetto
alla
sua persona! Non avrebbe dovuto mentire, non avrebbe dovuto celare
informazioni, non avrebbe dovuto cercare lui stesso delle prove sul
diario personale di Touka per scoprire se avesse fatto parola con
qualche compagno di classe sul suo passato... Insomma, una lista di
"non" che non prometteva niente di buono.
Provava pena
per se stesso, ma provava a giustificarla ricordandosi il vero motivo
dietro tutte quelle azioni. Proteggerla era la priorità
assoluta, e
gettare la sua storia in pasto ai poliziotti, senza avere uno
straccio di prova... Inammissibile. Un ragionamento un po' contorto
considerando i dati di fatto: la polizia non è un nemico
bensì un
alleato. Eppure, in cuor suo, sapeva che non era del tutto vero... La
polizia avrebbe potuto peggiorare ulteriormente la situazione. Lui
soltanto conosceva la vera storia, e proprio per questo doveva prima
accertarsi della veridicità delle sue ipotesi... da solo.
Con la
polizia avrebbe risolto più avanti, adesso la sua
priorità era
un'altra.
Oppure
sto solo cercando di giustificare la mia incoerenza con queste frasi
fatte.
Al diavolo.
Prima
di proseguire per la sua strada, doveva verificare di essere l'unico
a conoscenza degli eventi. Se Touka si fosse confidata con qualche
compagno di classe... beh, di sicuro i ragazzi sarebbero stati
interrogati dalla polizia e tutte le sue bugie sarebbero state vane.
Aveva bisogno di trovare un nome che confermasse il suo pensiero...
Non poteva certo materializzarsi nel nulla a casa dei ragazzi e
sparare domande a raffica. Non era l'approccio corretto. Se solo
avesse trovato un nome nel diario a conferma di tutto ciò...
avrebbe
poi parlato a questa persona tranquillamente... ma doveva sbrigarsi.
Il tempo non era certamente dalla sua parte.
Kobato si aspettava
di trovare un solo nome. Il che sarebbe stato anche meglio per lui,
avrebbe potuto negoziare più facilmente. Al di là
di questo fatto,
si aspettava di trovare un solo nome per il semplice fatto che fosse
di per sé strano trovarne uno. Una persona come Touka non
avrebbe
mai raccontato nulla di così tanto personale facilmente,
figuriamoci a più persone! Con una in particolare avrebbe
potuto
aprirsi... Non raccontare tutta la storia per filo e per segno ma per
lo meno raccontare qualcosa.
Trovò
il diario nascosto in un cassetto della scrivania. Lo
soppesò tra le
mani, come se potesse contenere chissà che cosa, e senza
pensarci
troppo, lo aprì. Sfogliò qualche pagina e si
soffermò a leggerne
qualcuna. C'era da aspettarselo: le pagine non erano ricolme di
parole, giusto qualche breve riga per riassumere eventi significativi
della giornata. Osservò la data nell'angolo destro della
pagina e
scelse quindi quelle relative a qualche mese precedente.
Il tempo
scorreva lentamente.
Il nome che veniva menzionato più spesso
nelle pagine era quello di un certo Bakugo Katsuki. Sì, il
nome
portò alla mente un volto. Un ragazzo particolarmente
volgare e
aggressivo, con i capelli biondi. Possibile che a Touka potesse
piacere una persona... così? Non aveva tuttavia motivo di
giudicare,
non conosceva personalmente il ragazzo, lo aveva visto alla
televisione in occasione del festival sportivo. Si sentiva sporco nel
continuare a leggere le pagine... eppure doveva trovare di
più,
doveva avere la certezza che qualcun altro sapesse. Aveva quasi perso
le speranze, quando un segno colorato a fondo pagina attirò
la sua
attenzione. In un primo momento quasi non riuscì a credere a
quello
che aveva appena letto. Rilesse più volte ma le parole
restarono
immutate.
Io
e te dobbiamo parlare un po'... Bakugo Katsuki.
Guardando fuori dal finestrino del
veicolo in movimento, Takamura aspettava che il capo proferisse
parola sull'interrogatorio appena concluso. Come di consueto, avrebbe
dato la sua opinione a riguardo dopo uno straziante silenzio. Avrebbe
voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa pur di non dover subire quel
silenzio così pesante, tuttavia sapeva che il capo si stava
concentrando e non voleva certo attirare la sua ira funesta su di
sé.
Doveva mostrarsi all'altezza delle aspettative; sebbene si fosse
messo da solo, in passato, in una situazione tremenda, adesso doveva
uscirne e doveva lavorare con serietà e impegno, senza
battere la
fiacca. Anche se certe volte la tentazione del gioco era
così
forte...
" Gli uomini non fanno altro che raccontare bugie. A
loro stessi e agli altri. " Esordì Suzumoto, interrompendo
le
fantasticherie di Takamura sul gioco d'azzardo.
" In una
situazione del genere, che senso ha mentire? A che gioco sta giocando
quell'uomo? "
Takamura stava per rispondere quando, con la
coda dell'occhio, intravide i ragazzi della UA. A giudicare dal fatto
che si trovavano nei pressi della centrale, era probabile che
volessero parlare con loro. Lo fece notare a Suzumoto, il quale
abbassò il finestrino per richiamare la loro attenzione.
Cercò poi
parcheggio e li avvicinò.
" Ragazzi " li apostrofò "
devo parlare con voi. Immagino siate venuti qui per questo. "
"
Vorremmo dare una mano nelle ricerche, se possibile. " Disse
Todoroki. Deku e Kirishima fecero un breve cenno del capo in segno di
condivisione delle parole dell'amico. Uraraka stringeva i pugni
mentre Bakugo aveva uno sguardo assente. Non riusciva a capacitarsi
del vuoto che provava. Doveva essere a conoscenza di qualcosa...
com'era possibile aver dimenticato tutto? Cosa avrebbe raccontato
alla polizia ora che era giunto il momento di parlare con loro?
Sapeva di poter contribuire, lo sapevano anche i suoi compagni,
eppure non aveva nessuna informazione utile, come se qualcuno avesse
aperto il suo cassetto dei ricordi per estrarre quelli necessari per
quell'occasione. Rimuginarci sopra forse avrebbe portato a qualcosa,
ma durante il tragitto non era riuscito a ricavare nulla, se non la
frustrante sensazione di non essere in grado di poter dare una mano.
Non si perse però d'animo, forse al momento
dell'interrogatorio, i
ricordi sarebbero riaffiorati tranquillamente... quel vuoto poteva
essere una conseguenza delle forte emozioni provate.
Era così
concentrato nei suoi pensieri che non si accorse di essere rimasto
indietro. Si ridestò quando Kirishima gli colpì
il braccio per
portarlo alla realtà. In effetti gli altri erano
già all'interno
della centrale, insieme ai due poliziotti. Il momento decisivo si
stava avvicinando.
Non era un grande appassionato di polizieschi,
per caso gli era capitato di vedere qualche film di quel genere e si
era fatto un'idea sull'argomento. Vedere un film ed essere
protagonisti di un interrogatorio era tutt'altra cosa, però.
"
Andiamo Bakugo " lo esortò Kirishima.
Bakugo sbuffò e lo
seguì.
I ragazzi vennero condotti all'interno di una stanza
semplice, dotata di un grande tavolo e una lavagnetta alla parete
dove diversi nomi erano scritti accanto a determinate mansioni. La
sala riunioni.
" Prendete posto a sedere " li invitò
Suzumoto e, indicando Takamura aggiunse: " E porta dell'acqua
per i ragazzi, per favore. "
Aspettarono il poliziotto che
portò loro, come richiesto, una bottiglietta d'acqua per
ciascuno, e
prese posto accanto a Suzumoto.
" Ho bisogno di parlare con
ciascuno di voi. In privato. Non siete sotto accusa, rilassatevi. Ho
bisogno della vostra collaborazione per sapere cosa possa essere
successo e visto che siete suoi compagni di classe, spero possiate
dirmi qualche cosa su Touka che noi ovviamente non conosciamo. Per
poter capire cosa sia successo, dobbiamo anche conoscere a fondo la
ragazza, pertanto qualsiasi informazione, pensiero e punto di vista
voi abbiate, non temete, siete pregati di dirci tutto. Non date nulla
per scontato, anche la più inutile delle affermazioni
può
rivelarsi, al contrario, preziosa. " Indicò la lavagnetta. "
Come potete vedere, il nostro compito è questo, interrogare
chi
conosce la ragazza. Parenti, amici, conoscenti. Altri miei uomini si
stanno occupando dell'aspetto pratico della questione. Siamo in
attesa di loro aggiornamenti. "
Seguì un silenzio
imbarazzante per i ragazzi. Nessuno di loro sapeva cosa dire. Mille
pensieri vorticarono nelle loro menti. Tutti si sforzavano di
ricordare qualsiasi dettaglio, anche insignificante, come aveva
appena chiesto il capo, per poter essere utili e fare la loro parte.
Per il momento, non potevano aiutare la polizia in nessun altro
modo...
Bussarono alla porta.
" Capo, capo! "
Entrò in scena un uomo trafelato, pallido in volto. Teneva
tra le
mani una spessa busta marrone. " Deve assolutamente vedere
questa cosa..." indicò la busta. " Giuro che nessuno di
noi l'ha più toccata, è rimasta in custodia
assieme a tutti gli
altri documenti. Poco fa, dopo essere tornato dalla stazione, l'ho
riaperta per verificare altri dossier e... guardi qui! "
Appoggiò la busta sul tavolo, in modo che tutti potessero
vedere. La presenza dei ragazzi gli era del tutto indifferente, se
erano con il capo, non c'era nulla di cui lui aveva il diritto di
lamentarsi. La busta conteneva un foglio accuratamente conservato in
una bustina trasparente. Il poliziotto lo dispiegò e sul
foglio si
materializzò una specie di mappa.
" Dunque? " Domandò
Suzumoto. " Perché sei così sconvolto, Miyami? "
"
Questo foglio che vedete ora... è il foglio da disegno che
abbiamo
trovato ieri in stazione. Lo abbiamo archiviato in questa spessa
busta insieme agli altri documenti, io ne sono il responsabile e
giuro che nessuno ha più toccato la busta fino a poco fa.
Quando
l'ho aperta, non potevo credere a ciò che stavo vedendo... "
"
Aspetta, aspetta. " Suzumoto prese posto a sedere. " Stai
dicendo che il disegno che abbiamo trovato ieri... si è
trasformato,
da solo, in questo? Ma è assurdo! "
" Capo, è la
verità, le giuro che nessuno ha toccato la busta e il foglio
è lo
stesso. Guardi, è un foglio da disegno. Solo che sono
cambiati i
soggetti... ora c'è una specie di mappa che non riesco a
decifrare... "
" Che razza di unicità è questa? "
Domandò Bakugo, perplesso. Si avvicinarono tutti per
guardare da
vicino il foglio... e sembrava in tutto e per tutto una mappa.
"
Ma soprattutto, cosa raffigura questa mappa? " Prese parola
Todoroki. " Non sembra quella della nostra città. "
"
Takamura " tuonò il capo " connettiti al sistema e
scannerizziamo la mappa. Dobbiamo capire di quale città si
tratta. "
Takamura obbedì, ma non ottenne risultati.
" Non esiste
niente del genere... " sussurrò, preparandosi alla sfuriata
del
capo.
" Impossibile! Riprova! "
Riprovò, i
risultati non cambiarono.
" Possiamo darci un'altra
occhiata? " Domandò Ochaco. " Magari ci è
sfuggito
qualcosa..."
La mappa venne dispiegata sul tavolo. Tutti,
compresi Suzumoto, Takamura e Miyami, la scrutarono nuovamente.
Per
sbaglio, Kirishima urtò il bicchiere d'acqua, e Uraraka
attivò
tempestivamente la sua unicità per far fluttuare il
bicchiere ed
evitare che il contenuto si rovesciasse sul foglio.
" Stai
più attento! " lo ammonì Suzumoto. " Avresti po-
"
Guardate! " Deku interruppe il capo per portare l'attenzione
sulla mappa. " Il foglio è cambiato ancora!"
Ed era
vero, nell'angolo del foglio, a matita, comparvero dei numeri... che
man mano diminuivano, secondo dopo secondo.
" Un timer?"
Domandò Uraraka. " Come ha fatto ad apparire dal nulla?"
" Non ne ho idea... ma se quel numero rappresenta davvero un
timer, non abbiamo molto tempo a disposizione. " Suzumoto fece
dei rapidi calcoli. " Una settimana... abbiamo tempo una
settimana. " La sua voce si fece sempre più grave.
Bakugo
sussultò. Una settimana... Non avevano nemmeno uno straccio
di
indizio!
Merda,
merda, merda!
" Cosa
ci facciamo ancora seduti? Muoviamo il culo e facciamo qualcosa! "
Battè i pugni sul tavolo e, nella foga, fece cadere per
terra la
sedia su cui era seduto.
" Calmati Bakugo... Agitarsi non
serve a niente..." Cercò di tranquillizzarlo Kirishima,
anche
se, come l'amico, era sconvolto dal fatto che dovessero lottare
contro il tempo per poter salvare l'amica. La situazione stava
degenerando.
" Calmarmi?! Starai scherzando! Questo è il
primo giorno e non possiamo permetterci di sprecarlo tenendo i nostri
culi incollati alla sedia! Dobbiamo agire! "
" Ragazzo,
siamo tutti sconvolti! Un conto alla rovescia non porta mai niente di
buono " intervenne Suzumoto. " E hai perfettamente ragione.
Non ce ne staremo incollati alle sedie e ci metteremo subito
all'opera. Organizzerò nuove squadre di ricerca, lavoreremo
anche di
notte. " Si avvicinò a Bakugo, mettendogli una mano sulla
spalla, che il ragazzo prontamente scansò con fastidio. "
Devo
organizzare immediatamente le squadre, e ho bisogno della
collaborazione di tutti. Radunerò gli uomini incaricati del
caso, in
modo tale che possano darci una mano nell'identificazione della
mappa. Purtroppo, senza aver decifrato questa, non possiamo fare
assolutamente niente. Piuttosto che gironzolare a casaccio per la
città, spremiamoci tutti quanti le meningi e troviamo un
modo per
decifrarla. Solamente dopo averla decifrata, entreremo in azione.
"
Bakugo raccolse la sedia da terra e tornò a sedersi. Se la
situazione non fosse migliorata, sarebbe impazzito. Era ovvio che
prima di poter fare qualcosa dovevano decifrare l'unico indizio a
loro disposizione... ma cazzo, era così nervoso! Una
settimana...
cosa sarebbe successo se non fossero riusciti a salvare Touka entro
quel lasso di tempo? Non voleva nemmeno pensare all'ipotesi tanto
orrenda che si era materializzata nel cervello... E contro chi
stavano lottando? Se fossero riusciti a salvarla in tempo, cosa
avrebbe loro garantito di poterla effettivamente salvare? E se tutto
ciò non era altro che una trappola?
Cazzo,
cazzo, cazzo!
Sebbene
non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, Kirishima aveva ragione:
doveva calmarsi e pensare razionalmente a cosa fare. Il suo guardo
cadde sul bicchiere che Kirishima aveva quasi fatto cadere. Nella
stanza si erano riunite altre persone, Suzumoto stava spiegando loro
come si era evoluta la situazione.
Un
momento... Quando Uraraka ha attivato la sua unicità per non
far
cadere il bicchiere, Deku ci ha fatto notare il numero comparso
all'improvviso...
"
Uraraka, attiva la tua unicità. "
" Eh? P- perché? "
Lo fissò incredula.
" Fallo e basta! Forse questo foglio
reagisce alle unicità. Quando prima hai attivato il tuo
quirk, è
comparso quel numero. Forse, riattivandolo di nuovo,
comparirà
qualcos'altro di utile. "
I poliziotti si interruppero
vedendo la ragazza attivare la propria unicità.
" Cosa posso
far fluttuare? Un altro bicchiere? "
" Prova con il mio
" disse Deku. Fece per rovesciarlo come aveva fatto Kirishima.
Uraraka attivò la propria unicità e tutti si
avvicinarono al foglio
per vedere cosa fosse cambiato... niente.
" Mi spiace..."
si scusò Uraraka.
" Ci provo io " Bakugo si prestò ad
attivare la propria unicità. " Forse non è
successo nulla
perché hai già utilizzato la tua
unicità. "
Una piccola
esplosione portò un altro segno sul foglio.
" Bravissimo
Kacchan! " Deku indicò il segno apparso sul foglio e
chiamò
Suzumoto e gli altri poliziotti. " Guardate qua... "
Questa volta era apparsa una bussola. Un disegno di una bussola
il cui ago girava senza tregua.
" Quindi se attiviamo il
nostro quirk riusciamo a sbloccare qualche pezzo della mappa? "
Kirishima indurì il braccio. " Vediamo che succede! "
"
Non è uscito niente... forse dipende dal tipo di quirk. "
Sentenziò Uraraka. Un po' deluso, Kirishima si fece da
parte.
"
Credo che nemmeno il mio quirk porterà a qualcosa " disse
Deku.
" Ma vale la pena fare un tentativo. " Attivò la propria
unicità, ma non successe nulla.
" Come immaginavo... "
Si rivolse a Todoroki. " Il tuo quirk vale doppio, prova ad
usare prima il ghiaccio e poi le fiamme, vediamo cosa succede! "
Il
ghiaccio di Todoroki si espanse sul tavolo e venne poi sciolto dalle
sue fiamme. Sul foglio apparvero due nuovi segni.
Il primo era il
segno di una mezzaluna. Un chiaro riferimento all'uomo del treno.
Fu
il segno che apparve subito dopo ad attirare l'attenzione di tutti.
Un puntino luminoso apparve in un punto preciso della mappa, e l'ago
della bussola smise di girare all'impazzata.
Restarono tutti con
il fiato sospeso. Gli uomini del corpo di polizia erano privi di
unicità, pertanto non si unirono ai ragazzi. Dovevano
risolvere
ancora un interrogativo. Quella mappa che luogo rappresentava
esattamente?
" Ragazzi, ottimo lavoro, sono sbalordito. "
Intervenne Suzumoto. " Bakugo, hai avuto un intuito eccellente.
"
" Capo, vorrei provare nuovamente a scannerizzare la
mappa. " Disse Takamura. " Forse adesso otterremo qualche
risultato." Si avvicinarono tutti al monitor del computer, il
fiato corto e il cuore che batteva all'impazzata.
Sullo schermo
erano comparsi cinque risultati.
Cinque laboratori.
" Ne
conosco due. " Affermò Takamura. " Sono nella nostra
città. Gli altri tre non ho idea di dove siano. "
"
Andiamo immediatamente in questi due luoghi. Ci divideremo in
squadre. " Squadrò i ragazzi.
" Due di voi vorranno
con me e Takamura, gli altri tre andranno con l'agente Miyami e gli
altri. Abbiamo bisogno del vostro quirk, perciò scegliete
voi come
dividervi. Vi aspettiamo fuori. Intanto prendete queste. " Diede
loro delle ricetrasmittenti. " Comunicheremo con queste. "
Gli uomini lasciarono frettolosamente la stanza, lasciando
indietro i ragazzi.
" Come ci dividiamo? " Domandò
Deku.
" Non abbiamo tempo per decidere troppo a lungo "
rispose seccamente Bakugo. " Il mio quirk si abbina a quello di
Kirishima, perciò vado con lui. Tu, il bastardo e faccia
tonda
andate con quell'altro tizio pallido. "
Non aspettò nemmeno
un cenno affermativo dei compagni e si diresse verso l' uscita.
Non
c'era tempo da perdere, la corsa contro il tempo era iniziata.
Angolo
dell'autrice
Ed
eccoci
giunti al settimo capitolo! Ringrazio ancora chi ha inserito
questa
storia
tra le preferite e
le seguite, e chi ha dedicato il suo tempo
per
leggerla... grazie di cuore. Spero vi stia piacendo. ^^
D'ora
in avanti, le cose si faranno più movimentate, ci
saranno
ancora tante sorprese e tanti misteri da svelare!
Un
bacio,
Black_
Sparkle