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Autore: paige95    08/05/2019    3 recensioni
Un amore travagliato quello tra Rose Weasley e Scorpius Malfoy. Le loro due famiglie, come i Capuleti e i Montecchi (per citare una famosa opera di Shakespeare), non accetteranno il repentino avvicinamento tra i due giovani.
Ma chissà se qualcosa prima o poi possa far cambiare loro idea ... senza arrivare al famoso tragico epilogo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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La prova decisiva

 

Notturn Alley era tra i luoghi più degradati del Mondo Magico, i Maghi Oscuri vi aggiravano indisturbati e portavano avanti i loro loschi piani. Gli Auror del Ministero facevano continui sopralluoghi, sventavano ogni sorta di agguato e mantenevano un precario ma gestibile ordine. Quella mattina però Ron non era giunto in quel posto per conto del Ministro, anzi, tutt’altro, si era permesso di disubbidire alla massima autorità pur di porre fine a quelle continue ricerche. Non aveva la certezza di trovare padre e figlio in quei vicoli, anzi forse era stato fin troppo ottimista andando a colpo sicuro in quel luogo, ma lui non riusciva più a restare inerme davanti a quel problema, soprattutto se sua figlia e i suoi nipoti erano strettamente coinvolti. Si addentrò in particolare in un tenebroso vicolo, talmente immerso nei pensieri che non si era neppure premurato di impugnare la sua bacchetta. Il primo accorgimento che un Auror avrebbe dovuto sempre avere era proprio quello di munirsi di un’arma di difesa in caso di improvviso attacco, eppure Ron in quel momento era troppo distratto per svolgere al meglio il suo lavoro, come aveva sempre fatto in quegli anni, riuscendo in parte a tranquillizzare sua moglie sulla pericolosità di quel mestiere. Sentì inaspettatamente la punta di una bacchetta contro la schiena e capì che il suo proprietario doveva essere tutto tranne che un amico. Eppure c’era qualcosa di strano in quel tocco, era titubante e per nulla aggressivo. Temette di voltarsi e scoprire così il volto del suo aggressore. Si girò lentamente verso di lui e l’identità di quell’uomo lo sorprese, oltre a deluderlo. Nella penombra un’espressione seria e contratta lo fissava severa. Non c’era ombra di serenità, Ron poteva comprenderlo, il periodo che stava vivendo non era per niente facile, ma non riusciva proprio a condividere il modo in cui lo stava affrontando.
 
«Draco, ma che accidenti stai …»
 
Non fece in tempo a ricevere risposta, perché di fronte a lui dei passi, che gli avrebbero senza dubbio precluso ogni via di fuga, si stavano avvicinando. Lucius Malfoy li stava raggiungendo, soddisfatto per la prontezza che aveva avuto suo figlio nel catturare uno dei loro peggiori nemici.
 
«Molto bene, non mi sarei mai aspettato una simile fortuna proprio qui a Notturn Alley. Incontrare un Auror da queste parti non è così comune, voi preferite senza dubbio non farvi vedere in giro con la gente che frequenta queste mura, avete una reputazione da salvaguardare, giusto? Anche se, devo ammettere, avrei preferito fossi morto a Natale»
 
«Non è colpa del Ministero se Notturn Alley è uno sfacelo, il Ministro sta facendo tutto ciò che è in suo potere per portare un po’ di giustizia anche qui. Tu sei il primo a fregartene dell’onestà, non vedo perché debba fare la morale a noi»
 
«Intendi quella sudicia Mezzosangue? Non merita nemmeno di essere chiamata strega»
 
Ron non si prese nemmeno il disturbo di impossessarsi della bacchetta, lo avrebbe attaccato volentieri senza l’aiuto di alcuna arma, incurante che qualche giorno prima avesse rischiato di morire proprio per mano di quell’uomo, se non fosse che Draco con un puntuale Incarceramus gli aveva bloccato ogni possibile movimento. Inizialmente tentò di liberarsi, non accettò di essere stato intrappolato, ma quando vide che era tutto inutile, decise di sfogare tutta la sua rabbia con le parole.
 
«Sei un vigliacco, Draco, ti credevo un uomo migliore. Dopo tutto quello che Hermione ha fatto per te e Astoria gli permetti di insultarla?!»
 
Ron poteva solo immaginare la sua espressione, si ostinava a rimanere alle sue spalle senza fiatare e non riusciva a capire se lo facesse per vergogna o per totale disinteresse davanti a quelle accuse. Draco però non poteva cedere a quelle provocazioni e nemmeno chiarire al consuocero da cosa fosse dettato quel comportamento, doveva limitarsi a simulare davanti al padre se voleva raggiungere il suo scopo, l’unico motivo che lo aveva spinto a quella rinnovata collaborazione.
 
«Mio figlio ha iniziato ad essere migliore nel momento in cui ha capito finalmente qual è la parte migliore in cui stare. Mi dispiace solo che siate riusciti ad irretire mio nipote, è stato un inutile spreco di sangue con quella Mezzosangue di tua figlia»
 
«Prega Salazar che io non mi liberi, Lucius, o che tu sia troppo lontano quando ci sarò riuscito»
 
«Mio figlio conosce sicuramente il modo di farti capire chi vale e chi no. Draco, sai già cosa fare»
 
L’uomo affiancò il padre e finalmente Ron poté scrutare i suoi occhi, peccato che l’altro non ebbe il coraggio di ricambiare il suo sguardo. L’Auror sperò si vergognasse di compiere un simile gesto e si fermasse in tempo, ma Draco puntò la bacchetta contro il suo consuocero confondendolo.
 
«Draco, sei forse impazzito?? Non vorrai ascoltare i deliri di tuo padre, voglio sperare»
 
Era l’unico modo che aveva per salvare sua moglie e il nascituro, possibile che non riuscisse a capirlo? Si fidava così poco di lui? Ron era pietrificato davanti a quell’avversario, anche se fosse stato libero, lui non sarebbe mai stato in grado di attaccare, ma solo di difendersi. Non accennava ad abbassare la bacchetta, ma indugiava.
 
«Draco, tuo padre è evaso da Azkaban, per qualsiasi motivo tu lo stia aiutando è sbagliato. Liberami e lasciati aiutare, non ho alcuna intenzione di arrestarti»
 
«Non puoi aiutarmi, Weasley»
 
Non ci fu sfida nella sua voce o nel suo sguardo, ma solo dispiacere per ciò che stava per fare, sperò così di comunicare a Ron quanto le sue intenzioni non fossero volute o cercate.  
 
«D’accordo, allora dovrai spiegare ad un po’ di persone perché hai deciso di uccidermi … in primis a tua nuora. Draco, non ho paura di morire, ma è davvero ciò che vuoi? Se così non fosse, vivresti nel rimorso. Una soluzione c’è sempre, lasciati aiutare dalle persone giuste»
 
«Basta con le chiacchiere, fallo»
 
Lucius prese coscienza dell’incapacità del figlio e afferrò la bacchetta che aveva rubato a chissà quale mago, puntandola contro Ron. Quest’ultimo era certo che dalle sue mani non sarebbe mai uscito vivo. Chiuse gli occhi attendendo la morte, pensando alla sua famiglia e alle mille volte in cui sua moglie lo aveva avvertito della pericolosità di quel mestiere, in ultimo quella stessa mattina, uno dei motivi per i quali non desiderava che anche sua figlia seguisse le sue orme. Stavolta però avrebbe dato la vita per una causa precisa ed importante che gli stava particolarmente a cuore. Non sentì nulla, non avvertì l’impatto dell’Anatema su di lui, anche se non aveva la più pallida idea di cosa si provasse nel momento della morte, in compenso però avvertì una nitida e inaspettata voce.
 
«Expelliarmus»
 
Quando aprì curioso gli occhi, vide lo sguardo incredulo con cui Lucius fissava il figlio. Lo aveva disarmato, scagliando la bacchetta del padre altrove. Draco non si limitò a quello e Ron temette volesse ucciderlo. Era forse stupido fermarlo, infondo Lucius non si meritava nulla meno della morte, ma Ron non era come loro e sperò, dopo quel gesto, che nemmeno Draco lo fosse.
 
«No, Draco!»
 
«Imperio»
 
Sbalordì il consuocero per la seconda volta con un'altra Maledizione Senza Perdono, ma stavolta decisamente meno drastica. Dopo aver messo a tacere il padre con un potente incantesimo di controllo, si voltò verso Ron, puntando la bacchetta sulle corde che lo immobilizzavano.
 
«Diffindo»
 
Fece un certo effetto a Ron subire nuovamente quell’incantesimo a distanza di pochi giorni, ma stavolta l’attacco provenne da una bacchetta diversa ed anche le intenzioni erano più nobili.
 
«Ho creduto per un momento che …»
 
«Sì, anche io, ma non ti avrei mai ucciso. Ucciderei mio padre piuttosto, ma ho bisogno di lui per salvare Astoria. Ciò che però voleva realmente era avere informazioni sul Ministero, vuole attaccarlo e leggere la tua mente era per lui una soluzione, specie se sei così vicino al Ministro della Magia»
 
«Avreste perso tempo, Hermione non mi racconta tutto sul suo lavoro ed io mi limito al mio. Ora cosa farai di lui?»
 
«Svanito l’effetto, gli racconterò che sei riuscito a scappare, così non penserà che l’ho tradito di proposito»
 
«Draco, ti dobbiamo un favore, ci hai avvertiti di un pericolo imminente»
 
Rimase basito da quelle parole, non era quello il comportamento che si sarebbe aspettato da un Auror.
 
«Ma non lo arresti?»
 
«Hai detto che hai bisogno del suo aiuto per Astoria, non voglio essere la causa della morte di tua moglie, visto che io per primo non posso aiutarla»
 
«Il Ministro ti ucciderà»
 
«Ne sono consapevole, ma se nessuno dei due parlerà, Hermione non saprà mai che vi ho fatto scappare. Insomma, ci hai avvertiti, riusciamo comunque ad evitare che il Ministero venga attaccato. Lo arresterò sicuramente, ma non oggi»
 
Era per Draco surreale la fiducia che stava riponendo in lui, anche a costo di trasgredire gli ordini dei suoi superiori e ancora peggio quelli di sua moglie, rischiando sicuramente di litigare con lei. Lo considerava per caso suo amico? O era un semplice rapporto di parentela acquisita? Si stava sicuramente impegnando per salvaguardare la figlia e i nipoti, non avrebbe avuto nessun’altra convenienza ad aiutarlo in caso contrario.
 
«Da quando ti fidi di me?»
 
«Da quando mi hai salvato la vita. Raggiungo il Ministero e avverto Hermione. Draco, cerca di prendere tempo, nel caso Lucius avesse ancora in mente di attaccarci non ci faremo trovare impreparati»

 
∞∞∞
 
 
Ron non perse tempo, tornò il più velocemente possibile al Ministero. La cercò ovunque, passò al vaglio ogni singolo piano, entrò persino nell’ufficio di sua moglie, ma di lei non c’era nemmeno l’ombra. Escluse la probabilità che fosse uscita, non aveva motivo e anche il tempo le mancava con tutte le questioni di cui doveva occuparsi per il ruolo che ricopriva. Non gli rimase che salire fino all'Aula del decimo piano, probabilmente l'avrebbe incontrata nell'esatto posto in cui quella mattina l'aveva lasciata per raggiungere Notturn Alley. Incrociò sul suo cammino il cognato, proprio a pochi metri dall’ingresso del Tribunale.
 
«Ron. Ma dov’eri finito? Ti ho cercato per tutto il Ministero, avevo necessità di confrontarmi con te sulle ricerche di Lucius»
 
Aveva il fiato corto per aver percorso velocemente la rampa di scale che separava il nono piano dal decimo, ma anche se il respiro non gli fosse venuto a mancare, lui non avrebbe saputo come giustificare la sua assenza. Decise di andare dritto al punto, non avevano tempo da perdere in lunghe spiegazioni.
 
«Harry … devi rinforzare la sicurezza al Ministero»
 
L’amico si fece serio, si fidava di lui e intorno a Ron c’era una strana e preoccupante atmosfera.
 
«Di cosa stai parlando? Sai per caso qualcosa che io non so?»
 
Era di fretta, non aveva tempo di ripetersi due volte. Suo cognato avrebbe dovuto aspettare, aveva necessità di parlare innanzitutto con il Ministro e poi sicuramente la conversazione sarebbe stata estesa al Capo del Dipartimento degli Auror.
 
«Sai dov’è Hermione?»
 
«In Tribunale, questa mattina non ha un attimo di pace»
 
Si avviò verso l’Aula, prima ancora che Harry potesse fiatare e fermarlo. Seguì l’amico, cercando di stare al suo passo, ma era troppo agitato per spiegargli quanto fosse inopportuna quell’irruzione.
 
«Ron, aspetta, è nel pieno di un’udienza, non puoi irrompere così. Conosci Hermione, non gradirà affatto»
 
«Harry, non c’è tempo per le buone maniere. L’udienza dovrà attendere, il Ministero è in pericolo»
 
«Perché? Mi spieghi cos’è successo e per quale motivo ti stai agitando tanto? Così intanto aspettiamo che l’udienza termini, non dovrebbe mancare molto»
 
Non era in grado di fermarlo, Hermione lo avrebbe sicuramente rimproverato ed Harry non sapeva più come salvarlo dalla moglie. Non volle ascoltare il cognato e aprì la porta con enfasi. Come avrebbe dovuto aspettarsi, tutti gli occhi dei presenti si puntarono sorpresi e perplessi su di lui, quelli di Hermione invece sembravano piuttosto inferociti. Il Ministro non fiatò, non sapeva nemmeno come giustificare all’assemblea e all’intero Wizengamot quell’interruzione. Si limitò ad alzarsi e ad avviarsi verso il marito. Con forza, esattamente come era entrato, lo spinse fuori dall’Aula. Lui non oppose alcuna resistenza e lasciò che la moglie chiudesse la porta dietro di sé. Ron sapeva bene che il lasso di tempo da quel gesto alla sfuriata che presto sarebbe arrivata e che leggeva facilmente dallo sguardo della donna equivaleva alla quiete prima della tempesta.
 
«Che accidenti ti dice il cervello?! Interrompi un’udienza??»
 
«È quello che gli ho detto anch’io»
 
Harry si intromise da i due, tentando di giustificare l’amico, ma riuscì solo a peggiorare la posizione di Ron, il quale provò ad alleggerire la tensione che aleggiava su di loro a causa degli occhi fiammeggianti del Ministro su di lui.
 
«Harry, così non mi aiuti. Sono felice anch’io di rivederti, tesoro» 
 
«Non ti ho chiesto io di rischiare la vita, anzi, se ricordi, ero fermamente contraria … come d’altronde lo sono sempre stata»
 
Era chiaramente risentita per non essere stata ascoltata da lui qualche ora prima, eppure Ron riuscì a percepire anche un certo velo di rimprovero che non gli era affatto nuovo. Tentò di ignorare quella pacata provocazione che, per quanto riuscì a notare, faceva più male a lei.
 
«Ora possiamo parlare di questioni importanti? Non abbiamo molto tempo a disposizione»
 
«Mi auguro per te che lo siano, Weasley, hai appena interrotto un’importante riunione»
 
«Le misure di sicurezza devono essere rinforzate sub … un momento, ma non era un’udienza?»
 
«Per quale ragione? Cos’è successo?»
 
Hermione iniziò seriamente a preoccuparsi, specie se nella sua mente un allarme era già scattato ed era esattamente ciò di cui da qualche ora stava discutendo con il Wizengamot al gran completo. Le venne spontaneo accertarsi che suo marito non fosse ferito, l’aveva aggredito per l’ansia che in quella giornata stava diventando ingestibile.
 
«Rispondi prima tu alla mia domanda, qual è l’oggetto di questa riunione di cui io non sapevo nulla? Non la ricordo, non perché io sia distratto, Rose non l’ha scritta sulla mia agenda, ciò significa che non volevi che ne prendessi parte»
 
«Sbaglio o hai appena detto che non abbiamo tempo da perdere? Il fatto che tu non fossi a conoscenza di questa udienza può significare solo che non fosse destinata al Capo o al Vicecapo del Dipartimento degli Auror, non prenderla sempre sul personale, Ronald»
 
Era pienamente consapevole di non essere al corrente di ogni affare che riguardasse il Ministero e che Hermione nemmeno informalmente lo informasse, a Draco aveva detto la verità, eppure ebbe la vaga sensazione che gli stesse nascondendo qualcosa di proposito. Gettò un’occhiata alla porta prudentemente richiusa da Hermione, ora quella riservatezza aveva assunto un senso.
 
«Cosa mi nascondi? A meno che anche Harry non …»
 
Si voltò verso l’amico in cerca di risposte, ma anche lui sembrava essere piuttosto spaesato.
 
«Non vi nascondo nulla di rilevante. Tu, piuttosto, hai la fronte imperlata di sudore, ciò significa che devi dirmi urgentemente qualcosa di importante. Ne riparleremo Ron, te lo prometto, ma non è urgente l’argomento di quella riunione»
 
Indugiò qualche istante, l’espressione della moglie gli dava tutt’altra impressione, era preoccupata e non riusciva a capire per quale ragione.
 
«Lucius vuole attaccare il Ministero»
 
«Che grande novità, Ron, e secondo te non lo sapevo già!?»
 
«Quindi la riunione riguardava questo?»
 
«Se fossi rimasto al Ministero, invece di gettarti da solo nella fossa dei leoni a Notturn Alley lo sapresti. La riunione però riguarda questo e molto altro, il tutto non si riduce all’attacco di Lucius, purtroppo»
 
«È per caso un modo gentile per dirmi che ci sarà un’altra guerra?»
 
Stava parlando troppo, specie davanti ad Harry che non aveva il coraggio di fiatare, ma seguiva attentamente le informazioni del Ministro. La voce concitata del marito la riportò al presente e la distrasse dal volto preoccupato del cognato.
 
«Hermione! Cosa sai?»
 
«No, Ron. Harry, ascoltalo, rafforza la sicurezza e avvisa, per favore, il Wizengamot che la riunione è rimandata a data da definirsi»
 
Sentiva di aver già parlato troppo in presenza del cognato e le sue parole lo avevano lasciato turbato. Nonostante ciò però accolse gli ordini del suo superiore ed entro nell’Aula del Tribunale. Hermione afferrò di fretta Ron per la divisa e lo trascinò in un luogo più appartato, di modo che nessuno li sentisse con un tono di voce moderato. 
 
«Lucius sta radunando seguaci, Maghi Oscuri che non aspettano altro che rovesciare il Ministero come in passato. Non so se ci sarà una guerra, ma dobbiamo essere pronti al peggio. Temo ci sia qualche falla ad Azkaban, ciò spiegherebbe la sua evasione e il fatto che stia radunando così velocemente un esercito di maghi. C’è un motivo se non volevo che tu ed Harry lo sapeste, non volevo allarmarvi senza averne la certezza e ho convocato il Wizengamot per una riunione straordinaria»
 
«Da quanto lo sai? Hermione, sono un grandissimo idiota, ho commesso un errore imperdonabile ed ora noi rischiamo grosso a causa mia»
 
Dopo le informazioni che sua moglie gli aveva appena riferito minacciò seriamente di sentirsi male. Lui avrebbe potuto fermare quel delinquente, eppure lo aveva lasciato andare, spinto da un sentimento di gratitudine verso Draco. Si dovette persino reggere alla parete più vicina e non mancò nemmeno di portarsi una mano in volto per la vergogna.
 
«Ron? Cos’hai fatto?»
 
Hermione dovette aspettare qualche istante che si calmasse, sembrava tutto tranne che pronto a confidarsi.
 
«L-li ho lasciati andare … mi sono imbattuto in Lucius e Draco a Notturn Alley. Voleva attaccarmi leggendo la mia mente e avere informazioni sul Ministero. Draco non ha eseguito la Legilimanzia su di me ed ha disarmato il padre quando ha tentato di farlo, o perlomeno quando ha alzato la bacchetta su di me, non so quali fossero le sue reali intenzioni. Draco mi ha salvato la vita, ma ora, dopo quello che mi stai dicendo, non sono più così sicuro di sapere da quale parte stia. Sembrava avere la situazione sotto controllo, gli ho detto che ti avrei avvertita e gli ho chiesto di prendere tempo. Ti prego, Hermione, dimmi che non sono stato tanto stupido da cadere nella sua trappola … mi ha detto che aveva bisogno di Lucius per aiutare Astoria, come facevo a negargli la possibilità di salvare sua moglie e suo figlio?»
 
«E con cosa vorrebbe aiutarla, con la Magia Oscura??»
 
Quella sarcastica domanda diede a Ron la certezza di aver combinato un guaio a cui difficilmente avrebbero trovato rimedio. Appoggiò la schiena contro il muro, deluso di se stesso, prima ancora che lei potesse esternare qualsiasi rimprovero contro il suo gesto incosciente.
 
«Ron, sinceramente, non ce lo vedo Draco fare il doppio gioco, rischierebbe così la vita dei suoi figli, dei suoi nipoti e della stessa Astoria. Non coinvolgerebbe mai la sua famiglia in un piano tanto losco, ha troppo da perdere»
 
Gradì la comprensione della moglie, ma l’essere dalla parte dei buoni, loro lo sapevano bene, non assicurava l’immunità dalla perdita dei propri cari.
 
«Siamo noi a rischiarla, Hermione, se il Minis …»
 
Non riusciva nemmeno a prendere in considerazione quella eventualità, il cuore gli impediva di pronunciare quella fatidica frase.
 
«… se il Ministro venisse ucciso, il Ministero cadrebbe, sì, Ron. Ora però non pensiamo al peggio, abbiamo comunque qualche punto di vantaggio, rinforziamo la sicurezza e sinceramente non ho alcuna voglia di morire, desidero capire per quale ragione Azkaban non sia più una prigione di massima sicurezza, ma i delinquenti si arroghino come se niente fosse libere uscite»
 
«Draco non ha accennato al fatto che suo padre stesse radunando seguaci, dici che lo ha fatto di proposito? Ho riposto in lui troppa fiducia, vero? Hermione, se dovesse capitare qualcosa a te o alla nostra famiglia sarebbe colpa mia. Avrei potuto evitarlo stamattina, Lucius era completamente assoggettato alla volontà di Draco sotto la Maledizione Imperio»
 
«Ron, lui ci ha avvertiti, avrebbe potuto non farlo ed io tendo a fidarmi di chi vuole salvare la propria famiglia, ciò significa che Draco ha un cuore. Non rendiamo vani i suoi tentativi di avvertirci, infondo se Lucius dovesse scoprire che suo figlio lo ha tradito, rischierebbe grosso anche il nostro consuocero»
 
«Anche se i mezzi sono discutibili? Lo hai detto tu, la Magia Oscura non è un grande piano»
 
Avrebbe voluto continuare a riversare le innumerevoli paure che premevano sul suo cuore per tutte le successive ore con la speranza che sua moglie riuscisse a tranquillizzarlo, mostrandogli il risvolto migliore di quella situazione, ma gli occhi di falco di Rose avevano intercettato i due. La ragazza li aveva raggiunti con il fiato corto e non aveva impiegato molto tempo a vagliare il Ministero, gli ultimi mesi in cui aveva ricoperto il ruolo di segretaria del padre le erano stati utili per prendere familiarità con quella struttura.
 
«Mamma, finalmente!»
 
«Rose, cosa ci fai qui? Questo non è il posto per te»
 
La comparsa improvvisa di sua figlia in un luogo che stava per essere preso d’assalto la terrorizzò.
 
«Ho combinato un guaio, ho detto ad Astoria di Draco»
 
«Pare che questa sia la giornata dei guai firmati Weasley»
 
Non seppe nemmeno Ron dove aveva trovato la forza di fare battute in un momento simile, ma Hermione non lo gradì affatto e glielo comunicò gettandogli un’occhiataccia.
 
«Mi dispiace, non ho fatto apposta. Le ho fatto visita al San Mungo, stavamo parlando di te, papà, e mi è sfuggito»
 
Era sinceramente mortificata e ciò poteva solo significare che quella svista avesse avuto delle conseguenze poco gradevoli.
 
«Ora abbiamo un grosso problema»
 
«Fammi indovinare, Astoria è corsa in aiuto di Draco»
 
«Papà, come hai fatto ad indovinare?»
 
«Stai scherzando, vero?? La mia era solo una battuta, lei non si può muovere da quel letto»
 
«Bhe, sembrava invece piuttosto determinata ad uscire dal San Mungo»
 
Stavolta Ron abbandonò ogni sorta di sarcasmo e si avviò rapido verso la figlia, afferrandola per un braccio.
 
«Penso io ad Astoria, Hermione, tu occupati del Ministero e mi raccomando, non fare nulla di avventato, torno presto. E in quanto a te, signorina, voli dritta alla Villa da Scorpius. Ti ci porto io, tanto non credo che tua madre avrà qualcosa da ridire se ti Smaterializzi con me, o sbaglio?”
 
«Preferisco che prendi l’auto, non voglio si Smaterializzi e mi raccomando vai piano»
 
Ron alzò gli occhi al cielo, in un momento simile sua moglie aveva la forza di pensare a quel tipo di sicurezza. Il pericolo sarebbe giunto sicuramente da altre direzioni. Non rispose ad Hermione, l’unica sua premura era riportare la figlia a casa sana e salva e ritornare al Ministero da sua moglie. Non accennò nulla a Rose circa l’attacco imminente, si limitò ad attraversare velocemente i piani che li dividevano dall’uscita del Ministero, incurante del fatto che si stesse trascinando dietro la ragazza e che probabilmente dall’agitazione stesse aumentando la presa sul suo braccio.
 
«Papà, mi stai facendo male, rallenta»
 
La ascoltò relativamente, la premura di riuscire a portarla in salvo fu più grande di qualsiasi accorgimento. Desiderava solo uscire dal Ministero e non smetteva di accertarsi che intorno a loro non ci fossero movimenti sospetti. Non impugnò la bacchetta, sperò di non averne bisogno nel tragitto dal Ministero alla Villa. La invitò con risolutezza a salire in auto. Rose prese posto accanto a suo padre e si affrettò ad allacciare la cintura di sicurezza, convinta che Ron come sempre sarebbe stato spericolato, motivo in più che non ci fosse Hermione a vigilarlo. La poca fiducia che Rose riponeva in lui riuscì a strappargli un sorriso.
 
«Tranquilla, Rose, ascolto la mamma e vado piano»
 
«Perché faccio fatica a crederlo, visto che proprio oggi sei di fretta?»
 
«Perché sei con me e l’ultima cosa che voglio è rischiare la vita di mia figlia … per causa mia»
 
Era stato sincero, si stava davvero impegnando per guidare al meglio, ma lo comprese quando per il nervosismo il suo piede affondò un po’ troppo sull’acceleratore.
 
«Papà, mi dispiace per il casino che ho combinato, tu e mamma avete cercato in tutti i modi di nasconderlo ad Astoria ed io ho vanificato tutti i vostri sforzi in meno di un minuto. Sono un disastro! Devi fermarla, continua a dire che vuole trovarlo e fermarlo qualsiasi cosa gli sia passata per la mente»
 
«Rose, ci penso io, adesso ti porto alla Villa e mi devi promettere che tu e Scorpius non uscirete da lì per nessuna ragione, qualsiasi cosa accada … e che non farete entrare nessuno, nemmeno Draco»
 
«Sì, ma … papà? Ti dispiacerebbe rallentare un po’?»
 
L’ascoltò e alzò subito il piede dall’acceleratore, sgranando la marcia. Gettava di tanto in tanto un’occhiata alla figlia per essere maggiormente convincente.
 
«Scusa, tesoro, sono agitato. Mi hai sentito che tu e quel ragazzo non uscite dalla Villa, vero?»
 
«Papà, cosa sta succedendo? C’è qualcosa che tu e la mamma non mi volete dire. Ora mi lasci persino senza troppe difficoltà nelle mani di Scorpius»
 
Abbozzò quella battuta, ma Ron non aveva voglia di ridere. Agli occhi di Rose era troppo serio, ciò poteva solo segnalare la gravità della situazione.
 
«Siete sposati e non posso fare più nulla per tenerti lontana da lui, spero solo che ti protegga come ha promesso di fare»
 
Le venne spontaneo concedersi un istante di silenzio per ammirare il paesaggio che sfrecciava al loro fianco alla ricerca di qualche pericolo che spiegasse lo strano umore del padre.
 
«Lo ripeto almeno mille volte al giorno a tua madre che odio guidare, mi rallenta il traffico del centro e noi non abbiamo tempo da perdere in mezzo a dei Babbani»
 
La rabbia con cui parlava dei Non Maghi la fece voltare perplessa e spaventata.
 
«Papà, sono solo delle persone che non possono usare la magia proprio come i nonni, che ti prende?»
 
«Sìsì, Rose, ma ora mi sono solo di intralcio»
 
Erano fermi in colonna e la ragazza colse l’occasione per avere qualche chiarimento.
 
«Di intralcio?? Ti senti bene? Cosa ci minaccia? Perché vuoi che non esca dalla Villa per alcuna ragione? Cosa c’è là fuori?»
 
«Rosie, rallenta con le domande, voglio solo proteggerti, ti basti sapere questo»
 
«Non sono più una bambina e questo mi sembra evidente, quindi ho il diritto di sapere da chi dovrò proteggere i piccoli Astoria e Severus»
 
Aveva sicuramente sfiorato le argomentazioni giuste, perché si era voltato verso di lei alla ricerca della risposta migliore.
 
«Senti, Rose, devo davvero tornare il prima possibile al Ministero»
 
«Perché la mamma è in pericolo?»
 
«Sì, cioè no. Rose, ti prego»
 
«Chi vuole uccidere la mamma? Immagino che sia per la sua posizione. Papà, coraggio, parlami, sono solo preoccupata per i miei genitori, cosa c’è di male in questo?»
 
«Stai tranquilla, noi ce la caveremo e a tua madre non capiterà nulla»
 
Le sorrise per non angustiarla, mentre le auto riprendevano la loro marcia davanti a loro. Con un fugace sguardo notò di aver angosciato sua figlia con quelle notizie. Aveva esagerato, come sempre era stato poco delicato, Rose con la sua perspicacia e pochissimi indizi era arrivata vicinissima alla verità e ciò le provocò un’impotenza e un dolore immensi che la fecero giungere sull’orlo delle lacrime.
 
«Ehi, tesoro mio, no, non piangere»
 
Non poteva abbracciarla per consolarla e non gli restò che allungare una mano per stringere quella della figlia e infonderle coraggio.
 
«Se vi dovesse capitare qualcosa, sarà tutta colpa mia. N-non ho nemmeno abbracciato la mamma prima di …»
 
«Rose, così mi sottovaluti, ti ho già detto che la proteggo io. È dovere degli Auror difendere il Ministro ed io non ho alcuna intenzione di esimermi da questo compito»
 
Arrivarono dopo diversi ostacoli ai maestosi cancelli di Villa Malfoy e Ron poté finalmente cercare lo sguardo lucido di sua figlia.
 
«Non è colpa di nessuno, Rose. Ascoltami bene, non può essere tua la colpa se qualcuno vuole fare del male. Non assumerti colpe che non hai, piccola mia. Ora vai, raggiungi tuo marito»
 
«Mi prometti che sarete prudenti?»
 
«Te lo prometto, ma dovrai promettermelo anche tu»
 
La giovane non perse quella seconda occasione, si slacciò la cintura e si lanciò tra le braccia del padre, il quale la strinse forte e le porse un bacio tra i boccoli.
 
«Ci rivediamo presto, non preoccuparti troppo per noi»
 
«Ti voglio bene, papà»
 
«Te ne voglio un mondo anche io, tesoro, ma fammi un sorriso, non è un addio. Aspetta, un’ultima cosa»
 
Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il suo Deluminatore e lo porse sul palmo della figlia, costringendola ad afferrarlo. Rose lo fissò incredula, sapeva cosa fosse, ma suo padre non se ne separava mai.
 
«Papà, può servire a te»
 
«Voglio che lo tenga tu, sfrutta al meglio le sue potenzialità, ma so che lo farai senza che io te lo dica. Rose, non ho mai avuto dubbi che tu possa essere un eccellente Auror, ho solo paura di perderti e stavolta per sempre»
 
Lo accontentò regalandogli uno dei suoi migliori sorrisi.
 
«Ma io non ho bisogno di essere protetta, so badare a me stessa e tu lo sai bene»
 
«Già, e come potresti, se sei figlia di tua madre?»
 
«Ti chiederei di restare, qui con me, ma so che …»
 
«Fermo Astoria e corro dalla mamma. Stai tranquilla, non ci accadrà nulla»
 
«Papà ...»
 
«Non è colpa tua, anzi, tutto il contrario. Draco è cambiato molto da quando sei entrata a far parte della sua famiglia. Oggi è grazie a te se Lucius non mi ha ucciso e Draco mi ha salvato. Non potrei essermi più sbagliato riguardo a te e Scorpius insieme. Ora va' dai tuoi figli, proteggeteli. Tranquilla»
 
Rose sceglie dall’auto sotto lo sguardo vigile del padre, ma un dubbio le sorse spontaneo prima che riuscisse a varcare le soglie del cancello.
 
«Papà, un’ultima cosa. Prima mi hai detto di guardarmi da tutti, anche da Draco. Se viene alla Villa che faccio? Lo faccio entrare? Ora mi hai detto che è cambiato»
 
«Qualche incantesimo di protezione che conosci potrebbe aiutarvi ad identificare i malintenzionati»
 
Aveva capito al volo a cosa suo padre si stesse riferendo. Stavolta non indugiò e si avviò davvero verso il portone d’ingresso. Ron non la perse di vista fino a che non scomparve dal suo raggio visivo. Ebbe in quel momento una chiara consapevolezza, il suo lavoro era pericoloso per Rose come per lui, perché il rischio di perdere la propria famiglia era troppo alto.
 
∞∞∞
 
 
«Ti prego, Sev, sono sfinita. Cerca di dormire, anche se non vuoi mangiare»
 
Lo cullava sulla sedia a dondolo almeno da un quarto d’ora, ma nonostante ciò il bambino non accennava a voler calmare il suo pianto irrefrenabile. Rose era stanca fisicamente e moralmente. Non fu difficile attribuire l’insoddisfazione di suo figlio alla sua preoccupazione. Una giovane neomamma avrebbe solo avuto bisogno di tranquillità per allattare il suo piccolo ed invece non le fu consentito vivere nemmeno quel periodo in serenità.
 
«Rose, vuoi una mano?»
 
La voce di Scorpius sulla soglia della stanza dei piccoli di casa Malfoy si intromise dolcemente e allo stesso tempo prepotentemente nel suo dolore. Non alzò lo sguardo su di lui, preferì continuare ad asciugare le lacrime che scorrevano copiose lungo le guance di Severus.
 
«Non mi puoi aiutare, Scorpius, se rifiuta il mio latte»
 
Sentì i passi leggeri del giovane sposo farsi sempre più presenti accanto a lei, aveva chiaramente evitato di ascoltarla. L’ombra del ragazzo sfiorò i piedi di Rose, fino a che non intravide le sue ginocchia. A quel punto non poté più ignorare il respiro caldo di Scorpius a pochi centimetri da lei, seguito da un sussurro profondo e rincuorante.
 
«Tesoro, sei agitata e nostro figlio lo sente, credo sia normale»
 
«Ma dai? Pensi di aver fatto la scoperta del secolo? I miei genitori stanno rischiando la vita, se non te ne fossi accorto»
 
Non accolse quelle provocazioni, anzi si concentrò sul bambino, porgendogli una carezza sulla fronte per provare a calmare quella disperazione. Rose si sentì in colpa per avergli risposto in quel modo, le attenzioni che quel ragazzo riservava alla sua famiglia non meritavano un trattamento simile.
 
 «Scusa ... Perdonami, mi sento male e me la prendo con te che non c’entri nulla, anzi»
 
Scorpius porse una carezza anche a lei sulla guancia, comunicandole che non si era affatto offeso e le era accanto indipendentemente da tutto.
 
«Lasciati aiutare. Scaldo un po' di latte per Severus, così puoi riposare qualche ora»
 
«Scorpius, io sto male moralmente, non fisicamente»
 
«Sì, lo avevo capito. Lascia che mi occupi comunque del bambino, ti prometto che starò attento, anzi, se ti va, puoi controllarmi»
 
Aspettò l'assenso della ragazza e non vedendola opporre alcuna resistenza, intrecciò le braccia alle sue per accogliere prudentemente sul petto il piccolo. Rose non lo lasciò, finché non si fosse accertata che Scopius lo tenesse saldamente. Si avviò verso la cucina e Rose lo seguì solo dopo qualche istante di indugio. Sapeva perfettamente che suo marito si sarebbe occupato nel migliore dei modi del loro bambino e lei necessitava di qualche istante in solitudine per riprendere fiato dall’ansia che sentiva premere sul suo cuore. La piccola Astoria continuava tranquilla a dormire, non sembrava essersi spaventata dalle urla di pianto del fratello. Decise di lasciare dormire la bambina e con un sospiro raggiunse figlio e marito. Non appena entrò nella stanza, vide Scorpius cullare Severus per farlo smettere di piangere, anche se tra le braccia del papà era evidente si sentisse già molto meglio.
 
«Ero davvero io il problema del turbamento di Severus»
 
«Non dire sciocchezze, amore, non eri tu. Siamo tutti tesi in questo periodo»
 
«Ma con te si è calmato subito, come lo spieghi?»
 
«Non avrà avuto più lacrime da versare»
 
Le rispondeva senza cercare il suo sguardo, preferiva concentrarsi sul suo compito che con in braccio Severus non era per nulla semplice. Temeva di far cadere il bambino, così impugnò la bacchetta e sperò che la magia potesse tornargli utile per non rischiare di fargli male. Rose però non fu altrettanto d’accordo, perché con uno strattone lo invitò ad abbassarla.
 
«Assolutamente no! Da quando sei diventato maggiorenne? A me non risulta tu lo sia, a meno che non mi sia persa qualcosa. Penso io al biberon, tu occupati di nostro figlio»
 
«Volevo solo che ti riposassi. Cosa vuoi che importi a tua madre se uso qualche innocente incantesimo ora, credo abbia tutt’altro a cui pensare, non credi?»
 
Rose si voltò incredula verso di lui per aver nominato con tanta leggerezza Hermione.
 
«Già, sapessi anche cosa, so solo che lei e mio padre sono in pericolo. Ho solo paura di perderli e tu approfitti della loro distrazione per fare quello che ti pare con la magia??»
 
Usò una certa enfasi nella voce, si era chiaramente urtata per la considerazione infelice di Scorpius.
 
«Non accadrà, vedrai. Sono entrambi brillanti»
 
«Ma infondo a te cosa importa, sono io che rischio di perderli»
 
Si era concentrata nuovamente sul latte per il suo bambino e dovette fare uno sforzo immenso per evitare di dare libero sfogo alla frustrazione di quelle ore. Scopius si avvicinò nuovamente a lei e tentò di parlarle, anche se lei cercava in tutti i modi di ignorarlo.
 
«Rose, vuoi davvero che ti ricordi dove si trovano i miei genitori? Ti sei forse dimenticata che mia madre e mio fratello stanno morendo lentamente in un letto al San Mungo e mio padre è sparito, per quanto ne so potrebbe essere morto. Quindi la mia non è leggerezza, tutt’altro, ho paura almeno tanto quanto te, ma sto cercando di riscoprire tutta la forza di cui sono dotato per occuparmi al meglio di Astoria e Severus. Ti prego, nostro figlio ha appena smesso di piangere, non iniziare tu ora»
 
Si voltò verso di lui senza sapere cosa rispondere davanti a tanta determinazione e sicurezza. Non le restò che sfiorare appena le sue labbra per farsi perdonare quell’improvvisa debolezza da parte sua. A Scorpius però non bastò quel leggero contatto, tentò di approfondirlo, ma senza alcun successo, Rose gli posò prontamente una mano sul petto invitandolo a fermarsi.
 
«Hai in braccio, Severus»
 
«Lo porto nella sua culla, tanto ora è calmo e non sembra avere voglia di latte»
 
«Scorpius, dacci un taglio, non sono proprio in vena»
 
Controllò se il latte per il bambino fosse troppo bollente e lo porse al marito.
 
«Glielo dai tu? Ammesso che lo beva, l'ultima volta ha rifiutato il latte nel biberon. Preferisce il mio, ma non sono nelle condizioni ottimali»
 
Il ragazzo non la assecondò subito, il rifiuto di Rose non lo aveva lasciato indifferente. Provò ad attribuire quel comportamento all’agitazione, eppure lui sperava di avere un’argomentazione convincente per distrarla dal terribile momento che stavano attraversando.
 
«Se ha fame gli andrà comunque bene»
 
Rose capì dalla voce di Scorpius che qualcosa non andava, non aveva preso bene quel rifiuto. Seguì gli attenti gesti del ragazzo, mentre porgeva il latte al piccolo che con fame beveva entusiasta.
 
«Scorpius, non è davvero il momento per pensare a noi, ti prego, temo possa scoppiare una qualche guerra»
 
«Esagerata! Ma di quale guerra stai parlando?!»
 
«Tuo nonno è a piede libero e a me non vengono in mente altri possibili pericoli, a meno che io non ne sia a conoscenza. Infondo se tuo padre è scomparso, ci sar …»
 
«No, frena, Rose, non starai accusando mio padre di tradimento»
 
«Assolutamente no, io sto solo …»
 
Scorpius si era distratto dal bambino e Severus, benché molto piccolo, si arrangiava come poteva con le sue manine a reggere il biberon al posto del padre. Non fecero però in tempo a concludere quella conversazione che qualcuno alla porta della Villa aveva annunciato la sua presenza. Rose tentò di fermare Scorpius per un braccio, temendo che fosse una trappola, ma lui non volle sentire ragione ed andò ad aprire il portone accompagnato dal figlio. Dovette davvero interrompere per un istante il pranzo di Severus tra le proteste del piccolo, altrimenti non avrebbe saputo come aprire al loro ospite. Si fidava delle abilità magiche di sua moglie, non c’era sicuramente alcun pericolo dall’altra parte della porta, aveva fatto qualche incantesimo di protezione intorno alla casa, lei era l’unica che sembrava essere autorizzata ad usare la magia e limitatamente per preservare la loro sicurezza.
 
«Papà!»
 
La sorpresa fu comunque immensa quando oltre la porta incontrò il sorriso di Draco.
 
«Ciao, figliolo. Posso entrare qualche minuto o vi disturbo?»
 
Scorpius lasciò spazio al padre, ma quest’ultimo si era distratto ad osservare il suo nipotino. Gli era mancato in quei giorni di assenza, come anche la piccola Astoria, quei bambini erano stati la sua unica gioia in quei mesi di tristezza per le sorti di sua moglie. Avrebbe tanto desiderato chiedere a suo figlio di poterlo prendere in braccio, ma non si spinse a tanto, non sembrava nella posizione giusta dopo numerosi giorni di silenzio e non aveva nemmeno il tempo per concedersi quegli attimi di spensieratezza strappati al destino.
 
«Ma si può sapere dov’eri finito in questi giorni?»
 
«Ragazzi, siate prudenti»
 
«Non hai risposto alla mia domanda»
 
Rose mise una mano sul braccio del marito invitandolo a calmarsi, percepiva una certa rabbia in lui e questo avrebbe condizionato il benessere anche di Severus.
 
«Signor Malfoy, da cosa dobbiamo essere prudenti? Mio padre non me ne ha voluto parlare»
 
«Da chi vi vuole fare del male. Come sta Astoria?»
 
«Ah, ora ti importa di mia madre? Per te potrebbe anche essere morta!»
 
«Non è affatto così, Scorpius, sto provando a salvarla»
 
Non aveva alcuna intenzione di credergli e la sua risata sarcastica lo dimostrò, come sentiva di non avere alcuna ragione per rimanere ad ascoltare le menzogne di suo padre. Preferì allontanarsi dalla porta e continuare a dare il latte al bambino altrove. Rimasti soli, Draco colse l’occasione per rivolgere qualche domanda alla nuora, visto che gli sembrava più propensa ad un dialogo con lui.
 
«Dì a Scorpius che non ho avuto altra scelta, è l’ultimo tentativo che faccio per salvare sua madre e suo fratello»
 
«C’è sempre un’altra scelta, signor Malfoy»
 
«Non quando rischi che tutto il tuo mondo si sgretoli davanti agli occhi. Non posso perderla, Rose. Non ti chiedo di fidarti di me. Spero solo che il mio piano funzioni e non ferisca nessuno»
 
La lasciò con un sorriso dispiaciuto, ma lei non riuscì ad accontentarsi di quello, infondo non aveva risposto a tutte le sue infinite domande. Dalle parole e dalla reazione del suocero aveva solo intuito che ciò che aveva fatto o stava per fare non fosse totalmente buono. Lo seguì sul pianerottolo, non lo chiamò, ma in una frazione di secondo prese la sua decisione. Proprio nell’esatto istante in cui Draco si stava per Smaterializzare, Rose lo sfiorò sperando che la destinazione di quell’uomo fosse il Ministero.
 
∞∞∞
 
 
Quando Ron giunse al San Mungo, si premurò di entrare in punta di piedi nella stanza della consuocera. Nonostante Rose gli avesse comunicato le intenzioni di Astoria, lui sperava ancora di riuscire a fermarla in tempo. Perse ogni speranza, quando vide che il letto era disfatto ma vuoto e decise di velocizzare il passo. Nel corridoio dell’ospedale incrociò una guaritrice a cui poter chiedere informazioni.
 
«Mi scusi, mi saprebbe dire dove posso trovare la signora Malfoy? Non è nella sua stanza, ha per caso visto dov’è andata?»
 
«Mi ha detto che voleva fare una passeggiata, era stufa di non vedere la luce del sole. Le ho detto che era troppo debole, ma lei non ha voluto sentire ragione. Comunque la trova in giardino, non ha la forza necessaria per allontanarsi ulteriormente»
 
Era assurdo, quella giornata era grigia e totalmente coperta da nubi, dubitava che il sole a cui si riferisse fosse quello che si trovava in cielo, sicuramente quella donna avrebbe voluto rivedere la luce risplendere nella sua vita. La trovò davvero in giardino, mentre annaspava a ridosso del muro per riuscire a mantenere l’equilibrio. Ron si affrettò a raggiungerla, ad ogni passo minacciava di cadere. Dopo tanto tempo ferma in un letto, stava velocizzando troppo la sua riabilitazione. Riuscì ad evitare che inciampasse per puro miracolo, afferrandola saldamente per un braccio.
 
«Ma sei impazzita?! Fa freddo e non ti reggi in piedi. Sai cosa ti direbbe se Draco fosse qui? Credo non sarebbe molto contento di sapere che sua moglie incinta rischia la vita del suo bambino in questo modo»
 
Tentò di puntare sulla sensibilità di quella donna che sapeva essere molto fine, ma Astoria non sembrava più propensa ad ascoltare il suo cuore, messo così alla prova nell’ultimo periodo. Per tutta risposta rise sarcasticamente e si divincolò dalla presa di Ron con irriconoscenza.
 
«Come se a Draco importasse qualcosa di me. È sparito senza informarsi se io sia ancora viva o se lo sia suo figlio. Non gli frega nemmeno di farmi preoccupare. Non gli sembra che io sia già sufficientemente provata moralmente?!»
 
«È proprio questo il punto, Astoria, lo sta facendo per te»
 
«È carino da parte tua difenderlo, non avrei mai pensato di sentirtelo dire, ma ora è indifendibile. È una vita che provo a ricordargli che è migliore di quello che ha sempre pensato di essere, ma forse sono io ad essermi sbagliata e ho buttato parole al vento»
 
Fece altri passi, sperando che il consuocero non la bloccasse ancora, invece Ron non si arrese, si frappose tra lei e il tragitto, sfiorandole appena le spalle per invitarla a fermarsi ancora una volta.
 
«Devi tornare a letto, rischiare la tua vita ora non ha alcun senso. Pensa a coloro che hanno bisogno di te, Scorpius e Rose hanno solo voglia di riabbracciarti. Non hai voglia di conoscere i tuoi nipotini? Sono incantevoli, Astoria. Hai più di una ragione per vivere, non peggiorare le tue condizioni, ma riguardati e lotta per guarire. Senti, Draco oggi mi ha risparmiato, qualsiasi siano state le intenzioni di tuo suocero, lui non mi ha attaccato. Tuo marito non è malvagio, è innamorato. Lo so perché anche io se fosse possibile mi strapperei il cuore dal petto per Hermione, rischierei tutto per lei. Draco non conosce altri modi per salvarti se non questo, è la sua ultima possibilità per riavere indietro la sua famiglia»
 
Non seppe subito cosa rispondergli, per lei non fu facile tornare ad avere fiducia nel marito dopo quella decisione, nonostante i motivi che lo avevano spinto a prenderla.
 
«Mi ha comunque delusa, sa benissimo che non è questo il modo di aiutarmi. Avrei preferito morire con lui al mio fianco, piuttosto che vedere la sua anima diventare nuovamente nera. Ron, lui non riuscirà a salvarmi, io morirò e prima di andarmene non vedrò nemmeno più l’uomo di cui mi sono innamorata. Non gli importa nulla della mia opinione, non gli importa nulla di sapere che amo immensamente l’uomo che è diventato e che nulla vale quanto questo, quanto la sua anima, nemmeno la mia vita»
 
«Credo che abbiate lo stesso problema, nessuno dei due vuole perdere l’altro e fate di tutto affinché ciò non accada»
 
«Hai rischiato la vita per colpa mia, mi dispiace tanto, avrei dovuto tenere Scorpius lontano da Rose, non incentivarlo a seguire il suo cuore. L’ultima cosa che voglio è distruggere anche la vostra famiglia»
 
«Siamo una famiglia, Astoria, siamo coinvolti anche io ed Hermione. Non arresto Draco, l’unico che voglio risbattere ad Azkaban è Lucius, è lui che sta creando problemi al Ministero»
 
Sentiva le gambe cederle senza che lei potesse controllarlo. Ron la afferrò nuovamente per le spalle, aiutandola a non svenire.
 
«Ehi. Devi tornare nella tua stanza, ti prego, accetta il mio consiglio»
 
«Ora vado, ma che significa che avete problemi al Ministero?»
 
«Lucius vuole attaccarlo insieme ad alcuni seguaci. Temo che … c-che il loro obiettivo sia il Ministro»

«E allora cosa fai ancora qui?! Devi aiutare Hermione»
 
Era indeciso se lasciarla da sola in giardino oppure riaccompagnarla in camera, accertandosi che non avesse nuovamente la malsana idea di prendere parte, volente o nolente, a quella battaglia accanto a Draco nel tentativo di riportarlo a casa sano e salvo nel fisico e nello spirito. Astoria capì la titubanza di Ron e si affrettò a dissiparla.
 
«Vai, stai perdendo minuti preziosi. Ti prometto che non ho alcuna intenzione di uscire dal San Mungo, non desidero intralciarvi e dovervi mettere nella condizione di salvarmi. Promettimi solo che non farai del male a Draco, ho bisogno di lui»
 
«Ti prometto che si sistemerà tutto»
 
Mollò lentamente la presa su di lei, temendo che potesse perdere l’equilibrio senza quel sostegno. Lo richiamò con urgenza e lui si voltò velocemente verso di lei, credendo avesse bisogno di un rapido appoggio.
 
«Ron. Sei un buon amico, non ho mai creduto che lo saremmo diventati un giorno. Il destino a volte è imprevedibile ed Hermione è molto fortunata ad averti accanto»
 
«Sai, nessuno le ha mai detto che è fortunata a stare con me, prova a ricordarglielo, quando la vedi»
 
Riuscì a strapparle finalmente un sorriso, proprio ciò di cui aveva bisogno.
 
«Se esco da qui viva, glielo ricordo sicuramente. Ti devo un favore»
 
Ron capiva molto bene la situazione che stava attraversando Astoria, perché anche lui ed Hermione quando lei era incinta avevano vissuto momenti simili. Sua moglie non mancava mai di ricordarglielo quanto tremasse ogni volta che rischiava la vita.
 
«Non mi devi niente, aiuto volentieri Draco. Astoria, so come ti senti, Hermione ha ancora molta paura quando sono sul lavoro e puoi ben immaginare quanta ne avesse quando aspettava Rose e Hugo. Draco sta rischiando per la sua famiglia, non perché sia passato nuovamente al lato oscuro»
 
«E come avete superato quei momenti?»
 
«Sono semplicemente tornato dalla mia famiglia, ma ho perso il conto di tutte le volte in cui Hermione ha cercato di farmi cambiare lavoro. Fidati di Draco, torna presto da te, come io sono sempre tornato da Hermione. Lui ti ama e sarà prudente, altrimenti non avrebbe alcun senso salvarti, se poi non si desse la possibilità di godersi la gioia per la tua guarigione insieme a te»
 
«È assurdo, Ron, che me lo dica proprio tu»
 
«Soltanto gli stolti non cambiano idea, me lo dice sempre Hermione. Ora mi consenti di riaccompagnarti dentro e lasci a chi di dovere la questione? Non voglio lasciarti qui da sola»
 
Si limitò solo ad allungargli una mano, chiedendogli aiuto per raggiungere nuovamente il suo letto.

 
∞∞∞
 
 
«Ti prego, non urlare»
 
La prese totalmente alla sprovvista, non riconobbe il tatto della mano sulla sua bocca, ma la voce profonda e sussurrata le era familiare. Allontanò con uno scattò la mano di quell’uomo dalle sue labbra e si voltò con concitazione verso di lui.
 
«Non un altro pugno, Granger. Non ti sfiorerò mai più, promesso, ma ora ho …»
 
«Draco! Ma come hai fatto ad entrare? Harry ha ...»
 
«... lo so, ma non c’è niente che la Magia Oscura non sappia fare, a parte ovviamente guarire mia moglie, non ho ancora trovato nulla che non metta a repentaglio la vita del bambino che aspetta. Ho bisogno del tuo aiuto e sono venuto anche a portartene, oggi mi sono ricordato che il Ministro della Magia è la mia consuocera»
 
«Ti stanno cercando, Draco … persino Astoria, spero solo che Ron sia riuscito a fermarla»
 
«Che cosa?? Non ho molto tempo, mio padre vuole fare una strage qui al Ministero. Mi dispiace dovertelo dire, il suo obiettivo principale sei tu»
 
Il suo cuore iniziò ad accelerare il battito non appena Hermione pronunciò il nome di Astoria, era un nervo scoperto per lui. Se Lucius rivendicava vendetta e potere, Draco desiderava solo non perdere ciò che il tempo gli aveva miracolosamente regalato e aveva illuminato la sua vita che era iniziata sicuramente con il piede sbagliato … sperò quanto meno di concluderla nel migliore dei modi.
 
«Voglio sperare tu non voglia assecondarlo»
 
«Ti sembra che io voglia assecondarlo? Ti ho dato davvero questa impressione oggi? Desidero solo che Astoria guarisca, nulla di più, e che possa partorire il nostro secondogenito. Lui può salvarla, non arrestarlo, senza di lui avrò perso ogni speranza. Vi sto avvisando, affinché non vi troviate impreparati"
 
Hermione ebbe davvero la certezza che ad avere bisogno di aiuto fosse solo un padre e un marito che non voleva nel modo più assoluto perdere la sua famiglia. Non credeva di aver mai notato negli occhi chiari di quell’uomo una luce particolare, ma la riconobbe, tante volte aveva illuminato anche il viso di Ron.
 
«Draco, ci sono altri modi per aiutare tua moglie e tuo figlio»
 
«E quali? Io non li conosco. Forse tu sei più brillante e mi sai suggerire qualcosa»
 
Non aveva alcuna alternativa in mente, lei non era una guaritrice o un medimago. Dovette ammettere i suoi limiti, ma non riuscì a lasciarlo andare, lo bloccò velocemente per un braccio.
 
«Astoria crede in te, non deluderla»
 
«Ci proverò. Ti ho sottovalutata, Mezzosangue. Astoria ha ragione su di voi, non siete infondo così male»
 
Gradì le parole di Draco, a modo suo le aveva fatto un apprezzamento, ma i suoi pensieri in quei momenti erano altri.
 
«Quando ci attaccherà?»
 
«Fra non molto, sta ancora reclutando seguaci. Ti consiglio di evacuare il Ministero»
 
«Non lascerò il Ministero solo perché un vigliacco Purosangue - senza offesa - ha deciso che il male debba vincere a tutti i costi»
 
«Ti farai ammazzare e Weasley darà la colpa a me»
 
«Mio marito è in debito con te»
 
«Abbiamo saldato il debito anni fa, Granger»
 
Non sapeva ancora cosa avrebbe fatto al Ministero, ma probabilmente avrebbe seguito l’esempio di Severus Piton: avrebbe servito il bene, non rivelando al lato oscuro la sua parte migliore.

 
∞∞∞
 
 
«Crucio»
 
La scena che si parò davanti a Rose fu tutt’altro che piacevole. Lucius Malfoy stava torturando sua madre con una Maledizione Senza Perdono che lei di fama conosceva molto bene.
 
«No! Mamma!»
 
La raggiunse spaventata, gettandosi a terra al suo fianco. Hermione teneva la bacchetta stretta tra le mani, ma non riusciva a reagire, quella tortura la stava prosciugando delle ultime forze vitali.
 
«Sono proprio contento di rivederti, inutile Mezzosangue, così ne farò fuori due in un colpo solo»
 
«R-Rose, te ne devi andare, prima che sia troppo tardi. P-provo a creare un diversivo con le poche forze che mi restano per farti scappare»
 
«Non voglio che tu muoia. Dov’è papà? Mi aveva promesso che ti avrebbe protetta»
 
«Non è arrivato in tempo, non è colpa sua. Cercalo, Rose, digli che il Ministero sta cadendo nelle loro mani, non riesco più a resistere»
 
La vide chiudere gli occhi sfinita, ma Lucius non le diede neppure il tempo di compiangere sua madre. Quell’uomo si stava avvicinando lentamente a loro, pronto a sferrare ad entrambe il colpo di grazia. Rose indugiò solo un istante e decise che era giunto il momento di agire, dimostrando a se stessa e agli altri che aveva la stoffa per diventare un Auror. Ricordò le parole di Ron.
 
-… è dovere degli Auror difendere il Ministro …-
 
Hermione non era solo il Ministro della Magia, lei era innanzitutto sua madre. Estrasse decisa la bacchetta e la puntò contro il nonno di suo marito. Lei non era malvagia come lui, desiderava solo proteggere lei stessa e la madre. Notò in Lucius uno sguardo sorpreso, era evidente sapesse che era ancora minorenne e che non avrebbe potuto usare la magia contro di lui. A Rose non importò nulla della Traccia, era un’emergenza.
 
«Protego!»
 
«Sciocca ragazzina. Pensi davvero di resistere ai miei incantesimi?»
 
Lucius alzò la bacchetta su Rose, era intenzionato a farla soffrire prima di finirla, nessun Mezzosangue doveva permettersi di imporsi tra lui e i suoi piani di vendetta.
 
«Cruc …»
 
«Stupeficium!»
 
Rose aveva chiuso gli occhi, non convinta che il suo incantesimo l’avrebbe protetta, ma non poté non notare il raggio luminoso che aveva colpito in pieno Lucius e lo aveva scagliato altrove ben lontano da loro. La ragazza abbassò la bacchetta e vide, rincuorata, suo padre raggiugerle.
 
«Papà! Tutti se ne vanno dal Ministro, mamma ha dato l’ordine di evacuare, mentre tu ci hai raggiunte e non ci hai abbandonate»
 
Le veniva quasi da piangere per la gioia di rivederlo in un momento simile, ma Ron, avendo appurato che la figlia stesse bene, si gettò in ginocchio avvicinandosi a sua moglie.
 
«Hermione. Tipico di tua madre abbandonare la nave per ultima»
 
Le sollevò delicatamente la testa e si accertò che respirasse ancora, sfiorandole appena il collo con una carezza.
 
«Si sveglierà, vero, papà? Lucius la stava torturando, quando sono arrivata»
 
«La domanda giusta è cosa diamine ci fai tu qui! Ti ho lasciata alla Villa, affinché ci rimanessi! E poi, scusa, hai davvero creduto che lasciassi sola tua madre??»
 
L’aveva aggredita con le parole, ma Rose notò quanto la sua voce fosse rotta dal dolore e dalla preoccupazione.
 
«Volevo solo …»
 
Non riuscì a completare la frase, suo padre stava piangendo e sua figlia non ricordava di averlo visto molte volte in quello stato. Ron prese dal taschino della divisa che si trovava all’altezza del cuore il ciondolo che quella mattina Hermione gli aveva dato come portafortuna e glielo fece passare intorno al collo, posandoglielo sul petto.
 
«Forse se avessi avuto questo, ora staresti bene e non avrei sofferto per mano sua. Mi dispiace, amore, non sono arrivato in tempo»
 
Respirava, ma i terribili effetti che la Maledizione Cruciatus aveva sulle sue vittime erano difficili anche solo da ricordare e lui non sapeva per quanto tempo quell’uomo l’avesse torturata. Posò nuovamente e delicatamente il capo di Hermione sul pavimento e fece passare le dita tra i capelli della moglie. I gesti di suo padre erano molto simili ad un addio e questo spaventò Rose.
 
«P-papà? Non hai risposto alla mia domanda: si sveglierà, vero?»
 
Continuava ancora a non rincuorarla e a non parlarle. Non riusciva a capire se fosse arrabbiato con lei per aver messo in pericolo la sua vita o se preferisse il silenzio, piuttosto che comunicarle una notizia dolorosa.
 
«Ho cercato di proteggerla come meglio potevo, me lo hai detto tu, è compito degli Auror proteggere il Ministro»
 
«Rose, ma ti sembra il momento?! Ti sembra il caso di parlare di questo argomento? Non so se si sveglierà, ma immagino che lo scopriremo a breve»
 
«Papà, non voglio perderla»
 
Iniziò anch’ella a sentire le lacrime calde scorrere sulle guance, il tono del padre non aveva contribuito a tranquillizzarla, anzi le aveva dato la certezza di quanto fosse grave la situazione in cui erano precipitati.
 
«Sarai contento, vero?»
 
Presa com’era dalla sofferenza che provava, non riusciva a capire a chi suo padre si stesse rivolgendo. Attraverso il velo lucido che aveva davanti alle pupille riconobbe suo suocero.
 
«L’avevo avvertita di andarsene, ma non mi ha voluto ascoltare. Weasley, non prendertela con me»
 
Ron si alzò con uno scatto e minacciò di sferrargli un pugno. Lo afferrò per la giacca e lo fece indietreggiare infuriato fino a sfiorare la parete. Draco non avrebbe opposto alcuna resistenza, non aveva alcuna intenzione di affrontare una rissa con lui.
 
«Papà!»
 
La voce della figlia lo fece desistere dalle sue intenzioni, ma la rabbia che serbava nel cuore rimase senza uno sfogo.
 
«E con chi dovrei prendermela! Tua moglie si sarebbe fatta ammazzare pur di aiutarti, voleva tenerti lontano dalla Magia Oscura. Sono passato al San Mungo prima di raggiungere il Ministero e questi sono i risultati, sono riuscito a salvare Astoria e non Hermione. Ma, tranquillo, Draco, non ho ucciso tuo padre, l’unica cosa che ti importa dopotutto è salvare Astoria, degli altri non te ne frega un accidente. Ah, l’ho anche convinta a perdonarti per essere sparito giorni e giorni con Lucius. Spero che tu riesca a salvarla, perché se avessi arrestato Lucius a Notturn Alley, Hermione starebbe bene a quest’ora … non rendere vano il suo sacrificio e non farmene pentire»
 
Draco si stava già pentendo, senza che Ron glielo ricordasse, per aver messo a repentaglio la vita di persone che a lui negli ultimi avevano riservato solo del bene. Hermione lo aveva avvertito, la Magia Oscura non era la soluzione ed ora quella sua scelta si era ritorta proprio contro di lei. Ron tornò da Hermione e, cercando di placare l’ira verso quel destino che aveva un nome e un cognome, prese delicatamente tra le sue braccia la moglie per portarla al sicuro.
 
«Ron»
 
Una voce flebile provenne dalla donna che stringeva forte contro il suo petto, sperando così di proteggerla.
 
«Sono qui con te, stai tranquilla»
 
«Il Ministero, Ron»
 
Non ribadì alle preoccupazioni della moglie, preferì rivolgersi al consuocero con un tono che non ammetteva alcun genere di cordialità, prima di proseguire il suo cammino.
 
«Fai quello che vuoi di tuo padre, basta che me lo levi da davanti»
 
«Non litigate … vi prego»
 
«Non litigo con nessuno, Hermione, voglio solo che tu e Rose siate al sicuro»
 
«Papà, dove stai portando la mamma?»
 
«Nel mio ufficio e mi devi promettere che ti prenderai cura di lei, il che vuol dire che non esci da lì dentro per alcuna ragione, stavolta spero di essere stato chiaro. Tua madre non è in grado di difendersi, dovrai proteggerla»
 
«E tu dove andrai?»
 
«Aiuto lo zio Harry. Proteggi il Ministro, Rose. Hai le doti di un Auror, senza di te probabilmente la mamma sarebbe morta»
 
Si bloccò davanti alle considerazioni di suo padre, la lasciò talmente spiazzata che non ebbe nemmeno l’incentivo di entrare nell’ufficio.
 
«Devi essere prudente, papà»
 
Non le rispose e adagiò dolcemente Hermione ai piedi della sua scrivania. Flebilmente la donna afferrò la divisa del marito per non farlo allontanare.
 
«R-Ron, preferisco che cada il Ministero, piuttosto che muoia tu»
 
Lo fece sorridere, non era da lei dichiarare simili preferenze.
 
«Ma, tesoro, non sono parole consoni al Ministro della Magia»
 
«Ritorna da me, al resto troviamo una soluzione»
 
Le schioccò un bacio sulla guancia e si diresse rapidamente verso l’uscita. Rivolse un sorriso orgoglioso a sua figlia e sigillò la porta con la magia, sperando che ciò fosse sufficiente a proteggerle.
 
 
 
Continua …
 


Ciao ragazzi!
 
Un periodo complicato mi ha costretta ad aggiornare ancora più tardi del solito ☹
 
Spero di essere riuscita in questo capitolo a dare qualche spiegazione in più circa le mie scelte narrative e non siano risultate fini a se stesse. Mi auguro che il titolo non vi inganni, non siamo al termine della storia, ma molto vicini ad una svolta 😉
 
Grazie di cuore per la pazienza, sono un disastro con gli aggiornamenti e voi siete meravigliosi per continuare a seguirmi! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale
   
 
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