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Autore: MatsuFla    09/05/2019    1 recensioni
Come sarebbe andata la storia se Ian, etero convinto, fosse stato davvero il ragazzo di Mandy?
Dal testo: Questa è la storia di come il fratello della mia ragazza mi ha cambiato la vita. Non credevo potesse mai accadere nulla del genere, ma alla fine è successo!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Cap 14/19 - Love is a battlefield

Torno a casa dopo otto estenuanti ore di lavoro e la trovo vuota. Vado in camera mia per mettere qualcosa di più comodo e mi stendo sul letto a riposare. La mia attenzione viene richiamata dal dolore che sento alla mano destra, la guardo, tutta fasciata per via della scottatura. Niente di che, a lavoro ho visto una piastra accesa e ho pensato bene di metterci su la mano, così, tanto per provare... per vedere se almeno in questo modo riesco a sentire qualcosa.
Tutto normale! L'ordinaria follia che regna nella mia testa!
Mi accorgo che qualcuno sta rincasando... è Mickey, lo so perché lo sento imprecare contro qualcuno o qualcosa. All'improvviso mi balena in mente un'idea, mi alzo di scatto dal letto e velocemente mi infilo dei jeans e tutto il resto. Prendo uno zaino e cerco di aprirlo aiutandomi con i denti, scendo le scale e prima di arrivare in cucina vedo Mickey di spalle che appena mi sente arrivare inizia a parlarmi senza nemmeno voltarsi, troppo preso da ciò che sta facendo.
"Hey, non sapevo che vitamine B prendere, quindi ho preso ogni cazzo di B." Tira fuori da un sacchetto di carta varie confezioni di diverse misure.
"Ho preso il B Complex, super B Complex, B12, B6..."
Ha un'aria confusa e agita le mani in aria in modo esasperato. Quando mi avvicino per prendere il coltellino svizzero da un cassetto lui mi guarda e improvvisamente cambia argomento.
"Oh! Che diavolo ti è successo alla mano?" Aspetta una mia risposta che tarda ad arrivare, così quando mi vede aprire il frigo ci riprova.
"Hey, ma che fai?"
"Andiamo fuori." Prendo due birre e le metto nello zaino che ho posato per terra.
"Te l'ha controllata un dottore?" Dice lui tutto preoccupato e io rispondo con un tono canzonatorio per sottolineare il fatto che sta ingigantendo troppo il problema. 
"Andiamo, Mickey!" 
"Non vai da nessuna parte se prima non te la fai visitare." Insiste ancora lui, dimenticando forse che sono un cazzo di paramedico e non ho bisogno di un dottore per una stupida bruciatura.
"Ok, ascolta..." Metto altre due birre nello zaino e con pochi passi sono vicino alla porta della cucina, mi rivolgo a Mickey con un tono beffardo sperando di convincerlo.
"Puoi restare qui a casa a... eiaculare dentro le tue vitamine o... puoi venire con me."
         
Chiudo il frigo con una gomitata e gli lancio un'ultimo velato invito a seguirmi.
"Scelta tua."
Gli do le spalle e mi incammino verso la porta d'ingresso, voglio davvero tanto che venga con me ma se non lo dovesse fare sono intenzionato ad andare avanti anche da solo. Sono quasi fuori quando, con mia estrema gioia lo sento raggiungermi alle spalle sospirando rassegnato.

Sembra sorpreso di vedere dove l'ho portato... gli occhi gli luccicano e continua a ridacchiare contento nel guardare le gradinate del campo da baseball del nostro vecchio liceo.
"Hey, dammi lo zaino." Mi dice una volta raggiunto il punto dove ci si arrampica per scavalcare l'alta recinzione metallica. Faccio come mi ha detto e, dopo qualche difficoltà dovuta alla mano fasciata, finalmente salto dall'altro lato raggiunto subito da Mickey. Mi fermo un attimo ad osservare il campo e già mi sembra di stare meglio.
"Cristo, non venivamo qui da quanto?" Si sfila lo zaino dalle spalle e me lo passa, ma io lo poso subito perché c'è qualcosa che voglio fare...
"Provo a tirarmi su." Indico delle travi di metallo dove un tempo me la cavavo più tosto bene a fare le trazioni.
"Attento alla mano."
Riesco a fare solo una trazione e mi ritrovo di già con il fiatone ma non ne faccio un dramma. Anche Mickey sembra esserne divertito.
"Sono fuori forma." Mi limito a dire e decido di ripiegare su qualcosa di più divertente. 
"Alla goccia." Prendo una birra dallo zaino e il coltellino dalla tasca, ma Mickey coglie al volo le mie intenzioni e cerca di fermarmi.
"No, non puoi bere se prendi il litio. Ti intossica il sangue, cazzo, ti sbronza in due secondi. Non puoi-"
Succede tutto così velocemente che Mickey neanche si accorge che sta per arrivargli un pugno dritto in faccia. In un secondo mollo tutto quello che ho in mano e mi scaglio su di lui con un sinistro tutt'altro che amichevole e delicato.
"Ma che cazzo, Ian?" Preso alla sprovvista incassa il colpo in malo modo, sputa il sangue che gli riempie la bocca e continua a ripulirsi con la mano, ancora incredulo.
"Sono stufo delle tue cazzate da fighetta moscia. Non mi serve una cazzo di infermiera, ok? Mi serve quello stronzo, scurrile e manesco, criminale del South Side di cui mi sono innamorato. Dov'è?" 
Mickey evita di guardarmi per cercare di mantenere la calma. Io lo conosco bene, so che non vuole colpirmi perché mi vede fragile e insicuro in questo momento, ma so anche che lo sguardo che ha ora è il segno che sta per cedere alla rabbia.
"Dove cazzo è, Mickey?" Lo spingo tanto forte da fargli perdere quasi l'equilibrio e continuo a provocarlo per farlo reagire tanto che alla fine lui lo fa.
"Vaffanculo! E vaffanculo a me che ci ho provato, stronzo." Mickey finalmente reagisce ricambiando lo spintone con uno altrettanto violento. Ma ancora non mi basta!
"Provaci quanto ti pare. Ma quando il cazzo mi si ammoscia per le medicine, non dire 'oh, non importa'... ueh ueh... succhialo più forte frocio!"
"Fanculo!" Mickey mi colpisce con due pugni veloci e ben assestati e io sento già la faccia dolorante e il sapore di sangue sulla lingua. Mi difendo bloccando i suoi colpi successivi, poi con un placcaggio degno della finale del Super Bowl lo spingo oltre la recinzione che delimita l'area delle panchine e mentre lui mi sferra ancora dei colpi nelle costole finiamo a menarci distesi sull'erba del campo. Riesco a sovrastarlo per qualche secondo, giusto il tempo di dargli un pugno, poi lui come una furia mi afferra da dietro il collo e mi atterra, sovrastandomi a sua volta e restituendomi subito il colpo. Ci mettiamo le mani alla gola a vicenda e stringiamo forte.
"Succhiacazzi!" Dice lui mentre io mi sento soffocare. Con un ultimo sforzo lo spingo giù e dopo qualche secondo molliamo la presa. Rimaniamo stesi con la schiena sull'erba a tossire e riprendere fiato, poi insieme ruotiamo sul fianco ed io sono il primo a rimettermi in piedi. Raggiungo barcollando lo zaino e sorridendo mi volto a guardare Mickey che mi sta raggiungendo. Foro la lattina di birra con il coltellino e la premo sulla bocca di Mickey, poi ne apro un'altra che schizza dappertutto e la bevo io.
Svuotiamo le lattine velocemente, alla goccia, accartocciandole con le mani prima di farle finire sul pavimento. Poggiati con la schiena contro la recinzione metallica scoppiamo a ridere guardando le nostre facce insanguinate.
         
"La prima volta che sento qualcosa da..." Sussurro tornando serio.
Ubriacarmi, assaporare l'adrenalina data da una rissa e soprattutto vivermi liberamente quello che ho con Mickey... tornare ad essere me stesso e comportarmi normalmente... è questo che voglio. Non chiedo poi tanto!
"Cazzo, sembri un topo bagnato."
Mickey mi posa una mano dietro la testa e mi attira in un bacio che sembra arrivare a rallentatore. Lui che sorride prima di baciarmi è quanto di più incredibile possa esserci al mondo. Un fremito tanto forte da farmi contorcere le budella, così bello da far male, così appagante e coinvolgente da non poterne più fare a meno.
"Togliti la giacca."
"Stai bene? Sei sicuro di averne voglia?" Mickey appoggia la fronte contro la mia, sento il suo respiro accarezzarmi il viso pieno di lentiggini. 
"Si, Mick. Ne sono davvero, davvero fottutamente sicuro!"
Le nostre fronti ancora incollate, ci stacchiamo solo il tempo di toglierci le giacche e poi torniamo a baciarci. Lo spingo contro la recinzione mentre lui mi slaccia la cintura ma subito ci rendiamo conto di essere troppo esposti. Mickey mi prende per mano e mi guida in una zona più interna, al riparo da occhi indiscreti. Mi siedo sulla panchina e lo attiro verso di me, lui rimane in piedi tra le mie gambe.
"Ti piacciono le gradinate? Potrebbe diventare il nostro posto." Mi sporgo verso di lui e gli avvolgo le braccia intorno alle cosce, poi punto il mento tra i suoi addominali e alzo la testa per incontrare il suo sguardo che trovo puntualmente già fisso su di me.
"Lo era già." Sorride mentre mi accarezza la testa.
"Allora te lo ricordi! La prima volta qui mi hai puntato la pistola alla testa, buffo vedere come siano cambiate radicalmente le cose..."
"Vuoi ancora chiacchierare o vuoi scopare?"
Mickey sorride leccandosi diabolicamente le labbra e io sento una scossa elettrica che pervade il mio corpo e che mi riporta alla vita come il mostro di Frankenstein. Il mio corpo atrofizzato dall'apatia del corto circuito degli ultimi giorni torna a funzionare passando di colpo ad un sovraccarico emotivo, rischiando di far saltare il contatore. Inizio a slacciargli i pantaloni alla cieca, intento a sollevargli la maglietta con il naso e mordicchiare la pelle morbida sotto l'ombelico intanto che armeggio con la cintura. Quando finalmente lo libero dai vestiti scendo lentamente con la bocca fino a quando sento la mano di Mickey sul petto che mi spinge indietro inchiodandomi contro il muro freddo alle mie spalle. Lui si flette portando il suo viso a pochi centimetri dal mio e tenendomi ancora immobilizzato mi divora la bocca con un bacio appassionato.
"Oggi guido io." Ghigna contro le mie labbra, per niente intenzionato a lasciarmi possibilità di replica, ma io non ho alcuna intenzione di farlo, che cazzo!
Lo guardo estasiato, deglutendo rumorosamente mentre annuisco. Lo vedo slacciarmi i pantaloni e salto come una molla al suo cenno di sollevarmi il tanto che basta per sfilarli, sobbalzo leggermente per il contatto tra le mie natiche nude e il legno frastagliato; mi riempirò il culo di schegge ma ne vale decisamente la pena!
Mickey mi sale in grembo mettendosi a cavalcioni, posa le ginocchia sulla panca e una mano sul mio petto per sorreggersi, intralciato dai pantaloni che gli tengono legate le caviglie. Mentre gli infilo le mani sotto la maglietta e accarezzo la sua schiena lui mi prende la faccia tra le mani e mi bacia, questa volta dolcemente. 
I movimenti lenti e morbidi mentre gioca con le mie labbra, tenendo quei suoi cazzo di occhi magnetici fissi nei miei. Mi bacia dapprima teneramente strofinando i nostri nasi, poi sempre con più foga, strattonandomi il labbro inferiore con i denti. Sento il cuore martellarmi nelle orecchie. Posa le sue morbide labbra sugli gli angoli della mia bocca e sorride mentre dondolo i fianchi e lo cullo aumentando la frizione tra i nostri corpi generando una sensazione di pura estasi. Ho le vertigini, se non fossi seduto su questa panchina sono sicuro che le gambe non mi avrebbero retto. Mickey si lecca le labbra sensualmente, poi lecca le mie e io mi godo il suo irresistibile sapore, sciogliendomi al tocco delle nostre lingue che si intrecciano. 
Sa di sangue, erba bagnata e birra... un mix che trovo stranamente confortante.
Con gli occhi ancora incatenati ai miei trova la giusta posizione e lentamente si abbassa su di me lasciandomi entrare... e io vedo il fottuto paradiso! 
Continua a baciarmi mentre si abitua alla sensazione di avermi totalmente dentro di sé in quella posizione nuova e fottutamente incredibile. Sospiro e chiudo gli occhi per godermi quell'intensità travolgente, mi abbandono alla beatitudine e alle incontrollabili onde di piacere che mi si propagano in tutto il corpo. A poco a poco comincia a prendere il proprio ritmo, sollevandosi sulle cosce muscolose e ruotando i fianchi. 
"Cristo, Mickey!" Farfuglio contro le sue labbra.
"È assolutamente fantastico, cazzo!" Ansima mentre continua a dettare un ritmo lento e regolare, con le mie mani sui suoi fianchi che ne seguono i movimenti.
Mickey ha il controllo assoluto e io ne sto amando ogni fottuto istante alla follia!
Interrompe il bacio e posa le mani sul muro alle mie spalle, le braccia tese ai lati della mia testa e la schiena dritta. Svetta su di me trionfante e io dal basso ammiro i suoi capelli scompigliati, le labbra rosse e gonfie e le guance accese, fino a quando tira indietro la testa lasciando esposto il collo imperlato di sudore e io ne approfitto per cospargerlo di baci. Gli afferro il sedere mentre si solleva e si abbassa su di me aumentando il ritmo delle spinte, sento la cicatrice sulla sua natica destra sotto le dita e la trovo estremamente sexy. Il piacere sempre crescente copre il dolore delle botte precedenti. Ormai vicini alla conclusione ci stringiamo in un abbraccio, Mickey mi avvolge le braccia attorno alla testa, immerge le dita tra i miei capelli e ristabilisce il contatto tra le nostre fronti. Io lo intrappolo in una morsa serrata, pressando vigorosamente il suo corpo contro il mio mi lascio travolgere dalla disperata sensazione di essere indissolubilmente legati l'uno dall'altro.
Così come è stato quella notte a Milwaukee anche questa volta è come se, scopando lui, io mi dimentichi di tutta la merda che mi circonda, di quello che ho passato, della paura fottuta che mi fa il futuro… è come se tutto sparisse... esiste solo Mickey!
Facciamo l'amore con le gradinate del campetto di football a farci da cornice e, a causa della prolungata astinenza, raggiungiamo l'orgasmo più in fretta di quello che entrambi avremmo voluto. Sono improvvisamente esausto... forse sono i sedativi oppure il litio che mi ha trasformato in una fighetta che non reggere l'alcol... o magari è stata la scopata migliore della mia vita a sfinirmi!
Con le poche energie che mi rimangono sollevo Mickey per poter uscire, ma mi blocca.
"Aspetta." Trema leggermente mentre il suo respiro si normalizza.
"Voglio sentirti ancora un po' dentro di me." Seppellisce il viso contro il mio petto per nascondermi il suo imbarazzo, ma purtroppo per lui lo vedo arrossire fino alla punta delle orecchie apparendo impossibilmente e fottutamente adorabile.
"Quanto cazzo mi sei mancato." Dice in un sussurro e il mio cuore si scioglie.
Quando Mickey fa il tenero non riesco a resistergli!
Poso una mano sulla sua testa e gli faccio un grattino scompigliandogli i capelli.
"Mickey, volevo ringraziarti per essere rimasto e per esserti preso cura di me." 
Lui solleva la testa e mi guarda serio solo per un secondo, poi inarca le sopracciglia e mette su il suo solito sorriso strafottente. 
"Credi che lo abbia fatto per buon cuore? Appena ti sarai ripreso del tutto dovrai ripagarmi con gli interessi palle di fuoco."
La versione dolce e romantica di Mick è rara e per questo me la godo il più possibile ogni volta che lui decide di mostrarmela... ma non posso negare di trovarlo irresistibilmente sexy anche quando fa lo stronzo!
"Dammi qualche minuto e sarò felice di cominciare subito."

"L'ho sempre voluto fare qui! Per vendicarmi di quando da bambino mi cacciarono per aver pisciato sulla prima base." Mickey aspira dalla sigaretta e sbuffa il fumo in aria.
Dopo esserci rivestiti siamo rimasti un po' a chiacchierare stesi sulle stesse panchine che hanno assistito al nostro spettacolo di poco fa. Sono troppo strette per riuscire ad entrare uno accanto all'altro così ci stendiamo testa contro testa, usando ognuno la spalla dell'arto come cuscino, le guance ancora arrossate e calde in contatto. Entrambi con un braccio teso all'indietro ad unire le nostre mani, i palmi rivolti verso l'alto e le dita appena incrociate.
"Mi ricordo." Rido sommessamente.
"L'avevi già sentita?"
"Giocavo in seconda base." Mi passa la sigaretta e io la tengo tra le labbra per qualche minuto per sentire il sapore di Mickey impresso su di essa, poi aspiro e gliela ripasso.
"Quando lo diciamo a Mandy?" Chiedo all'improvviso rompendo il silenzio.
"Dirle cosa?"
"Di noi due."
"È arrivato il momento di farlo, giusto?" Mick sospira, consapevole e rassegnato.
"Temo di sì. Cazzo, ci ammazzerà entrambi! Ci legherà ad un blocco di cemento e ci guarderà affogare nel lago Michigan. Posso sentire già il sapore dell'acqua fetida nella bocca!" Piagnucolo con un'espressione disgustata e stringendomi una mano alla gola.
"Quello sarebbe il male minore. Spera di non fare la fine di Karen Jackson!"
"Chi è Karen Jackson? Ma soprattutto... che le ha fatto?" Il terrore nella mia voce.
"Fidati, è una storia che non vuoi sentire. Ti dico solo che saresti fortunato a finire affogato nel lago."
"Cristo Mick, sono già abbastanza spavento!"
Lo sento ridere ma percepisco chiaramente la paura che si nasconde dietro quel suo atteggiamento spavaldo. Ruoto la testa verso la sua e gli infilo il naso nell'incavo del collo, l'accenno di barba trascurata da un paio di giorni mi fa il solletico, chiudo gli occhi e annuso il suo odore ma vengo disturbato dal vibrare del cellulare nella tasca. Con un messaggio di poche parole mia sorella Fiona ci invita a tornare a casa. 
Stringo forte la mano di Mickey prima di lasciarla malvolentieri e mettermi a sedere.
"Quindi..." Sussurro mentre mi guardo intorno in cerca delle scarpe.
"Mi chiedevo... se siamo una coppia o no." Mi giro a guardarlo, il fiato sospeso e il cuore in gola, in attesa di una risposta che non tarda ad arrivare, decisa e sicura.
"Certo che sì." Un bellissimo sorriso gli attraversa il viso da un orecchio all'altro. Mi piego in avanti su di lui, gli sfilo la sigaretta dalle labbra e lo bacio... così, sottosopra, ed è incredibilmente fantastico! Le mani prima a coppa sulla sua faccia, poi quando lui alza la testa per venirmi incontro nel bacio una la lascio scivolare sul suo petto dove gli sento il cuore battere all'impazzita. Mickey mi accarezza dietro il collo con una mano mentre con l'altra mi spinge giù verso di se posandomela su una spalla. Vorrei rimanere qui a baciarlo per ore ma purtroppo dobbiamo tornare a casa, così controvoglia inizio ad allontanarmi per non rischiare di oltrepassare il limite un'altra volta e non essere più in grado di staccarmi da lui. Mickey, che invece il limite sembra intenzionato ad oltrepassarlo, cerca di tenere unite le nostre bocche il più possibile finché non è costretto a cedere ricadendo sconsolato sul legno duro... non più duro della sua testa! Gli rimetto la sigaretta tra le labbra e mi godo il suo dolce sorriso beato. Infilo velocemente le scarpe e ci incamminiamo verso casa.

Senza che ce ne rendessimo conto è diventato buio, è ora di cena e le strade sono deserte... solo due voci che cantano all'unisono squarcino il silenzio... le nostre!
"#We are young#"
"Yeah!" Urlo sollevando trionfante il braccio in aria.
"#Heartache to heartache we stand#"
"Satnd!" Cantiamo con enfasi, stringendo i pugni e alzando gli occhi al cielo. Lui mi guarda con complicità e io gli salto in spalla con un balzo.
"#No promises, no demands#"
"Yeah!" Io gli stringo il braccio intorno al collo e lui mi regge le gambe.
"#'Cause love is a battlefield#"
"Waaaaah!" Scendo dalle spalle di Mickey e butto energicamente lo zaino per terra. Esulto ancora alzando le braccia tutto esaltato, visibilmente su di giri.
"Ti sei ubriacato bevendo soltanto una birra, puttana!" Mi dà una pacca sulla schiena e ride di gusto, anche lui brillo dopo aver bevuto tutte le restanti birre che avevo portato per la nostra scampagnata.
"Si, lo so... finalmente un lato positivo di questa cazzo di malattia."
In realtà, contrariamente a quanto credevo all'inizio, ora comincio a pensare che la mia malattia in un certo modo mi abbia aiutato ad arrivare dove sono ora, cioè... ormai sono sicuro che i miei sentimenti per Mickey non sono causati dal bipolarismo, ma probabilmente se il nascere degli stessi non fosse coinciso con una fase psicotica non sarei riuscito ad ammettere di provarli o peggio, non avrei mai avuto il coraggio di assecondarli. Senza quel inopportuno attacco di ipersessualità che ha incoraggiato il mio insistente assalto alle 'grazie' del teppista più temuto del South Side chissà se sarei mai stato capace un giorno di chiedergli di uscire insieme.
"Porca troia, ho appena realizzato una cosa."
"E cioè?" Mickey che era già oltre il cancelletto di casa Gallagher torna indietro mentre si ripulisce un po' di sangue dalla bocca.
"Che non abbiamo mai avuto un vero appuntamento."
"Stronzate!" 
"No no, sul serio... intendo un'uscita in cui andiamo in un bel ristorante e ci mettiamo la camicia e mangiamo bene... con le posate." Gesticolo e scuoto la testa con trasporto.
"E vuoi fare questo?" Mi chiede sembrando un po' sorpreso.
"Si, perché no?"
"Tipo da'Sizzler'?"
"Certo."
"Vuoi dire adesso?" Il suo tono sbigottito si alza di mezza ottava.
"Adesso! Prima che mi passi la sbronza e torni tutto strano, andiamo." 
Metto in spalla lo zaino che non ricordavo di aver recuperato dal marciapiede e vado incontro a Mickey per mettergli una mano sulla spalla.
"D'accordo, però mi presti una cazzo di camicia?" Fa segno alla sua camicia sporca di sangue ed erba.
"Ma certo, vieni." Gli passo il braccio intorno alle spalle e ci incamminiamo sul vialetto.
"Bene." Mi dice finalmente convinto.
"#'Cause love is a battlefield#"
Cantiamo agitandoci e stringendoci forte mentre saliamo gli scalini del portico e io urlo imperterrito mentre Mickey ridacchia divertito. Non appena entriamo in casa subito Fiona ci viene incontro.
"Ciao Ian." 
"Hey, noi andiamo ad un appuntamento!" 
Raggiungiamo il divano barcollando, ancora abbracciati e con dei sorrisoni a trentadue denti stampati sulle facce incrostate di sangue, ubriachi e felici.
"Cazzo si! Prenderò una bistecca così al sangue che muggirà quando l'addento... tipo... mmmmmmh" Mickey mi guarda e ride spensierato come un bambino.
"Ascolta..." Balbetta la maggiore dei Gallagher.
"Mmmmmh" Continuiamo a muggire entrambi, incuranti di Fiona che prova a parlarci.
"Ascolta Ian, volevo dirti-" 
All'improvviso con la coda dell'occhio noto una sagoma esile e snella varcare l'arco che separa la cucina dal salotto. Io e Mickey rimaniamo pietrificati nel vedere che è Mandy.
         
“Mandy è passata per parlarti.”


   
 
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