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Autore: Spoocky    10/05/2019    3 recensioni
Una serie di tre scene che raccontano il recupero di James ed il suo progressivo riappropriarsi della propria indipendenza dopo le gravi ferite ricevute in battaglia.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Periodo Napoleonico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'HMS Valiant'
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Ecco un breve intermezzo sulle avventure di questi due giovanotti. 
Le scene qui riportate costituiscono una specie di raccordo tra le storie precedenti e ciò che le seguirà.
Ringrazio in anticipo chi vorrà leggere o commentare.

Un ringraziamento davvero speciale va a fiore di girasole che mi ha regalato le parole che costituiscono i titoli di queste storie rendendole, di fatto, possibili. Grazie infinite!

Buona Lettura! ^^


Dopo settimane a letto, trascorse nell’immobilità quasi completa, con le gambe immobilizzate da bende e stecche, una mattina il dottor Woodward si avvicinò sorridendo al capezzale di James e gli annunciò che quel pomeriggio avrebbe finalmente potuto alzarsi per la prima volta.

Tobias esultò per la splendida notizia e per poco non si mise a saltare, tanto era l’entusiasmo che lo aveva pervaso dopo aver presenziato ai giorni di agonia dell’amico ed essere arrivato tanto vicino a perderlo.
James, invece, rimase molto scosso e si chiuse in sé stesso. La notizia lo rassicurava sulle sue possibilità di recupero ma, al contempo, era terrorizzato dal dolore che avrebbe potuto causargli il movimento e soprattutto dalla possibilità che le gambe non lo reggessero e che fossero talmente danneggiate da rendergli impossibile camminare di nuovo.
Non disse nulla, tuttavia, e tenne quei pensieri per sé per non turbare l’amico.

Quando poi arrivò il momento di alzarsi, fu grato di averlo al proprio fianco.
Senza dire una parola, Tobias si inginocchiò al suo capezzale e gli tese le braccia, lasciando che le afferrasse per sostenersi mentre faceva scivolare le gambe sul materasso e sedeva sul bordo del letto, come ormai era in grado di fare da qualche giorno.  
Una volta seduto, James fu sopraffatto dai capogiri ma l’amico lo soccorse immediatamente, sorreggendolo affinché non crollasse: “Non avere fretta, James. Fai con calma: abbiamo tutto il tempo che ti serve.”

Trascorse qualche minuto, poi i giramenti si attenuarono e James diede un cenno con il capo, indicando di essere pronto.
“Molto bene, tenente. Adesso alzatevi con calma, mi raccomando.”

I piedi nudi del giovane rimasero ben ancorati sul pavimento e le mani di Tobias, calde e forti sulle sue spalle, gli infusero il coraggio necessario a pesarsi su di essi e flettere i muscoli indeboliti.
Le ginocchia schioccarono sonoramente, scatenando una fitta di dolore, ma non volle arrendersi e raggiunse finalmente la posizione eretta.
Di nuovo si presentarono i capogiri ma, prima ancora che potesse preoccuparsi, sentì l’amico sorreggerlo ed aiutarlo a mantenersi in equilibrio.

Tobias sentì il cuore gonfiarsi di gioia al punto che avrebbe potuto scoppiare: “Ce l’hai fatta, James! Bravissimo! Ce l’hai fatta, hai visto?”
Sempre aggrappandosi a lui con una stretta ferrea per il timore di perdere l’equilibrio, aprì gli occhi e guardò in basso. Avrebbe voluto piangere, vedendo i suoi piedi pallidi spuntare da sotto la camicia da notte e poggiare sul pavimento.
Con il cuore in gola, tentò di alzarne uno e, a parte un lieve indolenzimento, si sorprese nel non provare dolore.
Senza quasi rendersene conto, con Tobias che gli teneva una mano e gli sosteneva la schiena con un braccio, James riuscì a compiere tre, piccoli, meravigliosi passi. I suoi nuovi primi passi.

Poi dovette fermarsi, sopraffatto dalla commozione per la stretta calorosa che ancora lo avvolgeva, e rivolgere lo sguardo lucido di lacrime verso il volto sorridente dell’ amico: “Grazie.” Sussurrò “Non ce l’avrei mai fatta, senza di te.”
“Sono fiero di te, amico mio.” rispose l'altro, con la voce rotta.
 
- The End -
  
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