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Autore: Cinderella90    10/05/2019    1 recensioni
«Sei forse impazzito?»
«Niente affatto, Hyuga. Ho semplicemente più esperienza di te con la stampa scandalistica e con i paparazzi. Stai pur certa che quel paparazzo non se ne andrà fino a quando non sarà riuscito a immortalarti con la sua macchina fotografica.» continuò Sasuke, mentre con la coda dell’occhio vide il fotografo pronto a scattare delle immagini. «A te la scelta. Puoi lasciare che la gente ti consideri come la povera donna abbandonata dall’amato, oppure che che mi veda mentre ti bacio. Con una fotografia del genere chiunque inizierà a pensare che io sia sempre stato il tuo amante.»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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«Che voti ha avuto a fine semestre?» chiese Hinata, fingendosi interessata e detestandosi per questo.

«Diciamo che non ha dato il medlio di sé. Deve seguire un corso di recupero.»

«Questo significa che dovrà frequentare dei corsi estivi?»
 
«Esatto e di conseguenza non andrò a casa. E’ inutile che ci torni se lei non c’è.»
 
Hinata lo sapeva. Sebbene Sasuke non le aveva raccontato quasi nulla del suo passato, aveva scoperto che veniva da un piccolo paese e che non aveva parenti se non suo fratello, Itachi. Fin dal primo momento aveva capito che sarebbe stato del tutto inutile indagare più a fondo sul suo passato, Sasuke non era propenso a parlare delle sue faccende personali e di conseguenza avrebbe rischiato di compromettere il rapporto che si era venuto a creare fra loro.
 
Sperava con tutto il cuore che la ragazza sapesse apprezzare a dovere la fedeltà di Sasuke e al contempo spesso pregava affinchè  il ragazzo non si trasformasse in un docile agnellino da compagnia, soffocando il suo vero io, pur di stare con lei.
 
«Devo studiare per gli esami finali ma per tua fortuna ho abbastanza tempo per concederti una partita a carte.» disse Sasuke mentre si incamminava verso la propria stanza così da poter recuperare il mazzo.
 
Solo allora Hinata realizzò che doveva dare un taglio netto a quella situazione.
Per qualche motivo a lei sconosciuto, nelle ultime settimane si era perdutamente innamorata di Sasuke e pertanto la posta in gioco era troppo alta per una ragazza giudiziosa come lei, che sapeva di non avere alcuna possibilità di vincere quella battaglia.
 
«Sei diventata brava. Ancora qualche partita e l’allieva supererà il maestro.» disse con un sorriso educato.
 
«Ha parlato il fenomeno delle carte da gioco! Ora però devo proprio andare, ti ringrazio per la compagnia.»
 
«E’ stato un piacere.» Sasuke pareva vagamente deluso e Hinata si ritrovò a dover lottare contro se stessa pur di non cedere alla tentazione e restare in sua compagnia.

Arrivati davanti alla macchina della ragazza, Sasuke le aprì la portiera della macchina. «Quasi dimenticavo, ieri ho sentito le ragazze parlare della tua festa di compleanno. Dalle mie parti quando una ragazza compie gli anni è tradizione dare in dono qualcosa di speciale, un regalo.»
 
Un bacio.
Sasuke stava per baciarla, questo pensò Hinata.
Tutte le sue difese crollarono inesorabilmente a terra nel giro di dieci secondi. Era così dannatamente felice!

«Che cosa date in regalo a una ragazza quando compie gli anni?» domandò con voce quasi tremante.
 
«Un regalo.» ripetè con tono divertito, dando alla ragazza un pacchetto meticolosamente incartato.


Hinata spalancò gli occhi sorpresa e si appoggiò alla macchina per non perdere l’equilibrio e crollare a terra.


«Avanti, aprilo.»
 
Dopo essere ritornata in sé, Hinata afferrò il regalo e lo scartò. «Non aspettarti chissà che cosa.» la avvertì lui con aria improvvisamente distaccata.
 
Quando la carta cadde a terra, Hinata si ritrovò a tenere fra le mani un animaletto di pezza: un gatto.
Le aveva regalato un peluche.
 
«Solo ora mi rendo conto che sei troppo grande per gli animali di pezza. E’ solo una cosa che ho preso…un pensiero.» Su questo Sasuke aveva ragione, ma non aveva importanza per Hinata. Era un suo regalo e lo avrebbe custodito con cura.
 
«Grazie, Sasuke.» mormorò, mentre appoggiava la guancia sulla pelliccia sintetica del peluche. «E’ bellissimo.»
 
Grazie a te, pensò Sasuke.
La reazione della ragazza aveva momentaneamente paralizzato le sue capacità intellettive. In assoluto silenzio chiuse la portiera della macchina e rimase a guardarla scomparire dietro una curva sul lungo viale che si estendeva in mezzo alla boscaglia.

Hinata Hyuga rimaneva una piacevole distrazione in quelle sue giornate così monotone e a tratti faticose.
 
 
La dolce Hyuga se n’era andata da ormai più di due ore, quando Sasuke chiuse finalmente i libri di economia aziendale. Aveva la schiena e le spalle indolenzite, per non parlare del cervello ancora in preda a formule e versi decisamente troppo impegnativi per quell’ora. Era del tutto inutile continuare a studiare, sapeva tutto alla perfezione. Come sempre avrebbe preso il massimo dei voti anche in quell’esame, non che fosse di fondamentale importanza. Sasuke voleva solo conoscere a fondo ciò che gli serviva per raggiungere i suoi scopi, ormai prefissati da tempo.
 
Distrattamente si massaggiò le spalle doloranti; subito dopo appoggiò il capo allo schienale della sedia e si concesse qualche minuto di riposo. Stava ancora rimuginando sulla lettera ricevuta da suo fratello Itachi, le notizie che gli aveva dato erano talmente confortanti che gli strapparono più di un sorriso.
 
Tre anni prima, una compagnia leader nelle tecnologie della comunicazione e dei sistemi di sviluppo aveva fallito clamorosamente e l’azienda era stata messa all’asta. Itachi, dopo innumerevoli sforzi economici, era riuscito ad acquistarla e a farla fruttare, riuscendo a guadagnare in poco tempo il necessario per coprire i costi iniziali.
 
Sasuke aprì gli occhi e afferrò la lettera del fratello assieme alla copia del contratto che gli aveva inviato, sperando che lo firmasse. Itachi voleva cedere metà delle sue quote a suo fratello, così che Sasuke potesse finalmente realizzarsi nel campo del lavoro.
 
“L’avvocato mi ha detto che questo è un semplicissimo contratto standard e che non può essere modificato. Inutile dirti quanto sia inutile pagare una sanguisuga per farmi leggere tutte queste pagine piene zeppe di concetti incomprensibili. Mi affido al tuo buon senso, firma e prenditi metà delle quote della nostra famiglia.
Spero di vederti, possibilmente presto dietro una scrivania delle Nostra azienda.

A presto.”
 
Questo era Itachi: esageratamente buono.
 
Il contratto che gli aveva inviato era di venti pagine, pieno zeppo di termini legali. A margine Itachi aveva annotato a matita alcuni dei suoi commenti così che Sasuke potesse soffermarsi a riflettere sui punti salienti del contratto.
L’indomani avrebbe fatto controllare quei documenti dal Signor Haruno, infondo si fidava ciecamente di quell’uomo. A cinquant’anni suonati era ancora schietto, onesto ed energico.
Venticinque anni prima si era rispostato e la sua nuova moglie gli aveva dato subito una figlia, Sakura.
L’uomo era davvero molto innamorato di Tomoko e stravedeva per Sakura. Dava il meglio per le sue donne di casa, convinto che loro lo ripagassero con la stessa lealtà e lo stesso autentico affetto.

Non sapeva quanto si sbagliava.
 
Più volte Sasuke avrebbe voluto fornirgli esempi a dir poco illuminanti riguardanti i risultati che si ottengono nel viziare troppo i figli o nel concedere troppa fiducia a una moglie infedele.
Sasuke conosceva fin troppo bene Tomoko: era una bella, sensuale, viziata, sgualdrina di quarant’anni.

La figlia, Sakura, era cresciuta sotto l’ala della madre ed era cresciuta esattamente come lei. Sasuke però sperava che per lei ci fosse ancora speranza: era frivola, immatura e testarda, ma di tanto in tanto riusciva a trasparire un po’ dell’intelligenza del padre.

Sasuke diede un’ultima occhiata all’orologio appeso alla parete e vide che era mezzanotte passata. Soffocando uno sbadiglio si alzò e uscì in corridoio, deciso a fare un ultimo giro, giusto per assicurarsi che fosse tutto in ordine.
  
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