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Autore: EdelSky    12/05/2019    3 recensioni
Lucy è una studentessa che vive nella città di Fiore, dove frequenta l’università.
Si è appena trasferita in nuovo condominio, nel quale avrà modo di conoscere un vicino di casa davvero interessante che le scombussolerà la vita.
Spero vogliate scoprire insieme a me cosa succederà!
Il pairing principale sarà NaLu, ma ci saranno anche di contorno le altre coppie.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gajeel/Levy, Gerard/Erza, Gray/Juvia, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 2 - Novità

 

 

Ero stanchissima, quella mattina mi ero dovuta alzare all'alba per andare in ospedale a parlare con il mio tutor per la tesi.

Erano passati diversi mesi dall'ultima volta che ci avevo messo piede, nei quali mi ero fatta di nebbia; il database da completare in standby e nessun progresso fatto. A mia discolpa potevo dire che avendo avuto gli esami da recuperare non ero riuscita a conciliare le due cose, e ancora non ci riuscivo.

 

Avevo appena terminato l'incontro con lo specializzando di riferimento per il mio progetto, Loki, e volevo semplicemente sparire dalla faccia della terra.

Era stato gentile, come sempre, i suoi modi di fare pacati e tranquilli, ma negli occhi vi avevo letto una delusione tale nei miei confronti che non avrei più voluto farmi vedere in vita mia.

Makarov, il primario a cui avevo chiesto la tesi, ormai più di un anno fa, probabilmente non aveva neanche idea di chi fossi e il mio correlatore altrettanto. 

Mi diressi abbattuta nello stanzino in fondo al corridoio adibito ad uso di noi poveri e inutili studenti, tolsi lo scrub e mi cambiai scappando dall'ospedale più in fretta che potei.

 

Una volta giunta nell'alberato viale centrale nel quale si affacciavano tutti i padiglioni  del Magnolia Hospital presi il telefono e chiamai una delle mie migliori amiche, nonché compagna di studi, di vita e mia ancora di salvezza: Mavis.

 

Ci eravamo conosciute al primo anno di  università, era una ragazza molto carina, con i capelli lunghi, mossi e biondi, all'apparenza un soggetto tranquillo e pacato, ma in realtà era sempre piena di energia; un vero tornado.

La nostra amicizia si era solidificata con il tempo, aveva superato diversi ostacoli e adesso più che mai eravamo unite.

Ci mancavano gli stessi esami e condividevamo lo stesso disagio.

In più anche in ospedale eravamo nello stesso padiglione, a un piano di distanza; lei in pediatria, io in chirurgia pediatrica. Spesso ci incontravamo sul termosifone del primo piano a fare due chiacchiere nei momenti di pausa dove non c'era niente da fare; lei sorseggiava il caffè io le facevo compagnia, a me il caffè non piaceva per niente. 

 

Sulla strada di casa passai una buona mezz'ora al telefono con lei a lamentarmi, per lo più di me stessa visto che non c'era nessun altro da incolpare per la situazione disastrosa nella quale mi trovavo e lei come sempre mi sostenne e si lamentò con me.

Era proprio una santa a sopportarmi, ma ce lo eravamo ripromesse più volte, quando una delle due si sentiva affondare l'altra l'avrebbe riportata a galla. 

Forse era la ragione per cui non avevo ancora mollato tutto fuggendo in un paese esotico a fare la barista.

 

 

 

 

Rientrai poco più tardi nel mio appartamento piena di rinnovato spirito: era ora di pranzo, che il cibo alleviasse le mie pene!

Riposi le scarpe nella scarpiera di legno bianco all'ingresso e indossai le mie solite ciabatte prima di avviarmi in salotto.

 

- ciao Lucy! - sentii urlare dalla stanza in fondo 

 

- oh Levy!! Sei tornata finalmente - urlai di rimando alla mia coinquilina -come mai non sei al lavoro?-

 

- il boss non c'è quindi oggi ero libera! - replicò sempre a tono alto - piuttosto ti sono mancata vero? - mi domandò con un sorrisetto uscendo dalla stanza e correndo ad abbracciarmi 

 

- come sempre - confermai ricambiando la stretta a mia volta - devi smettere di sparire ogni santo week end - 

 

- scusa, ma lo sai che se no non vedo mai Gajille - corrucciò le labbra in un dolce sorriso di scuse 

 

- invitarlo qui ogni tanto no? Ci conosciamo tutti da sempre, mi farebbe piacere vederlo più spesso - 

 

Sia io che Levy venivamo dallo stesso posto, Oak town, una città di circa 35.000 abitanti, situata in una zona collinare a nord-est di Fiore. 

Ci conoscevamo da tanti anni, avevamo frequentato le stesse scuole elementari e medie, ma un diverso liceo; lei il classico e io lo scientifico. Difatti anche all'università avevamo percorso strade diametralmente opposte, mentre io studiavo medicina lei aveva fatto giurisprudenza. Si era laureata alla prima sessione disponibile, con il massimo dei voti e dei complimenti dalla commissione, ed ora stava facendo il praticantato obbligatorio in  uno studio legale prima di affrontare l'esame di stato per diventare avvocato. Aveva deciso di sostenerlo benché non fosse certa di voler far quello nella vita, mi aveva detto che probabilmente avrebbe capito meglio che via intraprendere una volta fatta un po' di praticata e vagliate le diverse possibilità. Io ero certa ci sarebbe riuscita senza alcun problema, era una ragazza sveglia e intelligente, sarebbe arrivata ovunque avesse voluto. 

Per fortuna questa divergenza di carriera, se cosi vogliamo chiamarla, non ci aveva mai fermate dal frequentarci lo stesso, e uscendo tutti insieme  aveva avuto modo di conoscere Gajille, mio ex compagno di classe e suo attuale fidanzato da ben sette anni!

Si erano messi insieme a inizio quarta liceo, dopo una lunga estate di tribolazioni, baci rubati, incertezze e paranoie. Nessuno avrebbe scommesso su di loro, sembravano troppo diversi per poter funzionare e invece erano ancora insieme più felici che mai.

 

- giusto per renderti felice..Gajille viene a trovarci questo week end! - 

 

- praticamente ho dei super poteri - esclamai spalancando gli occhi, avevo con la mia richiesta anticipato la sua notizia!

 

La bluetta sbruffò guardandomi  sorridente - comunque parliamo di cose più serie: pranziamo insieme? - 

 

- certo che sì! Spaghetti al sugo? - domandai dirigendomi verso il cucinotto, perché chiamarla cucina sarebbe stata un'esagerazione bella e buona, non vi era nemmeno la porta a dividere quell'angolo cottura dal salotto , e cosa peggiore nemmeno la cappa di aspirazione.

 

Quella era forse l'unica ragione per la quale ero contenta se ogni tanto levy mi lasciava da sola, aveva la brutta abitudine di mangiare sano, in particolare modo il pesce, impuzzando la casa per intere giornate.

Quando accadeva io passavo con velocità a spalancare tutte le finestre con l'intento di lasciarle aperte per ore e lei, come se ne accorgeva, si affrettava a chiuderle perché aveva freddo, così passavamo quelle giornate a fare Ping Pong tra le finestre della casa in una battaglia senza fine.

Non era colpa mia se avevo un naso sensibile e il pesce puzza! 

 

In ogni caso Levy aveva concordato per il pasto e io mi ero messa all'opera, una quindicina di minuti dopo eravamo sedute a tavola a mangiare e chiacchierare come due vecchie comari.

 

 

 

 

 

La settimana era passata veloce come un battito d'ali di farfalla, era già venerdì sera.

Non erano stati giorni particolarmente entusiasmanti, avevo studiato, mangiato, saltato palestra ordinando la pizza con Sting e sentendomi maledettamente in colpa, chiacchierato con Levy, quelle poche volte che la trovavo a casa, e niente di più. 

Non avevo invece avuto modo di incontrare il mio interessante vicino ne il suo bellissimo cane, a pensarci mi venne in mente quanto mi mancava il mio e decisi di videochiamare a casa per poterlo vedere.

 

- Lucy? Aspetta che mi sposto che in cucina non prende bene - apparve mia madre, Layla, dall'altro  lato dello schermo. Vidi tutto sfuocato e in movimento finché lei non raggiunse il salotto e si sedette presumibilmente sul divano verde che avevamo a casa.

 

- ciao mamma! - le sorrisi 

 

- ciao! Come stai tesoro? Io sono stanchissima, ho lavorato tutto il giorno -

 

Ridacchiai sconsolata, mia madre era sempre stanchissima, benché non avesse un lavoro effettivo vero e proprio che non fosse fare la mamma e la donna di casa.

Anche se ultimamente si stava occupando per conto di papà della gestione di una vecchia Villa adibita a hotel della quale tutta la famiglia Heartphilia aveva delle azioni, per cui ogni tanto si ritrovava a partecipare a delle riunioni e a litigare con qualche parente a me sconosciuto.

 

- tutto bene grazie, sto aspettando che arrivi Gajille con Levy per cenare  -

 

- dovete ancora mangiare? Ma sono già le nove -  aveva un tono inutilmente apprensivo, come se fossi mai morta di fame in passato, purtroppo per me ero più che un'ottima forchetta! 

 

- sai che non è mai stato un problema per me cenare tardi, non sono mica papà - le feci l'occhiolino e la vidi ridere - piuttosto mami, dov è Plue????? - le domandai speranzosa di vederlo

 

- è fuori con tuo fratello a fare la passeg- ah eccoli! Rogue , Plue venite a salutare lucy! - 

 

Mio fratello passò davanti alla telecamera biasciando un ciao senza degnarmi di ulteriori attenzioni prima di dirigersi a prendere il joystick e accendere la play station.

Sbuffai, era sempre di poche parole, per fortuna c'ero io a parlare per entrambi! 

 

- ciao anche a te fratello inutile! Plue amore mio fatti vedere! Ma ciao bellissimo! Come siamo lucidi oggi! - lo guardai amorevole dal telefono, mentre lui gli dava delle musate e leccava mamma senza capire niente.

 

Mi distrassi sentendo la serratura della porta scattare e la porta aprirsi, e dedussi che fossero arrivati i due innamorati.

 

- mamma ti devo lasciare! Sono arrivati! -

 

- salutali e dai loro un bacio da parte mia -

 

- non mancherò, dai un bacio a papà che non faccio tempo a chiamarlo! Ciao Plue sei stupendo - e così dicendo chiusi la telefonata e mi alzai dal divano per andare a salutare.

 

Levy aveva in mano tre scatole contenenti della pizza fumante, dietro di lei faceva capolino Gajille con un trolley in una mano e una busta con bibite e birre nell'altra.

Annusai l'aria con lo stomaco che iniziava a brontolare, che bel profumino!

 

- finalmente sei tornato a trovarmi stupido Gajille! - gli andai incontro abbracciandolo rapida con le labbra increspate in un sorriso sincero

 

Lui mi diede una pacca affettuosa e non troppo leggera sulla spalla osservandomi con il suo solito ghigno stampato in viso, secondo la mia personalissima opinione avrebbe dovuto farlo diventare un marchio registrato di sua proprietà.

 

- ti vedo bene biondina - mi salutò togliendosi la giacca di pelle nera e appendendola all'appendiabiti vicino all'ingresso.

 

- Lucy potevi almeno fare la tavola - si intromise tra i nostri saluti Levy lamentandosi mentre apparecchiava 

 

- scusa, stavo parlando al telefono e mi sono distratta - dissi leggermente imbarazzata, effettivamente almeno a quello avrei potuto pensare.

 

- con  Sting? - mi punzecchiò Gajille accomodandosi a tavola

 

Era un ragazzo piuttosto imponente, alto e fisicato, con lunghi capelli corvini scompigliati e diversi piercing a contornargli il volto.

Aveva il tipico sguardo da bad boy, ma era tutto fuorché quello.

Lo guardai divertita, faceva sembrare il nostro salottino ancora più piccolo di quello che era!

 

- no con mamma! - gli feci la linguaccia - Ma sting mi ha detto di salutarti, non riusciva ad esserci sta sera che aveva il compleanno della zia -

 

- e tu non sei andata con lui? -

 

- venivi tu! Non ci vediamo da troppo tempo, non potevo mancare - gli risposi sincera - e poi è un rarità avere qui Levy per il week end - la presi in giro 

 

- si lamenta sempre che per colpa tua non resto mai qui con lei - spiegò la bluetta al ragazzo mentre posizionava distrattamente tre bicchieri sul tavolo 

 

- beh mi sembra ovvio tu preferisca me a lei, guardami! - le fece segno mentre con una mano, che faceva scorrere su e giù per il suo corpo, indicava sè stesso 

 

Gli tirai ridendo uno scappellotto e gli feci la linguaccia, non era cambiato quasi per niente in quegli ultimi anni, mi sembrava ancora di vederlo seduto al banco di scuola a rispondere male a qualche professoressa per essere poi sbattuto malamente in presidenza.

 

Ci sedemmo a tavola anche io e Levy e finalmente cominciammo a mangiare quella pizza buonissima.

La prendevamo sempre dalla nostra pizzeria di fiducia, avevamo cambiato solamente quelle poche volte nelle quali l'avevamo trovata chiusa.

La cena proseguì tra chiacchiere e battute in modo molto rilassato quando Gajille prese parola per farci, o più probabilmente fare solo a me visto che Levy doveva già sapere tutto, un annuncio.

 

- allora - cominciò lui e io lo interruppi molestamente quasi subito  con un - vi sposate? - 

 

Levy arrossì e Gajille mi guardò sconsolato. Esasperavo così tanto la gente? 

 

- no, non ci sposiamo! Perché devi fare sempre così? - 

 

- perché non vedo l'ora che succeda - risposi sorniona, dopotutto stavano insieme da un secolo e mezzo! 

 

- lasciala perdere, vai avanti così poi possiamo festeggiarti - si intromise Levy schioccandomi un'occhiataccia che ignorai bellamente.

 

- allora stavo dicendo - si interruppe il corvino osservandomi come in attesa di sentirmi intromettere, ma io feci segno con le dita di avere la bocca cucita e lui continuò - mi hanno assunto a tempo indeterminato! - annunciò con occhi gli luccicavano di felicità 

 

- coooooosa!? Come? Dove? Chi? Quando ? - sparai a raffica con tono esaltato tutti gli interrogativi che mi vennero in mente, e li sentii ridere in risposta alla mia impazienza

 

- In un azienda che si occupa di consegne - fece spallucce lui con finta modestia 

 

- per Amazon! - le spiegò la bluetta elettrizzata - ovviamente si occuperà della parte di programmazione visto che è un informatico, ma sopratutto - mi guardò tribolante 

 

- cosa? - boccheggiai incalzandola a parlare 

 

- il lavoro è qui a Fiore! - concluse lui

 

Quindi ricapitolando, Gajille il nostro informatico preferito era stato preso a lavorare come programmatore per la compagnia di Amazon lì a Fiore!

 

- oh mio dio! - esclamai - ma congratulazioni! Davvero, sono felicissima!!!  Quando cominci? Quando ti trasferisci? La casa? L'hai trovata? - 

 

- come si spegne? - mi rispose guardando Levy con esasperazione rispondendo così al mio quesito precedente: si, esasperavo le persone, ma ero certa mi volessero bene comunque.

 

- ehi! Sono solo felice per te! - mi lamentai per il trattamento ricevuto 

 

- lo so biondina, lo sai che scherzo - mi fece l'occhiolino  - comunque inizierò  effettivamente a marzo, quindi tra poco più di quattro mesi! Ma probabilmente a febbraio dovrò già iniziare ad andare per capire come funziona - mi spiegò

 

- wow - fu tutto ciò che riuscii a dire, ero davvero felice per lui, e per Levy; finalmente abitavano nella stessa città e avrebbero avuto modo di vedersi più spesso, ma questa gioia si affievolì come la fiamma di una torcia trasportata sotto una leggera pioggerellina e riparata soltanto da delle mani incerte.

 

- però - disse levy 

 

- però cosa? -

 

- c'è anche una brutta notizia -

 

Guardai lei e poi Gajille che distolse prontamente lo sguardo

 

- che sarebbe? - deglutii a fatica un bolo di saliva che non ne voleva sapere di scendere

 

- che fra quattro mesi mi trasferirò anche io, abbiamo deciso di andare a vivere insieme - mi disse Levy guardandomi come se fossi un cristallo crepato in procinto di spezzarmi

 

Trattenni un momento fiato per poi rilasciarlo in un sospiro di sollievo - mi hai fatta spaventare a morte - ero sollevata, si, perché mi ero aspettata chissà quale notizia terribile ed ero corsa con la mente subito a pensare al peggio, una malattia o che ne so, e in più non potevo essere scontenta che finalmente dopo anni in città diverse fossero riusciti finalmente a ritrovarsi nella stessa. Era giusto che volessero vivere insieme, lo capivo.

D'altro canto però chiaramente mi dispiaceva da morire, avevamo appena cambiato appartamento, era stata la mia coinquilina da sempre, oltre ad essere una delle mie migliori amiche, ma proprio per questo non potevo, non dovevo farmi vedere triste.

Oltretutto mi sarei ritrovata nella scomoda posizione di dover trovare qualcuno con cui sostituirla visto che da sola era impossibile mantenere l'appartamento e a pensare di mettermi a fare incontri e colloqui con gente sconosciuta mi veniva male.

 

- sono contenta, per voi due, davvero! Lo capisco Levy, benché te lo devo dire: sei una traditrice e mi mancherai da morire - continuai, con tono che nascondeva un velo di tristezza

 

- lo so, ma sarà fra quattro mesi e continuerò a stare qui a Fiore quindi ci potremo vedere comunque spesso! - cercò di rassicurarmi

 

- beh sono contentissima per tutto! Facciamo un Brindisi! - cercai di tagliare corto nella speranza di evitare di commuovermi in tutti i sensi, purtroppo avevo la lacrima facile, ero un dannatissimo coccodrillo! 

 

E brindammo, loro con la birra e io con la mia immancabile Coca Cola Zero ( non esisteva al mondo per me la pizza senza Coca Cola).

Brindammo a Gajille e il suo lavoro, a loro due finalmente insieme nella stessa città, a me che avevo sopportato lei per sei anni, e a lei che aveva sopportato me per altrettanti, alla nostra amicizia e al loro amore.

In quel momento non potevo permettermi il lusso di essere giù di morale, benché una parte di me lo fosse innegabilmente all'idea che non avremmo più vissuto assieme.

 

 

 

 

 

 

Aprii il portone del palazzo con una spallata e una mezza imprecazione.

Quella sera avremo dato una festa a casa nostra dato che dovevamo assolutamente festeggiare tutte quelle belle notizie e io mi ero offerta volontaria per andare a fare la spesa.

In realtà avevo riposto malamente la mia fiducia in Sting che inizialmente sarebbe dovuto venire con me e quindi io avevo già pensato di fare affidamento su due forti braccia da uomo per tutto l'aiuto che mi sarebbe servito.

 

Stupida lucy, mi dissi, perché invece quel deficiente aveva probabilmente spento la sveglia, come faceva una volta si e una anche, quindi all'appuntamento al supermercato vicino casa mia c'ero andata solo io.

L'avevo chiamato giusto una decina di volte e gli avevo mandato qualche messaggio minatorio, ma di lui non c'era stata traccia.

Oh se ero furiosa, appena avessi avuto modo di sentirlo l'avrei ammazzato, non ci sarebbe arrivato vivo alla sera.

 

Non potevo nemmeno contare nell'aiuto di Gajille e Levy perché erano usciti a fare un giro conviti che essendo con Sting almeno per la spesa non mi sarebbe servito aiuto.

Non potevo certo biasimarli, sarebbe stato effettivamente così se lui si fosse presentato come da accordo all'appuntamento. 

 

Facendo un riassunto, mi trovavo all'ingresso del portone con due sacchetti principalmente pieni di bottiglie di alcol ( quelli portati da casa, di plasticone duro, almeno quella l'avevo pensata bene o me li sarei già ritrovati rotti in mano ) che dovevo trascinarmi su per due piani di fottutissime scale.

Sbuffai nuovamente decidendo di portarne una alla volta, e mi incamminai per l'atrio con la prima, se non altro mi sarei tonificata a fare tutti quei gradini trasportando  del peso.

Feci la prima rampa di scale e  poggiai la sacca a terra mormorando scocciatissima un - ma fanculo - quando sentii una risata cristallina provenire dalle mie spalle e commentare con tono divertito - una vera lady devo dire - 

 

Mi girai con l'ira nello sguardo pronta a rispondere male, quella mattina era iniziata decisamente male, ma quando incrociai due occhi verdi e vispi che mi fissavano le parole mi morirono in gola e mi feci rossa dall'imbarazzo. Ci misi qualche secondo a riprendermi non sapendo nemmeno io perché il mio corpo avesse reagito a quel modo!

Cosa poteva fregarmene di un ragazzo visto si e no due volte in vita mia! E poi effettivamente, non ero mai stata una lady in nessun senso!

 

- ciao vicino! Invece di commentare sarcastico perché invece non mi aiuti? - gli chiesi una volta recuperata la mia sicurezza, guardandolo con occhi da cerbiatta

 

- lo stavo già facendo in realtà - mi rispose indicandomi con lo sguardo l'altra sacca di roba che avevo lasciato a inizio scale 

 

- oh, grazie allora - mormorai - non ti avevo proprio sentito arrivare - arricciai le labbra in un incerto sorriso di scuse 

 

- certo eri troppo impegnata a lamentarti e sbuffare - mi rispose ridendo e passandomi avanti - lascia lì quella borsa, te la porto su io dopo che ho finito con questa -

 

- non serve! - mi affrettai a dire - ce la faccio, sono più forte di quanto pensi -

 

- ne sono certo, prendilo come un ringraziamento per la questione della chiave - mi liquidò continuando a salire le scale 

 

Una parte del mio stupido orgoglio avrebbe voluto portarla su da sola per dimostrargli, senza alcun senso, che ce la facevo e non avevo bisogno di aiuto, ma non era vero.

Ero quasi collassata a portarle dal supermercato a li, e il supermercato era a 50 metri.

Mi morsi la lingua e lo rincorsi su per le scale superandolo in modo da andare ad aprire la porta.

 

- allora approfitterò della tua gentilezza - gli sorrisi una volta raggiunto il mio pianerottolo - grazie ! - dissi onesta

 

Lui mi regalò un sorriso mozzafiato, che per un momento mi intontì e mi domandai se fosse possibile avere un sorriso così perfetto.

Scossi la testa come a cercare di scuotere via l'immagine di Natsu che mi si era impressa nella mente e aprii la porta trascinandomi dietro la borsa pesante fino al tavolo del salotto.

Qualche secondo dopo mi resi conto che anche il rosato mi aveva seguita dentro casa, guardandosi intorno curioso, e lasciando la borsa che portava vicino a doveva avevo posato io l'altra.

 

- ecco fatto Lucy - mi disse mentre con lo sguardo curiosava tutt'intorno - e quindi date una festa sta sera? - continuò portando il suo sguardo su di me 

 

- da cosa l'hai capito? -

 

- dalla quantità di vino e alcolici che mi hai fatto portare su per le scale - sogghignò 

 

Mi diedi della stupida da sola, era così ovvio.

 

- chiaramente - alzai gli occhi al cielo - posso offrirti qualcosa per ringraziarti? - 

 

- mi piacerebbe, ma devo ancora dare da mangiare a Ignia e ad Happy, quindi è meglio che scappi di sopra - 

 

- happy? - domandai, Ignia l'avevo già incontrato ma di Happy non ne avevo mai sentito parlare

 

- è il mio gatto! - mi spiegò facendo spallucce 

 

Quindi aveva anche un gatto, ero curiosa di scoprire tante altre cose su di lui e la sua vita, e stavo anche per tentare di farlo con tutte le intenzioni di fargli altre domande quando mi squillò il telefono.

Buttai un' occhio allo schermo, era Sting. Ah adesso mi chiamava? Un po' in ritardo, e nel momento peggiore, come sempre.

Con un moto di irritazione parzialmente ingiustificato bloccai la chiamata e girai il cellulare portando lo schermo a faccia in giù sul tavolino.

Mi accorsi che il ragazzo di fronte a me aveva notato bene tutta la scena e mi guardava interdetto.

Non riuscii a decifrare nulla del suo sguardo.

 

- dovrei andare - mi disse poi facendo finta di niente

 

- certo, ti accompagno alla porta, sia mai che tu ti perda - scherzai, visto che era impossibile in quell'appartamento

 

Lui rise sommessamente e lo accompagnai alla porta, ci salutammo e lui si girò per andarsene.

Senza rendermene conto lo afferrai per il braccio, sentendo una scarica elettrica leggera attraversarmi la pelle da dove lo avevo afferrato.

Mi vennero i brividi e lasciai subito la presa come se mi fossi scottata.

 

- aspetta! -

 

Lui si voltò e mi guardò con quelle pozze smeraldo che alla poca luce delle scale sembravano essersi scurite, distolsi lo sguardo, quegli occhi per me erano pericolosi e già l'avevo capito.

 

- si? -

 

- sta sera, mio caro vicino, sei ufficialmente invitato a passare da me! Puoi portare anche qualche tuo amico o coinquilino -  o la tua fidanzata, avrei dovuto aggiungere, ma la verità era che non volevo sapere se fosse o meno impegnato. E sopratutto non sarebbe dovuto interessarmi visto che ero fidanzata.

 

Lo vidi aggrottare un attimo la fronte pensieroso - va bene, penso farò volentieri un salto! grazie - 

 

- perfetto! Grazie ancora per l'aiuto, ci vediamo sta sera!  - lo salutai con un cenno prima di richiudermi la porta alle spalle e lasciarmici scivolare appoggiata con la schiena, che  pessima idea avevo avuto.

 

Il telefono suonò nuovamente, questa volta avrei dovuto rispondere.

Mi alzai per raggiungere il cellulare, pronta a litigare.

 

 

~L'angolino di Edel~

Buona domenica 🌧

Non so da voi, ma qui piove tantissimo! Quindi ho avuto modo di finire questo capitolo e pubblicarlo! 

Allora, ecco che ho introdotto dei nuovi personaggi che saranno importanti in questa storia, e sopratutto ho cambiato il nome del cane di Natsu che è stato argomento molto dibattuto! 

Questi primi capitoli mi saranno fondamentali per spiegarvi il mondo in cui si trova la nostra lucy e chi le sta a fianco!

Allora ? Che ne pensate?

Io credo abbia avuto una pessima idea ad invitare anche Natsu a quella serata, voi che dite invece? Dopotutto ci sarà anche Sting! 😅

Beh, attendo vostre nuove!

A presto, con amore, Edel ❣️

  
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