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Autore: martaweasley    13/05/2019    0 recensioni
Sono Anne Rosie Withman e ho ventitré anni. Mi sposerò a venticinque anni e a ventisette avrò il mio primo bambino. C'è solo un piccolo problema, per il mio piano ho bisogno di trovare la mia anima gemella, ma non è mica facile, sapete?
Così ho ideato un piano, cercherò la mia anima gemella, tra i miei amori platonici, amori del passato ai quali non mi sono mai dichiarata. Sono sicura che l'amore della mia vita sia tra loro.
Dal testo:
«Ma perché l'amore della tua vita dovrebbe essere uno di questi cinque ragazzi?»
«Mamma per la milionesima volta, è come nei film: una ragazza si innamora, ma non viene corrisposta e lei non si dichiara, ma dopo anni lei e lui si rivedono e BOOM! Nasce l'amore. Sono sicura che sarà così anche con me e uno dei cinque ragazzi»
«Tra me e tuo padre non c'è stato nessun BOOM! Come dici tu, ci siamo innamorati pian piano e non ci siamo mai persi di vista, lui era il mio migliore amico»
«Lo so, però fidati di me, il mio principe azzurro è uno tra quei cinque ragazzi»
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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13. How Are You?




Il giorno dopo mi risveglio nel mio letto con un forte mal di testa. 
Non capisco come sia possibile, ho bevuto solo una birra, non reggo così male.

I miei occhi si richiudono in fretta, non riesco a trovare la forza di alzarmi.
Mi rigiro nel letto mettendomi più comoda e... perché indosso i vestiti di ieri sera? Non mi sono messa il pigiama? È impossibile, io vivrei tutta la mia vita con il pigiama, perché ieri sera non mi sono cambiata? 
In effetti cosa è successo dopo che Ashton mi ha trascinato fuori? 
Perché mi stava trascinando fuori?

Mi tiro da sola dei pugni alla testa sperando così di risvegliare i miei ricordi. 
Mi metto a sedere con la schiena appoggiata alla testata del letto e avvolta nel piumino. 
Da seduta mi concentro di più, allora Anne pensa, cosa è successo?

Sono entrata nel pub con Ashton, ho mostrato a tutti i presenti una bellissima camminata da robot, sono andata in bagno, ho incontrato Lucas e ho ordinato una birra. 
Fin qui tutto chiaro. 
Mentre bevevo Lucas mi parlava? Ah si! Mi ha dato dell'imbranata, si ora ricordo! Abbiamo un po' discusso poi...

«Sei una ragazza interessante»

Scatto in avanti e spalanco gli occhi, lui mi stava per baciare. 
Sì, mi ricordo che si era avvicinato a me, mi stava accarezzando la guancia e poi mi stava per baciare.

Perché mi stava per baciare? Non mi conosce nemmeno? È uno di quei ragazzi che filtra con ogni ragazza? Ci stava davvero provando con me o mi stava prendendo in giro? Ma alla fine mi ha baciato? 
No, l'avrò sicuramente respinto, io non sono quel tipo di ragazza che riesce a lasciarsi andare e baciare un bel ragazzo visto in un bar. Prima devo valutare tutte le conseguenze e poi non sono alla ricerca di una avventura, ma della mia anima gemella.
Allora... lui si stava avvicinando ed io cosa ho fatto? 
Tra poco mi uscirà il fumo dalle orecchie per tutti gli ingranaggi che girano nella mia testa. 
Dai Anne! Perché poi ho questa sensazione di vuoto e confusione? Ho bevuto un bicchiere di birra e basta.
Ora che ci penso anche lì mentre Lucas mi stava per baciare mi sentivo confusa, talmente tanto da restare immobile! Oh santo Zeus non ho fatto nulla? Sul serio? Sono stata ferma ad aspettare che mi baciasse? Però non ricordo di un ba... Ash! Ashton! Lui mi ha preso per il braccio facendomi cadere dallo sgabello e mi ha portato a casa.
Si! Si! Mi ricordo, è tutto un po' annebbiato, ma mi ricordo.

«Ash cosa fai? Andiamo già via?» chiedo non capendo le intenzioni del moro mentre mi porta via dal locale. Mi sta ancora tenendo per il polso, però non mi fa male. Mi sembra di aver un filtro davanti agli occhi, vedo come se fosse tutto opaco e leggermente sfocato.
«Si, ti porto a casa» risponde senza voltarsi e continuando a tirarmi in direzione del mio appartamento.
Non capisco, mi gira tutto. Faccio fatica a stare in piedi e a camminare. Ashton se ne accorge, la smette di tirarmi, mi aiuta a camminare meglio facendomi appoggiare a lui.
«Sei proprio fantastico» mormoro biascicando e subito dopo mi metto a ridere da sola.
«Tu sei proprio ubriaca, avrei dovuto picchiarlo quel Carter»
Non capisco, cosa sta dicendo?
Lo guardo confusa e quando lui abbassa il suo sguardo su di me, la sua espressione si addolcisce e mi fa un piccolo sorriso.
«Sei anche bello, è normale che tu piaccia a tutte. Uh però a una non piaci, chi è? Come fai a non piacergli?» continuo a parlare a macchinetta mentre lui mi ignora continuando a camminare.

Poi non riesco a ricordare nient'altro... che imbarazzo, spero di non aver detto altre cose più imbarazzanti. 
Comunque non deve essere successo tanto altro. Mi avrà portato a casa, Susan e Lucy gli avranno aperto oppure ha usato le mie chiavi e poi mi ha messo a letto. 
Il mal di testa sta diminuendo, per fortuna, quando mi decido a prendere il telefono per guardare l'ora.

Oh merda! 
No, non è possibile!

No, no, no. 
Come fa ad essere mezzogiorno?! 
Oh Santo Zeus, Apollo, Atene e tutti gli altri déi.

Oggi avevo una lezione alla nove del mattino e il lavoro alle due del pomeriggio. Per il lavoro faccio ancora in tempo, spero mi passi il mal di testa.
Decido di alzarmi e andare in bagno, anche se ho un po' paura di vedere la mia faccia allo specchio. Uscendo dalla stanza mi aspettavo il  completo silenzio, invece sento delle voci provenire dalla cucina. Strano, dovrebbero essere entrambe a lavoro.

«Cosa ci fate a... Ashton?» chiedo sorpresa di vederlo nella mia cucina.
Perché è qui? Perché tutti sono qui? Oddio è il compleanno di qualcuno? 
È il mio compleanno? 
Sto delirando.

«Buongiorno stellina, come stai?» chiede Susan con voce dolce facendomi cenno di sedermi.
«Qui c'è la tua tazza, ora ti preparo l'acqua per il tè, ci sono i biscotti al cioccolato e quelli alle mele fatti da Susan, oppure le ciambelle al caramello, le ha comprate Ashton» mi informa Lucy indicandomi tutto e alzandosi per prepararmi il té.
Biscotti alle mele? Susan li fa solo quando è preoccupata. Lucy non ha mai saltato un giorno di lavoro. Ashton mi ha comprato le mie ciambelle preferite. Qui è successo qualcosa di brutto oppure è davvero il mio compleanno? No, siamo a marzo e il mio compleanno è ad ottobre.
«Va tutto bene?» chiedo prendendo un biscotto al cioccolato, una ciambella e tre biscotti di mele. Mi sembra di non mangiare da vent'anni.
I tre si lanciano sguardi preoccupati e poi guardando me. 
Oddio ma che succede?
Mi stanno facendo preoccupare. 
Ieri sera sulla strada del ritorno ho vomitato su qualcuno? 
Ho rotto qualcosa? 
Ho investito un gatto? No, impossibile.

«Allora Anne secondo me devi denunciarlo» dice alla fine Susan molto decisa, tutti si fanno seri e annuiscono.
Denunciarlo? Ma chi?
«Di che diavolo state parlando?»
«Carter» mi risponde Ashton aspettandosi qualcosa da parte mia, ma io non riesco ancora a capire. 
Perché dovrei denunciare Lucas?
«Non ti ha servito solo birra, ha aggiunto qualcos'altro, non so cosa, però ho visto che versa qualcos'altro nella tua birra»

Che cosa?! 
Perché? 
Questo spiegherebbe la mia confusione, una birra la reggo, ma altro no.

«Stava preparando due birre, a una di questa ha aggiunto altro alcol, però pensavo che a te avesse dato quella normale e che l'altra fosse un ordinazione di un altro cliente» mi spiega Ashton nervoso, credo si senta in colpa, ma non è colpa sua, anzi senza di lui sarebbe andata molto peggio.
«Ma perché l'ha fatto?» chiede Lucy dando voce ai miei pensieri.
«Magari voleva provarci con Anne, portarsela a letto e prima farla ubriacare, così sarebbe stato più facile per lui. Che stronzo bastardo» risponde Susan e Ashton annuisce. 
«Poi quando a provato a baciarti... ti ho visto in difficoltà e sono intervenuto» dice Ashton ancora frustrato per quanto accaduto.

Non è possibile.
Io di tutto questo ho un vago ricordo. Non mi sembrava nemmeno stesse accadendo. Se non ci fosse stato Ashton? Se fossi andata da sola ad incontrare Lucas? Cosa sarebbe successo? 
Non voglio nemmeno pensarci. 
Mi vengono i brividi al solo pensiero, vorrei tornare a rifugiarmi nel mio letto e non uscire più.

Perché?

«Anne...» mormora Susan cercando di prendermi la mano, ma io mi alzo e inizio a camminare avanti e indietro per la cucina.
«Non posso crederci, dovrei denunciarlo? Si, dovrei... ma come si fa? Cosa dico? Io stessa non ricordo bene, ho questo senso di vuoto e confusione e poi con che prove?»

Mi viene quasi da piangere, ma la mia rabbia, che pian piano aumenta, me lo impedisce. 
Vorrei andare lì e fargli sbattere la testa contro il bancone, ma allo stesso tempo non uscire più di casa.

"Il mondo il fuori è crudele" sono sempre stata convinta che questa frase fosse vera, ma mi sforzavo di vedere il lato positivo delle cose e nelle persone. 
Ora mi sento solo stupida, per essere stata tanto ingenua.

«Grazie Ashton, grazie per aver capito tutto e avermi portata a casa, anche per le ciambelle» dico sorridendogli, lo vedo abbozzare un sorriso.
«Io ora vado a farmi una doccia, domani andremo a sporgere denuncia, vi voglio tutti lì con me. Oggi non mi va di uscire di casa, però ho il lavoro» aggiungo passandomi una mano tra i capelli e pensando ad una scusa per non andarci.
«Ti abbiamo data malata, oggi non lavori, rimani a casa con noi, anche noi ci siamo date malate» 
Susan e Lucy sorridono e poi mi abbracciano.
«Non ti mandiamo a lavorare dopo quello che è successo. Oggi mangeremo pizza o hamburger, anche entrambi se vuoi, guardando Harry Potter» aggiunge Lucy sciogliendo l'abbraccio.
«Grazie mille, Ashton tu cosa fai? Vuoi restare?» chiedo speranzosa che dica di sì. Lui si alza da sedia di legno e si avvicina a me, con lo stesso piccolo sorriso che aveva prima.
«Mi piacerebbe, ma non posso, devo lavorare. Ci sentiamo domani Anne, oggi rilassati con le tue amiche» mi lascia un leggero bacio sulla fronte e poi esce di casa.

«Che tenero!» sento dire da Lucy, la quale mi guarda ammiccando.
«Dovreste stare insieme»

Ancora con questa storia? 
Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso il bagno.

«Ti ha pure salvato, ha capito che qualcosa non andava, per colpa di quel bastardo» aggiunge Susan. Anche lei si è unita a Lucy? Quando lo capiranno che io e Ash siamo solo amici?

Le ignoro e mi chiudo in bagno.

Quando mi guardo allo specchio mi spavento da sola. Ho una faccia orribile: capelli tutti sparati in aria, i segni del cuscino sulla faccia, occhiaie infinite. 
Sospiro e cercando di non pensare a quello che mi hanno appena detto entro nella doccia. Vorrei che l'acqua cancellasse tutto.

———

Ho una voglia pazza di andare a dirne quattro a Lucas, vorrei proprio tirargli un bel pugno su quel suo bel visino. Vorrei solo fargli capire come mi ha fatto sentire, quindi se gli rompessi il naso saremmo pari.

«Vi va di uscire stasera?» chiedo mettendo in pausa durante la scena in cui Hagrid presenta a tutti Fierobecco.

Siamo sedute sul divano da quasi quattro ore, mangiando schifezze di tutti i tipi. Una pizza a testa, patatine, popcorn, cioccolato. 
Le coperte che abbiamo addosso sono piene di briciole. 
Stare qui tutto il pomeriggio con loro, mangiando e guardando film, mi ha fatto bene. Mi sento meglio, ma una parte di me vorrebbe proprio urlare contro Lucas.

«Anne ne sei sicura?» mi chiedono entrambe preoccupate.
«Già sono una ragazza leggermente introversa, se mi lascio troppo condizionare da questo fatto non uscirò più di casa. Poi non dobbiamo uscire per tanto, devo solo fare una cosa» rispondo per poi implorare le mie amiche di accompagnarmi. 
Loro acconsentono e dopo il terzo film della saga del bambino sopravvissuto ci andiamo a preparare. 

 

«Non staremo fuori tanto, quindi quando torniamo possiamo guardare il quarto» dico chiudendo il portone del palazzo, poi mi inizio a camminare facendo da guida alle mie amiche.
«Come vuoi tu piccola Anne» risponde Susan e Lucy annuisce.
Lungo la strada mi continuano a chiedere dove le stia portando, ma rimango zitta. 
Sento un brivido di adrenalina dentro di me, ma anche paura, però non torno indietro.
Voglio affrontarlo.
Quel piccolo bastardo.
Lo toglierò immediatamente dalla mia lista, non sarà mai il padre dei miei futuri bambini.

L'aria fredda mi colpisce il volto e per la prima volta non lo trovo fastidioso, anzi è piacevole.

Vorrei ci fosse una colonna sonora a questa camminata, così da darmi più carica. Inizio a cantare mentalmente la Cavalcata delle Valchirie di Wagner.

«Siamo quasi arrivate, è qui a sinistra»

Ancora qualche metro e ci siamo. Lucy e Susan mi seguono, io aumento il passo, prima arrivo e prima lo affronto.
È presto, sono solo le sette di sera, ma è già fare buio e la temperatura si abbassa in fretta, per fortuna tra poco potrò tornare sotto le coperte. 
Entriamo nel locale e non appena la porta si chiude alle mie spalle, Lucas alza il suo sguardo su di me. I capelli sono più spettinati, ha un occhio leggermente arrossato, ma lo stesso sorriso strafottente.

Niente ripensamenti, ormai sono qui.

«Hey piccola biondina, come stai? Ieri sei andata via così in fretta» dice sorridendo il moro.

Sento Lucy e Susan mormorare, ormai avranno capito dove siamo.

«Hey piccolo miserabile bastardo, vuoi sapere come sto? Starò molto meglio dopo aver fatto questo»

Gli tiro un ceffone sulla guancia e devo dire che è stato meraviglioso, ma non abbastanza soddisfacente. 
Gliene tiro un altro e questo è molto meglio, gli ho pure lasciato il segno.

Mamma mia che dolore alla mano.

«Ma che cazzo? Stronza» risponde lui alzando il tono di voce. Tutti i presenti, cioè quattro persone, tengono lo sguardo su di noi. Le mie amiche sono rimaste all'ingresso, probabilmente non si aspettavano che le avrei portare qui.
«Come hai detto? Mi hai per caso chiamata stronza? Susan, Lucy il bastardo qui presente mi ha chiamato stronza?» chiedo rivolta alle mie amiche, loro due si avvicinano a me. Ora siamo tutte e tre davanti al bancone, davanti a Lucas.
«Oh credo proprio di sì» rispondono all'unisono.
«Quindi sarei io la stronza? Sappi che non ho ancora sporto denuncia, ma domani sarà la prima cosa che farò. Per chiarire lo stronzo qui sei tu! Ti senti così insicuro con le ragazze che hai bisogno di farle ubriacare per concludere con loro? Qual è il tuo problema? Anzi no, non me ne può fregar di meno di te. L'unica cosa che mi importa è che tu non faccia più una cosa del genere, a nessun'altra» rispondo incrociando le braccia davanti al petto. Sento gli occhi di tutti addosso, Lucas mi guarda, ma non riesco a capire a cosa stia pensando.
«Denuncia? E per che cosa?» chiede ancora più incazzato di prima. Oltre stronzo è pure scemo?
«Per quello che mi hai fatto, hai corretto la mia birra con dell'altro, mi hai fatto ubriacare e poi a provato a baciarmi, contro la mia volontà»
Lui sgrana gli occhi, mi fulmina con lo sguardo e poi si mette a ridere.
«Che gran cazzata» risponde sconta ridacchiando.
Mi sta dando i nervi.
«Hai provato a baciarmi contro la mia volontà» ripeto alzando la voce, non crede di essere l'unico presente arrabbiato qui dentro.
«Non mi sembravi contrariata» risponde sorridendo, quel suo fastidioso ghigno! Un tempo, alle scuole medie, lo adoravo, ora invece mi fa solo disgusto.
«Solo perché ero talmente ubriaca da non capire cosa stesse succedendo! Questo a causa tua»
Dio quanto vorrei rovinargli quel suo bel faccino.
«Cercavo di scioglierti un po' imbranata e poi perché mai ci dovrei provare con te? Sei solo una piccola mocciosa imbranata» mormora quasi sussurrando le ultime parole e avvicinandosi a me, con un ghigno sul viso. Faccio subito un passo indietro spaventata e chiudo gli occhi istintivamente. 
Poco dopo lo sento imprecare. 
Quando apro gli occhi vedo le mie amiche che poggiano sul bancone due boccali di birra vuoti e Lucas fradicio.
«Noi ti denunceremo, così eviterei di farlo ad altre innocenti ragazze» dice Lucy sorridendo.
«Ah e questo è per la mia piccola Anne» aggiunge prima di tirargli uno pugno.
«Sai dicono che gli stronzi ce l'abbiano minuscolo, il tuo deve essere microscopico» aggiunge Susan sorridendo soddisfatta.

Ho delle amiche fantastiche.

Lucas ci fulmina con lo sguardo, questa volta è rimasto senza parole. 
Se lo merita.
Le quattro persone presenti nel locale tornano a farsi i fatti loro, fingendo di non aver visto e sentito niente.

Ora mi sento decisamente meglio, posso tornare a casa e domani mattina passerò subito dalla polizia, con una prova. Estraggo il telefono dalla tasca, sorrido soddisfatta e poi fermo la registrazione. Ora ho la prova. Lucas è fregato. Ho registrato tutto,così mi crederanno.

«Potrei denunciare il vostro amico» mormora mentre noi tre ci stiamo avvicinando all'uscita.
«Che amico?» chiedo incredula, chi vorrebbe denunciare lui?
«Quello che ieri ti trascinato via. Oggi pomeriggio è venuto qui. Mi ha tirato due pugni, mentre portavo fuori la spazzatura. Potrei denunciarlo per aggressione» 

Ashton? No, non è vero. Non lo farebbe mai, è sempre stata una persona che odia i conflitti, come me.

«Stai mentendo»

Ash non lo farebbe mai. 
No.

«Ah si? Vuoi scommettere?» chiede mostrando per l'ennesima volta quel ghigno divertito.





 

Nuovo capitolo!

Chiedo scusa per averci messo tanto, ma ero sommersa dai libri.

Adesso, da brava scrittrice e persona quale sono, vi ripeterò una frase che mia zia mi ripete sempre quando (le poche volte) le dico che esco: "Non bere mai da bicchieri altrui e fai sempre attenzione al tuo"

Anne, a mio parere, ha fatto bene a tornare lì e dirgliene quattro così anche per avere una prova da portare alla polizia. Inizialmente il capitolo l'avevo scritto diversamente, ma volevo che la nostra protagonista trovasse un po' di coraggio e lo affrontasse. Anne non è solo una sognatrice romantica, goffa e distratta, volevo dimostrare che sa anche quando deve agire, in questo caso per proteggersi, e che è in grado di farlo.

Allora cosa ne pensate di Lucas?

Anne ha fatto bene a tornare?

Ashton ha davvero picchiato Lucas?

Fatemi sapere cosa ne pensate☺️

Detto questo vi saluto e torno
sui libri 

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

   
 
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