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Autore: Neko    23/07/2009    4 recensioni
Voglio raccontarvi una storia. La mia e quella di una persona a me cara. voglio parlarvi delle ingiustizie che i capi di un villaggio commettono su esseri senza difese. della lotta di una persona che per 15 anni non ha conosciuto altro che dolore e che era all'oscuro di cosa volesse dire vivere una vita normale. Voglio dirvi come è riuscito, con grande capacità, a lasciarsi il passato alle spalle e a diventare la persona che ora è apprezzata da tutta Konoha
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 15: in viaggio

 

Io, Jiraya e Naruto partimmo per una meta ignota…o almeno lo era per me e il mio amico.

Mi domandavo cosa avrei fatto e imparato in quell’arco di tempo.

Nonostante sapessi che avrei sentito la mancanza di Konoha, ero emozionata.

Mi dispiaceva però dover abbandonare gli studi di medicina.

È vero, potevo continuarli una volta rientrata, ma mi infastidiva pensare che Ino mi avrebbe superata.

Forse questo avvenne anche, ma io imparai molte altri modi di curare, senza usare necessariamente jutsu medici e questo mi metteva un gradino sopra di lei ed è anche il motivo per cui vengo considerata migliore di Tsunade.

Naruto però era ancora più entusiasta di me. Si guardava in giro e rincorreva qualsiasi animale gli capitasse di vedere.

Soprattutto conigli e cervi, i quali, dopo un attimo di paura, si facevano prendere e accarezzare dal mio compagno.

Una domanda che mi sono sempre posta è…come fanno gli animali a capire quando si trovano in pericolo o no. Era lo stesso atteggiamento che aveva Naruto, ma esso non lo veniva a sapere per istinto, ma, come ci aveva spiegato, grazie al chakra…ma gli animali invece?

Mah…non l’ho ancora capito.

“è bravo Naruto, saresti un cacciatore perfetto” disse Jiraya vedendo il ragazzo prendere un altro coniglietto bianco con qualche chiazza nera.

Naruto lo portò da me per farmelo vedere e questa volta riuscii anche ad accarezzare l’animale senza che esso scappasse.

“Cosa è un cacciatore?” chiese guardando Jiraya.

“Un umano che uccide alcuni tipi di animale, per permettere alle persona di mangiare! A proposito, non lasciare andare anche quella bestia…fra poco sarà ora di mangiare!”

Naruto strinse il coniglio e lo guardò storto” tu non mangiare lui! ancora piccolo!” disse lasciando andare l’animale.

“e ora cosa mangeremo?” disse Jiraya incrociando le mani.

bhe…abbiamo ancora qualche avanzo di stamattina!” dissi io per cercare di calmare l’uomo.

Alla fine ci trovammo davanti a un falò con sopra un coniglietto sopra ad arrostire.

Naruto non aveva ceduto alle richieste di Jiraya. Sapeva che alcuni animale si mangiavano, ma non era d’accordo nell’uccidere animali giovani, quando in giro ce n’erano di vecchi, ai quali ormai restava loro poco da vivere.

Se tutti gli uomini avessero la metà del suo atteggiamente, il paese del fuoco e anche gli altri vivrebbero decisamente in modo migliore.

Il giorno dopo arrivammo in un villaggio dove abitammo per qualche mese.

Io, mentre Jiraya andava in giro a…spiare le donne, mi occupavo dell’istruzione di Naruto.

Gli avevo insegnato a scrivere qualcosina e leggere. Faceva ancora molta fatica, ma faceva passi da giganti. Con quelle lezioni aveva migliorato anche il suo modo di parlare, anche se ovviamente non era perfetto, ma almeno comprensibile a tutti.

 

Naruto, mi sono sempre chiesta una cosa! come mai all’inizio ti fidavi sempre e solo di me?”

Naruto mi guardò e sorrise “Perché tu volevi aiutare me. non fare me del male!”

“Ma anche Kakashi e Tsunade!” gli feci notare.

Naruto si fermò a pensare “Vero, ma loro pensavano che io sono pericoloso e non sicuri che aiutare me cosa buona! Io non mi fidavo”

JIraya? Ti è piaciuto subito però!”

Naruto si fece triste “si, lui no crede me pericoloso e quindi mi è simpatico però…

Lo incitai a continuare quando si fece silenzioso.

“però lui ha forte senso di colpa verso me!”

Sgranai gli occhi. Non sapevo spiegarmi perché il sennin dovesse sentirsi in colpa. Che fosse in parte sua la colpa di ciò che era accaduto a Naruto.

Nemmeno lui lo sapeva.

 

Quando tornò nell’albergo in cui soggiornavamo, Naruto volle chiarire quella situazione.

Jiraya, posso parlare te?”

“Non ora Naruto, sono stanco!” disse buttandosi su di una poltroncina.

Naruto ignorò la richiesta del sennin e continuò a parlare “perché sei in colpa verso di me!”

Jiraya sussultò e fissò Naruto.

“t-tu come fai a-a saperlo?”

Intervenni io in quel momento, spiegando lui la capacità di Naruto di leggere il chakra.

oh…abilità che torna alquanto utile!”

“Allora? Perché?” insistette il mio compagno.

Jiraya sospirò e disse a Naruto di sedersi per terra, dove si trovava un Kunai, che il ragazzo cominciò a maneggiare stando attento a non farsi male.

“mi sento responsabile per quello che ti è accaduto Naruto?”

Sia io che lui alzammo un sopracciglio.

In che senso si sentiva responsabile?

“quando sei nato e tuo padre ti ha sigillato dentro la volpe a nove code, lasciandoti orfano, c’erano tre possibilità: ucciderti, rinchiuderti da qualche parte affinchè la volpe non ferisse più nessuno fino al momento della tua morte e…che qualcuno di affidabile si occupasse di te.”

Fece un attimo di pausa.

“ovviamente nessuno voleva crescere il bambino che custodiva il demone che distrusse il nostro villaggio 16 anni fa e così si rivolsero a me. Io per diritto ero l’unico che poteva richiedere la tua adozione, ma…” venne interrotto da Naruto

“ma nessuno detto te di me? venuto a sapere adesso e ora tu portato me con te?”

Vidi Jiraya scuotere la testa .

“No, Naruto. io sapevo della tua nascita e della tua situazione!”

“cosa è successo?” chiesi a bassa voce.

“Non ti ho voluto!” disse Jiraya guardando il ragazzo tristemente.

Sgranai gli occhi e mi girai verso Naruto, il quale scattò immediatamente in piedi e lanciò il kunai che aveva in mano a Jiraya.

L’uomo riuscì a schivarlo, anche se un rivolo di sangue cominciò a uscirgli dalla guancia.

Naruto!” lo sgridai.

“non hai voluto me perché sono un mostro vero?” disse arrabbiato.

Jiraya, stupito per il gesto di Naruto, scosse la testa.

“assolutamente no! non mi interessa se in te c’è o no kyuubi. Non ho voluto occuparmi di te perché mi ricordavi tuo padre e inoltre…perché mi sentivo responsabile della sua morte. Era mio allievo, avrei dovuto proteggerlo e non mandarlo a morire. Dovevo difenderlo, soprattutto essendo a conoscenza che era appena diventato padre. Sapevo che sarebbe morto usando il sigillo del diavolo, ma non ho fatto niente.” disse a testa china.

Vidi gli occhi di Naruto diventare rossi. Successivamente li chiuse e si mise nuovamente a sedere. Ormai avevo capito che quando aveva gli occhi rossi, leggeva il chakra delle persone.

“Dici la verità. Scusa se reagito male. Odio persone che evitano me perché mostro!”

Naruto!” dissi piano.

“si, ti capisco, ma non ti biasimo se ce l’hai con me!”

“Ora perché tu portato con te?”

“Per farmi perdonare e per evitarti la prigione. Inoltre è giunto il momento che mi prenda le mie responsabilità, se davvero non voglio deludere tuo padre!”

“Padre? Cos’è un padre?”chiese curioso.

Sussultai. Avevo dato per scontato che sapesse cosa fossero un padre e una madre.

Jiraya era sorpreso quanto me “hai presente le due persone con cui ha parlato Sakura prima di partire? L’uomo era il padre di Sakura!”

“Anche tu uomo, quindi sei padre?” chiese ingenuamente Naruto.

Jiraya si mise a ridere “no, no e forse è meglio così! Non so come sarebbero venuti su i miei figli, ma se ti avessi cresciuto io Naruto, diciamo che potevo considerarmi una sorta di padre!”

Intervenni io “tutte le persone hanno un padre e una madre, che insieme vengono chiamati genitori. Quando due persone si amano, danno vita a un nuovo essere umano e questo viene chiamato figlio! La donna e l’uomo che hai incontrato prima della mia partenza erano mia madre e mio padre e io sono la loro figlia e se sono nata perché loro si amano!”

Vidi Naruto sgranare gli occhi “si, ma…come fanno a dare vita a nuovo essere umano?”

Sussultai. Ora come glielo spiegavo. Diventai bordeaux.

“gli vuoi spiegare della cicogna e dei cavoli o la vuoi fare più semplice?” mi chiese Jiraya.

Lo guardai sospettosa…cosa voleva dire? Come si poteva rendere più semplice quella situazione?

Vidi Jiraya tirare fuori dal suo zaino un libro e darlo a Naruto. lo riconobbi subito.

“Leggilo e imparerai tutto quello che devi sapere…anche più!” disse sorridendo.

Il ragazzo prese il volumetto e iniziò a sfogliarlo, ma non fece in tempo a leggere nemmeno la prima riga che glielo strappai di mano.

Naruto ti vieto categoricamente di leggere questo libro e qualsiasi libro che Jiraya-sama ti possa dare!” dissi rossa in volto.

Non avevo letto quei libri, ma sapevo l’argomento in questione e per il momento preferivo che Naruto rimanesse ignaro di certe cose.

Naruto mi guardò in modo strano, mentre jiraya se la rideva sotto i baffi per quella scena. Per fortuna il mio compagno dimenticò subito l’accaduto e si dimenticò di fare altre domande sull’argomento e continuò quello precedente.

“Quindi visto che anche io uomo, ho dei genitori?” disse Naruto.

Jiraya annuì “si chiamavano Minato Namikaze e Kushina Uzumaki, dalla quale hai preso il cognome. Erano brave persone, devi essere orgoglioso di essere loro figlio!”

Naruto sorrise “Kyuubi dice che mio padre è hokage. Importante come Tsunade a Konoha! Ma perché kyuubi odia tanto lui?”

Jiraya gli raccontò bene cosa era accaduto quella notte di 16 anni fa e cosa consisteva la tecnica del sigillo del diavolo.

“Per questo motivo tu hai dentro di te il demone. Ma non devi odiare tuo padre. Se sapesse che avessi vissuto così, non ti avrebbe mai condannato a un’esistenza simile!”

Naruto era tremendamente serio “Come posso non odiare lui? io soffro causa sua!”

“l’ha fatto perché come ti ho detto era l’unico modo per salvare il villaggio! Se dovessi scegliere di salvare cento persone o Sakura, chi sceglieresti?”

Naruto non ci pensò nemmeno un attimo “Sakura!”

Sorrisi e scossi la testa “è sbagliato questo modo di pensare Naruto!”

Mi guardò confuso.

“Perché salvare persone non conosciute e no quella che voglio bene?”

“Perché cento vite sono più importanti di una sola. Per questo sono finita in prigione. Per aiutare te, ho messo in pericolo tutti gli abitanti del villaggio. Salvare solo le persona a cui si vuole bene è comprensibile, ma allo stesso tempo egoistico”

“Quindi io dovevo rimanere chiuso in prigione?”

Abbassai la testa, per paura che Naruto se la prendesse con me “si! questa volta è andata bene. siamo riusciti a liberarti e anche se ci sono stati molti danni, nessuno è morto, escludendo i ninja nemici, ma se la volpe si fosse liberata…saremo morti tutti!”

Naruto abbassò la testa.

Jiraya si alzò e andò a dare una pacca sulla spalla al ragazzo “vedrai, piano, piano capirai quello che stiamo cercarti di dirti!”

Naruto annuì.

“Senti un po’! ho visto che hai una mira molto buona. Potresti diventare un ninja niente male, che ne dici?”

Naruto sgranò gli occhi “io? ninja? Devo imparare a combattere? Non voglio fare male. Già faccio quando volpe prende mio corpo!”

“essere ninja non significa fare del male alle persone, ma significa proteggere ciò a cui si tiene! Il villaggio e le persone che ci vivono!” gli spiegai pazientemente.

“Proteggere Konoha, tu Tsunade e altri amici?” mi chiese.

Annuii e subito dopo Naruto fu di nuovo in piedi con uno sguardo determinato.

“d’accordo! Cosa devo fare?”

“Con calma ragazzo, prima dobbiamo fare delle compere. Non ho abbastanza strumenti per insegnarti le basi, dato che non hai fatto l’accademia ninja, dobbiamo partire da zero e…ci servono alcune cose! Sakura, procuri tu i libri adatti?”

Era una domanda, ma sapevo che era un ordine e l’indomani andai in giro per le bancarelle per il villaggio con Naruto per comprare quanto necessario.

Oltre a compare quanto ordinato da Jiraya, comprai anche il materiale per preparare qualche crema medicinale. Naruto allenandosi per diventare un ninja si sarebbe fatto male più volte e io, come medico della squadra, dovevo tenermi pronta a tutte le evenienze.

“Sakura, cosa fanno quei due?”

Mi girai verso il luogo indicatomi da Naruto. C’erano due ragazzi, probabilmente fidanzati che si baciavano.

Ehm…si stanno baciando! Lo si fa per esprimere quello che si prova verso la persona amata, Naruto!”

Esso mi guardò confuso.

“Quindi io devo baciare te, Jiraya, Kakashi e altri per dire che voglio bene?”

Sorrisi.

“No Naruto, esistono vari tipi di bacio. Un bacio sulla mano, anche se non è più usato, vuol dire rispetto, sulla guancia, che vuoi bene a una persona oppure può essere considerato un semplice saluto e quello che stai vedendo, cioè sulla bocca, è quello che si scambiano solo gli innamorati. L’amore è un sentimento diverso dal volere bene a una persona, è più forte…molto!”

“come si capisce che ami o vuoi bene a una persona!”chiese Naruto.

“è difficile, a volta si pensa di amare qualcuno quando invece si è solo molto legati a lui!”

Indovino…per capire anche questo ci vuole tempo?” mi chiese Naruto.

Vidi in quel momento Jiraya scappare da una folla di donne che lo inseguiva.

Sospirai.

“No, con Jiraya come maestro imparerai tutto velocemente…anche troppo!” dissi rassegnata all’idea che presto Naruto sarebbe probabilmente diventato come il vecchio pervertito.

Tutto dipendeva da me per evitare che ciò avvenisse.

 

  
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