Capitolo
15: in viaggio
Io, Jiraya e Naruto partimmo per una meta ignota…o
almeno lo era per me e il mio amico.
Mi domandavo cosa avrei fatto e imparato
in quell’arco di tempo.
Nonostante sapessi che avrei sentito la
mancanza di Konoha, ero emozionata.
Mi dispiaceva però dover abbandonare gli
studi di medicina.
È vero, potevo continuarli una volta
rientrata, ma mi infastidiva pensare che Ino mi
avrebbe superata.
Forse questo avvenne anche, ma io imparai
molte altri modi di curare, senza usare necessariamente jutsu
medici e questo mi metteva un gradino sopra di lei ed è anche il motivo per cui
vengo considerata migliore di Tsunade.
Naruto però era ancora più entusiasta di me. Si
guardava in giro e rincorreva qualsiasi animale gli capitasse di vedere.
Soprattutto conigli e cervi, i quali, dopo
un attimo di paura, si facevano prendere e accarezzare dal mio compagno.
Una domanda che mi sono sempre posta è…come fanno gli animali a capire quando si trovano in
pericolo o no. Era lo stesso atteggiamento che aveva Naruto,
ma esso non lo veniva a sapere per istinto, ma, come ci aveva spiegato, grazie
al chakra…ma gli animali invece?
Mah…non l’ho ancora capito.
“è bravo Naruto,
saresti un cacciatore perfetto” disse Jiraya vedendo
il ragazzo prendere un altro coniglietto bianco con qualche chiazza nera.
Naruto lo portò da me per farmelo vedere e
questa volta riuscii anche ad accarezzare l’animale senza che esso scappasse.
“Cosa è un cacciatore?” chiese guardando Jiraya.
“Un umano che uccide alcuni tipi di
animale, per permettere alle persona di mangiare! A proposito, non lasciare
andare anche quella bestia…fra poco sarà ora di
mangiare!”
Naruto strinse il coniglio e lo guardò storto”
tu non mangiare lui! ancora piccolo!” disse lasciando andare l’animale.
“e ora cosa mangeremo?” disse Jiraya incrociando le mani.
“bhe…abbiamo
ancora qualche avanzo di stamattina!” dissi io per cercare di calmare l’uomo.
Alla fine ci trovammo davanti a un falò
con sopra un coniglietto sopra ad arrostire.
Naruto non aveva ceduto alle richieste di Jiraya. Sapeva che alcuni animale si mangiavano, ma non era
d’accordo nell’uccidere animali giovani, quando in giro ce n’erano di vecchi,
ai quali ormai restava loro poco da vivere.
Se tutti gli uomini avessero la metà del
suo atteggiamente, il paese del fuoco e anche gli
altri vivrebbero decisamente in modo migliore.
Il giorno dopo arrivammo in un villaggio
dove abitammo per qualche mese.
Io, mentre Jiraya
andava in giro a…spiare le donne, mi occupavo dell’istruzione
di Naruto.
Gli avevo insegnato a scrivere qualcosina e leggere. Faceva ancora molta fatica, ma faceva
passi da giganti. Con quelle lezioni aveva migliorato anche il suo modo di
parlare, anche se ovviamente non era perfetto, ma almeno comprensibile a tutti.
“Naruto, mi
sono sempre chiesta una cosa! come mai all’inizio ti fidavi sempre e solo di
me?”
Naruto mi guardò e sorrise “Perché tu volevi
aiutare me. non fare me del male!”
“Ma anche Kakashi
e Tsunade!” gli feci notare.
Naruto si fermò a pensare “Vero, ma loro pensavano
che io sono pericoloso e non sicuri che aiutare me cosa buona! Io non mi fidavo”
“JIraya? Ti è
piaciuto subito però!”
Naruto si fece triste “si, lui no crede me
pericoloso e quindi mi è simpatico però…”
Lo incitai a continuare quando si fece
silenzioso.
“però lui ha forte senso di colpa verso
me!”
Sgranai gli occhi. Non sapevo spiegarmi perché
il sennin dovesse sentirsi in colpa. Che fosse in
parte sua la colpa di ciò che era accaduto a Naruto.
Nemmeno lui lo sapeva.
Quando tornò nell’albergo in cui
soggiornavamo, Naruto volle chiarire quella
situazione.
“Jiraya, posso
parlare te?”
“Non ora Naruto,
sono stanco!” disse buttandosi su di una poltroncina.
Naruto ignorò la richiesta del sennin e continuò a parlare “perché sei in colpa verso di
me!”
Jiraya sussultò e fissò Naruto.
“t-tu come fai a-a saperlo?”
Intervenni io in quel momento, spiegando lui
la capacità di Naruto di leggere il chakra.
“oh…abilità che
torna alquanto utile!”
“Allora? Perché?” insistette il mio
compagno.
Jiraya sospirò e disse a Naruto
di sedersi per terra, dove si trovava un Kunai, che
il ragazzo cominciò a maneggiare stando attento a non farsi male.
“mi sento responsabile per quello che ti
è accaduto Naruto?”
Sia io che lui alzammo un sopracciglio.
In che senso si sentiva responsabile?
“quando sei nato e tuo padre ti ha
sigillato dentro la volpe a nove code, lasciandoti orfano, c’erano tre possibilità:
ucciderti, rinchiuderti da qualche parte affinchè la
volpe non ferisse più nessuno fino al momento della tua morte e…che qualcuno di affidabile si occupasse di te.”
Fece un attimo di pausa.
“ovviamente nessuno voleva crescere il
bambino che custodiva il demone che distrusse il nostro villaggio 16 anni fa e
così si rivolsero a me. Io per diritto ero l’unico che poteva richiedere la tua
adozione, ma…” venne interrotto da Naruto
“ma nessuno detto te di me? venuto a
sapere adesso e ora tu portato me con te?”
Vidi Jiraya
scuotere la testa .
“No, Naruto. io
sapevo della tua nascita e della tua situazione!”
“cosa è successo?” chiesi a bassa voce.
“Non ti ho voluto!” disse Jiraya guardando il ragazzo tristemente.
Sgranai gli occhi e mi girai verso Naruto, il quale scattò immediatamente in piedi e lanciò il
kunai che aveva in mano a Jiraya.
L’uomo riuscì a schivarlo, anche se un
rivolo di sangue cominciò a uscirgli dalla guancia.
“Naruto!” lo
sgridai.
“non hai voluto me perché sono un mostro
vero?” disse arrabbiato.
Jiraya, stupito per il gesto di Naruto, scosse la testa.
“assolutamente no! non mi interessa se in
te c’è o no kyuubi. Non ho voluto occuparmi di te perché
mi ricordavi tuo padre e inoltre…perché mi sentivo
responsabile della sua morte. Era mio allievo, avrei dovuto proteggerlo e non mandarlo
a morire. Dovevo difenderlo, soprattutto essendo a conoscenza che era appena
diventato padre. Sapevo che sarebbe morto usando il sigillo del diavolo, ma non
ho fatto niente.” disse a testa china.
Vidi gli occhi di Naruto
diventare rossi. Successivamente li chiuse e si mise nuovamente a sedere. Ormai
avevo capito che quando aveva gli occhi rossi, leggeva il chakra
delle persone.
“Dici la verità. Scusa se reagito male.
Odio persone che evitano me perché mostro!”
“Naruto!” dissi
piano.
“si, ti capisco, ma non ti biasimo se ce
l’hai con me!”
“Ora perché tu portato con te?”
“Per farmi perdonare e per evitarti la
prigione. Inoltre è giunto il momento che mi prenda le mie responsabilità, se
davvero non voglio deludere tuo padre!”
“Padre? Cos’è un padre?”chiese curioso.
Sussultai. Avevo dato per scontato che sapesse
cosa fossero un padre e una madre.
Jiraya era sorpreso quanto me “hai presente le
due persone con cui ha parlato Sakura prima di partire? L’uomo era il padre di
Sakura!”
“Anche tu uomo, quindi sei padre?” chiese
ingenuamente Naruto.
Jiraya si mise a ridere “no, no e forse è
meglio così! Non so come sarebbero venuti su i miei figli, ma se ti avessi
cresciuto io Naruto, diciamo che potevo considerarmi
una sorta di padre!”
Intervenni io “tutte le persone hanno un
padre e una madre, che insieme vengono chiamati genitori. Quando due persone si
amano, danno vita a un nuovo essere umano e questo viene chiamato figlio! La donna
e l’uomo che hai incontrato prima della mia partenza erano mia madre e mio
padre e io sono la loro figlia e se sono nata perché loro si amano!”
Vidi Naruto
sgranare gli occhi “si, ma…come fanno a dare vita a nuovo
essere umano?”
Sussultai. Ora come glielo spiegavo. Diventai
bordeaux.
“gli vuoi spiegare della cicogna e dei
cavoli o la vuoi fare più semplice?” mi chiese Jiraya.
Lo guardai sospettosa…cosa
voleva dire? Come si poteva rendere più semplice quella situazione?
Vidi Jiraya
tirare fuori dal suo zaino un libro e darlo a Naruto.
lo riconobbi subito.
“Leggilo e imparerai tutto quello che
devi sapere…anche più!” disse sorridendo.
Il ragazzo prese il volumetto e iniziò a
sfogliarlo, ma non fece in tempo a leggere nemmeno la prima riga che glielo
strappai di mano.
“Naruto ti
vieto categoricamente di leggere questo libro e qualsiasi libro che Jiraya-sama ti possa dare!” dissi rossa in volto.
Non avevo letto quei libri, ma sapevo l’argomento
in questione e per il momento preferivo che Naruto
rimanesse ignaro di certe cose.
Naruto mi guardò in modo strano, mentre jiraya se la rideva sotto i baffi per quella scena. Per fortuna
il mio compagno dimenticò subito l’accaduto e si dimenticò di fare altre
domande sull’argomento e continuò quello precedente.
“Quindi visto che anche io uomo, ho dei
genitori?” disse Naruto.
Jiraya annuì “si chiamavano Minato Namikaze e Kushina Uzumaki, dalla quale hai preso il cognome. Erano brave
persone, devi essere orgoglioso di essere loro figlio!”
Naruto sorrise “Kyuubi
dice che mio padre è hokage. Importante come Tsunade a Konoha! Ma perché kyuubi odia tanto lui?”
Jiraya gli raccontò bene cosa era accaduto
quella notte di 16 anni fa e cosa consisteva la tecnica del sigillo del
diavolo.
“Per questo motivo tu hai dentro di te il
demone. Ma non devi odiare tuo padre. Se sapesse che avessi vissuto così, non
ti avrebbe mai condannato a un’esistenza simile!”
Naruto era tremendamente serio “Come posso non
odiare lui? io soffro causa sua!”
“l’ha fatto perché come ti ho detto era l’unico
modo per salvare il villaggio! Se dovessi scegliere di salvare cento persone o
Sakura, chi sceglieresti?”
Naruto non ci pensò nemmeno un attimo “Sakura!”
Sorrisi e scossi la testa “è sbagliato
questo modo di pensare Naruto!”
Mi guardò confuso.
“Perché salvare persone non conosciute e
no quella che voglio bene?”
“Perché cento vite sono più importanti di
una sola. Per questo sono finita in prigione. Per aiutare te, ho messo in
pericolo tutti gli abitanti del villaggio. Salvare solo le persona a cui si
vuole bene è comprensibile, ma allo stesso tempo egoistico”
“Quindi io dovevo rimanere chiuso in
prigione?”
Abbassai la testa, per paura che Naruto se la prendesse con me “si! questa volta è andata
bene. siamo riusciti a liberarti e anche se ci sono stati molti danni, nessuno
è morto, escludendo i ninja nemici, ma se la volpe si fosse liberata…saremo
morti tutti!”
Naruto abbassò la testa.
Jiraya si alzò e andò a dare una pacca sulla
spalla al ragazzo “vedrai, piano, piano capirai quello che stiamo cercarti di
dirti!”
Naruto annuì.
“Senti un po’! ho visto che hai una mira
molto buona. Potresti diventare un ninja niente male, che ne dici?”
Naruto sgranò gli occhi “io? ninja? Devo imparare
a combattere? Non voglio fare male. Già faccio quando volpe prende mio corpo!”
“essere ninja non significa fare del male
alle persone, ma significa proteggere ciò a cui si tiene! Il villaggio e le
persone che ci vivono!” gli spiegai pazientemente.
“Proteggere Konoha,
tu Tsunade e altri amici?” mi chiese.
Annuii e subito dopo Naruto
fu di nuovo in piedi con uno sguardo determinato.
“d’accordo! Cosa devo fare?”
“Con calma ragazzo, prima dobbiamo fare
delle compere. Non ho abbastanza strumenti per insegnarti le basi, dato che non
hai fatto l’accademia ninja, dobbiamo partire da zero e…ci
servono alcune cose! Sakura, procuri tu i libri adatti?”
Era una domanda, ma sapevo che era un
ordine e l’indomani andai in giro per le bancarelle per il villaggio con Naruto per comprare quanto necessario.
Oltre a compare quanto ordinato da Jiraya, comprai anche il materiale per preparare qualche
crema medicinale. Naruto allenandosi per diventare un
ninja si sarebbe fatto male più volte e io, come medico della squadra, dovevo
tenermi pronta a tutte le evenienze.
“Sakura, cosa fanno quei due?”
Mi girai verso il luogo indicatomi da Naruto. C’erano due ragazzi, probabilmente fidanzati che si
baciavano.
“Ehm…si stanno
baciando! Lo si fa per esprimere quello che si prova verso la persona amata, Naruto!”
Esso mi guardò confuso.
“Quindi io devo baciare te, Jiraya, Kakashi e altri per dire
che voglio bene?”
Sorrisi.
“No Naruto,
esistono vari tipi di bacio. Un bacio sulla mano, anche se non è più usato,
vuol dire rispetto, sulla guancia, che vuoi bene a una persona oppure può
essere considerato un semplice saluto e quello che stai vedendo, cioè sulla
bocca, è quello che si scambiano solo gli innamorati. L’amore è un sentimento
diverso dal volere bene a una persona, è più forte…molto!”
“come si capisce che ami o vuoi bene a
una persona!”chiese Naruto.
“è difficile, a volta si pensa di amare
qualcuno quando invece si è solo molto legati a lui!”
“Indovino…per
capire anche questo ci vuole tempo?” mi chiese Naruto.
Vidi in quel momento Jiraya
scappare da una folla di donne che lo inseguiva.
Sospirai.
“No, con Jiraya
come maestro imparerai tutto velocemente…anche
troppo!” dissi rassegnata all’idea che presto Naruto
sarebbe probabilmente diventato come il vecchio pervertito.
Tutto dipendeva da me per evitare che ciò
avvenisse.