Remake di Mia Nonna.
Cap.5 Katei
< Sarei voluto andare da
Vegeta, ma questo ha la priorità
> pensò Goku. Sospirò pesantemente e
volò fino a una Casupola nei Monti
Paoz, illuminato dalla luce della luna. Passò di fianco alle
cime degli alberi
e iniziò ad atterrare, vicino a una caverna.
Radish era raggomitolato sul tetto,
calde lacrime gli
scivolavano lungo il viso, tremava e il suo respiro era affannato.
Goku gli atterrò alle
spalle, inginocchiato.
“Ho sentito la tua aura
diminuire di colpo. Qualche nemico?”
domandò.
Radish negò con la testa,
nascondendo il viso tra le mani,
facendo ondeggiare i lunghi capelli mori.
“Non pensare che io sia un
vigliacco, ti prego. Lo so che
non ho la potenza combattiva di Turles, o le tue incredibili
doti” esalò,
mentre le lacrime sgorgavano copiose dai suoi occhi.
< Se Pamela mi vedesse
così mi prenderebbe in giro. Sin
da bambini, quando ero debole, mi dava due schiaffi e mi faceva
riprendere a
forza. Era un migliore amico davvero crudele > pensò.
< Mi dispiace di farti sentire
così insulso. Tu sei un
guerriero fiero e potente, non importa se sei meno potente di me.
Vorrei dirti tante cose, ma mi sento
in colpa. In fondo ho
permesso io a Junior di ucciderti, dovetti farlo a malincuore, non mi
avevi
lasciato scelta > rifletté Goku.
“Radish. Tu non hai mai
gettato la spugna, in nessuno
scontro…” disse, allungando la mano verso di lui.
Radish la allontanò con un
pugno.
“Se mi sono messo a
piagnucolare quando ci siamo affrontati”
ringhiò.
Goku affondò la mano nei
suoi morbidi capelli,
accarezzandogli la testa. “Sono stato il primo a barare. Non
avrei dovuto
tirarti la cosa” sussurrò.
“Ed io non avrei dovuto
rapire tuo figlio.
Ascolta… tu assomigliavi
così tanto a nostro padre. Lui era
un grande eroe, diverso da tutti gli altri della nostra razza.
Però… non mi
ascolta… non mi ha mai ascoltato, capito. Io ero
più simile a nostra madre.
Nella vita non sono stato altro che
un servo incapace di
compiere le sue missioni.
Nostro padre non potrà mai
considerarmi suo figlio” gemette
Radish.
Goku lo abbracciò da
dietro, dicendo: “Cos’è successo?
Perché stai così?” domandò.
“Sai, sono padre, ho un
magnifico figlio che nonostante mi
somigli fisicamente, ha il cipiglio di sua madre. So cosa vuol dire
temere per
loro.
Ed ora non posso aiutare il mio
principe. Lo vedo a
struggersi, rinchiuso nel suo dolore. Non sono mai riuscito a
proteggere
Vegeta. Per quanto ci provassi, per lui ero solo un peso”
gemette Radish.
“Non è
assolutamente vero. Lui non ne parla, ma ti ha sempre
considerato un fratello maggiore… e vorrei poterlo fare
anch’io.
M’insegnerai ad essere un
saiyan, fratellone?” chiese Goku.
Radish si voltò e lo prese
tra le braccia, singhiozzando più
forte.
“Fratellino…”
gemette.
“Il mio nonnino diceva che
chi cerca trova, ma chi non trova
è perché ci mette troppa forza e cade
giù. Smettila di cercare di essere quello
che non sei, concentrati sulle tue tante capacità. Non
rimanere intrappolato in
una ragnatela di pensieri negativi” disse Goku,
strofinandogli la testa sul
petto.
“Ci proverò,
Kakaroth” sussurrò Radish.