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Autore: The Rosablue91    16/05/2019    3 recensioni
Dal testo:
Gli spartani si distanziarono il principe guardava deliziato il fuoco che divorava tutto.
-Sarai contento, ora- chiese l’oracolo impotente e affranto.
-Questo è solo l’inizio- ghignò da sotto l’elmo.
[...]
-...e fino a che non verranno a riprendersi Lucy che nel frattempo sara nostra gradita ospite a Sparta, tu dovrai badare a lei-
-Cosa?! Devo fargli da balia? Ma io-
-Non discutere, Natsu! Obbedisci!- sentenzio il re al figlio ribelle.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajeel/Levy, Gray/Juvia, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Notte travagliata

Atene, porto di Zea
Dove un tempo ospitava navi da guerra adesso in tempo di pace ormeggiavano molte navi mercantili e ora poche galee,  nonostante fosse notte, su una galea qualcuno era ancora sveglio e vigile pronto a cogliere un movimento di vita.
Quelli che all’apparenza erano due uomini.
-Non avrei dovuto lasciarlo andare da solo- si lasciò sfuggire con una nota di apprensione nella voce.
-Ghi, ghi, ghi, Gray ti preoccupi per lui? Starà bene-sghignazzò l’altro.
-Lo spero-
 
La città di Atene era addormentata, le luci delle case spente e i compaesani tra le braccia di Morfeo tranne un cavallo in corsa che veniva incitato a spron di calci sui fianchi.
-Lasciami! Lasciami andare! Dove mi stai portando?-gridava Lucy agitandosi sul dorso dell’animale, per un attimo riuscì a liberarsi dalla presa, ma scivolò e stava per cadere quando l’uomo misterioso la riafferrò saldamente per il polso riportandola in sella per riflesso e paura, col cuore che batteva, si strinse al busto come appiglio mentre lui l’avvolgeva in un braccio.
Doveva avere un fisico ben allenato, scacciò il pensiero, non era il momento di pensare a queste sciocchezze.
-Stai buona, vuoi morire cadendo da cavallo?-la ammonì, Lucy tirò su la testa tentando di scorgere il volto del suo rapitore ma col buio non riusciva a vedere granché però dalla voce si era accorta che era un ragazzo della sua stessa età o poco più.
Non voleva darsi per vinta doveva assolutamente riuscire a sfuggirgli, si guardò intorno cercando una via di fuga quando davanti a se notò le tre figure, riconobbe dei soldati ateniesi, stavano sicuramente facendo una ronda notturna.
La sua salvezza.
Gridò per farsi sentire-aiuto! Aiuto! Mi ha rapita!- mettendoli in allarme, si misero in mezzo puntando le spade  e gridando di fermarsi, ma il giovane continuava la sua corsa, puntando verso di loro.
-Pazzo! Fermati!-
-Non vorrai travolgerli?!-sussultò attonita a poche falcate da loro, i soldati si buttarono a terra e il ragazzo con uno schiocco di redini il cavallo saltò sopra le loro teste, Lucy non credeva ahi suoi occhi, le sembrava di volare.
Il cavallo atterrò e riprese la corsa senza averli sfiorati, Lucy sospirò di sollievo verso i soldati, almeno non avevano niente di rotto.
-Addio-li canzonò.
-Dove mi stai portando?-ripeté  preoccupata, in qualche modo non si stavano dirigendo verso i confini, lui aveva spinto il cavallo da un’altra strada, Lucy avvertì l’odore salmastro del mare.
-Stai tranquilla, siamo arrivati-parlò calmo entrando in una strada dove vi era porto, condusse il cavallo fino ad un molo di pietra dove era ormeggiata una pentecontera stranamente illuminata, con un oh fermò l’animale che sbuffò e gridò verso la nave, chiamando qualcuno-Gray! Sono tornato!-
Dalla nave si affacciò un ragazzo con una torcia accesa  e scese dalla passerella venendo incontro a loro e durante la camminata denudarsi degli indumenti fino a rimanere con torace scoperto, Lucy alzò indirettamente il viso per non vedere e lo indirizzò verso il suo sequestratore, i capelli erano di un colore rosa dei petali di ciliegio, gli occhi erano verdi come i prati rigogliosi a primavera s’incantò più del dovuto ad ammirarlo in silenzio -Natsu era ora che arrivassi, perché ci hai messo tanto?-
 ‘’E così il nome del mio misterioso rapitore è Natsu’’ poteva dargli un’identità adesso.
-Chiudi il becco, Gray!- smontò da cavallo e ordinò alla ragazza-forza scendi-
Lei incrociò le braccia sotto al petto e guardò da un’altra parte-no- secco come uno schiocco.
-Non farmi arrabbiare!-sbottò a quella ragazza.
Gray soffocò a stento una risata-che caratterino-
Lucy tentò di  prendere il controllo del cavallo si aggrappò alla criniera e lo colpì ahi fianchi ma quello non si mosse di un passo e Natsu ridacchiava divertito-che stai facendo?-
-Non vedi? Tento di scappare-
Gray si avvicinò all’orecchio di Natsu sussurrandogli-sicuro di aver preso la persona giusta?-
-Più che sicuro-Chinò il capo di lato e si rivolse alla ragazza-sembrerebbe che tu non abbia mai montato un cavallo in vita tua-
-Questa è la prima volta in vita mia che salgo in groppa a un animale!-puntualizzò Lucy.
Natsu la fissò freddo-Non mentire, altrimenti non saresti arrivata ad Atene su un cavallo, coraggio scendi-
Lucy si rizzò col busto e sbatté le palpebre confusa -Cosa?-la tirò giù prendendola per i fianchi e poi la tenne stretta per un polso, Natsu colpì da dietro il cavallo dicendo- torna dal tuo padrone- galoppando via.
E  mentre Gray faceva strada illuminando il passaggio, Natsu spinse Lucy sulla passerella e lei camminò a piedi nudi sull’imbarcazione, si trovò circondata da uomini. Vide i volti illuminati le loro facce e si voltò per poter vedere il viso di Natsu.
Lei era  completamente fuori posto, suo padre avrebbe dato di matto se avesse saputo che si trovava in un posto del genere e in un’ora così tarda, apri la bocca  tentando di chiarire l’equivoco, ma uno di loro esordì con voce rude-Ghi, ghi, ghi e così ce l’hai fatta, sei riuscito a catturare la spia, niente male per una testa ingioiellata-
E molti commentarono.
-Spia? Quale spia?- domandò Lucy scatenando le risa degli uomini-solo dei manigoldi possono rapire una fanciulla indifesa! Che cosa volete da me?  Un riscatto?-
-Vogliamo le informazioni che hai in tuo possesso-le rivelò Natsu.
Lo guardò interrogativa-quali informazioni? E poi che cos’è questa storia della spia?! Io davvero non capisco-
-Non fare la finta tonta, sappiamo benissimo chi sei-
-Io non so di cosa stiate parlando- si difese Lucy più confusa che mai.
-Possiamo partire, salpiamo- i marinai si misero ai loro posti, un marinaio dai capelli lunghi spettinati tirò fuori un tamburo e lo colpi ripetutamente una volta e facendo due pause i rematori seguivano il ritmo e andando in sincrono con i remi.
-Un momento –la nave procedeva veloce verso il largo.
Doveva fuggire, le sfiorò l’idea di buttarsi in mare, non era un problema per lei, a casa sua aveva un’enorme vasca in cui aveva imparato a nuotare, certo in confronto al mare era paragonabile ad una pozzanghera, ma non aveva altra scelta, sempre meglio che restare nelle mani di quei banditi, doveva rischiare, voltò la testa mentre quel Natsu era impegnato a dare ordini.
Era il momento giusto per sgusciare via.
 Notando che non la vedeva nessuno, si avvicinò alla balaustra in punta di piedi e ci salì sopra con l’intenzione di fare un tuffo notturno, inghiottì un groppo in gola fissando quell’acqua torbida e scura.
-Non farlo!- Natsu in quel momento aveva altri piani per lei, la riagguantò per la vita tirandola giù, Lucy tentò inutilmente di divincolarsi da lui.
Aveva esitato troppo a lungo, fissò un Natsu infastidito e la teneva ancora serrata a sé, il cuore di Lucy pulsò traditore, nessun ragazzo l’aveva mai abbracciata a quella maniera.
 -Non pensare di gettarti in mare, ho delle domande da farti, vieni con me- lasciandola  andare.
-Ghi, ghi, ghi ei testa ingioiellata!-lo richiamò voce rude, uno dei suoi uomini quello che stava suonando il tamburo-che vuoi, Gajeel?-
-Se hai bisogno di una confessione so io come estorcergliela a quella spia, vedrai canterà come un canarino- ghignò sadico.
Lucy inghiottì un groppo in gola, non voleva essere lasciata ‘’alle cure’’ di quel tizio che solo il suo aspetto le incuteva timore, sussultò quando vide una freccia infuocata fischiare nel buio e conficcarsi sull’albero maestro, mettendo in allerta gli uomini.
-Ci attaccano!-
-Alle armi!-
Videro dietro di loro una nave avvicinarsi.
-Gli ateniesi!-
-Tsk, maledizione!- disse rabbioso Natsu a denti stretti si rivolse ai marinai-Uomini, imbracciate le armi! Stanotte copriremo il mare col sangue dei nostri nemici!-
Un boato di –SIII- echeggiò sulla nave, si rivolse a Lucy spingendola con forza verso la stiva -entra, parleremo più tardi-
Lucy piantò i piedi scalzi sulla soglia e gridò al ragazzo disperata-Aspetta! Non sono una spia non-
Non sentì ragioni, la mano di Natsu la spintonò all’interno e ruzzolò giù sulla scala di legno, si rialzò sollevando le mani sulle assi di legno-ahi…ahi che modi- alzò la testa e fece in tempo a vedere Natsu che richiudeva la stiva-non lasciarmi sola!- gridò lei, completamente cieca e al buio sentiva le grida fuori dalla stiva e un cozzare di spade, si portò le mani sulle orecchie e mormorava singhiozzante-è un sogno! È un sogno! Aiuto! Aiuto!-doveva trattarsi di un incubo, Spetto avrebbe sentito le sue urla e sarebbe venuta a svegliarla e rincuorandola che si era trattato solo di un brutto sogno, ma non arrivò.
Non arrivò nessuno, era completamente sola.
Scoppiò a piangere, si mise seduta e si abbracciò le gambe, affondando la testa sulle ginocchia.
 
L’alba prese il posto della notte, era stata una serata all’insegna della lotta i nemici avevano provato a prendere d’assalto la nave ma avevano trovato pane per i loro denti. La nave fu assaltata dai nemici e Natsu aveva portato i suoi uomini alla vittoria, quei maledetti ateniesi avevano avuto la peggio dopo due decenni di pace erano diventati talmente fiacchi da essere sconfitti in poche ore.
 I suoi uomini avevano buttato in mare i cadaveri che sarebbero diventati cibo per i pesci e ripreso a navigare, Gray aveva consigliato di andare avanti e non fermarsi, Atene avrebbe mandato altre galee e non potevano permettersi di perdere tempo.
Decise di andare finalmente ad interrogare la ragazza di persona, lasciò il comando della navigazione a Gray e si diresse alla stiva aprì porta e se la richiuse alle spalle.
L’interno adesso era rischiarato dalla luce solare filtrata dalle fessure di alcune assi, gli occhi verde smeraldo di Natsu si posarono sulla figura addormentata in posizione fetale della spia, si avvicinò a passo felpato  e notò che aveva pianto, le sembrava un cucciolo spaurito, i capelli spettinati, si chinò e le toccò cautamente una guancia, come faceva una ragazza dall’aspetto così innocente essere una spia? Gli ateniesi dovevano essere impazziti se adesso usufruivano di ragazze che venivano addestrate nell’arte dello spionaggio.
L’apparenza poteva ingannare.
D’un tratto lei si svegliò di soprassalto sbattendo le palpebre e mettendo a fuoco la figura nerboruta di Natsu e scacciandogli la mano.
-T-tu?- balbettò terrorizzata.
-Oh bene sei sveglia, ora potremo iniziare l’interrogatorio, sei pronta a confessare?- chiese pazientemente.
La ragazza si alzò da terra e si guardò attorno cercando una via d’uscita, non c’era solo cibo presente ma anche armi lance, archi, frecce e scudi sopra di essi c’era l’effige  di una lettera, la lettera lambda dell’alfabeto greco.
 Non poteva essere vero,  puntò lo sguardo su Natsu spaventata  e le disse-parla-
-Spartani…siete spartani- Squittì, non era quello che il ragazzo voleva sentirsi dire.
I nemici di Atene, nati per uccidere, bruti e votati alla lotta, si addestravano al combattimento fin dalla più tenera età, Sparta era votata a fare dei suoi cittadini guerrieri assetati di sangue mentre contrariamente Atene preferiva lo studio e la conoscenza.
Dopo il trattato di pace stipulato da loro re e dal consiglio di Atene, non avevano più avuto motivo di scatenare nemmeno una scaramuccia.
Che abbiano ricominciato a farsi la guerra?
Indietreggiò di fronte al suo antico nemico-V-vuoi uccidermi?-
-Non ho alcuna intenzione di eliminarti per ora-si piazzò di fronte a lei-Chi è stato?-
-Non capisco chi è chi?-le sue mani calde e callose  si posarono sulle sue spalle.
Natsu la scosse e la guardò con occhi taglienti-Ascoltami bene, spia dell’oracolo, non so a che gioco stai giocando ma la mia pazienza a un limite e ora parla se non vuoi che ti faccia male-
Aveva detto proprio  spia dell’oracolo? Che l’avesse scambiata per Wendy? Era tutto un gigantesco equivoco.
-Devi avermi confusa con qualcun'altra, io non sono una discepola dell’oracolo di Delfi- ribatté la ragazza tentando di sottrarsi dalle sue mani.
-Mi prendi per uno sciocco!- le toccò la spilla con l’indice e il pollice-questa ce l’hanno soltanto coloro che servono l’oracolo di Delfi-
Non poté negare-Questo è vero e mi è stata regalata da un’amica-
-Davvero pensi che possa credere ad una scusa banale come questa?-
-Ma è la verità!-
La lasciò andare e incrociò le braccia al petto-ammettendo che tu abbia detto il vero, chi saresti?-fingendo di stare al gioco di quella spia.
-Mi chiamo Lucy Hearthphilia, e sono la figlia di un arconte- si presentò fiera.
Buona questa, scoppiò a ridere tenendosi una mano sulla pancia-Ahahahaha, tu la figlia di un arconte? Buona questa-
-Non mi credi- stringendo i pugni.
Natsu si riprese-conosco bene gli arconti e non ho mai sentito dell’esistenza di una presunta figlia dell’arconte Jude Hearthphilia, mi stai mentendo e ora dimmi del mandante-
-Quale mandante?- domandò frustrata a quella testa d'asino.
-Quello che ha tentato di uccidere il re!- disse pieno d’ira-le prove portano ad Atene! Dimmi chi è stato!-
Il re? Qualcuno aveva tentato di assassinare il re di Sparta? E pensavano che fosse stato qualcuno che risiedeva ad Atene?-
-Allora-chiese impaziente.
-Ti giuro che non so niente! Per favore riportami a casa io non c’entro niente- latrò la ragazza.
Natsu non s’impietosì-non importa, se non vuoi parlare con me, devo condurti a Sparta, così mi è stato detto-sentenziò voltandole le spalle e risalendo i gradini di legno.
Quello che le aveva detto la lasciò attonita.
Sparta? Era impazzito? Non ci sarebbe andata, questo è poco ma sicuro.
-Sei sordo!? Riportami subito  a casa mia!- afferrò un elmo e glielo lanciò, Natsu lo schivò abbassandosi e le urlò-sei pazza!?-per risposta gli lanciò altri elmi che trovò dentro un baule.
-Reclamo i miei diritti! E se non vuoi ascoltarmi, mi comporterò come una pazza, urlerò proprio come una pazza, fino a che non mi riporterai ad Atene!-le sue proteste non vennero ascoltate e lui la lasciò di nuovo sola chiudendo la porta dall’esterno  dopo che un altro elmo colpisse la superficie in legno.
 
Natsu si diresse vicino a Gray che era poggiato di schiena sulla balaustra e lo informò-il vento è a nostro favore, arriveremo sulla terraferma in soli tre giorni-
-Bene-soffiò Natsu, l’amico di piegò un momento a fissarlo eloquente  in viso.
-Che faccia scura, non sei riuscito a cavarle uno straccio d’informazione?-
Natsu grugnì-ha parlato fin troppo dicendomi un mucchio di stupidaggini-
-Vero, abbiamo sentito le vostre voci fino a qui, cosa ne pensi di lei?-
- O è stata addestrata troppo bene o è davvero estranea alla faccenda-rispose corrucciato.
-E tu a cosa credi?-
Si girò a guardare il mare azzurro-quello che credo non ha nessuna importanza, in qualche modo è legata all’oracolo-disse infine  il rosato cambiando discorso- e dobbiamo attenerci agli ordini-
Gray lo imitò, voltandosi anch’esso verso l’acqua-Tuo fratello non ti ha accennato a nessun altra notizia?-
-No, il messaggio diceva solo di portare la spia a Sparta-
-Che te ne farai una volta che avrà vuotato il sacco?-
-Non possiamo lasciarla tornare ad Atene, sai che il destino delle spie è la morte-disse ostentando indifferenza anche se non andava pazzo di macchiarsi del sangue di una ragazza.
-Potresti sempre tenertela per te in fondo sei  stato tu a catturarla-sorridendo sardonico.
Lo fissò come se avesse detto una gigantesca sciocchezza-quella lì? Hai perso la testa-
-Ma dove hai gli occhi? Una così non dovresti lasciartela scappare, devi ammettere che è molto bella-
Ripensò a quella figura, quel corpo, i lunghi capelli biondi, quelle pozze marroni che erano i suoi occhi, la bocca di rosa, scacciò il pensiero.
-La cosa che conta adesso è trovare chi ha ordito il complotto contro il re e lo ucciderò con le mie mani –giurò Natsu con sguardo pieno d’ira bruciante.
 
                                                                                    ***
Aeropago
Dove un tempo sorgeva il tempio dedicato al dio Ares adesso era solamente una collina dove i membri per l’assemblea a discutere d’importanti questioni politiche come ad esempio il benessere del paese, giudicare chi si era macchiato di crimini contro lo Stato.
Le riunioni avvolte si prolungavano fino a notte fonda come sempre e gli arconti rappresentavano le classi più ricche di Atene, nove in tutto.
Prese la parola un uomo di mezza età dai capelli biondi e i baffi.
-Dovremo aumentare la tassa doganale sulle merci, Atene sta diventando una meta di molti viaggiatori, questo porterà prosperità al commercio e alle casse dello Stato-
-Pensate sempre all’economia del paese, arconte Hearthphilia-
Un uomo dai capelli aranci e la barba ispida sbadigliò sonoramente e l’arconte Hearthphilia puntò gli occhi su di lui-trovate il discorso noioso, arconte Clive?-
-Perdonatemi, signori miei, ma abbiamo discusso tutta la mattinata di cose alquanto noiose e francamente non mi dispiacerebbe fare una dormita rigenerante-
-Il benessere di Atene è molto più importante dei nostri bisogni, arconte Clive-puntualizzò un altro arconte.
-Siete una roccia arconte Belserion-
-Tuttavia penso che l’arconte Clive abbia ragione, direi che possa bastare, le mie povere ossa necessitano di riposo-disse stanco uno di loro molto anziano.
Un arconte in la con gli anni, doveva avere circa la sua età, si rivolse a lui-Alla tua età riesci ancora a tirare avanti con questo lavoro, Makarov? Dovresti ritirarti e lasciare il posto a tuo figlio-
-La stessa cosa potrei dire di te io di te, Yajima-ribatté piccato all’amico.
Un soldato ateniese interruppe il piacevole diverbio-domando scusa miei signori, ma è una faccenda della massima importanza-
-Tutto è sempre di massima importanza, sentiamo cosa c’è stavolta? Un terremoto o Sparta ci ha dichiarato guerra?- domandò ironico.
Il soldato si rivolse all’arconte Hearthphilia che lo guardava con sguardo severo -Be…ecco la casa dell’arconte, stanotte a preso fuoco-
-Cosa!? E perché non sono stato informato?- domandò attonito.
-Un incendio?-
-Deve essere scoppiato in modo accidentale-
-L’incendio è stato domato ma purtroppo vostra figlia è…ecco-abbassò lo sguardo, l’arconte pretese immediatamente una spiegazione, preoccupato della sorte della sua unica figlia -cos’è successo a mia figlia Lucy? Sta bene? È ferita?-
-Ecco…lei è stata rapita-rivelò al padre ora scioccato.
Gli arconti si scambiarono sguardi preoccupati e interrogativi, Jude Hearthphilia lo interrogò perentorio- come è potuto succedere?-
Il soldato indicò dietro di se-ci sono due testimoni-
-Che aspetti? Falli passare!-
La guardia scortò Bero, l’anziano precettore di sua figlia Lucy e una ragazzina a lui sconosciuta, che si nascondeva timida dietro l’uomo.
-Bero spiegami cosa è successo?-
-Ecco signore è accaduto tutto così in fretta, ma Lucy-sama è stata rapita da un uomo misterioso-
-L’avete riconosciuto? Che aspetto aveva?-forse potevano rintracciare chi l’aveva rapita.
Belo scosse la testa affranto-Mi dispiace, l’ha presa e l’ha portata via-
-Ma doveva avere qualche elemento di riconoscimento-insisté l’uomo a quel punto si fece avanti la bambina.
-Ehm ecco, io credo di aver visto qualcosa che potrà esserci utile di ritrovare Lucy-san-
-Hai visto qualcosa? Parla te ne prego-disse il padre, forse aveva una speranza nel ritrovare Lucy.
-Potrebbe essere stato un gioco di luci ma la capigliatura dell’uomo era rosa, di questo ne sono sicura-
-Un uomo dai capelli rosa è insolito ad Atene- commentò l’arconte Clive.
-Chiunque sia lo troverò e mi farò restituire mia figlia-
L’arconte Belserion si rivolse alla ragazzina dai codini blu-Chi sei bambina?-
La presentò Bero-si chiama Wendy ed è una discepola della Pizia Porlyusika, è venuta da Delfi per portarvi un messaggio dell’oracolo stesso-
Jude Hearthphilia fissò la ragazzina attento e intimorito.
Yajima e Makarov si scambiarono uno sguardo di complicità e quest’ultimo domandò-Le sorprese non finiscono mai, cosa dice l’oracolo?-sapendo che quel momento era arrivato.
Prese aria alla bocca e disse d’un fiato-È giunto il tempo-
   
 
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