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Autore: _Sevvie_    24/07/2009    3 recensioni
“Bella vita?! Credi che uccidere Voldemort sia stata una passeggiata? Credi di essere stato l’unico a soffrire?!” Lui la guardò confuso. “Sì Malfoy. So benissimo che tu hai sofferto. E soffri tutt’ora…” “E adesso che lo sai, hai risolto qualcosa? No. Bell’affare! Non cambia niente…non è cambiato niente. Per voi sono sempre stato solo un Mangiamorte. E vi è sempre bastato questo.” “Spiegamelo allora, chi sei veramente!”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
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the truth of draco

The truth of Draco

 

 

 

 

 

 

Pioveva fitto, le strade erano allagate e faceva un freddo insolito per essere fine luglio.
Cassie Defloir, una ragazza dalla pelle chiara e dai capelli ramati, camminava svelta, cercando di arrivare il prima possibile a casa. Era appena calato il sole, ma era buio. Le folte chiome degli alberi riparavano la strada da quel poco di luce rimasta, e davano a Dorset Road un’aria tenebrosa e che incuteva un certo timore a chi non la conosceva bene.
Il suo ombrellino aveva l’aria di non resistere ancora per molto al forte vento che lo sbatacchiava qua e là.
Cassie odiava la vita da babbana, la privava di certe comodità ormai divenute per lei fondamentali per vivere bene, ma sapeva che per motivi di sicurezza, doveva vivere a Wimbledon, uno dei pochissimi quartieri di Londra ad essere completamente babbano. E proprio per questo, era uno dei quartieri dove era assai improbabile venire attaccati dai Mangiamorte che, dopo la morte del loro Signore, bramavano ancora di ricostruire l’Impero del Terrore che il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi aveva creato prima dell’attacco per lui poco fortuito a Casa Potter, 18 anni prima.

Cassie proveniva da una famiglia mezzosangue. Sua nonna era una strega, ma sua madre,a differenza dei suoi fratelli, era una Magono. Le probabilità che Cassie fosse una Strega erano davvero minime,la famiglia nemmeno ci sperava, considerando il fatto che suo padre era un babbano. Invece eccola là. Una strega molto dotata e sveglia. Era entrata ad Hogwarts solo nel quinto anno, in precedenza aveva studiato privatamente, nonostante Silente avesse pregato innumerevoli volte di iscriverla, la famiglia si era rifiutata, sostenendo che sarebbe stata derisa dai suoi compagni di classe per via delle sue origini. Dopo il ritorno di Voldemort, però, la madre ritenne necessario mandare la figlia ad Hogwarts, sotto la protezione di Silente. La ragazza legò subito con Harry, Ron ed Hermione, inserendosi perfettamente nell’ambiente scolastico.

 Stava per attraversare la strada, quando sentì dei singhiozzi. Si fermò, per capire se quel che aveva sentito era reale o se se l’era immaginato, ma i singhiozzi continuavano. E non provenivano dall’interno delle case, altrimenti non sarebbe mai riuscita ad udirli. Si guardò attentamente attorno, incapace di mettere a freno la sua curiosità, da sempre caratteristica del suo carattere. Vide la figura di qualcuno, accovacciato per terra.
Si avvicinò un po’ per fare in modo che lui, dalla corporatura aveva capito che era un ragazzo, la sentisse.
“Serve aiuto?” chiese con tono dolce e un po’ allarmato. “Posso fare qualcosa?”

Quando si accorse di chi fosse, istintivamente tirò fuori la bacchetta, pronta a difendersi in caso di attacco, anche se, dalle condizioni del ragazzo, dubitava che lui l’avrebbe attaccata.
“Defloir vattene…” disse con tono autoritario.
“No. Voglio vederti in faccia Malfoy. Voglio guardare negli occhi colui che ha quasi ucciso Silente…e capire se le tue lacrime sono dovute al rimorso per quello che hai fatto, oppure dalla perdita del tuo padrone…”
“E pensi di capirmi guardandomi negli occhi?” sibilò sprezzante. “Finiscila, Defloir. In me vedrai quello che hanno sempre visto i tuoi amichetti…”
“Ti sbagli Malfoy.”
“Io non sbaglio mai! Adesso levati dai piedi”
Lei rimase ferma dov’era, senza muoversi. Aveva sempre pensato che c’era del buono in Draco Malfoy. Certo, era una viscida serpe, con quella stupida ossessione del sangue puro, vanesio e di un’altezzosità da rendersi odioso per chiunque non fosse esattamente come lui, ma non era un Mangiamorte. Cassie lo sapeva, lo sentiva. Non era un Mangiamorte nell’animo, era sicura che il Marchio che aveva sul braccio, aveva dietro qualcosa di più complesso che i suoi amici si erano rifiutati di prendere in considerazione.
“Senti cosa c’era di poco chiaro nella frase ‘levati dai piedi’?” chiese scocciato il biondo, vedendo che la ragazza non si era mossa di un centimetro.
“Malfoy non ti è chiaro il concetto che io non me ne vado di qui senza almeno uno straccio di spiegazione sincera del motivo per cui stai piangendo seduto per terra in un quartiere babbano e non nella tua reggia?!”
Lui la guardò leggermente sbalordito, domandandosi perché lei stesse perdendo tempo con lui, perché gli interessasse il motivo per cui si nascondeva in quella merda di quartiere e soprattutto perché non lo avesse attaccato.
“Non sei tenuta a saperlo. Sono cazzi miei e non voglio il tuo aiuto. Quindi, se non vuoi che ti costringa con la forza, togliti dai coglioni e torna dai tuoi amichetti a fare la bella vita da eroina!”
Le guance di Cassie si infervorarono per la rabbia scatenata dalle parole dell’ex Serpeverde.
“Bella vita?! Credi che uccidere Voldemort sia stata una passeggiata? Credi di essere stato l’unico a soffrire?!”
Lui la guardò confuso.
“Sì Malfoy. So benissimo che tu hai sofferto. E soffri tutt’ora…”
“E adesso che lo sai, hai risolto qualcosa? No. Bell’affare! Non cambia niente…non è cambiato niente. Per voi sono sempre stato solo un Mangiamorte. E vi è sempre bastato questo.”
“Spiegamelo allora, chi sei veramente!”
“Mio padre ha sempre voluto che io seguissi le sue orme, sin da bambino. Mi ha cresciuto con l’ambizione che io diventassi come lui. E io ero contento di farlo. L’educazione che avevo ricevuto, non aveva lasciato spazio ad altro: ero un Mangiamorte per nascita. Non c’erano altre strade. E la cosa mi entusiasmava, non vedevo l’ora che giungesse il momento in cui avrei visto il Marchio tatuato sul mio avambraccio sinistro. Ero ansioso di rendere orgoglioso mio padre.
Quando misi piede per la prima volta a Hogwarts e vidi Potter, cercai subito di avvicinarmi a lui. Mio padre mi aveva parlato di lui, e io ero curioso di conoscerlo. Magari era come me. Ma capii subito che era il mio opposto e lo odiai sin da quel giorno… Non capivo nemmeno perché, all’inizio ero convinto che tutto derivasse dal fatto che i miei principi erano diversi dai suoi. Lui credeva nel bene, nella giustizia, nella lealtà, nella luce. Io credevo nel male, nella crudeltà, nelle tenebre. Ma poi, col tempo, capii che lo odiavo perchè avevamo una cosa in comune: da entrambi qualcuno si aspettava grandi cose. E io mi accorsi di non voler avere niente a che fare con lui. Potter è un superficiale, così come lo siete voi. Vi fermate alle apparenze. Per voi esiste il Bene e il Male. Chi è dalla parte del Male va distrutto, ed è una cosa che odio.
Poi quando mio padre finì ad Azkaban, il Signore Oscuro decise di farmi diventare un Mangiamorte. Mi tatuò il Marchio e mi diede un compito: uccidere Silente. Mi sentii cadere il mondo addosso. In quel momento aprii gli occhi: capii che quella non era la vita che veramente volevo. Ma ormai non potevo farci niente. L’idea di uccidere Silente mi tormentava tutte le notti. Non hai idea di quanto pesasse su di me quel compito. Ma non avevo vie di scampo, dovevo farlo, altrimenti avrebbe ucciso tutta la mia famiglia, oltre me.”

Cassie tacque, sentendo gli occhi pizzicare. Il discorso di Malfoy era stata la conferma della validità della sua teoria.
“Non volevo un confronto diretto con lui. Non volevo affrontarlo, non sarei riuscito ad ucciderlo. Così tentai per vie traverse, finendo per colpire la Bell e Lenticchia. Alla fine, però, non ho potuto evitare il confronto. Silente reagì come se aspettasse quel momento. Sapeva tutto e io non ce la feci, nonostante lui fosse disarmato e indebolito. Poi arrivarono gli altri…e Piton che lo uccise al mio posto.”
“Da quel giorno… che è successo?” chiese con un filo di voce la ragazza, provata dalle emozioni che Malfoy le stava confessato, piacevolmente sorpresa che lui lo avesse fatto senza opporre troppa resistenza.
“Non ebbi più compiti da eseguire per ordine suo, ma ero pur sempre uno dei suoi seguaci, il figlio di quello che era stato uno dei migliori e mi aspettavo che mi desse qualche altro incarico importante, ma non fu così. Avevo a che fare con lui solo perché la mia ‘reggia’ era una sorta di quartier generale. Lui andava e veniva da casa mia e col tempo ci feci l’abitudine.”
“Quando morì, che successe?”
“Ci fu il panico. Gran parte di noi fu arrestata. Io mi salvai dal carcere solo perchè riconobbero che il mio tentativo di uccidere il preside non era dipeso da me direttamente. Il giudice che era a capo della Corte Suprema era di un’incredibile comprensione e mi diede solo un anno di libertà magi-vigilata.”
“E perché ti trovi qui, ora?”
“Alcuni degli ex-Mangiamorte che si sottrasse al carcere ambisce, come sai, a ricreare l’Impero del Terrore. Però gli serve un capo e nessuno vuole prendersi quella responsabilità perché sanno benissimo che sarebbe rischioso. Io mi discostai subito da loro. Non avevo paura, come quando il Signore Oscuro era vivo. Ma mi hanno minacciato. E giurato di vendicarsi e così hanno fatto. I miei genitori sono stati torturati e uccisi e adesso stanno cercando me.”

Cadde il silenzio. Nessuno dei due sapeva cosa dire. Cassie era turbata, profondamente turbata da quello che Malfoy le aveva raccontato. Durante tutto il discorso era rimasta con la bacchetta abbassata, ormai pienamente convinta e sicura della sua convinzione che il ragazzo non l’avrebbe attaccata.
“Vieni con me.” Disse dopo un po’. “Piove e fa freddo. E non è molto sicuro per te startene per strada…”
Malfoy si voltò di scatto verso di lei, incapace di credere che lei lo stesse veramente aiutando.
“Dove?”
“A casa mia. Vivo con Harry, in realtà.”
Malfoy scosse la testa. “No. Con Potter non ci sto. E nemmeno lui sarebbe particolarmente contento, Defloir lascia stare, me la cavo da solo. Non ho bisogno di te…e del tuo aiuto.”
“Tu HAI bisogno di aiuto e si dà il caso che io sia disposta a dartelo perché ti credo. E sono in grado di aiutarti….Harry adesso è in vacanza, non tornerà prima della fine di agosto. E in un mese ho tutto il tempo per trovarti un posto sicuro. Intanto casa mia è sicura per te. Nessun mangiamorte verrà qui.”
“Defloir… come fai a credermi? In dieci minuti, già ti fidi di me?”
“Malfoy io ho detto che credo a quello che mi hai detto. Non che mi fido di te. Ma ho sempre creduto che tu non volessi veramente essere un Mangiamorte e non mi sbagliavo…”
“Potrebbe essere un trucco. Potrei attaccarti quando meno te lo aspetti…”
“Oh sì potresti farlo, ma non ho paura. Sono perfettamente in grado di difendermi da te, Malfoy.”

 

 

 

 

 

 

 

 

My little space:

 

Eilà!!!!!
Altra one-shot scritta di getto, dopo essere tornata dal cinema. (Harry Potter e il principe mezzosangue.)

Ripensavo al settimo libro, che a me è piaciuto tantissimo, salvo una cosa: Draco Malfoy.
Avevo sperato fino all’ultimo che la Rowling ci dicesse che in realtà Malfoy non era un Mangiamorte vero, che in realtà non volesse quella vita, ma non l’ho ha fatto. Allora l’ho fatto io.

All’inizio al posto del personaggio fittizio di Cassie, volevo metterci Hermione. Però Hermione non si sarebbe mai fermata a parlare con lui in quel modo, dopo tutti quegli anni di insulti e cattiverie era a dir poco impossibile, sarebbe stata una forzatura, e ho già abbastanza forzato Draco.
Il personaggio di Cassie, invece, è diverso. Come ho già scritto, lei ha sempre pensato che Draco nascondesse una verità che Harry, Ron ed Hermione si erano rifiutati di accettare e capire. E la teoria di Cassie si dimostra fondata.
Allora… ho postato questa storia per vedere se vi piace. Se le vostre recensioni saranno positive, forse da One Shot, diventerà una ff di piu capitoli, se riesco a trovare una trama accettabile.
Ma vi serve il vostro aiuto, è fondamentale: sono indecisa se continuarla o se lasciarla One Shot. E vorrei il vostro parere.

Grazie per l’attenzione e mi aspetto di trovare recensioni costruttive. *Me vi supplica*

Baci.

V.

   
 
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