The truth
of Draco
Pioveva
fitto, le strade erano allagate e faceva un freddo insolito per essere fine
luglio.
Cassie Defloir, una ragazza dalla pelle chiara e dai capelli ramati, camminava
svelta, cercando di arrivare il prima possibile a casa. Era appena calato il
sole, ma era buio. Le folte chiome degli alberi riparavano la strada da quel
poco di luce rimasta, e davano a Dorset Road un’aria tenebrosa e che incuteva
un certo timore a chi non la conosceva bene.
Il suo ombrellino aveva l’aria di non resistere ancora per molto al forte vento
che lo sbatacchiava qua e là.
Cassie odiava la vita da babbana, la privava di certe comodità ormai divenute
per lei fondamentali per vivere bene, ma sapeva che per motivi di sicurezza,
doveva vivere a Wimbledon, uno dei pochissimi quartieri di Londra ad essere
completamente babbano. E proprio per questo, era uno dei quartieri dove era
assai improbabile venire attaccati dai Mangiamorte che, dopo la morte del loro
Signore, bramavano ancora di ricostruire l’Impero del Terrore che il più grande
Mago Oscuro di tutti i tempi aveva creato prima dell’attacco per lui poco
fortuito a Casa Potter, 18 anni prima.
Cassie
proveniva da una famiglia mezzosangue. Sua nonna era una strega, ma sua madre,a
differenza dei suoi fratelli, era una Magono. Le probabilità che Cassie fosse
una Strega erano davvero minime,la famiglia nemmeno ci sperava, considerando il
fatto che suo padre era un babbano. Invece eccola là. Una strega molto dotata e
sveglia. Era entrata ad Hogwarts solo nel quinto anno, in precedenza aveva
studiato privatamente, nonostante Silente avesse pregato innumerevoli volte di
iscriverla, la famiglia si era rifiutata, sostenendo che sarebbe stata derisa
dai suoi compagni di classe per via delle sue origini. Dopo il ritorno di
Voldemort, però, la madre ritenne necessario mandare la figlia ad Hogwarts,
sotto la protezione di Silente. La ragazza legò subito con Harry, Ron ed
Hermione, inserendosi perfettamente nell’ambiente scolastico.
Stava
per attraversare la strada, quando sentì dei singhiozzi. Si fermò, per capire
se quel che aveva sentito era reale o se se l’era immaginato, ma i singhiozzi
continuavano. E non provenivano dall’interno delle case, altrimenti non sarebbe
mai riuscita ad udirli. Si guardò attentamente attorno, incapace di mettere a
freno la sua curiosità, da sempre caratteristica del suo carattere. Vide la
figura di qualcuno, accovacciato per terra.
Si avvicinò un po’ per fare in modo che lui, dalla corporatura aveva capito che
era un ragazzo, la sentisse.
“Serve aiuto?” chiese con tono dolce e un po’ allarmato. “Posso fare qualcosa?”
Quando si
accorse di chi fosse, istintivamente tirò fuori la bacchetta, pronta a
difendersi in caso di attacco, anche se, dalle condizioni del ragazzo, dubitava
che lui l’avrebbe attaccata.
“Defloir vattene…” disse con tono autoritario.
“No. Voglio vederti in faccia Malfoy. Voglio guardare negli occhi colui che ha
quasi ucciso Silente…e capire se le tue lacrime sono dovute al rimorso per
quello che hai fatto, oppure dalla perdita del tuo padrone…”
“E pensi di capirmi guardandomi negli occhi?” sibilò sprezzante. “Finiscila,
Defloir. In me vedrai quello che hanno sempre visto i tuoi amichetti…”
“Ti sbagli Malfoy.”
“Io non sbaglio mai! Adesso levati dai piedi”
Lei rimase ferma dov’era, senza muoversi. Aveva sempre pensato che c’era del
buono in Draco Malfoy. Certo, era una viscida serpe, con quella stupida
ossessione del sangue puro, vanesio e di un’altezzosità da rendersi odioso per
chiunque non fosse esattamente come lui, ma non era un Mangiamorte. Cassie lo
sapeva, lo sentiva. Non era un Mangiamorte nell’animo, era sicura che il Marchio
che aveva sul braccio, aveva dietro qualcosa di più complesso che i suoi amici
si erano rifiutati di prendere in considerazione.
“Senti cosa c’era di poco chiaro nella frase ‘levati dai piedi’?” chiese
scocciato il biondo, vedendo che la ragazza non si era mossa di un centimetro.
“Malfoy non ti è chiaro il concetto che io non me ne vado di qui senza almeno
uno straccio di spiegazione sincera del motivo per cui stai piangendo
seduto per terra in un quartiere babbano e non nella tua reggia?!”
Lui la guardò leggermente sbalordito, domandandosi perché lei stesse perdendo
tempo con lui, perché gli interessasse il motivo per cui si nascondeva in
quella merda di quartiere e soprattutto perché non lo avesse attaccato.
“Non sei tenuta a saperlo. Sono cazzi miei e non voglio il tuo aiuto. Quindi,
se non vuoi che ti costringa con la forza, togliti dai coglioni e torna dai
tuoi amichetti a fare la bella vita da eroina!”
Le guance di Cassie si infervorarono per la rabbia scatenata dalle parole
dell’ex Serpeverde.
“Bella vita?! Credi che uccidere Voldemort sia stata una passeggiata? Credi di
essere stato l’unico a soffrire?!”
Lui la guardò confuso.
“Sì Malfoy. So benissimo che tu hai sofferto. E soffri tutt’ora…”
“E adesso che lo sai, hai risolto qualcosa? No. Bell’affare! Non cambia
niente…non è cambiato niente. Per voi sono sempre stato solo un
Mangiamorte. E vi è sempre bastato questo.”
“Spiegamelo allora, chi sei veramente!”
“Mio padre ha sempre voluto che io seguissi le sue orme, sin da bambino. Mi ha
cresciuto con l’ambizione che io diventassi come lui. E io ero contento di
farlo. L’educazione che avevo ricevuto, non aveva lasciato spazio ad altro: ero
un Mangiamorte per nascita. Non c’erano altre strade. E la cosa mi
entusiasmava, non vedevo l’ora che giungesse il momento in cui avrei visto il
Marchio tatuato sul mio avambraccio sinistro. Ero ansioso di rendere orgoglioso
mio padre.
Quando misi piede per la prima volta a Hogwarts e vidi Potter, cercai subito di
avvicinarmi a lui. Mio padre mi aveva parlato di lui, e io ero curioso di
conoscerlo. Magari era come me. Ma capii subito che era il mio opposto e lo
odiai sin da quel giorno… Non capivo nemmeno perché, all’inizio ero convinto
che tutto derivasse dal fatto che i miei principi erano diversi dai suoi. Lui
credeva nel bene, nella giustizia, nella lealtà, nella luce. Io credevo nel
male, nella crudeltà, nelle tenebre. Ma poi, col tempo, capii che lo odiavo
perchè avevamo una cosa in comune: da entrambi qualcuno si aspettava grandi
cose. E io mi accorsi di non voler avere niente a che fare con lui. Potter è un
superficiale, così come lo siete voi. Vi fermate alle apparenze. Per voi esiste
il Bene e il Male. Chi è dalla parte del Male va distrutto, ed è una cosa che odio.
Poi quando mio padre finì ad Azkaban, il Signore Oscuro decise di farmi
diventare un Mangiamorte. Mi tatuò il Marchio e mi diede un compito: uccidere
Silente. Mi sentii cadere il mondo addosso. In quel momento aprii gli occhi:
capii che quella non era la vita che veramente volevo. Ma ormai non potevo farci
niente. L’idea di uccidere Silente mi tormentava tutte le notti. Non hai idea
di quanto pesasse su di me quel compito. Ma non avevo vie di scampo, dovevo
farlo, altrimenti avrebbe ucciso tutta la mia famiglia, oltre me.”
Cassie
tacque, sentendo gli occhi pizzicare. Il discorso di Malfoy era stata la
conferma della validità della sua teoria.
“Non volevo un confronto diretto con lui. Non volevo affrontarlo, non sarei
riuscito ad ucciderlo. Così tentai per vie traverse, finendo per colpire
“Da quel giorno… che è successo?” chiese con un filo di voce la ragazza,
provata dalle emozioni che Malfoy le stava confessato, piacevolmente sorpresa
che lui lo avesse fatto senza opporre troppa resistenza.
“Non ebbi più compiti da eseguire per ordine suo, ma ero pur sempre uno dei
suoi seguaci, il figlio di quello che era stato uno dei migliori e mi aspettavo
che mi desse qualche altro incarico importante, ma non fu così. Avevo a che
fare con lui solo perché la mia ‘reggia’ era una sorta di quartier generale. Lui
andava e veniva da casa mia e col tempo ci feci l’abitudine.”
“Quando morì, che successe?”
“Ci fu il panico. Gran parte di noi fu arrestata. Io mi salvai dal carcere solo
perchè riconobbero che il mio tentativo di uccidere il preside non era dipeso
da me direttamente. Il giudice che era a capo della Corte Suprema era di
un’incredibile comprensione e mi diede solo un anno di libertà magi-vigilata.”
“E perché ti trovi qui, ora?”
“Alcuni degli ex-Mangiamorte che si sottrasse al carcere ambisce, come sai, a ricreare
l’Impero del Terrore. Però gli serve un capo e nessuno vuole prendersi quella
responsabilità perché sanno benissimo che sarebbe rischioso. Io mi discostai
subito da loro. Non avevo paura, come quando il Signore Oscuro era vivo. Ma mi
hanno minacciato. E giurato di vendicarsi e così hanno fatto. I miei genitori
sono stati torturati e uccisi e adesso stanno cercando me.”
Cadde il
silenzio. Nessuno dei due sapeva cosa dire. Cassie era turbata, profondamente
turbata da quello che Malfoy le aveva raccontato. Durante tutto il discorso era
rimasta con la bacchetta abbassata, ormai pienamente convinta e sicura della
sua convinzione che il ragazzo non l’avrebbe attaccata.
“Vieni con me.” Disse dopo un po’. “Piove e fa freddo. E non è molto sicuro per
te startene per strada…”
Malfoy si voltò di scatto verso di lei, incapace di credere che lei lo stesse veramente
aiutando.
“Dove?”
“A casa mia. Vivo con Harry, in realtà.”
Malfoy scosse la testa. “No. Con Potter non ci sto. E nemmeno lui sarebbe
particolarmente contento, Defloir lascia stare, me la cavo da solo. Non ho
bisogno di te…e del tuo aiuto.”
“Tu HAI bisogno di aiuto e si dà il caso che io sia disposta a dartelo perché
ti credo. E sono in grado di aiutarti….Harry adesso è in vacanza, non
tornerà prima della fine di agosto. E in un mese ho tutto il tempo per trovarti
un posto sicuro. Intanto casa mia è sicura per te. Nessun mangiamorte verrà
qui.”
“Defloir… come fai a credermi? In dieci minuti, già ti fidi di me?”
“Malfoy io ho detto che credo a quello che mi hai detto. Non che mi fido
di te. Ma ho sempre creduto che tu non volessi veramente essere un Mangiamorte
e non mi sbagliavo…”
“Potrebbe essere un trucco. Potrei attaccarti quando meno te lo aspetti…”
“Oh sì potresti farlo, ma non ho paura. Sono perfettamente in grado di
difendermi da te, Malfoy.”
My little
space:
Eilà!!!!!
Altra one-shot scritta di getto, dopo essere tornata dal cinema.
(Harry Potter e il principe mezzosangue.)
Ripensavo al settimo libro, che a me è piaciuto tantissimo, salvo
una cosa: Draco Malfoy.
Avevo sperato fino all’ultimo che
All’inizio al posto del personaggio fittizio di Cassie, volevo
metterci Hermione. Però Hermione non si sarebbe mai fermata a parlare con lui
in quel modo, dopo tutti quegli anni di insulti e cattiverie era a dir poco
impossibile, sarebbe stata una forzatura, e ho già abbastanza forzato Draco.
Il personaggio di Cassie, invece, è diverso. Come ho già scritto,
lei ha sempre pensato che Draco nascondesse una verità che Harry, Ron ed
Hermione si erano rifiutati di accettare e capire. E la teoria di Cassie si
dimostra fondata.
Allora… ho postato questa storia per vedere se vi piace. Se le
vostre recensioni saranno positive, forse da One Shot, diventerà una ff di piu
capitoli, se riesco a trovare una trama accettabile.
Ma vi serve il vostro aiuto, è fondamentale: sono indecisa se
continuarla o se lasciarla One Shot. E vorrei il vostro parere.
Grazie per l’attenzione e mi aspetto di trovare recensioni costruttive.
*Me vi supplica*
Baci.
V.