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Autore: _Sevvie_    28/07/2009    3 recensioni
“Bella vita?! Credi che uccidere Voldemort sia stata una passeggiata? Credi di essere stato l’unico a soffrire?!” Lui la guardò confuso. “Sì Malfoy. So benissimo che tu hai sofferto. E soffri tutt’ora…” “E adesso che lo sai, hai risolto qualcosa? No. Bell’affare! Non cambia niente…non è cambiato niente. Per voi sono sempre stato solo un Mangiamorte. E vi è sempre bastato questo.” “Spiegamelo allora, chi sei veramente!”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
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2-homo faber fortunae suae

2. Homo faber fortunae suae

 

 

 

 

 

 

 Non si pentì di quello che stava facendo, nemmeno quando lo fece entrare dentro casa. Non si fidava pienamente di Malfoy, ma si fidava ciecamente del suo istinto. E il suo istinto le diceva di credere a quello che Malfoy le aveva raccontato. Questo, però, non cambiava affatto ciò che provava per il ragazzo: odio. Odio per come aveva trattato lei e i suoi amici durante gli anni di scuola, odio perché l’aveva giudicata solo per via del suo sangue, odio per la persona presuntuosa e piena di sé che lui era sempre stata. Non se la sentiva più di chiamarlo, come l’aveva sempre chiamato, “Furetto viziato” perché ora non riusciva più a definirlo “viziato”. Riconosceva che non doveva essere stato facile per lui uscire da quella situazione. Ci voleva un carattere forte, e Malfoy aveva una personalità troppo debole per affrontare a testa alta quella circostanza.
“Se devo essere sincera, Malfoy, non ho da offrirti un granchè, a parte la protezione…” disse, appena richiuse la porta d’ingresso alle sue spalle. “Temo che dovrai accontentarti del divano… Potrei farti dormire nel letto di Harry ma non credo sia una buona idea.”
“No. Nel letto dello Sfregiato non ci dormo nemmeno sotto minaccia di morte!” replicò subito il biondo. “Il divano va benissimo, Defloir.”
“Adesso vado a preparare la cena, poi dovrò fare qualche incantesimo alla mia camera…”
Malfoy la guardò, senza capire e la ragazza si affrettò a spiegare. “Non crederai che io mi fidi di te, Malfoy. Come hai detto tu stesso, potrebbe essere un trucco. Quindi, per evitare che tu mi attacchi mentre dormo…. Oh sì, ti ritengo abbastanza vigliacco da farlo mentre sono incosciente. E tutti i gufi che arrivano devono passare da me… devo leggere le lettere. Tutte. Pure se ti scrivono roba a luci rosse che riguarda la tua intimità, non devi fare storie. Chiaro?”
“Non sto alle regole di una mezzosangue!!!”
“Allora mi dispiace per te, ma temo che dovrò riaccompagnarti all’istante alla tua reggia…” lo guardò, alzando un sopracciglio. “La mia protezione ha un prezzo: non voglio mettere a rischio me stessa e i miei amici per causa tua. Sto prendendo delle misure di protezione verso di te, Malfoy, perché potresti essere stato mandato dai Mangiamorte…”
“Non avevi detto che mi credevi?Che avevi sempre pensato che…io non fossi tanto crudele da diventare un seguace del Signore Oscuro di mia spontanea volontà?”
“Io ti credo. Ma potresti essere lo stesso mandato da loro. Ma ciò non toglie che sono fermamente convinta che hai detto la verità. Ora se non ti dispiace, vado a preparare la cena.”
Malfoy fece per parlare, ma cambiò idea. Lei sogghignò.
“No, non ti chiedo cosa vuoi per cena. Faccio quello che voglio io…mi dispiace che tu non sia abituato a non essere trattato come un Principe.”
E lo lasciò nel salotto.

L’ex Serpeverde cominciò a curiosare sugli scaffali della ragazza, esaminando le foto, alcune babbane, altre magiche, che lei aveva incorniciato e sistemato su quelli scaffali di legno di ciliegio che, doveva ammettere, apprezzava moltissimo. Aveva stile, su quello non c’era dubbio.
Una foto lo colpì più delle altre: ritraeva lei insieme ai suoi amici. Tutti sorridevano raggianti. Quei sorrisi, così sinceri e spontanei, fecero venire un groppo alla gola al ragazzo, che non aveva mai sorriso in quel modo. Non lo aveva mai fatto perché non era mai stato veramente felice. La sua infanzia era stata tranquilla, non gli era mancato nulla, in termini materiali, ma l’affetto, l’amore e la spensieratezza sì. Aveva sempre vissuto in un atmosfera rigida, cupa anche. Il padre e il nonno, deceduto un anno prima che Malfoy entrasse ad Hogwarts, esigevano un rispetto tale da sfiorare la devozione. E appena lui disubbidiva ai loro ordini, veniva severamente punito con frustate e punizione inumane, sotto gli occhi freddi e distaccati, tali da sembrare di totale indifferenza, della madre che, anche se avesse voluto, non avrebbe potuto fare nulla per aiutare il figlioletto. La prima frustata pesante subita da Malfoy, l’aveva ricevuta che non aveva nemmeno 3 anni perché si era messo a piangere quando il padre gli aveva proibito di mangiare un dolce. Non se l’era mai dimenticata. Mai.

 

Poco più di mezz’ora dopo, Cassie fece capolino in salotto per dire a Malfoy che la cena era pronta.
Si sedettero a tavola, l’uno di fronte all’altra. La ragazza aveva cucinato un piatto tipicamente italiano: pasta al sugo che, sotto gli occhi compiaciuti di lei, Malfoy aveva gradito molto.
“Defloir… io ti ho raccontato di me…” cominciò lui, appena si pulì la bocca. “Adesso raccontami tu qualcosa di te. Come mai vivi con Potter? Lo credevo insieme alla Weasley.”
“Non è come pensi. Io e Harry siamo ottimi amici, niente di più. Ginny e Harry hanno comprato una casetta, non lontano da qui.”
“E perché non ci vivono?”
“Perché la stanno sistemando, ma la cosa si è dimostrata più lunga e difficile di quanto si aspettassero. Non sarà pronta entro gennaio. La difficoltà più grande è che devono sistemarla alla babbana, senza usare la magia per via dei vicini.”
“ E perché non è andato da Lenticchia?”
“Ron e Hermione stanno per avere un bambino e Harry non se l’è sentita di aggravarli della sua presenza.”
“Sia chiaro Defloir, appena torna Potter io me ne vado. Io e lui nella stessa casa non ci possiamo stare.”
“Conto di trovarti una sistemazione. Abbiamo un mese, spiegherò la situazione a Minerva McGranitt e mi farò aiutare da lei.”
“Tu invece?”
“Io cosa?”
“Che fai? Lavori? Cazzeggi?”
“Malfoy da quando ti interessi di quello che fa una come me?!”
“Da quando una come te, crede a quello che dice uno come me…”
“Io sto studiando per diventare Auror, come Harry.” Disse, posando la forchetta sul tavolo. Bevve un sorso d’acqua poi si alzò.
“Io vado a farmi una doccia. Tu lava i piatti!”
Fece per lasciare la cucina quando un tonfo la distrasse.
La sedia di Malfoy era caduta, fortunatamente, o sfortunatamente (dipende dai punti di vista) Malfoy era in piedi.
“ C O S A?! Che dovrei fare io?!”
“Lavare i piatti. E senza magia, non vorrai insospettire la signora Gross che si diverte tanto a sbirciare dalla finestra…” disse alludendo alla casa accanto dove una signora sulla cinquantina era affacciata a una finestra fingendo di guardare le rose del giardino di Cassie, ma con il chiaro intento di impicciarsi dei suoi affari privati. “Malfoy, non pretenderai che io ti serva come un’elfa domestica? Quindi datti da fare, quando finisco, voglio vederli splendere come diamanti! Ah e usa un detersivo delicato per i bicchieri, altrimenti si opacizzano. Usa ‘Svelto’!”
E lo lasciò imbambolato in cucina, ridacchiando tra sé.

Il ragazzo si mise le mani nei capelli, non sapendo nemmeno da dove cominciare.
“Porco Merlino è mai possibile che un Purosangue come me sia ridotto a lavare i piatti alla babbana?! Non c’è più religione in questo mondo di merda!”
Prese i piatti e li mise tutti nel lavandino, poi cominciò a guardarsi intorno per cercare i detersivi.
Prese il detersivo chiamato “Svelto”, deciso ad usarlo sia per i piatti sia per i bicchieri (anche perché non aveva idea di quali altri detersivi avrebbe potuto usare.).
Non sapendo la quantità necessaria da mettere, versò l’intero contenuto del flacone nel lavandino e poi cominciò a strofinare con le mani sui piatti, ma lo sporco non andava via e non capiva perché. Quel maledetto, come lo aveva chiamato lui, liquido verde e appiccicoso non faceva niente. Aprì l’acqua e notò che si stava formando un po’ di schiuma. Riprovò a strofinare sui piatti e esultò quando vide le incrostature di sugo andavano via.

Venti minuti dopo, Cassie scese le scale e trovò Malfoy seduto sul divano, che si rigirava tra le mani un oggetto di cui non capiva la funzione.
“Malfoy, che stai facendo con quel telecomando?” chiese, guardandolo curiosa. “Ah già, dimenticavo. Tu non sai cos’è un telecomando…!”
“No Defloir. Si dà il caso che io sia figlio di maghi, la mia famiglia è Purosangue fino al midollo!” rispose fiero Malfoy.
“Oh beh immagino che sia l’unica cosa che credi sia degna di lode della tua famiglia?!” alzò un sopracciglio. “Io non ne andrei fiera, sai?! Non andrei tanto in giro a dire che l’unica cosa che ti porta orgoglio del tuo cognome sia lo stato di sangue puro.”
“Defloir il mio sangue è puro! Nelle tue vene scorre sangue babbano, nelle mie sangue di mago!”
Cassie si scaldò. Non tollerava discorsi di questo genere in casa sua, ma voleva chiarire un paio di concetti una volta per tutte.
“Malfoy il mio sangue è più pulito del tuo. Io non godo delle sofferenze altrui. Io non tento di uccidere!”
“IO NON VOLEVO! NON PARLARE DI COSE DI CUI NON HAI LA MINIMA IDEA!” Le urlò contro. “Per te è semplice. Nessuno minaccia di uccidere tutti i tuoi cari se non fai quello che ordina! Tu hai avuto scelta, io NO!”
“Malfoy tu avevi un’altra possibilità. E l’altra possibilità era l’uomo che hai quasi ucciso…”
“Silente non poteva aiutarmi!”
“INVECE sì. Silente avrebbe protetto te e la tua famiglia! Lo ha fatto per Piton, lo avrebbe sicuramente fatto anche per te!”
“E allora perché, consapevole del compito che mi era stato affidato, non mi ha detto nulla?! Se voleva proteggermi, perché non mi ha detto assolutamente niente?”
“Non l’ha fatto perché TU non gli hai chiesto aiuto! Silente aiuta chi glielo chiede! Ma non hai avuto abbastanza coraggio per farlo e adesso vivi nei rimorsi e nei sensi di colpa. Malfoy ogni uomo è responsabile delle proprie scelte e del proprio destino!”
“Parli di coraggio? Piton non mi sembra sia stato coraggioso… ha venduto la sua amata Lily Evans al Signore Oscuro, o sbaglio?!”
“Ma lui è andato da Silente a supplicarlo di proteggerla! Ha messo a rischio la sua vita, facendo la spia per conto di Silente, per proteggere Lily Evans e, seppur con rancore, suo figlio Harry. Non per suo tornaconto. Ciò che lo spinse a chiedere aiuto, implorando Silente, è stato l’amore per Lily e il senso di colpa che si è portato dentro per tutta la vita! Tu, Malfoy, lo avresti fatto? NO, perché tu non hai mai amato. E, come dice Silente, l’amore fa grandi cose, più grandi della Magia Oscura.”
“Non dire cazzate, Defloir. L’amore non salvò Silente quella notte sulla torre!”
“Non salvò Silente, ma salvò Harry. Salvò tutti noi alla battaglia finale. Pensaci Malfoy: se Lily non si fosse sacrificata per amore del figlio, Harry non sarebbe vivo e forse adesso ci sarebbe il cosiddetto ‘Impero del Terrore’! L’amore sconfisse il più grande Mago Oscuro di tutte le ere…Harry non aveva niente più di Voldemort eccetto la capacità di amare e guarda com’è finita!”
Malfoy tacque, incapace di controbattere. Non poteva negare che quello che aveva detto Cassie non seguisse un filo logico: lui sapeva che Potter non aveva nessun potere speciale, ma in qualche modo era riuscito, non solo a sfuggire al Signore Oscuro, ma a sconfiggerlo. Doveva pur esserci una ragione. Ma possibile che l’amore, un sentimento che lui non aveva nemmeno preso in considerazione, potesse fare tanto?!
Cassie lo guardava e, dallo sguardo del ragazzo, capì che le stava, silenziosamente, dando ragione. Decisa a finire lì il discorso e a lasciargli la notte per riflettere, appellò una coperta e la porse al biondo.
“Dormici sopra Malfoy. Se riuscirai a comprendere la forza dell’amore, sarai un uomo migliore.”
E, senza aspettare la sua risposta, si smaterializzò, per materializzarsi in camera sua.

 

 

“Svegliati Malfoy!” disse Cassie, scuotendolo. “Alzati razza di un furetto dormiglione!!!”
Malfoy grugnì in risposta. “Che ore sono?” balbettò, senza nemmeno aprire gli occhi.
“Sono le 8 e mezza e dobbiamo muoverci!”
“Muoverci? All’alba?” aprì gli occhi. “Non voglio muovermi. Voglio dormire per altre 6 ore come minimo!!!”
Cassie sbuffò e fece evanescere la coperta, pentendosi immediatamente di averlo fatto: Malfoy era in mutande. Si girò dall’altra parte e lo sentì ridacchiare malizioso.
“Se volevi vedermi semi nudo, Defloir, bastava che lo dicevi senza fare tutto questo chiasso!”
“Non vorrei deluderti, ma non ho mai desiderato vederti in mutande Malfoy. Vedi di alzarti!”
Malfoy, con ancora il suo ghigno stampato in faccia, si alzò, appellando i suoi vestiti e mettendoseli in un istante.
“Allora come mai mi hai svegliato all’alba, Defloir?” chiese, appena fu sicuro di non scoppiare a ridere per il buffo episodio, successo una manciata di secondi prima.
“Dobbiamo fare shopping. Devi comprarti qualcosa.”
“Non posso andare a Diagon Alley. Se mi vedono i Mangiamorte, mi tolgono di mezzo all’istante!”
“Infatti non andiamo a Diagon Alley, a meno che tu non voglia stare tutto il tempo sotto il Mantello dell’Invisibilità che mi ha lasciato Harry. Ma poi dovrò scegliere IO per te.”
“No non ci penso proprio a lasciar scegliere te! Ma in qualsiasi negozio per maghi, sono a rischio!”
“Ma se mi lasciassi finire di spiegare forse capiresti. Non andremo in un negozio per maghi. Dovrai comprarti vestiti babbani, perché in questo quartiere daresti troppo nell’occhio vestito diversamente!”
“NO! Io vestiti babbani?NO no e poi NO! Preferisco che vai solo tu, Defloir!”
“Non puoi restare tappato in casa per un mese, Malfoy. Quindi o vieni con me di tua spontanea volontà, o sarò costretta a obbligarti!”
“E con cosa, Defloir? Hai intenzione di minacciarmi?” chiese scettico. “So che non mi uccideresti!”
“Malfoy eppure sei stato tra i Mangiamorte, pensavo conoscessi la Maledizione Imperius! Sì Malfoy, sono perfettamente in grado di lanciartela!”
Lui sbuffò di nuovo, ma si rassegnò. Non voleva ritrovarsi sotto l’ Imperius, poi chissà come lo avrebbe conciato!
Andarono a fare colazione, sistemarono la cucina (insieme ndA XD) e mezz’ora dopo stavano aspettando l’autobus. Malfoy sbuffava, impaziente e per niente entusiasta di prendere un mezzo babbano che, per giunta, tardava ad arrivare. Cassie, ridacchiava dell’impazienza di Malfoy, ma gli rispondeva scocciata tutte le volte che si lamentava con lei.

Una volta saliti sull’autobus, Cassie fece appello a tutto il suo autocontrollo per non Schiantarlo davanti a tutti i babbano: l’ex Principe delle Serpi non faceva altro che trovare da ridire su tutto: la sporcizia dei sedili, il puzzo di sudore, l’enorme quantità di “Stupidi babbani”, così li aveva definiti, che gli lanciavano di continuo occhiate canzonatorie perché indossava un mantello.
“Non hanno mai visto un mantello in vita loro? Cosa c’è da guardare?”
“Malfoy non mi sembra difficile da capire: ai loro occhi tu sembri uno uscito da un libro di fiabe per bambini o da una festa di carnevale…loro non portano mantelli!”
Malfoy, ancora una volta, con suo enorme dispiacere, dovette riconoscere che la ragazza aveva ragione.
In un quarto d’ora i due arrivarono a destinazione.
Si ritrovarono davanti a un negozietto che vendeva abiti maschili.
“Conosco la commessa. Ti farà uno sconto, se le dico che sei mio amico…ma devi comportarti bene e soprattutto, devi comportarti da babbano. Quindi, dammi la tua bacchetta, la metto in borsa.”
“NO”
“MALFOY!”
“Non ci penso nemmeno. La bacchetta la tengo io. Non si discute!”
Cassie inspirò ed espirò profondamente.
“Malfoy, mi sto ripetendo, nella mia testa, i motivi che mi impediscono di Schiantarti, ma adesso ne trovo molti di più che mi spingono a farlo. Dammi quella dannata bacchetta Malfoy!”
“Scordatelo!” rispose testardo lui. Non le avrebbe mai dato la bacchetta. Mai. “Non voglio rimanere disarmato!”
“ I Mangiamorte, gente come te, pensano che i babbani siano persone non degne della loro attenzione. Li disprezzano! Chi mai potrebbe attaccarti in questo negozio?”
“Te.”
Lei sgranò gli occhi, per poi chiuderli di botto, cercando la calma. Quando li riaprì lo guardò. Furiosa.
“Tu pensi che io ti possa attaccare? Io, che ti ospito nella mia casa, dopo tutto quello che ho subito da te, dopo tutti gli insulti, dopo tutto il disprezzo che non ti sei mai sforzato di nascondere… tu pensi che io ti stia privando della bacchetta per poterti attaccare senza darti la possibilità di difenderti?” sbottò. “Tu pensi che io sia tanto vigliacca da farlo, Malfoy? Sei tanto stupido come sembri?”
Tacque. Tacque un’altra volta di fronte alla verità che lei gli stava sbattendo davanti. Era uno stupido.
“Malfoy se avessi voluto attaccarti, l’avrei fatto ieri quando ti ho trovato in quel vicolo. Se ti vorrò attaccare, non ti priverò mai della possibilità di difenderti.”
Senza dire niente, Malfoy le consegnò la bacchetta che, rimanendo in silenzio anche lei, nascose nella borsa.

 

 

 

“Malfoy passami una padella!” urlò Cassie.
“Cos’è esattamente una padella?”
“Per la barba di Merlino. E’ quella, Malfoy!” disse esasperata la ragazza, indicando una piccola padella poggiata sul tavolo. “ Sono tre giorni che vivi qui con me, e ancora non hai imparato i nomi delle cose?! E smettila di guardarti allo specchio! Quella roba babbana ti sta bene….vieni a darmi una mano!”
Malfoy sbuffò. “Non ho voglia di darti una mano, Defloir.  Non sono un elfo domestico!” rispose. “Prendine uno, piuttosto. Hogwarts ne è piena e la Mc Granitt non te lo negherà, vedrai!”
Lei si girò verso di lui nera in volto.
“Non ho nessuna intenzione di legare a me un elfo domestico per costringerlo a fare quello che dico io. E’ una cosa disumana e razzista. E non per questo, devo essere io a fare tutto.”
“Esiste la Magia, Defloir!” sbottò il ragazzo. “So che tua madre era una Maganò e tuo padre un babbano, ma tu sei stata istruita! Tu sei, seppur indegnamente, una Streg…”
“STUPEFICIUM!”
Un lampo di luce rossa lo colpì in petto e Malfoy si ritrovò dall’altra parte della stanza, tramortito.
“Volevi la magia, Malfoy?” disse furente. “Ti avevo avvertito, Malfoy. Non voglio discorsi di questo tipo in casa mia.”

 

 

 

 

Spazio dell’autrice:

 

Non ve lo aspettavate?! Beh a essere sincera, nemmeno io!
L’ispirazione, chi scrive lo sa bene, va e viene. Mi sono seduta davanti al pc, e ho cominciato a scrivere questo secondo capitolo. Ho deciso di fare un tentativo e portare avanti la storia.
Non garantisco, però, di riuscirci!!!! E ho bisogno del vostro aiuto!!!!Recensite, ditemi cosa pensate, se vi piace o non vi piace!!!!

E adesso passiamo ai ringraziamenti!!!!

 
Angel666: Grazie per la recensione positiva! Spero di non deluderti e di ritrovare la tua recensione anche in questo capitolo, e nei successivi.

 
CharmedAlis: Grazie anche a te per la recensione! Sono contenta che ti sia piaciuta… Hermione serba rancore per Draco da troppo tempo, sarebbe stato un po’ troppo OOC se lo avesse ospitato a casa sua no?! Cassie, invece, è entrata a Hogwarts solo nel quinto anno e non conosce Draco sin da quando aveva 11 anni, per questa ragione, non ho fatto di Hermione la protagonista. Ma ciò non toglie che apparirà nella storia, così come il Trio!!!!!

 
Jayne: Sublime addirittura, best?! Non pensavo potesse piacerti così tanto!!!! Eccoti accontentata, ecco il seguito!!!! Ho deciso di modificare il mio piano iniziale di fare una One Shot e intraprendere il difficile cammino di una ff vera e propria con più capitoli!!!
Per quanto riguarda il rapporto tra Harry e Draco… beh non anticipo nulla, ma una cosa e sicuro… questa non sarà una ff di quelle che piacciono a te! XD
Spero che anche questo capitolo ti piaccia…e…. aggiungi tra le seguite o tra le preferite please! Altrimenti sarò costretta a mandarti un mess tutte le volte che posto e sai che io mi dimentico!!!!
Ti adoro.

 

 

Al prossimo capitolo,

V.

 

   
 
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