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Autore: LorasWeasley    18/05/2019    2 recensioni
AU [Spamano|FrUK|PruCan| Accenni Gerita]
"-Va bene, sei ufficialmente il nostro nuovo coinquilino, finché non ci tiri brutti scherzi.
Antonio non poté fare a meno di sorridere –Ho 25 anni, direi che sono abbastanza grande per gli scherzi.
...
-Quindi sei uno spagnolo che sta andando ad abitare con un tedesco, un inglese e un italiano, sembra l’inizio di una barzelletta."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Bad Friends Trio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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13.Gilbert

-MATT APRI QUESTA CAZZO DI PORTA.
E lo sapeva benissimo Gilbert, che più continuava ad alzare la voce e a sbattere a mano aperta sulla spessa lastra in legno più Matthew non gli avrebbe mai aperto.
Ma come poteva stare calmo in una situazione del genere?
Non ci aveva visto più quando quell’inglese l’aveva colpito con una tale forza da farlo cadere a terra e soprattutto non era abituato a tutto quello.
Non era abituato ad essere ignorato, non era abituato a non essere al centro dell’attenzione e non era abituato a provare quell’angoscia per un’altra persona al di fuori di se stesso.
Erano passati dieci minuti abbondanti quando Gilbert capì di dover cambiare strategia, Matthew non gli avrebbe mai aperto e continuando così avrebbe solo guadagnato una denuncia da parte dei vicini.
Uscì di casa e si fece il perimetro della casa due volte, cercò di capire un po' la situazione e optò per scavalcare un giardino che non sapeva di chi fosse per poi arrivare alla finestra del bagno che era quasi certo appartenesse al canadese.
Pregò di non sbagliarsi e alzandosi le maniche si mise d’impegno.
Un quarto d’ora dopo era dentro casa del ragazzo.
Tutto era buio e a tentoni dovette uscire dal bagno per cercare il diretto interessato.
-Matt?- lo chiamò.
Matthew urlò e Gilbert si sentì lanciato contro un qualcosa che poi scoprì essere il telecomando della tv.
-Ehy, ehy, sono io, stai calmo.
Gli si avvicinò lentamente, nella penombra non poté fare a meno di notare come avesse gli occhi rossi di pianto e le guancie solcate da lacrime ormai secche.
Accanto a lui stava del ghiaccio che forse, fino a un secondo prima, si stava tenendo contro il mento.
-Come… sei entrato?- sussurrò quasi balbettando.                                   
-Dalla finestra del bagno, davvero non ti aspettavi qualcosa del genere da uno come me? Non mi piace essere ignorato.
Matthew si morse il labbro abbassando lo sguardo –Mi dispiace.
Gilbert si sedette al suo fianco prendendogli il mento con una mano e scrutandogli la parte lesa nonostante il buio –Ti fa tanto male?
Matthew non rispose alla domanda, ma tornò a scusarsi –Mi dispiace. Te l’avevo detto che non era una buona idea uscire con altre persone, io… Non vado bene. Non volevo creare tutto il casino che c’è stato, mi dispiace…
-Matthew smettila. Che diavolo stai dicendo? Non devi assolutamente scusarti semplicemente perché esisti.
E quella semplice frase fece scattare qualcosa dentro Matthew, scoppiò a piangere, non sapeva neanche lui per quale motivo in particolare, se per la tristezza, il sollievo di sentirsi dire quelle cose, la felicità… forse tutto insieme.
Scoppiò a piangere senza trattenersi, rumorosamente e con le grosse lacrime che scendevano veloci lungo le guancie morbide e si infrangevano sui suoi vestiti.
-Vieni qui- Gilbert lo afferrò per le spalle e per le gambe, spostandolo lo fece sedere in mezzo alle sue gambe e gli fece poggiare tutto il suo lato sinistro sul suo corpo.
Matthew non oppose nessuna resistenza, anzi, si aggrappò ai suoi vestiti, nascondendo il viso nel suo petto e piangendo tutte le sue lacrime.
Gilbert lo strinse a sé, forte, come se non volesse lasciarlo andare mai più. Lo cullò tutto il tempo, accarezzandolo per farlo calmare e lasciandogli di tanto in tanto dei baci tra quei capelli morbidi e biondo scuro.
-È sempre stato così- sussurrò Matthew dopo un tempo che parve infinito, aveva la voce roca per via del pianto ma non aveva più lacrime da versare.
Gilbert non disse nulla, lasciandogli il suo tempo per raccontare qualsiasi cosa volesse dirgli.
-Alfred è il mio gemello, siamo identici. Abbiamo anche la stessa voce. Lui… è sempre stato molto… rumoroso. Ha sempre avuto un sacco di amici ma anche un sacco di nemici. E io… non ho mai avuto nessuno.
Gilbert lo strinse di più, sentiva il suo cuore battere veloce, il respiro infrangersi contro il suo collo mentre gli parlava.
-Ero molto più timido e chiuso… Quindi i suoi amici mi trovavano noioso e con me non volevano mai stare, mentre tutti quelli che lo odiavano, odiavano di riflesso anche me, perché la mia faccia gli ricorda lui. Come è successo con il tuo amico prima, ho visto l’odio nei suoi occhi, come vedo l’odio nelle persone ogni volta che riconoscono il suo volto in me, come quelle persone al cinema che mi hanno spintonato, non le avevo mai viste ma ho capito subito che pensavano fossi lui. Non esco quasi mai di casa per questo.
-Che razza di mostro è tuo fratello?- Gilbert non riuscì a trattenersi dal dire quella frase.
Matthew sussultò –Lui…- balbettò –Non è un mostro, io gli voglio bene, davvero. Solo che… non si rende conto. Quello che fa, per lui è giusto e normale, semplicemente, non vede nient’altro oltre sé stesso. O meglio, non gli interessa nient’altro.
Gilbert non rispose, un po' forse in quella descrizione ci si vedeva, ma allo stesso tempo pensava che nonostante quello fosse il suo carattere a lui importava degli altri, anche se non lo dava a vedere. Gli importava di Ludwig, non l’aveva mai trattato male e non gli aveva impedito di avere una sua vita.
Gli ribollì il sangue nelle vene al pensiero che una persona come Alfred potesse aver rovinato l’intera vita a suo fratello senza neanche rendersene conto, come poteva quella piccola creatura che stringeva tra le braccia aver avuto una vita tanto pessima?
-Matt?- un sussurro fu il suo.
Il diretto interessato alzò lo sguardo, occhi negli occhi.
Gilbert gli si avvicinò, quasi più lentamente dell’ultima volta.
Questa volta però Matthew non si scostò, chiuse gli occhi e semplicemente attese, le labbra leggermente aperte, stava tremando.
A pochi millimetri dalla sua bocca fu Gilbert a deviare il percorso, gli accarezzò la guancia e arrivò al suo orecchio, nel quale sussurrò –Sono io, non c’è bisogno di tremare.
-Ho paura- sussurrò in risposta l’altro.
Gilbert gli baciò la parte di pelle sotto il lobo –Di cosa, Matt?
-Di quello che mi stai facendo provare- la sua voce era limpida e sincera, sembrava che ormai fosse arrivato al suo massimo livello di imbarazzo e quindi nulla poteva andare peggio –Mi piaci così tanto.
Gilbert sorrise –Non devi avere paura di questo, mi piaci anche tu.
-Ma io sono… io. Non ho neanche mai baciato qualcuno.
Gilbert lo fissò divertito, uno strano luccichio negli occhi –Bè ovvio, io prendo sempre le esclusive. È ovvio che fossi predestinato a me e mi stavi aspettando.
Non riuscì a decifrare lo sguardo del canadese, era uno sguardo che non gli aveva mai visto e inoltre si stava facendo troppo buio per riuscire a vederlo davvero.
-Ora posso baciarti?
Matthew annuì impercettibilmente, aveva smesso di tremare.
E quando Gilbert finalmente poggiò le labbra sulle sue fu come… come… non riusciva neanche lui a spiegarlo. Come quando arriva il giorno in cui esce nei cinema il film che aspetti da due anni, come quando bevi dell’acqua dopo chilometri di corsa sotto il sole, come quando mangi la pizza dopo una settimana di dieta.
Aveva baciato tante persone in vita sua, ma quel ragazzo era totalmente diverso, per la sua insicurezza e la sua decisione.
Per il fatto che si stesse affidando completamente a lui.
E perché aveva sempre avuto tutto subito, tutti i ragazzi o le ragazze ai quali avesse mai puntato era riuscito ad averli nell’arco massimo di una giornata, gli piaceva questa nuova sfida.
Lo baciò lentamente e a fondo, quando si staccò gli accarezzò il labbro inferiore lucido e domandò –Bè, com’è come primo bacio?
Matthew abbassò lo sguardo e borbottò qualcosa di incomprensibile.
-Non ho capito- rispose Gilbert sincero.
-Ho chiesto- ripeté Matthew leggermente più forte –Posso averne un altro?
Gilbert scoppiò in una fragorosa risata e continuando a tenerlo stretto in un abbraccio lo fece sdraiare sul divano.
-Guarda, solo perché sei tu, ti concedo di passare la serata con il magnifico me a provare tutti i tipi di baci che ti vengono in mente.
Matthew si coprì il volto con le mani –Non imbarazzarmi in continuazione.
Gilbert ghignò e afferrandogli i polsi lo costrinse a togliersi le mani dal volto.
-Ti abituerai.
-Dubito…- un borbottio per nulla convinto.
-Anzi no, ti farò diventare dipendente da tutto questo.
E non gli permise più di parlare, occupando la sua bocca in un qualcosa di estremamente più piacevole dei borbottii.
_______________________________________________
Ribadisco ancora una volta che ai fini di trama Alfred è modificato come personaggio perchè mi serviva una persona che facesse il "cattivo".
Spero che in ogni caso potreste lasciare una recensione per farmi sapere che ne pensate fino a questo punto,
alla prossima settimana!
Deh
  
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