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Autore: alaal    21/05/2019    0 recensioni
Un allenatore assetato di potere, un Pokémon leggendario, una maledizione. La nostra storia non si incentra in questo incontro tra umano e Pokémon leggendario, ma gli effetti di questo scontro si ripercuotono nel futuro, a tre anni di distanza.
Recensite, per favore! Sono uno scrittore in erba, ogni commento (insulti compresi) č bene accetto! ^__^
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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I Pokémon spettro, come previsto ampiamente da Phil, non avevano sicuramente intenzioni pacifiche nei confronti del piccolo gruppetto di guerrieri che fronteggiavano in quel momento. Mareep faceva fatica a mantenere attiva la luce della sua coda con il suo Flash, la luce andava e veniva e il coraggio mostrato poco prima da Cleffa stava lentamente venendo meno.
La prima “ondata” di Pokémon fantasma si abbatté come fosse stato un uragano, dall’alto verso il basso, dove miriade di occhietti giallo fosforescenti, ghigni malefici e artigli protratti in avanti si stavano per scaraventare sulle teste dei Pokémon e, ben presto, tutti i Pokémon difensori dovettero fronteggiare dai tre ai sette Pokémon fantasma alla volta.
Altaria e Pidgey, con le loro robuste ali, scaraventarono alcuni Gengar e diversi Misdreavus lontano  da loro tramite l’attacco Raffica, ed i Pokémon fantasma volarono a diversi metri di distanza, come esseri senza forma né sostanza, disintegrandosi come fossero dei castelli di sabbia. Cleffa e Mareep risposero agli attacchi Palla Ombra di altri Gengar provenienti dall’alto rispondendo con diversi attacchi Comete, e questi ultimi attraversavano trasversalmente i corpi dei Pokémon spettro, i quali come i precedenti si dissolsero nel nulla.
Machop e Geodude decisero di rompere a pugni le piastrelle e, raccoltine i cocci con le mani, li scagliarono contro alcuni Haunter che si stavano per accanire contro di loro. Stesso discorso per questi Haunter, anche loro svanirono in una immagine tremolante e sparirono dallo spazio vitale dei due Pokémon forzuti.
Sylveon e Weedle combinarono gli attacchi Vento di Fata e Millebave, formando una poltiglia a spirale che andň a centrare numerosi Pokémon spettro i quali, proprio come gli altri, al contatto di quella colla luminosa sparirono come se la terra li avesse inghiottiti. Terry (che aveva ancora Bulbasaur in braccio) e Phil osservarono impressionati la lotta che si stava disputando in quel momento al piano terreno della Torre Pokémon. Gli attacchi dei Pokémon alleati andavano tutti a segno, ma stranamente era come se i Pokémon spettro non fossero realmente “colpiti”, infatti la massa appiccicosa formata dall’attacco combinato di Weedle e Sylveon andň a spiaccicarsi sul muro accanto al portone, per poi colare lentamente a terra a grosse gocce oleose, per poi rapprendersi e solidificarsi in terra. Phil era il piů spaventato dei due e, tremando indicň con un dito i Pokémon fantasma che volteggiavano attorno ai Pokémon che si stavano difendendo come meglio poterono.
-Non… non č possibile! I Pokémon fantasma… non stanno subendo alcun attacco!- L’osservazione del ragazzo col pizzetto venne esclamata ad alta voce, ed i Pokémon che stavano difendendosi da quelli spettro si voltarono all’unisono, terrorizzati, guardando di sfuggita l’allenatore con il gilet in pelle. La distrazione fu tale che i Pokémon fantasma ripresero le loro offese, caricando dall’alto verso il basso, come se fosse stata un’immensa onda d’acqua dell’oceano. Cleffa e gli altri Pokémon si prepararono a ricevere i Pokémon fantasma, ma si accorsero ben presto che costoro, invece che colpire in qualche maniera il gruppetto, lo “attraversarono” nel vero senso della parola. I vari Gastly, Gengar, Haunter, Misdreavus, Duskull, Banette e altre specie ancora attraversarono in diagonale i Pokémon e si tuffarono, ridendo come dei forsennati, nel pavimento di pietra, a una velocitŕ supersonica, dopodiché ritornarono, in un blocco solo, da un’altra parte del pavimento, e ripercorsero nuovamente lo stesso percorso di prima, colpendo nuovamente i Pokémon congelati sul posto dal terrore. E di nuovo, ancora una volta, e se i Pokémon avessero potuto spostarsi, gli aggressori mutavano a loro volta la loro traiettoria, rendendo impossibile ogni via di fuga. Terry sgranň gli occhi, a bocca aperta, osservando quello spettacolo raccapricciante.
-Cosa… cosa sta succedendo?!- Il piccolo Bulbasaur, tra le braccia del ragazzo con le folte basette, iniziň a piangere e a dimenarsi nella sua scomoda posizione semi-seduta e, per un caso fortuito, le liane verde ramato si estesero dal suo bulbo verde smeraldo fino quasi a toccare il soffitto, ad una velocitŕ impressionante, e colpirono qualcosa di enorme, che stava precipitando proprio in quel momento sulle teste degli allenatori. Il contraccolpo fece sě che quella massa informe dal colore indefinito, persa la traiettoria a causa delle liane di Bulbasaur, deviň la sua caduta ed andň quasi a schiantarsi in terra di fianco a Terry e Phil che, spaventati dall’entrata in scena di quell’ammasso scuro indefinito, fecero letteralmente un salto indietro e i Pokémon fecero altrettanto. Quella sagoma oscura, caduta in terra e strisciando per diversi metri lontano dai due allenatori, rotolň su se stessa diverse volte e, quando finalmente si fermň in una nuvola di polvere e di fuliggine, sembrava dare proprio la schiena a Terry e Phil. Improvvisamente, il continuo girovagare dei Pokémon fantasma si fermň e gli spettri si dileguarono in tutte le direzioni, sparendo a destra, a sinistra, sopra e sotto, sgombrando rapidamente il terreno e sgravando i Pokémon difensori da una opprimente ed angosciante presenza.
Il silenzio cadde nuovamente nel piano terreno della Torre Pokémon, e solo il cupo brusio del respiro della massa informe che ancora era sdraiata a terra, vicino alla porta di ingresso, rompeva quella quiete irreale che si era sviluppata tra i Pokémon terrorizzati. Il respiro corto di Cleffa e compagni, causato sia dallo spavento di ritrovarsi davanti una moltitudine di Pokémon spettro, che dagli attacchi lanciati poco fa nel disperato tentativo di difesa, era l’unico suono ovattato che potesse contrastare quello gravoso di Dusknoir. Passň qualche minuto, dove non accadde nulla di rilevante, e Terry decise, nonostante il parere contrario del suo amico di lunga data, di avvicinarsi al Pokémon spettro ancora sdraiato in terra. Il ragazzo con le folte basette si incamminň lentamente, superando i Pokémon che aveva davanti a sé, e con un atteggiamento di circospezione si avvicinň a Dusknoir, che sembrava essere svenuto.
-Per caritŕ, Terry! Non avvicinarti a lui! Puň essere pericoloso!- L’allenatore si inchinň, con un ginocchio a terra, vicino alla schiena di Dusknoir e il ragazzo sorrise, voltandosi verso l’altro allenatore.
-Nessuna paura, Phil! Č svenuto, non puň fare alcun male!- I Pokémon erano pronti a difendere Terry, mettendosi tutti in posizione di guardia, avanzando di un passo verso Dusknoir. Solo Phil rimase paralizzato nella sua posizione, deglutendo e tremando leggermente nella voce.
-Sei… sei sicuro?- Il ragazzo annuě e continuň a sorridere.
-Certamente, non vedi che č svenuto? Non puň essere offensivo. Appena si risveglierŕ, gli chiederemo che cosa sta succedendo in questo luogo e se puň aiutarci a trovare Laura…- Non potč terminare la frase che, osservando in faccia il suo amico di vecchia data, scorse il suo crescente terrore e la bocca contratta in un grido di orrore. Passň lo sguardo verso i Pokémon e notň che anche loro si erano congelati dallo spavento, guardando leggermente alla destra di Terry, e indicando un punto indefinito, con zampe tremanti. Il ragazzo col pizzetto ridacchiň scuotendo la testa, e si voltň lentamente verso la zona indicata da tutti i suoi amici.
-Ehi, amici, rilassatevi! Che facce spaurite, sembra proprio che abbiate visto un fantasmaaaAAAHHH!!- Terry comprese immediatamente il perché di quelle facce terrorizzate. Dusknoir si era ripreso dalla botta subita poco prima e si era girato con il collo ad osservare in volto Terry, e il suo unico occhio brillava di una sinistra luce rossastra, minacciosa e il Pokémon spettro era pronto per attaccare nuovamente il gruppo, o perlomeno queste sembravano le sue intenzioni.
 
-Cosa? Dusknoir č impazzito?- Laura stentava a credere alle parole del vecchio Banette, eppure tutto quello che le era stato raccontato dall’anziano Pokémon fantasma pareva essere abbastanza verosimile. Gli ultimi sviluppi di un macabro tentativo da parte del Team Richardson di prendere possesso della Torre Pokémon, riesumando i cadaveri dei Pokémon e sequestrandoli, chiedendone poi un lauto riscatto agli allenatori e/o amici dei Pokémon defunti, non erano poi cosě distanti nel tempo. Banette, Dusknoir e gli altri Pokémon spettro tentarono di scacciare la losca organizzazione dalla Torre Pokémon, sprangando tutte le porte d’accesso e spaventando le reclute che infestavano il cimitero gettandole fuori dalle finestre, qualora fosse stato necessario. Dusknoir era ovviamente il piů forte del gruppetto a difesa della Torre Pokémon ed era il Pokémon spettro che piů si prodigava a sconfiggere i nemici che gli si presentavano davanti. Dapprincipio Banette ed i suoi compagni, che dimoravano nella sala della Campana Chiara, al piano piů alto del cimitero, non si erano accorti di niente, perché il Team Richardson in qualche maniera era riuscito ad ottenere una copia delle chiavi di accesso alla Torre Pokémon, penetrando nottetempo mentre i custodi dormivano placidamente. Quando si resero conto dell’invasione ai loro danni, sarebbe stata la fine per loro se non fosse stato per Dusknoir, il quale, dando letteralmente l’anima e tutto ciň che aveva in corpo, protesse i suoi compagni dagli attacchi dei Pokémon avversari utilizzando una mossa difensiva costituita da uno schermo invisibile, dove qualsiasi tipo di attacco andava a cozzare contro.
“Erano troppi, giovane umana,” Proseguě stancamente Banette. “Saranno stati una cinquantina di individui, avevano occupato quasi interamente la nostra dimora. Tutti coperti dai loro drappi rosso fuoco, era impossibile capire chi fossero, i loro Pokémon erano terribili, uno piů dell’altro.” L’anziano Banette si fermň, tossendo ancora una volta, e prese fiato per proseguire il suo racconto.
“Purtroppo la battaglia… la battaglia č stata devastante, per tutti noi. Dusknoir… ora sospetta di tutti, e di tutto. Teme anche che… pure noi, la sua famiglia, possiamo tradirlo. Quindi… ci siamo rifugiati qui… nel nostro nascondiglio, lontano da lui. Ora… lui caccia via tutti… e non fa entrare nessuno... Se il Team Richardson... come lo chiamate voi umani, fosse riuscito a raggiungere la Campana Chiara, distruggendola con i loro arnesi… come li chiamate, voi?” Laura spiegň al vecchio Banette che gli strumenti che Gengar e Haunter simulavano con le loro voci gutturali era denominato “martello pneumatico”, ma anche se non glielo avesse chiarito non ci sarebbe stata alcuna differenza poiché i tre Pokémon fantasma osservarono attoniti la figlia dei Ferguson.
“Scusa, giovane umana, martello che?” Laura scosse la testa e sorrise, lasciando perdere le spiegazioni tecniche sull’utilizzo degli strumenti di proprietŕ degli umani. Arrivata a quel punto della conversazione, la ragazza dagli occhi verdi fu decisamente piů sollevata. La paura di essere caduta nuovamente nella sua follia era ora un pallido ricordo, era vigile e cosciente e soprattutto razionale, il che la riempě un po’ di orgoglio personale. I suoi Pokémon erano accanto a lei, attentissimi ai discorsi di Haunter e Gengar, che traducevano le parole di Banette in modo tale che anche Dratini, Poochyena, Ledyba e Sandshrew fossero informati della situazione che si stava sviluppando di sopra.
-Scusa, Banette – la ragazza interruppe dolcemente l’anziano Pokémon fantasma, anche per fargli riprendere fiato – che cosa sarebbe successo se il Team Richardson avesse demolito la campana della torre?- L’anziano Banette scosse lentamente la testa, leggermente rattristato al solo pensiero di condividere con la giovane allenatrice di Pokémon un fatto cosě spiacevole da ascoltare.
“Devi sapere, giovane umana... che la Campana Chiara serve per quietare le anime dei Pokémon defunti... e stabilire un equilibrio netto tra il mondo dei mortali e l’aldilŕ... ma la gente č piů propensa a credere che la campana serva unicamente... a tranquillizzare gli animi delle persone e non farsi la guerra tra di loro...” Un altro colpo di tosse, piů potente questa volta, piegň in due il vecchio Pokémon spettro ed i suoi compagni, spaventati, lo adagiarono dolcemente a terra, e velocemente gli altri componenti della famiglia si avvicinarono, per sostenere sia fisicamente che moralmente il loro anziano leader e capofamiglia. Laura non volle piů fare domande a Banette, in evidente debito d’ossigeno e a corto di fiato per tutto quel parlare mentalmente, che doveva richiedere numerose energie.
-Basta, Banette, ti prego resta in silenzio, risparmia le energie.- Poi la ragazza afferrň nuovamente il  PokéNav e, osservatone lo stato della batteria, scosse la testa, leggermente preoccupata per il suo marchingegno elettronico. Aveva ancora disponibili tre tacche su sei, era giŕ arrivata al 50% dell’autonomia elettrica e se non avesse trovato una soluzione al piů presto, si sarebbe trovata nella piů totale oscuritŕ e quel tanfo terribile la prendeva per la gola, cosě come i suoi poveri Pokémon. Conscia che far parlare Banette era come fargli bere delle bevande amare e disgustose, la figlia dei Ferguson pose altre domande all’anziano Banette, il quale nonostante avesse gravi difficoltŕ a respirare, fu lieto nel rispondere alla sua giovane amica.
-Banette, io e i miei Pokémon siamo scivolati per sbaglio da una lapide e caduti nel piano inferiore, e non sappiamo come uscire da qui…- Sia Banette che gli altri Pokémon fantasma osservarono sbalorditi la ragazza, la quale si trovň in netto disagio con tutti quegli occhi luminosi addosso a lei.
“Come… come hai detto? Lapide…? Al piano terreno?” Laura annuě, chiedendosi mentalmente il perché di tutta quella meraviglia.
-Sě, certo – balbettň Laura, indecisa se rivelare quello che aveva visto di sopra – … un cimitero pieno di lapidi, che si estende a vista d’occhio…- Tutti i Pokémon spettro sgranarono gli occhi, quasi meravigliati nell’udire quelle parole. Addirittura il vecchio Banette, nell’udire la notizia, si mise in piedi da solo senza l’aiuto di Haunter e Gengar. Si protese in avanti, indicando con una zampa la giovane allenatrice, e per poco ci mancava che cadesse in avanti per lo squilibrio, se non fosse stato per i due suoi compagni.
“Giovane umana… non c’č mai stato un cimitero… al primo piano, ma solo la sala di accettazione…!” Poi all’improvviso, l’illuminazione. Banette si voltň lentamente, guardando in faccia sia Haunter che Gengar, poi un brivido percorse l’anziano Pokémon, quasi come se la rivelazione avesse potuto cambiare l’esito della sua vita per sempre.
“Dusknoir…!! E’ stato lui!!”
 
Machamp e Onix, spalla contro spalla, continuarono a lanciarsi in attacchi disperati contro i due Ursaring che non smettevano un solo istante di scagliare con tutta la loro potenza l’attacco Breccia contro i loro avversari. Il Pokémon lotta di Ash tentň in tutti i modi di bloccare l’attacco diretto verso Onix con le sue quattro possenti braccia, mentre il Pokémon roccia di Brock, con un colpo della sua potente coda, colpiva l’altro Ursaring che, caricando a velocitŕ al limite del credibile, aveva tutta l’intenzione di abbattere Machamp con un potente Body Slam. I due allenatori, un poco piů distanti rispetto al luogo dello scontro, strinsero i denti ed i pugni, coscienti di stare occupando parecchio tempo nel tentativo di fermare quei due colossi. Machamp riuscě, con l’ausilio delle altre due braccia libere, di colpire ai fianchi il primo orso con diversi Colpokarate, mentre con le altre braccia bloccava le zampe anteriori del suo avversario. Brock ordinň ad Onix di colpire l’altro Pokémon con l’attacco Sassata. Il Pokémon serpente, colpendo con energia il terreno con la sua coda, frantumň il pavimento di terra e, spazzando energicamente le varie zolle fino a creare un vorticoso uragano di terra, fango e pietre varie, ne creň una strana “pioggia” che colpě di netto il volto del secondo orso il quale, nonostante la notevole scarica precipitatagli addosso, non demorse e caricň come un treno, fino a raggiungere il suo avversario, colpendolo con un attacco Breccia.
-Onix, mantieni la calma e usa Legatutto su Ursaring!- L’altro Ursaring si era liberato dalla presa di Machamp, allargando le zampe anteriori e, avvolgendo le sue zampe attorno alle quattro braccia del Pokémon di Ash, dall’esterno verso l’interno, lo bloccň completamente e, sorridendo con ferocia, lo squadrň con sadico divertimento. Ash, con il cuore in gola, gridň un ordine di difesa a Machamp ma il Pokémon lotta, impossibilitato a qualsiasi movimento, non riuscě ad evitare una scarica di testate che Ursaring rifilň al muso del Pokémon bloccato. Il Master dei Pokémon sbarrň gli occhi, incredulo: non aveva mai visto dei Pokémon cosě agguerriti, potenti e ostinati come quei due Ursaring.
-Machamp – gridň Ash – usa Introforza per liberarti dalla presa di Ursaring!- Con evidente difficoltŕ, Machamp riuscě a crearsi un varco e l’orso venne respinto indietro di diversi metri grazie alla tecnica dell’Introforza, una potente luce bluastra scaturě dalle quattro braccia del Pokémon lotta   e andň a segno, colpendo l’avversario direttamente al torace. Nonostante tutto l’impegno messo in quella tecnica, il Pokémon di tipo normale rimase in piedi e semplicemente venne trascinato indietro, creando un solco in terra con gli artigli delle sue zampe anteriori. Ruggendo con intenzioni bellicose, ripartě nuovamente all’attacco, cosě come l’altro Ursaring, liberatosi dalla stretta del corpo  di Onix, saltň di lato e, afferrato il Pokémon roccia alla base della sua coda, lo sollevň con entrambe le zampe come se fosse un lazo e lo fece roteare sopra di sé, molto probabilmente con l’intenzione di scagliarlo lontano. Ash e Brock, attoniti, osservarono lo sviluppo dello scontro quasi con meraviglia.
-Non ci posso credere – commentň amaramente Brock – non ho mai visto Pokémon cosě potenti come quei due!- Ash annuě, deglutendo un rospo amaro. Con la coda dell’occhio osservň Pikachu, alla sua sinistra. Il Pokémon elettrico osservava a denti stretti i suoi alleati che stavano avendo grosse difficoltŕ ad abbattere i loro avversari, nonostante tutta la buona volontŕ che stavano applicando in quella battaglia. Brock dovette desistere e richiamň Onix nella sua sfera Poké, volendo evitare danni peggiori che avrebbero potuto scaturire dal lancio verso il vuoto del suo Pokémon. Machamp ansimň, provato duramente dall’utilizzo di Introforza di poco prima e, evitando un nuovo attacco Breccia girandosi di lato e mandando a vuoto il suo avversario, ne approfittň per colpire Ursaring all’addome con una ginocchiata. L’orso accusň violentemente il colpo e, proiettato in avanti, cadde prono in terra, trascinandosi sul terreno di diversi metri, fino ad arrivare quasi nei pressi dei due allenatori, che evitarono per un soffio di essere travolti da quella massa di pelo. Nonostante il brutto colpo superefficace, Ursaring aveva ancora le forze di rialzarsi, ma Pikachu, con un rauco grido di rabbia, urlň la parola “stop” colpendo il Pokémon di tipo normale con un attacco Tuono, che lo ridusse finalmente ai minimi termini. L’altro Ursaring, visto il suo compagno a terra, finalmente iniziň a ragionare e, ansimando, osservň rabbiosamente in volto il Pokémon elettrico il quale, digrignando i denti dalla gran collera, si piazzň a quattro zampe, con la schiena arcuata e ricambiň duramente lo sguardo del suo avversario, facendo scoppiettare le sue tasche guanciali di energia elettrostatica.
-Ursaring, non vogliamo farti del male, non centriamo! Siamo entrati per sbaglio nella vostra grotta, vi chiediamo scusa!- Le parole accorate del maestro di Pokémon non convinsero l’orso marrone, ma vedere in terra il suo compagno e comprendere che quel pestifero Pokémon elettrico avrebbe potuto folgorare anche lui, lasciando scoperti e senza difese i piccoli Teddiursa, lo fecero desistere. Per di piů, il Legatutto di Onix aveva causato non pochi danni al suo corpo, e Ash notň che l’orso appoggiava una zampa sul suo avambraccio sinistro, ruggendo dal dolore. Ursaring si sedette e iniziň a lacrimare per il male subito. Ash e Brock, dopo un’attesa di qualche secondo, si guardarono attorno, ansimando.
-Ash, sarŕ meglio curare questi due Ursaring e lasciarli andare. Dobbiamo fare in fretta e aiutare i nostri amici alla Torre Pokémon.- Il ragazzo col cappello annuě, leggermente piů tranquillizzato dalle pacate parole dell’ex capopalestra di Plumbeopoli. Ignorando le crescenti minacce e le grida di rabbia del Pokémon normale seduto a terra, i due allenatori si indirizzarono velocemente verso l’orso colpito dall’attacco Tuono e, posati gli zaini in terra vicino ad Ursaring, ne estrassero diverse pomate ed unguenti che strofinarono sul corpo del Pokémon folgorizzato. Inferocito e temendo per la sorte del suo simile, l’altro Ursaring si sollevň nuovamente in piedi e si avvicinň minacciosamente, con l’intenzione di proseguire il combattimento, ma ben presto si arrestň, ammutolito, quando vide il suo compagno rialzarsi e riacquistare le forze. Sembrava contento di essere nuovamente in piedi e non aveva piů intenzioni bellicose nei confronti dei due ragazzi. L’Ursaring ferito, confuso da quello che era appena successo, aprě gli occhi e la bocca dallo stupore.  Ash sorrise e fece cenno all’orso di avvicinarsi, avendo in mano le pomate e le bende per curare pure lui.
-Dai, avanti Ursaring, ora ti curiamo e ce ne andiamo!- L’Ursaring ferito guardň di sbieco il Pokémon elettrico, che sembrava non avere neppure lui piů intenzioni bellicose. Pikachu stava sorridendo e lo invitava ad avvicinarsi, per farsi curare. Tentennando, l’orso guardň il suo compagno, che sembrava essere molto soddisfatto, e lo invitava a fidarsi dei due ragazzi. Con circospezione, Ursaring si avvicinň ed il primo passo verso di lui lo fece Brock, con in mano una fiala di Superpozione.
-Avanti Ursaring, fammi vedere dove ti fa male. Su, da bravo.- Riluttante, Ursaring scoprě la parte del braccio che aveva sfregato contro la pelle coriacea di Onix e, senza pensarci due volte, l’ex capopalestra di Plumbeopoli spruzzň il contenuto della pozione curativa sul punto indicato dall’orso. Il Pokémon normale, paventando un dolore atroce, ringhiň e gridň di rabbia verso l’allevatore di Pokémon, ma smise quasi immediatamente di ruggire, notando sia l’assoluta tranquillitŕ dei presenti che l’effetto benefico quasi repentino della medicina curativa. La zampa anteriore di Ursaring parve essere privata di quel brutto graffio visto precedentemente e, sinceramente sbalordito di essere stato rimesso in forma da quello strano intruglio, l’orso si guardň attorno, quasi con aria smarrita. Ash ne approfittň per allontanarsi di qualche passo, con Pikachu nuovamente sulla sua spalla, e Brock che fece un cenno a Pidgeot e Pelipper, che ancora stavano accovacciati sul terreno con occhi quasi spiritati, di allontanarsi anche loro.
-Ora ce ne andiamo, promesso. Voi dovete tornare dai Teddiursa, avete capito?- E, senza attendere la risposta dai due attoniti Ursaring, richiamato Machamp nella sua sfera Poké, i due allenatori fecero ben presto dietrofront e, senza preoccuparsi di voltarsi indietro per capire se i due orsi li stessero seguendo o meno, corsero verso i due Pokémon volanti e saltarono loro in groppa. Pidgeot e Pelipper non attesero neppure l’ordine del loro allenatore, presero immediatamente velocitŕ sull’erba e spiccarono un salto verso il cielo azzurro, librandosi e prendendo immediatamente il volo, diretti verso la Torre Pokémon, alla ricerca dei loro compagni dispersi.
 
Lo sguardo inferocito di Dusknoir, preso alla sprovvista dal provvidenziale intervento del piccolo Bulbasaur, inquietň tutto il gruppo ancora riunito al piano terreno della Torre Pokémon, avvolto in un’oscuritŕ quasi asfissiante. Il Pokémon spettro, furioso per l’intrusione di tutti quei personaggi e anche per il fatto che furono in grado di scoprire l’inganno dei falsi ologrammi dei Pokémon fantasma, espediente utilizzato per spaventare i suoi avversari, si rialzň da terra con una certa difficoltŕ e, tenendo incollato lo sguardo verso Cleffa, il quale sembrava quasi sfidare con gli occhi Dusknoir, si avvicinň con lentezza. Terry, che era riuscito ad allontanarsi da Dusknoir correndo all’indietro, si posizionň nuovamente accanto al suo amico Phil, con il fiato grosso e con il cuore in gola, spaventato a morte dall’entrata in scena di quel Pokémon.
-Che… che cosa significa questo? - balbettň tremando Terry. Il ragazzo con le folte basette osservň con terrore il Pokémon fantasma davanti a loro, e pareva proprio che si stesse preparando con un’offensiva ai danni del gruppetto di Pokémon che gli si parava davanti. Phil, con Bulbasaur in braccio, batté i denti dal terrore e rimase congelato nella sua posizione, ad occhi sbarrati, nello scrutare Dusknoir che si decise finalmente ad attaccare i primi Pokémon che gli stavano di fronte, ovvero Sylveon e Altaria. I due Pokémon evitarono per un soffio una potente Ombra notturna che andň a cozzare contro il pavimento, e quasi andň ad investire gli altri Pokémon che si allontanarono saltando da tutte le parti.
-Che cosa possiamo fare, Terry? Quello lě ci sta attaccando!!- La voce arrochita dal crescente terrore di Phil quasi si poteva udire, ormai ridotta pressoché ad un filo. Terry si guardň attorno, stringendo i denti. Ormai erano soli, non avevano piů i loro compagni ad aiutarli. Non c’erano né Ash, né Brock ad aiutarli. Laura era dispersa chissŕ dove in quel labirinto di lapidi spuntate chissŕ come e chissŕ quando, mentre Alex era stato lasciato indietro a Lavandonia, con il solo aiuto dei suoi Pokémon, che parevano congelati anch’essi dalla paura. I soli Pokémon che sembravano in qualche maniera reagire contro i pressanti attacchi di Dusknoir furono Sylveon, Altaria, Mareep e Cleffa. Phil strabuzzň gli occhi quando vide il suo Pokémon stella lanciarsi contro il Pokémon fantasma, e cercň  in ogni modo di richiamarlo indietro, temendo per la sua incolumitŕ.
-Cleffa! Cleffa, torna indietro!- Cleffa e Sylveon, senza attendere l’ordine dai loro allenatori, scagliarono un attacco combinato di Comete contro Dusknoir, il quale con una semplice manata allontanň l’offensiva dei due Pokémon. Mareep galoppň in avanti, e belando lanciň un attacco Tuonoshock diretto verso il suo avversario. L’offensiva andň a segno ma non durň a molto, a causa dell’utilizzo intensivo di Flash che aveva prosciugato quasi tutte le energie della pecora. Dusknoir rispose con un nuovo attacco, Palla ombra. Il Pokémon fantasma si sollevň da terra e, inaspettatamente, scagliň con una velocitŕ impressionante la sfera violastra che andň a colpire Mareep di striscio, ma fu comunque sufficiente per mandare il Pokmon elettrico K.O. Pidgey, istigato da Altaria, zampettň in avanti ed entrambi si affannarono ad allontanare Dusknoir con un attacco combinato di tipo volante, Raffica. Machop e Geodude ripresero a spaccare il pavimento con i loro poderosi pugni e, raccoltine i cocci di pietra, li gettarono furiosamente contro Dusknoir, il quale non smise per un solo minuto di scagliare l’attacco Palla ombra contro i suoi avversari. Weedle rimase in disparte, spaventato, e faticosamente allontanň Mareep e Pidgey, caduto anch’esso dalla fatica, dal campo di battaglia. Terry decise di intervenire, visto il lento degenenerare della battaglia a loro sfavore, con uno dei suoi Pokémon e Phil gli gettň uno sguardo carico di fuoco.
-Che cosa hai intenzione di fare, Terry?! Non vorrai stuzzicarlo spero?- La voce balbettante di Phil causň parecchio fastidio al suo amico, rafforzando la sua decisione di lanciare uno dei suoi Pokémon in campo. Invocare il Meowth di Violette, la sua ex fidanzata, era un rischio fin troppo elevato, fare combattere un Pokémon di tipo normale contro uno di Pokémon spettro era una follia nonché un perfetto suicidio. Il ragazzo con le folte basette strinse i denti con rabbia, non aveva altra scelta. Decise dunque di afferrare la sfera Poké rimasta e, osservando con decisione Dusknoir che ancora stava attaccando a tutto spiano gli altri Pokémon con il suo Palla ombra, schierň in campo Relicanth.
-Phil – Terry richiamň l’attenzione del suo spaventato amico – non abbiamo altra scelta, dobbiamo trattenere quel Pokémon. Mentre io lo tengo impegnato, tu vai alla ricerca di Laura, appena la trovi torna qui e scappiamo via… le cose si stanno mettendo male!- Come giustamente osservato da Terry, Dusknoir con un nuovo attacco Palla ombra era riuscito a centrare il guizzante Altaria, evitando per un soffio di essere colpito lui stesso da un Aeroassalto. Il Pokémon di Terry era balzato in aria, librandosi per qualche secondo, e puntando con decisione verso Dusknoir, stava per eseguire la sua tecnica. Altaria, incassato il colpo, andň zampe all’aria, ruzzolando in terra per diversi metri, e non fu piů in grado di continuare a lottare. Phil sgranň gli occhi terrorizzato, stavano perdendo i loro Pokémon uno dopo l’altro e sembrava proprio che quel Dusknoir fosse decisamente fin troppo potente per loro. Il ragazzo comprese ben presto che anche il Relicanth di Terry, lottando controvoglia per la mancanza del suo ambiente naturale, aveva ben poche speranze di contrastare le tecniche di Dusknoir. Con riluttanza, Phil decise di staccarsi dal gruppo e si incamminň verso le lapidi che si trovavano in lontananza rispetto al campo di battaglia, salvo poi pentirsene quasi subito. Il suo pensiero corse immediatamente a Cleffa, il quale stava continuando a combattere, insieme a Sylveon, Geodude e Machop, contro il Pokémon fantasma. Con lo stomaco in subbuglio per avere dimenticato il suo Pokémon stella, Phil si voltň di scatto ma, cosě facendo, inciampň su se stesso e cadde rovinosamente a terra, lasciando andare Bulbasaur, il quale si trovava tra le sue braccia. Phil nel tentativo di mantenere l’equilibrio aprě le braccia, e il cucciolo di Pokémon erba si ritrovň suo malgrado proiettato in avanti, rotolando in terra per diversi metri. Quando finalmente le sue piroette terminarono, Bulbasaur scoppiň in un pianto dirotto, causato sia dallo spavento che per i colpi subiti mentre stava rotolando sul pavimento, ma venne quasi interrotto immediatamente, perché gli occhi sbarrati del cucciolo incontrarono quelli incolleriti di Dusknoir, il quale per evitare un nuovo affondo di Sylveon si era spostato sulla sua sinistra ed ora, ai suoi piedi, si era ritrovato il cucciolo di Pokémon erba.
Phil, alzando con difficoltŕ la testa nel disperato tentativo di rintracciare Bulbasaur che gli era sfuggito dalle mani, lo ritrovň diversi metri piů in avanti, accovacciato in terra, con la testa sollevata  verso Dusknoir, e Dusknoir che aveva a sua volta abbassato la sua, con i loro occhi che si incrociavano, e Bulbasaur terrorizzato con i suoi versi strozzati. Phil strinse i denti, nel tentativo di rialzarsi, ma non riuscě immediatamente a risollevarsi: nel momento in cui cadde, aveva urtato il suo ginocchio sinistro contro una delle pietre ricavate dalla rottura del pavimento causata dai pugni di Machop e Geodude.
-Bulbasaur… - Phil deglutě, nel tentativo di richiamare l’attenzione del piccolo Bulbasaur – per favore, spostati da lě!- Bulbasaur era in pericolo. Dusknoir, inferocito per avere riconosciuto in Bulbasaur il responsabile del mancato svolgimento del suo Gigaimpatto contro gli allenatori di Pokémon, venendo addirittura scaraventato in terra dalle liane del Pokémon erba, estese le zampe anteriori davanti a sé, in direzione dello spaurito cucciolo. Dusknoir voleva attaccarlo con Palla ombra nuovamente, e se uno dei Pokémon alleati non avesse fatto in tempo a fermarlo, sicuramente lo avrebbe colpito e per Bulbasaur sarebbe stata la fine.
-Phil! Phil, dannazione usa uno dei tuoi Pokémon!- La voce terrorizzata di Terry risuonň quasi lontana alle orecchie di Phil. Bulbasaur… il Pokémon di Brock era in pericolo, e nessuno sapeva piů come fermare il Pokémon fantasma impazzito. Machop e Geodude, coscienti di non potere utilizzare nessuna delle loro mosse poiché inefficaci contro il Pokémon spettro, continuarono a scagliare con foga i sassi e le pietre ricavate dal pavimento, ma molti dei proiettili lanciati non scalfirono minimamente il Pokémon fantasma. Sylveon lanciň un nuovo attacco Comete, che incredibilmente era riuscito a colpire il fianco destro di Dusknoir, ma il colpo subito non era stato minimamente accusato da quest’ultimo. Anche Weedle in un timido tentativo tentň di bloccare una delle zampe di Dusknoir, avvolgendola nell’ovatta di Millebave, ma la sostanza appiccicosa non attutě minimamente il corpo di Dusknoir, il quale continuň a creare energia tra le sue zampe, creando una sfera sempre piů voluminosa, di colore violastro, pronto per essere scagliato con rabbia  in direzione del cucciolo di Pokémon erba. Paralizzato dal terrore, Bulbasaur rimase imbambolato, con la bocca aperta, gli occhi sbarrati e rannicchiato in terra, incapace di eseguire il benché minimo movimento.
-Bulbasaur! Bulbasaur, spostati da lě!- Sia Terry che Phil continuarono ad esortare il cucciolo a scappare dalla sua posizione, ma era ormai troppo tardi. Dusknoir lanciň con tutta la potenza che aveva in corpo uno dei Palla ombra piů fragorosi che ebbe mai potuto creare in vita sua, addirittura il colpo fu cosě dirompente che lo stesso Pokémon fantasma si ritrovň proiettato all’indietro dalla sua stessa tecnica. L’attacco era stato lanciato, proprio in direzione dello sgomento Bulbasaur…
-BULBASAUR!!- Qualcosa di imprevisto perň accadde. Un bagliore rossastro esplose con un fragore assordante alla sinistra di Dusknoir e un raggio fiammeggiante intercettň la Palla ombra, colpendola in pieno, causandone una variazione della traiettoria minima ma sufficiente per evitare che Bulbasaur ne venisse colpito. Il rumore scaturito da quell’attacco improvviso fu cosě energico e devastante da catturare completamente l’attenzione di tutti i presenti, tra cui i presenti. Il piccolo Bulbasaur, con la bocca secca e gli occhi fuori dalle orbite per la paura, guardava senza osar proferire parola prima Dusknoir, che aveva voltato lo sguardo alla sua sinistra, quasi con rabbia, e poi quella strana figurina alla sua destra, che sembrava delinearsi e ricomporsi in mezzo alla fuliggine creata da quel lampo di luce vermiglio. Phil, che era il piů vicino alla scena, riuscě finalmente a mettersi in ginocchio e, aggrottando le sopracciglia e strizzando gli occhi per capire chi fosse celato dietro quello strato di polvere che ancora piroettava in quella ampia sala semi oscura, si lasciň andare in un grido liberatorio quando finalmente poté comprendere l’identitŕ dell’attaccante. Tutti i Pokémon ancora in grado di combattere, compreso Dusknoir, trasalirono nel vedere il piccolo Pokémon drago serpeggiare con furia in mezzo ai detriti e alla polvere che si erano sollevate poc’anzi e, insieme a Dratini, videro comparire dal nulla Laura Ferguson, accompagnata da alcuni piccoli Pokémon fantasma, alcuni dei quali sorreggevano con decisione con un braccio un altro Pokémon anziano, quasi in prossimitŕ di cadere in terra. Dusknoir si voltň completamente questa volta verso i nuovi arrivati e, disinteressandosi completamente dal suo obiettivo principale, ovvero Bulbasaur, fulminň con lo sguardo l’anziano Banette, il quale sorrise stancamente al suo compagno e collega.
“Dusknoir… amico mio...” La voce stanca e lugubre di Banette risuonň cosě flebile alle orecchie di Laura, che la ragazza, un poco piů avanzata rispetto al gruppetto di Pokémon spettro rimasti piů indietro, si voltň preoccupata verso Banette. Haunter e Gengar non persero di vista Dusknoir, nonostante il loro gravoso compito di sorreggere fisicamente il loro anziano leader.
“So che sei spaventato… il nemico č fuggito… questi sono amici… riporta la Torre Pokémon alla sua origine...” La figlia dei Ferguson squadrň con occhio sommario il resto del gruppo, e non erano messi molto bene: Altaria, Pidgey, Mareep, Relicanth (sconfitto anch’esso da un’altra Palla Ombra), Machop e Geodude (al limite dello sfinimento) erano ormai impossibilitati a combattere, era necessario fermare Dusknoir e, se non fosse stato possibile sconfiggerlo, almeno stancarlo per poi fuggire da quel cimitero.
Laura non perse tempo e ordinň alla sua Dratini di scagliare un nuovo attacco Ira di Drago contro Dusknoir. Il Pokémon fantasma non si lasciň trovare impreparato e, incredibilmente, l’offesa trapassň trasversalmente il corpo del Pokémon fantasma, quasi come fosse stato incorporeo. L’immagine di Dusknoir, dapprima tremante e sempre piů opaca, svaně nel nulla, per poi materializzarsi istantaneamente alla destra di Dratini. La draghetta scansň il Gigaimpatto lanciato a peso morto dal suo avversario e, sgusciando fino a raggiungere il piccolo Bulbasaur, che ancora stava immobile come un baccalŕ a guardare lo scontro, lo spostň di lato con il muso e lo convinse a indietreggiare e raggiungere trotterellando Phil, il quale lo raccolse tra le sue braccia inchinandosi a terra e si sincerň delle sue condizioni di salute.
Dusknoir si lanciň nuovamente contro Dratini con un nuovo devastante Gigaimpatto, ma il Pokémon di Laura era troppo veloce per il suo avversario. Naturalmente questa tattica di sfinimento avrebbe sconfitto prima Dratini di Dusknoir, il Pokémon fantasma sembrava avere mille energie in corpo e non dava tregua al suo nemico. Haunter e Gengar, su consiglio di Banette, entrarono in campo in aiuto di Dratini. Dapprincipio i due Pokémon fantasma inorridirono alla richiesta del loro vecchio capo, ritenendo impossibile allontanarsi da lui, che aveva bisogno di cosě tante cure e di assistenza, ma si fecero ben presto convincere dalle accorate preghiere di Banette e dai tre Misdreavus, che si presero carico di sorreggere l’anziano Pokémon e di sostituire cosě Haunter e Gengar.
Dusknoir, vedendosi arrivare contro i suoi stessi compagni, smarrě per qualche istante la concentrazione necessaria, perse l’attimo giusto per colpire Dratini con Palla Ombra e, distraendosi, venne travolto da un nuovo Ira di Drago, che lo trafisse ad un fianco. Con un cupo borbottio Dusknoir si allontanň tremando, mentre Haunter e Gengar si unirono a Dratini, preparando e creando due Palla ombra dalle loro zampe anteriori. Era il momento giusto di contrattaccare, e Sylveon approfittň dello stato di incertezza del suo avversario per aggredirlo alle spalle con un nuovo attacco Comete, seguito da Cleffa. L’attacco andň a buon fine e Dusknoir all’improvviso si ritrovň circondato su piů fronti, non riuscě piů a contenere le nuove massicce offese dei suoi avversari e, con un nuovo disperato tentativo di allontanare quei pestiferi Pokémon, si lanciň in un nuovo, ultimo, travolgente Gigaimpatto, diretto verso il primo che gli fosse capitato a tiro. Sfortuna volle che il malcapitato di turno fosse l’anziano Banette, lasciato in disparte rispetto al campo di battaglia, e se non fosse stato per l’improvvisa e inaspettata contromossa dello stesso Banette, il vecchio Pokémon sarebbe rimasto schiacciato dal peso del suo antico compagno.
Il leader dei Pokémon fantasma lasciň appositamente che Dusknoir piombasse su di lui per colpirlo, con entrambe le zampe anteriori, sull’addome del suo avversario, rilasciando un’esplosione cupa di energia che lo sovrastň completamente. La forza di quell’attacco risultň cosě elevata da creare un’onda d’urto che fece traballare sulle gambe gli stessi allenatori sul posto, e la velocitŕ dell’aria sprigionata dal contraccolpo per poco non fece ruzzolare via tutti i Pokémon presenti in quel momento.
Laura rimase a bocca aperta, il vecchio Banette nonostante la sua veneranda etŕ era riuscito ad eseguire alla perfezione un attacco Neropulsar. Neropulsar non poteva essere appreso naturalmente da Banette, ma solo tramite una MT. Molto probabilmente i Pokémon fantasma che custodivano la Torre Pokémon erano ricompensati con vitto, alloggio gratuiti e con qualche MT regalata da qualche visitatore. Il fragore e la luce causate da quell’impressionante quanto inaspettato contrattacco di Banette cessarono dopo un po’ di tempo e, quando la fuliggine ed i detriti smisero di vorticare per aria, la ragazza con gli occhi verdi si rialzň, dapprima inginocchiata in terra per proteggersi, e guardň con stupore Dusknoir che, colpito all’addome e sbalzato contro il portone principale facendo un grande volo di oltre dieci metri, era scivolato a terra ed era caduto prono, molto probabilmente svenuto. Banette era ancora nella sua posizione rannicchiata, vicino alle lapidi, con le zampe anteriori distese davanti a sé, ed ansimava tossendo, provato dall’enorme sforzo richiesto nel tentativo di creare Neropulsar. Sogghignň e annuě, guardando lentamente dapprima Laura Ferguson, poi Haunter e Gengar i quali ricambiarono sgomenti lo sguardo spento del loro anziano leader, e infine tutti gli altri.
“Dusknoir… figlio mio… mi dispiace tantissimo...” E, esalato l’ultimo respiro affannato, Banette cadde in avanti, lungo disteso. Tutti i Pokémon fantasma, spaventati dalla caduta del vecchio Banette, si precipitarono su di lui e Haunter e Gengar girarono delicatamente su un lato il Pokémon spettro, per poi adagiarlo dolcemente sulla schiena. Tutti i presenti trattennero il respiro e si misero le mani sul volto, inorriditi, osservando Banette: il vecchio Pokémon fantasma aveva perso conoscenza.
 
Durante il volo verso la Torre Pokémon, il silenzio che separava i due amici di vecchia data venne rotto da Brock, che ancora non si capacitava di tutti quegli imprevisti capitati tra capo e coda nell’arco di quelle poche ore. Sembrava che l’incontro nel parco centrale di Lavandonia di quella mattina si fosse disputato giorni prima. Tra lo spavento degli Ursaring, la lotta contro gli orsi e la camminata nel bosco, l’ex capopalestra di Plumbeopoli iniziava ad accusare una certa stanchezza. Seduto a cavalcioni su Pelipper, Brock osservň in volto il suo amico di sempre: lo sguardo corrucciato di Ash, le mascelle serrate e la visiera del cappello calata lo rendevano piů sinistro di quanto non lo fosse stato in quei giorni.
-Ash, mi spieghi che cosa ti succede? Č da un bel po’ che ti osservo. Eri partito con cosě tanta contentezza…- Ash non si voltň, i suoi occhi erano concentrati sull’edificio che continuava ad avvicinarsi sempre di piů. Pikachu era accanto al suo allenatore, aggrappato sulla sua spalla, mentre Pidgeot procedeva con regolaritŕ, sbattendo pigramente le ali possenti, mentre Pelipper dovette metterci dell’impegno per mantenere la costanza della velocitŕ sostenuta dal suo compagno di squadra.
-… ora sei sempre nervoso, arrabbiato – proseguě Brock – sembra che qualcosa ti stia tormentando. Temi il Team Richardson?- Il maestro di Pokémon ricambiň lo sguardo del suo amico per un istante, per poi tornare a concentrarsi sulla Torre Pokémon. Il silenzio di Ash non piacque per nulla al ragazzo, e continuň a parlare nonostante il vento quasi stesse divorando le parole di Brock.
-Ammetto anche io che quei due, Elio e Cassandra, sono formidabili… i loro Pokémon sono veramente forti, non c’č che dire. Abbiamo rischiato di essere sottomessi per ben tre volte…-
-E’ questo il punto, Brock.- Finalmente Ash rispose, dopo qualche secondo. Il ragazzo col cappello si voltň verso il suo amico, con un volto cosě serio che Brock quasi non riconobbe il ragazzino spensierato e sempre ottimista che aveva sempre conosciuto. Sembrava trasformato, sembrava di parlare con un’altra persona.
-Sono riuscito a diventare maestro di Pokémon, ho la qualifica per insegnare e magari potere aprire una scuola di allenatori dove mi pare e piace. I miei Pokémon, qualche anno fa, riuscirono anche a sconfiggere i Superquattro di Kanto e, non contenti, ho potuto confrontarmi in amichevole con il campione, uscendone con un bel pareggio.- Qui Ash si permise un sorriso, condiviso dal fedele topo elettrico. Brock annuě, sorridendo anch’egli.
-Questo č magnifico Ash, ma…- Il ragazzo col cappello tornň a guardare davanti a sé, perdendo lentamente il suo sorriso.
-Lo so. So cosa pensi, Brock. Gli ultimi avvenimenti mi hanno leggermente scombussolato. L’ascesa di Fred Blake, l’incidente di Psyduck, la furibonda lite con Misty… e poi l’incidente di Monteluna…- Ash scosse la testa, stringendo i denti per la rabbia. Brock poté capire come potesse sentirsi il suo amico, l’infortunio di Alex a Monteluna era stata una cosa seria e avrebbe potuto finire molto peggio.
-Non so, Brock, mi sembra di non riuscire a tenere testa a quei due.- Questa volta fu Brock ad arrabbiarsi nell’udire quell’affermazione. Osservare Brock adirato era qualcosa di veramente eccezionale, e le sue parole lo furono ancora di piů.
-Mi meraviglio di te, Ash! Da quando in qua temi il tuo avversario? Sei uno dei maestri piů forti di tutte le regioni conosciute, hai raggiunto il tuo sogno da quando eri ragazzino, hai dei Pokémon formidabili e fortissimi!- Riprese un attimo fiato, per poi proseguire. Ash continuň a tenere lo sguardo fisso davanti a sé, rigido come una statua.
-Forse tu e i tuoi Pokémon non vi siete piů allenati da quando sei tornato a casa, non č il caso di ricominciare ad allenarsi?- Effettivamente Ash non aveva piů allenato a dovere i suoi Pokémon, si era letteralmente crogiolato nella sua grande vittoria conseguendo il titolo di maestro. Probabilmente era proprio come diceva il suo amico, poi l’incredibile e inarrestabile ascesa del padre di Alex aveva fatto tutto il resto. Quell’uomo era terrificante. Detestava ammetterlo, ma ogni volta che Ash aveva fronteggiato Fred, aveva rimediato solo sconfitte. Comunque, era necessario pensare al presente. Magari Ash avrebbe ripreso ad allenare i suoi Pokémon durante il tragitto da Lavandonia a Zafferanopoli… i suoi pensieri vennero ben presto distratti da Brock, che lo incitava a gran voce a guardare in basso. Il ragazzo guardň in basso, in direzione del punto indicato dalla mano destra di Brock.
-Ash! Ma quello… quello non č Alex?!- L’allenatore di Pokémon piů forte al mondo strabuzzň gli occhi, attonito: Alex effettivamente si trovava nel bosco, quasi giunto alla prossimitŕ della Torre Pokémon, ma era sdraiato a terra, supino, ed accanto a lui c’era il suo Dratini, sdraiato anch’esso a terra. Non si muovevano, Dratini sembrava essere stato aggredito da qualcosa, mentre Alex era ai piedi di un albero, con la testa rivolta contro il tronco. I due allenatori non persero tempo, deviarono i Pokémon volanti alla destra della torre, diretti verso l’allievo di Ash.
   
 
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