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Autore: imoto    22/05/2019    0 recensioni
8.5 milioni di abitanti sparsi su 785 km quadrati: questa è New York.
Non sorprende che chi fugge dal passato decida di ricominciare proprio da qui. A sorprendere è, invece, l'incredibile storia di come otto ragazzi si sono trovati contro ogni statistica e previsione.
Ma forse non è così tanto sorprendente. Anche le norne a volte tessono arazzi meravigliosi, no?
Genere: Angst, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Jǫtunheimr
parte prima

Quando raggiunsero Clint, il ragazzo era già seduto a un tavolo con un piatto pieno di roba davanti. La saletta comune, che dava sulla sala da pranzo ed era vuota fino a poco prima, adesso straripava di adolescenti e ragazzini divisi in gruppetti che, spintonandosi, cercavano di farsi spazio in mezzo alla calca apocalittica che era la fila per il buffet.
«Affollato per essere un ostello di terza categoria» ironizzò Steve. 
Con un paio di gomitate ben piazzate, qualche sguardo non proprio pacifico e un paio di spintoni riuscirono ad arrivare al tavolo e a sedersi, i piatti stracolmi di cibo di bassa qualità.

Avevano appena dato le prime forchettate quando dalla confusione incomprendibile della sala una voce richiamò la loro attenzione: «Ciao...»
Erano una donna -circa quarant'anni, i primi capelli bianchi ad adornargli le tempie- e due ragazzine dietro di lei, una con il viso pieno di lentiggini e l'altra con i capelli mori, entrambe con un piatto in mano. Avere l'intero tavolo che si ferma e inizia a fissarti doveva essere abbastanza per mettere in imbarazzo il trio che si mosse a disagio, ma la donna non perse il sorriso di cortesia.
«Hum, loro possono… sedersi qui?» chiese con un accento stentato indicando le due adolescenti «Non c'è abbastanza... sedie» provò a spiegare indicando con un gesto della mano i vari tavoli intorno già occupati.
Per Natasha era un no, un secco e deciso no. Per sua sfortuna Thor fu più veloce di lei a prendere la parola.
«Aye! C'è posto per tutti e sarà più che piacevole condividere il pasto con queste due splendide ragazze!»
La moretta, probabilmente la più portata in lingue, arrossì fino ai capelli e Miss Lentiggini sorrise imbarazzata. La donna guardò Thor annuire vivacemente, il sorriso abbastanza luminoso da far impallidire buona parte della popolazione americana, e scambiate alcune parole in lingua con le due ragazze, li ringraziò e tornò al suo tavolo. 
Una volta sedute e visto che nessuno pareva disposto a smettere di osservarle, Miss Lentiggini ebbe la geniale idea di iniziare una conversazione.

 «Il mio nome è Helen, lei è Sophie. Voi sie-»

«Da dove venite?» Tony le interruppe immediatamente, gli occhi che brillavano di curiosità «Perchè siete qui? Cosa avete intenzione di fare? Siete ovviamente turiste, ma non siete da sole! Cosa- Ouch!» Loki tirò una gomitata al bambino che interruppe il fiume di parole sotto le risate di Clint e lo sguardo di fuoco di Natasha che cercò di mettere una pezza alla situazione.
«Mi dispiace, mio fratello può essere irritante a volte.»
Le due ragazze sorrisero imbarazzate, ma a quanto pare lo straparlare di Tony non fu un motivo sufficiente per convincerle ad abbandonare la conversazione.
«Non è un problema. Io ho un fratello minore, lo so come può essere... irritante»
La mora annuì dando corda all'amica e rivolgendosi a Tony:
«Ma tu devi parlare più lentamente o noi non capiamo.»
«Perchè siete qui?» chiese questa volta più lentamente e scandendo le lettere nelle parole, soffermandosi sulle vocali aperte, cercando di imitare la strana cadenza straniera.
«Noi siamo studenti. Veniamo Deuchland, siamo... Deuchlander»
«Tedesche?» chiese Natasha
Miss lentiggini annuì grata:
«Noi siamo tedesche e siamo qui in viaggio scolastico.»
«E vi piace New York?» Steve chiese gentilmente e Natasha sospirò dentro di sé, portando gli occhi al cielo dietro le palpebre. Loki ricambiò il suo sguardo frustrato dall'altro lato del tavolo: se dovevano proprio fare conversazione che ne facessero una interessante quantomeno!
«-e domani andiamo a vedere la Statua della Libertà! Siamo così emozionate!»
I ragazzi sorrisero e Loki ghignò, in risposta al labiale "cascamorti" che la scena riservava. 
«Voi avete visitato la Statua della Libertà?»
«No, mai. Ma mi piacerebbe un giorno» rispose Steve.
Le due ragazze parvero confuse, ma fu la mora a tramutare i dubbi in domande:
«Voi non siete di qui?»
E ci siamo, ecco la fatidica domanda! Natasha sospirò internamente pensando a come contenere i danni.
«No, noi siamo di qui. Viviamo qui.»
Natasha tirò un calcio da sotto il tavolo ma Thor non parve nemmeno accorgersene e Loki si passò frustrato una mano tra i capelli borbottando.
«Voi... vivete qui? Nell'hotel?»
«Ovviamente no!» e questa volta grazie a chissà quale dio, Natahsa fu abbastanza svelta da prendere la parola per prima.

«Non viviamo qui nell'hotel, quello che Thor stava cercando di dire è che noi viviamo in America. Qui inteso come America. Noi siamo Americani e viviamo in America.»
Il viso delle due ragazze s’illuminò di comprensione e ridacchiarono.
«Certo, certo. Scusa ma non parliamo molto bene l'inglese.»
Natasha sorrise, condiscendente, totalmente in contrasto con la furia interiore che provava verso Thor e la gratitudine che le due ragazze fossero straniere e avessero imputato l’errore a un’incomprensione.

«Da dove venite?»
«
Come ha detto Nat, siamo Americani» deviò la domanda Clint. Grazie al cielo almeno lui aveva abbastanza sale in zucca da capire che rimanere sul vago era la cosa migliore.
«Si, certo, intendo...  da dove venite, dov'è la vostra casa? Quale... quale...» Miss Lentiggini si lasciò andare a uno sbuffo frustrato e la mora le poggiò una mano sulla spalla in conforto: «Da quale stato provenite?» completò per lei l’amica.
«Umh... ci sono molti stati, l'America è grande. Non penso conosciate il nostro, non è certo tra i più famosi.»

Loki si stava occupando, tra occhiate di fuoco e calci sotto al tavolo, di tenere tranquilli Tony e Thor. Bucky lasciò vagare lo sguardo tra Clint e Natasha un paio di volte per poi acconsentire all'improvvisata con un cenno del capo. Le due ragazze, grazie al cielo, erano troppo impegnate a stare dietro alla parlata veloce del biondo per prestare attenzione al resto del tavolo e la rossa ne approfittò per comunicare silenziosamente a Steve di reggere il gioco e ringraziare che almeno Bruce fosse abbastanza timido da non alzare la testa dal piatto e creare problemi.

«Sarebbe come se voi ci diceste da quale regione della Germania provenite, per noi sarebbe inutile.»
«
Noi proveniamo da Hessen, è a ovest» rispose ingenuamente Miss Lentiggini, ovviamente non capendo bene la frase.
«Noi non abbiamo la più pallida idea di dove sia Hessen!» sbottò Bucky e la mora arrossì. Natasha si sentiva quasi in pena per lei e per essere finita nel tavolo sbagliato. Quasi. Infondo se fosse stata zitta, tutto questo non sarebbe successo. 
«È... hum... dove c'è Offenbach, Kassel, Wiesbaden, Frankfurt-»
«Francoforte! La conosco!» Tony saltò letteralmente sulla sedia e Loki, che era sfortunatamente seduto al suo fianco, si prese una manata in faccia e sibilò dal dolore. Il bambino ritirò immediatamente la mano offesa contro il petto girandosi di scatto, scivolando così dalla sedia e ritrovandosi in bilico sulle gambe di Thor che lo afferrò prima che finisse per terra.
Scivolato due volte in una sera -nuovo record, mormorò Clint.
«Tu...»
«Loki!»
L'adolescente lanciò un ultimo sguardo di fuoco al bambino prima di ubbidire all'ammonimento del fratello. Prese il piatto e si alzò da tavola, facendo strisciare la sedia lungo il pavimento.

«La prossima volta vedi di stare un po' più tranquillo, Tony.» lo riprese Steve
Il bimbo borbottò qualcosa di incomprensibile scendendo dalle di Thor e dirigendosi verso il buffet. Sul tavolo scese un silenzio imbarazzante e tutti ricominciarono a mangiare. Fu nuovamente Miss Lentiggini a interrompere il silenzio.
«Cosa ci fate a New York? Noi siamo in viaggio scolastico, voi?»
«Vacanza.» rispose immediatamente Natasha prima che qualcuno potesse aprire la bocca e rovinargli la copertura -basso profilo.
«È la prima volta che venite a New York?»
«No!»
«Sì!»
Natasha riservò a Clint e Bucky uno sguardo velenoso prima di girarsi nuovamente verso le ragazze confuse con un sorriso, al momento gli stavano molto più simpatiche loro due che il resto degli idioti seduti al tavolo.
«Loro due sono già stati qui» spiegò indicando Steve e Bucky «Ma per noi è la prima volta.»
Miss Lentiggini annuì facendo vagare lo sguardo sui visi al tavolo. L'atmosfera si risollevò ulteriormente quando Tony e Loki tornarono al tavolo, la tensione tra di loro scomparsa. Qualsiasi cosa si fossero detti al buffet aveva funzionato alla grande. Con il clima al tavolo tornato nuovamente allegro e gioviale, la moretta parve trovare nuovamente il coraggio di parlare e si rivolse direttamente a Natasha e Loki.
«Quindi... voi due siete fratelli?» chiese tentennante, facendo passare l'indice tra l'uno e l'altro. I due adolescenti si lanciarono uno sguardo sconcertato e fu la rossa a trovare le parole per rispondere.
«Assolutamente no!»
«Oh... scusa, pensavo che...» l'indice indicò in sequenza Natasha, Loki e Tony, soffermandosi sul bambino
«Hai detto che lui è tuo fratello e loro due sono simili... scusa, ho sbagliato.»
Nei pochi secondi d’imbarazzo che si crearono lungo il tavolo, sul viso di Clint si delineo un ghigno che prospettava una sola cosa: guai.

«Ho un'idea! Perché non facciamo un gioco?»

A nulla valsero gli sguardi preoccupati di buona parte del tavolo, le gomitate di Bucky o i pestoni di Natasha, il sorriso di Clint continuava a rimanere fisso sulle sue labbra e le due ospiti annuirono entusiaste.

«Perché non provate a indovinare chi è fratello di chi?»

È -oh- un gioco così semplice, ma che apriva così tante prospettive di disastro davanti a sè. Senza saperlo le due ragazze avevano servito al biondo la possibilità di prese in giro, dispetti e vendette per almeno una settimana, Clint doveva solo stare attento al ritorno di fiamma.

«Okay, noi sappiamo che il bambino è suo fratello» Natasha alzò le mani in sconfitta annuendo. «E che anche lui è suo fratello»
Steve corrucciò la fronte osservandole curioso: «Perché?»
«Uno dei nostri amici prima ha detto che lui-» e indicò Clint - perché centrava sempre Clint? «-ha detto che voi due siete fratelli.»
I due biondi si scambiarono uno sguardo e alla fine Steve si arrese sospirando.
«Avete ragione, sono suo fratello»
Le due ragazze si scambiarono un cinque sotto il tavolo: «Tre fuori!»
«Ne rimangono solo cinque» cantilenò Clint.
«Quindi... per me uno, due e tre-» Bucky, Bruce e Loki «-sono fratelli»
«Mh, non lo so. Per me no.»
«Perchè? Loro hanno tutti i capelli neri!»
«Guardali! La faccia! Guarda la faccia, non sono fratelli. E il bimbo ha i capelli marroni.»
La mora incrociò le braccia al petto appoggiandosi al tavolo: «È il tuo turno»
«Per me loro due sono fratelli.» Thor e Steve si scambiarono un'occhiata.
«Impossibile, lui è già fratello di loro due.»
«Quattro bambini?»
«No, impossibile. Se tu dici che loro due sono fratelli io dico che lui-» Clint «-è fratello del bimbo» Tony lanciò uno sguardo complice al biondo.
«Per me no»
«Guarda la faccia! Sono uguali!»
A supporto della teoria della mora i due ghignarono e lo sguardo che prometteva problemi e malefatte era lo stesso.
«Guardali!»
«Se quattro figli era impossibile, cinque? Davvero?»
«Ovviamente no» rispose scoppiando a ridere «Ma continuo a pensare che loro due siano fratelli.» Bucky scompigliò i capelli di Bruce che gli sorrise.
«Anche per me»
«Qualcosa su cui siete d’accordo allora, che dite ci hanno preso?»
L'adolescente tirò una gomitata a Clint portandosi il bambino sulle ginocchia: «Corretto. Cinque fuori, ne rimangono tre! Forza, potete farcela»
«Hum... non lo so... loro due?» chiese indicando Thor e Clint.
«Chissà...» canticchiò l'adolescente biondo.
«Uno di voi non ha fratelli, sì?»
«Forse…»
Le due ragazze osservarono i volti rimanenti scambiandosi un paio di parole in tedesco prima di giungere a una conclusione: «Voi tre non avete fratelli!»
«Sbagliato!» tuonò Thor facendo ridere il tavolo e, all'espressione delusa delle giovani, anche Natasha non poté fare a meno di sorridere. Si stavano divertendo nonostante tutto, e dio solo sapeva quanto avevano bisogno di divertirsi e staccare un po' la spina.
«Voi due allora?» Thor mise su un'espressione confusa guardando Clint per cercare le somiglianze che avevano portato la mora a porre la domanda. Intanto il supposto "fratello" scoppiò a ridere, Loki incrociò le braccia al petto sempre più corrucciato.
«Sbagliato di nuovo! Volete un indizio?»
«Sì!»
«No!»
Le due si guardarono in faccia scoppiando a ridere.
«Dai, non indoviniamo mai così!»
«Okay...» l’accontentò Miss Lentiggini «Aiuto?»
Thor sorrise e si allungò oltre la sedia di Tony per mettere un braccio intorno alle spalle di Loki. Le due ragazze guardarono la scena e Miss Lentiggini inclinò la testa socchiudendo gli occhi.
«Impossibile!»
Loki mugugnò qualcosa e Clint rise: «Sono fratelli!»
«Impossibile!» ripeté la mora sgranando gli occhi «Sono diversi! Non sono simili per niente!»
«Non ci credo!» diede man forte Miss Lentiggini allungando un dito accusatorio verso i due ragazzi «È uno scherzo! Ci state prendendo in giro!» li accusò scherzosamente.

Loki scattò, togliendosi bruscamente il braccio di Thor dalle spalle e allungandosi sul tavolo, gli occhi ridotti a due fessure.
«Siamo. Fratelli.» sibilò con un odio che fece trasalire le ragazze e sussultare Bruce e Tony sulla sedia. Thor lo prese per l'avambraccio tirandolo nuovamente a sedere mormorando qualcosa in quella loro lingua strana e il fratello si calmò perdendo la postura rigida e tornando a sedersi sulla sedia. Le due adolescenti ancora scosse si ripresero con una risata forzata.
«Certo, non è un problema, siete fratelli. Sicuro.» riconobbe la mora voltandosi verso Clint

«Quindi sei tu senza fratelli?»
Il biondo sorrise sbarazzino cercando di riportare l'aria di allegria sul tavolo: «Cosa ne pensi?»
Bucky sbuffò allungandosi in una posa comica per tirargli un pugno sul braccio: «Geloso solo perché sei figlio unico? Arrenditi Clint!»
Natasha e Steve si lasciarono andare a una risata stentata.

«Tu parli tedesco.»

L'attenzione del tavolo fu portata nuovamente sui due fratelli, adesso seduti uno accanto all'altro con Tony spostato accanto a Clint al posto di Thor. Miss Lentiggini, che non aveva tolto gli occhi di dosso a Loki fino a quel momento, ripeté l'affermazione, di nuovo.
«Tu parli tedesco! Sei tedesco?»
«Mio fratello non parla tedesco, devi aver sentito male!»
La ragazza iniziò a irritarsi muovendosi sulla sedia: «No, ho sentito bene! Lui parla tedesco! Wir sind Brüder! Lui lo ha detto!»
«Vir sint Briuder, noi siamo fratelli, sono simili!» ribatté Thor cercando con gli occhi il sostegno del resto del gruppo «Ti sei confusa!»
Natasha e Clint si scambiarono uno sguardo sconvolto tra di loro e poi con Thor, cosa diavolo stava succedendo?

«Aber schon vorher sagte er "du" statt "tu
«"Du" und "tu" sind ähnlich...»
«Doch

«Sei lontana da casa» Miss Lentiggini si girò di scatto, Natasha era seduta rilassata, le braccia incrociate e lo sguardo comprensivo. «Sono giorni che senti parlare tutti in una lingua straniera che conosci poco. Al tuo cervello manca casa, manca la sicurezza di una lingua che conosci e con cui sei cresciuta, ti manca il tedesco. Non dico che stai mentendo: tu hai davvero sentito Loki parlare tedesco, ma è stato un trucco della tua mente. Ti garantisco che lui ha parlato inglese, tutto il tavolo può testimoniarlo.»
La ragazza si mosse a disagio, sul viso tristezza, frustrazione e nostalgia combattevano per prendere il sopravvento. Alla fine sospirò abbassando la testa.

«Hat sie due wahrheit
«Vielleicht... ja»

Annuì arrendendosi e asciugandosi le prime lacrime aggrappate alle ciglia.
«Tu hai ragione, mi manca casa. New York e l'America sono belle, ma casa è... casa!»
Natasha sorrise comprensiva e una buona parte del tavolo annuì in comprensione, sollevato che la crisi fosse passata e che la ragazza non si fosse dimostrata una pazza.
«Hai ragione. Casa è casa, ma almeno non sei da sola.» la incoraggiò Clint indicando con il dito la mora «Siete in due.»
Miss lentiggini sorrise e l'amica le avvolse le spalle con un braccio: «Ich bin da und außerdem Markus und Camille und Elia»
La ragazza si lasciò sfuggire una risata leggera: «Ja, avete ragione.» si girò verso Loki «Scusami per prima.»
Il moro gli riservò un cenno secco del capo tornando a rilassarsi contro lo schienale della sedia.
«Chi vuole il dolce?»
Tony e Bruce sgranarono gli occhi osservando Steve, meravigliati: «C'è il dolce?»
«Se vi sbrigate potrebbe esserci rimasto qualcosa.»
Entrambi presero i piatti saltando giù dalla sedia e corsero verso il buffet, zigzagando tra tavoli e persone. Grazie al cielo la sala aveva iniziato a svuotarsi e non c'era più la calca pressante di prima o chissà in quanti sarebbero caduti inciampando nei due bambini.

Alla spicciolata anche il resto del tavolo si alzò per l'ultimo giro di pessimo cibo e quando tornarono a sedersi l'atmosfera si era fatta più leggera e rilassata tra bocche sporche di budino al cioccolato e dita ricoperte di zucchero a velo.

«Il dessert era buono.»
«Almeno quello!» esclamò Clint avventandosi sul terzo bicchierino di crema e biscotti.
«Ma non saranno mai meglio di quelli tedeschi! Le nostre torte sono fantastiche!»
«Non ne sarei così sicuro, avete mai assaggiato una vera Cheescake? O una torta di mele? Quelle sì che sono fantastiche!»
«Forse...» concesse la mora con un sorriso furbetto «Ma avete mai assaggiato una Sachertorte
«È una sfida?»
«Lo hai detto tu!»
«Sono sicuro che ci sia almeno una cosa in cui l'America è meglio della Germania!»
«Come cosa? Gli ospedali? Voi pagate così tanto per essere guariti!»
«Almeno noi non-» uno sguardo di Natasha gli fece mordere la lingua e, okay, forse giocarsi la carta nazismo era un po' pesante.
«Almeno noi? Sei senza parole?»
«Almeno la nostra birra è decente!»
«La nostra birra è la migliore del mondo!»
«E noi abbiamo Washington, New York, Las Vegas, Los Angeles, Miami! Tutti dei bellissimi paesaggi!»
«Paesaggi? Hai mai visto la Germania? Schwarzwald
Clint rise: «Non ho la più pallida idea di cosa sia Scvarzvald.»
«Significa Foresta Nera, è il bosco più grande e importante della Germania.»
«Una specie di Parco di Yellowstone, ma più piccolo? Nulla che non abbiamo anche noi.»
«Dobbiamo visitarlo tra qualche giorno il Parco di Yellowstone.»
Steve prese la palla al volo intromettendosi nella conversazione: «È molto lontano da New York.»
La mora annuì: «Tra due giorni viaggiamo nel Midwest. Credo. Esiste, sì?»
Clint scoppiò a ridere: «Oh, ci puoi scommettere che esiste! Anche se Yellowstone non è proprio nel Midwest. Andrete là? Siete sicure?»
«Sì, perchè è più vicino alle cose che dobbiamo visitare.»
«Le cascate del Niagara, i Grandi Laghi, Chigaco, l'Henry Doorly Zoo e Yellowstone» elencò Miss Lentiggini.
«Dopo da lì ci sposteremo verso il mare dall'altro lato.»
«Oh, vi divertirete un sacco!»
«Tu sei stato nel Midwest?»
«Se ci sono stato?» Clint scoppiò a ridere fragorosamente appoggiandosi al tavolo «Io ci sono nato nel Midwest!»

E, oh, questa era un'informazione nuova. Nel tempo che avevano passato insieme nessuno di loro si era mai fatto sfuggire più di qualche informazione generica sul prima. Quella di Clint era una vera e propria epifania! Non che Natasha non avesse intuito le origini del biondo, ma arrivare ad ammetterle così apertamente era qualcosa di totalmente nuovo per il gruppo.

«Davvero?»
«Cento per cento.»
«Anche voi siete del Midwest?»
«Uhm, noi... se anche noi veniamo dal Midwest?» temporeggiò Steve. Per fortuna le due ragazze erano abbastanza insicure sul loro inglese da prendersi alcuni secondi di tentennamento. Con uno sguardo veloce intorno al tavolo e una scrollata di spalle da parte di Clint, Steve decise di evitare spiegazioni troppo strane e confuse, attenendosi alla linea guida che Natasha e Clint avevano disegnato fino a quel momento.

«Sì, se venite dal Midwest!»

Con un sorriso smagliante e la solita espressione da bravo ragazzo annuì, lasciando che fossero le due tedesche a trarre conclusioni e fare domande.

«Ho sempre pensato che i grandi gruppi di amici che fanno un... viaggio insieme fossero solo nei film.»

Thor rise e scosse la testa: «Sin da quando ero bambino mio padre mi ha incoraggiato ad andare in viaggio con i miei compagni in regni stranieri.»
Con un calcio mirato allo stinco Loki zittì il fratello e le due ragazze sorrisero imbarazzate: «Scusa, ma non abbiamo capito. Puoi ripetere più semplice?»
«Ha detto che suo papà lo ha sempre spinto a viaggiare.» semplificò Bucky.
«Oh, sì. Mia mamma mi dice sempre di visitare altri paesi fin quando sono giovane e posso. Viaggiare ti apre la mente.» sorrise «E se si è in tanti è anche divertente!»

Natasha osservò il biondo e suo fratello che si scambiavano occhiate rispettivamente di scuse e ammonitorie. Thor era sempre stato il più propenso a farsi sfuggire qualche particolare sul loro passato e Loki puntualmente gli rifilava calci, gomitate, occhiatacce o, nei casi più drastici, semplicemente gli intimava di starsene zitto con sibili così pieni di minacce che il biondo si interrompeva immediatamente. Per quanto potesse essere curiosa, non aveva mai fatto domande, era una regola inviolabile e silenziosa tra tutti loro, nessuno poteva obbligare gli altri a rivelare qualsiasi cosa riguardante il prima; ma allo stesso tempo non c'era nessuna regola che impedisse loro di raccontare volontariamente ciò che volevano, bugia o verità che fosse.
Tutti loro stavano scappando da qualcosa e ovviamente Natasha aveva i suoi sospetti riguardo al che cosa.
A volte erano sospetti fondati, come per Tony, che era palesemente quel Tony, la cui foto era apparsa ininterrottamente su ogni schermo per mesi, seguita dalla richiesta dei genitori di riportarlo indietro da loro e di cui tutti loro facevano finta di non sapere nulla.
A volte si trattava di teorie aggrappate a stralci di confessioni date a cuor leggero, come per Bruce che era coinvolto, tramite qualche intrigo in cui rientravano molti soldi e molto potere, con la polizia e l'esercito.
A volte erano intuizioni non più valide delle storie di fantasia con cui gli scrittori facevano il sold-out, come per Thor e Loki appunto. L’idea più diffusa era che fossero fuggiti da qualche setta religiosa che si nascondeva non si sa dove in America. Certo, l'affermazione di Thor metteva in dubbio questa possibilità su diversi livelli: tanto per cominciare il padre era complice della loro fuga? Se sì, dov'era adesso? Se no, perché incoraggiarli a viaggiare? 
Scosse la testa tornando alla conversazione, a certe cose era meglio non pensarci troppo; come lei aveva teorie sugli altri, anche gli altri ne avevano su di lei e non poteva pretendere si scoprire tutto da poche frasi lasciatesi sfuggire in un momento di leggerezza.

«Non ti preoccupare, il tuo inglese va bene. Anche se devi scioglierlo un po', è così scolastico! Comunque non male per una che non è mai uscita dalla Germania.»
«Grazie, sono anche migliorata qui. Prima ero peggio!»
Steve sorrise condiscendente poggiando il viso su una mano: «Da quanto siete qui?»
«Siamo arrivati a New York due giorni fa. Il nostro viaggio scolastico dura due settimane.»
Bucky fischiò: «Due settimane? Quando tornerete a casa sarete due Americane in mente, corpo e anima!»
Le due ragazze risero civettuole, era ovvio che i due ragazzi avessero fatto colpo. La sala aveva iniziato a svuotarsi già da un po' e la confusione assordante aveva fatto posto a un chiacchiericcio di sottofondo più moderato. I piatti che avevano utilizzato durante la cena erano stati accatastati al centro del tavolo in un mucchio, erano tanti, ma non troppi considerato il numero di persone sedute al tavolo.

«Voi siete studenti?»
«Più o meno, sì»
Lo sguardo di Miss Lentiggini si posò su Tony che con bocca e dita sporche di cioccolato stava mangiando l'ennesimo bicchiere di budino, prima di tornare su Steve: «Sei stato bravo a portare con te tuo fratello.»
«Anche tu hai un fratello, giusto? Se mi ricordo bene.»
«Sì.»
Gli occhi della ragazza s’illuminarono: Steve gli aveva dato retta, forse aveva qualche possibilità! Indicò Tony: «QuQQQanti anni ha?»
«Cinque, tuo fratello?»
«Dieci anni. È così...» sbuffò una risata «Lo sai. Come tutti i fratelli minori. Ma gli voglio bene comunque.»
Steve annuì. Come se si fossero messe d’accordo, Miss Lentiggini passò la palla della conversazione all’amica indicandole Bruce.
«E tu? Quanti anni hai?»
Il bambino sollevò la testa e quando il suo sguardo incrociò quello della mora, tornò a fissare la tovaglia beige.
«Sei.»
«Quindi ha appena iniziato la scuola!» esclamò verso Bucky. «Sei un bambino grande!»
Natasha sentì ogni tipo di allarme iniziare a suonarle nella testa, sperava vivamente che Bucky cambiasse argomento alla svelta o sarebbe dovuta intervenire. Bruce accennò un sorriso nervoso sprofondando sempre più nella sedia.
«È un po' timido.»
«Sì, anche io ero timida quando ero bambina. Voglio dire, io sono timida anche adesso...» ridacchiò e il moro gli sorrise.

Un gruppo di ragazzi si sbracciò urlando qualcosa sull'uscio della sala, nonostante si trovassero a pochi metri dal tavolo e la scenata fosse del tutto superflua. Le due giovani parvero, però, trovarlo divertente e gli risposero qualcosa prima che il gruppo sparisse nella hall.

«Tutto a posto?»
«Sì, sì. Loro sono i nostri amici. Stasera vanno a fare un giro per New York.»
«Interessante... non dovreste raggiungerli?» chiese innocentemente Natasha cogliendo la palla al balzo.
Miss Lentiggini sollevò le spalle concentrandosi sui due “fratelli maggiori”.
«Vi va di venire? Potreste farci un tour! Conoscete la città meglio di noi!»
«Bella idea! Così stiamo un po' insieme!»
Steve e Bucky si scambiarono uno sguardo indeciso, il biondo quella sera doveva lavorare al locale, non c'era dubbio che non potesse accompagnare le ragazze. Non che nessuno dei due ne avesse davvero voglia.
«E il letto che abbiamo pagato?»
Steve sorrise ringraziando chiunque ci fosse ad ascoltare i suoi pensieri per aver fatto parlare Tony e avergli ricordato che aveva la scusa proprio seduta al suo stesso tavolo.
«Sarebbe un piacere, ma non posso lasciare mio fratello da solo.»
«Nemmeno io.» si accodò Bucky.
Miss Lentiggini e la mora misero su un'espressione da cucciolo bastonato, ma i due non cambiarono idea.
«Oh, che peccato»
«Un'altra volta magari.»
«Forse.» concesse Bucky.
«Perché non ci facciamo una foto? Tutti insieme?»
«Sì, bella idea! Per ricordarci questa bellissima serata!»
Entrambe erano saltate in piedi, la mora con il telefono già in mano, piene di entusiasmo. Uno degli amici si affacciò nuovamente alla sala urlando qualcosa e le due ragazze lo ignorarono con un gesto svolazzante della mano.
«Che ne pensate?»
«Perché no?» acconsentì Clint già in piedi.
«Alti dietro e bassi davanti? Perché in quel caso mi sa che devi stare in prima fila.»
Il biondo tirò un pugno a Bucky che scoppiò a ridere e il resto del gruppo iniziò a sistemarsi davanti al telefono. Thor teneva stretto un braccio avvolto introno alle spalle di Loki, Tony era sollevato per la vita dal moro. Clint e Natasha erano appiccicati in una posizione simile, la rossa con le braccia incrociate al petto e un sorriso sulle labbra. Dall'altro lato dello schermo Steve sorrideva imbarazzato con Miss Lentiggini avvolta attorno a un braccio. In primo piano stavano la mora affiancata da Bucky con in braccio Bruce, il viso per tre quarti nascosto tra la spalla e il collo del "fratello". La foto scattò e immediatamente le due ragazze si fiondarono sul telefono ingrandendo l'immagine e osservando ogni singolo pixel prima di annuire soddisfatte.

«Ne facciamo un'altra?»
«Per sicurezza!»

Il ragazzo sulla soglia urlò qualcos'altro, questa volta visibilmente irritato. Quando le ragazze continuarono a ignorarlo, si girò di scatto scomparendo nuovamente nella hall.

«Non so se è il caso. I vostri amici vi stanno aspettando.»
Miss Lentiggini sbuffò, ma la mora mise via il telefono prendendo la borsa poggiata allo schienale della sedia.
«È stato bello conoscervi, grazie per la bella cena.»
«Vi garantisco che c'è del cibo molto migliore di questa spazzatura!» scherzò Clint.
«Buona visita notturna della città!»
«Sicuri che non potete farci da guida, vero?»
«Helen!» la chiamò esasperata la mora già a qualche passo di distanza.
Bucky rise scuotendo la testa: «Scusa, sarà per un'altra volta. New York è piena di bei ragazzi disposti a farvi da guida turistica.»
Le lentiggini quasi scomparvero nel rossore che le avvampò le guance. Scoppiò a ridere avviandosi verso l'uscita.
«Sicuro! Buonanotte!»

Quando scomparvero oltre la porta Steve fece cadere il sorriso che aveva sulle labbra e sospirò.
«È stancante essere un playboy, mh?» lo prese in giro Natasha.
«Ehy!» Clint si girò offeso «Era la mia battuta!»
La rossa lo ignorò avviandosi verso la camera.
«Non ignorarmi così, Nat! Nat! Era la mia battuta! Non puoi rubarmi la battuta!» si lamentò correndogli dietro. 

«Quindi... qualcuno ha ancora fame?» chiese Thor.

_____N/A_____

Cominciamo una nuova parte della storia, sicuramente la parte che preferisco! Volete un piccolo indizio sull'argomento di cui parlerà? Bhe, vi dico solamente che nella mitologia il reame di Jǫtunheimr rappresenta, tra le altre cose, la distruzione. Traete le vostre conclusioni.

Ora passiamo alla traduzione delle frasi in lingua, stavolta sono un bel po'! La maggior parte sono solo parole facilmente comprensibili o tradotte direttamente nel testo, quindi mi limiterò al discorso tra "Miss Lentiggini", Helen, e "la mora", Sophie (tranquilli i nomi non dovete ricordarveli, sono giusto delle comparse).

   H: «Aber schon vorher sagte er "du" statt "tu"» significa
«Ma prima diceva "du" [che significa tu in tedesco] invece di "tu"»
   S:  «"Du" und "tu" sind ähnlich...» significa «"Du" e "tu" sono simili...»
   H: «Doch significa «Ma [però]-»
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   H: «Hat sie due wahrheit?» significa «Sta dicendo [lei, Natasha] la verità?»
   S:  «Vielleicht... ja» significa «Forse... sì»

Tutte le traduzione sono, come sempre, concesse da Google Traduttore e, in questo caso, qualche reminescenza del tedesco studiato a scuola. Ci sono errori? Molto probabile.
Ma tornando al capitolo, spero vi sia piaciuto. Ci sentiamo nelle recensioni, non mordo mica!


  
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