parte prima
Quando
raggiunsero Clint, il ragazzo era già seduto
a un tavolo con un piatto pieno di roba davanti. La saletta
comune, che
dava sulla sala da pranzo ed era vuota fino a poco prima, adesso
straripava di
adolescenti e ragazzini divisi in gruppetti che, spintonandosi,
cercavano di
farsi spazio in mezzo alla calca apocalittica che era la fila per il
buffet.
«Affollato
per essere un ostello di terza categoria»
ironizzò Steve.
Con un paio di gomitate ben piazzate, qualche sguardo non proprio
pacifico e un
paio di spintoni riuscirono ad arrivare al tavolo e a sedersi, i piatti
stracolmi di cibo di bassa qualità.
Avevano
appena dato le prime forchettate quando dalla confusione
incomprendibile della
sala una voce richiamò la loro attenzione:
«Ciao...»
Erano
una donna -circa quarant'anni, i primi capelli bianchi ad
adornargli le tempie- e due ragazzine dietro di lei, una con il viso
pieno di
lentiggini e l'altra con i capelli mori, entrambe con un piatto in
mano. Avere
l'intero tavolo che si ferma e inizia a fissarti doveva essere
abbastanza per
mettere in imbarazzo il trio che si mosse a disagio, ma la donna non
perse il
sorriso di cortesia.
«Hum,
loro possono… sedersi qui?»
chiese con un accento stentato indicando le due adolescenti «Non
c'è abbastanza... sedie»
provò
a spiegare indicando con un gesto della mano i
vari tavoli intorno già occupati.
Per Natasha era un no, un secco e deciso
no. Per sua sfortuna Thor fu più veloce di lei a prendere la parola.
«Aye!
C'è posto per tutti e sarà più che piacevole condividere il
pasto con queste due splendide ragazze!»
La moretta, probabilmente la più portata in lingue, arrossì fino ai
capelli e
Miss Lentiggini sorrise imbarazzata. La donna guardò Thor annuire
vivacemente,
il sorriso abbastanza luminoso da far impallidire buona parte della
popolazione
americana, e scambiate alcune parole in lingua con le due ragazze, li
ringraziò
e tornò al suo tavolo.
Una volta sedute e visto che nessuno pareva disposto a smettere di
osservarle,
Miss Lentiggini ebbe la geniale idea di iniziare una conversazione.
«Il
mio nome è Helen, lei è Sophie. Voi sie-»
«Da
dove venite?»
Tony le interruppe immediatamente, gli occhi che
brillavano di curiosità «Perchè
siete qui? Cosa avete intenzione di fare?
Siete ovviamente turiste, ma non siete da sole! Cosa- Ouch!»
Loki tirò una gomitata al bambino che interruppe il fiume di parole
sotto le
risate di Clint e lo sguardo di fuoco di Natasha che cercò di mettere
una pezza
alla situazione.
«Mi
dispiace, mio fratello può essere irritante a volte.»
Le due ragazze sorrisero imbarazzate, ma a quanto pare lo straparlare
di Tony
non fu un motivo sufficiente per convincerle ad abbandonare la
conversazione.
«Non
è un problema. Io ho un fratello minore, lo so come può
essere... irritante»
La mora annuì dando corda all'amica e rivolgendosi a Tony: «Ma
tu devi parlare più lentamente o noi non capiamo.»
«Perchè
siete qui?»
chiese questa volta più lentamente e scandendo le
lettere nelle parole, soffermandosi sulle vocali aperte, cercando di
imitare la
strana cadenza straniera.
«Noi
siamo studenti. Veniamo Deuchland, siamo... Deuchlander»
«Tedesche?»
chiese
Natasha
Miss lentiggini annuì grata: «Noi
siamo tedesche e siamo qui in viaggio scolastico.»
«E
vi piace New York?»
Steve chiese gentilmente e Natasha sospirò dentro
di sé, portando gli occhi al cielo dietro le palpebre. Loki ricambiò il
suo
sguardo frustrato dall'altro lato del tavolo: se dovevano proprio fare
conversazione che ne facessero una interessante quantomeno!
«-e
domani andiamo a vedere la Statua della Libertà! Siamo così
emozionate!»
I ragazzi sorrisero e Loki ghignò, in risposta al labiale "cascamorti"
che la scena
riservava.
«Voi
avete visitato la Statua della Libertà?»
«No,
mai. Ma mi piacerebbe un giorno»
rispose Steve.
Le due ragazze parvero confuse, ma fu la mora a tramutare i dubbi in
domande: «Voi
non siete di qui?»
E ci siamo, ecco la fatidica domanda!
Natasha sospirò internamente pensando a come contenere i danni.
«No,
noi siamo di qui. Viviamo qui.»
Natasha tirò un calcio da sotto il tavolo ma Thor non parve nemmeno
accorgersene e Loki si passò frustrato una mano tra i capelli
borbottando.
«Voi...
vivete qui? Nell'hotel?»
«Ovviamente
no!»
e questa volta grazie a chissà quale dio, Natahsa
fu abbastanza svelta da prendere la parola per prima.
«Non
viviamo qui nell'hotel, quello che Thor stava cercando di dire è che
noi
viviamo in America. Qui inteso come America. Noi siamo Americani e
viviamo in
America.»
Il viso delle due ragazze s’illuminò di comprensione e ridacchiarono.
«Certo,
certo. Scusa ma non parliamo molto bene l'inglese.»
Natasha
sorrise, condiscendente, totalmente in contrasto con la
furia interiore che provava verso Thor e la gratitudine che le due
ragazze
fossero straniere e avessero imputato l’errore a un’incomprensione.
«Da
dove venite?»
«Come
ha detto Nat, siamo Americani»
deviò
la domanda Clint. Grazie al cielo almeno lui aveva abbastanza sale in
zucca da
capire che rimanere sul vago era la cosa migliore.
«Si,
certo, intendo... da dove venite, dov'è la vostra
casa? Quale... quale...»
Miss Lentiggini si lasciò andare a uno sbuffo frustrato
e la mora le poggiò una mano sulla spalla in conforto: «Da
quale stato provenite?»
completò
per lei l’amica.
«Umh...
ci sono molti stati, l'America è grande. Non penso
conosciate il nostro, non è certo tra i più famosi.»
Loki
si stava occupando, tra occhiate di fuoco e
calci sotto al tavolo, di tenere tranquilli Tony e Thor. Bucky lasciò
vagare lo
sguardo tra Clint e Natasha un paio di volte per poi acconsentire
all'improvvisata con un cenno del capo. Le due ragazze, grazie al
cielo, erano
troppo impegnate a stare dietro alla parlata veloce del biondo per
prestare
attenzione al resto del tavolo e la rossa ne approfittò per comunicare
silenziosamente a Steve di reggere il gioco e ringraziare che almeno
Bruce
fosse abbastanza timido da non alzare la testa dal piatto e creare
problemi.
«Sarebbe
come se voi ci diceste da quale regione
della Germania provenite, per noi sarebbe inutile.»
«Noi
proveniamo da Hessen, è a ovest» rispose ingenuamente Miss
Lentiggini, ovviamente non capendo bene la frase.
«Noi
non abbiamo la più pallida idea di dove sia Hessen!»
sbottò Bucky e la mora arrossì. Natasha si sentiva quasi in pena per
lei e per
essere finita nel tavolo sbagliato. Quasi. Infondo se fosse stata
zitta, tutto
questo non sarebbe successo.
«È...
hum... dove c'è Offenbach, Kassel, Wiesbaden, Frankfurt-»
«Francoforte!
La conosco!»
Tony saltò letteralmente sulla sedia e Loki, che
era sfortunatamente seduto al suo fianco, si prese una manata in faccia
e
sibilò dal dolore. Il bambino ritirò immediatamente la mano offesa
contro il
petto girandosi di scatto, scivolando così dalla sedia e ritrovandosi
in bilico
sulle gambe di Thor che lo afferrò prima che finisse per terra.
Scivolato due volte in una sera -nuovo
record, mormorò Clint.
«Tu...»
«Loki!»
L'adolescente lanciò un ultimo sguardo di fuoco al bambino prima di
ubbidire
all'ammonimento del fratello. Prese il piatto e si alzò da tavola,
facendo
strisciare la sedia lungo il pavimento.
«La
prossima volta vedi di stare un po' più tranquillo, Tony.»
lo
riprese Steve
Il bimbo borbottò qualcosa di incomprensibile scendendo dalle di Thor e
dirigendosi verso il buffet. Sul tavolo scese un silenzio imbarazzante
e tutti
ricominciarono a mangiare. Fu nuovamente Miss Lentiggini a interrompere
il
silenzio.
«Cosa
ci fate a New York? Noi siamo in viaggio scolastico, voi?»
«Vacanza.»
rispose
immediatamente Natasha prima che qualcuno
potesse aprire la bocca e rovinargli la copertura -basso
profilo.
«È
la prima volta che venite a New York?»
«No!»
«Sì!»
Natasha riservò a Clint e Bucky uno sguardo velenoso prima di girarsi
nuovamente verso le ragazze confuse con un sorriso, al momento gli
stavano
molto più simpatiche loro due che il resto degli idioti seduti al
tavolo.
«Loro due sono già stati qui» spiegò indicando Steve e Bucky «Ma per
noi è la
prima volta.»
Miss Lentiggini annuì facendo vagare lo sguardo sui visi al tavolo.
L'atmosfera
si risollevò ulteriormente quando Tony e Loki tornarono al tavolo, la
tensione
tra di loro scomparsa. Qualsiasi cosa si fossero detti al buffet aveva
funzionato alla grande. Con il clima al tavolo tornato nuovamente
allegro e
gioviale, la moretta parve trovare nuovamente il coraggio di parlare e
si
rivolse direttamente a Natasha e Loki.
«Quindi... voi due siete fratelli?» chiese tentennante, facendo passare
l'indice tra l'uno e l'altro. I due adolescenti si lanciarono uno
sguardo
sconcertato e fu la rossa a trovare le parole per rispondere.
«Assolutamente no!»
«Oh... scusa, pensavo che...» l'indice indicò in sequenza Natasha, Loki
e Tony,
soffermandosi sul bambino
«Hai detto che lui è tuo fratello e loro due sono simili... scusa, ho
sbagliato.»
Nei pochi secondi d’imbarazzo che si crearono lungo il tavolo, sul viso
di
Clint si delineo un ghigno che prospettava una sola cosa: guai.
«Ho
un'idea! Perché non facciamo un gioco?»
A
nulla valsero gli sguardi preoccupati di buona
parte del tavolo, le gomitate di Bucky o i pestoni di Natasha, il
sorriso di
Clint continuava a rimanere fisso sulle sue labbra e le due ospiti
annuirono
entusiaste.
«Perché
non provate a indovinare chi è fratello di
chi?»
È -oh- un gioco così semplice, ma che
apriva così tante prospettive di disastro davanti a sè. Senza saperlo
le due
ragazze avevano servito al biondo la possibilità di prese in giro,
dispetti e
vendette per almeno una settimana, Clint doveva solo stare attento al
ritorno
di fiamma.
«Okay,
noi sappiamo che il bambino è suo fratello» Natasha alzò le mani in
sconfitta
annuendo. «E che anche lui è suo fratello»
Steve corrucciò la fronte osservandole curioso: «Perché?»
«Uno dei nostri amici prima ha detto che lui-» e indicò Clint - perché centrava sempre Clint? «-ha detto
che voi due siete fratelli.»
I due biondi si scambiarono uno sguardo e alla fine Steve si arrese
sospirando.
«Avete ragione, sono suo fratello»
Le due ragazze si scambiarono un cinque sotto il tavolo: «Tre fuori!»
«Ne rimangono solo cinque» cantilenò Clint.
«Quindi... per me uno, due e tre-» Bucky, Bruce e Loki «-sono fratelli»
«Mh, non lo so. Per me no.»
«Perchè? Loro hanno tutti i capelli neri!»
«Guardali! La faccia! Guarda la faccia, non sono fratelli. E il bimbo
ha i
capelli marroni.»
La mora incrociò le braccia al petto appoggiandosi al tavolo: «È il tuo
turno»
«Per me loro due sono fratelli.» Thor e Steve si scambiarono
un'occhiata.
«Impossibile, lui è già fratello di loro due.»
«Quattro bambini?»
«No, impossibile. Se tu dici che loro due sono fratelli io dico che
lui-» Clint
«-è fratello del bimbo» Tony lanciò uno sguardo complice al biondo.
«Per me no»
«Guarda la faccia! Sono uguali!»
A supporto della teoria della mora i due ghignarono e lo sguardo che
prometteva
problemi e malefatte era lo stesso.
«Guardali!»
«Se quattro figli era impossibile, cinque? Davvero?»
«Ovviamente no» rispose scoppiando a ridere «Ma continuo a pensare che
loro due
siano fratelli.» Bucky scompigliò i capelli di Bruce che gli sorrise.
«Anche per me»
«Qualcosa su cui siete d’accordo allora, che dite ci hanno preso?»
L'adolescente tirò una gomitata a Clint portandosi il bambino sulle
ginocchia: «Corretto.
Cinque fuori, ne rimangono tre! Forza, potete farcela»
«Hum... non lo so... loro due?» chiese indicando Thor e Clint.
«Chissà...» canticchiò l'adolescente biondo.
«Uno di voi non ha fratelli, sì?»
«Forse…»
Le due ragazze osservarono i volti rimanenti scambiandosi un paio di
parole in
tedesco prima di giungere a una conclusione: «Voi tre non avete
fratelli!»
«Sbagliato!» tuonò Thor facendo ridere il tavolo e, all'espressione
delusa
delle giovani, anche Natasha non poté fare a meno di sorridere. Si
stavano divertendo
nonostante tutto, e dio solo sapeva quanto avevano bisogno di
divertirsi e
staccare un po' la spina.
«Voi due allora?» Thor mise su un'espressione confusa guardando Clint
per
cercare le somiglianze che avevano portato la mora a porre la domanda.
Intanto
il supposto "fratello" scoppiò a ridere, Loki incrociò le braccia al
petto sempre più corrucciato.
«Sbagliato di nuovo! Volete un indizio?»
«Sì!»
«No!»
Le due si guardarono in faccia scoppiando a ridere.
«Dai, non indoviniamo mai così!»
«Okay...» l’accontentò Miss Lentiggini «Aiuto?»
Thor sorrise e si allungò oltre la sedia di Tony per mettere un braccio
intorno
alle spalle di Loki. Le due ragazze guardarono la scena e Miss
Lentiggini
inclinò la testa socchiudendo gli occhi.
«Impossibile!»
Loki mugugnò qualcosa e Clint rise: «Sono fratelli!»
«Impossibile!» ripeté la mora sgranando gli occhi «Sono diversi! Non
sono
simili per niente!»
«Non ci credo!» diede man forte Miss Lentiggini allungando un dito
accusatorio
verso i due ragazzi «È uno scherzo! Ci state prendendo in giro!» li
accusò
scherzosamente.
Loki
scattò, togliendosi bruscamente il braccio di Thor dalle spalle e
allungandosi
sul tavolo, gli occhi ridotti a due fessure.
«Siamo. Fratelli.» sibilò con un odio che fece trasalire le ragazze e
sussultare Bruce e Tony sulla sedia. Thor lo prese per l'avambraccio
tirandolo
nuovamente a sedere mormorando qualcosa in quella loro lingua strana e
il
fratello si calmò perdendo la postura rigida e tornando a sedersi sulla
sedia. Le
due adolescenti ancora scosse si ripresero con una risata forzata.
«Certo, non è un problema, siete fratelli. Sicuro.» riconobbe la mora
voltandosi verso Clint
«Quindi
sei tu senza fratelli?»
Il biondo sorrise sbarazzino cercando di riportare l'aria di allegria
sul
tavolo: «Cosa ne pensi?»
Bucky sbuffò allungandosi in una posa comica per tirargli un pugno sul
braccio:
«Geloso solo perché sei figlio unico? Arrenditi Clint!»
Natasha e Steve si lasciarono andare a una risata stentata.
«Tu
parli tedesco.»
L'attenzione
del tavolo fu portata nuovamente sui
due fratelli, adesso seduti uno accanto all'altro con Tony spostato
accanto a
Clint al posto di Thor. Miss Lentiggini, che non aveva tolto gli occhi
di dosso
a Loki fino a quel momento, ripeté l'affermazione, di nuovo.
«Tu parli tedesco! Sei tedesco?»
«Mio fratello non parla tedesco, devi aver sentito male!»
La ragazza iniziò a irritarsi muovendosi sulla sedia: «No, ho sentito
bene! Lui
parla tedesco! Wir sind Brüder! Lui
lo ha detto!»
«Vir sint Briuder, noi siamo
fratelli, sono simili!» ribatté Thor cercando con gli occhi il sostegno
del
resto del gruppo «Ti sei confusa!»
Natasha e Clint si scambiarono uno sguardo sconvolto tra di loro e poi
con
Thor, cosa diavolo stava succedendo?
«Aber schon vorher sagte er "du"
statt "tu"»
«"Du" und "tu" sind ähnlich...»
«Doch-»
«Sei
lontana da casa» Miss Lentiggini si girò di
scatto, Natasha era seduta rilassata, le braccia incrociate e lo
sguardo
comprensivo. «Sono giorni che senti parlare tutti in una lingua
straniera che
conosci poco. Al tuo cervello manca casa, manca la sicurezza di una
lingua che
conosci e con cui sei cresciuta, ti manca il tedesco. Non dico che stai
mentendo: tu hai davvero sentito Loki parlare tedesco, ma è stato un
trucco
della tua mente. Ti garantisco che lui ha parlato inglese, tutto il
tavolo può
testimoniarlo.»
La ragazza si mosse a disagio, sul viso tristezza, frustrazione e
nostalgia
combattevano per prendere il sopravvento. Alla fine sospirò abbassando
la testa.
«Hat sie due wahrheit?»
«Vielleicht... ja»
Annuì
arrendendosi e asciugandosi le prime lacrime
aggrappate alle ciglia.
«Tu hai ragione, mi manca casa. New York e l'America sono belle, ma
casa è...
casa!»
Natasha sorrise comprensiva e una buona parte del tavolo annuì in
comprensione,
sollevato che la crisi fosse passata e che la ragazza non si fosse
dimostrata
una pazza.
«Hai ragione. Casa è casa, ma almeno non sei da sola.» la incoraggiò
Clint indicando
con il dito la mora «Siete in due.»
Miss lentiggini sorrise e l'amica le avvolse le spalle con un braccio: «Ich bin da und außerdem Markus und Camille
und Elia»
La ragazza si lasciò sfuggire una risata leggera: «Ja,
avete ragione.» si girò verso Loki «Scusami per prima.»
Il moro gli riservò un cenno secco del capo tornando a rilassarsi
contro lo
schienale della sedia.
«Chi vuole il dolce?»
Tony e Bruce sgranarono gli occhi osservando Steve, meravigliati: «C'è
il
dolce?»
«Se vi sbrigate potrebbe esserci rimasto qualcosa.»
Entrambi presero i piatti saltando giù dalla sedia e corsero verso il
buffet,
zigzagando tra tavoli e persone. Grazie al cielo la sala aveva iniziato
a
svuotarsi e non c'era più la calca pressante di prima o chissà in
quanti sarebbero
caduti inciampando nei due bambini.
Alla
spicciolata anche il resto del tavolo si alzò
per l'ultimo giro di pessimo cibo e quando tornarono a sedersi
l'atmosfera si
era fatta più leggera e rilassata tra bocche sporche di budino al
cioccolato e
dita ricoperte di zucchero a velo.
«Il
dessert era buono.»
«Almeno quello!» esclamò Clint avventandosi sul terzo bicchierino di
crema e
biscotti.
«Ma non saranno mai meglio di quelli tedeschi! Le nostre torte sono
fantastiche!»
«Non ne sarei così sicuro, avete mai assaggiato una vera Cheescake? O
una torta
di mele? Quelle sì che sono fantastiche!»
«Forse...» concesse la mora con un sorriso furbetto «Ma avete mai
assaggiato
una Sachertorte?»
«È una sfida?»
«Lo hai detto tu!»
«Sono sicuro che ci sia almeno una cosa in cui l'America è meglio della
Germania!»
«Come cosa? Gli ospedali? Voi pagate così tanto per essere guariti!»
«Almeno noi non-» uno sguardo di Natasha gli fece mordere la lingua e, okay, forse giocarsi la carta nazismo era
un po' pesante.
«Almeno noi? Sei senza parole?»
«Almeno la nostra birra è decente!»
«La nostra birra è la migliore del mondo!»
«E noi abbiamo Washington, New York, Las Vegas, Los Angeles, Miami!
Tutti dei
bellissimi paesaggi!»
«Paesaggi? Hai mai visto la Germania? Schwarzwald?»
Clint rise: «Non ho la più pallida idea di cosa sia
Scvarzvald.»
«Significa Foresta Nera, è il bosco più grande e importante della
Germania.»
«Una specie di Parco di Yellowstone, ma più piccolo? Nulla che non
abbiamo
anche noi.»
«Dobbiamo visitarlo tra qualche giorno il Parco di Yellowstone.»
Steve prese la palla al volo intromettendosi nella conversazione: «È
molto
lontano da New York.»
La mora annuì: «Tra due giorni viaggiamo nel Midwest. Credo. Esiste,
sì?»
Clint scoppiò a ridere: «Oh, ci puoi scommettere che esiste! Anche se
Yellowstone non è proprio nel Midwest. Andrete là? Siete sicure?»
«Sì, perchè è più vicino alle cose che dobbiamo visitare.»
«Le cascate del Niagara, i Grandi Laghi, Chigaco, l'Henry Doorly Zoo e
Yellowstone»
elencò Miss Lentiggini.
«Dopo da lì ci sposteremo verso il mare dall'altro lato.»
«Oh, vi divertirete un sacco!»
«Tu sei stato nel Midwest?»
«Se ci sono stato?» Clint scoppiò a ridere fragorosamente appoggiandosi
al
tavolo «Io ci sono nato nel Midwest!»
E,
oh,
questa era un'informazione nuova. Nel tempo che avevano passato insieme
nessuno
di loro si era mai fatto sfuggire più di qualche informazione generica
sul prima. Quella
di Clint era una vera e propria epifania! Non che Natasha non avesse
intuito le
origini del biondo, ma arrivare ad ammetterle così apertamente era
qualcosa di totalmente
nuovo per il gruppo.
«Davvero?»
«Cento per cento.»
«Anche voi siete del Midwest?»
«Uhm, noi... se anche noi veniamo dal Midwest?» temporeggiò Steve. Per
fortuna
le due ragazze erano abbastanza insicure sul loro inglese da prendersi
alcuni secondi
di tentennamento. Con uno sguardo veloce intorno al tavolo e una
scrollata di
spalle da parte di Clint, Steve decise di evitare spiegazioni troppo
strane e
confuse, attenendosi alla linea guida che Natasha e Clint avevano
disegnato
fino a quel momento.
«Sì,
se venite dal Midwest!»
Con
un sorriso smagliante e la solita espressione da
bravo ragazzo annuì, lasciando che fossero le due tedesche a trarre
conclusioni
e fare domande.
«Ho
sempre pensato che i grandi gruppi di amici che
fanno un... viaggio insieme fossero solo nei film.»
Thor
rise e scosse la testa: «Sin da quando ero
bambino mio padre mi ha incoraggiato ad andare in viaggio con i miei
compagni
in regni stranieri.»
Con un calcio mirato allo stinco Loki zittì il fratello e le due
ragazze
sorrisero imbarazzate: «Scusa, ma non abbiamo capito. Puoi ripetere più
semplice?»
«Ha detto che suo papà lo ha sempre spinto a viaggiare.» semplificò
Bucky.
«Oh, sì. Mia mamma mi dice sempre di visitare altri paesi fin quando
sono
giovane e posso. Viaggiare ti apre la mente.» sorrise «E se si è in
tanti è
anche divertente!»
Natasha
osservò il biondo e suo fratello che si
scambiavano occhiate rispettivamente di scuse e ammonitorie. Thor era
sempre
stato il più propenso a farsi sfuggire qualche particolare sul loro
passato e
Loki puntualmente gli rifilava calci, gomitate, occhiatacce o, nei casi
più
drastici, semplicemente gli intimava di starsene zitto con sibili così
pieni di
minacce che il biondo si interrompeva immediatamente. Per quanto
potesse essere
curiosa, non aveva mai fatto domande, era una regola inviolabile e
silenziosa
tra tutti loro, nessuno poteva obbligare gli altri a rivelare qualsiasi
cosa
riguardante il prima; ma allo stesso tempo non c'era nessuna regola che
impedisse loro di raccontare volontariamente ciò che volevano, bugia o
verità
che fosse.
Tutti loro stavano scappando da qualcosa e ovviamente Natasha aveva i
suoi
sospetti riguardo al che cosa.
A volte erano sospetti fondati, come per Tony, che era palesemente quel Tony, la cui foto era apparsa
ininterrottamente su ogni schermo per mesi, seguita dalla richiesta dei
genitori di riportarlo indietro da loro e di cui tutti loro facevano
finta di
non sapere nulla.
A volte si trattava di teorie aggrappate a stralci di confessioni date
a cuor
leggero, come per Bruce che era coinvolto, tramite qualche intrigo in
cui
rientravano molti soldi e molto potere, con la polizia e l'esercito.
A volte erano intuizioni non più valide delle storie di fantasia con
cui gli
scrittori facevano il sold-out, come per Thor e Loki appunto. L’idea
più
diffusa era che fossero fuggiti da qualche setta religiosa che si
nascondeva
non si sa dove in America. Certo, l'affermazione di Thor metteva in
dubbio
questa possibilità su diversi livelli: tanto per cominciare il padre
era
complice della loro fuga? Se sì, dov'era adesso? Se no, perché
incoraggiarli a
viaggiare?
Scosse la testa tornando alla conversazione, a certe cose era meglio
non
pensarci troppo; come lei aveva teorie sugli altri, anche gli altri ne
avevano
su di lei e non poteva pretendere si scoprire tutto da poche frasi
lasciatesi
sfuggire in un momento di leggerezza.
«Non
ti preoccupare, il tuo inglese va bene. Anche
se devi scioglierlo un po', è così scolastico! Comunque non male per
una che
non è mai uscita dalla Germania.»
«Grazie, sono anche migliorata qui. Prima ero peggio!»
Steve sorrise condiscendente poggiando il viso su una mano: «Da quanto
siete
qui?»
«Siamo arrivati a New York due giorni fa. Il nostro viaggio scolastico
dura due
settimane.»
Bucky fischiò: «Due settimane? Quando tornerete a casa sarete due
Americane in
mente, corpo e anima!»
Le due ragazze risero civettuole, era ovvio che i due ragazzi avessero
fatto
colpo. La sala aveva iniziato a svuotarsi già da un po' e la confusione
assordante aveva fatto posto a un chiacchiericcio di sottofondo più
moderato. I
piatti che avevano utilizzato durante la cena erano stati accatastati
al centro
del tavolo in un mucchio, erano tanti, ma non troppi considerato il
numero di
persone sedute al tavolo.
«Voi
siete studenti?»
«Più o meno, sì»
Lo sguardo di Miss Lentiggini si posò su Tony che con bocca e dita
sporche di
cioccolato stava mangiando l'ennesimo bicchiere di budino, prima di
tornare su
Steve: «Sei stato bravo a portare con te tuo fratello.»
«Anche tu hai un fratello, giusto? Se mi ricordo bene.»
«Sì.»
Gli occhi della ragazza s’illuminarono: Steve gli aveva dato retta,
forse aveva
qualche possibilità! Indicò Tony: «Qu anti
anni ha?»
«Cinque, tuo fratello?»
«Dieci anni. È così...» sbuffò una risata «Lo sai. Come tutti i
fratelli minori.
Ma gli voglio bene comunque.»
Steve annuì. Come se si fossero messe d’accordo, Miss Lentiggini passò
la palla
della conversazione all’amica indicandole Bruce.
«E tu? Quanti anni hai?»
Il bambino sollevò la testa e quando il suo sguardo incrociò quello
della mora,
tornò a fissare la tovaglia beige.
«Sei.»
«Quindi ha appena iniziato la scuola!» esclamò verso Bucky. «Sei un
bambino
grande!»
Natasha sentì ogni tipo di allarme iniziare a suonarle nella testa,
sperava
vivamente che Bucky cambiasse argomento alla svelta o sarebbe dovuta
intervenire. Bruce accennò un sorriso nervoso sprofondando sempre più
nella
sedia.
«È un po' timido.»
«Sì, anche io ero timida quando ero bambina. Voglio dire, io sono
timida anche
adesso...» ridacchiò e il moro gli sorrise.
Un
gruppo di ragazzi si sbracciò urlando qualcosa
sull'uscio della sala, nonostante si trovassero a pochi metri dal
tavolo e la
scenata fosse del tutto superflua. Le due giovani parvero, però,
trovarlo
divertente e gli risposero qualcosa prima che il gruppo sparisse nella
hall.
«Tutto
a posto?»
«Sì, sì. Loro sono i nostri amici. Stasera vanno a fare un giro per New
York.»
«Interessante... non dovreste raggiungerli?» chiese innocentemente
Natasha
cogliendo la palla al balzo.
Miss Lentiggini sollevò le spalle concentrandosi sui due “fratelli
maggiori”.
«Vi va di venire? Potreste farci un tour! Conoscete la città meglio di
noi!»
«Bella idea! Così stiamo un po' insieme!»
Steve e Bucky si scambiarono uno sguardo indeciso, il biondo quella
sera doveva
lavorare al locale, non c'era dubbio che non potesse accompagnare le
ragazze.
Non che nessuno dei due ne avesse davvero voglia.
«E il letto che abbiamo pagato?»
Steve sorrise ringraziando chiunque ci fosse ad ascoltare i suoi
pensieri per aver
fatto parlare Tony e avergli ricordato che aveva la scusa proprio
seduta al suo
stesso tavolo.
«Sarebbe un piacere, ma non posso lasciare mio fratello da solo.»
«Nemmeno io.» si accodò Bucky.
Miss Lentiggini e la mora misero su un'espressione da cucciolo
bastonato, ma i
due non cambiarono idea.
«Oh, che peccato»
«Un'altra volta magari.»
«Forse.» concesse Bucky.
«Perché non ci facciamo una foto? Tutti insieme?»
«Sì, bella idea! Per ricordarci questa bellissima serata!»
Entrambe erano saltate in piedi, la mora con il telefono già in mano,
piene di
entusiasmo. Uno degli amici si affacciò nuovamente alla sala urlando
qualcosa e
le due ragazze lo ignorarono con un gesto svolazzante della mano.
«Che ne pensate?»
«Perché no?» acconsentì Clint già in piedi.
«Alti dietro e bassi davanti? Perché in quel caso mi sa che devi stare
in prima
fila.»
Il biondo tirò un pugno a Bucky che scoppiò a ridere e il resto del
gruppo
iniziò a sistemarsi davanti al telefono. Thor teneva stretto un
braccio
avvolto introno alle spalle di Loki, Tony era sollevato per la vita dal
moro.
Clint e Natasha erano appiccicati in una posizione simile, la rossa con
le
braccia incrociate al petto e un sorriso sulle labbra. Dall'altro lato
dello
schermo Steve sorrideva imbarazzato con Miss Lentiggini avvolta attorno
a un
braccio. In primo piano stavano la mora affiancata da Bucky con in
braccio
Bruce, il viso per tre quarti nascosto tra la spalla e il collo del
"fratello". La foto scattò e immediatamente le due ragazze si
fiondarono sul telefono ingrandendo l'immagine e osservando ogni
singolo pixel
prima di annuire soddisfatte.
«Ne
facciamo un'altra?»
«Per sicurezza!»
Il
ragazzo sulla soglia urlò qualcos'altro, questa
volta visibilmente irritato. Quando le ragazze continuarono a
ignorarlo, si
girò di scatto scomparendo nuovamente nella hall.
«Non
so se è il caso. I vostri amici vi stanno
aspettando.»
Miss Lentiggini sbuffò, ma la mora mise via il telefono prendendo la
borsa
poggiata allo schienale della sedia.
«È stato bello conoscervi, grazie per la bella cena.»
«Vi garantisco che c'è del cibo molto migliore di questa spazzatura!»
scherzò
Clint.
«Buona visita notturna della città!»
«Sicuri che non potete farci da guida, vero?»
«Helen!» la chiamò esasperata la mora già a qualche passo di distanza.
Bucky rise scuotendo la testa: «Scusa, sarà per un'altra volta. New
York è
piena di bei ragazzi disposti a farvi da guida turistica.»
Le lentiggini quasi scomparvero nel rossore che le avvampò le guance.
Scoppiò a
ridere avviandosi verso l'uscita.
«Sicuro! Buonanotte!»
Quando
scomparvero oltre la porta Steve fece cadere
il sorriso che aveva sulle labbra e sospirò.
«È stancante essere un playboy, mh?» lo prese in giro Natasha.
«Ehy!» Clint si girò offeso «Era la mia battuta!»
La rossa lo ignorò avviandosi verso la camera.
«Non ignorarmi così, Nat! Nat! Era la mia battuta! Non puoi rubarmi la
battuta!»
si lamentò correndogli dietro.
«Quindi...
qualcuno ha ancora fame?» chiese Thor.
Cominciamo una nuova parte della storia, sicuramente la parte che preferisco! Volete un piccolo indizio sull'argomento di cui parlerà? Bhe, vi dico solamente che nella mitologia il reame di Jǫtunheimr rappresenta, tra le altre cose, la distruzione. Traete le vostre conclusioni.
Ora passiamo alla traduzione delle frasi in lingua, stavolta sono un bel po'! La maggior parte sono solo parole facilmente comprensibili o tradotte direttamente nel testo, quindi mi limiterò al discorso tra "Miss Lentiggini", Helen, e "la mora", Sophie (tranquilli i nomi non dovete ricordarveli, sono giusto delle comparse).
H: «Aber schon vorher sagte er "du" statt "tu"» significa «Ma prima diceva "du" [che significa tu in tedesco] invece di "tu"»
S: «"Du" und "tu" sind ähnlich...» significa «"Du" e "tu" sono simili...»
H: «Doch-» significa «Ma [però]-»
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H: «Hat sie due wahrheit?» significa «Sta dicendo [lei, Natasha] la verità?»
S: «Vielleicht... ja» significa «Forse... sì»
Tutte le traduzione sono, come sempre, concesse da Google Traduttore e, in questo caso, qualche reminescenza del tedesco studiato a scuola. Ci sono errori? Molto probabile.
Ma tornando al capitolo, spero vi sia piaciuto. Ci sentiamo nelle recensioni, non mordo mica!