Serie TV > Shameless US
Segui la storia  |       
Autore: MatsuFla    23/05/2019    1 recensioni
Come sarebbe andata la storia se Ian, etero convinto, fosse stato davvero il ragazzo di Mandy?
Dal testo: Questa è la storia di come il fratello della mia ragazza mi ha cambiato la vita. Non credevo potesse mai accadere nulla del genere, ma alla fine è successo!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                               

Cap 18/19 - Thanksgiving Day Special - Buon Ringraziamento e grazie per niente

"Allora, come posso aiutarti?" Sbuco in cucina fresco di doccia sfregandomi le mani.
"Beh d'accordo vediamo... vuoi fare la salsa di mirtilli?"
"Certo. Dove sono?"
"Il barattolo è nello stipo, sullo scaffale in basso."
"Qui?" Inizio a frugare tra i vari barattoli ammucchiati.
"No, no, l'altro scaffale." 
"Ah, trovato. Dove è l'apriscatole?"
"Nel secondo cassetto da destra."
"Perché non hai preso dei mirtilli freschi, questi in scatola fanno schifo."
"Allora... prendi una casseruola, sciogli lo zucchero nell'acqua e portala a ebollizione, poi aggiungi i mirtilli e falli cuocere a fuoco medio per-"
"Che cazzo è la casseruola?"
"È una pentola, Mick."
"E allora chiamala pentola, cazzo!" Bofonchio a denti stretti.
"Quale sarebbe?" Inizio a tirare fuori tutta la batteria, un pezzo per volta, in cerca della casseruola del cazzo, finché Ian esasperato non mi raggiunge e trova quella giusta.
"Allora, uh, fai cuocere i mirtilli-"
"Hey, hey, aspetta un attimo, cosa c'era prima dei mirtilli? Ricomincia daccapo."
"Ok, ascolta, qui faccio io. Tu intanto prendi un arancia e lavala per bene, poi grattugia la buccia e spremi il succo." Ian mi guarda... direi quasi intenerito... il suo sorriso è abbastanza per convincermi a lasciar correre il fatto che mi sta trattando come un moccioso, così invece di prenderlo a calci in culo mi dedico al mio nuovo incarico.
"Hey, potremmo aggiungerci anche del whisky. Jack Daniels e succo d'arancia legano molto meglio di quanto si possa pensare."
"Ah, lo so, ma la mangeranno dei bambini quindi non credo sia il caso."
Mi viene da pensare che questo insolito cocktail rappresenti noi due alla perfezione, ed è buffo visto che che è stato Frank, lo stupido padre alcolizzato di Ian, a farmelo notare tanto tempo fa. Come un coglione, preso da questi strani pensieri, non presto attenzione a quello che sto facendo e finisco per ferirmi un dito.
"Cazzo!" Urlo lasciando cadere il coltello.
"Che è successo?" Subito Ian corre verso di me allarmato.
"Merda!" Continuo guardandomi il dito sgocciolante di sangue.
"Fa vedere." Mi prende la mano per controllare l'entità della ferita.
"Bisogna metterci un cerotto."
"Non è niente, è solo un taglietto." Cerco di tranquillizzarlo vedendolo un po' preoccupato, ma poi inaspettatamente Ian si porta il dito alla bocca e lo ripulisce leccandolo. Immediatamente smetto di sanguinare perché il mio sangue confluisce tutto in un unico punto, ben più in basso rispetto al dito ferito. 
Non lo fa con l'intenzione di risultare sexy ma per me lo è comunque... è fottutamente sexy!... e, data anche la prolungata astinenza, parto per la tangente prima di subito.
"Facciamo ancora in tempo per una sveltina prima che arrivino tutti. Mi hai lasciato a secco troppo a lungo per giocare alla casalinga disperata." Mi premo contro di lui cercando di fargli sentire l'eccitazione che cresce nei miei pantaloni. Ian con uno scatto felino mi afferra il pacco e lo stringe da sopra i jeans che già iniziano a stringere, mentre io deglutisco a vuoto lui si avvicina al mio orecchio e sussurra sensualmente.
"Aspetta solo che passi il Ringraziamento e ti farò pentire di avermi provocato tanto in questi giorni. Ti assicuro che dopo che avrò finito con te ti dovrai ritenere fortunato se ancora riuscirai a camminare, a Denver ci arriverai su una fottuta sedia a rotelle."
Sto per saltargli letteralmente addosso quando sentiamo suonare il campanello e Ian mi blocca posandomi una mano sul petto ansimante.
"Mickey, ricordati che hai promesso di essere carino con i miei fratelli." Ian, dopo aver visto lo sguardo omicida che ho sul volto per essere stato interrotto in un momento del genere, abbandona il tono lascivo per uno più dolce e un po' divertito.
"Lo so. Lo sarò." Metto su un legittimo broncio e dopo un respiro profondo mi dirigo verso la porta. Prima di aprire mi fermo a dare una sistemata come meglio posso alla 'situazione' lasciata in sospeso nei miei pantaloni.
"E cerca di sorridere!" Sento dire ad Ian e io provo ad accontentarlo contraendo la bocca in un tiratissimo sorriso senza entusiasmo.
Appena apro la porta mi trovo l'intera armata Gallagher, più un bonus di quattro 'super Ball', pronti ad invadere casa.
"Buon Ringraziamento!" Urlano in coro.
So di aver promesso ad Ian di essere carino con loro... ma come cazzo si fa non volerli prendere a calci in culo se, oltre ad intralciare la mia vita sessuale, si presentano anche con quegli stupidi cappelli a forma di tacchino infilati in testa?
"Avete portato altra roba da mangiare?" Chiede Ian avvicinandosi.
"Solo qualche cosetta... ho fatto tartine dolci e salate, purè di patate e di zucca, dei biscotti e ovviamente il tacchino SPAM!" Dice Fiona tutta orgogliosa.
Iniziano ad entrare in casa, disordinatamente, V e i Gallagher ognuno con un grande vassoio in mano mentre Lip porta la teglia con il volatile scolpito nella SPAM.
"Accidenti, sarai stata in cucina tutta la notte." Ian prende in consegna il finto tacchino e guida tutti in cucina.
"Hey, Slappy!*" Esordisce quel geniaccio del cazzo di Lip vedendomi immobile nell'ingresso con ancora il sorriso finto che ho dimenticato di togliermi dalla faccia ma che subito provvedo a trasformare in un ghigno infastidito.
"Ragazzi potreste darmi una mano a scaricare le casse, per favore?" Kevin ci raggiunge con entrambe il gemelle in braccio e dopo averle lasciate libere per casa torniamo tutti e tre al suo furgone carico di alcolici, prendiamo due case a testa e rientriamo. Mentre torniamo in cucina sento Ian parlare con sua sorella maggiore.
"Cos'hai, Fi?"
"Niente... a parte il fatto che morirò avvizzita e in solitudine."
"Ancora con questa storia... che ti dico ogni volta che ti senti giù riguardo a questo?"
"Qualcosa su quanto sono bella e brava e che farei felice un uomo... bla bla bla... dov'è il vino?"
"Eccolo." Dico mettendo giù le casse proprio accanto ai suoi piedi.
"Fi, non è tanto facile trovare l'uomo giusto. In più tu hai dei gusti davvero pessimi!"
Continua Ian nel tentativo di consolare la sorella, ma subito Lip si sente in dovere di esprimere la sua opinione anche se nessuno l'ha richiesta, come al solito.
"Fai sul serio, Ian? Parli proprio tu che stai con un Milkovich?"
"Già... scusa Ian, ma Mickey non sembra esattamente il modello di fidanzato ideale!"
"È solo che voi non lo conoscete come lo conosco io!"
"Già, beh... il bello dell'essersi innamorato di Mickey Milkovih è che sai di poterne trovarne sempre uno migliore di lui!" Continua ancora Lip mentre Ian sforza una risata sarcastica del tipo 'ah-ah-ah, molto spiritoso!'... ma non lo è per niente, anzi, sembra che quella fighetta da college stia facendo di tutto per beccarsi un pugno sul naso.
"Perché cazzo parlate come se io non ci fossi?!" Sbotto stizzito. Non che muoia dalla voglia di partecipare a questa conversazione, anzi, vorrei che la smettessero subito con queste stronzate. I Gallagher riescono a rendere sempre tutto estremamente imbarazzante, così, ci pena Ian a darmi il colpo di grazia.
"Non starli a sentire Mick, tu sei perfetto così come sei!"
"Ma che c-" Non faccio in tempo a ribellarmi che subito sento la mano di Ian afferrarmi saldamente per il colletto della camicia e attirarmi in un energico bacio a stampo, così, cazzo... davanti a tutta la sua fottuta famiglia!
"Ma che cazzo, Ian!" Lo spingo via bruscamente ma lui continua a sorridere come un idiota, lo colpisco sul petto con un pugno stizzito mentre sento la faccia andarmi a fuoco. Sento gli occhi di tutti puntati addosso, così decido di fare l'unica cosa sensata da fare in queste situazioni... me la do a gambe!
"Hey, come sono contento di vedervi! Io devo andare, ciao!" Chiaramente sarcastico, alzo le mani in segno di resa e filo via verso la porta, ma ancora li sento blaterare.
"Eh sì, davvero perfetto." Ridacchia sardonica Fiona, poi però si addolcisce.
"Però avete visto come è arrossito? Che tenero!"
"Ma come fai a sopportarlo?"
Sento dire a quella testa di cazzo di Lip prima di chiudermi la porta alle spalle.

Mentre siamo ancora sul vialetto Ian ci anticipa facendosi trovare già pronto dietro la porta d'ingresso. Quando la testarossa compare sull'uscio Molly gli corre incontro urlando come una matta e quando lui la prende in braccio gli si avvinghia come... come un... come quello stupido animale con quello stupido nome che non ricordo!
Fatto sta che quel piccolo demonio biondo non gli si stacca più di dosso!
Appena mi ha visto in aeroporto era tutta... Mickey di qua, Mickey di là... ed ora è come se io non esistessi! 
Inoltre per tutto il tragitto fino a casa mi sono dovuto sorbire la coppietta felice dei miei coglioni. Greg, quel figlio di... papà nonché nuovo fidanzato di Mandy, non ha fatto altro che parlare dei suoi investimenti in borsa e altre stronzate a cui non interessa un cazzo di niente a nessuno! Ma poi che cazzo di nome è Greg?! Che coglione!
Quando anche noi tre raggiungiamo Ian e la mocciosa dentro casa subito si percepisce una situazione un po' tesa tra Mandy e il suo ex ragazzo, nonché mio attuale ragazzo.
"Mandy, sono contento che tu sia venuta, come stai?" 
"Bene, sto bene."
"Ti sei tinta i capelli?"
"Si, il parrucchiere mi ha fatto i colpi di sole così sembrano più naturali."
"Sembri una bionda vera."
"Grazie."
Non riesco a prestare troppa attenzione alla conversazione perché la biondina tra le braccia di Ian continua a distrarmi facendomi la linguaccia e altre boccacce irritanti. 
"Che pulito!" Dice stupita Mandy.
"Si, Mary Poppins qui è sul piede di guerra." Rispondo sarcastico cercando di dare un taglio a questa conversazione imbarazzante.
"Tu devi essere Ian, Mandy mi ha parlato molto di te." Esordisce all'improvviso Greg.
"Sì, uh, Ian, lui è... lui è Greg, il mio ragazzo."
I due si stringono la mano per un tempo forse troppo prolungato.
"Sei ancora gay, giusto?" Greg sbuffa una risata per la sua stessa battuta ma non riesce a nascondere un po' di legittima preoccupazione e giustificato imbarazzo.
"Mai stato più gay di così!" Ian annuisce convinto e ricambia il sorriso dopo un primo momento di sbigottimento.
"Perfetto! Allora... piacere di conoscerti, Ian!" Tira un respiro di sollievo, ora più tranquillo.
"Hey, Greg... è Greg, giusto? Che ne dici se mi aiuti a portare le valigie di là, eh?"
Cerco di allontanare gli intrusi per permettere a Ian e Mandy di rimanere un po' da soli.
"Hey, piccola ingrata, muovi il culo anche tu, ti mostro la tua stanza."
Controvoglia la ragazzina salta giù dal grembo di Ian e mi segue.
Tornati in cucina, dopo aver sistemato i bagagli nelle camere degli ospiti, i nuovi arrivati provvedono da soli alle presentazioni mentre io mi accorgo solo ora che sono arrivati anche Colin e la sua ragazza, decisamente troppo carina per lui, entrambi già accomodati e con il bicchiere pieno.
         
"Che stai combinando lì?" Chiedo avvicinandomi a Kevin.
"A te cosa sembra? Spenno un'aquila dalla testa bianca."
"Cosa?" Sobbalzo strabuzzando gli occhi.
"Carl le ha sparato in cortile." Ridacchia Fiona.
"È contro la legge!" Si lagna spaventato Greg.
"Gli ho già fatto la ramanzina." Ribatte lei tranquillamente, minimizzando il problema.
"E io ho tolto i proiettili." Aggiunge V, come se fosse la cosa più naturale del mondo... e lo è qui nel South Side, ma la fighetta di Denver ne rimane sconvolta.
"Qui dice che c'è stato un programma di ripopolazione nella penisola del Michigan. Hanno liberato dieci aquile dalla testa bianca cresciute in cattività nello zoo di Detroit." 
La piccola pel di carota in seconda sbuca da dietro il portatile di Ian, intenta a scoprire da dove provenga il nostro pranzo del Ringraziamento.
"E una è venuta da me!" Carl sfoggia il suo tipico sorriso da serial killer.
"Ha qualcosa sulla zampa."
"È un dispositivo di localizzazione. Così posso monitorare dove nidifica."
"Quindi qualcuno sa che è qui da noi?" Chiede Fiona lievemente preoccupata.
"È probabile. C'è scritto che manomettere il localizzatore è punibile dalla legge." Non appena Debbie espone il problema prontamente Kevin trova la soluzione.
"Problema risolto." Kev trancia la zampa del povero pennuto in un colpo solo.
"Carl, liberati delle prove." Lancia l'arto mozzato a Carl che lo sventola in faccia a Debs che rabbrividisce inorridita, poi il piccolo psicopatico mette il giubbotto ed esce di casa per andare solo Dio sa dove ad occultare gli scomodi resti del volatile.
"Allora quello lo teniamo per il weekend!" Dice Fiona indicando il tacchino di SPAM.
"Perché? Cosa mangeremo per il Ringraziamento?" Un Greg piuttosto crucciato rimane impietrito dal timore di conoscere già la risposta. V e Fiona non si scomodano ad aprire bocca per rispondere, semplicemente gli lanciano uno sguardo che non lascia dubbi.
"O mio Dio!" Sussurra allibito.
         
"Faremo proprio come i padri pellegrini." Conclude Kev, sollevando l'aquila già mezza spennata in aria come se fosse un trofeo mentre io me la rido vedendo lo stronzetto diventare pallido come un cencio.
Butto un occhio nell'ingresso e vedo Mandy e Ian stretti in un abbraccio.
         
Quella stupida testarossa sentimentale... sembra che non possa fare a meno di dispensare coccole e sorrisi a chiunque... deve abbracciare proprio tutti?!
Ma che razza di problemi ha?!
La mia attenzione viene richiamata da Molly che grida entusiasta indicando la TV.
"Guardate, è Babbo Natale!"
"Già, questo segna ufficialmente la fine della parata del giorno del Ringraziamento. E sai che cosa vuol dire?" Mi avvicino al divano e le poso una mano sulla testa.
"Che il Natale sta arrivando!"
"Sbagliato! Tra cinque minuti inizia il football!" Risponde Colin anticipandomi.
"Guarda Mickey, il Turducken!**L'anno prossimo potremmo farlo anche noi!"
Ci gustiamo lo spot pubblicitario del Turducken finché Colin non ne dice una delle sue.
"Incredibile, ma guarda là! Ficcare un'anatra con un pollo nel culo nel culo di un tacchino... sembra proprio un lavoro per te, Mickey!"
Lo sfanculizzo alzando entrambi i medi e tirandogli uno scappellotto dietro la testa.
Ian mi raggiunge e mi passa una birra, poi mi avvolge le spalle con il braccio e io questa volta non protesto, nascondo un sorriso dietro la bottiglia e mi godo il calore del suo corpo attaccato al mio.
Seduti sul divano davanti a noi ci sono Kev e Colin frementi per l'inizio della partita mentre un disinteressato Lip se ne sta tranquillo al cellulare; ai loro piedi il più giovane dei Gallagher, Molly e le gemelle giocano sul tappeto; in cucina Fiona, V, Debs e la ragazza di Colin chiacchierano di cose da donne e bevono vino rosso, poi a loro si aggiungono Mandy e Greg che finora se ne erano stati in disparte a pomiciare.
Quindi è questo quello che si prova a passare un tranquillo Ringraziamento con la famiglia... non è poi così male. Forse d'ora in poi potrei addirittura smettere di odiarlo.
"Ecco il calcio d'inizio." Canticchia Kev tutto eccitato e Ian ride. Io lo guardo ridere e non riesco a fare a meno di pensare che questa testarossa ha stravolto tutto il mio mondo... è entrato a far parte del mio mondo... e ora lui stesso è tutto il mio mondo.
È incredibile come una sola persona possa condizionarti la vita... nel bene o nel male.
"Ian..." Lo afferro per un braccio e lo trascino in disparte mentre mi guarda perplesso.
"Ian... io..." Esito consapevole di non aver scelto il momento più opportuno per farlo.
"Devo andare." 
"Andare dove?"
"In un posto."
"Che posto?"
Visibilmente in preda all'agitazione mi scolo tutta la birra in un unico sorso, questo spinge Ian ad allentare la presa e cessare l'interrogatorio.
"Vuoi che venga con te?"
"No, no, guarda, tranquillo. Vado per conto mio. Torno tra un paio d'ore."
"Intendi andare adesso? Ma c'è la partita!"
"Si, adesso. C'è una cosa che devo fare."
"Mickey, è tutto ok? Stai bene?" Ora la curiosità lascia il posto alla preoccupazione.
"Ti spiegherò tutto più tardi." Gli poso una mano dietro la nuca e cerco di rassicurarlo.
"Sei sicuro?"
"Mollami il culo, Gallagher!" Gli dico scherzosamente con un sorriso malizioso poi, dopo essermi accertato che nessuno ci stia guardando, lo attiro verso di me schiantando le mie labbra contro le sue e lui sorride nel bacio.
Metto il giubbotto ed esco di casa senza che nessuno mi presti la minima attenzione.

Non credevo che sarei più tornato in questo posto... non per mia scelta almeno...
non per far visita a qualcuno... di sicuro mai avrei pensato di voler vedere proprio a lui.
Questo schifo di penitenziario è sempre lo stesso posto di merda, esattamente come lo avevo lasciato, non cambia mai niente qui.
All'inizio cerchi di capire l'ambiente, inizi a leggere libri, fai pesi, ti scopi qualche frocetto nel cortile ma poi arriva la quotidianità e la noia ti uccide. Sei sempre nello stesso posto, con gli stessi stronzi a fare le solite cazzo di cose, ogni secondo di ogni ora, tutti i giorni di ogni stracazzo di anno. Per fortuna io non ho passato molto tempo qui e non ho nessuna intenzione di tornarci. Ormai ho cambiato vita, ora ho Ian.
L'orario di visita è quasi finito ma non importa, mi basteranno pochi minuti e non voglio passare qui dentro un singolo minuto più del necessario. 
La guardia chiama il mio nome e mi fa segno di entrare nella 'stanza dei telefoni'.
"Posto cinque." Dice senza entusiasmo aprendo la porta.
Io entro e subito lo vedo, neanche lui è cambiato... mio padre, Terry fottuto Milkovick.
Se ne sta seduto dietro il vetro, con la sua solita faccia di merda ora lievemente deformata da un'espressione di stupore nel vedermi dopo non so più quanti anni.
Prendo posto difronte a lui e afferro la cornetta, Terry rimane fermo a guardarmi con aria schifata per qualche secondo prima di decidersi a prenderla anche lui.
"Con che coraggio ti fai vivo dopo avermi lasciato qui a marcire?"
Resto a fissarlo stringendo la cornetta fino a farmi diventare le nocche bianche.
"Tu e quei mancati aborti dei tuoi fratelli siete solo feccia! Nessuno che si sia mai degnato di venirmi a trovare! Io... il vostro dannato padre!"
Sento la rabbia montarmi nel petto ma cerco di mantenere il controllo.
"Se sei qui per chiedermi qualcosa puoi tornartene alla fogna da dove sei venuto, brutto figlio di puttana ingrato, non avrai mai nulla da me!"
"Credimi, questo lo so bene!" Sussurro con un filo di voce dopo aver sbuffato una risata. Faccio un respiro profondo e poi butto fuori tutta l'aria dai polmoni, punto i gomiti sul ripiano davanti a me e avvicino il viso il più possibile alla lastra trasparente che ci divide, tanto che ad ogni mio respiro il vetro si appanna leggermente.
"Sono venuto a parlarti. Ruberò solo pochi minuti della tua stupida e insignificante vita e voglio che mi ascolti molto attentamente perché sarà l'ultima volta che vedrai la mia faccia." Mi rivolgo a lui con un finto tono pacato che lascia però trasparire rabbia e disprezzo. Le mie sopracciglia svettano su per la fronte e le narici si allargano mentre il respiro mi si fa pesante, scandisco le parole con aria minacciosa e poi... sorrido.
Ripongo la cornetta al suo posto e mi alzo in piedi, faccio qualche passo indietro fino a raggiungere il centro della stanza stando però ben attento a non perdere il contatto con gli occhi iniettati di sangue dell'uomo che si è pentito di avermi dato la vita.
"Hey! Scusatemi! Posso avere un attimo d'attenzione?"
Se si alza abbastanza la voce si è in grado di farsi sentire benissimo attraverso il vetro anche senza cornetta, che è solo una questione di privacy. Così io, urlando prepotentemente, ho ottenendo l'interesse dei presenti.
"Volevo dire a tutti quanti qui... che sono un fottuto gay!"
Anche se ho esitato e la voce mi tremava come una fighetta del cazzo sono riuscito a dirlo, porca troia. Tutta l'angoscia, la frustrazione e la paura che ho covato per anni e che mi hanno logorato dall'interno sono finalmente venute fuori, è stato come se vedere il ghigno sulla faccia di merda del mio padre del cazzo, quello che mi ha tormentato per tutta la vita, avesse fatto da detonatore incendiando la nube di gas tossico che mi ristagnava dentro generando così un'esplosione in grado di distruggere ogni mia fottuta barriera e stupido timore.
"Un gran bel culattone."
Ora non mi sento più pesante, sbagliato, sporco.... mi sento libero. Sono libero!
"Pensavo doveste saperlo tutti." Do un'occhiata in giro e nei volti che mi circondano ci trovo solo sguardi vuoti e qualche sorrisetto malizioso, come se non fregasse niente a nessuno. Ma poi lo sento... nel silenzio surreale che è calato nella stanza... lo sento urlare rabbioso... a lui importa... gli importa sempre di rendere la mia vita un inferno!
"Io ti ammazzo, cazzo!" Scatta dallo sgabello come una molla.
"Figlio di puttana! Brutto stronzo, che cazzo fai?!" Afferra la cornetta con entrambe le mani e inizia a battere contro il vetro nel tentativo di sfondarlo.
"Ricordati che tu sei solo una merda! Finocchio del cazzo! Fuori da casa mia!"
In pochi secondi due guardie gli sono addosso e lo immobilizzano contro il vetro.
"Fanculo! L'ho portata avanti io la casa da quando sei al gabbio e ci ho sempre fatto quello che cazzo mi pareva, stronzo!"
"Brutta checca succhiacazzi!" Abbaia rabbioso.
"E ora vivo lì con il mio ragazzo!"
Ovviamente l'agitazione di Terry contagia il resto dei detenuti che iniziano a gridare, rompere tutto e picchiarsi tra di loro, scatenando il panico generale.
Una guardia viene da me e mi intima di andarmene, ma io continuo ormai senza freni.
"E indovina che abbiamo fatto, papino? Abbiamo scopato!"
"Lasciatemi andare!" Sbraita Terry con la faccia spalmata sul vetro.
"E io lo prendo! Me lo sbatte dentro duro fino in fondo, e mi piace da pazzi!"
La guardia mi strattona apparentemente senza troppa convinzione. Forse anche lui odia mio padre e spera che tutta quell'agitazione gli provochi un infarto fulminante che liberi la Terra dalla piaga di Terry fottuto Milkovich una volta per tutte.
"Lasciatemiiiii!" Grida spintonando i suoi carcerieri.
"Calmati Milkovich!"
"Vaffanculo!"
"Io gli succhio il cazzo, e mi fa impazzire!" Insito ancora, godendoci come un matto!
"Portatelo via di qui." Quei surrogati di sbirri non riescono a placare il caos che ormai dilaga tra i detenuti, così annaspano cercano quantomeno di contenere il più possibile la situazione.
"Vaffanculo!"
"Fanculo tu!"
"Ti taglio le palle a pezzi e te le ficco così su per il culo che ti cresceranno alberi di palle, stronzo!"
"Ma che problemi hai, Terry?" Interviene scioccata una delle guardie.
"Stronzi! Stronzi!"
"Semmai un giorno uscirai da qui farai meglio a non far vedere la tua faccia di merda in giro per il South Side!" Torno vicino al vetro e ci sbatto entrambe le mani sopra per attirare l'attenzione di mio padre che urla e scalcia come un forsennato, cercando di liberarsi dalla presa dei secondini.
"Lascia in pace i tuoi figli... stai lontano da tutti noi! Hai capito? Non azzardarti a fare del male alla mia famiglia, mai più! Mi hai sentito, Terry?"
"Sei venuto per umiliarmi? Per dire a tutti che Terry Milkovich ha un figlio che è una fottuta scimmia porta AIDS? È questo che vuoi, vero?" La bava alla bocca come un maledetto cane rognoso e gli occhi pieni di odio, il solito programma già visto mille volte, niente di nuovo... solo che ora non mi fa più paura!
"Sei felice adesso?" Ruggisce su tutte le furie.
"Puoi scommetterci il culo che lo sono! Sono felice in un modo che tu non puoi nemmeno immaginare!" Fisso la sua faccia inebetita e scolpisco a fuoco nella mia mente il momento in cui ho parlato con il mio fottuto padre per l'ultima volta.
"Buon Ringraziamento e grazie per niente, papà!"


*Slappy: pupazzo da ventriloquo protagonista de 'Il pupazzo parlante', settima storia della serie horror per ragazzi Piccoli Brividi, scritta da R. L. Stine.

**Turducken: non sapevo come tradurlo in italiano. È uno dei tanti modi in cui si può preparare il tacchino del Ringraziamento, in pratica si tratta di un pollo ripieno dentro un'anatra dentro un tacchino.


Note dell'autrice:
Ero indecisa se inserire un'immagine completamente estranea a Shameless ma poi mi sono lasciata convincere dal faccino (mai così pulito) di Colin. Ci tenevo a far andare le cose per il meglio a più Milkovich!
L'immagine di Joe Adler (Colin) è presa dalla 12x05 di Grey's Anatomy.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shameless US / Vai alla pagina dell'autore: MatsuFla