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Autore: Solitary_soul_    23/05/2019    1 recensioni
Sono passati vent'anni dalla seconda guerra magica, e tutto procede normalmente: i figli del Golden Trio sono tornati ad Hogwarts per il nuovo anno e i genitori alle loro routine. Ma una serie di incidenti attira l'attenzione del ministero. Qualcosa sta minacciando la sicurezza della scuola, ed Hermione nonostante gli innumerevoli problemi coniugali, interverrà procedendo con le indagini aiutata dal suo acerrimo nemico di infanzia.
Riusciranno ad andare d'accordo a sufficienza e sistemare le cose? Cosa succederà?
Storia presente anche su Wattpad, chi vuole mi segua anche lì mi trovate come @Solitary_soul_
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
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Nonostante avesse detto al marito che sarebbe rimasta fuori tutta la notte, voleva tornare almeno a cambiarsi i vestiti. Avrebbe potuto asciugarsi con la magia, ma i pantaloni si erano sporcati di fango e la maglia si era strappata agganciandosi ad un rametto mentre correvano a nascondersi nella foresta.
Si smaterializzò a casa nella notte, tutte le luci erano spente e pensando che il marito dormisse non le accese. Avvicinandosi alla sua camera da letto sentì dei rumori, naturalmente estrasse la bacchetta magica e si addentrò credendo ci fosse un ladro. Il rumore ritmico che arrivava dalla camera si faceva sempre più forte e distinto man mano che si avvicinava alla stanza. Sfortunatamente iniziò a disinguere anche dei sospiri e dei gemiti. Tutto si poteva dire di Hermione, ma non che fosse stupida. Abbassò la bacchetta e azionò l'interruttore della luce illuminando la stanza e ciò che vi era all'interno. Ron stava sdraiato con a cavalcioni una bionda che la donna riconobbe immediatamente senza nemmeno aver bisogno di guardarla in viso. Wendy... una segretaria del ministero, la stessa che lo stava chiamando ieri sera. I due amanti colti in fragrante rimasero pietrificati, il marito sbiancò e lanciò quasi la bionda levandosela di dosso
«Herm... ti posso spiegare! E che io e te non lo facciamo da tempo e un uomo ha i suoi bisogni... È stato un momento di debolezza. Mi dispiace. Ti prometto che non accadrà mai più»la riccia non si scompose, prese un borsone lo riempì di vestiti ignorandolo completamente.
«Dai amore, per favore ascoltami» Ron provò a trattenerla per un braccio, ma lei lo spinse via disgustata.
«Non osare toccarmi brutto porco. Abbi almeno la decenza di coprirti. Io ho bisogno di una pausa, me ne vado» prese la borsa e uscì dalla casa.
Non sapeva dove andare, non voleva presentarsi da Ginny e Harry così tardi e soprattutto anche se era la sua migliore amica, non aveva voglia di parlarle dei problemi che aveva con suo fratello. Non poteva nemmeno andare dai suoi genitori. Quindi disperata tornò a Hogwarts a finire il suo turno e prendendo a carico anche quello successivo, fino a che non arrivò un collega a darle il cambio alle prime ore del mattino. Stanca e senza un posto dove stare si diresse direttamente alla biblioteca del castello dove qualche ora dopo avrebbe avuto appuntamento con Malfoy per trovare qualche informazione sull'animale.
Prese diversi tomi dalla libreria e cominciò ad esaminarli, nonostante le lacrime avessero iniziato a sgorgare irrefrenabili cercò di ignorarle. Dopo pochi minuti i sentimenti e la stanchezza presero il sopravvento facendola crollare addormenta sul libro.

Si svegliò diverse ore dopo, ancora intorpidita dal sonno si stropicciò gli occhi.
«Buongiorno, hai fatto nottata vedo...» la voce di Draco la fece svegliare del tutto. Era seduto di fronte a lei mente mangiava una mela e leggeva uno dei libri che aveva preso lei prima. Solo quando tirò su la testa si accorse di avere un cappotto nero addosso a farle da coperta, che immaginò essere dell'uomo.
«Per merlino... da quanto sei qui?» arrossì imbarazzata, l'uomo fece spallucce senza distogliere l'attenzione dal testo.
«Abbastanza... io ho già letto questi due e non ho trovato nulla. Finisco questo e vado a cercarne altri» alzò finalmente lo sguardo su di lei, notando i suoi occhi arrossati e gonfi dal pianto. Lo sguardo dell'uomo mutò radicalmente, da rilassato e tranquillo che era divenne furente di rabbia. La donna si guardò in giro confusa, cercando di capire cosa avesse scatenato tale mutamento improvviso. Ma vedendo che l'uomo non le toglieva gli occhi di dosso immaginò di essere lei la causa, nonostante non capisse cosa poteva aver fatto di sbagliato.
«Che c'è? Perché mi guardi così? Ho forse fatto qualcosa di male?» sussurò intimorita e un po' turbata. Il biondo si alzò dalla sua postazione lasciando la mela sul tavolo, fece il giro per afferarle un braccio e farle cenno con il capo di alzarsi.
«Vieni con me» la riccia si lasciò tirare dall'uomo fino al bagno del primo piano dove Draco urlò a Mirtilla di lasciarli soli un attimo, il fantasma obbedì piagniucolando qualcosa sul fatto che quel ragazzo non le fosse mai piaciuto e che era un vero maleducato.
«Non devi trattare così Mirtilla, lo sai che è sensibile...» provò a difenderla Hermione sempre più stupita dal comportamento che stava avendo l'uomo. Quest'ultimo la ignorò continuando per la sua strada. La portò fino davanti agli specchi dove vide la sua immagine riflessa rendendosi conto solo in quel momento di che brutta cera avesse, ma ancora non capiva le ragioni di tale azione.
«Adesso mi spieghi che è successo e chi cazzo ti ha ridotto così» Malfoy serrò la mascella sibillando tra i denti qualcosa di simile ad un "io lo ammazzo". Lei lo guardava ancora più confusa di prima, incapace di comprendere perché si scaldasse tanto. D'altronde non erano certo affari suoi. Guardò i loro volti riflessi, gli occhi grigi di Draco la stavano trafiggendo e lei non poteva fare a meno che guardarli immergendosi in quel ghiaccio profondo.
«I miei problemi familiari non credo ti riguardino» Si voltò verso di lui pur di smettere di guardare il proprio viso che portava ancora i segni della sofferenza di quella notte passata in bianco, finendo nella tela del ragno. Si trovò di fronte all'uomo che ancora non aveva smesso di guardarla ma il suo viso sembrava essersi rilassato, le scostò una ciocca di capelli dal viso mettendogliela dietro all'orecchio.
«So che non è la cosa più facile dopo tutto quello che ti ho fatto, ma puoi fidarti di me...» si sentì improvvisamente le gambe molli e fissare i suoi occhi non aiutava certo a trovare l'equilibrio. Nonostante avesse ragione lui, lei per qualche assurdo motivo invece si fidava di lui. Si era fidata di lui anche la sera prima, e non le aveva dato motivi per dubitare.
«Grazie... ma davvero, non è nulla di grave» cercò comunque di deviare il discorso, anche conoscendolo la sua determinazione non avrebbe lasciato lasciato perdere.
«Non mentirmi, se hai pianto non è certamente per nulla» Hermione sospirò rassegnata, in realtà non le andava nemmeno di ripensare a ciò che era successo
«Ho beccato mio marito a letto con un altra. Ma ripeto, non sono affari tuoi. E non è una cosa grave, me lo aspettavo. Solo che vederlo è un altra cosa...» la donna disse quel ultima frase tutta d'un fiato e le sembrò liberarsi di un macigno dal cuore. Il biondo rimase pietrificato con la bocca aperta, esterrefatto.
«Lo sapevo che Lenticchia centrava, tu piangi solo a causa sua. Quella brutta testa di...» la donna ebbe un deja-vu, infatti l'uomo era nella stessa identica situazione di prima. Furente di rabbia se non peggio. La riccia notò che stava stingendo i pugni talmente forte che gli erano diventare le nocche bianche.
«Ma perché non lo lasci... non ti merita. Non merita nemmeno di avere ancora un apparato riproduttivo» ed ecco una delle frasi che più temeva di sentirsi dire se qualcuno lo avesse saputo. No, non poteva lasciarlo nonostante lo avrebbe voluto con tutta se stessa. Gli prese un pugno tra le mani guardandolo apaticamente
«Non dovevo dirtelo. Dimentica ogni cosa. Questi non sono affari tuoi» l'uomo cercò la solita luce negli occhi della donna, che però in quel momento le sembrarono vuoti e spenti.
In quel momento nella sua testa passavano solo pensieri omicida verso quello squattrinato rosso. Lui era solo un porco. Un animale viscido e privo di morale che aveva ceduto agli istinti primordiali.
«Perché? Dammi un unica motivazione valida...» glielo chiese con tanto risentimento che sembrava quasi stesse per piangere.
«Rose e Hugo.» solo in quel momento capì le ragioni della donna... lo avrebbe fatto avrebbe fatto anche lui per Scorpius. Naturalmente non voleva mettere in mezzo i figli, non voleva che soffrissero a causa sua. Nonostante gli anni che erano passati lei non era cambiata affatto. Una Grifondoro vera, senza dubbio la donna più coraggiosa che avesse mai conosciuto. Malfoy abbassò lo sguardo annuendo alla richiesta che gli aveva fatto, non avrebbe detto nulla ad anima viva e avrebbe cercato di dimenticare la faccenda per quanto gli fosse possibile.

Passarono i giorni ed Hermione che si era presa anche un pausa lavorativa per non vedere il marito o l'amante, si era momentaneamente trasferita in un appartamento vicino al castello su richiesta della McGranitt stessa che probabilmente aveva intuito la situazione. Non sarebbe voluta rimanere lì a lungo, la vedeva più che altro una sistemazione temporanea, non voleva certo mettere in imbarazzo Rose a scuola se mai l'avesse vista.
Ma in quel momento l'accesso senza limiti alle risorse della scuola le sarebbe tornando molto utile.
Dopo diverse settimane con l'aiuto di Draco, avevano esaminato praticamente ogni libro della Biblioteca, compresi quelli del reparto proibito senza trovare alcun indizio se non qualche minima somiglianza ad una specie Europea di draghi.
La biblioteca era più silenziosa del solito in quel momento, purtroppo anche le loro menti restavano in silenzio senza più idee su cosa cercare.
Abbattuto e sconsolato Draco teneva la fronte appoggiata ad libro, mentre Hermione ancora cercava in uno degli ultimi rimasti.
«Dai Malfoy, non ti demoralizzare così... in fondo "Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta."»
«Socrate...» bofonchiò lui con ancora la testa nel libro, lasciando a bocca aperta la donna.
«Conosci la filosofia greca?» gli chiese perplessa e stupita.
«Perché la cosa ti sorprende tanto? Essere purosangue non vuol dire per forza essere ignoranti sulla cultura babbana... io amo leggere.
A casa ho un libro molto interessante sulla filosofia dell'antica Grecia. È uno dei miei preferiti, se vuoi te lo posso prestare» d'un tratto scattò su come se gli si fosse accesa una lampadina in testa.
«Sei un genio! Come ho fatto a non pensarci prima?» sorrise soddisfatto della sua intuizione mentre la Granger lo fissava storgendo la testa di lato confusa. «Andiamo!» prese il cappotto e la mano della compagna correndo fuori dal castello, appena superato il confine si smaterializzò portando con se la donna.
   
 
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