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Autore: Akiko Uzumaki    24/05/2019    1 recensioni
Jackie , una adolescente californiana, decide di cambiare scuola, affinché le cose nella sua vita migliorino dopo essere stata piantata dalla sua migliore amica e umiliata dal suo ex ragazzo. Affiancata dai suoi amici di sempre, Frank, Moe e Mark, decide così di stravolgere completamente la sua vita, incontrando Scream, la sua pazza compagna di stanza nel nuovo convitto, Steve, che diventerà il suo migliore amico, e Dean, quel ragazzo tanto timido quanto dolce e premuroso.
Eppure c'è una cosa che deve ancora capire: il vero cambiamento non deve avvenire nel contorno, ma dentro di sé.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Canzone consigliata: Treat you better- Shawn Mendes

È da sabato che cerco di evitare Dean per non guardarlo negli occhi almeno per un bel po', ma se prima ci riuscivo, quando cioè non avevamo praticamente mai parlato, ora mi risulta praticamente impossibile. Se io sono alla biblioteca, lui è all'altro lato del tavolo dove mi siedo io; se io sono alla mensa, lui è in fila per caso proprio dietro di me. Se io vado sulla terrazza per fumare o per prendere un po' d'aria, lui è lì, a fumare oppure a guardare il tramonto con occhi sognanti. Ma la cosa grave non è tanto che me lo ritrovi ovunque, ma il fatto che mi trovo così bene con lui che quando non siamo insieme mi manca. E ho paura, tanta paura, perché già so a cosa mi porterà tutto questo, qualcosa che ho promesso a me stessa di non dover più rivivere.

-Ciao, Jackie bella. Ti va di venire con me sulla terrazza?- mi chiede una voce, quella di un ragazzo ma non è Dean. Peter, quello dell'Homecoming, quello dal cervello grosso come una nocciolina, è sbucato dal nulla, o meglio, dall'aula di scienze in cui mi guardava troppo insistentemente.

-Ciao Peter. No, devo studiare.- rispondo, fredda, cercando di evitarlo ancora prima che possa fare qualsiasi cosa. Non lo sopporto, mi fissa troppo ed è un grandissimo ignorante, in più la sua voce è particolarmente fastidiosa. Dov'è Dean, quando serve una persona che lo cacci? Non è la prima volta che mi si avvicina quando sono da sola.

-Eddai, Jackie bella, non fare la casta, potremmo fare qualcosa di interessante...- aggiunge, dopo avermi bloccata al muro e avermi praticamente alitato in faccia. Ecco a cosa si riferiva con "terrazza": non il posto dove di solito gli studenti si incontrano, ma quel capanno in terrazza dove si appartano vari studenti, e di certo non per studiare. Vado in tachicardia: ho paura delle sue intenzioni, soprattutto dopo avermi assalito praticamente facendo rimanere pochissimo spazio fra me e lui. Tutto questo mi mette paura, ho solo voglia di fare intervallo e di mangiare una sana merenda calorica.

-Vuoi davvero perdere l'uso del pene? Spostati.- mi divincolo, bruscamente, ma ad un certo punto lui afferra il mio braccio e mi sbatte di nuovo alla parete, facendomi anche male alla schiena. Ho il terrore che possa iniziare a fare qualcosa proprio in mezzo a tutti, ma forse sono solo panico e adrenalina che mi fanno pensare a tutti gli scenari possibili e immaginabili. Sento gli occhi degli altri su di me, è tremendamente frustrante è orribile, ma forse è quello che lui vuole fare: vuole che gli altri mi guardino e mi puntino il dito contro. Chiudo gli occhi, aspettandomi ormai qualsiasi cosa da una persona come Peter, anche se non lo conosco bene, ma credo di averlo perfettamente inquadrato.

-Eh puttana, tu te la fai con tutti e ora non vuoi fartela con me?- sibila tra i denti. 
Rimango pietrificata, con nessun pensiero nella mia testa. 
Le sue parole diventano una specie di mantra che la mia testa manda in ripetizione, come se volesse convincermi che ha ragione.
"Puttana" grida la mia testa.
"Puttana" continua, imperterrita.
"Puttana" conclude, stanca. 
Ha ragione, sono solo una puttana e non dovrei negarmi. Come se avessi toccato il fondo di un abisso che mi ha soltanto dato la spinta per risalire, mi scuoto, ricordandomi il mio valore. 
Ma come si è permesso di screditarmi davanti a tutti in questo modo?

-Chi cazzo ti ha detto queste stronzate? Eh? Coglione, bastardo senza un minimo di cervello!- inizio ad urlare, cercando di saltargli addosso e fargli tutto il male possibile, quello insediato nel mio cuore, che sanguina come se mille coltellate lo avessero colpito. Mi sembra di essere tornata di là, all'altro liceo, ma io non voglio. Sto sfogando tutta me stessa sul ragazzo che è davanti a me.

-Okay, avete dato abbastanza spettacolo, ora basta, Jackie stai indietro.- dice una voce maschile, fortunatamente non quella di un adulto, ma quella di Steve. Peter ci guarda, osserva Steve mentre viene verso il mio corpo, ciò che è rimasto di me, scosso da quelle parole, immobile come se quella fosse la sua reazione.

-Cazzo vuoi, McKinney? Lei non ti deve interessare, e me ne fregherà un cazzo se pensi che la stia difendendo perché mi piace perché non è così, o sei solo geloso perché sei innamorato di lei?- sputa, con cattiveria, mentre la folla che si è nel frattempo si è creata ridacchia. All'improvviso ho una gran voglia di vedere Dean, i suoi occhi marroni, le sue braccia forti, il suo sorriso rassicurante. Vorrei che fosse qui ad abbracciarmi.

-Che succede qui?- interviene un'altra voce maschile, la sua... Come se avesse sentito il mio richiamo. I miei occhi si incastrano nei suoi, piegati in una smorfia di colpa. Il mio povero cuore...
Vedo i suoi occhi vagare da me al ragazzo che stavo per aggredire, per poi notare un cambiamento di umore: anche se è di spalle, riesco a capire che è veramente arrabbiato.

-Peter, vedi di andartene a fanculo e non importunare nessuno.- dice, duro come il marmo, e il mio cuore accelera improvvisamente, di nuovo.

-Oh, andiamo, è soltanto una puttanella, ve ne accorgerete presto.- sputa, acido, e se Steve non mi stesse abbracciando, credo che sarei svenuta già da un bel po'. Ho ancora un po' di forza, ma è così poca che se ne andrebbe via non appena iniziassi a vomitare. Quello che vedo, però, mi lascia di stucco e mi da la carica per rimanere in piedi. Dean si è lanciato su Peter, come ho fatto io prima, solo che lui ci è riuscito, rischiando tantissimo per colpa mia. 
Ed è per questo che io voglio rischiare di farmi male, fermandolo. 
Mi divincolo da Steve, che non capisce subito che cosa voglio fare, regalandomi un discreto vantaggio, e mi getto sulle spalle del moro che ha iniziato a prendere a pugni Peter, che non sanguina per miracolo. 
Dean si immobilizza, non appena sente le mie braccia che vanno a circondare le sue spalle.

-Non rischiare per colpa mia, ti prego...- sussurro, quasi piangendo, e tutti si fermano, aspettando la prossima mossa di entrambi, ma nessuno si muove. Dean prende una mia mano e posa un bacio leggero sul suo dorso, con il mio cuore che ormai impenna. 
Non appena lo lascio, inizia a camminare, prendendomi per mano, e Steve ci segue passo passo.

Quanto a me... Non so nemmeno come sentirmi.
                          ***********
-Va tutto bene? Sicura di non aver bisogno di altro? Io ci sono.- chiede Dean, apprensivo, mentre mi guarda con quegli occhi dal taglio a mandorla adorabile. Mi viene da piangere per quanto mi sia innamorata del suo sguardo. 
O meglio, volevo dire... ha degli occhi molto belli, occhi marroni come il cioccolato del barattolo di Nutella.

-V-va tutto bene, sono a posto- balbetto, sistemandomi sulla sedia. Siamo in un bar fuori la scuola, lontano da tutti, io e lui, perché Steve è scappato come un ladro per andare da Scream a parlarle di un progetto di scienze che si è inventato, dato che siamo in classe insieme e non esiste nessun progetto. 
È solo che ha vergogna di dirmi che sta succedendo qualcosa tra loro due. 
Bevo dalla cannuccia la mia 7UP (come al solito) e mi sforzo di non morire guardandolo. Non voglio innamorarmi, è una cosa che non cerco in questo momento della mia vita, ora sto bene da sola, mi hanno ferito, questo è vero, ma mi sono ripresa e forse vivrei anche meglio sapendo che nessuno attenta alla mia felicità. E poi l'amore è così stupido e vuoto, fatto di coppiette che si dicono "ti amo" e stanno attente l'uno all'altra e viceversa.
Non ho mai sperimentato questo mentre ero con Jim, lui odiava le cose sdolcinate, e quasi mi aggredì quel giorno in cui gli chiesi di fare qualcosa di diverso dal solito stare nel parco a baciarci. Quello che volevo era solo essere normale.

-Scusa se ti ho messo nei guai, non era assolutamente mia intenzione.- sussurro, poi continuo a bere dalla lattina. Nessun adulto ha visto quello che è successo, soltanto il bidello Bill che ha deciso di passarci su per questa volta, perché non si è fatto male nessuno, ma se succede di nuovo andrà dalla preside. 
È giusto così, in fondo.

-Non ti devi preoccupare. Ci sono dei motivi per cui l'ho fatto.- ammette, addentando la focaccia davanti a lui. Motivi? Che tipo di motivi? Il mio cervello sta andando in tilt, ed è solo colpa sua. Lui, con quella sua espressione da cucciolo che deve essere protetto, le sue mani che hanno afferrato le mie, che stanno tremando, il suo sorrisetto appena accennato che mi riscalda il cuore, è lui la persona più adorabile del mondo.

-Ma tu guarda, quando vuoi fare la zitella acida e stare da sola, senza che nessuno ti guardi, succede questo. Capitano tutte a me.- sospiro, sconsolata, guardando l'orizzonte. 
Una coppia si tiene per mano, cerca poi di proteggersi dalla pioggia appena scoppiata, lui la abbraccia, la stringe forte. Loro sì che si amano.

-Dai, credo sia un po' presto per rimanere zitella. Non ti abbattere, sei una bella ragazza è presto troverai qualcuno.- mi consola, cercando di non guardarmi negli occhi e di fissare l'orizzonte. 
La coppia che avevo visto entra nel bar e posso riconoscere una delle cheerleader, Bree, la bionda dagli occhi azzurri, e il suo ragazzo che saluta Dean con un cenno del capo.

-Appunto, sono bella, e poi?- sussurro, sorridendo amaramente. Bree sta baciando il suo ragazzo, un giocatore della squadra di baseball come il ragazzo accanto a me.

-Ehi, non è solo una questione estetica. Hai tantissime qualità: sei profonda, sensibile, divertente.- continua, non guardandomi ancora negli occhi. 
Nel locale entra una ragazza che non conosco, si siede ad un tavolo libero e scoppia in lacrime.

-Peccato che nessuno lo noti. Tutti hanno sempre notato il bel faccino, oh no, magari, anzi, il bel culo.- sibilo tra i denti, pensando a tutte le mie conquiste passate che sprecavano tante parole per il mio lato B, ma mai qualcuno che mi dicesse "che bel viso che hai". Guardo ancora la ragazza che è entrata, con il trucco ormai colato, che scrive qualcosa al cellulare, poi piange ancora.

-Io l'ho notato.- dice, finalmente guardandomi. Silenzio. E chi ha più il coraggio di parlare, dopo ciò che ha detto...

-A volte sembra che tu voglia nascondere sotto una maschera queste tue belle qualità.- continua, dopo l'imbarazzo iniziale. Credo di essere diventata rossa come un pomodoro, poiché mi sento calda, quasi bollente, e di sicuro non è per la febbre. Per cercare di non essere imbarazzata, guardo la porta che si è appena spalancata, da dove entra un gruppetto di ragazzi che forse conosco, forse no, ma non pongo tantissima attenzione a ciò che succede, più che altro penso ancora alla risposta da dare al ragazzo qui davanti.

-In che senso?- mi viene da chiedere, apparendo come una completa idiota, ma la verità è che sono stata distratta da una vecchia conoscenza in quel gruppo che è appena entrato. Vecchia, poi, non più di tanto, l'ultima volta l'ho visto alla festa di Axel. 
Il suo ciuffo, la sua barbetta incolta...

Jeff.
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AKIKO'S SPACE
Buonsalve a tutti! Rieccomi con un capitolo nuovo di zecca, dove succedono cose ma non succedono. Insomma, Dean e Jackie si parlano abbastanza, Steve che prende le parti di Jackie e altre cose fighe, ma il bello arriva nel prossimo capitolo. Vi lascio, come al solito, il mio link di Instagram (@/akiko.uzumaki) e la richiesta di lasciare una piccola recensione, se vi va. Alla prossima, gente!
-Akiko

   
 
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