Film > Indiana Jones
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Autore: lmpaoli94    24/05/2019    0 recensioni
Una misteriosa isola si è innalzata dal mare a causa di un devastante maremoto al largo delle coste del Marocco.
Indiana Jones, andato in pensione dopo molti anni spesi in avventure in giro per il mondo e in lezione di archeologia, si vede costretto a inseguire il sogno di ritrovare un reperto più unico nel suo genere: una spada ricoperta di diamanti e di zaffiri.
Riuscirà Indiana Jones a ritrovare l’antico reperto in mezzo ad un’isola sperduta insieme ad un suo ex alunno?
Oppure l’ultima avventura di uno dei più grandi scoprirovine di tutti i tempi si concluderà in maniera ignota e miserabile?
P. S.: nomi di personaggi ( a parte Indiana Jones) e oggetti elencati in questa storia sono completamente frutto della mia immaginazione.
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Henry Walton Jones Jr., Nuovo personaggio
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Indiana Jones si svegliava sempre di buon mattino per cominciare la giornata facendo un po’ di jogging nel parco della città.
Dopo che era andato in pensione, nessuno gli aveva mai domandato il perché della sua scelta, facendogli pensare che non era un personaggio così importante come lui pensava.
“Sembra che nella mia vita io non abbia concluso niente di soddisfacente… Eppure riesco a riconoscere alcuni mie ex allievi che sono fidanzati o addirittura felicemente sposati… E’ proprio vero che il tempo scorre velocemente in maniera imperterrita.”
Se la mattina la giornata era illuminata da un bellissimo sole e il tempo era caldo e gradevole, Henry si fermava su una panchina a leggere uno dei suoi tanti libri che aveva in biblioteca.
“Fantascienza… Un genere che mi sta cominciando a piacere da poco… Devo smetterla di pensare sempre all’archeologia e a tutte le cose connesse.”
Ma improvvisamente, la mattinata soleggiata fece spazio a numerosi nuvoloni che si preparavano a scaricare una quantità considerevole di millilitri di pioggia.
“Ecco fatto. Sto per passare una nuova giornata noiosa completamente in solitaria… Forse dovrei prendermi un animale. Magari un cane.”
Correndo in maniera considerevole, Henry tornò nel suo piccolo appartamento in cui era finito in affitto dopo che aveva venduto la sua villetta.
“Ecco fatto. Dichiaro conclusa la mia giornata… Dopo aver visto quelle persone nel parco, posso rinchiudermi in questa stanza senza fare nulla.”
Ma in quel momento non poteva immaginarsi che qualcuno era entrato di soppiatto nel suo appartamento.
< Professore? >
Sentendo che qualcuno lo stava chiamando, Henry Jones si girò di scatto.
< Ma che diavolo… >
< Mi dispiace averla spaventata, ma avevo un assoluto bisogno di parlare con lei. >
< Ma tu… come hai fatto ad entrare nel mio appartamento? >
< Mediante le scale antincendio. Dovrebbe ricordarsi di chiudere tutte le finestre. >
< Ma cosa… non avevi nessun diritto di entrare nel mio appartamento! >
< Ha ragione, però lascia che le spieghi. Ho una missione da compiere e ho bisogno del suo aiuto. >
< E non potevi aspettare il mio ritorno? >
< Purtroppo no. Sono inseguito da alcuni malviventi completamente vestiti di marrone che mi danno la caccia da quando sono venuto in possesso di questo misterioso oggetto. >
Vendendo il misterioso oggetto che teneva in mano il ragazzo, Henry rimase visibilmente sbigottito.
< Questa chiave azzurra e arrugginita… Non ci posso credere. Come ne sei venuto in possesso? >
< L’ho trovato in casa mia qualche settimana fa’ quando io e mia madre siamo venuti a conoscenza che mio padre era misteriosamente scomparso. >
< Chi è tuo padre? >
< L’archeologo John Raven. >
< Tu sei forse Frank Raven? Il figlio di John? >
< Esatto… Per caso lei conosce mio padre? >
< Certo che lo conosco! Accidenti! Non sentivo più parlare di tuo padre da più di vent’anni! Questa sì che è una bellissima sorpresa. Sei cresciuto dall’ultima volta che ti ho visto… In effetti sono passati molti anni. Ma questo fa lo stesso! Come ti è venuto in mente di cercarmi? >
< E’ stata mia madre. Mi ha rivelato che tu eri un esperto archeologo in pensione e che non ti saresti mai tirato indietro in una nuova avventura. >
< Vorresti forse intraprendere il viaggio verso l’Isola di Navalon al largo delle coste del Marocco? >
< Esatto, professor Jones. >
< Chiamami Henry… E comunque non so se è una buona idea. Quell’isola è completamente sommersa dall’Oceano Atlantico. >
< Non dall’ultimo mese… Non ha letto la notizia? >
< Che genere di notizia? >
< Per colpa di un maremoto, la piccola isola dell’Atlantico è completamente riemersa, richiamando decine e decine di scoprirovine alla scoperta della bellissima spada di Assan Ghiezlin, l’antico conquistatore marocchino. >
< Quell’oggetto di inestimabile valore in cui sono incastonati zaffiri e diamanti? >
< Sì, proprio quella Henry. >
< Capisco… > rispose l’uomo immergendosi nei suoi pensieri.
< Professore, è l’unico che può aiutarmi. Spero che tu accetti la mia richiesta di ritrovare l’oggetto e mio padre. >
< Frank, sai bene che il viaggio sarà molto rischioso… Dovremmo trovare una nave che ci porti dritti in quel posto. Non sarà affatto facile. >
< A questo ci ho già pensato io… Essendo di famiglia benestante, sono riuscito a noleggiare una piccola nave e un timoniere che ci porterebbe fin dritti su quell’isola. >
< E quando partiremo? >
< Il prima possibile. Il timoniere ci sta già aspettando. >
Ma Indiana Jones non era ancora convinto della scelta del ragazzo.
< Frank, mi dispiace deluderti. Ma sono troppo vecchio per una simile avventura. Mi sono ritirato da questa vita. Voglio vivere gli ultimi anni della mia vita in questa topaia di appartamento leggendo tutti i libri che ho comprato nel corso della mia vita… E ti confesso che sono tanti. >
< Professore, non può… >
< Ti ho già detto di chiamarmi Henry. >
Ma nel mentre il giovane ragazzo stava facendo di tutto per convincere l’archeologo, una moltitudine di proiettile di un mitra sbriciolò la finestra della cucina, mettendo in allarme i due uomini.
< Henry, mi hanno trovato! >
< A chi ti stai riferendo? >
< A quei maledetti sicari vestiti di marrone che vogliono uccidermi… Dobbiamo andarcene velocemente. >
< Ma io… >
< Non c’è tempo da perdere! >
< Devo prendere le mie cose. >
< Avrai tutto il necessario sulla nave, non preoccuparti. Adesso dobbiamo cercare di rimanere in vita e sfuggire a questi sicari. >
< Ma se loro ci sparano dalle scale antincendio, scommetto che tra poco saranno anche dinanzi la porta del mio appartamento. >
Mentre i due stavano cercando una via per uscire di casa, i sicari cominciarono a battere violentemente sulla porta.
< Ormai siamo in trappola, professore. >
< Io non direi… Vieni con me. >
Scaraventando il tavolino in salotto, Henry Jones mostrò al ragazzo una botola segreta posta sotto un enorme tappeto.
< Questa sarà la nostra via d’uscita, ragazzo mio. Vai prima tu. >
< Ma dove sbucheremo? >
< Lontano da questo posto. Vai! >
Prima che i sicari sfondassero la porta a suon di mitragliate, Indiana Jones e Frank era riusciti a richiudere la botola e a scappare per le vie sotterranee della città.
< Ma siamo nelle fogne! > esclamò il ragazzo disgustato.
< Dove ti aspettavi di sbucare? Nel paese dei balocchi? >
< Di sicuro in un posto più pulito e illuminato di questo. >
< Smettila di brontolare e seguimi. >
< Dobbiamo raggiungere il porto della città. È lì che ci aspetta la nave. >
< Molto bene. Andiamo. >
Dopo aver camminato per quasi un’ora nelle fogne della città, Henry e Frank sbucarono in prossimità del porto.
< Finalmente siamo usciti. Stavo per svenire dalla puzza. >
< Preferivi morire sotto i colpi di mitragliatrice di quei misteriosi sicari oppure aver salva la vita? A proposito, devi dirmi chi è quella gente che ti sta dando la caccia e come fanno a sapere l’utilità della chiave che ti porti appresso. >
< E’ naturale. Anche loro sono a conoscenza del segreto che lega l’Isola di Navalon… Sono convinto che tutto questo è orchestrato da un uomo molto vicino a mio padre. >
< Perché pensi questo? >
< Nei suoi viaggi mio padre portava sempre un assistente: Freddie Asamaik, un uomo di origine marocchine che aveva una specie di ammirazione per lui… Oltre ai tesori e ai soldi, s’intende. >
< Un uomo alla ricerca di fama e ricchezza? >
< E cosa sennò? Non mi è mai piaciuto quell’uomo… >
< Eccoli là! >
L’urlo di uno dei sicari attirò l’attenzione dei due uomini.
< Andiamo! Ormai siamo quasi arrivati! >
Correndo a tutta velocità e schivando le pallottole, Henry Jones e Frank riuscirono a salire sulla nave.
< Vai, timoniere! Ci siamo tutti! >
< Benissimo! >
Una volta al largo della costa, Frank poté tirare un sospiro di sollievo e accasciarsi sul ponte della nave e fissare il cielo che si stava diradando dalle nuvole.
Indiana Jones si svegliava sempre di buon mattino per cominciare la giornata facendo un po’ di jogging nel parco della città.
Dopo che era andato in pensione, nessuno gli aveva mai domandato il perché della sua scelta, facendogli pensare che non era un personaggio così importante come lui pensava.
“Sembra che nella mia vita io non abbia concluso niente di soddisfacente… Eppure riesco a riconoscere alcuni mie ex allievi che sono fidanzati o addirittura felicemente sposati… E’ proprio vero che il tempo scorre velocemente in maniera imperterrita.”
Se la mattina la giornata era illuminata da un bellissimo sole e il tempo era caldo e gradevole, Henry si fermava su una panchina a leggere uno dei suoi tanti libri che aveva in biblioteca.
“Fantascienza… Un genere che mi sta cominciando a piacere da poco… Devo smetterla di pensare sempre all’archeologia e a tutte le cose connesse.”
Ma improvvisamente, la mattinata soleggiata fece spazio a numerosi nuvoloni che si preparavano a scaricare una quantità considerevole di millilitri di pioggia.
“Ecco fatto. Sto per passare una nuova giornata noiosa completamente in solitaria… Forse dovrei prendermi un animale. Magari un cane.”
Correndo in maniera considerevole, Henry tornò nel suo piccolo appartamento in cui era finito in affitto dopo che aveva venduto la sua villetta.
“Ecco fatto. Dichiaro conclusa la mia giornata… Dopo aver visto quelle persone nel parco, posso rinchiudermi in questa stanza senza fare nulla.”
Ma in quel momento non poteva immaginarsi che qualcuno era entrato di soppiatto nel suo appartamento.
< Professore? >
Sentendo che qualcuno lo stava chiamando, Henry Jones si girò di scatto.
< Ma che diavolo… >
< Mi dispiace averla spaventata, ma avevo un assoluto bisogno di parlare con lei. >
< Ma tu… come hai fatto ad entrare nel mio appartamento? >
< Mediante le scale antincendio. Dovrebbe ricordarsi di chiudere tutte le finestre. >
< Ma cosa… non avevi nessun diritto di entrare nel mio appartamento! >
< Ha ragione, però lascia che le spieghi. Ho una missione da compiere e ho bisogno del suo aiuto. >
< E non potevi aspettare il mio ritorno? >
< Purtroppo no. Sono inseguito da alcuni malviventi completamente vestiti di marrone che mi danno la caccia da quando sono venuto in possesso di questo misterioso oggetto. >
Vendendo il misterioso oggetto che teneva in mano il ragazzo, Henry rimase visibilmente sbigottito.
< Questa chiave azzurra e arrugginita… Non ci posso credere. Come ne sei venuto in possesso? >
< L’ho trovato in casa mia qualche settimana fa’ quando io e mia madre siamo venuti a conoscenza che mio padre era misteriosamente scomparso. >
< Chi è tuo padre? >
< L’archeologo John Raven. >
< Tu sei forse Frank Raven? Il figlio di John? >
< Esatto… Per caso lei conosce mio padre? >
< Certo che lo conosco! Accidenti! Non sentivo più parlare di tuo padre da più di vent’anni! Questa sì che è una bellissima sorpresa. Sei cresciuto dall’ultima volta che ti ho visto… In effetti sono passati molti anni. Ma questo fa lo stesso! Come ti è venuto in mente di cercarmi? >
< E’ stata mia madre. Mi ha rivelato che tu eri un esperto archeologo in pensione e che non ti saresti mai tirato indietro in una nuova avventura. >
< Vorresti forse intraprendere il viaggio verso l’Isola di Navalon al largo delle coste del Marocco? >
< Esatto, professor Jones. >
< Chiamami Henry… E comunque non so se è una buona idea. Quell’isola è completamente sommersa dall’Oceano Atlantico. >
< Non dall’ultimo mese… Non ha letto la notizia? >
< Che genere di notizia? >
< Per colpa di un maremoto, la piccola isola dell’Atlantico è completamente riemersa, richiamando decine e decine di scoprirovine alla scoperta della bellissima spada di Assan Ghiezlin, l’antico conquistatore marocchino. >
< Quell’oggetto di inestimabile valore in cui sono incastonati zaffiri e diamanti? >
< Sì, proprio quella Henry. >
< Capisco… > rispose l’uomo immergendosi nei suoi pensieri.
< Professore, è l’unico che può aiutarmi. Spero che tu accetti la mia richiesta di ritrovare l’oggetto e mio padre. >
< Frank, sai bene che il viaggio sarà molto rischioso… Dovremmo trovare una nave che ci porti dritti in quel posto. Non sarà affatto facile. >
< A questo ci ho già pensato io… Essendo di famiglia benestante, sono riuscito a noleggiare una piccola nave e un timoniere che ci porterebbe fin dritti su quell’isola. >
< E quando partiremo? >
< Il prima possibile. Il timoniere ci sta già aspettando. >
Ma Indiana Jones non era ancora convinto della scelta del ragazzo.
< Frank, mi dispiace deluderti. Ma sono troppo vecchio per una simile avventura. Mi sono ritirato da questa vita. Voglio vivere gli ultimi anni della mia vita in questa topaia di appartamento leggendo tutti i libri che ho comprato nel corso della mia vita… E ti confesso che sono tanti. >
< Professore, non può… >
< Ti ho già detto di chiamarmi Henry. >
Ma nel mentre il giovane ragazzo stava facendo di tutto per convincere l’archeologo, una moltitudine di proiettile di un mitra sbriciolò la finestra della cucina, mettendo in allarme i due uomini.
< Henry, mi hanno trovato! >
< A chi ti stai riferendo? >
< A quei maledetti sicari vestiti di marrone che vogliono uccidermi… Dobbiamo andarcene velocemente. >
< Ma io… >
< Non c’è tempo da perdere! >
< Devo prendere le mie cose. >
< Avrai tutto il necessario sulla nave, non preoccuparti. Adesso dobbiamo cercare di rimanere in vita e sfuggire a questi sicari. >
< Ma se loro ci sparano dalle scale antincendio, scommetto che tra poco saranno anche dinanzi la porta del mio appartamento. >
Mentre i due stavano cercando una via per uscire di casa, i sicari cominciarono a battere violentemente sulla porta.
< Ormai siamo in trappola, professore. >
< Io non direi… Vieni con me. >
Scaraventando il tavolino in salotto, Henry Jones mostrò al ragazzo una botola segreta posta sotto un enorme tappeto.
< Questa sarà la nostra via d’uscita, ragazzo mio. Vai prima tu. >
< Ma dove sbucheremo? >
< Lontano da questo posto. Vai! >
Prima che i sicari sfondassero la porta a suon di mitragliate, Indiana Jones e Frank era riusciti a richiudere la botola e a scappare per le vie sotterranee della città.
< Ma siamo nelle fogne! > esclamò il ragazzo disgustato.
< Dove ti aspettavi di sbucare? Nel paese dei balocchi? >
< Di sicuro in un posto più pulito e illuminato di questo. >
< Smettila di brontolare e seguimi. >
< Dobbiamo raggiungere il porto della città. È lì che ci aspetta la nave. >
< Molto bene. Andiamo. >
Dopo aver camminato per quasi un’ora nelle fogne della città, Henry e Frank sbucarono in prossimità del porto.
< Finalmente siamo usciti. Stavo per svenire dalla puzza. >
< Preferivi morire sotto i colpi di mitragliatrice di quei misteriosi sicari oppure aver salva la vita? A proposito, devi dirmi chi è quella gente che ti sta dando la caccia e come fanno a sapere l’utilità della chiave che ti porti appresso. >
< E’ naturale. Anche loro sono a conoscenza del segreto che lega l’Isola di Navalon… Sono convinto che tutto questo è orchestrato da un uomo molto vicino a mio padre. >
< Perché pensi questo? >
< Nei suoi viaggi mio padre portava sempre un assistente: Freddie Asamaik, un uomo di origine marocchine che aveva una specie di ammirazione per lui… Oltre ai tesori e ai soldi, s’intende. >
< Un uomo alla ricerca di fama e ricchezza? >
< E cosa sennò? Non mi è mai piaciuto quell’uomo… >
< Eccoli là! >
L’urlo di uno dei sicari attirò l’attenzione dei due uomini.
< Andiamo! Ormai siamo quasi arrivati! >
Correndo a tutta velocità e schivando le pallottole, Henry Jones e Frank riuscirono a salire sulla nave.
< Vai, timoniere! Ci siamo tutti! >
< Benissimo! >
Una volta al largo della costa, Frank poté tirare un sospiro di sollievo e accasciarsi sul ponte della nave e fissare il cielo che si stava diradando dalle nuvole.
   
 
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