Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: CKS    25/05/2019    2 recensioni
Cherry riceve un nuovo incarico da Heart, che la porta in Giappone a conoscere le ragazze ed i ragazzi visti precedentemente in foto.
Cosa farà per metterli insieme?
[I personaggi presenti nella storia sono di più rispetto a quelli indicati nel riquadro - La storia è in fase di revisione e correzione, sia per la forma che per il contenuto; revisionati e modificati il prologo e il primo capitolo].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 12
Love isn't rational 

Genzo tirò un pugno contro al muro, non badando alle mani in via di guarigione grazie alla fisioterapia.
Da quando la Piccoletta gli aveva detto che voleva dichiararsi a Tsubasa, lui si era sentito strano... Quasi infastidito da quella rivelazione.
-Che diavolo mi sta succedendo?! Io non mi comporto mai così!-.
Una vocina nella mente gli sussurrò una probabile risposta, ma non era disposto ad accettarla.
-Io innamorato? Genzo Wakabayashi innamorato di una ragazzina? Naaa, impossibile!-.
Una voce femminile interruppe i suoi ragionamenti.
-Ne sei sicuro? Io non ci giurerei così tanto, SGGK!-
-Kiri Sora! Che accidenti ci fai qui, e come hai fatto ad entrare in camera mia?!-
-Sei non lo sai tu...-
-Mi stai prendendo in giro?-
-Wakabayashi, sto pensando la stessa cosa visto la tua domanda: hai notato che la porta della tua camera non è chiusa a chiave? Questo vuol dire che chiunque potrebbe entrare-.
Genzo imprecò in tedesco.
-Ehi, vacci piano con i termini!-
-Perché? Hai capito ciò che ho detto?-
-Questa è un'altra cosa che non sapete di me e mio fratello: sia io che lui siamo in grado di capire e parlare correttamente, oltre al giapponese, naturalmente, anche inglese, tedesco, spagnolo e port...- Kiri si morse la lingua.
-E?-
-Niente, spagnolo è l'ultima lingua-.
Genzo comprese che lei stava mentendo, ma decise di non pressarla per non metterla in difficoltà.
-Perché non ci hai mai detto di avere un fratello?-
-Avrei dovuto? Non mi avete mai chiesto della mia famiglia-
-Allora adesso rimedio io: parlami un po' dei tuoi genitori!-.
Kiri gli disse che suo padre la viziava troppo, con grande esasperazione di sua madre.
-Mia madre è incredibile: abbiamo un rapporto confidenziale, con lei è facile parlare e scherzare-.
Genzo la guardò con un sorriso amaro, mescolato all'invidia.
-Col tempo tutto si sistema- disse lei, inaspettatamente -Tutte le fratture verranno sanate. Occorre soltanto avere pazienza e tanta buona volontà-
-Che intendi dire?- domandò Genzo, stupito da quell'affermazione. La ragazza non poteva sapere della sua situazione famigliare!
-Lo hai capito benissimo, Wakabayashi-.
Il Portiere divenne ancora più inquieto: Kiri gli dava la sensazione di sapere già tutto di loro...
-Tu e tuo fratello portate entrambi una collana. Ma cosa rappresenta?-
-So che sei una persona discreta, quindi è arrivato il momento di un piccolo fondo di verità-.
Kiri sfilò la catenina ed indicò i numeri.
-Questa è la nostra data di nascita, il dieci agosto, mentre queste- disse, indicando le lettere -Sono le iniziali dei nostri veri nomi-
-Voi usate nomi falsi?! Se lo venisse a sapere Tsubasa si arrabbierebbe moltissimo, come Sanae! Loro ripongono fiducia nelle persone, ma non devono essere 'Traditi'!-
-Queen è il mio vero nome- disse lei, indicando la lettera 'Q' della collana.
-E tuo fratello?- 
-Spetta a lui dire il suo vero nome, non di certo a me!- disse lei, incrociando le braccia con aria battagliera.
A Genzo ricordò un po' quel maschiaccio che era Anego. 
-Non so perché, ma mi fai venire in mente la prima Manager della Nankatsu come era qualche anno fa- 
-Forse arriverete a capirlo... D'altra parte un cielo fatto male è un po' strano...-
-Come?! Mi stai prendendo in giro?!-
-Questa volta sì. E comunque sia- commentò, voltandogli le spalle, con l'intenzione di uscire dalla camera del Portiere -L'amore non è mai razionale. Non sai mai quando verrà il momento, anche se sai che accadrà. Non negare ciò che è vero, Wakabayashi. Non ti porterà da nessuna parte...-.
Genzo si appoggiò allo muro, e poi si lasciò scivolare, sedendosi sul freddo pavimento. Riflettè su ciò che gli aveva detto Queen, ma al tempo stesso non riusciva proprio a capacitarsi sul perché si dovessero nascondere. Di sicuro era qualcosa legato ai loro genitori...

*

La partita contro la Hirado fu una delle più dure in assoluto, contando anche che la situazione non era delle migliori.
Tsubasa sentiva dolore alla spalla destra, dolore che si era riacutizzato dopo la spallata da parte di Jito, che lo aveva fatto cadere a terra, inerme.
Taki e Kisugi non erano messi meglio a causa dello scontro con il potente difensore.
E la preoccupazione per la squadra non era l'unica cosa che aveva in mente; oltre al fastidioso punto interrogativo sulla partenza per il Brasile, ed ai sentimenti che provava per Sanae, adesso si era anche aggiunta la misteriosa ed improvvisa partenza di Cherry e Vanessa per problemi famigliari. 
Si riscosse solo quando avvertì lo sguardo critico e severo del dottore su di lui.
-Tsubasa, così non va proprio bene! Ti ho rimesso a posto la spalla, ma le tue condizioni non sono affatto buone!-
-Non si preoccupi! Cercherò di evitare il più possibile i contrasti durante il secondo tempo!-.
Il dottore sospirò rassegnato.
-È inutile contrattare con te, in un modo o nell'altro riesci sempre a spuntarla! Promettimi, però, che starai molto attento-
-Sì dottore, lo prometto! Grazie di tutto!-.
Il Capitano si congedò con un inchino e si preparò a tornare sul campo.

*

Sanae strinse le labbra e congiunse le mani quando il cugino di Yukari si apprestava a scontrarsi ancora fisicamente con Tsubasa.
Da quando Cherry le aveva rivelato che lei era una sensitiva, aveva iniziato ad analizzare meglio ciò che provava quando giocava Tsubasa.
Ed in quel momento avvertiva scosse di adrenalina mista al dolore.
Di sicuro il Capitano non aveva dato ascolto agli avvertimenti del dottore, e adesso stava per scontrarsi ancora con quel muro di muscoli che era Hiroshi Jito.
-Tutto bene Sanae? Sembri un po' pallida- le chiese Yukari, preoccupata.
-Sì, sono solamente un nervosa per l'esito di questa partita-.
Pochi secondi dopo il Capitano crollò rovinosamente a terra.
-TSUBASA!- gridò Sanae spaventata.
Una mano gentile le si posò sul braccio ed incontrò gli occhi di Kiri.
-Come si dice? Everything is gonna be alright! Oppure everything will be fine!-
-Ti sembra il momento di parlarci in inglese?!- sbottò Yukari -E poi non sappiamo mica quale sarà il risultato di questa partita con i nostri giocatori in queste condizioni!-.
Il sorriso indecifrabile di Kiri la lasciò interdetta.
E Yukari si limitò a pensare che quella ragazza avesse seriamente qualche problema.

*

Tsubasa aprì lentamente gli occhi. Con sua sorpresa era ancora sul campo da calcio. Sentiva il profumo e la consistenza dell'erba, vedeva le linee bianche tracciate con la calce. Tuttavia non c'erano giocatori su quel campo, ed era molto più grande di quello in cui si giocava il Campionato Nazionale.
-Ma dov'è sono?- si domandò ad alta voce, smarrito.
-Benvienido al Camp Nou-.
Tsubasa si girò di scatto, e rimase a bocca aperta.
Una donna, evidentemente giovane, si stava avvicinando a lui.
Era bellissima: indossava un maglioncino leggero, che le lasciava scoperte le spalle, ed una gonna a trapezio rosso fuoco. Ai piedi un semplice paio di sandali con il tacco alto.
La cosa che più lo colpì, oltre ai vestiti ed al viso perfetto, sapientemente truccato, erano i capelli lunghissimi, che arrivavano ben sotto alle ginocchia.
-Il Camp Nou? Questo è veramente il Campo Nou?!-
-A quanto pare- gli rispose lei in giapponese.
-Chi sei? Perché sono qui? Io stavo giocando una partita... Come ci sono finito in Spagna?-
-Non sei veramente qui, infatti. Il tuo corpo materiale è ancora su quel campo. Ma la tua mente è qui, adesso-
-Chi sei?- ripetè.
-Non posso rispondere a questa domanda. Posso solo dirti che sono qualcuno che tu conosci benissimo-
-Non credo. Non conosco nessuno che è uguale a te-
-Io non ne sarei così sicura...-
-Effettivamente il tuo volto mi ricorda qualcuno, ma non capisco chi...-
-Come stanno Kiri e Kirito? Hanno fatto qualche guaio?-
-E tu come fai a conoscerli?-
-Ok, avendoti incontrato, hanno già combinato un casino- sospirò lei.
-Che intendi dire?-
"Sanae!"
-Mi sa che devo proprio andare. Il mio tempo è scaduto- disse lei alzandosi -E non arrenderti mai Eagle! Tu sei l'unico in grado di rigiocare le carte sul tavolo tanto da far ribaltare un risultato!-.
Tsubasa riuscì solo a sentire quelle parole per poi ricadere nel buio.

*

-Perché il Capitano non si è ancora alzato in piedi?!- quasi urlò Kumi, seriamente preoccupata per le condizioni del ragazzo.
-Evidentemente lo scontro con Jito deve essere stato tremendo- commentò Genzo, apparentemente tranquillo.
-Ma tu come diavolo fai a stare così calmo in una situazione del genere?!-
-Infatti non è calmo, Kumi. La sua è semplicemente una maschera- disse Kiri.
Genzo serrò la mascella, e strinse forte le braccia incrociate. Chi diamine era quella ragazza?! Sembrava davvero che sapesse tutto di tutti.
-Tsubasa si sta rialzando!- esclamò Sanae, rilassano le spalle, ed appoggiandosi meglio alla gradinata.
Il ragazzo si era rimesso in piedi, aiutato dai compagni.
-Come ti senti Tsubasa?- chiese Ryo -Tsubasa?-.
Ma il ragazzo non rispose. La sua mente era ancora rivolta al Camp Nou e a quella donna bellissima...
Sanae.






Siccome Tsubasa, nella partita contro la Hirado, sviene e sogna Roberto, Taro e Genzo, ho deciso di cambiare un po' ciò che vede nel flashback.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: CKS