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Autore: Mr Lavottino    28/05/2019    2 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Bridgette aveva diviso i quattro in due stanze, una per Zoey e Dawn ed una per Duncan e Scott. La stanza che era toccata al punk era la stessa in cui, qualche tempo prima, aveva dormito con DJ. Era piuttosto piccola, con due letti singoli, una finestra, un armadio ed un comodino in comune.
Invece alle due era stata data una camera abbastanza grande, con un letto matrimoniale, qualche armadio e perfino un piccolo balcone che dava sul retro del giardino.
- Che cos'è quest'imparità di trattamento?- ovviamente il punk non si tirò indietro dal protestare, ottenendo il pieno appoggio da parte di Scott.
- Se non ti piace quella stanza puoi sempre dormire in macchina.- Bridgette lo zittì subito, usato quella lingua tagliente che tirava fuori di rado, ma che sapeva essere letale.
- No, figurati.- il moro non poté far altro che ridacchiare nervosamente, conscio che l'unico motivo per cui gli aveva permesso di rimanere erano le due ragazze che si era portato dietro.
Essendo tardissimo, i quattro si misero subito a letto, decidendo di rinviare i convenevoli alla mattina seguente. Duncan passò quasi tutta la notte senza dormire, con il pallino fisso di dover dire alla bionda la fine che il suo fidanzato aveva fatto. Per quanto non le stesse particolarmente simpatica, trovava fin troppo brutto lasciare che ad avvisarla fosse qualcun altro.
D'altronde aveva anche promesso a DJ che sarebbe andato da lei a comunicarle la notizia, e questo era uno dei motivi principali per cui il nero aveva accettato la sua spedizione suicida verso Winnipeg.
Doveva mettersi l'anima in pace e dirglielo, però sentiva le parole che gli si bloccavano in gola, come se qualcuno impedisse loro di uscire. Non sapeva quale sarebbe stata la sua reazione e, a dirla tutta, ciò lo preoccupava.
Alla fine riuscì a prendere sonno, più o meno verso le quattro di notte, anche se per farlo dové combattere contro Scott, che russava al punto di fargli desiderare di non avere le orecchie. Però la pacchia durò veramente poco, perché aprì gli occhi in piena autonomia verso le otto di mattina.
Il rosso era ancora steso sul letto, in mutande e con la coperta quasi del tutto rimossa, probabilmente a causa dei suoi movimenti molesti che compieva nel sonno, che Duncan aveva calcolato avvenissero più o meno ogni dieci minuti.
Si alzò, seppur con fatica, mise i vestiti e si diresse verso la cucina per fare colazione. Aveva un fortissimo mal di testa, probabilmente causato dall'ansia che lo attanagliava, e desiderava con tutto se stesso una tazza di caffè, possibilmente amaro come il veleno.
Quando arrivò nella cucina ci trovò Bridgette che, con tutta calma, stava sorseggiando una tazza del nettare divino, nome che aveva attribuito all'amara sostanza marrone, mentre leggeva un giornale, forse di gossip. Nell'esatto momento in cui gli occhi verde smeraldo della ragazza entrarono in contatto con i suoi azzurri percepì un brivido lungo la schiena, tale che fu costretto a scuotere le spalle per farselo passare.
- Buongiorno.- salutò lei, riportando immediatamente lo sguardo verso il giornalino che stava leggendo.
- Anche a te. Ce n'è una tazza anche per me?- si fece di qualche passo avanti, cercando di contenersi.
- Certamente. Dovrebbe essere lì da qualche parte.- indicò con l'indice uno degli scaffali della cucina, senza distogliere gli occhi dall'articolo.
Duncan aprì lo sportello, trovando al suo interno un quantitativo immenso di tazze di vari colori, tutte dal dubbio gusto. In particolare, erano quasi tutte rosa, o al massimo verdoline, con sopra disegnati degli animali. Prese quella verdolina con un lupo, disegnato come se fosse della Disney, sopra e si versò il caffè dal contenitore posto sul tavolo.
Portò la tazza alla bocca, beandosi di quell'attimo di estrema felicità che quella bevanda riuscì a dargli, dopodiché si mise a sedere nella sedia dalla parte opposta della bionda, sospirando lentamente.
- Allora, come sta Geoff?- domandò Bridgette, facendolo sussultare.
- Cavolo, è la prima volta che mi parli di tua iniziativa.- ridacchiò, cercando di cambiare argomento nel modo meno palese possibile.
- Geoff è il mio ragazzo, è ovvio che voglia sapere come stia. - fece notare lei, guardandolo male. Il punk si limitò a fare segno d'assenso con la testa, ancora non sicuro di come avrebbe dovuto risponderle.
- Giusto.- sussurrò, distogliendo lo sguardo dal suo. Prese un altro sorso di caffè ed appoggiò la tazza sul tavolo, facendole fare erroneamente rumore.
- Allora? Come sta? È da due giorni che non risponde ai miei messaggi e alle mie chiamate.- anche lei bevve un po' di caffè, il tutto mentre Duncan andava sempre più in difficoltà.
- Ah, non te l'ha ancora fatto sapere?- disse, cercando di attirare la sua curiosità, cosa che accadde con facilità, dato che la bionda gli rivolse un'occhiata confusa - Gli si è rotto il telefono, probabilmente deve ancora prenderlo uno nuovo. Non preoccuparti, quell'idiota è pazzo di te. - mosse la mano diverse volte, cercando di sminuire la cosa.
- Capisco. Per un attimo mi ero preoccupata.- per la prima volta da quando la conosceva, Bridgette gli rivolse un sorriso puro, tale che perfino lui, che la trovava noiosa e stancante, dovette ammettere che era proprio una bella ragazza.
- Sì, non hai di che preoccuparti.- accompagnò quelle parole con una risatina, mentre finiva la tazza in un sorso.
- Buongiorno, vedo che siete mattinieri.- Alle loro spalle comparse Zoey che, dopo un rapido saluto, lanciò un'occhiataccia verso il punk, leggermente stranito da ciò, mentre si scambiò un sorriso con la bionda.
- Io vado a fumare una sigaretta.- Duncan si alzò e, dopo aver messo la tazza sulla credenza della cucina, si diresse verso il giardino, venendo seguito dalla rossa.
- Vengo anch'io. - il moro alzò le spalle, limitandosi a proseguire come se la cosa non lo riguardasse.
- I mozziconi buttateli nel cestino.- gridò la bionda, sempre con lo sguardo perso in quel libro.
I due si appoggiarono alla staccionata, guardando il giardino alla loro sinistra, pieno zeppo di fiori di tutti i tipi. Duncan si accese una sigaretta ed inclinò la testa all'indietro per poi far uscire il fumo dalla bocca.
- Perché non glielo hai detto?- Zoey andò dritta la punto, guardandolo con un'espressione mista fra l'arrabbiato e il deluso.
- Ho tempo per farlo.- Duncan non provò nemmeno a risultare credibile. Era chiaro come il sole che non avesse la minima intenzione di dire a Bridgette cosa era realmente successo a Geoff.
- Non vuoi farlo, vero?- ipotizzò, ricevendo uno sguardo di soppiatto che le fece capire di avere pienamente ragione.
- Tanto che cambierebbe? Saperlo da me o da DJ è la stessa cosa. - dire quelle parole gli fece venire una morsa allo stomaco, come se sentisse un coltello penetrargli la carne con forza.
- No, non è uguale. Tu eri il suo miglior amico, è giusto che sia tu a dirglielo.- la rossa alzò leggermente il tono, stringendo i pugni con forza.
- Non le sto nemmeno simpatico, anzi, posso affermare con certezza che l'unico motivo per cui fa finta di tollerarmi è proprio perché conosco il suo ragazzo.- alzò entrambe le braccia verso il cielo, il tutto mentre la sigaretta perdeva cenere con lentezza, corrosa come l'animo del punk in quel momento.
- Questo non ha importanza! DJ ti ha affidato quel compito e devi rispettarlo. Glielo hai promesso.- questa sfaccettatura della ragazza, così ostinata e testarda, non gli era da subito balzata all'occhio e, in quel momento, lo faceva stare ancora peggio.
- Al diavolo quello che pensa lui.- detto ciò si allontanò di corsa, gettando il mozzicone per terra e lasciando la ragazza da sola nel giardino.
 
Quella notte Scott aveva dormito proprio bene. Era da più di una settimana che non dormiva in un letto. dato che aveva passato in macchina a girovagare tenendo d'occhio i bersagli che MacLean gli aveva ordinato.
Pertanto quella mattina si alzò di ottimo umore, oltre che alle undici inoltrate. Passò i primi cinque minuti a stiracchiarsi, sbadigliando ogni dieci secondi e cercando di resistere alla tentazione di gettarsi nuovamente fra le braccia di Morfeo, finché decise che fosse arrivato il momento di andare di sotto. Si vestì con calma, mantenendo un sorrisetto ebete sul viso, e poi iniziò a scendere le scale.
All'inizio di queste trovò Dawn che, con addosso il suo solito maglione ed un paio di leggings viola, si stava dirigendo verso la cucina.
- Buongiorno Scott, dormito bene?- domandò, fermandosi per un istante. Aveva i capelli leggermente scompigliati, che aggiustò passandosi frettolosamente una mano fra le varie ciocche, e c'era un accenno di borse sotto i suoi occhi.
- Mai dormito meglio! Il letto era veramente comodo.- rispose, mantenendo un sorriso a trentadue denti in volto - Tu, invece?- chiese poi, appoggiandosi con il gomito allo corrimano.
- Zoey ha scalciato per tutta la notte, ma a parte questo è andata bene.- spiegò, facendolo ridere. Scesero assieme, dirigendosi verso la cucina per poter fare colazione.
Arrivati là trovarono Bridgette, intenta ad estrarre dal frigorifero degli alimento per preparare il pranzo.
- Buongiorno ad entrambi. Se volete fare colazione, là dentro ci sono dei biscotti e un po' di bevande, prendete pure quella che preferite.- spiegò, con un sorriso stampato in volto.
- Wow, grazie mille.- Scott non se lo fece ripetere due volte ed andò subito a prendere qualcosa da mangiare. Scelse una pacco di biscotti, già aperto, e una tazza di caffè freddo, mentre la bionda si limitò a bere un po' di tè verde.
- Duncan e Zoey dove sono?- domandò Dawn, cercandoli nel frattempo con lo sguardo.
-Lui l'ho mandato a fare la spesa, mentre lei dovrebbe essere da qualche parte nel giardino.- spiegò Bridgette, lanciando anche lei un'occhiata per vedere se fuori dalla finestra riusciva a vederla. I tre passarono una decina di minuti a parlare fra di loro, approfondendo le loro conoscenza, finché non sentirono un rumore proveniente dalla porta.
- Duncan, sei tu?- domandò Bridgette, avvicinandosi a passo levato verso l'entrata.
- E chi altri?- ironizzò, entrando con due buste piene di cibo per le mani. Le posò sul tavolino, dopodiché di buttò di colpo sul divano - Dimmi, Bridg, è normale che ci siano un sacco di auto della polizia qua intorno?- domandò, allertando immediatamente Scott.
- Non proprio. Solitamente questo è un posto tranquillo.- rispose la bionda, mentre toglieva i vari alimenti dalle borse che aveva portato il punk - Potevi anche evitare di comprare della carne.- commentò lei, con tono sprezzante. Il moro roteò gli occhi, scrollando le spalle.
- La carne fa bene, ogni tanto dovresti mangiarla.- si stiracchiò la schiena, ignorando le occhiatacce di cui sapeva essere vittima.
- In casa mia non voglio questa roba. - Bridgette prese la carne, delle bistecche, e le gettò nel cestino, facendo sussultare Scott.
- Non è troppo esagerata come reazione?- chiese il rosso, indicando con l'acquolina alla bocca le fette di carne.
- No, sono una vegetariana convinta.- mise fine in quel modo alla discussione, iniziando a tagliare delle verde con un coltello - Qualcuno vada a chiamare Zoey, tra poco si mangia.-
- Dawn, vai tu. - comandò Duncan, decisamente poco in vena di parlare con lei. La bionda annuì con un cenno della testa e si diresse verso il giardino.
Trovò la rossa intenta a guardare i fiori con aria desolata. Teneva le ginocchia al petto ed aveva un'espressione triste, rivolta in particolare verso le viole che aveva davanti. Sospirò, ancora non conscia di avere Dawn dietro.
- È proprio uno stupido, lei deve saperlo!- urlò, cercando comunque di contenersi, e scattò in piedi chiudendo le mani in due pugni serrati.
- Ti riferisci a Duncan?- la voce, calma e rilassata, della bionda le entrò nelle orecchie cogliendola alla sorpresa e facendola spagliare.
- Eh? Oh, Dawn, sei tu. - ridacchiò, rivolgendole un dei suoi tipici sorrisi gentili - No... cioè, sì. Però... non è nulla di importante.- liquidò il tutto, aiutandosi con dei gesti delle mani.
- È pronto, Bridgette mi ha mandato a chiamarti.- spiegò, attendendo che la ragazza si muovesse.
Il pranzo passò lentamente e in modo straziante, con un'inspiegabile aria tesa fra Zoey e Duncan, posti uno davanti all'altra, che finì per abbattersi anche sugli altri tre, troppo straniti dalla cosa per riuscire a fare un discorso.
Dopo aver finito il pranzo, Duncan si alzò e si diresse verso il giardino.
- Vado a fumare.- disse, per poi chiudersi la porta alle spalle. I tre lo guardarono allontanarsi seguendolo con lo sguardo, per poi alzarsi anche loro.
Dawn, camminando con calma, provò ad andare dal punk. Non sapeva cosa fosse successo di preciso, però vedere Zoey in quelle condizioni la opprimeva, anche perché si sentiva in debito con lei.
Lo trovò con la schiena appoggiata alla staccionata e una sigaretta, frettolosamente portata a metà, in bocca. I suoi occhi azzurri puntavano verso le nuvole, che coprivano il solo impedendogli di illuminare bene il giardino.
- Dovresti parlarle.- andò dritta al punto, notando la sua espressione piuttosto confusa.
- Eh?- la guardò fissa nelle iride, notando come fosse calma e composta. Aveva un qualcosa che, a lungo andare, la faceva sembrare molto inquietante.
- Dovresti parlare con Zoey, mi sembra molto preoccupata per qualcosa.- fece la vaga, attendendo la risposta dell'altro, che si limitò a gettare fuori il fumo dalla bocca.
- E chi se ne frega, saranno fatti suoi.- Duncan appoggiò con delicatezza la sigaretta sulla staccionata, facendosi così in modo di far cadere la cenere in eccesso.
- Ah, capisco, quindi avete già parlato ed avete litigato.- sentendo quelle parole, il moro sussultò e si voltò verso di lei con espressione spaventata. Lo sapeva, era certo che fosse una chiromante o qualcosa del genere e quello gliene dava finalmente la conferma effettiva - Zoey è una ragazza molto fragile, che però vorrebbe essere forte e stare nel giusto. Non la conosco da molto, ma non ci vuole tanto a capirla. Quindi... cercate di fare pace, va bene?-  detto ciò si allontanò, lasciandolo perso fra i suoi pensieri. Rientrò dentro, rischiando un infarto quando si rese conto che c'era qualcuno.
- Perché gli hai detto quelle cose?- Scott, appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate, le parlò, guardandola fissa negli occhi.
- Ho un debito con Zoey, quindi vorrei saldarlo.- non aggiunse altro, riprendendo a camminare.
- Sei una brava persona.- quella frase, per quanto potesse essere un complimento, venne detta dal rosso come se fosse stata una presa in giro, tanto che Dawn si fermò per un istante, arrivando solo dopo a capire che fosse una specie di vendetta per quello che gli aveva detto lei in macchina.
- Non ne sono così sicura, ma... ti ringrazio lo stesso.- gli rivolse un sorriso amareggiato, per poi dirigersi verso la sala senza dire una parola.
 
- Partiremo questo pomeriggio alle cinque.- Duncan lanciò una rapida occhiata all'orologio da parete, azzurro e pieno di animaletti disegnati sopra, appeso nel mezzo della sala. Era le tre, quindi avevano tutto il tempo per prepararsi al viaggio, che sarebbe durato un po', dato che dovevano accompagnare Dawn per poi tirare dritti fino a Winnipeg.
Così, dopo aver passato altre due ore in compagnia di Bridgette, arrivò finalmente il momento di partire. La bionda li aveva quindi aiutati preparandogli dei panini, così che non dovessero fermarsi nuovamente ad un qualche pub.
- Siete sicuri di non voler rimanere qui per un altro giorno? Tanto non mi date fastidio, anzi, qui a volte è piuttosto noioso.- la bionda si era proposta più volte di ospitarli per qualche altro giorno, ma Duncan aveva categoricamente rifiutato.
- No, non preoccuparti. Dobbiamo arrivare al campeggio il più rapidamente possibile.- anche a lei aveva detto di star andando in campeggio, così da poter reggere la scusa che aveva usato con Dawn. In realtà aveva paura che, rimanendo troppo tempo nello stesso luogo, la polizia potesse individuarli e coinvolgere Bridgette in quella faccenda, che non le competeva.
- Oh, Zoey, Dawn, mi mancherete un sacco!- detto ciò la bionde le strinse in un abbraccio, facendo sentire a disagio la rossa, non molto abituata a quel tipo di contatti con persone che non conosceva bene. In meno di un giorno le tre avevano trovato un'intesa, soprattutto perché erano vegetariane e animaliste convinte, cosa che aiutò notevolmente lo svilupparsi della loro amicizia.
- Anche tu. - Zoey ridacchiò, nervosamente, messa decisamente a disagio da quel gesto.
- Se mai dovessi venire a qualche manifestazione a favore dei diritti animali qui nei paraggi ti verrò a trovare.- rispose Dawn, sorridendole con gioia.
- Bene, credo sia arrivato il momento di andare.- Duncan uscì dalla casa, ignorando le occhiate che Zoey gli stava lanciando, e si diresse dritto in macchina. Lì attese che tutti fossero saliti, poi mise in moto e fece manovra - Cazzo! Ho dimenticato...-- ebbe un attimo di esitazione, quasi come se non sapesse cosa dire - l'accendino. Vado a riprenderlo.- aprì la portiera, afferrò la valigia sotto al sedile di Zoey e, senza lasciar nemmeno dire una parola agli altri tre, andò a bussare alla porta.
- Ah, sei tu. - Bridgette, che gli aveva nuovamente aperto la porta, gli parlò con la sua solita voce acida, ma questa volta non gliene fregò nulla, aveva altro a cui pensare.
- Devo dirti una cosa importantissima. Posso entrare?- chiese, mantenendo un'espressione seriosa. La bionda alzò un sopracciglio, incuriosita dalle sue parole, poi spalancò la porta e lo fece entrare.
- Se parli dei mozziconi, so che li hai buttati tutti in terra. Me ne sono accorta.- disse schiettamente la bionda, aspettandosi una reazione di qualche tipo da parte del punk, che però rimase impassibile.
- La verità è che...- in quel momento gli si formò un groppo in gola, che gli impediva di finire la frase. Si sentiva male, al punto che avrebbe voluto vomitare.
- Che?- lo incentivò lei, sempre più stranita dall'atteggiamento del ragazzo. Lo aveva sempre visto come irriverente e fastidioso, ma in quel giorno in casa sua lo aveva trovato decisamente più... calmo. Come se la fiamma della ribellione che ardeva in lui si fosse spenta.
- Geoff è...- iniziò mettendo il soggetto, tanto per cercare di far capire alla ragazza cosa volesse dire.
- Geoff cosa? Andiamo, Duncan, non ci sto capendo...- il punk chiuse gli occhi e, senza nemmeno lasciarla finire di parlare, parlò.
- Geoff è morto. L'hanno ucciso.- sentì una goccia di sudore, freddissima, scendergli dalla fronte, mentre la bionda si era come immobilizzata.
- Eh? Stai scherzando.- lui non rispose, limitandosi a guardare in basso - È uno scherzo di pessimo gusto.- accompagnò quelle parole ad una risatina isterica, quasi a volersi convincere che non era nient'altro che una burla. Però gli occhi di Duncan non accennavano a volersi alzare - Guardami negli occhi e dimmi che stai mentendo!- la bionda urlò, mentre la sua faccia divenne tutta rossa.
Duncan sollevò la testa, mostrando finalmente il volto. Delle lacrime argentate stavano scendendo dai suoi occhi, mentre digrignava i denti con forza. Ora capiva, ora comprendeva cosa stesse accadendo. Capiva perché gli era sembrato così strano, capiva perché evitava ogni domanda su Geoff. Capiva tutto.
Non disse nulla, scoppiò a piangere e a singhiozzare all'improvviso. Si gettò fra le braccia di Duncan, cercando un conforto, che in quel momento solo lui poteva darle. Sentiva il cuore batterle fortissimo, come se stesse per esploderle. Rimasero in quella posizione per quasi cinque minuti, finché il punk non la prese per le spalle e la guardò dritta negli occhi.
- Io sto andando a Winnipeg. Vado ad ammazzare quello stronzo che si è preso Geoff. - disse, fra un singhiozzo e l'altro. Bridgette avrebbe voluto dirgli di fermarsi, di non fare cazzate, perché la vendetta non sarebbe servita a nulla, ma il suo corpo si mosse in automatico.
- Tu prendi questi, sono trecentomila dollari. Usali in modo non sospetto, per un po' di tempo dovrebbero bastarti.- il punk estrasse dalla valigia al suo fianco i soldi e glieli lasciò sul tavolo. Lei fece un cenno di assenso con la testa, dopodiché il ragazzo si alzò ed uscì di casa per tornare alla macchina.
Non si voltò nemmeno per un istante. Lo vide tirare su la manica per asciugarsi gli occhi ed infine entrare nell'auto.
- L'hai trovato?- domandò Zoey, vedendolo finalmente rientrare. Il punk trasse un grosso respiro, per poi chiudere gli occhi.
- Sì, l'ho trovato.- a quelle parole, la rossa rise, conscia che il ragazza aveva fatto senz'altro la cosa giusta. Adesso l'unica cosa che le restava da fare era tenere fede alla promessa che aveva fato con DJ.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Un altro capitolo is gone! E fra poco arriveremo all'esatta metà della storia, che emozione!
Questo è un capitolo lunghino e molto angoscioso, uno di quelli in i lettori passano tutta la lettura e fare "E dai, su, sbrigati! Non esitare!" che, detto fra noi, sono i miei preferiti.
Preferiti sì, ma da leggere. Scriverli è abbastanza complicato.
Ma comunque, abbiamo visto Duncan piangere! Povero cucciolinoooo
Beh, detto questo, ci vediamo venerdì. Damn, fra questa storia e Care Project sono davvero impegnato :-0
   
 
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