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Autore: scoiattolo17    28/05/2019    2 recensioni
"Un sorrisetto si formò sul volto dell’uomo ancora in auto; all’inizio era l’ultima persona che avrebbe voluto al fianco. Quando gliela presentarono era una novellina giovane ed inesperta. Adesso invece… Adesso che le aveva insegnato il lavoro, il loro legame era diventato praticamente inscindibile… Adesso si sarebbe opposto con tutte le sue forze prima di essere diviso da lei.
Purtroppo la cosa non avrebbe tardato".
Ciao a tutte! Eccomi di nuovo tra voi :)
La mia nuova storia ha come protagonisti i nostri amati Ryo e Kaori in versione poliziotti.
Cinque omicidi, avvenuti in una sola notte, impegneranno i nostri due agenti alla risoluzione del caso. Buona lettura! S.
:)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideyuki Makimura, Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Un fulmine fendette l’aria sopra Tokyo rimbombando, poi, con un fragoroso frastuono.
Kaori aprì gli occhi. La tempesta non era ancora cessata. Dalla grande vetrata dell’appartamento di Ryo si poteva ammirare la metropoli dall’alto e la miriade di luci che la popolavano di notte era ancora più accentuate dalla pioggia che picchiettava sui vetri.
Rimase solo un attimo affascinata da quello spettacolo per poi accorgersi di essere ancora sul divano avvolta fra la morbida coperta e il corpo caldo del suo collega.
Arrossì leggermente cercando adesso di rimanere immobile per non svegliarlo: era sdraiata su di lui, con la testa appoggiata contro il suo petto. Poteva sentire il cuore dell’uomo battere ed il suo respiro calmo sembrava cullarla.
Aveva un buon profumo e la sua pelle era calda. Le piaceva quel contatto, sarebbe stata lì per l’eternità se solo avesse potuto.
Ad un tratto le tornò in mente il bacio di Mick. Inconsciamente si portò una mano alla bocca, sfiorandosi le labbra con le dita. Che diavolo gli era preso a quello stupido di un americano? Come era possibile baciare una persona così su due piedi? Certo, la sua era stata una specie di dichiarazione, ma… Cosa poteva volere da lei? Lei era una qualunque, non era di certo alla sua altezza… Le donne che poteva avvicinare uno come lui erano senz’altro cento volte più belle e più alla moda di lei.
Sospirando tornò con la mente a qualche ora prima.
Il palazzo Blu. Eriko.
Un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male del pensiero che riaffiorò alla sua memoria della ragazza in una pozza di sangue. Nonostante glielo avesse promesso non era riuscita a salvarla.
Avrebbe voluto sparire dalla faccia della terra.
Le forti braccia di Ryo le cinsero la vita, tirandola un po' più verso di lui, rincuorandola.
L’uomo la strinse a sé quasi come se riuscisse a seguire il filo dei suoi pensieri.
-Ehi, ragazzina, te l’ha mai detto nessuno che sei una copertina fenomenale? - sussurrò quello.
A Kaori scappò un sorriso.
-Me l’avevano già detto, ma non ricordo chi…- ribattè ironica lei.
-Se non altro ti sei riscaldata- sospirò l’uomo.
-Come non potrei? Sembri una stufa-
-Beh, tu una copertina e io una stufa… Siamo una splendida coppia!-
A Kaori uscì un sorriso. Finalmente riusciva a rilassarsi, a non pensare per un attimo a ciò che era accaduto poche ore prima.
Tentò di alzarsi ma Ryo la trattenne vicino a sé.
-Ehi, dove scappi?-
-Beh, credo sia l’ora di tornare a casa… Ti ho già disturbato abbastanza…- rispose lei
-Il temporale non è ancora finito e fuori è buio pesto, non ci provare ragazzina, stanotte resti qui…-
-Resto ad una condizione…-
-Ti senti pure in grado di scegliere i termini? Bene, sentiamo la pivella cosa vuole in cambio…-
-Voglio sapere cosa è successo dieci anni fa con l’Unione e del blitz che c’è stato. Basta segreti Saeba- il tono calmo e rassegnato con cui l’aveva detto era in forte contrasto con ciò che voleva sapere.
Il corpo dell’uomo s’irrigidì e ciò non sfuggì alla collega che si alzò dal divano per andarsene.
Stava per muovere il primo passo quando Ryo la trattenne per un braccio.
Un fulmine squarciò l’aria ed entrambi si poterono guardare dritti negli occhi.
Non bastò altro per far crollare i muri della fortezza che il poliziotto aveva costruito intorno al suo cuore da dieci anni a questa parte. Infatti, nonostante il ricordo di quel fatto fosse ancora vivo in lui, aveva cercato in ogni modo di dimenticare.
Ma la sua collega, giustamente, esigeva risposte.
E lui non avrebbe tardato a dargliele.
 
‘Quando iniziammo ad indagare sulla PCP, dieci anni fa, essendo uno dei più giovani, riuscì facilmente ad infiltrarmi tra la gente dell’Unione. Nonostante fosse agli albori, era una banda molto organizzata e da solo, tra la vita al distretto il giorno e la criminalità organizzata la notte, non potevo farcela. Vedendo i miei scarsi risultati, il mio collega Kenny volle aiutarmi e, nonostante all’inizio fossi contrario, alla fine cedetti, così cercai di farlo entrare nell’Unione. Ci riuscì e per alcuni mesi indagammo insieme ed i risultati non tardarono ad arrivare. Conoscevamo quasi tutti i membri, sia i pesci grandi che quelli piccoli, luoghi di smercio e contrabbando. Sapevamo praticamente tutto. Con così tante carte in mano avremmo potuto organizzare una retata e bloccare l’Unione per sempre.’
Fece una pausa, si passò una mano fra i capelli.
‘Ero ancora troppo giovane per capire che Kenny stava cambiando. Ogni volta che saltava fuori una bella occasione per sbatterli tutti in carcere ed io gli proponevo di organizzare un blitz, lui rimandava, dicendomi che dovevamo aspettare un momento migliore, che sarebbe arrivato, che non potevamo farci sfuggire l’Unione dalle mani solo perché avevamo corso troppo.
Intanto però la gente moriva di overdose ad ogni angolo di Tokyo e non c’era giornale che ogni mattina non parlasse dei morti nella notte a causa della Polvere degli Angeli.’
Ryo guardò Kaori negli occhi.
‘Il capo una mattina ci chiamò nel suo ufficio separatamente. Io gli dissi tutto ciò che sapevo, tutto ciò di cui eravamo venuti a conoscenza. E pochi giorni dopo, una sera, venimmo informati da lui stesso che era stato organizzato un blitz al molo e che sarebbe avvenuto poche ore più tardi quella stessa notte.
Kenny s’infuriò terribilmente. Mi incolpò di aver mandato in fumo tutto il nostro lavoro degli ultimi mesi e che il blitz sarebbe stato un fiasco.
Quella notte ero stranamente preoccupato. Eravamo da poco entrati nel capannone del molo quando si innescò un feroce conflitto a fuoco.
La gente dell’Unione era stranamente preparata alla possibilità di un attacco quella notte e la nostra squadra fu costretta a dividersi per cercare riparo.
Io rimasi con Kenny dietro un container, cercando di rispondere al fuoco nemico.
Quando finii le munizioni guardai dalla parte di Kenny per chiedere la copertura. Fu allora che mi accorsi che mi stava tenendo sotto tiro da un po'. Aveva la pistola puntata nella mia direzione e il suo sguardo era stranamente sereno.
Mi disse che avevo fatto un errore madornale, che quel blitz era una pagliacciata. Non avrei dovuto ficcanasare nei suoi affari e che ne avrei pagato le conseguenze.
Capii che Kenny si era venduto all’Unione e non riuscì a muovere un muscolo. Forse li aveva pure avvertiti della sommossa.
Non potevo credere che sarebbe finita così, che lui avesse tradito il distintivo per cosa poi? Soldi sporchi e una lunga lista di morti sulle proprie spalle.
Poi sentì due spari e qualcuno che mi tirava a terra. Caddi, sbattei la testa e l’ultima cosa che ricordo di quella notte sono gli occhi di un altro poliziotto che era caduto al mio fianco.’
Kaori ebbe un brivido e distolse lo sguardo dal collega per guardare fuori.
Ryo abbassò gli occhi e continuò: ‘Quando mi sono svegliato in ospedale mi dissero che un agente di un’altra squadra mi aveva fatto da scudo e che aveva sparato a Kenny, uccidendolo.
Nonostante mi avesse salvato la vita non l’ho mai ringraziato. Non ho mai avuto il coraggio di andarlo a trovare in ospedale e quando mi decisi di chiedere informazioni al suo Distretto mi dissero che non lavorava più lì.’
Kaori lo guardò. Saeba le era sempre sembrato forte ed imbattibile ma adesso sembrava un uomo comune, con le sue paure ed i suoi fantasmi nell’armadio. Se solo avesse saputo che l’agente che l’aveva protetto dieci anni prima era suo fratello…
-Però Kenny non è stato indagato per corruzione… Perché?- sussurrò lei
-Perché non ho mai detto a nessuno quello che era accaduto durante il blitz. Ho sempre ribadito di non ricordare a causa della caduta. Kenny era un uomo buono, o almeno lo era stato. Aveva una bella famiglia che, oltre alla sua perdita, non si meritava anche la delusione.
Era morto durante un blitz, da eroe e non da codardo.
È stato giusto così-.
 
  
 
  
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