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Autore: La_Sakura    30/05/2019    7 recensioni
Genzo Wakabayashi non è solo il portiere più acclamato e titolato del momento: è anche l’erede dell’impero della Wakabayashi Corp., una delle multinazionali più importanti sul mercato.
Non se n’è mai preoccupato troppo: con suo padre fisso al comando, e i fratelli già ampiamente attivi in varie filiali, non ha mai dovuto prendere le redini, riuscendo così a posticipare costantemente il suo completo inserimento in azienda. Forte della collaborazione della Personal Assistant di suo padre, ha continuato a concentrarsi sulla sua carriera di portiere paratutto del FC Bayern München, riuscendo pienamente a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato.
O, per lo meno, così è stato fino ad ora.
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Serie "Im Sturm des Lebens"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Im Sturm des Lebens'
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ET - Capitolo 1

 



Ascolto consigliato durante la lettura.

 

Nonostante l’insistenza di Heidi, aveva optato per un semplice tubino nero: non voleva dare l’impressione al portiere che si trattasse di un incontro galante.

Lasciò che lui le spostasse la sedia per farla accomodare, quindi prese il menù, mentre il cameriere versava l’acqua nei rispettivi bicchieri.

«Opterei per il “menù 1”, che ne dici?»

«E per il vino?» lo stuzzicò lei.

«Ci faremo consigliare dal sommelier… sempre che tu sia d’accordo.»

Le lanciò uno sguardo più che eloquente da sopra il menù, occhiata che lei finse di non cogliere, simulandosi intenta a scrutare le portate.

«Mmh, può andare. Te lo concedo.»

«Quale onore! – esclamò, posando il libretto sul tavolo – Quindi ho buone probabilità di farti passare l’arrabbiatura nei miei confronti?»

«Scarse, Wakabayashi. Quello che hai fatto è stato veramente orribile.»

«Parliamone. – si fece serio – Costringere mio padre ad effettuare un test di paternità non è stato altrettanto brutale?»

«Io non… – si accorse di aver alzato il tono di voce, quindi si ricompose e si sporse leggermente verso di lui – Io non ho costretto nessuno, lui era d’accordo.»

Anche lui si chinò verso di lei.

«Ma se sapevi benissimo di non essere sua figlia, perché esporlo così tanto? Immagini il risalto mediatico, se qualcuno lo avesse scoperto?»

«Non pensi ad altro, te e i media.» si raddrizzò e incrociò le braccia.

 

Deinen Namen trägt mein Herz                             Il mio cuore porta il tuo nome
Dein Fehlen ist mein Schmerz                                 La tua assenza è il mio dolore
So rein zu sein wie du                                               Essere puro come te
Zeig' wie ich das tu'                                                  Ti mostro come lo faccio

 

«No, non penso solo ai media. – si fece serio – Penso anche al perché tu mi abbia nascosto una cosa così importante. Perché non me ne hai parlato? A posteriori ho scoperto che ero davvero l’unico stronzo a non saperne nulla. Persino Karl….»

«Karl me l’ha estorto a forza, in Croazia. Io non volevo parlarne con nessuno. Avrei presentato le dimissioni e me ne sarei andata. Ma quando sono andata dai tuoi, loro sapevano già tutto. Mia nonna, ai tempi, aveva già avuto il dubbio, dubbio che tuo padre aveva dissipato. Si era solo dimenticata di dirmelo.»

«E tuo nonno?»

«Mio nonno è una persona buona, non è macchinoso come lo era sua moglie. Lei gli ha tenuto nascosta tutta la storia, per evitare di coinvolgerlo.»

«Resta il fatto che potevi avvisarmi, ero coinvolto in prima persona. Quando ho scoperto che avevate effettuato quel tipo di test, non ho fatto altro che pensare che forse avevo baciato mia sorella.»

Julia sobbalzò e arrossì.

«Ah, e questa era la tua preoccupazione maggiore?» rimbeccò, piccata.

«Certo che no. Avanti, non dirmi che non abbiamo costruito nulla, in questi mesi. In Giappone, a casa tua, in ascensore… devo continuare l’elenco?»

«Quindi cosa mi stai dicendo, che devo cedere alle tue avances solo perché sei il mio capo?»

«Che assurdità.»

Il sommelier interruppe involontariamente la discussione, al che Genzo acconsentì che fosse lui a consigliare i vari vini da abbinare ai piatti. L’uomo annuì, ringraziò, e tornò alla sua postazione, in attesa che i camerieri portassero ai due giovani la prima portata.

 

Du gibst mehr als du hast                                        Tu dai più di quanto hai
Du liebst mehr als du hasst                                      Tu ami più di quanto odi
Du siehst mehr als du fasst                                      Vedi più di quanto afferri
Fällst niemandem zur Last                                       Non molesti nessuno

 

«La vera assurdità è che io sia ancora qui seduta ad ascoltarti. Non avrei dovuto accettare il tuo invito.»

«E lasciare le cose così, in questo limbo in cui siamo caduti? Nessuno di noi è esente da colpe, Julia.»

«Non è colpa mia se mia madre è morta.»

«Certo, ora ti trinceri dietro all’unico evento incontestabile. Non pensi ai vari messaggi subliminali che ci siamo lanciati.»

«Io non ho lanciato nessun segnale.» provò lei a dire, ma la faccia del portiere era più che eloquente.

«Da dove vuoi che inizi?»

«Smettila, Genzo, non è divertente.»

L’uomo allungò una mano per sfiorare quella di lei.

«Non lo è. Non lo deve essere.»

 

Pass nur auf, wenn du gehst                                   Fai solo attenzione, quando vai
Wenn du deine Pläne hegst                                   Quando ti curi dei tuoi piani
Was Freunde schafften, pflegst                             Quello che gli amici hanno fatto, lo curi
Denn bist du unterwegs                                           Poi sei in giro

 «Io sto cercando di dirti che provo qualcosa per te. E ti assicuro che non è facile per me, non sono abituato ad esternare i miei sentimenti. Mi sono ritrovato con questo fardello da gestire, e tu eri lì, quindi all’inizio, sì, pensavo fosse solo riconoscenza.»

Julia alzò lo sguardo verso di lui, gli occhi languidi.

«E invece…?»

Il cameriere arrivò con la prima portata, a cui seguì subito il sommelier, col vino e la relativa spiegazione. Si congedò in fretta, avendo notato l’affinità dei commensali.

«Delizioso questo wagyu alla bavarese.»

«Certo che mi hai portata qui per assaggiare del manzo giapponese…»

Entrambi risero sommessamente, si trattennero il più possibile per non rovinare l’atmosfera raffinata del locale.

 

Zähl' ich die Tage                                                      Conto i giorni
Ich erhebe die Klage                                               Sporgo querela

Führ mich ans Licht                                                   Conducimi alla luce
Ich enttäusch' dich nicht                                         Non ti deluderò

 

«Ci riproviamo?» disse lui, speranzoso.

 

Führ mich ans Licht                                                   Conducimi alla luce
Ich enttäusch' dich nicht                                         Non ti deluderò

 

Lei appoggiò la forchetta nel piatto e sospirò.

«Non lo so, Gen… – aveva sentito Karl chiamarlo così talmente tante volte, che si sentì in diritto di farlo pure lei – È vero, abbiamo costruito qualcosa, ma sei comunque il mio capo…»

«Mio padre tornerà.»

«E diventerai il figlio del capo. Non cambia molto.»

«Ti stai tirando indietro?»

«Non mi sono mai fatta avanti.»

«Bugiarda.»

Seconda portata, secondo vino.

«Funghi.» ammiccò il portiere.

 

Wir werden teilen, was ich hab'                             Divideremo ciò che ho
Du wirst prüfen, was ich sag                                   Verificherai ciò che dico
Geben, was ich dir gab                                           Darai ciò che ti do
Ich warte auf den Tag                                             Aspetto il giorno

 

Julia soppesò le parole che le erano venute in mente, indecisa se far vertere il discorso in quel campo, oppure no. Ma era in ballo, tanto valeva ballare.

«Quando eravamo a Nankatsu… – appoggiò il bicchiere di vino, meravigliandosi della freschezza di quel bianco – Sì, insomma… sai essere davvero difficile da decifrare. Un momento mi abbracci e ti lasci consolare, l’attimo dopo ti rinchiudi nel tuo mondo, e… ha ragione il reporter: cali la famosa saracinesca e te ne stai lì dietro, incurante di ciò che ti succede intorno.»

Genzo inghiottì il boccone e annuì.

«Mettermi a nudo richiede un certo sforzo mentale. Ovviamente sto parlando in senso figurato. – le fece l’occhiolino – Sono abituato a dimostrare quello che valgo con le azioni che compio: una buona parata anziché una palla respinta, una decisione corretta nel piazzare la difesa, cose così. Sono un uomo di poche parole.»

«Fin troppo.» ne convenne lei.

«Ma con te è diverso, te ne sarai resa conto. Mi sono aperto più con te in questi mesi che con chiunque altro, inclusi Schneider e Kaltz, da quando sono arrivato in Germania.»

«Io… – Julia prese il bicchiere e terminò il vino rimanente – Ho giurato a me stessa che non sarei mai più ricaduta nelle grinfie di un uomo. Non dopo quello che mi è successo.»

«Sono passati, quanti, cinque, sei anni? E tu stessa hai ammesso che ti è andata bene.» 

«Prendi mai in considerazione il mio background? Mia madre?»

«E come potrei, se tu stessa non mi racconti nulla? Quello che so l’ho estrapolato da conversazioni avute con altre persone. A proposito, sei stata brava a imbrogliare le acque.»

«In che senso?»

 

Du wirst sehen ich mach' wahr                              Vedrai, realizzerò
Was vor dir noch keiner sah                                   Quello che prima di te nessuno ha visto
Ich bau' dir deine Welt                                             Ti costruisco il tuo mondo
Ich wär' so gern dein Held                                      Sarei volentieri il tuo eroe

«Beh, – Genzo fece un cenno al sommelier, che si avvicinò e versò loro nuovamente quel vino bianco giovane e fresco – hai disseminato gli indizi della tua vita tra i tuoi amici, così solo parlando approfonditamente di te avremmo potuto…»

«Guarda che non era assolutamente voluto. – lo interruppe lei, osservandolo anche con aria smarrita – Credi che io sia fuggita per farmi cercare? Pensi davvero che io possa essere così meschina da…»

«Julia, frena: hai frainteso.»

«Lo spero.»

Il cameriere, che aveva precedentemente sparecchiato i piatti, si apprestò a servire la terza portata.

«Animelle di vitello servite con carciofi di Gerusalemme, nespole e porri. Il nostro sommelier provvederà a servirvi in abbinamento un Zagarolo DOC.»

Si congedò con un mezzo inchino e lasciò lo spazio al collega, che riempì i bicchieri spiegando ai commensali ciò che stava offrendo.

«Queste interruzioni ti sono congeniali, Wakabayashi. Come si dice in gergo, “ti parano il culo”.»

«Fräulein Wagner, mi meraviglio di lei e del suo linguaggio. Vogliamo invece brindare al fatto che stiamo sostenendo una conversazione civile da ben – scostò il polsino della camicia per controllare l’orologio – cinquantasette minuti, e nessuno dei due ha ancora cavato gli occhi all’altro?»

Sollevò il bicchiere e lo portò a metà tavolo, fissandola con aria sorniona. Lei capitolò e sorrise appena.

«Sei incredibile.»

«Lo spero! – mugolò lui, iniziando a degustare le animelle che gli erano state servite – In fondo, ti piaccio anche per questo, no?»

«Non ho ancora deciso se mi piaci oppure no.» lo stuzzicò lei.

«Mi ferisci.»

«La verità fa male.» lo schernì.

«Affatto.»

 

Du verlässt nur mein Haus wenn du gehst            Quando te ne vai, lasci solo la mia casa
Du wirst ernten was du säst                                     Raccoglierai ciò che hai seminato
Sieh' zu, dass du alles verstehst                              Lo vedi, che hai capito tutto
Denn bist du unterwegs                                           Poi sei in giro

 

 «Solo che credevo di aver fatto breccia. Sai, ricordo un certo bacio, in ascensore…»

Julia avvampò, e si affrettò a svuotare il bicchiere di vino per dissimulare l’imbarazzo.

«Io non metto in dubbio l’attrazione che c’è tra noi… – si risolse infine a confessare – Vorrei solo capire se è un’infatuazione, dovuta alla situazione che abbiamo vissuto, o se…»

«Jule… – si arrogò il diritto di chiamarla con quel nomignolo, e gongolò quando lei non protestò – Nessuno di noi ha la sfera di cristallo. Non ho il potere di predire cosa succederà una volta usciti da qui, e mi piacerebbe, credimi: sai quante rogne mi risparmierei? Però una cosa la posso fare. – si sporse verso di lei e le prese la mano, facendola avvampare – Vorrei uscire con te. Più spesso. Vorrei imparare a conoscerti a fondo, sapere tutto di te, le tue mille sfaccettature, imparare a leggerti dentro così come vorrei che tu facessi con me. Io mi sento così felice quando sono in tua compagnia, è una sensazione che non ho mai provato, con nessuna. Ho notato la tua reazione quando il giornalista ha accennato al mio essere un donnaiolo: è vero, ho avuto molte donne, ma… nessuna ha destato il mio interesse come hai fatto tu.»

«Quindi sono l’ennesimo trofeo?»

«Ma non scherziamo! Per chi mi hai preso?»

«Lo stai dicendo tu…»

«Sempre a fraintendere…»

 

Zähl' ich die Tage                                                      Conto i giorni
Ich erhebe die Klage                                               Sporgo querela

Führ mich ans Licht                                                   Conducimi alla luce
Ich enttäusch' dich nicht                                         Non ti deluderò

 

Formaggio di capra con riduzione di albicocche e Achillea millefolium; Pinot gris alsaziano.

 

Führ mich ans Licht                                                   Conducimi alla luce
Ich enttäusch' dich nicht                                         Non ti deluderò

 

«Il sapore dei piatti è direttamente proporzionale alla nostra conversazione.»

«Giusta osservazione. Ma non vorrei che la questione stesse prendendo una piega sbagliata. Vorrei tanto sapere che idea tu ti sei fatta di me.»

«Il mio giudizio potrebbe essere falsato dall’alcol ingerito, Gen.»

«Voglio saperlo comunque.»

Ingurgitò l’ennesimo bicchiere di vino, e fissò il portiere negli occhi.

 

Du bist noch lang' nicht in Sicht                             Non sei più in vista
Weißt deinen Namen wohl noch nicht                 Non sai ancora bene il tuo nome
Dein Wort hat kein Gewicht                                   Le tue parole non hanno peso
Doch ich schreib' dir dein Gedicht                       Tuttavia ti scrivo una poesia

 

«Sei un uomo arrogante, presuntuoso e saccente. Credi di sapere tutto, o per lo meno è l’impressione che vuoi dare. Non esterni emozioni e sentimenti, credo che “saracinesca” sia un soprannome azzeccatissimo.»

«Interessante. Ho anche dei difetti?» ironizzò lui.

«In realtà sei debole, come tutti gli esseri umani. Ti trinceri dietro alla corazza che ti sei creato, ma appena qualcosa interrompe il cammino che ti sei prefissato, il bambino che è in te esce fuori e prende il sopravvento. Ovviamente non lo dai a vedere, l’uomo che non deve chiedere mai non può farsi vedere fragile. Ma lo sei, più di quanto credi.»

 

Ich bin dein, du bist mein                                        Io sono tuo, tu sei mia
Ich werd' vor dir für dich schreien                         Griderò a te, per te
Wann wirst du bei mir sein?                                     Quando sarai accanto a me?
Ohne dich bin ich allein                                          Senza di te sono solo

 

Genzo rimase abbastanza incredulo, l’analisi di Julia rasentava la perfezione, si stupì di quanto la ragazza fosse andata a fondo nel suo essere e ne avesse colto la sua vera essenza. Ovviamente cercò di non far trasparire alcuna emozione, come sempre nascondere le sue debolezze era il suo punto di forza.

Salmerino alpino e caviale.

Mix di cioccolata amara e aromatizzata alla ciliegia, con latte di mandorle e caffè.

Altro vino.

 

Du bist der Spross unseres Baum's                         Sei il germoglio del nostro albero
Die Erfüllung meines Traum's                                   L’avverarsi del mio sogno
Du bist der, der mich in sich trägt                          Sei quella che mi porta in sé
Und bist du auf deinem Weg                                  E sei sulla tua vita

Uscirono dal locale visibilmente brilli, tanto che Siegfried si premurò di farli accomodare sui sedili posteriori, prima di chiudere la portiera.

«Che direzione prendo?»

«Harlaching.» rispose Genzo, sicuro.

«Schwabing-West, per favore. – Julia non era della stessa opinione del portiere – È stata una bella serata, ma… sono ancora molto provata dagli ultimi avvenimenti. Ho bisogno di rimettere la testa a posto per evitare di “uscire dai binari”.»

Il portiere annuì, e lo chauffeur avviò il motore.

 

Führ mich ans Licht                                                   Conducimi alla luce
Ich enttäusch' dich nicht                                         Non ti deluderò

 

«Mi perdonerai mai per quella frase?»

«E tu mi perdonerai mai per essere sparita?»

«Dipende.» Genzo si avvicinò a lei.

«Da cosa?»

«Se succederà ancora.»

«Che io me ne vada?»

«No. Che non ti fidi di me.»

 

Führ mich ans Licht                                                   Conducimi alla luce
Ich enttäusch' dich nicht                                         Non ti deluderò

 

La baciò, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se non avesse aspettato altro. Come se tutta la sua vita dipendesse da lei.

«Io non so che ne sarà di noi, Jule, ma so solo che senza di te non posso e non voglio più stare.»

«Allora non farlo.»

 

Führ mich ans Licht                                                   Conducimi alla luce
Ich enttäusch' dich nicht                                         Non ti deluderò

 

La ragazza ricambiò il bacio, si aggrappò a lui, lo strinse a sé per non farlo più andare via. Forse complice l’alcool, aveva capito che non poteva più fingere che non si fosse innamorata di lui: era un sentimento che era nato lentamente, ma che ormai era inarginabile, come una diga di legno che cerca di trattenere un fiume in piena.

 

Führ mich ans Licht                                                   Conducimi alla luce
Ich enttäusch' dich nicht                                         Non ti deluderò




Vi chiedo scusa se settimana scorsa e ieri ho saltato l'aggiornamento, ma ho avuto un problemino di salute (per ora prontamente arginato) e ovviamente quando sono tornata in ufficio, sono stata sommersa dalle scartoffie, accumulate tipo montagna ^^ 

Ad ogni modo eccoci qua, spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo in cui compare la seconda canzone che fa da colonna sonora a questa storia. La traduzione è home made, ringrazio berlinene per l'aiuto che mi ha dato nel correggere quello che avevo tradotto. 

Se siete interessati al menù che i due si sono scofanati, potete trovarlo a questo link 

menù degustazione

L'abbinamento dei vini è opera mia, dopo varie ricerche, quindi se c'è qualcosa di sbagliato, prendetevela con me! 

Per quanto riguarda il resto, credo che il capitolo non abbia bisogno di commenti: Genzo ha finalmente preso in mano la situazione e i due si sono parlati a cuore aperto. Il fatto che alla fine Genzo volesse portarla a casa sua, mentre Julia ha preferito dare all'autista il proprio indirizzo, è lo specchio di come per i maschi sia tutto più facile (LOL). Scherzo, ovviamente, non massacratemi il ragazzo solo per questo XD 

Detto questo, vi lascio con un mega abbraccio e vi aspetto mercoledì prossimo, puntuale, lo prometto ^^ 

Baci 

Sakura chan 

   
 
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